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Supplemento Ordinario n. 2 al B.U. n. 13

Deliberazione della Giunta Regionale 17 marzo 2003, n. 45-8735

XX Giochi Olimpici Invernali - Torino 2006. Impianto bob, slittino e skeleton in Comune di Cesana Torinese. Provvedimento conclusivo della Conferenza dei Servizi Definitiva ai sensi dell’articolo 9, commi 3-9, della Legge n. 285/2000 e degli articoli 12 e 13 della L.R. n. 40/98

A relazione del Vice Presidente Casoni e degli Assessori Cavallera, Racchelli:

Premesso che:

in data 10/01/2003 l’Agenzia Torino 2006, soggetto proponente, con sede in Galleria S. Federico n°16, Torino, nella persona del Responsabile Unico del Procedimento ing. Franco Pavan, ha presentato alla Direzione Regionale Trasporti il progetto definitivo dei lavori di realizzazione di “Impianto bob, slittino e skeleton” in Comune di Cesana Torinese e ha richiesto l’attivazione della Conferenza dei Servizi Definitiva ai sensi dell’articolo 9, commi 3-9, della Legge n°285/2000 nonchè il contestuale avvio della Fase di Valutazione ai fini del Giudizio di Compatibilità Ambientale ai sensi dell’art.12 della Legge Regionale n°40/98 secondo le procedure della D.G.R. n°42-4336 del 5/11/2001 e successive D.G.R. n°41-7279 del 7/10/2002 e D.G.R. n°44-7807 del 25/11/2002. A tale istanza sono stati allegati il progetto definitivo, lo studio di compatibilità ambientale e la sintesi in linguaggio non tecnico, gli atti afferenti le variazioni urbanistiche, lo studio di sostenibilità economica, la determinazione n. 01/03 del 09.01.2003 del Direttore Tecnico Impianti ed Infrastrutture Sportive relativa all’accoglimento del progetto ed al riconoscimento della completa copertura finanziaria dell’opera per un importo di euro 56.000.000,00, nonché un “Elenco delle autorizzazioni, nulla osta e pareri da acquisire per la realizzazione dell’impianto”;

in pari data 10/01/2003 il soggetto proponente ha depositato presso l’Organo Tecnico dell’autorità competente con sede presso la Direzione Regionale Tutela e Risanamento Ambientale domanda di pronuncia di compatibilità ambientale ai sensi dell’articolo 12, comma 1, della legge regionale 14 dicembre 1998, n. 40, relativamente al progetto in questione, allegando la documentazione prevista dal medesimo comma;

contestualmente il proponente ha provveduto al deposito degli elaborati di cui all’articolo 12, comma 2, lettera a), alla pubblicazione dell’avviso al pubblico di avvenuto deposito degli stessi sul quotidiano La Repubblica in data 10/01/2003, ed agli ulteriori adempimenti prescritti dall’articolo 12, determinando così l’avvio del procedimento;

il progetto, in base a quanto previsto dalla V.A.S. approvata con D.G.R. N°45-2741 del 9/4/2001, deve essere sottoposto alle procedure di V.I.A. secondo il combinato disposto degli artt.20 e 23 della L.R. n°40/98 e dell’art.9 della Legge n°285/2000 e ss.mm.ii.;

il Responsabile del Procedimento ex L.285/2000 ha provveduto quindi a dare notizia dell’avvenuto deposito del progetto sul Bollettino Ufficiale della Regione n. 3. del 16/1/2003, e del conseguente avvio del procedimento ai sensi della medesima Legge e della Legge n°241/90 e ss.mm.ii;

In sintesi il progetto consiste nella realizzazione di una pista per l’uso combinato delle gare di bob, slittino e skeleton; tale pista è ubicata in località Pariol, ad una quota tra i 1550 ed i 1700 mt. circa s.l.m. attualmente caratterizzata dalla presenza di una cenosi vegetale composta da specie prative floreali e montane e da una porzione di bosco di larice pressoché in purezza: sul sito in esame sono presenti un piccolo ristorante ed il tracciato di due piste da sci provenienti dalla sovrastante località San Sicario.

L’impianto in progetto prevede una pista di lunghezza di 1700 metri, compreso lo spazio di sicurezza, dispone di tre posizioni di partenza a diversa altezza per lo svolgimento delle gare, ed è costituita da un guscio di calcestruzzo ghiacciato artificialmente. Le curve sono sopraelevate in modo differente a seconda delle velocità che raggiungeranno i mezzi di gara.

Verranno inoltre realizzati i seguenti edifici di affiancamento alla pista:

- Partenza 1: edificio con 2 piani fuori terra e area coperta di 2572 mq che conterrà locali di servizio per gli atleti.

- Partenza junior: edificio con 1 piano fuori terra e area coperta di 103,14 mq che consentirà l’accesso al tracciato per le partenze junior

- Edificio del ristorante di area coperta 844mq

- Edificio traguardo: a pianta rettangolare con 2 piani fuori terra e un seminterrato, con area coperta di 234,45 mq conterrà locali per la giuria, cronometristi, primo soccorso.

