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Bollettino Ufficiale n. 18 del 30 / 04 / 2003
Autorità di bacino del fiume Po - Parma
Atti del Comitato Istituzionale - Seduta del 25 febbraio 2003 - Deliberazione n.2/2003- adozione del Piano stralcio di integrazione al Piano per lAssetto Idrogeologico (PAI) - Fiume Po da confluenza Dora Baltea a confluenza Sesia in Regione Piemonte (nodo idraulico di Casale Monferrato)
IL COMITATO ISTITUZIONALE
VISTO:
- la legge 18 maggio 1989, n.183, recante Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo e successive modifiche ed integrazioni;
- in particolare, lart.17 della suddetta legge, relativo a valore, finalità e contenuti del piano di bacino;
- il DPCM 10 agosto 1989, recante Costituzione dellautorità di bacino del fiume Po;
- il Decreto legge 11 giugno 1998, n.180, recante Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 1998, n.267, e successive modifiche ed integrazioni;
- in particolare, lart.1 della suddetta normativa, relativo a Piani stralcio per la tutela dal rischio idrogeologico e misure di prevenzione per le aree a rischio;
- Il DPCM 24 luglio 1998, recante Approvazione del Piano Stralcio delle Fasce Fluviali;
- il DPCM 29 settembre 1998, recante Atto di indirizzo e coordinamento per lindividuazione dei criteri relativi agli adempimenti di cui allart.1, commi 1 e 2, del decreto - legge 11 giugno 1998, n.180 ;
- il Decreto legge 12 ottobre 2000, n.279, recante Interventi urgenti per le aree a rischio idrogeologico molto elevato e in materia di protezione civile, nonché a favore di zone colpite da calamità naturali, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 dicembre 2000, n.365;
- in particolare, lart.1, comma 1bis della suddetta normativa, relativo a Procedura per ladozione dei progetti di piani stralcio;
RICHIAMATE:
- la propria Deliberazione n.19 del 9 novembre 1995, con cui questo Comitato ha approvato il Programma di redazione del Piano di bacino del Po per stralci relativi a settori funzionali;
- la propria Deliberazione n.26 dell11 dicembre 1997, con cui questo Comitato ha adottato il Piano Stralcio delle Fasce Fluviali, in attuazione della deliberazione del Comitato Istituzionale n.19 del 9 novembre 1995";
- la propria Deliberazione n.1 dell11 maggio 1999, con cui questo Comitato ha adottato il Progetto di Piano stralcio per lAssetto Idrogeologico;
- la propria Deliberazione n.14 del 26 ottobre 1999, con cui questo Comitato ha adottato il Piano Straordinario per le aree a rischio idrogeologico molto elevato e adozione delle misure di salvaguardia per le aree perimetrate;
- la propria Deliberazione n.18 del 26 aprile 2001, con cui questo Comitato ha adottato il Piano stralcio per lassetto idrogeologico per il bacino idrografico di rilievo nazionale del fiume Po;
- la propria Deliberazione n.19 del 26 aprile 2001, con cui questo Comitato ha adottato il Progetto di Piano stralcio di integrazione al Piano per lAssetto Idrogeologico (PAI) adottato ai sensi dellart.18 della legge 183/1989 (integrazione n. 1: nodo idraulico di Ivrea, Po piemontese da confluenza Sangone a confluenza Tanaro, Po lombardo da S. Cipriano Po ad Arena Po);
PREMESSO CHE:
- il territorio del bacino del fiume Po costituisce un bacino idrografico di rilievo nazionale, ai sensi e per gli effetti dellart.14 della legge 18 maggio 1989, n.183;
- con DPCM 10 agosto 1989 è stata costituita lAutorità di bacino del fiume Po;
- lart.17 della citata legge 18 maggio 1989, n.183 - come modificato dallart.12 del decreto legge 5 ottobre 1993, n.398, convertito in legge 4 dicembre 1993, n.493 - prevede, al comma 6ter, che i piani di bacino idrografico possano essere redatti ed approvati anche per sottobacini o per stralci relativi a settori funzionali, che devono costituire fasi interrelate rispetto ai contenuti del comma 3 dello stesso articolo, garantendo al considerazione sistemica del territorio e disponendo le opportune misure inibitorie e cautelative in relazione agli aspetti non ancora compiutamente disciplinati;
- in attuazione del menzionato art.17, comma 6ter della legge 183/1989, questo Comitato, con propria Deliberazione n.19 del 9 novembre 1995, ha approvato un programma di redazione del piano di bacino del fiume Po per stralci relativi a settori funzionali individuando, tra laltro, lesigenza di adottare il piano stralcio relativo allassetto idrogeologico, in relazione allo stato di avanzamento delle analisi propedeutiche alla redazione del piano di bacino ed alle priorità connesse alla necessità di difesa del suolo, determinatesi anche in conseguenza ai gravi eventi alluvionali degli ultimi anni;
