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Bollettino Ufficiale n. 29 del 22 / 07 / 2004

Codice 24.3
D.D. 15 luglio 2004, n. 235

XX Giochi Olimpici Invernali Torino 2006 - Opere connesse dei servizi idrici integrati - Progetto di “Collettamento fognario e depurazione delle acque reflue Val Pellice”. Proponente ACEA P.I. S.p.A. con sede in Pinerolo (TO) - Fase di verifica della procedura di V.I.A. ai sensi dell’art. 11 della L.R. 40/98 e degli artt. 4-10 comma 2 della L. 285/2000

IL DIRIGENTE

Considerato che :

In data 13 maggio 2004, con nota prot. 68684/MC/cr di pari data, recepita con prot.4385/24 del 13 maggio 2004, l’ACEA Pinerolese Industriale Spa, avente sede in Pinerolo - Via Vigone n. 32, ha trasmesso alla Direzione Regionale Pianificazione Risorse Idriche la richiesta d’attivazione della Conferenza dei Servizi Preliminare ai sensi del comma 2, art. 9 della legge 9 ottobre 2000, n. 285 e comma 1 e 10 dell’art. 4 della Legge Regionale 40/98 (fase di verifica della procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale) nonché d’attivazione contestuale del procedimento di valutazione d’incidenza ai sensi dell’art. 5 del DPR 357/1997 (SIC Stazioni di Myricaria Germanica IT1110033) relativamente al progetto" Collettamento fognario e depurazione acque reflue della Val Pellice"; contestualmente il proponente ha provveduto al deposito degli elaborati di cui all’articolo 10, comma 2 della L.R. 40/98 presso l’Ufficio di Deposito progetti regionale cui all’art. 19 della predetta Legge Regionale.

Il progetto in argomento è stato accompagnato dalla Determinazione del Direttore Generale dell’Autorità d’Ambito Torinese n. 41 del 12 maggio 2004 di approvazione del progetto preliminare dell’opera dell’importo complessivo pari a euro 17.500.000,00 al netto IVA, finanziati per euro 9.296.000,00 a valere sui fondi programmati per le opere connesse ai XX Giochi Olimpici Invernali - progetti n. 61 e 62 /sistema acquedotti, fognature e collettori, e per la rimanente parte a valere sui proventi tariffari.

Il progetto presentato rientra nella L.R. 40/98 nella categoria progettuale n. 17 dell’Allegato B1: “Impianti di depurazione delle acque con potenzialità superiore a 13.000 abitanti equivalenti”; le opere di collettamento sono opere funzionalmente connesse e pertanto ricadono anch’esse nella fase di verifica.

I lavori in progetto si riferiscono infatti alla realizzazione di un sistema di collettori fognari intercomunali di raccolta delle acque reflue dei seguenti Comuni della Val Pellice: Garzigliana, Bricherasio, Luserna San Giovanni,Torre Pellice, Villar Pellice, Bobbio Pellice. Tali collettori convoglieranno i reflui ad un nuovo impianto di depurazione, la cui ubicazione è prevista nel Comune di Garzigliana nei pressi del confine con il Comune di Cavour, della potenzialità prevista di 30.000 A.E.. Con tale intervento oltre alla razionalizzazione del sistema fognario e depurativo è prevista la dismissione di alcuni impianti a servizio di singoli Comuni ormai obsoleti, inefficienti o gestionalmente non economici.

Il progetto risulta articolato nei seguenti gruppi di opere:

a) collettore fognario principale: è costituito da un sistema fognario di circa 12 km di collettori fognari destinati a raccogliere le acque reflue delle fognature comunali dei sopraindicati comuni fino all’immissione nell’impianto di depurazione ubicato nel Comune di Garzigliana. I collettori a seconda delle zone di intervento saranno costituiti da tubazioni in PEAD spiralato, in ghisa sferoidale o in gres ceramico con diametri variabili da 300 a 6000 mm.; alcune tratte, per uno sviluppo di circa 1300 ml inteferiscono con aree di rispetto di pozzi idropotabili. I collettori sono dotati di un sistema di ispezione costituito da circa 330 camerette;

b) collettori secondari ed interventi di carattere locale: i collettori secondari sono costituiti dalle tratte di connessione, con annessi sfioratori di piena, delle reti fognarie dei concentrici comunali o delle frazioni dei Comuni collegabili al sistema di collettamento;

