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Bollettino Ufficiale n. 37 del 16 / 09 / 2004

Codice 21
D.D. 7 giugno 2004, n. 311

L.r. 40/1998. Fase di verifica della procedura di VIA inerente il progetto “Lavori di manutenzione e di miglioramento pista di discesa denominata “Olimpica” con proposta di variante del tracciato", presentato dalla Soc. L.I.F.T. S.p.A. e localizzato nel Comune di Limone P.te (CN). Esclusione del progetto dalla Fase di valutazione e giudizio di compatibilità ambientale di cui all’art. 12 - L.r. 40/1998

(omissis)

IL DIRIGENTE

(omissis)

determina

1. Di considerare le premesse parte integrante della presente determinazione dirigenziale;

2. di concludere il procedimento relativo alla Fase di verifica della procedura di VIA, di cui all’art.10 della L.R. 40/1998, relativo al progetto “Lavori di manutenzione e di miglioramento della pista di discesa denominata “Olimpica” con proposta di variante del tracciato", presentato dalla Società Limone Impianti Funiviari e Turistici S.p.A. e localizzato nel Comune di Limone Piemonte (CN), e di non sottoporre il progetto alla Fase di valutazione e giudizio di compatibilità ambientale di cui all’art. 12 della L.R. 40/1998;

3. di richiedere, ai fini della compatibilità ambientale del progetto “Lavori di manutenzione e di miglioramento della pista di discesa denominata ”Olimpica" con proposta di variante del tracciato", che siano recepite tutte le seguenti prescrizioni nella predisposizione della progettazione definitiva:

CANTIERISTICA

1) Nel caso risulti necessario adeguare in alcuni punti la viabilità di accesso esistente di cui si prevede l’utilizzo in fase di cantiere, gli interventi relativi dovranno essere progettati ai fini della fase definitiva e comportare esclusivamente operazioni di sistemazione, consolidamento e risanamento conservativo, senza procedere ad allargamenti o alla bitumazione del manto stradale, fatte salve esigenze chiaramente dimostrate e comunque per limitati tratti iniziali;

2) Per le aree di cantiere prive di superficie pavimentata, nel caso di sversamenti accidentali di sostanze impregnanti, il terreno dovrà essere asportato e smaltito nel rispetto della normativa vigente e conseguentemente il sito dovrà essere ripristinato;

MOVIMENTI TERRA

3) Gli inerti di scavo derivanti dalle operazioni di cantiere dovranno essere destinati prioritariamente al riutilizzo in loco o in cantieri di lavoro limitrofi alle aree interessate dal progetto in oggetto: dovrà quindi essere limitato alle sole fasi di cantiere l’uso di aree di deponia temporanea ed esclusi stoccaggi provvisori di tali materiali; nel caso di smaltimento degli stessi o di altri materiali di rifiuto direttamente in discariche autorizzate ai sensi della normativa vigente, queste dovranno essere già esplicitamente individuate in fase progettuale definitiva;

4) Considerato i notevoli quantitativi di materiali inerti originati sul cantiere e movimentati sullo stesso, a fronte di un preciso quadro dei volumi di scavo e riporto, della loro provenienza e della loro destinazione, dovranno essere maggiormente dettagliate le modalità operative, anche supportate da idonee planimetrie, con particolare riferimento al trasporto di tali materiali da un’area all’altra del cantiere stesso e alla identificazione di aree di temporanea deponia dei materiali, compreso quello di scotico;

5) Si raccomanda la esecuzione dei lavori in un periodo dell’anno non caratterizzato da eventi metereologici frequenti e di forte intensità, considerata la delicatezza delle operazioni di scavo e riporto per i volumi terrosi movimentati;

ASSETTO GEO-IDROGEOLOGICO

6) Nel condividere in linea generale le opere di recupero e sistemazione ambientale prospettate, anche in attuazione di tali prime indicazioni, il proponente dovrà produrre una chiara progettazione onde rappresentare e collocare planimetricamente gli interventi di rinaturalizzazione e recupero ambientale previsti, con la preferenziale adozione di tecniche di ingegneria naturalistica, per la ricostruzione morfologica dei siti, per il consolidamento e la sistemazione superficiale dei terreni, nonchè per il contenimento e la mitigazione dell’impatto ambientale e per il reinserimento paesaggistico dei luoghi alterati durante i lavori e delle infrastrutture edificate. A tal proposito dovranno essere prodotti elaborati completi (relazioni tecniche, planimetrie, sezioni, assonometrie, particolari costruttivi ecc.), propri della progettazione definitiva, atti a descrivere le opere progettate, nonchè le opportune valutazioni sul dimensionamento e sulle verifiche di stabilità delle opere di sostegno e di drenaggio delle acque superficiali previste negli interventi di recupero e sistemazione. Ai fini di una corretta valutazione quali-quantitativa delle medesime, esse devono trovare riscontro negli elaborati relativi all’analisi prezzi e nel computo metrico del progetto definitivo, nonchè negli allegati relativi alla definizione dei piani di manutenzione delle opere previsti ai sensi delle vigenti normative di legge;

