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Supplemento Ordinario n. 1 al B.U. n. 44

Deliberazione della Giunta Regionale 20 settembre 2004, n. 23-13437

Decreto legislativo 11 maggio 1999 n. 152 art. 44. Adozione del Piano regionale di tutela delle acque (PTA) e proposta al Consiglio Regionale della relativa approvazione.

A relazione dell’Assessore Cavallera:

In data 6 aprile 2004, con deliberazione n. 21-12180, la Giunta regionale ha approvato il progetto di Piano di tutela delle acque previsto dall’articolo 44 del decreto legislativo 11 maggio 1999 n. 152 quale strumento finalizzato al raggiungimento di ambiziosi obiettivi di qualità dei corpi idrici e più in generale alla protezione dell’intero sistema idrico superficiale e sotterraneo.

Come illustrato nella citata deliberazione infatti, il decreto legislativo 11 maggio 1999 n. 152, recante la nuova disciplina nazionale in materia di tutela delle acque, ha introdotto su scala nazionale una riforma sostanziale della gestione delle risorse idriche improntata alla riqualificazione, preservazione e sostenibilità ambientale.

Tale decreto infatti non solo costituisce atto di coordinato recepimento delle numerose direttive comunitarie adottate dal 1975 al 1999 ed in particolare della direttiva concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole, ma rappresenta anche un pregevole sforzo di riconduzione a unitarietà legislativa dei diversi profili che caratterizzano la materia, dalla tutela dagli inquinamenti, alla razionale utilizzazione delle risorse idriche, alla protezione degli ecosistemi acquatici.

Gli obiettivi prefissati dal legislatore nazionale sono ambiziosi: prevenire e ridurre l’inquinamento e attuare il risanamento dei corpi idrici inquinati, conseguire il miglioramento dello stato delle acque ed adeguate protezioni di quelle destinate a particolari utilizzazioni, perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche, con priorità per quelle potabili, mantenere la capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici, nonché la capacità di sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate.

Il Piano di tutela delle acque (di seguito denominato PTA) risulta strategico nel processo di realizzazione di tali finalità in quanto documento di pianificazione generale la cui elaborazione, adozione e attuazione sono affidate alle Regioni e alle Province autonome quali ambiti territoriali in grado, previa definizione di obiettivi e priorità a scala di bacino individuati dalle relative Autorità, di dar rilievo alle peculiarità locali coerentemente al principio di sussidiarietà.

In particolare il PTA definisce, sulla base di una approfondita attività di analisi del contesto territoriale e delle pressioni dallo stesso subite, il complesso delle azioni volte da un lato a garantire rispettivamente entro il 2008 ed entro il 2016 il raggiungimento o il mantenimento degli obiettivi, intermedi e finali, di qualità dei corpi idrici e dall’altro le misure comunque necessarie alla tutela qualitativa e quantitativa dell’intero sistema idrico superficiale e sotterraneo.

Al PTA è riconosciuta per legge la natura di stralcio territoriale e di settore del Piano di bacino di cui alla legge 18 maggio 1989 n. 183 e come tale si pone nella gerarchia delle pianificazioni del territorio come atto sovraordinato, cui devono coordinarsi e conformarsi i piani ed i programmi nazionali, regionali e degli enti locali in materia di sviluppo economico, uso del suolo e tutela ambientale.

In applicazione del principio di gestione per bacini e sottobacini, la normativa dello Stato italiano ha infatti inserito l’attività pianificatoria regionale di tutela delle acque nei complessi meccanismi della l. 183/1989, che già si fondava proprio sull’individuazione del bacino idrografico come unità ecosistemica di riferimento per una efficace attività di governo di difesa del suolo e tutela delle acque.

Nei bacini di rilievo nazionale l’operato dell’Autorità di bacino si distingue da quello delle Regioni che la compongono per il livello su cui incide: in nome dell’unitarietà del bacino idrografico, su macro-scala vengono fissati priorità e obiettivi comuni a tutte le Regioni afferenti al bacino stesso, mentre in ambito regionale, nel rispetto delle peculiarità e specificità locali, sono determinati e attuati gli interventi e le azioni preordinate al raggiungimento dei fini prefissati.