c) dismissione impianti esistenti: la realizzazione del collettore di valle e degli allacci secondari dei terminali delle fognature comunali al collettore di valle comporterà la progressiva dismissione degli impianti di depurazione locali (Garzigliana concentrico, Garzigliana San Martino, Bricherasio Zona Industriale, Luserna San Giovanni, Torre Pellice, Bobbio Pellice e Villar Pellice); per i siti di tali impianti si prevedono gli interventi di demolizione delle opere esistenti, recupero degli inerti, del ferro di armatura e delle apparecchiature elettromeccaniche, lo smaltimento a discarica dei rifiuti rimasti nonché la bonifica, il recupero e la riqualificazione ambientale dell’area;

d) impianto di depurazione centralizzato di Garzigliana: la prevista rete di collettori intercomunali (collettori di valle e collettori secondari) convoglierà a trattamento finale le portate derivanti dal nuovo bacino servito, equivalente ad un carico pari a 30.000 A.E, di cui 21.200 residenti e 8800 fluttuanti; l’impianto di depurazione viene articolato su n. 3 linee indipendenti e prevede le seguenti fasi si trattamento:

- per la linea acque: sollevamento iniziale - grigliatura fine automatica - dissabbiatura/disoleatura (tutte in edificio coperto) - bacini di prima pioggia e relativa disinfezione - sedimentazione primaria, denitrificazione, nitrificazione sedimentazione finale ,filtrazione su tela - disinfezione UV;

- per la linea trattamento fanghi: ispessimento - digestione aerobica - postispessimento e disidratazione fanghi (tutto in edificio coperto)

- per servizi per il funzionamento dell’impianto: fabbricato servizi, cabina consegna ENEL, edificio soffianti, impianti di deodorizzazione, impianto elettro-strumentale, sistemazione a verde, recinzione/cancello.

Con il primo lotto esecutivo di collettori e di impianto di depurazione per circa 20.000 A.E. (n.2 linee), potranno essere fronteggiate le esigenze dei XX Giochi Olimpici invernali del 2006.

Il Responsabile di procedimento, individuato a suo tempo dall’autorità competente con la D.D. n. 103 del 29 marzo 2004, ha dato avvio al procedimento dandone comunicazione sul B.U. n.20 del 20 maggio 2004 ed ha quindi convocato la Conferenza dei servizi (di seguito denominata CdS) con i soggetti titolari delle autorizzazioni e dei pareri attuando quanto previsto dall’art. 9 della legge 285/00 nonché in relazione agli adempimenti di cui alla L.R. 40/98 e al DPR 357/1997.

I lavori della CdS sono stati espletati nelle riunioni del 4 giugno e del 6 luglio 2004 e nel corso del sopralluogo effettuato in data 15 giugno 2004; in data 14 giugno 2004 e 18 giugno 2004 si sono svolte due riunioni dell’Organo Tecnico Regionale.

A seguito del deposito del progetto presso l’Ufficio di deposito progetti regionale, sono pervenute da parte del pubblico le seguenti osservazioni:

- esposto di circa duecento abitanti del Comune di Garzigliana contrari alla localizzazione del depuratore sul loro territorio; tale esposto non contiene elementi utili all’istruttoria;

- osservazioni dei signori Bollea di Garzigliana, parte delle quali consistenti in rilievi di carattere tecnico ed ambientale concernenti le localizzazione del depuratore, che sono state evidenziate nell’ambito della prima Cds;

- ulteriori osservazioni da parte dei signori Bollea, a seguito del sopralluogo, con valutazioni sulla possibilità di diversamente localizzare il sito del depuratore; tali osservazioni sono state evidenziate nell’ambito della seconda Cds.

Il proponente è stato invitato a partecipare alle riunioni delle Conferenze dei Servizi nel cui ambito ha fornito opportuni chiarimenti in merito agli elaborati progettuali presentati a corredo dell’istanza.