7) Dovranno essere riportate in planimetria le sezioni relative all’intervento n. 10, nel numero e nel posizionamento corretti, verificando la esatta delimitazione delle aree interessate dai movimenti terra e la perimetrazione della pista risultante nella sua configurazione finale;

8) Dovranno essere eseguite le verifiche di stabilità ai sensi del D.M. 11/3/1988 sulle sezioni più critiche nel tratto compreso fra la n. 6 e la n. 8 dell’intervento 10 e fra la n. 12 e la n. 15 dell’intervento 8, verificando preliminarmente con indagini dirette ed eventualmente analisi geotecniche le caratteristiche dei materiali coinvolti nei movimenti terra;

9) Per quanto riguarda l’intervento di rimodellamento della pista fra le quote 1400 m e 1500 m circa, identificato con il n. 3 nel progetto, occorrerà accompagnare il deflusso delle acque di ruscellamento, raccolte e drenate sull’area della pista, su idonei percorsi preferenziali per evitare l’erosione concentrata e diffusa sulla scarpata destra idrografica del rio Milliborgo, oltre a valutare l’opportunità di proteggere il piede della scarpata medesima con una scogliera in pietrame rivegetata con talee di specie autoctone. Sul lato opposto della pista invece, occorrerà definire in progetto una linea ben definita, eventualmente materializzata poi sul terreno con una scogliera, che limiti il piede del riporto affinchè non venga assolutamente invaso ed occupato il fondo dell’impluvio;

10) Considerata la situazione attuale e i rilevanti movimenti terra prospettati, relativamente al complesso delle opere necessarie per il drenaggio e il consolidamento delle superfici già esistenti, nonchè di quelle di neo formazione, nel ribadire che queste dovranno essere realizzate il più possibile con l’impiego di tecniche di ingegneria naturalistica, particolare cura dovrà essere impiegata nella progettazione delle opere di regimazione delle acque superficiali nelle zone di eventuale riporto di materiale, al fine d’impedire l’innesco di fenomeni erosivi concentrati. Il progetto dovrà individuare soluzioni risolutive tenendo in debito conto le problematiche derivanti dalla nuova morfologia attribuita al sito con i lavori in oggetto: partendo dalle indicazioni del progetto preliminare, nella fase definitiva dovranno trovare maggiore dettaglio e trattazione le valutazioni sul dimensionamento e sulle verifiche di stabilità delle opere di sostegno eventualmente impiegate, nonchè la concezione delle opere di drenaggio, il loro puntuale posizionamento e la zona di recapito delle acque;

11) Relativamente a tutte le superfici acclivi di neo-formazione dovrà essere valutata a livello di progettazione definitiva la loro protezione con reti in fibra naturale (juta) in funzione antierosiva;

12) Particolare cura dovrà essere prevista nella realizzazione delle opere dell’attraversamento-guado progettato nella parte alta della pista, con particolare riferimento alla edificazione della selettiva, della briglia e controbriglia in legname e pietrame con l’impiego di materiali idonei quali paleria di larice o castagno scortecciata di diametro non inferiore ai 25 cm., del canale in pietrame e legname, della tubazione sottostante e del recapito delle acque nel reticolo idrografico superficiale;

13) In relazione al dissesto rilevato durante il sopralluogo istruttorio e ubicato in sinistra orografica del rio Milliborgo, in posizione adiacente alla attuale pista e oggetto di recente rimodellamento, si prescrive, in una logica di compensazione ambientale, che le superfici vengano sistemate e drenate con l’ausilio di tecniche di ingegneria naturalistica;

14) La progettazione definitiva dovrà contenere un adeguato piano di manutenzione delle opere realizzate, con particolare riferimento a quelle di recupero e sistemazione idrogeologica ed i derivanti oneri economici dovranno trovare rispondenza nel progetto. A tal fine si prescrive che la società proponente LIFT S.p.A. di Limone Piemonte assicuri la manutenzione dell’intervento, con particolare riferimento alla gestione delle opere di regimazione idraulica realizzate lungo la pista con il presente progetto e secondo il citato piano manutentivo. Inoltre si ribadisce la necessità che le strutture atte alla copertura di alcuni tratti del rio Milliborgo, onde permettere l’attraversamento degli sciatori, siano posate esclusivamente durante la stagione sciistica;

