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Bollettino Ufficiale n. 14 del 3 / 04 / 2003

Deliberazione della Giunta Regionale 3 marzo 2003, n. 17-8561

Attuazione del Programma Interregionale per il miglioramento qualitativo delle produzioni agricole: “Controllo dei residui dei prodotti fitosanitari finalizzato alla razionalizzazione delle tecniche di difesa delle colture” - Approvazione delle linee guida 2003-2005

(omissis)

LA GIUNTA REGIONALE

a voti unanimi ...

delibera

- di approvare, nell’ambito del Programma Interregionale per il miglioramento qualitativo delle produzioni agricole, le linee guida 2003-2005 “Controllo dei residui di prodotti fitosanitari finalizzato alla razionalizzazione delle tecniche di difesa delle colture”, allegate alla presente deliberazione per farne parte integrante;

- di autorizzare la Direzione Regionale 12 ad assumere gli impegni di spesa e a provvedere con determinazioni dirigenziali all’individuazione dei soggetti cui affidare l’esecuzione delle attività descritte nelle linee guida e all’approvazione degli atti esecutivi necessari;

- di effettuare gli impegni di spesa nell’esercizio finanziario 2003 mediante determinazioni sugli accantonamenti che saranno disposti sullo stanziamento del capitolo 12996/2003 UPB 12031, sul quale verranno reimpostate le economie dello stanziamento dei capitoli 12995/2001 e 12996/2002 ammontanti complessivamente ad Euro 489.601,14.

La presente deliberazione sarà pubblicata sul B.U. della Regione Piemonte ai sensi dell’articolo 65 dello Statuto e dell’art. 14 del D.P.G.R. n. 8/R/2002.

(omissis)

Allegato (fare riferimento al file PDF)

REGIONE PIEMONTE
ASSESSORATO AMBIENTE, AGRICOLTURA
E QUALITÀ SETTORE FITOSANITARIO

PROGRAMMA INTERREGIONALE COFINANZIATO PER IL MIGLIORAMENTO QUALITATIVO DELLE PRODUZIONI AGRICOLE

“CONTROLLO DEI RESIDUI DI PRODOTTI FITOSANITARI FINALIZZATO ALLA RAZIONALIZZAZIONE DELLE TECNICHE DI DIFESA DELLE COLTURE”

Linee guida 2003-2005

1. PREMESSA

Negli anni 1998 e 1999 la Regione Piemonte ha partecipato alla campagna di monitoraggio dei residui di fitofarmaci su prodotti ortofrutticoli nell’ambito del Programma Interregionale Cofinanziato (PIC) “Agricoltura e qualità - Misura 2: controllo dell’impiego dei fitofarmaci in agricoltura”, il cui obiettivo primario è stato il rilevamento di dati sul rischio di residui dei fitofarmaci più utilizzati sulle varie colture, al fine di acquisire, in un’ottica preventiva, elementi sulla base dei quali migliorare le metodologie di lotta antiparassitaria.

Nelle annate 2000-2002 l’attività di monitoraggio è proseguita con fondi regionali, seguendo comunque i criteri metodologici e gli obiettivi già definiti negli anni precedenti nell’ambito del PIC; le analisi hanno riguardato i residui di fitofarmaci su melo, pero, pesco, fragola, pomodoro, vite e i suoi prodotti di trasformazione.

L’esigenza di migliorare la qualità dell’assistenza tecnica comporta la conoscenza precisa delle conseguenze delle linee di difesa proposte agli agricoltori relativamente ai residui dei fitofarmaci sulle derrate e nell’ambiente. Questo anche in considerazione dell’elevato livello di adesione delle aziende agricole piemontesi alle misure agroambientali previste dall’impegno A1 del Reg. CEE 2078/92 e dall’azione F1 del Reg. (CE) 1257/99.

Dopo alcuni anni di attuazione dei suddetti Regolamenti, è particolarmente vivo l’interesse di proseguire nella verifica di alcuni indicatori oggettivi per accertare l’efficacia degli stessi ai fini del miglioramento delle caratteristiche igienico-sanitarie delle produzioni ortofrutticole e della riduzione dell’impatto ambientale.

