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Bollettino Ufficiale n. 20 del 15 / 05 / 2003

Deliberazione della Giunta Regionale 7 aprile 2003, n. 20-8927

DOCUP Obiettivo 2 (2000-2006) Misura 3.1.b a Titolarità regionale - Sistema della Corona Verde. Il Territorio del Progetto, le opzioni di fondo, le strategie, le azioni e le spese ammissibili. Modalità di attuazione e di gestione della Misura

A relazione degli Assessori Cavallera, Leo:

Premesso che:

La Regione Piemonte con Deliberazione del Consiglio Regionale n. 11-16146 del 27 giugno 2000 ha approvato il Documento Unico di Programmazione (DOCUP) Obiettivo 2 redatto ai sensi del Reg. 1260/99 recante disposizioni generali sui Fondi strutturali per il periodo di programmazione 2000/2006

La Commissione Europea con Decisione C(2001)2045 del 7 settembre 2001 ha quindi approvato tale Documento Unico di Programmazione (DOCUP) Obiettivo 2 della Regione Piemonte per il periodo di programmazione 2000/2006.

La Giunta Regionale con Deliberazione 51-4056 del 1 ottobre 2001 ha preso atto della citata Decisione di approvazione del DOCUP per l’Obiettivo 2 per il periodo di programmazione 2000/2006.

Con Deliberazione n. 83-4453 del 12 novembre 2001 la Giunta Regionale ha approvato la proposta di “Complemento di Programmazione” in cui è delineata la strategia di attuazione degli obiettivi del DOCUP Obiettivo 2 attraverso l’articolazione in Assi che rappresentano le priorità strategiche, Misure di intervento per il raggiungimento degli obiettivi specifici e Linee di intervento costituenti lo strumento operativo di attuazione delle singole Misure.

A seguito delle osservazioni del Comitato di sorveglianza, la Giunta Regionale con Deliberazione n. 138-6970 del 5 agosto 2002 ha approvato nella versione definitiva il “Complemento di Programmazione”.

Nell’ambito dell’Asse 3 (Sviluppo locale e valorizzazione del territorio) è programmata la Misura 3.1 (Valorizzazione della programmazione integrata d’area) che si articola ulteriormente in due Linee di intervento:

- Progetti integrati di sviluppo socioeconomico di area (3.1a);

- Sistema della Corona Verde (3.1b).

La Linea di intervento 3.1b (Sistema della Corona Verde), finanziata con Euro 12.500.000,00, ha l’obiettivo della riqualificazione ambientale e paesaggistica dell’Area metropolitana Torinese, della ricostruzione in tale contesto della rete ecologica e della rete di fruizione sostenibile, anche attraverso il completamento delle attrezzature, in conformità con i principi della Rete Ecologica Nazionale e della Rete Natura 2000 prevista dalla Direttiva 92/43/CEE (Habitat).

La Scheda Tecnica annessa al Complemento di Programmazione prescrive che la Linea di intervento 3.1b sia a Titolarità regionale e che per la sua attuazione la Regione Piemonte predisponga uno Studio di fattibilità con il compito di individuare gli ambiti di intervento e le iniziative da realizzarsi sia direttamente, sia in accordo con gli Enti pubblici interessati.

Con Deliberazione della Giunta Regionale n. 101-29590 del 1 marzo 2000 sono stati definiti i contenuti e gli obiettivi dello Studio di fattibilità, approvato il relativo Documento programmatico, che ne precisa il significato, gli obiettivi, il quadro di riferimento territoriale, programmatico e progettuale, e disposto il suo affidamento all’Istituto Finpiemonte.

Lo studio di fattibilità è stato terminato e consegnato nel mese di maggio 2001; con Determinazione del Dirigente del settore Programmazione Regionale n. 28 del 6 dicembre 2001 lo Studio è stato quindi valutato positivamente e certificato ai sensi dell’articolo 4 della Legge 17 maggio 1999 n. 144, nonchè dichiarato con D.P.G.R. n. 104 del 30 novembre 2001, compatibile con gli indirizzi della programmazione regionale.

I contenuti del Progetto Corona Verde sono qui di seguito sintetizzati.

“La riqualificazione ambientale, naturalistica, culturale e ricreativa dell’Area metropolitana torinese ha un ruolo prioritario e strategico nei programmi delle Istituzioni competenti per il miglioramento della qualità della vita urbana, per la conservazione e tutela del patrimonio naturale e per le ricadute economiche che ne possono conseguire.

Hanno un ruolo fondamentale, in questo contesto, il sistema complessivo dei corsi d’acqua della pianura torinese ed i sistemi collinari della Collina di Torino e della Collina morenica di Rivoli (con i Laghi di Avigliana) e il complesso delle Vaude. Sono inoltre presenti - per quanto frammentati - territori marginali, residuali e/o interstiziali, non costruiti, in alcuni casi in situazione di degrado, in altri interessati da attività agricole: questi territori, in quanto parti integranti del paesaggio urbano e metropolitano, possono avere un ruolo fondamentale per il recupero di una soddisfacente qualità urbana. All’interno dell’area metropolitana torinese è collocato, inoltre, gran parte del Sistema delle Residenze sabaude cui sono o erano collegati giardini o aree a parco. Una significativa porzione di questo territorio, spesso in connessione con il Sistema delle Residenze sabaude, fa parte del sistema regionale dei Parchi e delle Aree protette (24.000 ha circa) o è costituita da parchi pubblici comunali (700 ha solo nel Comune di Torino).

All’interno dei processi di riqualificazione ambientale e paesaggistica dell’area metropolitana torinese, le esistenti aree protette regionali rappresentano un elemento “forte”, la base sulla quale può innestarsi e svilupparsi un processo mirante al riequilibrio territoriale, alla conservazione e connessione delle reti e dei corridoi ecologici.

L’attività agricola, ancora presente in ampie sezioni dell’area metropolitana, ha ampiamente strutturato questi territori: è elemento e strumento di lettura e di salvaguardia dal degrado e dalla indifferenziazione connessa con l’espansione delle periferie e con l’infrastrutturazione.

Lo Studio di fattibilità si articola in dieci sezioni o volumi, accompagnati da numerose tavole allegate, dedicati all’esame e valutazione delle tematiche seguenti:

1. Relazione, introduzione e considerazioni generali

2. Le progettualità in corso

3. Le destinazioni d’uso dei P.R.G.C.

4. La componente agricola

5. Gli ambiti di interesse naturalistico

6. Analisi conoscitiva dei sistemi fluviali

7. Individuazione delle strategie atte al miglioramento ed alla qualificazione del sistema di accessibilità alla Corona Verde ed integrazione alla rete infrastrutturale metropolitana.

8. La Greenway. Analisi della domanda e dell’offerta.

9. Le proposte progettuali di Corona Verde - relazione di sintesi

10. Individuazione compatibilità ed alternative gestionali

Il volume 1 dello Studio di fattibilità, Le residenze sabaude e la Corona Verde esamina lo stato e gli strumenti della pianificazione territoriale dell’area della Corona Verde ed il sistema delle aree naturali protette e dei biotopi in essa presenti. La Relazione, considerando ampiamente soddisfacente l’attuale situazione della tutela ambientale complessiva, propone alcune integrazioni alla stessa (con sei schede di proposta):

- ampliamento Riserva Naturale Speciale della Confluenza Orco-Malone-Po;

- ampliamento Riserva Naturale Speciale del Bosco del Vaj;

- ampliamento Parco Naturale della Collina di Superga;

- collegamento tra il Parco Naturale dei Laghi di Avigliana e l’Area attrezzata della Collina di Rivoli, con la creazione della Zona di salvaguardia della Collina morenica di Rivoli;

- ampliamento Zona di salvaguardia della Fascia fluviale della Stura di Lanzo;

- costituzione di un sistema di connessione ecologica lungo la Dora Riparia.

