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Supplemento Ordinario n. 1 al B.U. n. 44

Codice 26.2
D.D. 1 settembre 2003, n. 464

Art. 10 della L.R. nº 40/98 (fase di verifica della compatibilità ambientale). Conferenza dei servizi sul progetto preliminare, a seguito dell’istanza della ANAS S.p.A. - Compartimento della Viabilità per il Piemonte, relativamente al progetto “S.S. 34 del Lago Maggiore. Varianti agli abitati di Cannero Riviera e Cannobio”

(omissis)

IL DIRIGENTE

(omissis)

determina

a) Di considerare le premesse parte integrante della presente Determinazione Dirigenziale;

b) di concludere il procedimento relativo alla Conferenza dei Servizi preliminare, di cui all’art. 10 della L.R. nº 40/98 (fase di verifica della compatibilità ambientale), relativo all’istanza prot. nº 10647 presentata in data 10.06.2003 da ANAS S.p.A. - Compartimento della Viabilità per il Piemonte con sede legale in Torino - Via Talucchi 7 e, per le motivazioni espresse in premessa, di non sottoporre alla fase di valutazione e giudizio di compatibilità ambientale ai sensi dell’art. 12 L.R. 40/1998, il progetto “S.S. 34 del Lago Maggiore. Varianti agli abitati di Cannero Riviera e Cannobio” localizzato in provincia di Verbania, nei territori comunali di Cannero Riviera e Cannobio;

c) di richiedere all’Ente proponente ANAS S.p.A. - Compatimento della Viabilità per il Piemonte, che nel corso della redazione del progetto definitivo siano rispettate le prescrizioni e le richieste di approfondimento riportate nel seguito, conseguenti all’espletamento della Conferenza dei Servizi inerente la fase di verifica della compatibilità ambientale ex art. 10 L.R. 40/98, contenute nei verbali delle due sedute e nei pareri pervenuti, finalizzate all’ottimizzazione del progetto dal punto di vista ambientale ed all’ottenimento, nella successiva fase di approvazione del progetto definitivo, dei necessari atti di consenso da parte delle Amministrazioni interessate:

- dal punto di vista trasportistico in linea generale si raccomanda di prevedere, in corrispondenza degli svincoli in progetto, gli opportuni accorgimenti (idonea segnaletica orizzontale e verticale, istituzione di limiti di velocità, illuminazione gallerie, segnalatori ottici, bande rumorose ecc.) atti a ridurre le velocità degli utenti ed a segnalare l’esistenza dello svincolo con congruo anticipo, soprattutto per i veicoli provenienti dalle gallerie;

- per quanto riguarda lo svincolo di Cannero ovest, vista la delicata situazione orografica ed ambientale dell’area, che non consente di avere gli spazi necessari a garantire uno scambio di flussi completo tra le direttrici in questione, e l’assunzione di progetto, peraltro condivisa dal Comune di Cannero, di realizzare uno svincolo incompleto che consenta la sola direzione verso Verbania agli utenti provenienti dal centro di Cannero, si raccomanda comunque di verificare la possibilità di consentire la svolta verso la galleria Costa d’Oro agli utenti provenienti da Cannero e di realizzare una corsia di decelerazione verso Cannero;

- per quanto riguarda lo svincolo di Cannero est, al fine di migliorare la sistemazione proposta, si raccomandata di verificare la possibilità di realizzare una corsia specializzata di accelerazione in direzione Cannobio al fine di consentire una più agevole immissione dei veicoli provenienti dall’attuale SS34 e diretti a Cannobio, vista la vicinanza dello sbocco della galleria “Piancassone” all’intersezione;

- per quanto riguarda lo svincolo a rotatoria di Cannobio sud si raccomanda di eseguire la verifica di capacità della rotatoria al fine di verificarne la funzionalità e di ottimizzare, per quanto possibile, la configurazione geometrica della stessa al fine di evitare i problemi di tangenzialità per i flussi di traffico provenienti da Cannero Riviera e diretti verso il primo ramo per Cannobio e per quelli provenienti dalla galleria “Cannobina” e diretti verso Cannero Riviera, dirigendo i rami in entrata ed uscita il più possibile verso il centro della rotatoria;