2. OBIETTIVI

Il presente Programma regionale, inserito nel più ampio ambito del Programma Interregionale per il miglioramento qualitativo delle produzioni agricole: “Controllo dei residui dei prodotti fitosanitari finalizzato alla razionalizzazione delle tecniche di difesa delle colture” che si sviluppa con durata pluriennale a livello nazionale, si pone come obiettivo il perseguimento delle seguenti finalità:

- valutazione delle diverse strategie di difesa fitosanitaria adottate a livello regionale, sulla base del controllo dei residui;

- controllo del comportamento residuale delle nuove sostanze attive, delle nuove formulazioni e delle diverse tecniche di distribuzione;

- supporto alla valorizzazione della produzione agricola e alla valutazione dell’applicazione delle misure agroambientali;

- valutazione dell’apporto di metalli pesanti (es. rame ) conseguenti all’uso di mezzi chimici di difesa;

- valutazione della presenza nelle derrate alimentari di sostanze potenzialmente pericolose per la salute umana;

- valutazione del rischio di accumulo nell’ambiente dei fitofarmaci;

- accertamento di eventuali effetti collaterali negativi dei fitofarmaci.

Secondo quanto affermato dall’Istituto Sperimentale per la Patologia Vegetale di Roma (di seguito per brevità definito I.S.Pa.Ve.) , Ente coordinatore a livello nazionale, “l’intervento dovrà sviluppare una serie di azioni, fra loro integrate, che consentano il raggiungimento di una conoscenza globale degli aspetti connessi all’uso dei fitofarmaci in agricoltura, con particolare riguardo alla presenza dei residui nei prodotti ortofrutticoli e nelle derrate immagazzinate, nonchè al rischio di inquinamento di corsi d’acqua o accumulo di metalli pesanti nel suolo”. Pertanto tale intervento “si baserà sul controllo dei residui in diversi punti della filiera produttiva, correlando i dati riscontrati alle informazioni sull’impiego dei diversi prodotti, nonchè, più in generale, alle tecniche utilizzate nella produzione e nella gestione post-raccolta del prodotto”.

Le esperienze maturate negli anni passati hanno permesso di individuare, a livello regionale, una serie di principi attivi problematici sia dal punto di vista dei residui nei prodotti, sia dal punto di vista delle quantità somministrate dedotte dai calendari dei trattamenti. Inoltre, da più parti giungono segnalazioni di residui di fitofarmaci non più ammessi dalla legislazione vigente, e anche di elevate concentrazioni di metalli pesanti (soprattutto rame) in forma assimilabile nei suoli. Quest’ultima considerazione desta un certo allarme in particolare nel caso delle aziende biologiche.

Il programma non si propone finalità fiscali o di carattere repressivo, quanto piuttosto di tipo conoscitivo per orientare l’azione degli organismi di assistenza tecnica verso un impiego corretto dei fitofarmaci ed una gestione più razionale delle pratiche colturali, che evitino problemi di residui sulle produzioni ortofrutticole e di accumulo nell’ambiente.

Inoltre un approfondimento si rende necessario soprattutto per alcuni formulati e principi attivi particolarmente problematici per la loro elevata residualità, per i quali è maggiore il rischio di superare i limiti massimi consentiti dalla vigente legislazione.

3. AZIONI

Monitoraggi

Per il raggiungimento degli obiettivi prefissati sarà necessario realizzare un monitoraggio dei residui di fitofarmaci e delle sostanze potenzialmente pericolose presenti nei prodotti vegetali mediante specifiche analisi chimiche.

L’I.S.Pa.Ve. ha comunicato che sono stati assegnati alla Regione Piemonte n° 1100 campioni di prodotti ortofrutticoli da sottoporre ad analisi.

Sulla base delle esperienze maturate e delle linee guida dettate dal programma ministeriale, le attività proposte per gli anni 2003-2005 sono le seguenti:

1. Continuazione del monitoraggio dei residui di fitofarmaci nei prodotti agricoli alla raccolta e in post-raccolta, soprattutto orientato:

- alle colture più importanti in Piemonte e non ancora esaminate (ad esempio le colture industriali, come soia e barbabietola da zucchero, o le ortive in pieno campo come patata e cipolla);

- all’aumento delle conoscenze riguardo ai principi attivi di recente introduzione;

- al controllo dei residui di molecole vietate da tempo ma che potrebbero ancora essere riscontrate dall’analisi;

- all’approfondimento di alcuni problemi particolari, come ad esempio la presenza di nitrati negli ortaggi a foglia larga;

- a indagini su possibili rischi di inquinamento da deriva in appezzamenti biologici confinanti con aziende a conduzione convenzionale.