La relazione richiama inoltre la previsione di un’area protetta provinciale (Monte San Giorgio di Piossasco) e l’esigenza della predisposizione di un Piano di assetto territoriale del Rio Tepice, che consentirebbe di chiudere l’anello collinare.

La città e la sua cintura costituiscono una grossa barriera ecologica. Gli habitat di una certa naturalità sono relegati a strette fasce o ad aree “relitte” (Mandria, Boschi di Stupinigi).

In questo contesto si snodano i reticoli fluviali. Secondo lo Studio di fattibilità, “l’area del sistema d’acque che attraversa la densa conurbazione torinese risulta localizzata in un ambito di vitale interesse ecologico, perché attraversa in più parti il denso sistema antropico che occupa in maniera sistematica e diffusa la pianura frapponendosi tra i sistemi naturali individuati.”

“Si possono ipotizzare una serie di corridoi ecologici di connessione in grado di ricostituire una rete che unisca le aree protette presenti e che al tempo stesso colleghi gli elementi a maggior interesse storico-architettonico”.

Sono esaminate ed illustrate due distinte tipologie di rete: una rete periurbana, che circonda la conurbazione; una rete metropolitana, che attraversa la conurbazione.

E’ evidente la fondamentale funzione connettiva che possono assumere i corridoi fluviali in queste precise condizioni ambientali e territoriali. Il Progetto può porsi pertanto come obiettivo la realizzazione di un sistema continuo di aree naturali collegate da reti di percorsi diversi, con fasce di transizione fra parchi cittadini dell’area centrale e l’ambiente progressivamente più naturaliforme dei parchi estensivi collinari e periferici.

La rete periurbana indagata in dettaglio (ed individuata quale insieme di assi della connessione ecologica) ad integrazione dell’esistente sistema rappresentato dalle aree naturali protette regionali e dai biotopi e siti di interesse comunitario, riguarda 28 aree specifiche:

- L’asta fluviale del Torrente Chisola;

- Un’area di connessione a sud (tra il Torrente Chisola ed il Po);

- L’area della Collina morenica di Rivoli;

- L’asta fluviale della Dora Riparia;

- Un’area/corridoio di connessione tra biotopo del Monte Musiné e fascia fluviale della Dora Riparia, da un lato e l’area del Parco della Mandria, dall’altro;

- Un’area di connessione fra la fascia fluviale della Stura di Lanzo e la Riserva della Vauda;

- La fascia fluviale del Torrente Malone;

- Una porzione della Collina di Torino.

La rete metropolitana è, a sua volta, incentrata sui corridoi e le connessioni fluviali. Riguarda prevalentemente il Comune di Torino (con particolare riferimento al Progetto “Torino Città d’acque”) e alcuni Comuni della prima cintura. I corsi d’acqua individuati sono - oltre al Fiume Po - il Sangone, la Dora Riparia, la Stura di Lanzo.

Una parte della Relazione è dedicata all’esame dei Parchi e delle Aree protette esistenti. Nell’elenco compaiono, inoltre, i biotopi e le aree di interesse provinciale.

Il volume 2 raccoglie, in 18 schede di dettaglio, le principali progettualità in corso:

1. il Progetto Torino Città d’acque;

2. l’Anello verde ed i Sentieri collinari;

3. il Progetto speciale Periferie della Città di Torino;

4. il Progetto “The Gate”, della Città di Torino;

5. l’Ecomuseo del Freidano;

6. il P.R.U.S.S.T. relativo alla zona est di Torino (Comuni di Settimo Torinese, Borgaro, Torino e fascia fluviale del Po) ed il Programma Urban II;

7. il Parco agronaturale della Dora Riparia, in Comune di Collegno

8. le progettualità e gli interventi connessi con la pianificazione dell’Area protetta del Parco naturale dei Laghi di Avigliana e con la Collina morenica di Rivoli;

9. le progettualità e gli interventi connessi con la pianificazione dell’Area protetta della fascia fluviale del Po;

10. le progettualità e gli interventi connessi con la pianificazione dell’Area protetta della fascia fluviale del Torrente Sangone;

11. le progettualità e gli interventi connessi con la pianificazione dell’Area protetta della fascia fluviale della Stura di Lanzo;

12. il Parco urbano integrato di Grugliasco;

13. il Progetto “Porta della Corona Verde” del Comune di Druento;

14. l’Ecomuseo del Canale Cavour;

15. le progettualità e gli interventi connessi con la pianificazione del Parco regionale della Collina di Superga, la Riserva del Bosco del Vaj e il biotopo del Bosc Grand;

16. le progettualità e gli interventi connessi con la pianificazione dell’Area protetta del Parco regionale della Mandria;

17. le attività del Comitato “Un Po fiorito”;

18. il progetto Anthropos, in Comune di Nichelino.

Le progettualità in corso, raccolte ed illustrate all’interno dello Studio di fattibilità, riguardano progetti ed interventi a diverso stadio e livello di elaborazione, a diverso livello di complessità ed efficacia rispetto agli obiettivi complessivi del Progetto Corona Verde. I Progetti individuati, inoltre, non costituiscono l’insieme delle reali progettualità in atto e/o allo studio all’interno del territorio di Corona Verde. In particolar modo, non possono tenere conto dell’insieme degli interventi attuati o in corso di attuazione connessi con altre misure del Documento Unico di Programmazione, soprattutto per quanto riguarda i Progetti integrati di sviluppo socio-economico di area, e eventuali interventi connessi con i Programmi di sviluppo rurale.

Il volume 4 dello Studio di fattibilità esamina lo stato e la situazione della componente agricola all’interno del territorio di Corona Verde, individuando in essa - nella sua presenza attuale e nella sua capacità, nel corso della storia, di definire i segni e la struttura del territorio - uno degli elementi fondamentali nel concorrere a modellare e strutturare il territorio. In particolare, lo studio procede alla individuazione e valutazione delle situazioni agricole esistenti, alla valutazione dell’efficienza ecologica della componente agricola in termini di biodiversità e quale elemento di collegamento, all’esame del ruolo ecologico del paesaggio agrario nella stabilità ambientale dell’ecomosaico studiato da Corona Verde, all’analisi del mosaico del paesaggio agrario al fine di valutarne le attuali condizioni di biodiversità.

Lo studio individua, inoltre, i potenziali fattori di pressione riguardanti la componente agricola, fornisce indicazioni per la ricostituzione di reti e corridoi ecologici tra i differenti biotopi, individua una rete di continuità territoriali di raccordo, fornisce indicazioni in direzione della promozione di una agricoltura preservata e orientata, definisce le strategie da intraprendere per la conservazione e realizzazione di elementi dell’agroecosistema a funzione ambientale e per l’incentivazione della biodiversità, valuta le componenti paesaggistiche aventi carattere di preesistenza e individua le permanenze rurali di maggior rilievo e connessione con il paesaggio, i sistemi colturali tradizionali e la loro efficienza ecologica in termini di biodiversità.