- Edificio del peso: 1 piano seminterrato e area coperta di 278,62 mq per la pesatura del bob e di altri mezzi al termine della gara

- Edificio tecnico di area coperta 820,01 mq

- Edificio per il personale di area coperta 528,7 mq

- Tettoia partenza per juniores

La superficie complessiva del sito misura 283.595 mq. La superficie totale ammonta a 6.200 mq per gli edifici e 6.290 mq per la pista.

L’impianto è accessibile dal lato a valle, da ovest attraverso la strada di San Sicario, che sarà potenziata nell’ambito delle opere connesse ai Giochi Olimpici, al di fuori di questo progetto.

Gli spettatori arriveranno o con bus navetta o con la funivia al plateau centrale posizionato a valle della pista. A metà altezza della pista a nord si trova una superficie a plateau di formazione naturale che verrà utilizzata per le attrezzature supplementari per i media, atleti, dirigenti sportivi.

Saranno realizzati due sistemi indipendenti di viabilità:

- la Access Road per gli automezzi che trasportano di attrezzi tra l’arrivo e le posizioni di partenza

- le strade ed i sentieri pedonali lungo la pista per gli spettatori; verranno inoltre utilizzate per la manutenzione della pista.

Gli impianti da realizzarsi a servizio della pista “Bob and LugeTrack” sono articolati come segue.

1) Sistema di refrigerazione con circuiti chiusi che provoca la diminuzione della temperatura del fluido refrigerante. Come refrigerante sarà utilizzato l’NH3. L’ammoniaca ad una temperatura da -10 a -15°C viene pompata, per mezzo di due separatori di refrigeranti, nelle tubazioni poste sotto il corpo della pista e isolate con un adeguato sistema di protezione anticorrosione. Per un funzionamento uniforme il refrigerante deve essere ricircolato più volte nella pista, il refrigerante superfluo viene riportato nei separatori. La pista è suddivisa in singoli segmenti, ogni tratto è alimentato in maniera differente a seconda del carico termico superficiale mediante valvole automatiche. Il refrigerante sotto forma di gas, viene poi aspirato e compresso con un incremento di calore da un impianto di compressione del freddo composto da 4 compressori a vite. Il calore prodotto può essere rilasciato in acqua o atmosfera. Il raffreddamento indotto per conduzione dalla circolazione dell’ammoniaca induce l’abbassamento della temperatura del corpo di calcestruzzo, inizia quindi la produzione dello strato di ghiaccio. Una squadra di tecnici provvede ad eseguire getti di acqua, poi manualmente o con attrezzature provvede alla modellazione superficiale. L’acqua della pista viene preparata e demineralizzata all’interno della centrale termica.

2) Centrale termica che alimenta attraverso linee di teleriscaldamento la pista per gli allenamenti, l’edificio per il personale, il ristorante, l’edificio traguardo e l’edificio del peso. L’edificio partenze è dotato di una caldaia di condensazione separata alimentata a gas, a causa della distanza dalla centrale termica. La stazione di servizio viene dotata di riscaldamento elettrico diretto con protezione antigelo per i periodi di inattività.

3) Sistemi di alimentazione dell’acqua: l’alimentazione dell’acqua per la pista, viene consegnata all’interno della Centrale Tecnica, in cui sono sistemati i singoli componenti per la depurazione dell’acqua mentre l’alimentazione dell’acqua potabile viene assicurata dalla rete idrica comunale esistente, la consegna viene effettuata nella Centrale Tecnica, gli edifici sono approvvigionati con una rete di tubi in materiale plastico, resistente al gelo, posata nel terreno.

L’acqua di scarico, invece, viene smaltita attraverso una rete separata da quella dell’acqua di superficie e avviata al sistema di canalizzazione comunale

4) Raccolta acqua meteorica tramite un sistema di tubazioni in materia plastica che la convogliano al punto più basso della pista

5) Impianto di illuminazione lungo la pista e le strade di servizio, gestito con due circuiti elettrici indipendenti. Lungo le grandi curve saranno realizzati pali alti fino a 12 metri, lungo i rettilinei pali bassi (6 - 8 metri) a distanza di 8 - 10 metri.