- il progetto presenta alcune marcate criticità legate all’interferenza del tracciato con impluvi esistenti. Pertanto si richiede un’attenta valutazione delle problematiche legate alla dinamica torrentizia dei corsi d’acqua che interferiscono con le zone di imbocco delle gallerie, ponendo particolare attenzione alla loro tendenza evolutiva ed ai fenomeni di trasporto solido. In particolare si segnalano le seguenti problematiche:

- in corrispondenza dell’imbocco di Ovest della galleria “Costa d’Oro” di Cannero la biforcazione della SS. 34 al fine di consentire l’ingresso della strada in galleria comporterà l’arretratamento della sede stradale verso monte di circa 20 m in corrispondenza del Rio Intari e di circa 10 m in corrispondenza dell’impluvio presente subito a valle il Rio Intari. La creazione della scarpata stradale, con relativa berma e del fosso di guardia, costringerà a tombinare sia il rio Intari che il rio posto più a valle e, tenuto conto che il rio Intari presenta un elevato trasporto solido, che in passato si è manifestato anche sotto forma di debris flow, si ritiene che la soluzione adottata non consenta di garantire un sufficiente grado di sicurezza nei confronti dei rischi idro-geologici legati al corso d’acqua;

- in corrispondenza dell’imbocco di Nord della galleria “S. Agata” di Cannobio (alternativa 5), la creazione della corsia per Cannero che sormonterà la galleria “S. Agata”, costringerà a tombinare l’impluvio ivi presente circa 30 m più a monte rispetto all’attuale sottopasso. Tale scelta progettuale dovrà essere rivista e riformulata sulla base di accurate indagini sul possibile trasporto solido di tale rio;

- in corrispondenza dell’imbocco Sud della Galleria “Cannobina” di Cannobio (alternativa 1), è prevista la biforcazione della SS. 34 al fine di consentire l’ingresso in galleria. Tale biforcazione comporterà l’arretramento della sede stradale verso monte di 20 m in corrispondenza di un impluvio non riportato in planimetria. Anche in questo caso la scelta progettuale presentata dovrà essere rivista e riformulata tenendo conto della presenza dell’impluvio e della sua dinamica torrentizia;

- in particolare tutte le opere inerenti e/o interferenti gli attraversamenti idraulici previsti in progetto dovranno essere verificate per portate liquide e solide con tempo di ritorno 500 anni, allegando le corrispondenti verifiche idrauliche, e dovranno essere autorizzate dal Settore Decentrato OO.PP. di Verbania. Si ricorda inoltre che gli attraversamenti idraulici in progetto dovranno rispettare quanto previsto dall’art. 21 delle Norme di Attuazione del P.A.I., dal punto 3.1 della Circolare 7/LAP e dalla D.G.R. n. 45-6656 del 15.07.2002;

- nessuna opera dovrà essere effettuata in alveo ad accezione, previa autorizzazione, delle opere temporanee per l’esecuzione dei lavori;

- per quanto riguarda la compatibilità con il Piano di Assetto Idrogeologico P.A.I. si segnala che il territorio comunale, allo stato attuale delle conoscenze, è attraversato dal torrente Cannobino del quale viene cartografata dal P.A.I. l’estensione del conoide attivo non protetto (Ca) e l’area con pericolosità molto elevata o elevata non perimetrata (Ee). Si evidenzia che il tracciato di variante risulta esterno all’area di conoide cartografata dal PAI, e che, qualora l’intervento interessi le aree Ee in cui, ai sensi dell’art. 9 comma 5 del P.A.I., è consentita “la ristrutturazione e la realizzazione di infrastrutture lineari e a rete riferite a servizi pubblici essenziali non altrimenti localizzabili e relativi impianti, previo studio di compatibilità dell’intervento con lo stato di dissesto esistente, è necessario sottoporre il progetto all’Autorità di bacino competente;

