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Bollettino Ufficiale n. 43 del 28 / 10 / 2004

Deliberazione del Consiglio Regionale 5 ottobre 2004, n. 382 - 28517

Direttive di carattere programmatico con validità triennale. Legge regionale 17 agosto 1995, n. 67 (Interventi regionali per la promozione di una cultura ed educazione di pace, per la cooperazione e la solidarietà internazionale). Articolo 8

(omissis)

Tale deliberazione, nel testo che segue, è posta in votazione: il Consiglio approva.

IL CONSIGLIO REGIONALE

* Vista la legge regionale 17 agosto 1995, n. 67 (Interventi regionali per la promozione di una cultura ed educazione di pace, per la cooperazione e la solidarietà internazionale) e sue successive modificazioni e, in particolare, il comma 1 dell’articolo 8, il quale prevede che la Giunta regionale proponga al Consiglio regionale le direttive di carattere programmatico con validità triennale;

* vista la DGR n. 46 - 3599 del 23 luglio 2001 ed il relativo allegato titolato “Direttive di carattere programmatico con validità triennale, legge regionale 17 agosto 1995, n. 67 ”Interventi regionali per la promozione di una cultura ed educazione di pace, per la cooperazione e la solidarietà internazionale" e preso atto delle motivazioni ivi addotte;

* sentito il parere favorevole espresso dalla VI Commissione consiliare permanente nella seduta del 29 ottobre 2002

delibera

di approvare le direttive di carattere programmatico generale per il triennio 2001 - 2003 degli interventi regionali per la promozione di una cultura di educazione e di pace per la cooperazione e la solidarietà internazionale previste dalla legge regionale 17 agosto 1995, n. 67 e sue successive modificazioni, riportate nell’allegato A), che costituisce parte integrante e sostanziale della presente deliberazione.

Allegato (fare riferimento al file PDF) A

Direttive di carattere programmatico con validita’ triennale - Articolo 8, legge regionale 17 agosto 1995, n. 67

FONDAMENTO NORMATIVO DELLE DIRETTIVE

Le Direttive di carattere generale con validità triennale trovano il loro fondamento normativo nell’articolo 8 della legge regionale 17 agosto 1995, n. 67, che stabilisce che la Giunta Regionale per l’attuazione degli interventi previsti dagli articoli 4, 5 e 6 della legge “...propone al Consiglio Regionale, che approva con propria deliberazione, le direttive di carattere programmatico con validità triennale.”

In particolare le Direttive devono fornire l’indirizzo regionale in materia ed individuare gli obiettivi generali e le priorità d’intervento.

Non rientrano nella programmazione triennale gli interventi di emergenza e soccorso e quelli volti a garantire la sicurezza alimentare in paesi meno sviluppati.

PREMESSA

Prima di definire gli obiettivi generali è utile richiamare alcuni elementi del dibattito internazionale sviluppato da alcuni dei maggiori organismi internazionali, che attualmente interessa l’educazione di pace, la cooperazione e la solidarietà internazionale, anche sulla base delle tendenze più recenti emerse nella società civile e che hanno trovato riferimento in alcune importanti innovazioni attualmente in esame in sede legislativa nazionale.

Da un punto di vista etico politico tre possono considerarsi le principali motivazioni che possono indurre un ente locale ad occuparsi di cooperazione allo sviluppo e di educazione interculturale:

a) L’aspetto umanitario:

un quinto della popolazione mondiale vive in condizioni di estrema povertà mentre i tre quarti vive in condizioni di indigenza.

Ogni intervento volto a migliorare le loro condizioni di vita è un imperativo morale di ogni singola comunità ed è un’azione concreta per la creazione di condizioni di pace e per il radicamento di tale concetto nella realtà locale.

b) parlare di Pace, cooperazione e solidarietà è anche nostro specifico interesse. Un clima di maggiore sicurezza diminuisce le tensioni sociali (xenofobia, intolleranza, ecc.) e ambientali che discendono dalle pressioni migratorie. La stabilità e la coesione di una comunità limitano i rischi della violenza e della criminalità i cui effetti si fanno sentire tanto nelle nostre società come in quelle dei paesi in via di sviluppo.

c) Il mondo si sta trovando a dover affrontare i fenomeni sempre più evidenti ed incisivi della globalizzazione economica e culturale, ed in questo senso la solidarietà e la collaborazione tra le comunità anche locali sono necessarie per affrontare e risolvere problematiche comuni nonché perseguire aspirazioni comuni per lo sviluppo economico e sociale, in un quadro di valori condivisi.

L’allargamento della comunità di valori è oggi indispensabile per gestire anche a livello locale problemi che non sono costretti nei confini nazionali (terrorismo, fenomeni migratori, criminalità, ambiente, disoccupazione, narcotraffico ecc.), e per l’affermazione di principi universali di giustizia ed eguaglianza tra i popoli.

La diffusione di una cultura e di un’educazione di pace diventa uno degli elementi fondamentali di sostegno a tale processo.

Per tali ragioni le Amministrazioni locali hanno importanti ruoli da svolgere non soltanto nel promuovere la collaborazione tra i paesi del Nord e del Sud del Mondo, ma anche far crescere nella propria comunità la sensibilità verso queste tematiche affinché l’azione regionale sia sostenuta da un consenso generale della collettività regionale.