Nel citato provvedimento della Giunta Regionale si rilevava infatti come il livello regionale si configuri il più appropriato per la risoluzione dei problemi legati alle risorse idriche, elementi contemporaneamente fluenti e localizzati sul territorio, perché:

- esso dispone di una ampiezza territoriale idonea a coordinare e armonizzare i molteplici interessi, spesso antagonisti, insediati sul territorio che i corpi idrici attraversano,

- l’istituzione Regione, in quanto ente dotato di rappresentatività e di autonomia politico-amministrativa, nonché titolare del potere legislativo e dei poteri di pianificazione e assetto del territorio nel suo complesso, possiede gli strumenti necessari per disporre unilateralmente delle situazioni giuridiche soggettive attive e passive che interferiscono con gli interessi pubblici presi a riferimento.

Attraverso l’approvazione dei singoli piani regionali di tutela previsti dall’articolo 44 del d.lgs. 152/1999, tra loro accomunati dalla fissazione di obiettivi di bacino volta a garantire la considerazione ecosistemica del territorio di cui alla legge 183/1989, si perverrà conseguentemente alla realizzazione della complessiva pianificazione di bacino nel settore della tutela qualitativa e quantitativa delle risorse idriche postulata dalla stessa legge sulla difesa del suolo.

Contestualmente alla fase di adozione e prima attuazione del d.lgs. 152/1999, anche in ambito europeo si è affermata una politica di settore basata sulla consapevolezza della necessità di una azione globale e sostenibile per la protezione delle risorse idriche, concretizzatasi nell’adozione della Direttiva 23 ottobre 2000 n. 2000/60/CE che istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque.

Nella Direttiva quadro sono espressi due concetti basilari: il primo sottolinea l’importanza dell’acqua come risorsa fondamentale, non solo perché soddisfa i bisogni primari della popolazione ed è vitale per tutti gli ecosistemi, ma anche come chiave dello sviluppo in grado di produrre e sostenere il benessere; il secondo evidenzia la necessità di intraprendere azioni di salvaguardia della risorsa idrica per evitarne sia il deterioramento qualitativo sia il depauperamento quantitativo.

In sede di approvazione del Progetto di Piano si evidenziavano i punti chiave della Direttiva quadro che possono essere così sintetizzati:

- gestione integrata delle acque superficiali e delle acque sotterranee a livello di bacino idrografico;

- tutela delle acque basata su obiettivi di qualità e rispetto dei limiti di concentrazione nelle acque;

- analisi economica e recupero dei costi;

- sviluppo di un uso sostenibile della risorsa;

- partecipazione pubblica e trasparenza nella fase di elaborazione del piano.

L’atto comunitario, al fine del raggiungimento di determinati obiettivi di qualità dei corpi idrici, si fonda quindi, come il d.lgs. 152/1999, su un approccio per bacino.

Individuati infatti i singoli bacini idrografici, è prevista la loro assegnazione al relativo distretto, definito quale principale unità di gestione e costituito, oltre che da uno o più bacini idrografici limitrofi, dalle rispettive acque sotterranee e costiere. All’autorità preposta ad ogni distretto idrografico è demandato il compito di assumere, attraverso i Piani di gestione, i programmi di misure coordinati per distretto, anche articolati per sottobacini, settori, problematiche o categorie di acque.

Per l’identificazione dell’Autorità di distretto, le previsioni dell’articolo 3 della Direttiva (non a caso recante il titolo “Coordinamento delle disposizioni amministrative all’interno dei distretti idrografici”) non postulano peraltro modelli rigidi e danno agli Stati membri la facoltà di individuare la stessa in un organismo nazionale esistente.

A sua volta il punto 13 del preambolo della Direttiva quadro ricorda che “Le decisioni dovrebbero essere adottate al livello più vicino possibile ai luoghi di utilizzo effettivo o di degrado delle acque. Si dovrebbero privilegiare le azioni che rientrino fra le competenze degli Stati membri, attraverso programmi di misure adeguati alle condizioni regionali e locali”.

Si è ritenuto quindi che il modello procedimentale del coordinamento tra livello di bacino e livello regionale, prescelto nella realtà italiana dal d.lgs. 152/1999, risulti pienamente rispondente allo spirito della Direttiva quadro e che lo stesso sia oramai pienamente operante con l’avanzata fase di predisposizione dei Piani di Tutela da parte della maggioranza delle Regioni, con cospicui investimenti di risorse umane, strumentali e finanziarie.

Il d.lgs. 152/1999 e la Direttiva quadro hanno infatti in comune sia le finalità, sia le strategie di azione, pur differenziandosi l’atto comunitario per alcuni aspetti metodologici cui comunque la Regione Piemonte ha improntato l’attività propedeutica all’adozione del proprio PTA, anche alla luce degli approfondimenti che si stanno compiendo nell’ambito delle attività di implementazione della Direttiva stessa (Common Strategy).