- per quanto riguarda l’attraversamento del torrente Cannobino, esso dovrà essere progettato nel rispetto dei criteri e delle prescrizioni tecniche per la verifica idraulica di cui alla “Direttiva contenente i criteri per la valutazione della compatibilità idraulica delle infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico all’interno delle Fasce Fluviali A e B” - Delib. C.I. n. 2/99 pubblicata sulla G.U. del 24/09/1999 n. 225, e nel rispetto della “Direttiva sulla piena di progetto da assumere per le progettazioni e le verifiche di compatibilità” (approvata contestualmente al PAI). In particolare la “Direttiva contenente i criteri per la valutazione della compatibilità idraulica delle infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico all’interno delle Fasce Fluviali A e B” dispone che i ponti e i viadotti di attraversamento e i relativi rilevati di accesso, costituenti parti di qualsiasi infrastruttura a rete, sono da sottoporre a specifico parere dell’Autorità di bacino;

- è necessario approfondire dal punto di vista geologico la caratterizzazione geostrutturale e geomeccanica dell’ammasso roccioso interessato dai tratti in galleria che attualmente è limitato a soli 10 rilievi strutturali localizzati in corrispondenza degli imbocchi, analizzando nel contempo un adeguato dettaglio l’impatto indotto dalle vibrazioni generate dall’utilizzo di esplosivi e dalle modalità di scavo per la realizzazione delle gallerie in progetto;

- occorre approfondire gli eventuali impatti indotto dalla realizzazione delle opere in progetto in corrispondenza dell’abitato di Sant’Agata e quelli relativi alla realizzazione della galleria artificiale in territorio di Cannobio e prevedere le opportune opere di mitigazione;

- è necessario verificare e quantificare la possibilità di intercettazione di falde acquifere in fase di scavo delle gallerie, sulla base delle soluzioni costruttive adottate, sia nella fase di esecuzione dell’opera, sia ad opera completata, approfondendo le attuali conoscenze sulla geoidrologia dei versanti, con particolare attenzione alla dinamica sorgentizia specialmente per quanto riguarda la galleria “Cannobina”;

- in particolare, per quanto riguarda la possibile intercettazione di acque di infiltrazione durante l’opera di scavo, si precisa che la tutela della risorsa si estende anche a sorgenti non attualmente captate per usi idropotabili, ma che possono rivestire importanza quali approvvigionamenti futuri in situazioni di emergenza idrica o per il sostegno dell’ecosistema circostante. Pertanto in caso di intercettazione di venute d’acqua sotterranee di entità paragonabile alle emergenze sorgentizie captate nella zona, queste acque dovranno essere regimate ed eventualmente messe a disposizione delle comunità locali, previo accertamento della loro qualità e in coordinazione con l’ente gestore Ambito Territoriale Ottimale locale (ATO). Inoltre dovranno essere periodicamente monitorate le emergenze d’acqua presenti nell’area così da individuare tempestivamente ogni variazione anomala della portata, con particolare riguardo per quelle già captate, e dovranno essere previsti in fase di progetto interventi o piani per la mitigazione dell’impatto e per l’approvvigionamento alternativo;

- per quanto riguarda la salvaguardia della quantità e della qualità della risorsa idrica e degli ecosistemi ad essa correlati, in riferimento alle attività di cantiere e di successivo esercizio dell’infrastruttura, in sede di progetto definitivo è necessario prevedere:

- un limitato uso della risorsa idrica per le esigenze di cantiere, soprattutto se di buona qualità, verificando la possibilità di un approvvigionamento con acque reflue, forse disponibilità nella sede di Traffiume;

- la raccolta delle acque di dilavamento, dei piazzali di sosta degli automezzi originatesi a seguito di eventi meteorici, così che sedimenti, oli o altri inquinanti chimici possano essere eliminati in vasche di decantazione provviste di disoleatori o tramite il conferimento in rete fognaria; l’esecuzione in altro sito delle operazioni di manutenzione dei mezzi meccanici;

- il trattamento opportuno delle acque di lavaggio degli automezzi all’uscita dalle aree di scavo, che si trovano prossime alla sponda del lago; egualmente dovranno essere posti in atto efficaci accorgimenti per limitare il più possibile l’apporto di sedimenti in acqua dovuto alla dispersione delle polveri presso i cantieri e durante il trasporto dello smarino lungo il lago;

- di evitare che il drenaggio delle gallerie sia riversato direttamente in corpo idrico, ma sia prevista una fase preliminare di filtrazione, anche con tecniche di ingegneria naturalistica;

- che tutte le opere in alveo necessarie per il tombinamento dei rii agli imbocchi delle gallerie siano svolte senza incrementi dell’apporto solido lungo l’asta e a lago;