Lo studio contiene inoltre una valutazione, in termini paesaggistici, delle componenti agricole interessate dal progetto e dei possibili interventi volti al mantenimento ed al ripristino delle componenti agricole. Sulla base delle indicazioni contenute nello Studio, il Progetto Corona Verde dovrebbe essenzialmente mirare alla promozione di una agricoltura sostenibile quale strumento di gestione e tutela del territorio, partendo dall’analisi preliminare delle situazioni di impresa favorevolmente orientate/orientabili presenti sull’area interessata dal progetto, definendo altresì strategie di monitoraggio del territorio.

Il volume 5 dello Studio di fattibilità è particolarmente dedicato alla definizione degli ambiti di interesse naturalistico, alla loro analisi e modellazione.

La Relazione si propone di individuare le aree naturalisticamente più interessanti e le aree di maggior pregio naturalistico, paesaggistico ed ambientale, utili a mantenere o ricostituire i corridoi ecologici e a connettere i diversi poli di interesse storico e architettonico. La valorizzazione dei corridoi ecologici esistenti e/o la loro costruzione e riqualificazione/completamento riguarda due ordini di problematiche:

a) la connessione tra le aree protette esistenti (e le altre aree individuate quali aree di particolare pregio o esigenza di tutela e conservazione, quali - ad esempio - i biotopi), anche al fine di superare o ridurre l’isolamento in cui molte di queste aree oggi si trovano ed il rischio di una loro “insularizzazione”;

b) il collegamento con i principali elementi storico-architettonici del territorio della Corona Verde, in primo luogo il circuito delle Residenze sabaude.

La Relazione suddivide metodologicamente il territorio in due aree:

a) un’area periurbana, coincidente con le aree esterne alla conurbazione torinese, caratterizzata da un maggiore grado di naturalità ed inserita in un contesto più agricolo;

b) un’area metropolitana, pienamente inserita nel contesto urbano. Nel caso dell’area metropolitana, lo Studio è stato inoltre correlato con le aree già individuate nel Progetto “Torino Città d’acque”

I risultati sono stati ponderati in un matrice che ha permesso di definire, secondo particolari metodologie e parametri, il valore della qualità ambientale delle aree considerate.

Il volume 6 dello Studio di fattibilità è dedicato all’Analisi conoscitiva dei sistemi fluviali. Le aste fluviali esaminate sono le seguenti: Chisola, Sangone, Dora Riparia, Stura di Lanzo, Casternone e Ceronda, Malone. L’indagine è stata principalmente dedicata alla ricerca degli elementi di valorizzazione presenti nei e lungo i corsi d’acqua, con particolare attenzione alla naturalità dei siti, alla percezione visiva delle fasce fluviali, alla fruibilità sociale, accessibilità e percorribilità, al recupero e riutilizzo delle fasce fluviali e delle aree golenali, all’accessibilità e percorribilità degli argini e delle sponde, al recupero e ripristino della stabilità delle sponde, alla rinaturazione, all’allontanamento attività improprie. Sono stati inoltre indagati i sistemi artificiali: canali di derivazione, bealere, rogge irrigue, ecc.

I volumi 7 ed 8 dello Studio di fattibilità esaminano i caratteri generali della mobilità di Corona Verde e forniscono indicazioni in merito alle strategie atte al miglioramento ed alla qualificazione del sistema di accessibilità ed al sistema territoriale della triangolazione juvarriana (mobilità pedonale, ciclabile, su gomma, su ferro e sistemi non convenzionali dedicati), anche attraverso l’integrazione della rete infrastrutturale metropolitana. La cartografia allegata

traccia la struttura della rete dei percorsi ciclo-pedonali: grande traversata della collina; connessioni con il sistema delle aree protette della fascia fluviale del Po; anello verde; interscambio con la rete di trasporti esterna. Il sistema dei percorsi ciclopedonali all’interno del territorio del Progetto Corona Verde è una potenziale Greenway, della quale esistono, già realizzati, ampi tratti, con collegate strutture di appoggio e di servizio. Lo studio fornisce un’analisi della domanda e dell’offerta esistenti, e della domanda potenziale, dell’attuale offerta delle aree protette e dei parchi compresi in Corona Verde, dei “punti di forza”, di debolezza e delle potenzialità delle emergenze ambientali inserite in Corona Verde, dei servizi esistenti, della valutazione dei servizi e le esigenze non soddisfatte, con una complessiva stima della domanda attuale.

Il volume 10 dello Studio di fattibilità esamina le diverse possibili alternative gestionali del Progetto e la loro compatibilità, cercando di delineare uno strumento di gestione capace di garantire ed assicurare partecipazione (il Progetto Corona Verde è ipotizzabile unicamente con il coinvolgimento e l’adesione della molteplicità dei soggetti operanti nell’area di Corona Verde); operatività (esigenza di consentire decisioni ragionevolmente rapide e interventi efficaci); autorevolezza dal punto di vista istituzionale, considerati la taglia dimensionale del Progetto e le sue finalità; flessibilità, essendo molte e molto diversificate le attività necessarie, sia nella fase di costruzione che in quella di gestione."

Dall’insieme delle problematiche trattate nello Studio di fattibilità emergono indicazioni di aree strategiche o particolarmente sensibili e vulnerabili ed un insieme di interventi che possono ritenersi prioritari. Lo Studio di fattibilità, d’altro lato, ha prestato maggiore attenzione alle aree collocate all’esterno dell’attuale sistema di aree protette regionali (essendo l’insieme delle aree protette regionali già oggetto di appropriati e specifici approfondimenti conoscitivi ed interessato da una specifica pianificazione) e ha prestato una limitata attenzione ai numerosi elementi e fenomeni di degrado esistenti all’interno dell’area interessata ed agli impatti derivanti da interventi, in atto o progettati, che pesantemente interferiscono (o possono interferire) con le esigenze di tutela ambientale, conservazione e riqualificazione delle connessioni ecologiche dell’area metropolitana torinese che il Progetto Corona Verde intende perseguire.

Elaborando le indicazioni contenute nello Studio di fattibilità, è possibile individuare il territorio complessivo interessato, sia pure con diversi gradi di intensità, dal Progetto Corona Verde; i distinti ambiti in cui è possibile suddividere questo territorio; i principali elementi di criticità in esso esistenti.

Area di riferimento territoriale

Il territorio del Progetto Corona Verde può essere individuato sulla base di alcuni riferimenti di carattere morfologico, ecosistemico, territoriale e culturale. Tra gli elementi prioritari la rete delle connessioni ecologiche, il reticolo idrografico (ivi compreso il reticolo idrografico minore), le Aree protette regionali ed i biotopi dell’area metropolitana torinese, il paesaggio agricolo, il circuito delle residenze sabaude. I criteri di carattere amministrativo sono subordinati ai precedenti.

Il “perimetro” del Progetto Corona Verde comprende:

l’Area attrezzata del Ponte del Diavolo (Lanzo Torinese) e la Piana di Germagnano; l’Area protetta regionale della Vauda ed il Rio delle Moglisse; il tratto di pianura del Torrente Orco; il centro urbano di Chivasso e le adiacenti aree agricole; l’Area protetta del Bosco del Vaj e l’adiacente biotopo del Bosco Grand; la Collina torinese, da Casalborgone a Santena; il territorio di Chieri; il Torrente Banna; il corso del Torrente Chisola, la dorsale dal Monte San Giorgio (Piossasco) fino a Lanzo Torinese, attraverso la Sacra di San Michele ed il Musinè.