IL RUOLO DELLA REGIONE

A fronte di uno scenario internazionale in rapida trasformazione caratterizzato da un lato dai processi di globalizzazione e dall’altro da marcate instabilità in aree regionali (Balcani, Medio oriente, Africa centrale) l’Italia sta assumendo un ruolo sempre più attivo all’interno dei processi decisionali.

Peraltro le iniziative volte a diffondere una cultura di pace e le politiche per lo sviluppo e la cooperazione internazionale non concernono solo l’attività governativa e degli organismi internazionali, ma riguardano anche gli enti locali e la società civile, essendo mutato il modo di concepire i rapporti internazionali tra i popoli, in un mondo sempre più interdipendente.

La Regione Piemonte sta perseguendo da diversi anni un piano politico regionale diretto a promuovere ed accrescere il proprio ruolo internazionale, poiché intervenire attivamente su tali processi è diventato di interesse prioritario, per portare il proprio contributo specifico alla definizione delle nuove politiche internazionali.

L’azione politica ed amministrativa della Regione Piemonte deve quindi tener conto del contesto in cui andrà ad operare, caratterizzato dall’emergere di nuovi fondamentali fenomeni quali la globalizzazione sociale, culturale ed economica, comportante importanti riflessi anche a livello locale, l’internazionalizzazione delle attività economiche, lo sviluppo di sistemi politico-economici a livello macroregionale

L’evoluzione di tale contesto, in cui il Piemonte è già presente in molteplici settori sia nel campo economico che in quello degli aiuti umanitari e degli interventi di cooperazione, richiede un rinnovato impegno soprattutto in quei settori di sostegno ai processi di pace e di costruzione di istituzioni democratiche.

PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETA’ E DECENTRAMENTO

Nel corso degli ultimi quattro anni i provvedimenti legislativi nazionali hanno determinato un incisivo trasferimento di competenze dal Governo centrale alle Autonomie locali, in attuazione del cosiddetto principio di sussidiarietà.

Nel campo dei rapporti fra pubbliche istituzioni, tale principio significa che le decisioni da assumere per la soddisfazione dei bisogni della collettività spettano alle istituzioni più vicine ai cittadini e, che le istituzioni maggiori esercitano nell’interesse comune soltanto le competenze che le istituzioni minori non possono adeguatamente esercitare.

Il principio di sussidiarietà ha costituito uno dei criteri della legge delega che ha avviato il profondo processo di decentramento di funzioni e compiti a Regioni ed Enti locali.

LE ATTIVITA’ DI PROMOZIONE E EDUCAZIONE ALLA PACE

Coerentemente con le tendenze in atto nel panorama nazionale ed internazionale i principi di sussidiarietà e decentramento comportano un nuovo ruolo della Regione nello svolgere le attività in materia di promozione della cultura di pace, di sensibilizzazione della comunità regionale e di formazione.

Essa deve consolidare il proprio ruolo di soggetto in grado di recepire le istanze provenienti dal territorio e di tradurle in programmi ed azioni che siano in grado di valorizzare il più possibile la ricchezza ed il patrimonio di esperienze dei soggetti presenti sul proprio territorio, favorendo ed incentivando sinergie tra gli stessi e massimizzando i benefici della loro collaborazione nel rispetto delle peculiarità di ciascuno.

In tale contesto, sulla base della positiva esperienza degli ultimi anni in tali materie la Regione deve promuovere le azioni dei soggetti pubblici e privati presenti sul territorio e collocarsi in un ruolo di coordinamento e accompagnamento degli stessi.

Coerentemente con le attuali tendenze rivolte al decentramento dei compiti e delle funzioni, si intende coinvolgere gli Enti locali (in particolare le Province) promuovendone e sostenendone un ruolo attivo nelle attività di sensibilizzazione delle comunità locali intorno al valore della pace e della solidarietà tra i popoli, e corresponsabilizzandole nell’attuazione della politica regionale.

IL DECENTRAMENTO E LA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO -LA COOPERAZIONE DECENTRATA-

In ambito di cooperazione si considera il decentramento come una delle strategie su cui sviluppare ulteriormente i rapporti di cooperazione, come testimonia il documento “La cooperazione decentrata allo sviluppo -Linee di indirizzo e modalità attuative” - approvato lo scorso anno dalla Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo del Ministero degli Affari Esteri.

In tale quadro i protagonisti della cooperazione diventano non più i soli governi centrali ma l’insieme delle forze dei due territori (quello italiano e quello del paese partner), pubbliche e private, sociali ed economiche, lucrative e non lucrative, che operano in un quadro promosso e coordinato dalle pubbliche amministrazioni competenti.

La cosiddetta cooperazione decentrata non rappresenta pertanto un nuovo strumento o un tema d’azione della cooperazione allo sviluppo, quanto piuttosto un complemento delle tradizionali attività intergovernative.

In questo senso, l’obiettivo della cooperazione decentrata è innanzitutto lo sviluppo attraverso una maggior presa in conto dei bisogni e delle priorità espressi dalle popolazioni.

Nello specifico, essa mira a rafforzare il ruolo della società civile nei processi di sviluppo e consiste, da una parte nell’associare e fare collaborare gli attori economici e sociali del Nord e del Sud, dall’altra nel suscitare la partecipazione attiva e determinante dei beneficiari alle diverse fasi delle azioni di cui sono i destinatari.

In tale contesto la cooperazione decentrata costituisce un approccio che ancorato al territorio e all’interazione tra soggetti sociali, instaura un rapporto di partnership tra Nord e Sud.