In considerazione del prossimo recepimento del testo europeo nel quadro normativo italiano, l’obiettivo è stato quello di pianificare le basi, gli indirizzi e gli studi propedeutici per la formulazione del PTA secondo gli indirizzi della normativa europea sin qui descritta, in modo tale che il PTA della Regione Piemonte possa già prefigurarsi quale Piano di gestione per la porzione di bacino di competenza.

La metodologia adottata ha seguito inoltre lo schema logico DPSIR (Determinanti-Pressioni-Stato-Impatto-Risposte), coerente con l’impostazione della Direttiva quadro e largamente assunto a livello internazionale per individuare il “nesso di causalità” secondo modelli in grado di stabilire relazioni e raccordi sistematici tra le categorie dei diversi dati caratterizzanti le tematiche ambientali.

In questo schema metodologico assume un ruolo particolare l’elaborazione di indicatori indispensabili per misurare l’avanzamento del sistema verso gli obiettivi, l’efficacia ed efficienza delle misure adottate e lo sviluppo di un uso sostenibile dell’acqua, così come prescritto dalla procedura di Valutazione ambientale strategica (VAS) di cui alla Direttiva 2001/42/CE e alla legge regionale 40/1998.

Con l’approvazione del Progetto di Piano si evidenziava come l’estrema complessità dei contenuti del nuovo strumento di pianificazione, l’interdisciplinarietà degli studi necessari alla formulazione dei possibili scenari e la rilevanza delle ricadute sul contesto territoriale e socio-economico regionale abbiano reso indispensabile l’attivazione di collaborazioni interne ed esterne all’Amministrazione di elevato livello tecnico-scientifico e nel contempo di spiccato contenuto operativo, che supportassero ed integrassero la Direzione Pianificazione risorse idriche cui compete la responsabilità di elaborazione della proposta di piano.

In attuazione della deliberazione della Giunta regionale 4 giugno 2001 n. 13-3131 si è quindi proceduto a:

- affidare, con appalto di servizi secondo le normative comunitarie e nazionali, le indagini e gli studi finalizzati alla predisposizione del PTA;

- concordare con l’Agenzia regionale per la protezione ambientale l’implementazione delle attività di indagine, studio e organizzazione delle conoscenze necessarie;

- promuovere una collaborazione istituzionale con il Dipartimento Interateneo Territorio del Politecnico e dell’Università di Torino e con il Dipartimento di Idraulica, Trasporti e Infrastrutture civili del Politecnico di Torino per il supporto tecnico scientifico nelle attività di valutazione dei risultati degli studi e predisposizione degli elaborati del PTA;

- istituire un gruppo di lavoro costituito da dirigenti e funzionari delle diverse Direzioni regionali aventi competenze nei vari profili coinvolti dal PTA;

Veniva dato atto che le indagini e gli studi effettuati sulla base delle attività sopra illustrate si sono protratti per oltre due anni ed hanno condotto alla produzione dei seguenti elaborati:

- Caratterizzazione dei bacini idrografici

Caratterizzazione fisiografica e geologica

Caratterizzazione idrologica

Elaborazioni di carattere idrologico

Caratterizzazione idrogeologica

Definizione del sistema delle utilizzazioni

Identificazione del quadro delle idroesigenza

Caratterizzazione ecosistemica

Completamento del quadro conoscitivo

- Bilancio delle disponibilità idriche naturali e valutazione dell’incidenza dei prelievi

Bilancio idrologico

Bilancio idrogeologico

- Analisi dell’impatto esercitato dall’attività’ antropica:meccanismi di diffusione e valutazione dei carichi inquinanti

Elaborazione dei dati qualitativi delle acque superficiali

Monitoraggio sperimentale della qualità dei corpi idrici artificiali

Elaborazione dei dati qualitativi delle acque sotterranee

Elaborazione dei dati qualitativi delle acque sotterranee - approfondimenti sui prodotti fitosanitari

Analisi del sistema degli scarichi

Completamento delle conoscenze relative agli scarichi idrici - approfondimenti sulle sostanze pericolose

Aree sensibili

Impatto di origine diffusa

Modellazione matematica dell’apporto e della diffusione di inquinanti nell’ambito del sistema fluviale di pianura