L’area interessata comprende, in tutto o in parte, il territorio dei seguenti 93 comuni: Almese, Alpignano, Andezeno, Arignano, Avigliana, Balangero, Baldissero Torinese, Beinasco, Borgaro Torinese, Bosconero, Brandizzo, Bruino, Buttigliera Alta, Cafasse, Cambiano, Candiolo, Casalborgone, Caselette, Caselle Torinese, Castagneto Po, Castiglione Torinese, Chieri, Chivasso, Cinzano, Cirié, Collegno, Druento, Favria, Feletto, Fiano, Foglizzo, Front, Gassino Torinese, Germagnano, Givoletto, Grosso, Grugliasco, La Cassa, La Loggia, Lanzo Torinese, Leinì, Lombardore, Marentino, Mathi, Moncalieri, Montaldo Torinese, Montanaro, Nichelino, Nole, None, Oglianico (isola amministrativa compresa tra i Comuni di Favria e Rivarolo), Orbassano, Pavarolo, Pecetto Torinese, Pianezza, Pino Torinese, Piobesi Torinese, Piossasco, Reano, Rivalba, Rivalta di Torino, Rivarolo Canavese, Rivarossa, Rivoli, Robassomero, Rosta, San Benigno Canavese, San Carlo Canavese, San Francesco al Campo, Sangano, San Gillio, San Maurizio Canavese, San Mauro Torinese, San Raffaele Cimena, San Sebastiano da Po, Sant’Ambrogio di Torino, Santena, Sciolze, Settimo Torinese, Torino, Trana, Trofarello, Val della Torre, Vallo Torinese, Varisella, Vauda Canavese, Venaria Reale, Villanova Canavese, Villarbasse, Villar Dora, Vinovo, Volpiano, Volvera.

L’area interessata dal Progetto Corona Verde può essere suddivisa, inoltre, al suo interno, in alcuni ambiti, caratterizzati sotto il profilo morfologico, le connessioni ecologiche, lo stato di fatto dei luoghi, le reti di accessibilità, le vicende di carattere storico e sociologico. Queste suddivisioni, essendo possibile la contemporanea applicazione di criteri e di “punti di vista” diversi, in alcuni casi possono sovrapporsi:

1 Chierese

2 Collina di Torino

3 Asta fluviale del Po

4 Asta fluviale della Stura di Lanzo

5 Asta fluviale della Dora Riparia

6 Area urbana

7 Collina morenica di Rivoli e laghi di Avigliana

8 Asta fluviale del torrente Sangone

9 La pianura a sud di Torino e l’asta fluviale del torrente Chisola

10 Il parco naturale della Mandria

11 La Vauda

12 La zona ad ovest di Torino

13 Il basso canavese

14 Chivassese

15 Le aste fluviali dei Torrenti Orco e Malone

16 La montagna

Gli elementi di criticità, presenti all’interno dell’area di Corona Verde, possono rappresentare utili indicazioni al fine di individuare e promuovere gli interventi di riqualificazione ambientale che il progetto intende perseguire. Rispetto a questi elementi, il presente Progetto (unitamente all’insieme delle politiche e degli interventi di settore delle diverse amministrazioni competenti) opera con finalità di rimozione e/o riduzione dell’impatto paesaggistico ed ambientale dei fenomeni, di allontanamento o compatibilizzazione degli stessi. I principali elementi di criticità presenti possono essere così individuati:

1. Degrado del sistema idrico: la mancanza d’acqua

2. Rottamatori

3. Attività estrattiva

4. Degrado fasce fluviali

5. Degrado del sistema idrico:derivazioni e regimazioni

6. Degrado urbano della periferia: le aree interstiziali

7. Dequalificazione di strade, aree pubbliche e private

8. Orti urbani

9. Invadenza della cartellonistica pubblicitaria

10. Impatto paesaggistico delle grandi infrastrutture

11. Ex-aree industriali: i vuoti urbani

12. Grandi impianti tecnologici

13. Impianti ad elevato impatto ambientale

14. Discariche

15. Grandi aree da bonificare

16. Disgregarsi del tradizionale tessuto degli insediamenti agricoli

17. Abbandono e dequalificazione dei beni culturali

18. Eccessiva e disordinata fruizione dei beni ambientali

19. Il kitsch

L’importanza del Progetto Corona Verde, per l’Area metropolitana torinese, è evidente ed altrettanto evidente è il fatto che il suo ambizioso obiettivo: progettare, definire e ricostruire un sistema efficiente di relazioni ecologiche, culturali ed infrastrutturali rispetto agli obiettivi di riqualificazione ambientale, urbana e territoriale, di recupero della accessibilità e della fruizione - può essere perseguito solo nell’ambito di un’azione coordinata ed integrata di tutti i soggetti interessati pubblici e privati.

E’ altresì importante riconoscere il peso e la dimensione che, in questo contesto e rispetto agli obiettivi del Progetto, rivestono le aree protette regionali esistenti, la loro pianificazione e la loro quotidiana attività di gestione, unitamente al valore rappresentato dalla loro autorevolezza e dal patrimonio accumulato di conoscenze ed esperienze.

L’attenzione progettuale di Corona Verde è in particolare indirizzata alla definizione di un quadro organico di possibilità di fruizione offerta dal territorio, differenziata e verificata in funzione delle esigenze di tutela naturalistica, paesaggistica e culturale dei luoghi. Piste ciclabili, percorsi pedonali, aree attrezzate e sportive, punti di ristoro e di servizio, sono previsti in una fascia verde riqualificata paesaggisticamente e naturalisticamente. Un corridoio ecologico che connette siti e centri storici, residenze reali, testimonianze di architettura rurale, di archeologia idraulica, aree di particolare interesse naturalistico, aree protette, costruendo relazioni interne alla città e tra la città ed il territorio circostante.

Tale quadro di interventi configura la possibilità che all’interno del DOCUP Ob. 2 (2000-2006), altre Misure possano concorrere al conseguimento di alcune delle finalità e degli obiettivi proprie del Progetto Corona Verde; tra queste la Misura 3.1.a “Valorizzazione della programmazione integrata d’area - Progetti integrati di sviluppo socioeconomico di area”; la Misura 3.2. “Interventi di riqualificazione locali effettuati da soggetti pubblici”; la Misura 3.3. “Interventi di riqualificazione locale effettuati da soggetti privati”; la Misura 2.5.a “Interventi turistici e culturali di sistema - Sistema delle residenze sabaude”.

Altri piani, programmi, strumenti di programmazione ed interventi regionali, inoltre, possono concorrere anch’essi al conseguimento di alcuni obiettivi del Progetto Corona Verde, quali ad esempio il Piano di Sviluppo Rurale, gli interventi connessi con la realizzazione di percorsi ciclopedonali, gli interventi di riqualificazione e bonifica del territorio o quelli connessi con l’offerta e la fruizione turistica, i programmi di intervento e gestione delle aree protette regionali.

Il Progetto Corona Verde costituisce, come già indicato nella richiamata D.G.R. n. 31-23919 del 2 febbraio 1998, un progetto strategico della Regione Piemonte, la cui attuazione, anche sulla scorta delle risultanze del richiamato “Studio di fattibilità”, richiede la puntuale e condivisa definizione delle opzioni di fondo, delle strategie e delle azioni ritenute necessarie per il conseguimento degli obiettivi del progetto stesso.