- il progetto definitivo dovrà essere corredato di un particolareggiato piano di approvvigionamento e riuso dei materiali inerti, con particolare riferimento a quelli provenienti dallo smarino relativo allo scavo delle gallerie in progetto, quantificato in circa 500.000 mc, per le esigenze di cantiere. Per quanto riguarda la residua parte dello smarino, verificate le caratteristiche di idoneità per il confezionamento di calcestruzzi, si ritiene opportuno prevedere la possibilità di immissione di tale materiale sul mercato totale, fatte salve le necessarie autorizzazioni. Ove non sia possibile il totale riuso del materiale di smarino per i suddetti scopi pregiati, il piano sopra menzionato potrà prevedere la proposta di utilizzare il quantitativo residuo per interventi di recupero o sistemazione di aree degradate predisponendo progetti specifici;

- qualora non si possa prevedere il riuso del materiale come sopra specificato o la qualità riutilizzabile non sia tale da ridurre drasticamente il materiale da stoccare in discarica, si evidenzia che il sito individuato nel progetto per raccogliere il materiale di smarino, si evidenzia che il sito individuato nel progetto per raccogliere il materiale di smarino, con superficie totale pari a circa 101.000 mq, risulta collocato per quasi 2/3 nella fascia C del P.A.I. relativa all’area in esame. Tale area può quindi essere interessata da eventi di piena più gravosi di quella di riferimento (piane duecentennale). A tal proposito si evidenzia che l’ubicazione del materiale di smarino in tale area, prossima alla delimitazione della fascia B, riduce la capacità di invaso della piena cinquecentennale. In tal caso è pertanto necessario individuare siti di deposito alternativi almeno per quanto riguarda la parte situata in fascia C;

- è da segnalare inoltre l’interferenza esistente tra il sito di discarica individuato e il tracciato ciclopedonale denominato “Ciclopista blu” adottato come progetto preliminare dalla Provincia di Verbania, che verrebbe pesantemente compromesso dalla realizzazione della stessa discarica;

- infine, nell’ipotesi di totale impossibilità di riuso del materiale di smarino, occorre tener presente che l’area ove è previsto il deposito del materiale di scavo, situata nel Comune di Mergozzo, dista mediante oltre 30 km dai cantieri; distanza da percorrersi lungo la statale passando all’interno dei centri abitati fra cui Verbania. Utilizzando autocarri da 180 q.li, l’incidenza del traffico legato al solo trasporto dello smarino, può stimarsi attorno ai 10-12 viaggi di andata e ritorno per metro di avanzamento (non risulta infatti pensabile il passaggio di bilici sulla SS. 34). Tenuto conto che sono previsti in progetto fino ad un massimo di 4 fronti di avanzamento e considerando un avanzamento medio di 4 m/giorno (due volate al giorno), si può arrivare ad avere un incidenza di oltre 360 viaggi di autocarri al giorno. In tal caso si ritiene necessario individuare siti di stoccaggio temporaneo, in aggiunta delle camere di deposito temporaneo scavare all’interno delle gallerie e previste in progetto, al fine di consentire la diluizione del trasporto nel tempo e di ridurre il carico di mezzi pesanti sulla rete viaria esistente in fase di cantiere;

- il traffico pesante legato alla movimentazione del materiale di smarino si sovrappone necessariamente a quello di cantiere per l’approvvigionamento dei materiali di lavorazione ed è aggravato dalla necessità, dichiarata anche nella relazione del progetto, di concentrare tale traffico negli orari di minor frequentazione della SS. 34. Al fine di studiare attentamente e minimizzare gli effetti derivanti dal traffico di cantiere e di trasporto del materiale di smarino nei siti di deposito definitivo individuati è necessario predisporre un piano - programma relativo allo smaltimento. Ciò in particolare con riferimento anche ad eventuali possibili alternative modali di trasporto, compresa quella a via lago, ed alla minimizzazione del disturbo lungo la litoranea sia dal punto di vista del traffico, sia nei confronti delle componenti flora e fauna e dell’impatto visivo e paesaggistico, valutando la possibilità di effettuare il trasporto preferibilmente in orari notturni;