2. Monitoraggio dei residui di fitofarmaci lungo la filiera di produzione e trasformazione (ad esempio nel caso di vino e miele).

3. Controllo del destino nell’ambiente dei principi attivi più frequentemente somministrati, in particolare di quelli che mostrano maggiore residualità, maggiore persistenza nell’ambiente, tendenza alla lisciviazione nelle acque subsuperficiali.

4. Controllo degli “effetti indesiderati” della somministrazione di fitofarmaci (ad esempio le morie di api nei vigneti trattati con insetticidi contro lo Scaphoideus titanus e nei frutteti).

Le specie da campionare dovranno essere quelle più significative per l’agricoltura regionale e maggiormente a rischio per i residui di fitofarmaci; in base a tali criteri si è ritenuto monitorare le seguenti colture:

Mais, frumento, orzo

Indagine ad ampio spettro sui residui di fungicidi e insetticidi nelle parti eduli (granella ad uso umano, granella e insilato ad uso zootecnico) e ricerca di residui di erbicidi negli insilati ad uso zootecnico e nel suolo, in quest’ultimo caso ponendo particolare attenzione alle molecole maggiormente utilizzate, a quelle di più recente introduzione, a quelle con minore degradabilità e alle situazioni in cui la vulnerabilità del sistema è maggiore (ad esempio suoli a tessitura grossolana, in cui è elevato il rischio di traslocazione degli xenobiotici nelle acque).

Riso

Indagine ad ampio spettro sui residui di fitofarmaci (fungicidi) nella granella alla raccolta, di erbicidi nelle acque, nelle paglie e nei suoli (in questi ultimi anche rame in forma assimilabile).

Vite

Finora il monitoraggio dei residui di fitofarmaci su vite ha interessato soprattutto gli insetticidi utilizzati contro lo Scaphoideus titanus, seguiti in tutta la filiera di produzione e anche in alcuni ambiti collaterali, ma non meno importanti, quali il comparto apicolo. L’indagine proseguirà in tal senso, comprendendo analisi su api e miele, ma verterà anche sui residui dei principali fungicidi nel vino e sull’accumulo di rame nei suoli.

Indagini su possibili rischi di inquinamento da deriva in appezzamenti biologici confinanti con aziende a conduzione convenzionale.

Colture industriali (barbabietola da zucchero, soia)

Indagine ad ampio spettro sui residui di fitofarmaci nei prodotti alla raccolta e nei suoli, con particolare attenzione alle molecole più utilizzate (in base ai calendari dei trattamenti che verranno rilevati) e a quelle di più recente introduzione.

Fruttiferi (melo, pesco, pero, albicocco, actinidia, susino)

Analisi dei residui di fitofarmaci di recente introduzione nei prodotti alla raccolta e in post-raccolta; ricerca, nei suoli, del rame e dei principi attivi maggiormente utilizzati, in particolare quelli meno degradabili o più dannosi se lisciviati.

Indagini su possibili rischi di inquinamento da deriva in appezzamenti biologici confinanti con aziende a conduzione convenzionale.

Ortive di pieno campo (patata, cipolla)

Analisi dei residui di fitofarmaci nei prodotti alla raccolta e in post-raccolta; valutazione delle concentrazioni nel suolo di residui di molecole di difficile degradazione.

Ortive varie

Sulle colture già oggetto di indagine, valutazione delle concentrazioni di fitofarmaci alla raccolta, orientata soprattutto alle molecole di recente introduzione; analisi dei residui di molecole organiche di sintesi e di rame nei suoli; analisi delle concentrazioni di nitrati sugli ortaggi a foglia larga.

Indagini su possibili rischi di inquinamento da deriva in appezzamenti biologici confinanti con aziende a conduzione convenzionale.

Esecuzione dei campionamenti

I campionamenti verranno eseguiti secondo le norme dettate dall’ISPaVe di Roma e già seguite nelle precedenti campagne, assicurando l’anonimato per le aziende aderenti.