- con DPCM 24 luglio 1998 è stato approvato il Piano Stralcio delle Fasce Fluviali (di seguito PSFF), il quale ha delimitato e normato le fasce fluviali relative ai corsi dacqua del sottobacino del Po chiuso alla confluenza del fiume Tanaro, dallasta del Po fino al Delta, e degli affluenti emiliani e lombardi limitatamente ai tratti arginati;
- lart.1, comma 1 del Decreto legge 11 giugno 1998, n.180, convertito in legge 3 agosto 1998, n.267 dispone che le Autorità di bacino di rilievo nazionale adottino Piani Stralcio di bacino per lAssetto Idrogeologico, redatti ai sensi del comma 6ter dellart.17 della legge 18 maggio 1989, n.183 e successive modificazioni, che contengano in particolare lindividuazione delle aree a rischio idrogeologico e la perimetrazione delle aree da sottoporre a misure di salvaguardia, nonché le misure medesime;
- con Deliberazione n.1 dell11 maggio 1999, questo Comitato Istituzionale ha adottato, ai sensi dellart.18 comma 1 della legge 183/1989, il Progetto di Piano Stralcio per lAssetto Idrogeologico (di seguito brevemente denominato Progetto di PAI). Lambito territoriale di riferimento di tale Progetto di Piano è costituito dallintero bacino idrografico del fiume Po chiuso allincile del Po di Goro, ad esclusione del Delta;
- con propria Deliberazione n.18 del 26 aprile 2001 questo Comitato ha adottato il Piano Stralcio per lAssetto Idrogeologico (di seguito brevemente definito PAI) quale stralcio del Piano di bacino del fiume Po ai sensi dellart.17, comma 6ter della citata legge 183/1989, come modificato dallart.12 del Decreto legge 5 ottobre 1993, n.398, convertito in legge 4 dicembre 1993, n.493;
- il suddetto PAI è stato approvato con DPCM 24 maggio 2001;
CONSIDERATO CHE:
- nellautunno dellanno 2000, mentre era in corso la procedura per ladozione definitiva del PAI, lambito fluviale di riferimento di detto Piano stralcio è stato colpito da eventi alluvionali di particolare gravità;
- in conseguenza dei suddetti eventi alluvionali, sono state individuate alcune particolari situazioni di criticità (nodi idraulici critici) in relazione alle quali è emersa la necessità di svolgere ulteriori attività di approfondimento e di analisi, allo scopo di consentire una delimitazione di maggiore precisione delle fasce fluviali ed una più puntuale individuazione delle linee di intervento strutturali. Tra i suddetti nodi idraulici critici rientra anche quello relativo al tratto di fiume Po da confluenza Dora Baltea a confluenza Tanaro (nodo idraulico di Casale);
- con la legge di conversione del DL 12 ottobre 2001, n.279 (legge 11 dicembre 2001, n.365) è stato introdotto lart.1bis di tale Decreto, in base al quale il termine perentorio per ladozione del PAI (originariamente fissato al 30 giugno 2001 dal DL n.180/1998) è stato anticipato al 30 aprile 2001;
- in considerazione della necessità di contemperare le esigenze di approfondimento emerse in relazione ai citati nodi idraulici critici con il doveroso rispetto della suddetta anticipazione del termine per ladozione del Piano, lAutorità di bacino ha stabilito di procedere alladozione del PAI e, contemporaneamente, di adottare un apposito Progetto di integrazione al PAI medesimo, da adottarsi con le procedure di cui allart.18 della legge 18 maggio 1989, n.183 ed allart.1bis del DL 12 ottobre 2000, n.279, convertito, con modificazioni, nella legge 11 dicembre 2000, n.365;
- in relazione ai suddetti nodi idraulici critici, lAutorità di bacino del fiume Po ha pertanto proceduto ad elaborare un apposito Progetto di integrazione, tramite il quale, sulla scorta di alcune attività di approfondimento specifiche, è stata individuata una delimitazione di maggior precisione delle fasce fluviali ed una più puntuale individuazione delle linee di intervento strutturale in corrispondenza dei menzionati nodi idraulici critici;
- per quanto riguarda, in particolare, il nodo idraulico di Casale, il Progetto è stato sviluppato sulla scorta degli elementi conoscitivi derivanti dallo studio realizzato da questa Autorità di bacino sul tratto di fiume Po da confluenza Dora Baltea a confluenza Tanaro, intitolato Verifica ed eventuale aggiornamento degli studi e della progettazione di fattibilità della sistemazione idraulica con particolare riguardo alla criticità rappresentata dal nodo di Casale;