- rispetto alla componente fauna, gli impatti generali in fase di costruzione da emissione di polveri, rumore, dispersioni luminose e traffico pesante indotto verranno mitigati e compensati dalle modalità di installazione e conduzione dei cantieri, e dalle successive azioni di riqualificazione ambientale al termine dei lavori. I cantieri dovranno pertanto essere inseriti da un punto di vista ecologico nel contesto territoriale su cui andranno ad insistere, precedendo tra l’altro:

- realizzazione di siepi e filari schermanti sul perimetro, anche con funzioni fonoassorbenti e di abbattimento delle polveri, utilizzando essenze autoctone;

- ricorso a tecniche di ingegneria naturalistica, ove possibile;

- in particolare nel progetto definitivo dovranno anche essere valutate ed indicate le misure da adottarsi per la tutela della fauna ittica e dell’ambiente fluviale, per quanto riguarda la realizzazione degli attraversamenti degli alvei dei Torrenti Cannobio e Cannero;

- in fase di progettazione definitiva ed esecutiva, in presenza di una precisa collocazione e di un layour delle aree di cantiere fisso, previsto in progetto preliminare nella Località Traffiume in Comune di Cannobio, dovranno essere approfonditi i possibili impatti dell’opera in progetto sulla qualità dell’aria e sul clima acustico in prossimità dei recettori limitrofi alle aree di cantiere e situati lungo la viabilità ordinaria impiegata per il trasporto dei materiali di scavo dal fronte di avanzamento lavori verso il sito di deposito. Dovranno quindi essere predisposte apposite misure di mitigazione volte a ridurre gli impatti attesi;

- per quanto riguarda il rumore generato nella fase di realizzazione, o nei siti di cantiere, esso deve tenere a rispettare i limiti di zona vigenti all’avvio di tale fase, fatte salve le eventuali deroghe concesse dal Comune per le attività rumorose temporanee di cui all’art. 6, comma 1, lettera h, della legge 447/1995, qualora detto obiettivo non fosse raggiungibile con l’adozione di tutti gli appropriati accorgimenti tecnici e operativi atti a minimizzare il disturbo;

- in particolare per quanto riguarda il clima acustico in fase di cantiere si prescrive quanto segue:

- insonorizzazione, in conformità alle normative vigenti, di tutte le macchine, attrezzature ed impianti impiegati, con particolare riferimento al silenziamento degli impianti di ventilazione delle gallerie;

- all’interno delle aree di cantiere gli impianti fissi e le lavorazioni più rumorose dovranno essere posizionati alla massima distanza possibile dai recettori sensibili presenti nelle aree limitrofe;

- le lavorazioni più rumorose all’interno delle aree di cantiere dovranno essere programmate nel periodo della giornata più tollerabile per la popolazione (ad es.: 8,00-12,00 14,00-18,00), interrompendo tali operazioni nelle ore destinate al riposo;

- se necessario può essere previsto l’uso di barriere acustiche mobili da posizionare in prossimità delle lavorazioni più rumorose a protezione dei recettori sensibili;

- in particolare per quanto concerne la componente atmosferica si suggerisce l’adozione, durante la fase di cantiere, delle seguenti misure di mitigazione:

- copertura e bagnatura del materiale estratto temporaneamente stoccato;

- utilizzo di teli protettivi a chiusura del cassone degli autocarri in transito;

- obbligo di lavaggio periodico di eventuali piste di cantiere che si rendessero necessarie in fase di progettazione definitiva (il progetto preliminare non prevede la realizzazione di piste di cantiere);

- lavaggio delle ruote degli automezzi all’uscita del cantiere;

- per gli impianti di betonaggio ed altri impianti fissi dovranno essere previsti sistemi di abbattimento delle polveri;

- nel caso in cui nel progetto definitivo siano previsti eventuali impianti di betonaggio, di produzione di calcestruzzo o impianti di frantumazione e recupero dei materiali provenienti da demolizioni, questi dovranno eseguire le procedure del DPR 203/88 anche seguendo le procedure semplificate delle autorizzazioni in via generale. Altresì i gruppi elettrogeni che verranno installati presso i cantieri per sopperire alle maggiori richieste di energia dovranno essere alimentati a gas metano;