SISTEMAZIONI AMBIENTALI

15) Le operazioni di scavo dovranno prevedere il preventivo accantonamento e conservazione del materiale di scortico, dello spessore di circa 15-30 cm, e la ricostituzione delle superfici dovrà essere eseguita ricollocando gli strati terrosi secondo la loro posizione originaria; alle operazioni di riprofilatura dovranno seguire al più presto quelle di ripristino e rivegetazione;

16) Relativamente agli interventi di allargamento della pista, mediante ridefinizione del profilo (scavi e riporti), dovrà essere valutata progettualmente la possibilità di contenere la sottrazione di vegetazione arborea, compatibilmente con le esigenze del tracciato: parimenti dovranno essere attentamente valutate le azioni di eventuale livellamento corticale, in quanto se non limitate al minimo necessario rischieranno di compromettere la continuità e la qualità della copertura erbacea esistente;

17) Per le aree di fondovalle interessate dagli interventi n. 8 e n. 10 e per le sagomature delle scarpate tra aree prative poste su differenti livelli, la progettazione definitiva dovrà prevedere che le zolle di cotico erboso da trapiantare alla fine dei lavori per ricostruire la copertura erbosa nei punti con maggior carenza di materiale organico di copertura, siano asportate dalla superficie della pista immediatamente prima d’iniziare i lavori di movimento terra, operando in modo che vengano staccate in zolle complete di radici dallo strato_uperiore e depositate provvisoriamente in luogo protetto dall’essicazione e allo stesso tempo ben aerato. Nel cronoprogramma dei lavori si dovrà prevedere inoltre che le zolle d’erba siano rimesse in posto prima di metà estate affinchè le piante possano riattecchire prima della venuta della neve; gli spazi tra le zolle dovranno essere colmati con humus e poi seminati;

18) Nelle zone con maggiori pendenze (aree n. 1, 2, 3 e parte alta dell’intervento 11) il progetto definitivo dovrà prevedere la copertura con geostuoie biodegradabili a scopo di pacciamatura. Sarà opportuno conservare piccole porzioni di cotica erbosa che possano costituire isole di propagazione e allo stesso tempo fungere da elementi stabilizzatori;

19) E’ opportuno che il cronoprogramma dei lavori e dei recuperi ambientali preveda il mantenimento delle aree inerbite per almeno due stagioni vegetative con sfalcio in fase di prefioritura a cicli di tre interventi con scadenza trisettimanale in modo da stimolare l’accestimento delle piante erbacee, concimazioni e irrigazioni di soccorso in caso di difficoltà vegetativa, semina a spaglio per il risanamento delle fallanze. Le zone inerbite_ovranno essere recintate al fine di impedire l’accesso delle mandrie in tale periodo;

20) Sul margine boschivo il progetto di recupero dovrà prevedere impianti di tipo arbustivo-arboreo a scalare con una transizione progressiva tra il margine del bosco e le radure destinate alla pista;

21) Ai fini della progettazione definitiva, si dovrà prevedere che nel corso dei lavori sia evitata l’estirpazione degli apparati radicali degli esemplari abbattuti e, in caso di necessità, oltre alla massima riduzione delle ceppaie con l’ausilio della motosega, le ceppaie stesse potranno essere eliminate con una eventuale fresatura in loco;

22) I lavori previsti per la realizzazione delle opere a verde dovranno essere condotti da personale specializzato;

23) Si raccomanda la attenta salvaguardia di tutte le aree umide, se dotate di vegetazione di pregio, presenti nelle zone del tracciato di progetto della pista e in quelle limitrofe: nessuna azione di cantiere dovrà pregiudicare la loro sopravvivenza;

24) Con particolare riferimento alle superfici del nuovo tratto di pista in variante, vista la presenza nelle aree di futuro cantiere di acervi di formiche del gruppo Formica rufa, tutelata ai sensi dell’art. 26 della L.R. 32/1982, questi dovranno essere salvaguardati ed eventualmente spostati con le cautele del caso in zone limitrofe con analoghe caratteristiche ecologiche;

25) Si raccomanda che la Direzione dei Lavori delle opere in oggetto sia affrontata da gruppi multidisciplinari che, nel rispetto della normativa vigente, esprimano competenze professionali relative a tutti gli aspetti tecnici interessati, con particolare riferimento alla presenza di professionisti esperti nelle problematiche inerenti la rinaturalizzazione e il recupero ambientale dei siti, nonchè le tecniche di mitigazione, di inserimento paesaggistico e di ingegneria naturalistica;