In uno scenario internazionale caratterizzato da processi di regionalizzazione e da forti spinte al rafforzamento dei poteri locali, la cooperazione decentrata può contribuire in modo significativo al consolidamento della democrazia, rafforzando i soggetti istituzionali e sociali presenti sul territorio.

Essa appare inoltre suscettibile di garantire una maggiore trasparenza decisionale e gestionale dei programmi di cooperazione e, soprattutto una maggiore valorizzazione del Know-how di cui risulta portatore quel tessuto di attori istituzionali, associazioni sociali e professionali, ONG, soggetti economici medi e piccoli presenti sul territorio dei paesi del nord.

OBIETTIVI GENERALI

L’obiettivo definito dal legislatore prevede che l’azione della Regione sia finalizzata a favorire il radicamento nella comunità piemontese della cultura di pace e dei suoi presupposti quali le libertà democratiche, i diritti umani, la non violenza, la solidarietà, la cooperazione internazionale e l’educazione allo sviluppo sostenibile.

Per dare attuazione a tale finalità il legislatore prevede che la Regione operi sia sul territorio regionale sia nei Paesi in via di Sviluppo (PVS) che nei Paesi dell’Europa Centrale ed Orientale (PECO), realizzando iniziative proprie, promuovendo e valorizzando i potenziali e originali contributi dei soggetti e delle istituzioni che operano sul territorio regionale.

Anche l’attività all’estero è concepita come presupposto della pace, per cui ci poniamo l’obiettivo di radicare nella comunità piemontese, nei soggetti e negli operatori, sia pubblici che privati il desiderio e la capacità di cooperare con realtà sociali e culturali di altri paesi.

Lo sviluppo degli interessi internazionali della Regione Piemonte pone al governo regionale una serie di problemi (come orientare questi processi riducendone le conseguenze negative) ma offre nel medesimo tempo una serie di opportunità:

* possibilità di esercitare, in un quadro di generale riconoscimento, un ruolo di leadership autorevole (il processo di internazionalizzazione richiede una forte azione di coordinamento che nessun ente più della Regione e’ istituzionalmente in grado di garantire)

* possibilità di aumentare la propria visibilità pubblica dentro e fuori i confini nazionali

In tale contesto le attività di cooperazione dovranno essere realizzate il più possibile attraverso il coinvolgimento dei soggetti piemontesi e dei PVS, in un’ottica di cooperazione decentrata

La Regione dovrebbe dunque operare al fine di stabilizzare e consolidare la sua posizione di centro di riferimento dell’informazione locale sulla cooperazione e del patrimonio di progetti e di materiale informativo dei singoli soggetti operanti in Piemonte.

Per concretizzare questi obiettivi è necessario che l’azione regionale sia finalizzata in modo particolare alla costituzione e al consolidamento di reti di relazioni con il territorio, promuovendosi quale soggetto in grado di svolgere un ruolo di coordinamento e di collegamento con le istanze nazionali ed internazionali tra Associazioni, ONG, Istituzioni pubbliche e private, Imprese, Organismi religiosi, ecc.

Occorre pertanto che si favorisca sotto il profilo organizzativo e finanziario la partecipazione nei programmi degli Enti locali, ed è fondamentale individuare referenti sul territorio che possano rendere il più efficace e diffusa possibile la comunicazione e l’informazione.

I progetti che prevederanno la realizzazione di servizi dovranno essere concepiti per coinvolgere il più possibile le istituzioni locali e le associazioni attive sul territorio e, si dovrà evitare la tendenza a centralizzarli nella sola area torinese allargando il campo più possibile a tutte le province del Piemonte.

PRIORITA’ DI INTERVENTO

Appare evidente come il corretto sviluppo dell’azione regionale debba necessariamente poggiarsi su una serie di priorità di intervento che esprimano da un lato la necessità di fare tesoro delle iniziative positivamente avviate nel passato e, dall’altro tengano conto del dibattito e delle nuove tendenze che si stanno affermando e che stanno sempre più guidando le modalità di intervento in questa materia.

La Regione deve esprimere una effettiva capacità di ascolto e di monitoraggio di tutta la complessa realtà territoriale, con la finalità primaria di “mettere in rete” tutte le situazioni suscettibili di evoluzioni sinergiche.

A tale scopo il forum annuale potrà costituire un valido momento di confronto tra gli operatori del settore, in grado di fornire indicazioni generali sulle attività e i programmi.

Alla luce di tali considerazioni, si ritiene di dover accordare la priorità ad azioni che :

1. consolidano le esperienze e i programmi che, già avviati in precedenza, hanno fornito risultati positivi;

2. sono finalizzati a sperimentare le modalità della cooperazione decentrata ;

3. favoriscono la partecipazione attiva e il cofinanziamento delle iniziative da parte degli Enti locali;

4. Sono rivolte al coinvolgimento attivo degli Enti locali nelle attività di sensibilizzazione delle comunità locali intorno ai valori della pace, della solidarietà tra i popoli e della cooperazione internazionale.

5. promuovono ed indirizzano le attività di ricerca del sistema universitario piemontese che hanno attinenza con le attività svolte dalla Regione per l’attuazione della legge regionale n. 67/1995;

6. promuovono la collaborazione tra soggetti omologhi e tra quelli le cui competenze sono complementari;

7. sono connessi direttamente o indirettamente a programmi riguardanti più ambiti di intervento definiti dalla legge ;

8. rafforzano il ruolo della Regione quale centro di riferimento informativo sulle tematiche della legge.