Ai sensi del combinato disposto art. 10, comma 3 L.R. 40/1998, art. 9 L. 285/2000 sono pervenuti, entro i termini previsti per la conclusione del procedimento, i pareri e contributi tecnici dei seguenti soggetti, acquisiti agli atti, quivi intesi come parte integrante del presente provvedimento:

Direzione Regionale Tutela e Risanamento Ambientale, Direzione Regionale Pianificazione e Gestione Urbanistica, Direzione Regionale Industria, Direzione Regionale Difesa Suolo, Direzione Regionale Opere pubbliche, Direzione Regionale Turismo Sport Parchi, Comunità Montana Val Pellice, Provincia di Torino Servizio VIA, Comune di Garzigliana, Comune di Villar Pellice, Comune di Torre Pellice,Comune di Bricherasio, Comune di Luserna San Giovanni, Consorzio Irriguo Bealera Fontanassi, Società Italiana per il Gas - Area Nord, Acque Potabili, Soc. Valdis Srl, Pixel Spa, Rete Ferroviaria Italiana, Snam Rete Gas.

Il Comune di Cavour, inizialmente non invitato alla conferenza, ha chiesto di partecipare in quanto, quale Comune confinante, portatore di un interesse reale ed oggettivo; è stato quindi ammesso alla Cds ove ha prodotto un’ipotesi alternativa di localizzazione del depuratore nel proprio territorio comunale individuando un sito ritenuto meno compromettente dal punto di vista ambientale

Sono pervenuti inoltre i contributi tecnico- scientifici dell’ARPA.

Dai chiarimenti forniti dall’Ente proponente, dalle risultanze dell’istruttoria condotta dall’Organo Tecnico di cui all’art.7 della L.R.40/98, dalle risultanze dei lavori della Cds e della visita di sopralluogo nonché dai pareri espressi e dai contributi tecnici acquisiti sono emerse notevoli criticità di carattere ambientale legate sia all’ubicazione del depuratore, sia anche per diverse interferenze del tracciato dei collettori con la locale situazione di vulnerabilità e rischio idraulico e idrogeologico. Dall’esame istruttorio è altresì emerso che, a fronte di una comprovata sostenibilità economica dell’intervento, non si rileva una adeguata sostenibilità ambientale delle opere previste. Non risultano infatti sufficientemente indagate altre possibili soluzioni alternative per il sito del depuratore, quale ad esempio il sito proposto dal Comune di Cavour, nè risultano sufficientemente approfondite altre soluzioni alternative. Non è verificata altresì approfonditamente, nè può ritenersi scontata a priori, la compatibilità delle opere previste con il Piano per l’assetto idrogeologico (Pai) e di conseguenza si evidenzia l’insufficienza di affrontare solo a livello di successiva progettazione definitiva la valutazione degli effetti che la realizzazione di tali interventi e della loro messa in sicurezza possono produrre sulle aree interessate.

E’ emerso inoltre che, ai fini della Valutazione di Incidenza di cui all’articolo 5 del D.P.R. 357/97 e del regolamento regionale recante “Disposizioni in materia di procedimento di valutazione d’incidenza” approvato con D.P.G.R. 16 novembre 2001, n. 16/R, gli elaborati prodotti non consentono di valutare esaustivamente la compatibilità degli interventi in progetto con la conservazione delle emergenze naturalistiche che hanno portato all’individuazione del Sito di Importanza Comunitaria; rispetto a tale tematica sono necessari pertanto sostanziali approfondimenti.

Complessivamente pertanto si sono raccolti elementi in quantità e qualità tali da far ritenere che il progetto in argomento debba necessariamente essere sottoposto alla procedura di compatibilità ambientale di cui all’art. 12 della L.R. 40/1998.

In sede di redazione del progetto definitivo di accompagnamento allo studio di compatibilità ambientale potranno comunque essere recepite, ove applicabili, le prescrizioni e le indicazioni successivamente elencate riferite ai vari aspetti progettuali ed ambientali nonché esecutivi e di sicurezza delle infrastrutture ancorché talune di esse siano riferite a situazioni di carattere puntuale.