- per quanto attiene ai fenomeni di inquinamento dell’aria il progetto definitivo dovrà analogamente dettagliate gli accorgimenti tecnici ed operativi che saranno adottati per minimizzare i disagi arrecati dai cantieri e prevenire il formarsi di intasamenti nei flussi di traffico durante la fase di cantiere ed in particolare di quello indotto per lo smaltimento delle terre e rocce da scavo lungo la SS 34 fino al sito individuato per lo stoccaggio definitivo dello smarino;

- per quanto riguarda l’impatto acustico dell’opera il progetto definitivo dovrà approfondire le problematiche inerenti l’acustica ambientale e indicare le mitigazioni, cautele e verifiche che saranno adottate al fine di ridurre al minimo l’impatto generato sia nella fase di realizzazione che in quella di esercizio. Si rammenta che la documentazione inerente l’inquinamento acustico ambientale deve essere redatta da tecnico riconosciuto competente in acustica ambientale ai sensi dell’art. 2 della legge 447/1995 e deve prevedere adeguati monitoraggi per la verifica del raggiungimento degli obiettivi progettuali e l’eventuale adozione di azioni correttive;

- in merito all’impatto acustico in fase di esercizio, è parere del Ministero per l’Ambiente che: “in assenza del regolamento relativo al rumore prodotto dal traffico veicolare (ex articolo 11, legge 447/1995) non essendo state, inoltre, individuate le fasce di pertinenza delle strade, al rumore prodotto dalle infrastrutture stradali si applicano i limiti di cui al DPCM 14/11/1997 misurati in corrispondenza dei ricettori, quale che sia la distanza di essi rispetto alla strada. In assenza di zonizzazione acustica e in assenza del regolamento suddetto, valgono i limiti di cui al DPCM 1/3/1991, misurati secondo le indicazioni sopra esposte”;

- qualora, sia in fase di cantiere che in fase di esercizio, si dovessero riscontrare situazioni di contaminazione della componente suolo e/o acqua dovranno essere messe in atto le procedure previste dalla normativa vigente (D. Lgs. 22/97 e smi, DM 471/99);

- al termine dei lavori si dovrà procedere, unitamente alle mitigazioni proposte dal committente, ad una attenta riqualificazione ambientale dei siti di stoccaggio definitivo dello smarino, dei piazzali di servizio necessari agli scavi in corrispondenza degli imbocchi delle gallerie e delle aree di cantiere che, per la loro realizzazione, necessitano della rimozione di soprassuolo forestale e/o di abbattimento di alcuni esemplari ad alto fusto. Tali riqualificazioni dovranno consentire un adeguato reinserimento dal punto di vista ecologico e paesaggistico attraverso inerbimenti e piantumazioni con essenze arbustive ed arboree autoctone rispettando i seguenti criteri fondamentali:

- modellazione del substrato, rispetto alle fasi più evolute della vegetazione esistente;

- ripristino del reticolo di drenaggio naturale;

- ripristino delle condizioni edafiche originarie;

- utilizzo di essenze arboree ed arbustive autoctone;

- utilizzo di tecnico di ingegneria naturalistica per eventuali necessità di consolidamento;

- in linea generale, preso atto che l’intervento attraversa alcuni rii potenzialmente esondabili, si ritiene necessario allestire procedure di allerta, da concordare con il Comune, al determinarsi di condizioni meteorologiche critiche nell’ambito dell’attivazione dell’emergenza di protezione civile;

- per quanto riguarda il vincolo di tutela paesistico-ambientale ai sensi del D.Lgs. 490/99, il progetto potrà essere valutato in sede di progetto definitivo del Settore Gestione Beni Ambientali della Direzione Pianificazione e Gestione Urbanistica previa trasmissione della documentazione progettuale e fotografica prevista dalla normativa sopra citata e tenendo conto delle seguente richieste di approfondimento:

- riverificare e predisporre alternative progettuali (ad es. mediante prolungamento del tratto in galleria) relative allo svincolo Cannero Est che oltre a perseguire la salvaguardia delle visuali fruibili del Lago, consentano nel contempo una più efficace tutela dei terrazzamenti storici, delle coltivazioni di pregio e della copertura arborea che caratterizzano la località:

- predisporre specifici elaborati sul recupero paesistico-ambientale, con sistemazioni a verde e piantumazioni arboree, relativi alle aree interessate a deposito materiali di scavo e a cantieri, aree per le quali dovrà essere altresì allegata specifica documentazione fotografica di tipo panoramico;