OPZIONI DI FONDO

Opzioni a carattere territoriale:

* Riconnessione ecologica del territorio e tutela della sua biodiversità e complessità, attraverso l’individuazione, la tutela, la conservazione, la riqualificazione e la ricostituzione di una rete di corridoi ecologici e ampliando il sistema delle aree protette o istituendo nuove aree protette.

* Creazione di una rete/un sistema di aree verdi distribuite uniformemente sul territorio metropolitano torinese, attraverso la riconversione di aree dismesse e degradate, il mantenimento e la conservazione di quelle esistenti e la realizzazione di nuovi spazi di fruizione, nell’ambito di una valorizzazione generale in termini naturalistici e culturali.

* Promozione di progetti coordinati di riqualificazione ambientale e paesaggistica del territorio metropolitano, rivolti in particolare alle aree marginali e interstiziali, non costruite, spesso considerate elementi residuali ma, in quanto parti integranti del paesaggio urbano, fondamentali per il recupero delle reti di connessione ecologica, della qualità della percezione del paesaggio e del contesto urbano.

* Recupero di modalità di uso tradizionali ed ecocompatibili del territorio, riorganizzando spazi e paesaggi agricoli, anche in collaborazione con le organizzazioni professionali agricole ed i soggetti che operano attualmente all’interno o nelle immediate adiacenze delle aree interessate.

* Miglioramento e completamento, al fine di garantire l’accesso e la fruizione del sistema Corona Verde, della rete delle infrastrutture e della viabilità “soffice” ed ecocompatibile, (quali, ad esempio, sentieri e percorsi ciclopedonali, sentieri collinari, aree attrezzate per la sosta, strutture per l’agriturismo).

* Potenziamento delle strutture per l’ospitalità “dolce” e il sistema dei servizi, anche nell’ambito di una rifunzionalizzazione del patrimonio immobiliare esistente.

* Promozione della conoscenza dei valori naturali, storici e culturali delle aree interessate,

Opzioni relative alle modalità di gestione del Progetto:

* Definizione di un’identità politica, amministrativa e culturale del Progetto Corona Verde (con l’individuazione di opzioni, strategie e azioni) attraverso la ricerca di un modello gestionale condiviso, attento alle caratteristiche del territorio e alle potenzialità progettuali, ed attraverso un’adeguata rete di informazione e progetti di comunicazione mirati ed efficaci, rivolti a soggetti pubblici e privati.

* Promozione della conoscenza del Progetto Corona Verde, delle sue finalità e dei suoi obiettivi di fondo, presso tutti gli enti interessati, le istituzioni pubbliche, il mondo scientifico e culturale, nazionale ed internazionale e la pubblica opinione (in considerazione dell’oggettivo rilievo rivestito dal Progetto), attraverso un diffuso e capillare progetto di informazione e comunicazione.

* Creazione di un sistema di regole, norme e procedure comuni e condivise, attraverso le quali curare forme di correlazione e l’adeguamento degli strumenti urbanistici e territoriali esistenti rispetto agli obiettivi e alle finalità del Progetto, individuare forme e momenti di comunicazione tra i diversi soggetti ed Enti operanti, cercando di rendere omogeneo il sistema di gestione dei progetti in corso e/o in progetto. Il Progetto Corona Verde, infatti - per la sua dimensione territoriale, per l’elevato numero dei soggetti coinvolti, per la complessità e la ripartizione delle competenze nelle materie di interesse del Progetto - non può risultare efficace se non è in grado di creare momenti condivisi e partecipati

STRATEGIE

Strategie a carattere territoriale:

* Creazione e progettazione di interventi “modello”, promovendo processi di trasformazione “di lunga durata”, capaci di indurre trasformazioni “a catena” sul territorio e processi di sviluppo economico sociale, e capaci di costruire un’identità specifica del Progetto Corona Verde, in grado di influenzare le successive fasi di attuazione del processo e garantire la qualità e la finalità degli interventi.

* Creazione di un sistema a rete di corridoi ecologici, definendo opportune e specifiche pianificazioni per queste aree di maggiore pregio, anche attraverso un sistema normativo specifico.

* Attivazione di processi di manutenzione e di sviluppo economico sul territorio, legati a progetti di riqualificazione ambientale, curandone le ricadute in termini di miglioramento della qualità ambientale diffusa, attraverso la creazione di posti di lavoro e sviluppo di imprenditorialità giovanile e diffusione di modelli culturali.

* Attivazione di processi di riqualificazione del territorio e del paesaggio rurale, attraverso il recupero di antiche modalità di uso del suolo e di attività tradizionali.

* Miglioramento, completamento e riconoscibilità della rete di accessibilità al territorio di Corona Verde, per quanto riguarda i percorsi di attraversamento, il raggiungimento dei luoghi e dei siti e dei monumenti di maggiore pregio, rilevanza ed attrazione, curando in particolare la qualità della progettazione e degli interventi, la loro elevata compatibilità ambientale e la minimizzazione degli impatti, privilegiando in particolare i percorsi ciclopedonali, con una connessa rete di strutture e di servizi di appoggio.

* Integrazione e correlazione del Progetto Corona Verde con le finalità ed i progetti del Circuito delle Residenze sabaude, considerati come diversi e concorrenti aspetti di una complessiva politica regionale di riqualificazione, tutela e valorizzazione.

Strategie relative alle modalità di gestione del Progetto:

* Creazione delle strutture di coordinamento del Progetto Corona Verde: il coordinamento a carattere “politico” (Regione Piemonte, Provincia di Torino, Città di Torino, Ente di Gestione del Sistema delle Aree protette della fascia fluviale del Po - tratto torinese); la Conferenza delle amministrazioni locali, eventualmente articolata per aree a carattere omogeneo, di ampiezza più limitata; un coordinamento di carattere amministrativo ed un coordinamento di carattere tecnico.

* Definizione delle strutture per la gestione di ambiti di particolare significato strategico per il raggiungimento degli obiettivi di Corona Verde.

* Coordinamento dei progetti e dei programmi di riqualificazione avviati nell’ambito del Progetto Corona Verde; coordinamento delle amministrazioni e degli Enti coinvolti, attraverso una puntuale e sistematica informazione e attraverso momenti di compartecipazione, valutazione dell’efficacia e dello sviluppo del Progetto.

* Creazione di momenti di sintesi e di confronto scientifico, attraverso l’organizzazione di Forum e di convegni nazionali e internazionali.

* Rapporto con altre iniziative e ad altri enti che stanno avviando e gestendo attività di conoscenza e di trasformazione sul territorio dell’area metropolitana torinese: Torino Internazionale, Torino 2006, Agenda XXI, Circuito Residenze Sabaude, Progetto AMT dell’Autorità di Bacino.

* Ricerca di procedure per l’adeguamento degli strumenti della pianificazione comunale e di settore con gli obiettivi, le strategie e le finalità del Progetto Corona Verde.

* Gestione del finanziamento a titolarità regionale, di cui alla Misura 3.1.b del DOCUP Ob. 2 (2000-2006) e coordinamento delle iniziative attivate in tale contesto con quelle sviluppate attraverso altre misure contenute nello stesso DOCUP (Misure 3.1.a, 3.2., 3.3. e 2.5).

* Ricerca di strumenti di co-finanziamento al fine di incrementare la realizzazione dei progetti promossi da Corona Verde.

* Definizione di Accordi di Programma tra i soggetti pubblici interessati al Progetto Corona Verde per l’attivazione, l’organizzazione ed il finanziamento delle strutture di coordinamento e di gestione.