Le prescrizioni, le indicazioni e le osservazioni emerse dal procedimento istruttorio, articolate per tematiche, sono di seguito elencate:

A) Aspetti geologici e geotecnici

La proposta progettuale, in particolare per quanto concerne gli interventi di collettamento, interferisce con talune situazioni già critiche sotto il profilo idraulico ed idrogeologico. Le interferenze riguardano infatti aree classificate dal Piano Stralcio per l’assetto idrogeologico (PAI) come a rischio di esondazione elevato o molto elevato (Ee) ed aree definite a rischio molto elevato (Rme) nonché le fasce di pertinenza fluviale; pertanto, alla luce delle criticità evidenziate il progetto definitivo dovrà:

1. valutare l’incremento del rischio idraulico dovuto alla realizzazione delle nuove opere (attraversamenti mediante realizzazione di briglie o rilevati lungo le sponde all’interno dei quali collocare le condotte) e dovrà essere corredato sia da un adeguato studio idraulico generale che dallo studio di compatibilità idraulica redatto ai sensi dell’art. 38 delle Norme tecniche di attuazione del PAI, in coerenza con la vigente normativa di polizia idraulica (R.D. 523/1904) e della Direttiva dell’Autorità di Bacino del Po “Criteri per la valutazione della compatibilità idraulica delle infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico all’interno delle fasce A e B ”;

2. esplicitare per quanto concerne il rischio idrogeologico, con specifici elaborati le soluzioni progettuali da cui risulti l’analisi finalizzata alla minimizzazione delle interferenze tra le opere in progetto e l’ambiente geologico e morfologico; risulta opportuno infatti uno studio geomorfologico dei corsi d’acqua, valutandone le tendenze evolutive, e adeguando in relazione ad esso il tracciato. Pertanto dovranno essere eliminate, ove tecnicamente possibile, opere in zone ove il corso d’acqua sia caratterizzato da una spiccata tendenza all’erosione o in corrispondenza di paleoalvei potenzialmente riattivabili; più in particolare non è opportuno che vengano realizzati manufatti lineari, in aree esondabili, emergenti rispetto all’attuale piano di campagna;

3. fornire, con la relazione geologico geotecnica, un più elevato livello di approfondimento della situazione del dissesto idrogeologico anche avvalendosi delle informazioni in merito disponibili presso l’ARPA; dovranno essere inoltre effettuate accurate verifiche di stabilità ai sensi del D.M. 11/3/88 sulle porzioni di versante interessate da scavi per la messa in opera dei collettori, utilizzando metodi di calcolo propri della meccanica dei terreni e delle rocce.

B) Aspetti urbanistici

Il progetto presenta elementi di rilievo principalmente in relazione ai nuovi manufatti edificati fuori terra, riguardanti più in particolare la realizzazione del depuratore ubicato a Garzigliana. Ne consegue pertanto che:

a) in merito alla fase di verifica di V.I.A. :

* dovranno essere limitate le interferenze con aree di nuova espansione previste dalle strumentazioni urbanistiche comunali, attestandosi, per quanto possibile, a lato delle infrastrutture esistenti (reti principali urbane, quali strade e/o altre opere lineari pubbliche esistenti) ed evitando nuove interferenze con ambiti non ancora compromessi;

* dovrà essere garantito, nella realizzazione delle opere previste, il rispetto dei disposti legislativi vigenti, in particolare per quanto riguarda le fasce di rispetto del depuratore e dei pozzi idropotabili, ponendo particolare attenzione alle eventuali interferenze con l’edificato circostante esistente o in progetto;

b) in merito alla progettazione preliminare:

* non emergono in linea generale particolari problematiche sotto il profilo urbanistico per le opere in progetto; si rileva tuttavia che gli interventi previsti non risultano in alcuni casi conformi rispetto alla strumentazione urbanistica vigente. In particolare sono da segnalare le aree relative alla realizzazione del depuratore, ove sono presenti interferenze con altre destinazioni d’uso. Conseguentemente il proponente in sede di elaborazione del progetto definitivo dovrà provvedere ad accertare la conformità urbanistica delle opere previste e, nei casi di difformità, attivare le procedure di variazione degli strumenti urbanistici secondo le procedure previste dalle normative vigenti. In caso di ricorso ai disposti di cui al comma 4, dell’art. 9 della L. 285/2000 e s.m.i., il proponente dovrà predisporre le variazioni urbanistiche agli strumenti urbanistici vigenti nonché le variazioni urbanistiche agli strumenti eventualmente adottati dai Comuni interessati, in ottemperanza a quanto stabilito dalla D.G.R. n. 42 - 4336 del 5.11.2001 e s.m.i. in coerenza con le indicazioni della D.G.R. del 7 ottobre 2002 n. 41-7279 in caso di presenza di strumenti urbanistici adottati. In sede di redazione e pubblicazione delle Variazioni Urbanistiche è opportuna la redazione di un elaborato illustrativo contenente lo schema generale degli interventi previsti in ciascun Comune interessato.