- Definizione e valutazione ambientale strategica di scenari sostenibili in termini di qualità e relativo piano d’azione

Metodologia di riferimento

Definizione dello scenario attuale dello stato quali-quantitativo delle acque superficiali e sotterranee mediante correlazione e integrazione degli impatti derivanti dalle sottrazioni d’acqua e dalle alterazioni della qualità

Definizione di scenari e obiettivi sostenibili di miglioramento della qualità ambientale e delle caratteristiche per specifica destinazione d’uso

Definizione dei programmi d’azione per il raggiungimento degli obiettivi prefissati

Misura operativa - nuovi invasi artificiali a scopo multiplo

Analisi economica delle azioni previste per la tutela dei corpi idrici e per il raggiungimento degli obiettivi prefissati con la valutazione del rapporto costi benefici

Definizione delle metodologie e del programma di monitoraggio per la verifica dell’efficacia delle azioni proposte

Tra gli elementi caratterizzanti il nuovo strumento di pianificazione riveste un’importanza del tutto particolare la comunicazione e la promozione, concepita e strutturata operativamente per rendere massimo il livello di effettiva partecipazione e condivisione attorno alle scelte e cogliere l’opportunità di incidere sui modelli culturali e comportamentali ai quali possano ispirarsi il cittadino, l’operatore e la stessa Pubblica Amministrazione nell’assumere proprie dirette responsabilità, di fronte agli obiettivi idrologico-ambientali da raggiungere.

A tale scopo nella fase attuativa del PTA è previsto il Forum per la tutela delle acque, sede di concertazione permanente attivata nell’ambito della Conferenza regionale delle risorse idriche di cui alla legge regionale 13/1997, che in tale occasione è aperta in particolare alla partecipazione degli altri enti locali, delle imprese ed enti operanti nel settore, delle associazioni di categoria del mondo produttivo, commerciale, artigianale ed agricolo, delle organizzazioni sindacali, ambientaliste e dei consumatori, dell’Università e del Politecnico, degli enti di ricerca, nonché delle Agenzie nazionali e regionali per la protezione ambientale.

In attuazione di tale orientamento, particolare attenzione alla partecipazione dei portatori di interessi è stata posta nello stesso processo di elaborazione, adozione e approvazione del PTA.

Elaborato, come precedentemente illustrato, sulla base delle risultanze degli studi prodotti, dell’approvazione del Progetto di PTA è stata data notizia nella Gazzetta Ufficiale n. 92 del 20 aprile 2004, nel Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte n. 14 dell’8 aprile 2004 e sul sito Internet della Regione, con la precisazione dei tempi, dei luoghi e delle modalità con cui chiunque interessato potesse prendere visione e consultare la documentazione.

Il Progetto di Piano e la relativa documentazione sono stati integralmente pubblicati su apposita sezione del sito Internet della Regione all’interno della quale è stata attivata una procedura informatizzata per l’invio on line delle osservazioni, nonché depositati per la consultazione presso le sedi della Regione e delle Province piemontesi con la predisposizione di un registro sul quale sono state annotate le richieste di visione e copia degli atti nonché le osservazioni sul Progetto di Piano.

Inoltre, con specifici incontri che si sono tenuti per aree territoriali, precisamente nei sei Ambiti ottimali individuati dalla legge regionale n. 13 del 1997 per la riorganizzazione dei servizi idrici, le comunità locali sono state informate dell’incidenza delle determinazioni del Piano sulle diversificate realtà del proprio territorio e sollecitate a prendere visione non solo del Progetto di PTA, ma anche di tutta la corposa documentazione tecnica acquisita.

Nel documento relativo alla Consultazione sul Progetto di Piano di tutela delle acque, allegato alla presente deliberazione per costituirne parte integrante, sono riportati in dettaglio i resoconti degli incontri effettuati nonché il rapporto particolareggiato degli avvenuti accessi al sito Internet.

Nei novanta giorni successivi alla pubblicazione dell’avvenuta adozione, sono pervenute alla Regione i pareri delle Province di Torino, Cuneo, Biella, del Verbano Cusio Ossola, Asti e Vercelli nonché, anche per posta elettronica, numerose osservazioni da parte di una molteplicità di soggetti istituzionali e di privati.

In ordine ai pareri delle Province di Alessandria e Novara, non pervenuti in questa fase di adozione del Piano presumibilmente in ragione della concomitanza dell’avvenuto turno elettorale, si ritiene che i medesimi potranno essere acquisiti nella successiva consultazione che sarà promossa in sede di approvazione del Piano da parte del Consiglio regionale.