9. si collocano nel quadro di piani e programmi che coinvolgono soggetti ed organismi nazionali ed internazionali o che prevedono la partecipazione congiunta delle altre Regioni o istituzioni e delle altre Direzioni Regionali.

FORUM

Come indicato dalla legge, è importante che le sedute del forum non abbiano risvolti solo formali, ma possano effettivamente divenire un reale laboratorio di confronto tra i soggetti interessati, gli enti e le istituzioni pubbliche sulle tematiche indicate dalla legge.

E’ pertanto opportuno predisporre apposite procedure per consentire la convocazione delle sessioni ordinarie e straordinarie del forum e l’organizzazione di gruppi di lavoro su temi specifici.

AMBITI DI INTERVENTO

CULTURALI, DI RICERCA E DI INFORMAZIONE

A) Definizione

Si intendono attività culturali tutte quelle iniziative che sono finalizzate a promuovere l’approfondimento delle tematiche della pace, della cooperazione e della solidarietà internazionale affinché diventino parte della coscienza civica di una persona.

Si intendono attività di ricerca tutte quelle iniziative di analisi, indagine e studio dei fenomeni connessi alle tematiche disciplinate dalla legge.

Si intendono attività di informazione tutte quelle iniziative finalizzate alla raccolta, coordinamento, organizzazione sistematica e diffusione di notizie, dati e materiale documentale nel campo delle materie pace, cooperazione e solidarietà internazionale.

B)Obiettivi da raggiungere nell’arco del triennio

Considerato che la Regione Piemonte è stata dichiarata dal Consiglio regionale Regione di Pace, nell’arco del triennio essa dovrà assumere il ruolo centrale di orientamento, iniziativa e coordinamento per le attività culturali, di ricerca ed informazione.

Tale ruolo dovrà necessariamente coinvolgere le istituzioni locali, gli enti e le varie forme di associazionismo presenti sul territorio.

C) Le tematiche da trattare e le relative priorità.

Le iniziative da valorizzare saranno quelle che permetteranno l’implementazione e l’ampliamento del sistema informativo Regionale sulla Pace, Cooperazione e Solidarietà Internazionale “Agorà Piemonte”.

L’obiettivo è quello di sviluppare il Sistema affinché si evolva il più possibile in qualità di un vero e proprio “portale” informativo di riferimento per tutti i soggetti, piemontesi e non, che si occupano di pace, cooperazione e solidarietà internazionale.

A tal scopo sarà utile identificare eventuali campagne di informazione che promuovano la conoscenza e l’utilizzo di tali strumenti da parte degli operatori e della collettività piemontese e le modalità per contribuire, mediante l’apporto del proprio materiale documentale, all’evoluzione ed all’ampliamento della rete.

A seconda dell’indice di gradimento riscontrato dal sistema presso i soggetti e le istituzioni pubbliche e private, potranno essere attivate campagne di promozione adeguate al grado ed alle potenzialità oggettive dell’iniziativa.

Nel corso del triennio si dovranno predisporre appositi programmi finalizzati a coinvolgere sinergicamente istituzioni locali e le capacità propositive, progettuali e realizzative delle associazioni presenti sul territorio regionale.

Nell’ambito del ruolo di raccordo e di promozione, potranno inoltre essere promosse adeguate campagne di informazione rivolte a favorire la conoscenza, da parte degli operatori del settore e della comunità regionale, delle iniziative avviate dalla U.E. nelle materie disciplinate dalla legge e, qualora siano previste forme di partecipazione attiva dei soggetti pubblici e privati, illustrare le modalità per prendervi parte.

Saranno inoltre sviluppati strumenti informativi per la divulgazione e la diffusione agli enti, scuole, organizzazioni non governative ecc. dei contenuti della legge e delle sue esperienze attuative (es. newsletter, ecc.),

Al tempo stesso è necessario offrire strumenti affinché gli enti e le associazioni che non hanno esperienze in materia possano partecipare alle attività e concorrere ai finanziamenti previsti dalla legge (es. creazione di uno sportello per la pace).

Tali attività dovranno avere una caratterizzazione istituzionale e dovranno pertanto valorizzare, nell’ambito delle competenze consiliari, il ruolo dei gruppi di lavoro del forum previsti dalla legge regionale n. 67/1995.

Le attività di realizzazione di strumenti informativi (newsletter, sportello) dovranno essere impostate in modo da produrre ricadute anche nell’ambito delle iniziative di educazione e sensibilizzazione.

Saranno inoltre incentivate e sostenute quelle attività che promuovono ed indirizzano le attività di ricerca del sistema universitario piemontese che hanno attinenza con le attività svolte dalla Regione per l’attuazione della legge regionale n. 67/95;

La Regione inoltre promuoverà e sosterrà quelle iniziative che hanno carattere sperimentale sia sotto il profilo metodologico che sotto quello dei contenuti.

D) Il ruolo della Regione

La Regione dovrà favorire l’informazione capillare a tutti i livelli culturali attraverso adeguate campagne di informazione, incontri, tavole rotonde, seminari.

Saranno inoltre sostenute attività editoriali e di produzione di materiale didattico inerenti le materie disciplinate dalla legge.

Una particolare attenzione dovrà essere rivolta all’ambito scolastico, quale luogo di incontro tra le diverse componenti sociali: giovani, famiglie, insegnanti, ecc.