AZIONI

Le azioni principali promosse dal Progetto Corona Verde sono le seguenti: riqualificazione ambientale e paesaggistica del territorio metropolitano; ricostituzione di assetti naturali e di habitat e corridoi ecologici; riqualificazione e ricostituzione di aree agricole e forestali; recupero delle aste e delle fasce fluviali; rinaturazione e manutenzione del territorio; potenziamento e qualificazione dell’attività degli Enti di gestione delle aree protette; recupero, integrazione e manutenzione dei sentieri e delle piste ciclabili.

Azioni a carattere territoriale:

* Creazione di progetti di fattibilità ed operativi e di quadri di riferimento per temi, ambiti e sub-ambiti specifici. I piani operativi si riferiscono a precisi orizzonti temporali e spaziali e determinano campi d’applicazione specifici, comportando processi attuativi graduali, scaglionati in funzione delle reali possibilità d’intervento.

* Predisposizione di riferimenti tipologico-progettuali relativi a determinati ambiti ed aree d’intervento, da concretizzarsi nella costruzione di abachi, di modelli progettuali ed esecutivi.

* Promozione di interventi di sensibilizzazione e informazione, volti a diffondere una maggiore e più corretta conoscenza del patrimonio naturale, paesaggistico e culturale delle aree inserite nel progetto.

* Integrazione del sistema dei trasporti dell’area metropolitana torinese, per rendere accessibile il territorio di Corona Verde con modalità di tipo “leggero”..

* Realizzazione di interventi finalizzati al miglioramento e potenziamento della fruizione ed alla costituzione di un anello continuo di servizi (completamento anello piste ciclabili, recupero e riapertura dei sentieri collinari, realizzazione aree attrezzate per il tempo libero, ecc.).

* Potenziamento delle strutture per l’ospitalità, rifunzionalizzando il patrimonio immobiliare esistente e creando strutture polifunzionali compatibili con l’ambiente.

* Riqualificazione e rifunzionalizzazione del patrimonio immobiliare di proprietà pubblica.

* Potenziamento, riqualificazione e riorganizzazione degli Enti di Gestione delle aree protette, favorendone la loro partecipazione consapevole all’interno del presente Progetto.

Azioni relative alle modalità di gestione del Progetto:

* Realizzazione di un insieme di studi finalizzati all’individuazione di punti critici e di aree strategiche sulle quali prioritariamente intervenire.

* Integrazione all’interno del Sistema delle Aree naturali protette degli ambiti territoriali costituenti connessioni ecologiche, individuati e riconosciuti come strategici, al fine di giungere ad un complessivo sistema di tutela, che comprenda gli elementi fondamentali della rete ecologica.

* Definizione di procedure e processi atti a garantire l’attuabilità degli interventi ed a consentire un rapido e snello processo di attuazione (espropri, acquisizione di aree, concessioni di aree demaniali, procedure di rilocalizzazione, aspetti ed elementi di carattere giuridico-legale, ecc.).

* Definizione delle procedure e degli strumenti funzionali al coordinamento del Progetto Corona Verde con gli altri strumenti della pianificazione e programmazione comunale, di comunità montana, provinciale, di settore e di bacino; alla verifica e valutazione della congruenza tra il Progetto Corona Verde e gli altri strumenti di pianificazione, con opzioni e politiche mirate a tutelarne gli obiettivi.

Tra le azioni principali, vi è l’attivazione di strutture transitorie di coordinamento del Progetto Corona Verde, articolata in:

* Comitato per la “Corona Verde”, con compiti di coordinamento delle iniziative, di armonizzazione, di confronto, di indirizzo e di vigilanza del progetto, la cui finalità generale è la sperimentazione di un processo di governance metropolitana, limitatamente alle finalità ed obiettivi del presente Progetto.

* Conferenza degli enti locali.

* Struttura amministrativa e di supporto alle istituzioni locali.

* Struttura operativa e tecnica e di supporto alle istituzioni locali, con funzioni di back office, all’interno della quale siano presenti competenze e professionalità in campo urbanistico, architettonico, legale e nei settori della comunicazione e dell’informazione e nel campo delle politiche di programmazione.

* Struttura per la definizione e la valutazione tecnico-scientifica del progetto (aspetti territoriali, ecologici, socio-economici, ecc.).

Considerato che l’eventuale ampliamento e/o istituzione di aree protette previsto ai punti precedenti debba comunque e preventivamente essere oggetto di verifiche e di consultazioni estese a tutti gli Enti locali interessati.

Delineato il quadro di riferimento programmatico e territoriale, gli obiettivi generali, le strategie e le azioni proprie del Progetto Corona Verde, al fine di avviare la sua attuazione nell’ambito delle prescrizioni della Scheda Tecnica di Misura e delle procedure previste dall’Allegato 3 “Disposizioni di attuazione”, la presente deliberazione definisce l’ambito territoriale di applicazione della Linea di intervento, i soggetti attuatori, le quote di finanziamento, le modalità di presentazione delle iniziative, la costituzione di un Gruppo tecnico di lavoro per la valutazione dei progetti e per il monitoraggio e la valutazione dei risultati, nonchè i criteri e le modalità di selezione delle iniziative.

Tutto ciò premesso;

la Giunta Regionale, unanime,

delibera

Di avviare le procedure attuative e gestionali del Progetto a Titolarità regionale “Sistema della Corona Verde” previsto dalla Linea di intervento 3.1b, della Misura 3.1 “Valorizzazione della programmazione integrata d’area”, dell’Asse 3 “Sviluppo locale e valorizzazione del territorio” prevista nell’ambito del Complemento di Programmazione del DOCUP Obiettivo 2 - (2000/2006) e finanziata con Euro 12.500.000,00.

L’applicazione della Misura 3.1b è attuabile nei territori dei seguenti Comuni inseriti nelle Zone Obiettivo 2:

Almese, Alpignano, Avigliana, Beinasco, Borgaro Torinese, Brandizzo, Bruino, Buttigliera Alta, Candiolo, Casalborgone, Caselette, Castagneto Po, Castiglione Torinese, Chivasso, Cinzano, Collegno, Druento, Foglizzo, Gassino Torinese, Givoletto, Grugliasco, La Loggia, Leinì, Moncalieri (l’intero territorio comunale con esclusione dell’area collinare residenziale confinante con i comuni di Torino, Pecetto, Trofarello, il fiume Po, e delimitata da strada Moriondo, strada Revigliasco, via Cavour, Stazione ferroviaria), Montanaro, Nichelino, Orbassano, Pecetto Torinese, Pianezza, Piobesi Torinese, Piossasco, Reano, Rivalba, Rivalta di Torino, Rivoli, Rosta, San Benigno Canavese, Sangano, San Gillio, San Mauro Torinese, San Raffaele Cimena, San Sebastiano da Po, Sant’Ambrogio di Torino, Sciolze, Settimo Torinese, Torino (quattro quartieri: Mirafiori Sud, Rebaudengo-Falchera-Villaretto, Madonna di Campagna-Lanzo, Regio Parco-Barca-Bertolla), Trana, Trofarello, Val della Torre, Venaria Reale, Villarbasse, Villar Dora, Vinovo, Volpiano.

I soggetti destinatari attuatori della Misura 3.1b sono la Regione Piemonte, la Provincia di Torino, i Comuni elencati al paragrafo precedente, gli Enti di Gestione delle Aree protette e gli Enti pubblici con competenza sui territori in Zona Obiettivo 2 dei Comuni precedentemente elencati.