Nel citato documento relativo alla Consultazione sul Progetto di Piano di tutela delle acque sono sistematicamente riportate le proposte e le osservazioni pervenute, congiuntamente alle argomentazioni relative alla loro ammissibilità, articolate in apposite sezioni riferite rispettivamente all’analisi degli aspetti generali, degli aspetti tecnici e alle ricadute sulle norme di Piano.

In ordine a quest’ultimo aspetto, è stata elaborata una tavola sinottica volta ad esplicitare l’incidenza delle singole istanze pervenute sulle norme di Piano, la modificazione delle medesime conseguente al loro accoglimento ovvero le ragioni a sostegno del mancato recepimento.

Sulla base delle risultanze degli studi e delle indagini condotte ed alla luce dei contributi apportati nel corso delle consultazioni effettuate, la Direzione competente, in stretto raccordo con il raggruppamento d’imprese aggiudicatario degli studi propedeutici, ha rielaborato significativamente il precedente progetto di Piano curando la predisposizione della stesura del Piano di tutela delle acque, allegato alla presente deliberazione, con il quale la Regione Piemonte intende attivare e realizzare un’efficace politica di intervento per gestire e risolvere il quadro complessivo delle pressioni idrologico-ambientali, con ciò integrando una incisiva linea di azione intrapresa sin dalla fine degli anni Settanta.

Il PTA, considerate le determinanti socio-economiche, organizzative e fisiche e analizzato il quadro delle criticità riscontrate, adotta criteri di intervento e formula il quadro di misure da intraprendere al fine di rispondere alle finalità fissate dalla normativa nazionale e comunitaria ed in particolare conseguire:

- entro il 31.12.2008 una riqualificazione del sistema idrico regionale a livello “sufficiente”,

- entro il 31.12.2016 il raggiungimento del livello “buono” e il mantenimento del livello “elevato” ove esistente.

Le misure proposte appartengono a categorie differenziate - regolamentazione e organizzazione, interventi strutturali e di vera e propria infrastrutturazione, miglioramento della conoscenza e supporto alle decisioni, comunicazione e promozione - e si rapportano alle classificazioni dei corpi idrici e alle designazioni delle aree sottoposte a specifica tutela, nonché all’analisi dell’impatto esercitato dall’attività antropica sullo stato dei corpi idrici superficiali e sotterranei.

Tali misure definiscono quindi il quadro delle azioni, degli interventi, delle regole e dei comportamenti finalizzati alla tutela delle risorse idriche, anche sulla base dell’interazione tra aspetti specifici della gestione delle acque con altri e diversi aspetti delle politiche territoriali e di sviluppo socio-economico.

Il PTA è costituito dai seguenti documenti:

- la relazione generale, composta da una relazione illustrativa, che fornisce il quadro descrittivo generale della struttura e dei caratteri del piano, ne espone in modo sintetico i contenuti descritti analiticamente nelle monografie di area, evidenzia le motivazioni delle scelte operate, indica gli strumenti e le modalità di attuazione, nonché da una sintesi non tecnica che ha lo scopo di informare il largo pubblico sui contenuti e gli effetti del piano;

- le monografie di area, contenenti in forma sintetica le conoscenze acquisite sui bacini idrografici presi a riferimento, le informazioni e i dati necessari per caratterizzare i corpi idrici superficiali e sotterranei del bacino, le criticità emerse e le misure adottate dal piano;

- le norme di piano, articolate in norme generali, che definiscono ruolo, compiti, efficacia e contenuti generali del piano, e norme di area, che assegnano valenza normativa al programma delle misure previste dal piano e descritte, nel loro dettaglio tecnico, nelle monografie di area;

- le tavole di piano, che sono parte integrante delle norme e si distinguono dalla cartografia tematica che accompagna la Relazione generale e gli Allegati tecnici poiché assumono carattere normativo;

- gli allegati tecnici, rappresentati dagli studi condotti per la formazione del piano.

Come si evince dalla sua struttura, il PTA è fortemente connotato da quell’approccio per bacini idrografici che si fonda sull’acquisito convincimento che una gestione delle acque effettuata unicamente mediante valutazioni puntuali intorno alle opere di presa e di scarico o sulla base di limiti territoriali fissati in ragione di confini amministrativi si è da tempo rivelata incapace di risolvere i problemi.