Tale collegamento dovrà concretizzarsi in adeguate attività informative e propositive presso i Consigli di istituto e i Consigli di classe, in modo da consentire di programmare una didattica sulla cultura di pace, cooperazione e solidarietà internazionale all’interno di ogni istituto.

A tal fine, nelle sedi in cui sono presenti ed operanti strumenti informatici, sarà utile favorire la conoscenza e l’accesso alla banca dati Agorà.

La logica di tale intervento è quella di fare in modo che la Regione possa assumere il ruolo di centro di riferimento informativo, con lo specifico compito di favorire l’incrocio tra domanda e offerta di iniziative, stimolando di conseguenza le collaborazioni tra i diversi soggetti nell’attuazione delle iniziative.

E) Indirizzi per l’attuazione delle attività

Valutando l’efficacia ed efficienza degli interventi, un’attenzione particolare dovrà essere rivolta alle:

* iniziative d’ampliamento ed implementazione di Agorà;

* iniziative culturali e di ricerca che arricchiscono dinamicamente la sfera delle conoscenze utili ad operare proficuamente negli altri ambiti di intervento;

Le modalità di intervento potranno prevedere la stipulazione di convenzioni con enti pubblici e privati, contratti di collaborazione ed eventuali incarichi professionali.

L’eventuale concessione dei contributi sarà commisurata alla qualità e quantità delle prestazioni svolte.

Le attività di valutazione e verifica dovranno essere svolte anche allo scopo di patrimonializzare e valorizzare le esperienze realizzate.

Anche nell’ambito di tali attività si intende promuovere il coinvolgimento degli enti locali (in particolare le Province) mediante l’attivazione della collaborazione a livello promozionale, gestionale e di compartecipazione finanziaria al progetto

EDUCAZIONE E SENSIBILIZZAZIONE DELLA COMUNITA’ REGIONALE

A) Definizione

Si intendono attività di educazione quelle iniziative rivolte a favorire l’acquisizione e l’apprendimento di quei principi intellettuali e morali connessi alla pace, cooperazione e solidarietà internazionale in accordo con le esigenze dell’individuo e della società.

Si intendono attività di sensibilizzazione quelle iniziative rivolte a suscitare l’attenzione e l’interesse della comunità regionale al fine di accrescerne la capacità di intendere e di avvertire le realtà e le problematiche nel campo delle tematiche della pace, cooperazione e solidarietà.

B) Gli obiettivi da raggiungere nel triennio.

La Regione Piemonte ha maturato nel corso degli ultimi quattro anni una significativa esperienza nell’ambito di tali iniziative.

A partire dal 1997 ha, infatti promosso annualmente due bandi di concorso per il sostegno di iniziative sui temi della legge regionale n. 67/1995, uno rivolto alle scuole medie superiori e l’altro agli enti, associazioni, associazioni non governative (ONG).

Coerentemente con le attuali tendenze rivolte al decentramento dei compiti e delle funzioni, si intende coinvolgere gli enti locali (in particolare le Province) promuovendone un ruolo attivo nelle attività di sensibilizzazione delle comunità locali intorno al valore della pace e della solidarietà tra i popoli, e corresponsabilizzandole nell’attuazione della politica regionale.

L’obiettivo è quello di realizzare tali iniziative mediante l’attivazione della collaborazione e il coinvolgimento delle province piemontesi a livello promozionale, gestionale e di compartecipazione finanziaria al progetto

Sulla base delle esperienze maturate negli anni passati, sarà necessario individuare, con la collaborazione degli enti coinvolti, percorsi idonei che permettano la valorizzazione delle capacità progettuali del territorio e l’accesso ai finanziamenti in condizioni di pari opportunità.

Per quanto concerne l’ambito scolastico dovrà essere incentivata la promozione di scambi tra le scuole piemontesi e dei paesi terzi come momento di educazione alla pace, alla conoscenza e al rispetto delle altre culture e momenti didattici di ricerca, scambio reciproco tra docenti e studenti omologhi, da effettuarsi in campi studio e di lavoro nei PVS e PECO.

Nell’ambito delle iniziative di sensibilizzazione, potranno inoltre essere promosse e sostenute iniziative di gemellaggio con enti ed istituzioni dei paesi in via di sviluppo e PECO.

Le attività dovranno essere divulgate nel modo più idoneo.

C) Le tematiche da trattare e le relative priorità

Sono strettamente connesse all’ambito di intervento sulle attività culturali, ricerca ed informazione, in tale ottica i due ambiti devono sinergicamente intersecarsi per creare un ambiente omogeneo ed univoco finalizzato a non disperdere energie.

Le iniziative idonee saranno quelle rivolte alla presa di coscienza dei problemi, approfondimento degli stessi, elaborazioni di soluzioni concrete. L’attività, pertanto, dovrà essere indirizzata sulla conoscenza delle situazioni in aree di crisi, utilizzando idonei strumenti informativi.

La consapevolezza dei problemi dovrà svilupparsi in approfondimenti in grado di creare una coscienza sui concetti di pace, solidarietà e cooperazione internazionale.

Gli stessi temi dovranno altresì formare oggetto di apposite campagne dedicate a tutti gli strati della collettività piemontese, così da creare negli ambienti familiari, di lavoro, di volontariato, un clima favorevole ad accogliere e favorire le iniziative.