C) Aspetti paesaggistici

Si evidenziano criticità in relazione alla realizzazione dell’impianto di depurazione localizzato nel Comune di Garzigliana, lungo la sponda sinistra del torrente Chiamogna, in area agricola intatta, caratterizzata dalla presenza di cascine e di nuclei rurali sparsi. L’ambito agricolo ancora integro si configura come contesto di discreto interesse paesaggistico. Il progetto del depuratore è pertanto da approfondire per le soluzioni proposte, anche in coerenza con quanto indicato nella stessa relazione di Fattibilità Ambientale di progetto.

Il progetto prevede la realizzazione dell’impianto di depurazione e delle opere ad esso connesse (impianti fabbricati ed edifici), oltre agli interventi di inserimento paesaggistico delle opere nel contesto d’intervento. Le opere di mitigazione proposte per lo stesso depuratore sono comunque di minima entità.

Si forniscono pertanto le seguenti indicazioni di carattere generale:

a) per il depuratore, indipendentemente dalla sua collocazione:

- per i fabbricati a servizio dell’impianto si valutino soluzioni progettuali che prevedano tipologie e materiali da porre in opera in continuità con le preesistenze del contesto d’intervento;

- la sistemazione delle aree di pertinenza del depuratore, sia integrata con opere di inserimento paesaggistico dell’impianto; in particolare per gi interventi di recupero e di mitigazione, dovranno essere valutate soluzioni che consentano un adeguato inserimento dell’opera nel contesto paesaggistico, sia con interventi di ricucitura e di raccordo con gli elementi del paesaggio circostante, sia mediante soluzioni di schermatura dell’impianto in oggetto da realizzarsi attraverso messa a dimora di gruppi arborei e/o arbustivi autoctoni.

b) per il collettamento fognario:

- in sede di progetto definitivo dovranno essere predisposti elaborati di dettaglio con indicazione delle tipologie previste per gli interventi di recupero morfologico e vegetativo delle aree in oggetto e per eventuali interventi di mitigazione;

- la documentazione definitiva dovrà contenere gli elaborati progettuali relativi alle operazioni di scavo e riporto, con indicazione delle aree predisposte per il deposito temporaneo dei materiali di scotico e scavo, nonché le opere di rimodellamento morfologico e di ripristino vegetativo, anche in relazione agli interventi per la predisposizione delle aree di cantiere;

- il progetto definitivo dovrà essere corredato dagli elaborati relativi ad eventuali tracciati viari a servizio dei cantieri, con sezioni significative di scavo e riporto e opere di recupero e ripristino dei siti interessati da tali interventi.

In linea generale la progettazione dovrà comunque riferirsi ai contenuti dell’allegato A della D.G.R. 9.04.01, n. 45-2741 “Valutazione Ambientale Strategica” in relazione all’opportunità che la progettazione delle opere avvenga limitando le trasformazioni a carico del paesaggio e della morfologia dei luoghi, prevedendo nella fase progettuale mirati interventi di mitigazione degli impatti. Riguardo ad eventuali interventi in ambito boscato si ricordano infine le valutazioni emerse nella Valutazione Ambientale Strategica sopraccitata e le indicazioni contenute nel D.Lgs. 227/2001 in merito alle opere da realizzarsi a seguito di operazioni di taglio boschivo.

D) Aspetti di tutela e risanamento ambientale

In considerazione anche delle carenze informative rilevate negli elaborati esaminati, si forniscono le seguenti indicazioni ai fini della redazione degli elaborati di cui all’art. 12 della L.R. n.40/1998:

1. Lo Studio di impatto ambientale dovrà contenere specifiche valutazioni delle alternative progettuali percorribili, adeguatamente commentate sotto ogni aspetto rilevante in termini di massima riduzione del danno all’ambiente e al paesaggio, nonché in termini di sicurezza, fruibilità e fattibilità tecnica dell’impianto e del collettore.