6) Impianto acustico con altoparlanti e avvisatori acustici per le gare e per le comunicazioni di servizio

per la realizzazione di tali opere, in estrema sintesi, le azioni progettuali più significative sono:

- una cantieristica occupante un’area di circa 29 Ha - più precisamente 283.595 m2 - e una configurazione post-olimpica con occupazione definitiva di 170.000 m2 circa;

- una attività di scavo per 105.000 m3, tutti riutilizzati eccetto 10.000 m3 conferiti a discarica;

- l’asportazione e lo stoccaggio della cotica erbosa per 54.000 m3 di cui è previsto il riutilizzo nelle attività di recupero ambientale;

- il conferimento dall’esterno di 173.000 m3 di materiali inerti per riempimenti, sottofondi, drenaggi e calcestruzzi;

- lo stoccaggio e l’utilizzo di 48 tonnellate di ammoniaca (NH3);

- l’abbattimento di 809 alberi tra soggetti isolati e macchie boscate.

l’area interessata dall’intervento, come dalle certificazioni rilasciate dal Comune con nota prot. n. 1152 in data 15.02.2003 ricade in area sottoposta, anche parzialmente, ai seguenti vincoli:

- Area di interesse paesistico ambientale ai sensi del D.Lgs. n°490/99;

- Vincolo idrogeologico ai sensi della L.R. n°45/89;

- Area soggetta a uso civico;

- Area individuata e perimetrata in zona frana attiva nel Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico.

Si prende atto che, con esplicito riferimento alla nota del TOROC prot. n. 03/470 del 05/02/2003 trasmessa con nota dell’agenzia TORINO 2006 prot. n. 1466/03/P del 10/02/2003 alla Regione Piemonte quale Autorità competente in materia di VIA, tutte le scelte progettuali compiute, comportanti un notevole impatto ambientale e territoriale, sono funzionali all’omologazione della pista in oggetto onde permettere, durante l’evento olimpico, lo svolgimento delle specialità del bob, slittino e skeleton.

Il Responsabile del Procedimento, attuando quanto previsto dall’art.9 della Legge n°285/2000 e dagli artt 12 e 13 della L.R. n°40/98, ha in particolare avviato la conferenza di servizi con i soggetti territoriali e istituzionali interessati, tra i quali i soggetti titolari delle autorizzazioni, definendone il relativo cronoprogramma per l’espressione del giudizio di compatibilità e, a valle di questo in caso positivo, per il rilascio delle autorizzazioni necessarie alla realizzazione dell’opera.

L’istruttoria in merito alla compatibilità ambientale dell’intervento è stata condotta dall’Organo Tecnico di cui all’art. 7 della L.R. n. 40/98, con il supporto tecnico-scientifico dell’A.R.P.A. , nell’ambito delle riunioni tenutesi nei giorni 30.01.2003, 12.02.2003 e 06.03.2003 come risultante dai verbali in pari data, ed ha tenuto conto delle osservazioni pervenute a seguito del deposito degli atti progettuali.

I lavori della Conferenza dei Servizi Definitiva si sono espletati nelle riunioni dei giorni 23.01.2003, 18.02.2003 e 12.03.2003 e nel corso della visita sopralluogo effettuata in data 28.01.2003 presso le zone interessate dalla realizzazione dell’impianto, come risultante dai verbali in pari data; a tali incontri ha partecipato altresì l’Ente proponente che ha ritenuto opportuno fornire chiarimenti in merito alle varie problematiche sorte in sede istruttoria connesse alla realizzazione dell’impianto.

Ai sensi del combinato disposto art. 12 e 13 L.R. 40/1998, art. 9 L. 285/2000 sono pervenuti, entro la conclusione dell’ultima riunione della Conferenza dei Servizi, i formali pareri e contributi tecnici dei seguenti soggetti interessati, che sono stati acquisiti agli atti :

Comune di Cesana T.se

Responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Cesana T.se

Provincia di Torino

Direzione Regionale Trasporti - Settore Viabilità ed Impianti Fissi

Direzione Regionale Tutela e Risanamento Ambientale - Nucleo Centrale dell’Organo Tecnico

Direzione Regionale Tutela e Risanamento Ambientale

Direzione Regionale Pianificazione e Gestione Urbanistica

Direzione Regionale Servizi Tecnici di Prevenzione, ora A.R.P.A. Piemonte

Direzione Regionale Economia Montana e Foreste

Direzione Regionale Turismo Sport e Parchi

Direzione Regionale Patrimonio e Tecnico Attività Contrattuale - Espropri - Usi Civici

Direzione Regionale Pianificazione Risorse Idriche

Direzione Regionale Industria

Direzione Regionale Opere Pubbliche

Ministero delle Politiche Agricole e Forestali - Corpo Forestale Dello Stato

Ministero per i Beni e le attività Culturali Soprintendenza per i Beni Archeologici di Torino

Comando Provinciale VV.FF.