Sulla scorta del complesso delle indicazioni e delle valutazioni emergenti dall’insieme degli elementi costituenti ed integranti le premesse del presente atto ed a specificazione di quanto indicato dalla Scheda tecnica della Misura 3.1b, sono ammissibili al finanziamento i seguenti interventi e progettazioni:

1 Interventi di sensibilizzazione, promozionali ed educativi, volti a diffondere una maggiore e più corretta conoscenza del patrimonio naturale, paesaggistico e culturale delle aree inserite nel Progetto. Detti interventi, da svilupparsi nell’arco degli anni di validità del DOCUP, con un insieme di strumenti e materiali diversi, è promosso e attuato dalla Regione Piemonte.

2 La ricostruzione della rete ecologica attraverso un complesso di misure, così definite:

a) ampliamento e/o istituzione di nuove aree protette: Per l’attuazione del Progetto appare opportuno procedere - ampliando o istituendo nuove aree protette - al completamento di una rete ecologica e di un sistema di tutela dell’intera area metropolitana. Detta rete e detto sistema hanno il compito precipuo di garantire, conservare, tutelare o ricostituire le principali reti di connessione ecologica ed incrementarne le caratteristiche di biodiversità presenti, ed insieme tutelare le principali emergenze ambientali, storico-culturali e documentarie dell’area del Progetto. La rete ed il sistema poggiano sui seguenti elementi morfologici, ecosistemici e storico-culturali: le aree protette regionali esistenti; le aree protette d’interesse provinciale in corso di realizzazione; i biotopi ed i siti di interesse comunitario, i principali corridoi ecologici fluviali dell’area metropolitana (oltre al fiume Po, i torrenti Chisola, Sangone, Dora Riparia, Stura di Lanzo, Malone, Orco, Tepice, Banna); i sistemi morfologici della collina morenica di Rivoli e del sistema collinare torinese, le aree di connessione tra le aree precedentemente indicate (in particolare: le connessioni Dora Riparia - Parco della Mandria; sistema collinare torinese-fascia fluviale del Po; Vauda-fascia fluviale della Stura di Lanzo; fascia fluviale del Sangone-Parco naturale della palazzina di caccia di Stupinigi). I provvedimenti istitutivi sono di competenza della Regione Piemonte. Limitatamente alle aree che ricadono all’interno dell’obiettivo 2, i provvedimenti istitutivi possono prevedere finanziamenti finalizzati alla ricostruzione e qualificazione delle connessioni fisiche all’interno dei territori protetti di nuova istituzione e/o configurabili come ampliamento di aree protette esistenti. Detti finanziamenti possono essere erogati a favore degli Enti di Gestione delle aree protette o alle amministrazioni comunali, singole o associate, competenti per territorio.

L’ampliamento e/o l’istituzione di aree protette è comunque e preventivamente oggetto di verifiche e di consultazioni estese a tutti gli Enti locali interessati.

b) Progettazioni ed interventi individuati e promossi dalle amministrazioni comunali, dagli Enti di Gestione delle aree protette e da altri Enti pubblici, finalizzati alla ricostruzione della rete ecologica dell’area metropolitana torinese ed all’incremento della sua qualità ambientale, alla sua riqualificazione paesaggistica e di recupero naturalistico anche attraverso l’incentivazione ed il recupero delle attività agricole che ricadano all’interno delle aree indicate al precedente punto a) ed all’interno dell’obiettivo 2.

c) Interventi connessi con la salvaguardia, la riqualificazione e la bonifica di un complesso di aree la cui conservazione come aree non edificate ed infrastrutturate assume rilievo strategico all’interno dell’area metropolitana, in quanto aree che, attualmente, rappresentano un’interruzione del tessuto urbanizzato complessivo. Si tratta, da un lato, di aree in cui è ancora presente l’attività agricola, dall’altro di aree considerate marginali e residuali, e pertanto interessate da diffusi fenomeni di degrado ambientale e percettivo e caratterizzate da un senso di fragilità, precarietà, anomia e banalità. In alcuni casi ricadono (come nel caso delle fasce fluviali, ad esempio) nelle aree di cui ai punti precedenti. Si tratta, inoltre, di aree collocate maggiormente a ridosso della conurbazione torinese e lungo la tangenziale e le principali viabilità di accesso esistenti (oltre alla tangenziale, il sistema autostradale, le linee ferroviarie, le grandi strade statali e provinciali) o in progetto (quali la linea ad Alta Capacità). Si individuano (con un elenco da non intendersi come esaustivo) le aree “libere” comprese tra Torino,Rivoli e Grugliasco e tra Grugliasco ed il cimitero di Torino-Sud; le aree collocate a nord (Villaretto-Venaria-Settimo-Borgaro-Brandizzo), le aree tra Collegno (zona di Savonera) e la Mandria. Le amministrazioni comunali sono invitate a presentare progetti volti alla conservazione e riqualificazioni degli aspetti naturalistici e ecologici e paesaggistici di queste aree. Detti progetti ed interventi devono essere in grado di garantire la conservazione, nel tempo, di destinazioni ecocompatibili di queste aree e la loro manutenzione (rispetto agli obiettivi di ricostruzione delle rete ecologica e di incremento della qualità ambientale delle stesse).

d) La riqualificazione paesaggistica e percettiva dei principali punti di visibilità dell’area metropolitana torinese. Si individuano (anche in questo caso, senza carattere di esaustività) alcuni nodi dell’area oggetto del Progetto Corona Verde che rappresentano puntuali e macroscopiche situazioni di degrado, aggravate dal loro essere collocate in punti oggetto di particolare visibilità, spesso lungo assi strategici di penetrazione all’interno dell’area metropolitana e/o in prossimità di elementi di particolare pregio storico-architettonico: area del ponte sullo Stura lunga la tangenziale torinese; connessione corso del torrente Sangone ed accesso alla palazzina di caccia di Stupinigi; area degradata da orti urbani sopraelevati lungo la tangenziale nei pressi dell’uscita di Stupinigi, insediamenti industriali con elevato impatto paesistico e percettivo rispetto al complesso di Sant’Antonio di Ranverso; l’area popolarmente definita come “Orco-beach”, ovvero la confluenza Orco-Malone-Po, oggetto di un pesante (e spesso disordinato e devastante) afflusso nel periodo primaverile ed estivo e, nel contempo, inserita all’interno di una Riserva Naturale speciale e nell’elenco dei biotopi.

Le aree di cui al presente elenco - punti 2a), 2b), 2c), 2d) - costituiscono uno dei settori privilegiati all’interno dei quali trovano allocazione le risorse previste dalla Misura.

3 La rimozione degli elementi di criticità (individuati in precedenza all’interno della presente deliberazione), con particolare riferimento al degrado ambientale e paesistico a carattere “diffuso”, e spesso con carattere abusivo, soprattutto qualora questo abbia trovato spazio all’interno di aree a carattere pubblico (quali le aree demaniali, le aree ad uso civico, le aree di proprietà comunale, le fasce fluviali individuate alle lettere A e B della pianificazione di bacino). In particolare, rispetto alla problematica degli “orti urbani”, la Misura mette a disposizione delle amministrazioni comunali interessate, dei soggetti gestori di aree protette e di eventuali altri enti interessati per competenza (quali l’Agenzia interregionale per il fiume Po) somme per l’allontanamento dei manufatti abusivi realizzati e la loro messa a discarica, per la rimozione degli orti (laddove realizzati in aree di proprietà pubblica), il reperimento e l’acquisizione di aree, la progettazione e la realizzazione di orti urbani regolamentati in aree appositamente individuate all’interno della strumentazione urbanistica locale e/o territoriale (con carattere di contestuale sostituzione degli orti abusivi o collocati in zone improprie, preventivamente e puntualmente individuati).