2. Dovrà essere effettuata un’indagine di dettaglio sulla vegetazione e sulla fauna presente nell’area vasta interessata, che curi gli aspetti fisionomici, strutturali, dendrometrici, floristici e vegetazionali delle componenti erbacea, arbustiva e forestale, nonché faunistici, supportata dalla produzione da un’adeguata e aggiornata cartografia tematica di dettaglio in scala idonea, che costituisca la base per le valutazioni di cui al punto 1. nonchè per la proposta degli interventi di recupero, mitigazione e compensazione.

3. dovrà essere prodotta una chiara progettazione onde rappresentare e collocare planimetricamente gli interventi di rinaturalizzazione e recupero ambientale previsti, con la preferenziale adozione di tecniche di Ingegneria Naturalistica, per la ricostruzione morfologica dei siti, per il consolidamento e la sistemazione superficiale dei terreni, nonché per il contenimento e la mitigazione dell’impatto ambientale e per il reinserimento paesaggistico dei luoghi alterati durante i lavori e delle infrastrutture edificate, ponendo particolare attenzione al mantenimento delle sezioni di deflusso naturali qualora vengano interferiti e/o deviati canali irrigui e rogge. A tal proposito dovranno essere prodotti elaborati completi (relazioni tecniche, planimetrie, sezioni, assonometrie, particolari costruttivi ecc.) atti a descrivere le opere progettate, nonché le opportune valutazioni sul dimensionamento e sulle verifiche di stabilità delle opere di sostegno eventualmente impiegate negli interventi di recupero e sistemazione. Ai fini di una corretta valutazione quali-quantitativa delle medesime, esse devono trovare riscontro negli elaborati relativi all’analisi prezzi e nel computo metrico del progetto definitivo, nonché negli allegati relativi alla definizione dei piani di manutenzione delle opere previsti ai sensi delle vigenti normative di legge.

4. La progettazione definitiva dovrà riguardare anche la dismissione degli impianti di depurazione che si prevede di abbandonare e dovrà contenere le disposizioni per il ripristino ambientale ed il riutilizzo delle aree dimesse; tali opere di recupero dovranno essere realizzate contestualmente all’opera in oggetto.

5. Ai fini della progettazione definitiva, per quanto riguarda la costruzione del nuovo depuratore e la realizzazione del collettore di valle, dovranno essere previsti monitoraggi, sia in fase di cantiere che in fase di esercizio, sulle componenti ambientali potenzialmente più sensibili ed influenzabili quali l’ambiente atmosferico ed il rumore, prevedendo, ove necessario, interventi di mitigazione.

6. In sede di progetto definitivo dovrà essere contemplato un esame dettagliato delle possibilità di contaminazione delle matrici suolo, sottosuolo, acque sotterranee, acque superficiali a causa delle attività di cantiere e di quelle ad esse connesse. Tale sezione dovrà inoltre descrivere le misure e gli accorgimenti atti ad evitare sversamenti, accumuli, scarichi di sostanze inquinanti ed altre azioni che possano creare situazioni di contaminazione e di conseguente riduzione delle caratteristiche qualitative delle matrici ambientali. Nel caso in cui, durante i lavori di demolizione degli impianti da dismettere, venga riscontrato un superamento delle concentrazioni accettabili limite delle matrici suolo ed acqua, dovranno essere attivate le procedure previste dall’art. 17 del D. Lgs. 22/97 e s.m.i. e del D.M. 471/99 (regolamento attuativo).

7. Considerata la necessità di adeguare in alcuni punti la viabilità di accesso esistente di cui si prevede l’utilizzo in fase di cantiere, gli interventi relativi dovranno essere adeguatamente progettati ai fini della fase definitiva.

8. Gli inerti di scavo derivanti dalle operazioni di cantiere dovranno essere destinati prioritariamente al riutilizzo anche in cantieri di lavoro limitrofi alle aree interessate dal progetto in oggetto: dovrà quindi essere limitato alle sole fasi di cantiere l’uso di aree di deposito temporaneo ed esclusi stoccaggi provvisori di tali materiali: nel caso di smaltimento degli stessi o di altri materiali di rifiuto direttamente in discariche autorizzate ai sensi della normativa vigente, queste dovranno essere già esplicitamente individuate in fase progettuale definitiva.