ARPA

ASL n°5

Dai chiarimenti forniti dall’Ente proponente;

dalla certificazione dei vincoli gravanti sulle aree oggetto di intervento rilasciata dal Comune di Cesana T.se con nota prot. n. 1152 in data 15.02.2003;

dalle risultanze dell’istruttoria condotta dall’ Organo Tecnico di cui all’art.7 della L.R.40/98;

dalle risultanze dei lavori di Conferenza dei Servizi Definitiva e della visita di Sopralluogo;

dalle osservazioni del pubblico pervenute a seguito del deposito del progetto:

- Osservatorio Ambientalista “Torino 2006”;

- Comitato Nolimpiadi;

- Sig. Silvano Gallarato;

emergono le seguenti considerazioni in merito agli elaborati di progetto e dallo studio di compatibilità ambientale:

A) Aspetti geologici e geotecnica

A.1 Livello Generale

Gli aspetti geologici alla macroscala riguardanti la scelta del sito in questione sono stati trattati in maggior dettaglio negli studi effettuati dal TOROC per il progetto di fattibilità ai quali la progettazione ha fatto riferimento. Per quanto riguarda la stabilità dell’opera, oltre che le analisi geologico-geomorfologiche, nel progetto sono presenti numerose verifiche di stabilità. Negli elaborati progettuali sono presenti una grande massa di sondaggi, analisi di laboratorio e in situ. Negli elaborati progettuali la scelta dei parametri per le verifiche si è basata su quanto indicato dal Prof. Lancellotta e dall’Ing. Costanzo, consulenti dei progettisti, i quali prescrivono di considerare nelle verifiche la falda ad una profondità di - 2 metri.

In seguito a una serie di osservazioni in merito effettuate nell’ambito delle sedute della Conferenza dei servizi, il proponente ha evidenziato come i parametri siano stati assunti soprattutto tenendo conto delle prove SPT effettuate in situ contestualmente ai sondaggi geognostici e ha sottolineato come la falda sia stata assunta a - 2 metri in ragione delle trincee drenanti in progetto. E’ inoltre stata prodotta una verifica riguardante la capacità drenante di tali trincee.

A tal riguardo appare opportuno che vengano rispettati gli assunti progettuali riguardo alla posizione della falda acquifera superficiale.

In merito alle questioni di stabilità, il soggetto proponente ha presentato apposita relazione di calcolo sui cedimenti attestando la compatibilità degli stessi con il funzionamento dell’impianto.

Per quanto concerne la possibilità di rinvenire rocce asbestifere, gli studi hanno escluso nell’area di cantiere l’affioramento di rocce contenenti minerali asbestiformi. E’ stato comunque evidenziato che sono presenti depositi di ablazione glaciale che contengono ciottoli di Pietre verdi, che potenzialmente potrebbero contenere tracce di tali minerali; inoltre nel sondaggio I1 è stata rinvenuta la presenza di un olistolite di oficalcite, che, potenzialmente, potrebbe contenere minerali asbestiformi; comunque questa roccia non verrebbe interessata nè da scavi nè da fondazioni.

In base a quanto sopra, si formulano le seguenti prescrizioni operative:

1) dovrà essere seguito scrupolosamente il piano di monitoraggio indicato nell’elaborato U10_0_0_D_7_GE_001 Relazione Geologica a pag 22 (cap. 4);

2) considerato che nell’impianto sono presenti impianti tecnici contenenti sostanze ad alto rischio, i controlli inclinometrici dovranno proseguire durante tutta la vita tecnica dell’impianto, con cadenza semestrale ed in corrispondenza di eventi meteorici particolarmente intensi;

3) dovranno essere inseriti anche dei sistemi di controllo che verifichino possibili cedimenti differenziali della struttura, quali ad esempio “strain gage”, che dovranno essere soggetti a letture sistematiche in continuo al pari degli altri sistemi di controllo centralizzati;

4) considerato che la falda freatica non deve risalire al di sopra del livello di - 2 metri, affinché vengano rispettati i presupposti progettuali riguardanti la stabilità del versante e dell’impianto, dovrà essere effettuato un attento controllo della falda, realizzando ulteriori piezometri, e inserendo dei sistemi di lettura in continuo e automatici; qualora si osservasse, in fase realizzativa o durante la vita dell’impianto, che la falda si alzi al di sopra di tale livello, dovranno essere effettuate ulteriori opere di drenaggio delle acque, quali altre trincee, dreni suborizzontali, pozzi drenanti; inoltre, al fine del controllo dell’efficacia della funzionalità delle trincee drenanti, al termine delle stesse dovranno essere posti dei misuratori di portata, che dovranno essere letti con analoga frequenza degli altri sistemi di controllo geotecnico;

5) tutti i dati provenienti dalle letture dei sistemi di controllo di cui sopra dovranno essere inviati con cadenza semestrale all’ ARPA Piemonte negli uffici della ex. Direzione Regionale Servizi Tecnici di Prevenzione, accompagnati da adeguate sintesi e commenti critici riguardante il significato dei dati ed eventuali contromisure da adottate in base al presente documento; inoltre dovrà essere possibile effettuare in prima persona da parte dell’ARPA Piemonte le letture di tali sistemi di controllo in qualsiasi momento;

6) nel corso delle operazioni di cantiere dovranno essere adottate tutte le opportune precauzione per il consolidamento temporaneo dei fronti di scavo;

7) durante le operazioni di cantiere dovranno inoltre essere adottate tutte le opportune precauzione per il drenaggio delle acque superficiali e profonde, al fine di evitare il loro convogliamento in zone del versante ove possano essere causa di dissesti;

8) i terreni che verranno utilizzati per i drenaggi e per i rilevati dovranno essere sottoposti ad opportune prove geotecniche al fine di testarne la corrispondenza ai requisiti progettuali.