- il Progetto di integrazione è stato successivamente presentato al Comitato Tecnico per lespressione del parere di competenza nella seduta del 19 aprile 2001;
- nel corso della seduta del 26 aprile 2001, contestualmente alladozione del PAI, in considerazione delle criticità idrauliche rilevate a seguito dellevento alluvionale dellautunno 2000, questo Comitato Istituzionale ha altresì adottato il Progetto di Piano stralcio di integrazione al Piano per lAssetto Idrogeologico (PAI) adottato ai sensi dellart.18 della legge 183/1989 (integrazione n. 1: nodo idraulico di Ivrea, Po piemontese da confluenza Sangone a confluenza Tanaro, Po lombardo da S. Cipriano Po ad Arena Po) (deliberazione n.19/2001);
- in data 6 dicembre 2002 si è svolta la Conferenza Programmatica sul Progetto di integrazione relativamente al tratto del fiume Po compreso tra confluenza Dora Baltea e confluenza Tanaro, ai sensi dellart.1bis della legge 365/2000. Nel corso della seduta, la Regione Piemonte ha illustrato i contenuti del proprio parere sul Progetto (D.G.R. n. 109 - 7871) e sulle osservazioni pervenute ai sensi dellart.18 della legge 183/89;
- la Conferenza Programmatica si è conclusa con lespressione di un parere favorevole sul Progetto di Piano, nonché sulle modifiche ed integrazioni allo stesso derivanti dal parere espresso dalla Regione Piemonte e riguardanti, in particolare, la delimitazione delle fasce fluviali e lindividuazione di aree di laminazione;
- la stessa Regione ha altresì proposto linserimento di unarea a rischio idrogeologico molto elevato in Comune di Verrua Savoia, in corrispondenza del territorio della Fascia C delimitato con segno grafico indicato come limite di progetto tra la Fascia B e la Fascia C nelle tavole grafiche del PAI;
- ai sensi dellart.49 delle Norme Tecniche di Attuazione del PAI, la suddetta area risulta classificabile come Zona B - Pr e, pertanto, potenzialmente interessata da inondazioni per eventi di piena con tempo di ritorno inferiore o uguale a 50 anni;
- tra gli interventi necessari per la mitigazione delle condizioni di rischio idraulico in corrispondenza del Comune di Trino Vercellese è prevista la demolizione della traversa di derivazione una volta che lattuale concessionario abbia rinunciato alla concessione medesima;
- sulla base degli esiti della Conferenza programmatica, si ritiene altresì opportuno effettuare nella Cartografia di Piano una prima ricognizione di edifici e manufatti comunque esposti a fenomeni di esondazione per la piena di riferimento sulla base dellassetto di progetto del Nodo;
- in conseguenza dello svolgimento della procedura disciplinata dal combinato disposto degli art.18, commi 1-10 della legge 183/1989 e dellart.1bis del decreto - legge 12 ottobre 2000, n.279, convertito con modificazioni dalla legge 11 dicembre 2000, n.365, si rende necessaria, da parte di questo Comitato, ladozione definitiva del Piano stralcio di Integrazione al PAI, allegato alla presente Deliberazione;
ACQUISITO
- il parere favorevole relativo al Piano di integrazione allegato alla presente Deliberazione espresso da parte del Comitato tecnico nella seduta del 20 febbraio 2003;
RITENUTO
pertanto di procedere alladozione dellallegato Piano stralcio di Integrazione al Piano per lAssetto Idrogeologico (PAI) - Fiume Po da confluenza Dora Baltea a confluenza Sesia in Regione Piemonte (Nodo Idraulico di Casale Monferrato)
per quanto sopra visto, richiamato, premesso, considerato e ritenuto, questo Comitato Istituzionale
DELIBERA
ART.1
E adottato, ai sensi dellart.18, comma 10 della legge 18 maggio 1989, n,183, il Piano stralcio di Integrazione al Piano per lAssetto Idrogeologico (PAI) - Fiume Po da confluenza Dora Baltea a confluenza Sesia in Regione Piemonte (Nodo Idraulico di Casale Monferrato) (di seguito definito brevemente Piano di Integrazione), il quale è allegato alla presente Deliberazione come parte integrante e costitutiva della stessa.
Il Piano di cui al primo comma si compone dei seguenti elaborati:
4. Relazione tecnica;
5. Delimitazione delle fasce fluviali sul fiume Po da Dora Baltea a Sesia in Regione Piemonte;
6. Cartografia di perimetrazione di unarea classificata come Zona B - Pr (area a rischio idrogeologico molto elevato ai sensi dellart.49 delle NTA del PAI) in Comune di Verrua Savoia.