In termini metodologici si ritiene fondamentale promuovere e indirizzare la progettualità dei soggetti sul territorio affinché le iniziative di sensibilizzazione:

* prevedano il più possibile la partecipazione attiva di più soggetti tra loro complementari (associazioni e realtà formative, associazioni multietniche e associazioni di volontariato, ecc.) e di enti locali (in quanto rappresentanti istituzionali di comunità di cittadini) ;

* Costituiscano occasioni di pubblicizzazione, promozione e divulgazione di iniziative concrete realizzate sul territorio piemontese e dei PVS sulle tematiche della legge;

* Come già precisato nel precedente ambito di intervento, saranno inoltre sviluppati strumenti informativi per la divulgazione e la diffusione agli enti, scuole, organizzazioni non governative ecc. dei contenuti della legge e delle sue esperienze attuative (es. newsletter, ecc.) e per offrire strumenti affinché gli enti e le associazioni che non hanno esperienze in materia possano partecipare alle attività e concorrere ai finanziamenti previsti dalla legge (es. creazione di uno sportello per la pace).

Tali attività dovranno essere impostate in modo da produrre ricadute anche nell’ambito delle iniziative di educazione e sensibilizzazione.

La Regione inoltre promuoverà e sosterrà quelle iniziative che hanno carattere sperimentale sia sotto il profilo metodologico che sotto quello dei contenuti.

D) Il ruolo della Regione

La Regione deve proporsi come snodo fondamentale e punto di riferimento e coordinamento delle iniziative promosse sul territorio regionale rivolte ai PVS e PECO, promuovendo l’interazione tra le Istituzioni scolastiche, gli Enti locali, le ONG, le Associazioni culturali e di volontariato

Come già specificato in precedenza si intende in particolare promuovere il coinvolgimento degli Enti locali (in particolare le Province) nelle attività di sensibilizzazione delle comunità locali intorno al valore della pace e della solidarietà tra i popoli, in un’ottica di corresponsabilizzazione nell’attuazione della politica regionale.

In tale quadro il ruolo della Regione Piemonte deve mirare all’individuazione di priorità e obiettivi, affidando alle Province il compito di identificare i progetti locali meritevoli di sostegno, con l’obiettivo di realizzare tali iniziative mediante l’attivazione della collaborazione e il coinvolgimento delle province piemontesi a livello promozionale, gestionale e di compartecipazione finanziaria al progetto,

E) Indirizzi per l’attuazione delle attività

Trattandosi di un ambito che persegue obiettivi analoghi e che si rivolge sostanzialmente agli stessi soggetti, si ritiene di confermare gli stessi criteri, modalità e priorità definiti nel precedente ambito di attività culturale, ricerca e informazione.

FORMAZIONE

A) Definizione

Si intendono attività di formazione quelle iniziative volte a fornire agli operatori nelle materie disciplinate dalla legge, mediante momenti informativi e di tirocinio, un insieme di conoscenze e di capacità necessarie alla lettura dei bisogni, ideazione, progettazione, realizzazione e valutazione degli interventi nel campo della pace, della cooperazione e della solidarietà internazionale.

B) Obiettivi da raggiungere nell’arco del triennio

Si tratta di realizzare una rete di collegamento culturale proiettata sull’attività operativa dei soggetti pubblici e privati, singoli ed associati, tale da creare interscambi di professionalità.

Nel triennio l’attività formativa, utilizzando prioritariamente e contemporaneamente gli obiettivi degli ambiti che precedono, dovrà individuare i soggetti idonei a fungere attivamente quali collaboratori nelle attività di formazione o quali fruitori di tale attività

L’attività formativa e di tirocinio non dovrà essere promossa come fine a se stessa, bensì sarà intesa come reciproco scambio di conoscenze e di arricchimento finalizzata alla produzione di progetti mirati ad interventi che evolvano in modo dinamico. Essa dovrà dunque essere indirizzata ai soggetti ed agli operatori sia pubblici che privati.

La possibilità di offrire a cittadini piemontesi opportunità professionali presso Organismi internazionali o presso ONG che operano in questo settore, suggerisce di sviluppare azioni formative volte ad ottenere elevati livelli di qualificazione, anche adottando strumenti in uso per la formazione professionale promossa dalla Regione. E’ opportuno inoltre sensibilizzare, informare ed orientare giovani verso tali tipi di professioni e al contesto al quale si riferiscono con interventi a basso rapporto costo/contatto.

C) Le tematiche da trattare e le relative priorità

Nell’ambito delle indicazioni riportate all’articolo 6 della legge regionale n. 67/1995, si dovrà tenere in debita considerazione il fenomeno della pressione migratoria verso la Regione e la vocazione del sistema di cooperazione della Regione verso i paesi a più basso indice di sviluppo umano.

I percorsi formativi potranno essere svolti sia direttamente sia mediante il sostegno di iniziative indirizzate agli immigrati dai suddetti paesi, onde formare operatori di cooperazione da reinserire nei paesi di origine e favorire le operazioni di rientro degli immigrati.

La Regione inoltre promuoverà e sosterrà quelle iniziative che hanno carattere sperimentale sia sotto il profilo metodologico che sotto quello dei contenuti.

D) Il ruolo della Regione

L’azione della Regione sarà orientata a creare condizioni ambientali favorevoli a fornire occasioni di formazione di livello elevato per quadri ed organismi che operano sui temi della legge regionale n. 67/1995. La formazione dovrà altresì essere rivolta ai responsabili politici e ai funzionari dell’Amministrazione regionale e degli Enti locali interessati, in modo da creare i presupposti e favorire l’elaborazione di un valido programma di attività a sostegno delle iniziative di pace, cooperazione e solidarietà internazionale.