9) per tenere conto di eventuali moti di filtrazioni che potrebbero potenzialmente insorgere per via delle particolari caratteristiche geotecniche dei vari strati presenti nel sottosuolo, nell’esecuzione degli scavi per raggiungere i piani di posa delle fondazioni dovrà essere effettuata un’opportuna verifica al sifonamento nonché le verifiche di stabilità nei riguardi delle rotture del fondo scavo ai sensi del D.M. 11 Marzo 1988

10) in merito all’eventuale rinvenimento di materiali asbestiformi si richiamano integralmente le prescrizioni di cui al successivo punto E.6.

A.2) Autosonda

 Nell’area oggetto di intervento è presente una autosonda per le operazioni di radiosondaggio, di proprietà dell’ARPA.

 Nell’ambito dei lavori di costruzione del bob e della cabinovia, quest’ultima oggetto di altra procedura autorizzativa, è indispensabile garantire il regolare funzionamento del sistema di radiosondaggio nel suo complesso, intendendosi: autosonda, stazione meteorologica di supporto, linee di servizio all’impianto (allacciamento Enel e 3 linee telefoniche), nonché accesso pedonale e carraio.

Ciò deve essere attuato mantenendo come misura minima le seguenti caratteristiche del sito circostante, indispensabili all’attuazione dei radiosondaggi:

- le immediate adiacenze del sito devono rispettare il rapporto di uno a quattro fra ostacolo prossimo e distanza dal “lanciatore”;

- orizzonte libero da ostacoli al di sopra di un cono virtuale di 20 gradi dal piano dell’orizzontale del “lanciatore”;

- facile accessibilità del sito per l’installazione, dovendo poter essere raggiunto da un camion di grosse dimensioni;

- possibilità di accesso invernale tramite camion, per la sostituzione dei pacchi bombole di elio esauriti;

-presenza nelle vicinanze di forniture elettriche e telefoniche indispensabili per il funzionamento e la gestione del sistema.

 Il funzionamento delle apparecchiature deve essere garantito sia nelle fasi di attuazione dei progetti che a lavori ultimati.

 Qualora, malgrado tutti gli accorgimenti attuabili, fosse impossibile preservare le caratteristiche del sito e si verificasse la necessità di riubicazione del sistema di radiosondaggio, ciò dovrà essere subordinato all’individuazione, in zona, di un idoneo sito, la cui disponibilità dovrà essere acquisita e garantita.

 La scelta del sito dovrà essere effettuata di concerto con la dirigenza del Settore Meteoidrografico e Reti di Monitoraggio dell’ARPA.

 Poiché l’attuale sito di monitoraggio è soggetto a vincolo contrattuale di affitto, si dovrà, in caso di riubicazione, accollarsi gli oneri derivanti a tale contratto, onorandololi fino alla scadenza dell’aprile 2006, salvo il caso in cui il terreno venga alienato mezzo esproprio di pubblica utilità.

 Si dovrà inoltre sottoscrivere una impegnativa irrevocabile ad assumersi tutti gli oneri economici connessi con il riposizionamento del sistema in altro loco e smantellamento di quanto relitto nell’attuale sito; l’importo di tale onere sarà da concordarsi con la ditta fornitrice del sistema.

Tale impegnativa dovrà pervenire al Settore Meteoidrografico e Reti di Monitoraggio dell’ARPA entro e non oltre 30 giorni dalla data del provvedimento autorizzativi.

B) Aspetti urbanistici

Unitamente al progetto definitivo dell’opera l’Agenzia Torino 2006 ha trasmesso le Variazioni Urbanistiche al P.R.G.C. vigente nel Comune di Cesana Torinese (approvato con D.G.R. n. 25-12432 del 30.9.1996) e alla Revisione al P.R.G.C. (adottata con D.C.C. n. 20 del 8.8.2001), in ottemperanza a quanto richiesto dalla D.G.R. n. 42 - 4336 del 5.11.2001, così come modificata dalla D.G.R. del 7 ottobre 2002 n. 41-7279 sulle procedure relative agli impianti olimpici.

Come risulta da certificazione del Segretario Comunale di Cesana in data 10/3/2003 le variazioni urbanistiche relative all’impianto in questione sono state pubblicate all’albo pretorio dal 19/2/2003 al 26/2/2003 e nei dieci giorni successivi alla pubblicazione, dal 27/2/2003 all’ 8/3/2003, non sono pervenute osservazioni presso gli Uffici comunali.