ART.2
Lelaborato 3 del Piano di Integrazione, adottato ai sensi dellarticolo precedente, costituisce integrazione dellAllegato 4.1 dellElaborato 2 del PAI (Atlante dei rischi idraulici e idrogeologici - inventario dei centri abitati montani esposti a pericolo).
Dal giorno successivo alla pubblicazione della presente Deliberazione sulla Gazzetta Ufficiale e fino allentrata in vigore del DPCM di approvazione del citato Piano di Integrazione e, comunque, per un periodo non superiore a tre anni, larea perimetrata come Zona B - Pr nel suddetto elaborato 3 è sottoposta a misure temporanee di salvaguardia, ai sensi dellart.17, comma 6bis della legge 18 maggio 1989, n.183, limitatamente alle prescrizioni contenute nel Titolo IV delle Norme Tecniche di Attuazione del PAI.
ART.3
Con riguardo ai territori perimetrati come aree di laminazione nellelaborato 2, recante Delimitazione delle fasce fluviali sul fiume Po da Dora Baltea a Sesia in Regione Piemonte, lAutorità di bacino del fiume Po è tenuta a svolgere uno studio di fattibilità degli interventi di sistemazione idraulica, il quale, in particolare, definisca nel dettaglio progettuale la fattibilità delle nuove aree di laminazione.
Ai fini della conservazione del suolo, della tutela dellambiente e della prevenzione contro presumibili effetti dannosi di interventi antropici, fino allapprovazione di una variante di Piano conseguente agli approfondimenti di cui al comma precedente e, comunque, per un periodo non superiore a tre anni, decorrenti dalla data di pubblicazione del DPCM di approvazione della presente Deliberazione sulla Gazzetta ufficiale, alle aree di cui al comma precedente si applicano le disposizioni di cui alle Norme Tecniche di Attuazione del PAI relative alla Fascia A.
ART.4
Dal giorno successivo alla pubblicazione della presente Deliberazione sulla Gazzetta Ufficiale e fino allentrata in vigore del DPCM di approvazione del Piano di Integrazione e, comunque, per un periodo non superiore a tre anni, le aree di cui allarticolo precedente sono altresì sottoposte a misure temporanee di salvaguardia, ai sensi dellart.17, comma 6bis della legge 18 maggio 1989, n.183, di contenuto analogo alle disposizioni di cui al precedente articolo 3.
ART.5
I Comuni, in sede di adeguamento degli strumenti urbanistici al presente Piano di Integrazione al P.A.I., procedono ad una valutazione alla scala locale, in relazione agli usi in atto, delle effettive condizioni di rischio dei manufatti, degli edifici e delle infrastrutture ubicati nelle Fasce fluviali, anche sulla base di una prima ricognizione effettuata sulla Cartografia di Piano, e individuano adeguate misure non strutturali di mitigazione, ivi comprese quelle di cui allart.40 delle Norme Tecniche di Attuazione del PAI.
ART.6
Lallegato Piano di Integrazione al PAI è attuato attraverso appositi Programmi triennali di intervento, ai sensi degli articoli 21 ss. della legge 18 maggio 1989, n.183.
I Programmi di cui al comma precedente sono redatti tenendo conto degli indirizzi e delle finalità di cui alla Variante medesima.
Al fine di coordinare la progettazione e realizzazione degli interventi di sistemazione idraulica e quelli di adeguamento delle infrastrutture interferenti, il Segretario Generale dellAutorità di bacino istituisce un Comitato per il coordinamento degli interventi del nodo critico di Casale Monferrato, di cui fanno parte, oltre alla stessa Autorità di bacino del fiume Po, lAIPO, la Regione Piemonte, le Province territorialmente interessate e tutti gli ulteriori soggetti proprietari delle infrastrutture interferenti o delegati alla progettazione e realizzazione degli interventi strutturali di sistemazione idraulica del nodo.
Con latto istitutivo del Comitato sono definite le attività di coordinamento di competenza del Comitato medesimo e le modalità relative al loro svolgimento.
ART.7
Le Amministrazioni competenti ai sensi di legge definiscono le modalità e i tempi necessari per il ripristino dellalveo e delle sponde demaniali, compresa la demolizione della traversa di derivazione in Comune di Trino Vercellese, a seguito della rinuncia della concessione da parte dellattuale titolare della stessa.
ART.8
La presente Deliberazione sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana e sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte.
Il Presidente
Altero Matteoli
Il Segretario Generale
Michele Presbitero