La Regione, quale punto di riferimento e organismo propulsore, utilizzerà e favorirà la conoscenza di quelle professionalità e di quelle esperienze attive sul territorio regionale, singole ed associate, sia pubbliche che private.

E) Indirizzi per l’attuazione delle attività

La forma della contribuzione sarà il percorso privilegiato che sarà attuato direttamente dall’Amministrazione regionale. Le proposte formative ed i progetti organizzati in forma diretta potranno beneficiare di contributi specifici se gli attuatori saranno soggetti esterni alla Regione.

Saranno erogati contributi economici anche quando i progetti di formazione saranno attuati su iniziativa o mediante convenzione con soggetti esterni.

Le priorità sono quelle dirette al grado di efficacia nel conseguire gli obiettivi formativi, che dovranno essere indicati in forma analitica e completa.

I benefici economici saranno erogati in base allo stato di avanzamento del progetto, che dovrà essere periodicamente oggetto di monitoraggio per verificarne dinamicamente i contenuti e gli obiettivi conseguiti.

COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

A) Definizione

Si intendono attività di cooperazione internazionale quelle relative ad azioni rivolte a promuovere, sostenere e diffondere lo sviluppo economico, sociale e culturale delle popolazioni dei paesi in via di sviluppo (PVS) e dell’Europa centrale ed orientale (PECO), al fine di contribuire attivamente, mediante interventi mirati, al miglioramento delle condizioni generali di vita delle popolazioni interessate

Si intende per cooperazione decentrata l’azione di cooperazione allo sviluppo svolta dalle autonomie locali italiane, singolarmente o in consorzio fra loro, anche con il concorso delle espressioni della società civile organizzata del territorio di relativa competenza amministrativa, attuata in rapporto di partenariato prioritariamente con omologhe istituzioni dei PVS favorendo la partecipazione attiva delle diverse componenti rappresentative della società civile dei paesi partner nel processo decisionale finalizzato allo sviluppo sostenibile del loro territorio.

B) Obiettivi da raggiungere nell’arco del triennio

Nel corso del triennio occorre sviluppare iniziative volte a definire, sperimentare e consolidare le relazioni, i ruoli e le procedure necessarie per concretizzare azioni di cooperazione decentrata, ove i diversi soggetti pubblici e privati presenti sul territorio regionale siano coinvolti per concorrere con la loro competenza alla realizzazione di programmi di cooperazione allo sviluppo.

C) Le tematiche da trattare e le relative priorità

In linea generale i programmi di cooperazione dovranno ovviamente avere un carattere multisettoriale in quanto la cosiddetta “cooperazione decentrata” prevede l’attivazione di rapporti di partenariato tra le diverse componenti della società civile della nostra regione e quelle delle realtà territoriali nelle quali si interverrà.

Le iniziative di cooperazione internazionale saranno finalizzate al soddisfacimento dei bisogni primari, alla salvaguardia della vita umana, alla autosufficienza alimentare, alla valorizzazione delle risorse umane, alla conservazione del patrimonio ambientale, all’attuazione e al consolidamento dei processi di sviluppo endogeno e alla crescita economica sociale e culturale dei Paesi interessati, al miglioramento della condizione femminile e dell’infanzia, a sostegno della promozione della donna.

In ogni caso sarà riconosciuta la priorità alle materie nelle quali la Regione ha una propria specifica competenza quali il governo del territorio, il sistema sociosanitario locale, la formazione professionale, il sostegno delle attività economiche e delle istituzioni pubbliche dei PVS e dei PECO.

L’azione politica ed amministrativa della Regione Piemonte si colloca in un contesto caratterizzato da alcuni fenomeni fondamentali e di grande rilevanza:

* globalizzazione sociale, culturale ed economica (le cui conseguenze - a cominciare dai flussi migratori - si avvertono sempre di più a livello locale);

* aumento dell’intensità competitiva all’interno del sistema economico;

* internazionalizzazione delle attività economiche come condizione di sopravvivenza ed espansione, con possibilità di trasferimento dei centri decisionali;

* sviluppo di sistemi economico-politici di taglio macro regionale (es. “corridoio 5" dalla mitteleuropa ai Balcani; asse est-ovest dalla Spagna all’est europeo; bacino Mediterraneo, ecc.);

* redistribuzione dei poteri fra i diversi livelli di governo (decentramento dallo Stato alle Regioni; espansione delle competenze in capo all’Unione europea, ecc.).

In un tale contesto l’esperienza maturata nelle attività di cooperazione ha permesso di individuare una serie di priorità territoriali alcune delle quali sono già oggetto di consolidati programmi di cooperazione (Bosnia, Sahel, Marocco, Tunisia, Ungheria), mentre altre rappresentano aree di interesse strategico sulle quali sarà necessario individuare le opportunità di future azioni di cooperazione.

Le aree di interesse sono:

* Corridoio 5 (Slovenia, Ungheria,...) allo scopo di•rafforzare la direttrice di sviluppo europeo più coerente con gli interessi piemontesi, favorendo investimenti comunitari e di •creare i legami con aree che offrono al sistema economico piemontese maggiore facilità di relazioni;

* Balcani, al fine di •localizzare la Regione Piemonte in un’area che sarà oggetto di cospicui investimenti da parte della comunità internazionale e rafforzare la stabilità della regione;

* Maghreb (Tunisia, Marocco), al fine di creare le condizioni per cogliere le opportunità conseguenti alla liberalizzazione degli scambi commerciali con la sponda sud del mediterraneo (prevista per il 2010).