B.1) Considerazioni geologiche a supporto della Variazione Urbanistica

La variante urbanistica al PRGC è stata effettuata in forma coordinata con la proposta di Variante in itinere nell’ambito dei tavoli tecnici regionali in base alla D.G.R. 31-3749 del 6/08/01 e n. 45-6656 del 15/07/02 riguardante l’intero PRGC, effettuata secondo i dettami della circ. 7/LAP/96.

Nella tavola “Proposta di Modifica della Carta di Sintesi dell’ambito oggetto di variazione urbanistica ai sensi della L. 285/2000 art. 9 comma 4" l’area oggetto di variazione urbanistica è stata prevalentemente posta in classe II C - ”Settori di versante o al raccordo con il versante con acclività da media a medio-alta, in cui le situazioni di moderata pericolosità condizionano il progetto ...." Solo porzioni minori sono state attribuite alla classe IIIa1 e IIc1.

Tuttavia, considerato che nell’area al di sopra di quota 1600 si osserva una morfologia ondulata, con contropendenze, emergenze idriche, e che la stessa è ubicata poco distante da aree interessate da Deformazione Gravitativa Profonda di Versante, si attribuisce la classe IIIb5 all’area sita al di sopra dalla isoipsa 1600, come visualizzata nella C.T.R. 1:10000 della Regione Piemonte, compresa nel perimetro della variazione urbanistica relativa all’intervento in oggetto.

La classe IIIb5 viene così definita :

Porzioni di territorio inedificate ma oggetto di interventi strategici ai sensi della L. 285/2000, caratterizzate da condizioni di pericolosità mediamente elevata per le quali approfondite indagini di dettaglio abbiano dimostrato la fattibilità tecnica degli interventi. Sono ammessi gli interventi ai sensi della L. 285/2000, eventuali opere temporanee ad essi connessi, e gli interventi di sistemazione territoriale ad essi correlati.

Si ritiene che il cronoprogramma degli interventi di consolidamento, rimodellamento e di controllo del versante connessi all’esecuzione del progetto possa essere assimilato al programma di interventi di difesa prevista dalla circ. 7/LAP e successiva Nota Tecnico Esplicativa per gli ambiti in classe IIIb l.s..

Le prescrizioni di cui sopra sono valide quali modifiche delle tavole di sintesi, delle Norme di Attuazione e delle prescrizioni geologico tecniche della Variazione Urbanistica al Piano Regolatore Comunale Vigente per l’impianto in progetto.

Il Comune di Cesana Torinese dovrà recepire successivamente quanto approvato dal presente dispositivo di variante nell’ambito delle tavole e delle normative allegate alla variante generale di PRGC, fatto salvo ulteriori successivi approfondimenti e aggiornamenti nel quadro del dissesto.

B.2) Variazione Urbanistica ex L. 285/2000 al P.R.G.C. vigente.

Sulla Variazione Urbanistica ex L. 285/2000 al P.R.G.C. vigente si ritiene assentibile la “Variazione Urbanistica ex L. 285/2000 al P.R.G.C. vigente nel Comune di Cesana Torinese per l’Impianto di bob, slittino e skeleton” a condizione che siano recepite le seguenti prescrizioni:

1) Alla Cartografia

1.1 Si è constatato che i riferimenti alla “Tavola 49a” di PRGC scala 1:1500 è in realtà da attribuirsi alla “Tavola 49a-a” di PRGC (adottata con DCC n. 19 del 28.2.1996); in relazione a questo mero errore materiale in tutte le cartografie presentate e negli elaborati illustrativi e prescrittivi della variazione urbanistica la dizione “Tavola 49a” è da intendersi sostituita con la sigla “Tavola 49a-a”;

1.2 la perimetrazione dell’ambito oggetto di variazione urbanistica contenuta nell’elaborato n. 2.2 ha valore esclusivamente illustrativo, in quanto l’esatta perimetrazione deve intendersi quella di cui agli elaborati a carattere prescrittivo n. 2.4 (scala 1:10000, tav. 60a di P.R.G.C.), n. 2.5 (scala 1:1500, tav. integrativa di P.R.G.C. n. 48bis), n. 4.3 (scala 1:1500, Carta di sintesi della pericolosità geomorfologica e di idoneità all’utilizzazione urbanistica);

1.3 l’elaborato n. 2.5 (scala 1:1500, tav. integrativa di P.R.G.C. n. 48bis) si deve intendere sostitutivo delle tavole di P.R.G.C. vigente n. 48a e 49a-a, nelle parti in cui ad esse si sovrappone, esclusivamente per gli effetti prodotti dalla variazione urbanistica per l’impianto in oggetto.

2) All’Allegato alle Norme Tecniche di Attuazione (elaborato n. 3.1) - paragrafo “Normativa specifica e note - Area T6 - Impianto per il bob, slittino e skeleton”

2.1 In riferimento alle indicazioni relative all’assoggettamento ad uso pubblico delle aree a servizi, tenuto conto dei chiarimenti forniti dall’Agenzia Torino 2006 (cfr. nota del 5.3.2003), l’intero testo del 3° comma si intende stralciato.