BENI PAESISTICO-AMBIENTALI

26) Dovrà essere condotta una verifica cartografica ed esplicitata la reale oggettiva interferenza del progetto, o la sua estraneità, con la perimetrazione del vincolo imposto sul territorio del Comune di Limone Piemonte con il D.M. 9 dicembre 1959 “Dichiarazione di notevole interesse pubblico della zona comprendente il Centro abitato e terreni circostanti del Comune di Limone Piemonte (CN)”;

27) Si dovrà garantire che le opere di scavo e di riporto siano improntate alla realizzazione di scarpate con profili ad andamento più naturale e morbido possibile evitando rigorosamente rigidità formali e lineazioni eccessive;

28) Per quanto attiene alle opere d’arte si richiede che sia dettagliatamente prevista la integrazione morfologica con il contesto e la rinaturalizzazione delle aree di scopertura;

29) Per quanto attiene alla ricostituzione di aree boscate prevista in progetto, si richiede che, a meno di individuazioni connesse con particolari motivazioni di carattere idrogeologico, la localizzazione delle stesse sia prevista in coerenza ed in continuità con le caratteristiche del contesto interessato;

BENI ARCHEOLOGICI

30) Deve essere prevista un’assistenza costante nel corso dei lavori che prevedono scavi, anche di minima entità, e di movimento terra, con l’ausilio di operatori specializzati sotto il controllo dell’Ufficio della Soprintendenza per i beni archeologici del Piemonte, al fine di evitare possibili danneggiamenti e consentire l’immediata identificazione di rinvenimenti occasionali ai sensi del D.Lgs. 490/99. In caso debbano verificarsi tali rinvenimenti, si deve procedere ad un’indagine esaustiva dei medesimi, facendo presente che la presenza di eventuali manufatti potrebbe portare a modifiche progettuali;

31) Devono essere date esplicite formali istruzioni alla D.L. affinchè sia garantito il più scrupoloso rispetto di quanto disposto dal D.Lgs. 490/99 in caso di rinvenimenti, anche dubbi, con particolare riguardo alla immediata segnalazione all’Ufficio della Sopraintendenza per i beni archeologici del Piemonte ed alla sospensione dei lavori (art. 87) sino al sopralluogo di un funzionario dell’Ufficio stesso;

32) Dovrà essere comunicato il nominativo della ditta cui verranno affidati i lavori di assistenza archeologica per concordare tempi e modalità operative connesse alle specifiche competenze della Soprintendenza;

USI CIVICI

33) Prima di ottenere il permesso di costruire dovrà essere verificata la presenza di aree soggette al vincolo di “uso civico”, al fine di richiedere ed ottenere l’eventuale svincolo;

VIGILANZA E CONTROLLO

34) Fermo restando le competenze istituzionali in materia di vigilanza in capo ad altri Enti, si prescrive di affidare ad ARPA il controllo dell’effettiva attuazione di tutte le prescrizioni ambientali nella fase realizzativa dell’opera e di stabilire conseguentemente a tal fine che il proponente dia tempestiva comunicazione dell’avvio dei lavori ad ARPA Piemonte (coordinamento VIA/VAS) e trasmetta gli elaborati inerenti le attività di monitoraggio previo accordo sulle specifiche tecniche compatibili con il S.I.R.A.;

35) Si richiede che il Direttore dei Lavori e il Responsabile del Procedimento dell’opera in oggetto per le rispettive competenze trasmettano all’ARPA Piemonte (coordinamento VIA/VAS) una dichiarazione accompagnata da una relazione esplicativa relativa allo stato di attuazione di tutte le misure prescrittive, compensative, mitigative e di monitoraggio incluse nel progetto preliminare esaminato ed integrato da quelle ricompresse nell’atto dirigenziale conclusivo del presente provvedimento amministrativo.

Copia della presente determinazione verrà inviata al Proponente ed ai soggetti interessati di cui all’art. 9 della L. R. 40/1998 e depositata presso l’Ufficio di deposito progetti della Regione Piemonte - Direzione Ambiente, Via Principe Amedeo n. 17 Torino.

Contro il presente provvedimento è ammessa proposizione di ricorso Giurisdizionale avanti il Tribunale Amministrativo Regionale competente per il Piemonte, entro 60 giorni dalla data d’avvenuta pubblicazione o della piena conoscenza, secondo le modalità di cui alla legge 6.12.1971, n. 1034, ovvero Ricorso Straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni dalla data d’avvenuta notificazione, ai sensi del Decreto del Presidente della Repubblica 25.11.1971, n. 1199.

Il Dirigente responsabile
Daniela Delleani