Lo stretto rapporto con specifiche realtà territoriali, tra loro diversificate e variabili nel tempo, determina un altro aspetto peculiare del PTA e cioè la sua dinamicità: il piano è infatti uno strumento che opera, sulla base delle risultanze del programma di verifica dell’efficacia degli interventi, attraverso una continua attività di monitoraggio, programmazione e realizzazione di azioni, individuazione e attuazione di misure e fissazione di vincoli finalizzati al raggiungimento degli obiettivi di tutela delle risorse idriche superficiali e sotterranee.

A questo fine lo stesso PTA individua una serie di strumenti di attuazione e implementazione che, una volta fissate con l’approvazione del piano le linee portanti del sistema, mirano a garantire una sua continua e celere evoluzione verso i traguardi temporali prefissati; tra questi:

- il ricorso ad atti dell’Esecutivo regionale per procedere con la necessaria tempestività all’adozione delle disposizioni di attuazione del piano, all’aggiornamento delle norme di bacino e all’emanazione di direttive di indirizzo rivolte agli enti locali ai fini dell’esercizio delle funzioni di loro competenza;

- il concorso degli atti di pianificazione e di programmazione di settore previsti dalla normativa statale e regionale ed in particolare dei piani territoriali provinciali, dei piani d’ambito e dei piani regolatori comunali, per la definizione a scala di maggior dettaglio delle misure individuate dal piano;

- il ricorso a procedure negoziate e agli accordi ambientali;

- ogni altro strumento di pianificazione, di programmazione e di attuazione, sia a livello regionale, sia a livello subregionale.

La complessa fase di adozione ed approvazione del Piano di tutela, finalizzata alla diffusione delle informazioni e al coinvolgimento delle parti economico-sociali nonché ad una serie di iniziative a sostegno della trasparenza decisionale, pone il percorso ipotizzato perfettamente in linea con quanto richiesto dall’Unione Europea per tutti i settori della pianificazione.

Le Linee guida europee sottolineano infatti la funzione della partecipazione pubblica nella gestione delle risorse idriche, individuando una serie di benefici effetti:

- aumento della consapevolezza del pubblico relativamente ai problemi ed alle situazioni ambientali locali;

- miglioramento della qualità dei piani, delle misure e della gestione dei bacini idrografici grazie alle conoscenze, all’esperienza ed alle iniziative delle diverse parti sociali interessate;

- pubblica accettazione, impegno e supporto al processo decisionale;

- maggiore trasparenza del processo decisionale;

- minori conflitti, incomprensioni, ritardi nell’attuazione, che migliora in qualità grazie ad un dialogo costruttivo.

Tutto ciò premesso,

vista la deliberazione dell’Autorità di bacino del fiume Po del 3 marzo 2004 n. 7 avente ad oggetto l’adozione degli obiettivi e delle priorità di intervento ai sensi dell’art. 44 del d.lgs. 152/1999 e successive modifiche e integrazioni;

visti i pareri delle Province di Torino, Cuneo, Biella, del Verbano Cusio Ossola, Asti e Vercelli;

vista la legge regionale 8 agosto 1997 n. 51;

la Giunta regionale, unanime,

delibera

1) di adottare, per le ragioni in premessa illustrate, il Piano di tutela delle acque, allegato alla presente deliberazione per farne parte integrante, costituito dai seguenti documenti:

- relazione generale e sintesi non tecnica;

- monografie di area;

- norme di piano, articolate in norme generali e norme di area;

- tavole di piano;

- allegati tecnici;

2) di trasmettere il Piano di tutela delle acque all’Autorità di bacino del fiume Po per l’espressione del relativo parere;

3) di proporre al Consiglio Regionale di approvare il Piano di tutela delle acque;

4) di prendere atto che nel documento allegato alla presente deliberazione per costituirne parte integrante è riportato l’analitico resoconto delle risultanze della fase di Consultazione sul Progetto di Piano di tutela delle acque.

(omissis)

Il piano di Tutela delle acque adottato dalla Giunta regionale è integralmente pubblicato sul sito Internet della Regione Piemonte all’indirizzo www.regione.piemonte.it/ acqua/tutela.htm. Ai sensi dell’articolo 14 delle relative Norme di piano, a far data dall’adozione del Piano è fatto divieto di rilasciare autorizzazioni, concessioni, nulla osta, permessi od altri atti di consenso comunque denominati aventi a oggetto interventi ed opere o attività in contrasto con le norme di piano. (ndr)

Allegato (fare riferimento al file PDF)