2.2 Modifiche al 10° comma:

* alla quarta riga la parola “progetto” si intende sostituita con la parola “Piano”;

* alla riga 21 dopo le parole “... complessivo di 2600 mc per l’intera area T6 .” si intendono aggiunte le seguenti parole “Tale quantità deve intendersi compresa all’interno della capacità edificatoria massima complessiva pari a 33000 mc”;

* alla riga 24 dopo le parole “... essere rispettate” si intende aggiunta la parola “inoltre”;

* in riferimento alle prescrizioni relative agli ambiti di “localizzazione di volumetrie edificate”, tenuto conto dei chiarimenti forniti dall’Agenzia Torino 2006 (cfr. nota del 5.3.2003) e per garantire quindi la coerenza con il progetto presentato, si intendono stralciate tutte le prescrizioni relative alle piantumazioni con essenze locali di alto fusto per gli ambiti b), c), d) ed e) (righe 33-46).

3) Quale ultimo comma del paragrafo, tenuto conto dei chiarimenti forniti dall’Agenzia Torino 2006 (cfr. nota del 5.3.2003), si intende aggiunta la seguente frase: “Indipendentemente dal limite massimo di 33000 mc. edificabili sull’area T6, la capacità edificatoria è da intendersi esaurita dalle volumetrie autorizzate in sede di conferenza di servizi ex L. 285/2000. Eventuali interventi edilizi successivi sono consentiti fino alla ristrutturazione edilizia di tipo A.”

B.3) Variazione Urbanistica ex L. 285/2000 al Progetto Preliminare della Revisione generale al P.R.G.C. vigente

Per quanto riguarda la Variazione Urbanistica ex L. 285/2000 al Progetto Preliminare della Revisione generale al P.R.G.C. vigente, gli elaborati trasmessi riportano le modifiche da apportare a detto strumento al fine di rendere conforme con la normativa in esso contenuto la realizzazione dell’impianto in oggetto. Trattandosi di strumento adottato ancora in fase preliminare dall’Amministrazione Comunale di Cesana Torinese, si prende atto della “Variazione Urbanistica ex L. 285/2000 al progetto preliminare della revisione al P.R.G.C. vigente relativa all’Impianto per il bob, slittino e skeleton” predisposta ai fini dell’aggiornamento del nuovo strumento adottato; si richiede all’A. C. interessata di garantire, qualora adotti il progetto definitivo della revisione generale del P.R.G.C., il recepimento del regime urbanistico definito in sede di autorizzazione del progetto dell’opera in oggetto.

B.4) Prescrizioni di carattere generale:

– In relazione alla fascia di rispetto di cui all’art. 29 della L.R. 56/77 e s.m.i. inerente al lago artificiale Italsider, autorizzato successivamente alla trasmissione della variazione urbanistica relativa all’impianto del bob, si provveda a recepirne la perimetrazione in sede delle successive varianti urbanistiche sul territorio comunale interessato.

– In merito alle indagini di area vasta ed alla conseguente previsione di accessibilità e di spazi a parcheggi relativi all’insieme degli interventi previsti per l’evento olimpico sul territorio comunale di Cesana Torinese, si provveda nelle successive progettazioni riguardanti il Comune interessato alla definizione e progettazione degli interventi necessari per garantire la fruibilità olimpica e post olimpica degli impianti previsti, con particolare riferimento ai parcheggi.

Le progettazioni sopra richieste dovranno essere supportate da indagini specifiche che garantiscano l’effettivo soddisfacimento dei totali fabbisogni previsti.

C) Aspetti trasportistici e di mobilità

Dall’analisi della mobilità condotte dal soggetto proponente vengono escluse situazioni di crisi del traffico locale in virtù di una asserita elevata capacità della rete viabile coinvolta, peraltro supportate da una serie di esempi da letteratura su cui sono basate le assunzioni fatte in sede di calcolo della capacità stradale e del coefficiente di omogeneizzazione. Tuttavia, anche in considerazione delle potenziali difficoltà da un punto di vista cantieristico di organizzare un così elevato flusso di camion e di gestire le masse terrose (173.000 m3 complessivi) continuativamente conferite in cantiere contemporaneamente ad altre attività, si formulano la seguenti prescrizioni:

1) si dovranno approfondire, in sede di progetto esecutivo, le implicazioni del progetto in termini di utilizzo delle altre infrastrutture del sistema viario coinvolte dalla realizzazione dell’impianto di Cesana (con riguardo soprattutto alle SS23 e SS24) con particolare attenzione al transito di mezzi pesanti diretti al colle del Monginevro, su cui sono emersi recentemente una serie di vincoli da parte del governo francese;

2) dovrà essere valutato ogni elemento ulteriore conseguente ai redigendi Piani degli Inerti e della Mobilità Sostenibile in termini di indicazioni operative per la realizzazione dell’opera;