9. Considerato i quantitativi di materiali inerti originati sul cantiere e movimentati sullo stesso, dovrà essere fornito un preciso quadro dei volumi di scavo e riporto, della loro provenienza e della loro destinazione: inoltre dovranno essere maggiormente dettagliate le modalità operative, con particolare riferimento al trasporto di tali materiali da un’area all’altra del cantiere stesso e alla identificazione di aree di temporaneo deposito del materiale di scotico.

10. Considerata la possibilità che nell’ambito delle attività di scavo venga rinvenuta la presenza di amianto all’interno di eventuali lenti ofiolitiche presenti nei litotipi prevalenti attribuibili ai calcescisti: ciò premesso si prescrive, ai fini della progettazione definitiva, che:

a. nella predisposizione degli elaborati relativi alla pianificazione della sicurezza ai sensi del D.Lgs. 494/1996 si dovrà tenere conto dei disposti di cui al D.Lgs. 277/1991 e s.m.i., nonché per quanto applicabili dei decreti ministeriali emanati in forza della legge 257/1992, ai fini della loro immediata attuazione in caso di necessità;

b. ai fini di un continuo monitoraggio ambientale della componente “aria” dovrà essere previsto dal progetto la predisposizione di un sistema di campionamento per il rilevamento di fibre aerodisperse nell’area interessata dal cantiere ed in corrispondenza di alcuni recettori potenzialmente sensibili: le modalità ed il programma di monitoraggio dovranno essere concordati con A.R.P.A. Piemonte a cui dovranno anche essere comunicati con idonea frequenza i dati rilevati adeguatamente commentati;

c. si sottolinea che ai materiali comunque derivanti da attività di scavo dovranno essere applicate le disposizioni di cui alla normativa vigente con attuale riferimento ai commi 17, 18 e 19 dell’art.1 della L. 443/2001.

E ) Aspetti tecnico amministrativi

In conclusione, per quanto attiene le indicazioni per la redazione del progetto definitivo, a complemento delle indicazioni già dianzi evidenziate, il proponente dovrà tenere conto altresì delle seguenti indicazioni:

1. Fermo restando il rigoroso rispetto della vigente normativa in tema di lavori pubblici, più in particolare degli articoli dal 25 al 34 del DPR 554/99, il progetto definitivo dovrà contenere opportuni elaborati che individuino le opere previste rispetto alla zonizzazione dei P.R.G.C.

2. Risulta comunque necessaria la progettazione definitiva per tutte quelle opere principali o funzionali di cui il proponente intenda richiedere, in sede di Conferenza dei Servizi Definitiva, gli atti di consenso, comprese le varianti urbanistiche, necessari ai fini della realizzazione, come previsto dall’art. 9 della L. 285/2000 e dalla D.G.R. n. 42-4336 del 05/11/2001.

3. La stima dei costi dell’opera proposta nel progetto preliminare non presenta il livello di approfondimento, benché sommario, previsto dalla normativa essendo più consono ad uno studio di fattibilità . In sede di progettazione definitiva, anche ai fini della valutazione tecnico amministrativa di competenza del Comitato Regionale Opere Pubbliche cui alla L.R. 18/84 e s.m.i., il costo complessivo dell’opera nonché di eventuali stralci funzionali, dovrà essere determinato con utilizzo dei prezziari regionali con riferimento all’ultimo aggiornamento di cui alla D.G.R. n. 44-11649 del 2.2.2004; qualora fosse necessaria l’introduzione di prezzi ivi non contemplati, dovranno essere prodotte accurate analisi di tali prezzi riferite al prezziario medesimo o a comprovate situazioni di valenza locale; per le opere specialistiche non contemplabili nel prezziario si potrà fare ricorso alla media dei costi tra almeno tre preventivate specifiche .

4. Prima di procedere alla progettazione definitiva dovranno essere approfondite agli opportuni livelli le interferenze e le indicazioni evidenziate dai Comuni e dagli Enti gestori dei servizi di interesse pubblico (quali servizi a rete di comunicazione, di erogazione o di trasporto) o relativamente alle opere da questi esercite anche in riferimento a quanto emerso in Cds.