Pubblicizzazione dell’iniziativa e divulgazione dei risultati

Al fine di conseguire la più ampia partecipazione possibile da parte delle aziende agricole operanti nella regione, verranno intraprese precise iniziative di pubblicizzazione del presente Programma. Inoltre per ottimizzarne l’efficacia, producendo la massima ricaduta anche sulle aziende non direttamente coinvolte nei monitoraggi, si realizzeranno attività di divulgazione secondo diverse modalità (opuscoli, incontri tecnici, articoli su stampa specializzata, ecc...).

4. SERVIZI TECNICI ED ALTRE ISTITUZIONI DA COINVOLGERE NELL’ATTIVITÀ

L’Amministrazione Regionale non dispone nella fase attuale della dotazione di personale, di strumentazione e di strutture necessarie per l’attuazione delle fasi operative del programma; pertanto è necessario avvalersi di un idoneo soggetto tecnico-scientifico cui demandare tali aspetti.

Per svolgere le suddette attività la Regione ha pertanto individuato nell’Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente (I.P.L.A.), Società per azioni a prevalente proprietà regionale, il soggetto in possesso delle competenze occorrenti per svolgere il necessario ruolo di organizzazione e coordinamento della rete di prelievi. L’I.P.L.A. si caratterizza come la figura più idonea per svolgere tale ruolo infatti ha gestito negli anni 1998 e 1999 la campagna di monitoraggio dei residui di fitofarmaci su prodotti ortofrutticoli nell’ambito del Programma Interregionale Cofinanziato (PIC) “Agricoltura e qualità - Misura 2" inoltre ha realizzato dal 2000 al 2002 i successivi programmi di monitoraggio finanziati con fondi regionali. In tal modo l’I.P.L.A. ha accresciuto le proprie competenze professionali e realizzati i collegamenti operativi con il variegato modo dell’assistenza tecnica regionale indispensabili per raggiungere un ampio numero di aziende agricole.

Per quanto riguarda invece l’ esecuzione delle analisi, si farà riferimento a laboratori accreditati dall’ISPaVe. Data la prossima entrata in funzione della nuova sede di Torino del Laboratorio Agrochimico Regionale, in cui sarà attivata una specifica linea di analisi per la ricerca dei residui di fitofarmaci, si prevede per una parte dei campioni il prelievo in campo di un’ulteriore aliquota allo scopo di consentire la verifica dell’accuratezza e dell’attendibilità dei dati di analisi del Laboratorio Agrochimico Regionale.

Le organizzazioni professionali e le associazioni di produttori operanti nell’ambito dell’impegno A1 del Reg. CEE 2078/92 e delle azioni F1 ed F2 del Reg. (CE) 1257/99, sono state coinvolte nella fase di definizione delle linee guida del progetto per gli aspetti relativi alla scelta delle colture, dei principi attivi da ricercare e delle aziende. Gli stessi enti saranno successivamente coinvolti nelle diverse fasi dell’attuazione del programma, conformemente alle esigenze operative; in particolare collaboreranno con l’I.P.L.A. per il prelievo dei campioni nelle aziende da loro segnalate, la compilazione della scheda trattamenti e a tal proposito l’I.P.L.A. stipulerà con i suddetti enti erogatori di assistenza tecnica precisi accordi anche per definire il compenso economico dei servizi da loro prestati.

5. ATTIVITA’ DI COMPETENZA DIRETTA DELLA REGIONE PIEMONTE

La Regione, tramite il Settore Fitosanitario Regionale, che ha predisposto il presente progetto, curerà l’azione di indirizzo, coordinamento, supervisione attraverso riunioni periodiche e la costante verifica dello stato di avanzamento dei lavori. A tale Settore viene altresì demandato il compito di procedere all’affidamento degli incarichi e di esercitare il controllo sulla corretta realizzazione del presente programma, svolgendo i dovuti accertamenti e producendo gli atti necessari alla liquidazione delle competenze finanziarie del soggetto tecnico-scientifico attuatore. Per quanto riguarda le attività di analisi, la Regione attiverà il percorso di accreditamento da parte dell’ISPaVe per il proprio Laboratorio Agrochimico, provvedendo alle dotazioni di strumentazione e di personale che si renderanno a tale scopo necessarie.