A tal fine si svilupperanno collaborazioni con la Tunisia al fine di stabilire legami con il mercato più avanzato della regione (porta d’ingresso economico al Maghreb) e con il Marocco che rappresenta il paese da cui proviene la quota maggiore degli immigrati piemontesi;

Le altre aree saranno individuate di volta in volta tenendo conto degli interessi regionali prevalenti e delle indicazioni provenienti dalla società civile piemontese.

Ciò al fine di arricchire iniziative già avviate con ulteriori competenze ed attività correlate alle azioni in corso di realizzazione.

Da un punto di vista metodologico occorre che l’azione regionale sia finalizzata in modo particolare alla costituzione e al consolidamento di reti di relazioni con il territorio, promuovendosi quale soggetto in grado di svolgere un ruolo di coordinamento e di collegamento con le istanze nazionali ed internazionali tra Associazioni, ONG, Istituzioni pubbliche e private, Imprese, Organismi religiosi, ecc.

Si ritiene inoltre molto importante favorire ed incentivare sotto il profilo organizzativo e finanziario le azioni di cooperazione degli enti locali sia realizzate autonomamente sia nel quadro di programmi ed azioni promossi a livello nazionale e regionale.

Particolare interesse rivestono inoltre le iniziative provenienti dal sistema universitario piemontese. La Regione promuoverà e sosterrà le iniziative proposte dalle Facoltà e dai Dipartimenti particolarmente significative sul piano sperimentale e nelle quali l’Università assume un ruolo di catalizzatore di competenze presenti nelle diverse componenti della società civile piemontese.

La Regione inoltre promuoverà e sosterrà quelle iniziative che hanno carattere sperimentale sia sotto il profilo metodologico che sotto quello dei contenuti.

D) Il ruolo della Regione

L’azione regionale dovrà essere finalizzata prioritariamente a :

1) costruire relazioni con le Amministrazioni locali ed istituzionali dei paesi di intervento, anche definendo apposite linee di lavoro coordinate con le azioni degli organismi internazionali e del Ministero degli Affari Esteri;

2) promuovere, sensibilizzare e sostenere i soggetti interessati presenti sul territorio piemontese e dei PVS, affinché la competenza di ciascuno possa contribuire alla predisposizione delle linee di lavoro e, successivamente, alla realizzazione di apposite iniziative e progetti da inserire nel quadro precedentemente definito;

3) definire, nell’ambito delle linee di lavoro, apposite azioni che, coordinate e coerenti con le politiche centrali, mirino al rafforzamento delle istituzioni locali nell’esercizio di competenze tecniche ed amministrative proprie e favoriscano il rafforzamento degli attori decentrati e la loro partecipazione alla definizione delle politiche a livello nazionale;

4) promuovere e sostenere una progettazione che coinvolga a diversi livelli una gamma varia e pluralista di attori competenti e/o rappresentativi dei diversi settori della società, e favorisca gli scambi di esperienza e di conoscenza e la valorizzazione delle tradizioni e delle conoscenze locali;

5) promuovere e sostenere una progettazione “economicamente sostenibile” rivolta cioè a generare processi di sviluppo autonomo, economicamente trasparente per assicurare la buona amministrazione e la responsabilità degli attori, adattabile ai cambiamenti, e aperta a metodi di monitoraggio e di valutazione partecipativi;

6) monitorare e valutare congiuntamente con le autorità locali dei paesi terzi le iniziative avviate nell’ambito delle attività di collaborazione.

E) Indirizzi per l’attuazione delle attività

Per la realizzazione di iniziative di cooperazione internazionale potranno essere utilizzate apposite convenzioni per definire, con i soggetti esecutori, i ruoli le azioni e le competenze di ciascun attore.

Per le iniziative che saranno promosse, saranno gli stessi piani annuali a definire, area per area, le modalità, le priorità e le procedure con le quali i soggetti interessati potranno richiedere appositi contributi.

EMERGENZA E SOCCORSO

A) Definizione

Si intendono attività di emergenza quel complesso di iniziative destinate a contenere situazioni originate da avvenimenti imprevedibili o calamità eccezionali, al fine di ristabilire nel più breve tempo possibile normali e dignitose condizioni di vita.

Si intendono attività di soccorso quelle iniziative destinate a prestare un aiuto immediato, tempestivo e circoscritto alle popolazioni in situazioni di imminente pericolo o di grave necessità.

Considerata la particolarità e la non prevedibilità degli eventi che giustificano tale tipologia di interventi, le attività di emergenza e di soccorso sono avviate, su proposta del Comitato di Solidarietà, a seguito di deliberazione del Consiglio regionale, il quale definisce anche le linee d’azione e le modalità dell’intervento regionale.

Si rimanda pertanto a tale sede l’individuazione degli obiettivi da perseguire, delle priorità, del ruolo della Regione, e delle modalità di concessione dei contributi.

Al fine di garantire una maggiore efficacia degli interventi occorrerà creare un luogo di scambio e di reciproco incontro tra il Comitato regionale di Solidarietà e l’associazionismo maggiormente impegnato su specifiche emergenze, valorizzando, nell’ambito delle competenze consiliari, il ruolo dei gruppi di lavoro del Forum previsti dalla legge regionale n. 67/1995.

(omissis)