5. Per quanto riguarda le opere in alveo interessanti corsi d’acqua pubblici e/o aventi sedime demaniale (opere di captazione, ricalibrature, scogliere, attraversamenti, etc.), dovranno essere redatti, ai fini del rilascio da parte del competente settore regionale del parere idraulico ai sensi del R.D. 523/1904, idonei elaborati tecnici relativi al progetto definitivo che comprendano per ciascun’opera quanto segue: relazione tecnica; estratto di CTR; estratto di mappa catastale; planimetria; sezioni trasversali e longitudinali a tutto alveo debitamente quotate sia prima che dopo l’intervento; particolari costruttivi; computo metrico e destinazione del materiale demaniale d’alveo.

6. Il progetto definitivo dovrà comprendere tutti gli elementi documentali relativi alle aree gravate da uso civico propedeutici al perfezionamento delle preventive prescritte autorizzazioni.

F) Articolazione in lotti funzionali

L’articolazione esecutiva delle opere prevede inizialmente l’attuazione di due lotti funzionali: uno relativo al potenziamento dell’impianto di depurazione fino ad una potenzialità di 20.000 abitanti equivalenti, l’altro relativo all’esecuzione di una prima tratta funzionale del collettore. In sede di progettazione esecutiva dei suddetti lotti dovrà comunque essere assicurata la funzionalità del sistema collettori/impianto depurazione.

Per quanto concerne le interferenze delle opere in progetto con altri interventi relativi allo svolgimento dei giochi olimpici si fa riferimento a quanto previsto dall’ allegato A della D.G.R. 9.04.01, n. 45-2741 “Valutazione Ambientale Strategica” che sottolinea l’ opportunità che i lavori per l’attuazione di progetti diversi che interferiscono sulle medesime aree avvengano contemporaneamente.

Ne consegue pertanto che, in relazione all’interferenza degli interventi in oggetto con le nuove previsioni viarie della S.P. 161 della Val Pellice nel Comune di Bricherasio (autorizzata con Determinazione Direzione Regionale Trasporti n. 350 del 08.07.2003), in sede di progetto definitivo dovrà essere previsto un coordinamento della progettazione e delle fasi realizzative, al fine di limitare le possibili diseconomie dovute alla sovrapposizione di interventi in tempi differiti.

Pertanto:

vista la D.G.R. 9.04.01 n.45-2741, Valutazione Ambientale Strategica del piano degli interventi per i Giochi Invernali Torino 2006;

visto il D.lgs. n. 490/1999;

vista la L.R. 45/1989;

vista la L.R. 40/98;

visti i verbali delle riunioni della Conferenza dei servizi e del sopralluogo, nonché i pareri ed i contributi tecnici acquisiti agli atti;

determina

- gli interventi relativi al progetto di “Collettamento fognario e depurazione acque reflue della Val Pellice” presentato da ACEA Pinerolese Industriale S.p.A. ai sensi dell’art. 10 della L.R. 14 dicembre 1998 n. 40, devono essere sottoposti alla procedura di compatibilità ambientale di cui all’art. 12 della L.R. 40/98;

- la compatibilità ambientale e la conservazione delle emergenze naturalistiche potranno essere garantite anche dall’analisi delle osservazioni nonché dall’osservanza delle prescrizioni ed indicazioni riportate in premessa e che si intendono integralmente richiamate e come di seguito elencate in ordine di trattazione tematica:

A. Aspetti geologici e geotecnici

B. Aspetti urbanistici

C. Aspetti paesaggistici

D. Aspetti di tutela e risanamento ambientale

E. Aspetti tecnico amministrativi

F. Articolazione in lotti funzionali

- le predette osservazioni costituiscono anche indicazioni e riferimenti, ai sensi del c. 2, art. 9 legge 285/00 ai fini della redazione del progetto definitivo per il conseguimento dei necessari atti di consenso.

Contro il presente provvedimento è ammessa proposizione di ricorso Giurisdizionale avanti al Tribunale Amministrativo Regionale competente per il territorio entro 60 giorni dalla data d’avvenuta pubblicazione o della piena conoscenza secondo le modalità di cui alla legge 6.12.1971, n. 1034 ovvero Ricorso Straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni dalla data d’avvenuta notificazione ai sensi del Decreto del Presidente della Repubblica 25.11.1971, n. 1199.

Il Dirigente responsabile
Orazio Ruffino