- predisporre specifici studi di impatto visivo relativo agli interventi percepibili dal lago, dalla viabilità pubblica, dai centri abitati e da punti e/o percorsi di interesse turistico e panoramico, che mediante foto-inserimenti delle opere forniscano un’attendibile rappresentazione delle trasformazioni previste;

- per quanto riguarda la conformità urbanistica delle opere in progetto, esse risultano difformi rispetto agli S.U. vigenti, che destinano gli ambiti in esame ad altri usi, per cui si ritiene che la conformità urbanistica delle zone interessate debba essere resa a priori, mediante la procedura ordinaria di variante urbanistica ai singoli P.R.G.C. ai sensi della L.R. 56/77 e s.m.e.i., ovvero attraverso le procedure di intesa ai sensi dell’art. 81 del D.P.R. 616/77;

- per quanto riguarda lo svincolo ovest di Cannero Riviera, si richiede i mantenimento della mulattiera Sciaretta/Cassino e del suo raccordo con la passeggiata Intarì, ed il mantenimento dei parcheggi privati e dei relativi accessi esistenti in prossimità dell’attuale imbocco della mulattiera Sciaretta/Cassino, sia a monte che a lago;

- per quanto riguarda lo svincolo est di Cannero Riviera, si richiede di verificare l’adozione di una soluzione meno invasiva e penalizzante della proprietà privata attuale sede di una azienda florovivaistica, verificando eventualmente la possibilità di una allargamento parziale a lago;

- per quanto riguarda lo svincolo Sud di Cannobio - Località Punta Creda - si richiede di verificare la funzionalità dello svincolo progettato tenendo presente il flusso da Cannobio a Intra per una popolazione residente di 5.000 persone e di circa 5.000 turisti da aprile ad ottobre ed uno studio, sempre su questo svincolo, per assicurare una agevole viabilità agli abitanti della zona che usufruiscono degli attuali accessi alla S.S. 34;

- qualora le due gallerie di Cannobio non entrassero in funzione contemporaneamente, si richiede la messa in sicurezza della attuale Strada Provinciale 75 della Valle Cannobina dalla Località Sempione all’innesto con la SS 34, in quanto, nella configurazione che si verrebbe ad attuare, essa costituisce la continuità di itinerario della SS34;

- in fase di progettazione definitiva, si richiede di organizzare la cantierizzazione affinchè i lavori della galleria artificiale in località Traffiume non pregiudichino l’attività delle officine e degli artigiani che operano nella zona;

- si richiede di evitare, nel limite del possibile, espropri di residenze abitative in particolare in corrispondenza dell’area di Traffiume e di una villetta sulla riva del lago in corrispondenza dell’imbocco sud della galleria “Cannobina” (peraltro non riportata sugli elaborati progettuali): inoltre nel corso del sopralluogo effettuato alla presenza del proponente è stata avanzata l’ipotesi di realizzare la sola corsia in direzione di Cannobio del tratto verso monte dello svincolo Cannobio nord (alternativa 5). Ciò consentirebbe di evitare l’occupazione di un pendio erboso attualmente sfruttato ad uso agricolo;

- in fase di stesura del progetto definitivo, si richiede di coordinare le opere in esame con gli interventi in previsione per la sistemazione generale della SS34;

- si comunica infine che, a conclusione dell’iter di approvazione del progetto e prima dell’avvio delle attività lavorative, sarà necessario concordare con A.R.P.A. un piano di monitoraggio idoneo a garantire l’inserimento ambientale del progetto che preveda attività di controllo nelle fasi anteoperam e di realizzazione.

Avverso la presente determinazione è ammessa da parte dei soggetti legittimati, proposizione di ricorso Giurisdizionale avanti il Tribunale Amministrativo Regionale per il Piemonte, entro il termine di 60 giorni dalla data di ricevimento del presente atto o dalla piena conoscenza, secondo le modalità di cui alla Legge n. 1034 del 6.12.1971 oppure Ricorso Straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni dalla data di ricevimento, ai sensi del Decreto del Presidente della Repubblica 24.11.1971 n. 1199.

Il Dirigente responsabile
Giuseppe Iacopino