4 La regolamentazione, compatibilizzazione e/o rimozione della cartellonistica pubblicitaria, attraverso la predisposizione di appositi regolamenti in connessione con la pianificazione ed i regolamenti comunali e/o provinciali (o le normative, i Piani d’area ed i regolamenti di utilizzo e fruizione delle aree protette). In particolare .al fine del raggiungimento della riqualificazione paesaggistica, la Misura prevede di finanziare la rimozione della cartellonistica stradale lungo i principali assi di viabilità dell’area interessata dal Progetto Corona Verde, con particolare e prioritario interesse per le aree di maggiore pregio naturalistico e paesaggistico, individuando in questo fenomeno una delle principali o diffuse cause di degrado dell’area stessa.

5 Il sistema delle rete ciclabile e ciclopedonale dell’area metropolitana. In riferimento agli interventi connessi con il miglioramento ed il potenziamento della fruizione dell’area della Corona Verde, ed in connessione con le infrastrutture esistenti, in corso di realizzazione e in progetto da parte della amministrazione provinciale dei Torino, delle amministrazioni comunali e degli Enti di Gestione delle aree protette. La Misura concorre a definire un quadro organico - sotto il profilo progettuale, degli standard e della qualità degli interventi e del servizio complessivo - che individui, progetti e realizzi un complessivo e qualificato sistema di piste ciclabili e percorsi pedonali dell’area interessata dal Progetto Corona Verde.

6 Favorire la proposta e la progettazione di interventi “modello” e con forte valenza ed accezione simbolica, caratterizzati da forti elementi di “novità” ed innovazione, ed il loro successivo finanziamento. Interventi “modello” capaci di mettere in moto e promuovere processi di trasformazione “di lunga durata”, capaci di indurre trasformazioni “a catena” sul territorio e processi di sviluppo economico-sociale, capaci di costruire un’identità specifica del Progetto Corona Verde, in grado di influenzare le successive fasi di attuazione del processo e garantire la qualità degli interventi.

Per il conseguimento degli obiettivi e la realizzazione degli interventi di cui ai precedenti punti 2a), 2b), 2c), 2d), è possibile il finanziamento dell’acquisizione (in tutto o in parte), da parte dei soggetti destinatari attuatori dell’intervento, di aree, purché sia dimostrabile la loro necessità all’interno delle strategie complessive di tutela e di riqualificazione.

I principali criteri di valutazione della progettazione e degli interventi ammissibili al finanziamento sono, inoltre, i seguenti:

- Strategicità rispetto agli obiettivi del progetto Corona Verde;

- Iniziative che integrano e completano altre progettualità;

- Interventi esemplari con riferimento alle azioni sopradescritte;

- Interventi di manutenzione capillare per una riqualificazione urbana, finalizzati anche alla creazione di nuovi posti di lavoro e nuovo sviluppo economico;

- Iniziative che valorizzano aspetti multifunzionali dell’agricoltura;

- Iniziative che si ricollegano alle Aree protette esistenti o previste, nel quadro del completamento della rete ecologica dell’area metropolitana torinese e del Progetto Corona Verde.

Sono inoltre elementi di valutazione dell’ammissibilità al finanziamento i seguenti aspetti connessi alla progettazione ed alla attuazione delle iniziative: cantierabilità, garanzie sui tempi di attuazione, costi, impegno al cofinanziamento, proprietà e/o disponibilità delle aree oggetto delle iniziative, impegni per l’esecuzione degli interventi di gestione, manutenzione e monitoraggio successivi alla attuazione delle iniziative finanziate.

La percentuale di finanziamento a carico del DOCUP Ob. 2 (2000-2006) per interventi e progettazioni proposti dagli Enti locali è stabilita, di norma, al 60% delle spese ammissibili; tale percentuale può essere elevata fino al massimo dell’80% per iniziative di particolare importanza strategica per il raggiungimento degli obiettivi del Progetto Corona Verde. In particolari casi, potrà essere stabilita in sede di concertazione l’attribuzione di un finanziamento inferiore al 60% compatibilmente con la effettiva disponibilità e capacità del soggetto attuatore a cofinanziare la maggiore spesa residua su di esso gravante. Le iniziative promosse dalla Regione Piemonte e dagli Enti di gestione delle Aree protette regionali sono finanziabili fino al 100% della spesa ammissibile.

Le spese di progettazione e tecniche sono fin d’ora ammesse nella misura massima del 10% del costo complessivo delle iniziative.

L’ammissibilità delle spese sarà valutata comunque anche in ordine alle disposizioni del Regolamento (CE) n. 1685/2000 del 28 luglio 2000 della Commissione.

Il soggetto attuatore deve garantire la copertura integrale della spesa residua; a tal fine la Regione Piemonte richiederà apposito atto deliberativo di impegno al cofinanziamento.

Per l’attuazione della Misura i soggetti attuatori interessati dovranno presentare una Manifestazione di interesse a seguito della pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte del relativo Avviso pubblico.

La Regione Piemonte, per l’esame e la valutazione delle Manifestazioni di interesse e dei progetti ai fini della ammissione (totale o parziale) al finanziamento, nonché per il monitoraggio e la valutazione dell’andamento dell’attuazione degli interventi, costituisce un Gruppo tecnico di lavoro composto da funzionari delle strutture regionali interessate (Settore Pianificazione Aree protette, Direzione Industria, Direzione Turismo-Sport-Parchi, Direzione Territorio rurale, Direzione Beni culturali), eventualmente integrata da esperti esterni alla amministrazione.

Le procedure amministrative e le modalità di attuazione, monitoraggio e valutazione delle iniziative finanziate, saranno definite con apposito atto amministrativo del Dirigente del Settore Pianificazione Aree protette con riferimento a quanto stabilito dall’Allegato 3 “Disposizioni di attuazione” per i progetti a Titolarità regionale del Complemento di Programmazione.

La definizione e lo sviluppo delle singole iniziative, nonché la precisazione di ogni altro adempimento organizzativo e gestionale conseguente e necessario a garantire il loro ottimale svolgimento, sarà oggetto di specifiche convenzioni la cui redazione e stipula è demandata al Dirigente del Settore pianificazione Aree protette.

Il raggiungimento degli obiettivi e lo sviluppo delle progettualità di Corona Verde richiedono una forte interconnessione e coordinamento delle attività delle varie istituzioni interessate che può essere raggiunto attraverso la definizione di un modello gestionale che garantisca regole e procedure comuni e condivise, partecipazione, informazione e comunicazione, ecc. A tal fine la Giunta Regionale provvederà con successivi atti ed a seguito di confronti con le altre istituzioni interessate ad attivare le procedure per la costituzione di una struttura di coordinamento e di gestione con il compito di sperimentare un processo di governance metropolitana, limitatamente alle finalità ed agli obiettivi di Corona Verde.

La presente deliberazione sarà pubblicata, in forma integrale, sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell’articolo 65 dello Statuto e dell’art. 14 del D.P.G.R. n. 8/R/2002.

(omissis)