3) in sede di progetto esecutivo e comunque prima dell’inizio dei lavori dovrà essere valutato il traffico indotto dal cantiere nell’attraversamento dei centri abitati andrà valutato adeguatamente in modo da verificare la situazione degli impatti acustico ed atmosferico, soprattutto per poter prevedere eventuali interventi di mitigazione degli effetti sull’ambiente attraversato;

4) durante la fase di realizzazione dell’opera, dovrà essere posta la massima attenzione alla movimentazione dei veicoli pesanti lungo le arterie di accesso al sito, garantendo il mantenimento delle situazioni evidenziate con le simulazioni effettuate;

5) dovrà essere monitorato l’andamento del traffico indotto dal cantiere ed essere avvisati gli Enti proprietari delle strade ai fini dell’adozione dei provvedimenti che si ritenessero necessari al riguardo di interventi sulla gestione del traffico (conseguenti a restringimenti di carreggiata, sensi unici alternati provvisori, interruzione temporanea del traffico) che richiedono l’adozione di specifici provvedimenti da parte degli Enti proprietari e gestori;

6) andranno analizzate e verificate le esigenze dell’opera in progetto in merito a parcheggi e flussi di traffico sia nell’area dell’impianto che nei pressi del centro abitato con riferimento soprattutto all’affluenza di pubblico e di fruitori previsti sia nella fase olimpica che in quella postolimpica.

D) Aspetti di sostenibilità economica

Lo studio di sostenibilità economica presentato dal soggetto proponente contiene i requisiti minimi richiesti al punto 8.2.1 “Prescrizioni tecniche e procedurali” della D.G.R. 9 aprile 2001, n. 45 - 2741, “Valutazione Ambientale Strategica del piano degli interventi per i Giochi Olimpici Invernali Torino 2006".

Come risulta dallo studio di sostenibilità economica post-olimpica commissionato dal TOROC alla Società Ernest & Young e presentato dal soggetto proponente, a fronte di una gestione del solo impianto bob per la quale è previsto un passivo annuo, una gestione integrata che preveda, oltre al bob anche il ristorante, il centro di biathlon e la struttura ricettiva ex colonia Italsider, evidenzia diverse ipotesi comportanti gestioni economiche variabili da un massimo attivo lordo di 306.972,00 euro ad un passivo di 10.858,00 Euro.

Considerata la complessità tecnologica e l’importanza dell’impianto, si prescrive che :

1) il progetto esecutivo dovrà essere corredato dal Piano di manutenzione dell’opera e delle sue parti previsto dall’art. 40 del DPR 554/1999, osservandone scrupolosamente e completamente tutte le indicazioni contenute. Il programma di manutenzione dovrà anche essere corredato dalla stima dei costi di dettaglio relativi agli interventi di manutenzione;

2) si raccomanda l’opportunità di valutare l’inserimento nel Capitolato speciale d’appalto di specifici articoli a garanzia del ripristino della viabilità esistente, nel caso in cui questa subisca danni dovuti a improprio utilizzo dei mezzi circolanti per la realizzazione dell’impianto.

E) Aspetti ambientali, paesaggistici e archeologici.

L’ambito paesaggistico d’intervento, seppure già contrassegnato dalla presenza di piste e impianti di risalita, presenta ancora caratteri di rilevante naturalità e di interesse paesistico - ambientale. Il contesto d’intervento si configura infatti come versante montano a rilevante visibilità, caratterizzato da superfici a prato-pascolo di particolare ricchezza floristica intervallate ad ambiti boscati a prevalenza di lariceto. L’area di intervento risulta sottoposta a vincolo di tutela paesistico ambientale ai sensi del Decreto Legislativo 490/99.

E.1) Paesaggio e rinvenimenti archeologici

Il progetto definitivo trasmesso relativo all’impianto per il bob-slittino-skeleton risulta costituito dal tracciato delle piste di discesa, dal sistema di viabilità interna carrozzabile e pedonale, dagli edifici di servizio e tecnici necessari all’esecuzione delle gare e dalle strutture di parcheggio.

La Commissione Regionale Beni Culturali e Ambientali nel corso di incontri con i professionisti incaricati ha proposto spunti per la progettazione degli edifici indirizzati verso soluzioni progettuali e materiali da porre in opera da rapportare principalmente alla tradizione costruttiva locale, al fine di consentire un adeguato inserimento dell’opera nel contesto d’intervento. Il progetto definitivo pervenuto recepisce in parte quanto suggerito, in particolare per la realizzazione degli edifici tecnici individuando modalità di realizzazione di parziale interramento degli stessi con utilizzo di pietra per i rivestimenti esterni.

La Commissione Beni Culturali e Ambientali, ai sensi della D.G.R. n. 82 - 5618 del 19.03.02, di attribuzione alla Commissione stessa delle funzioni di supporto all’attività di valutazione dei progetti relativi agli interventi per i Giochi Olimpici Invernali “ Torino 2006", ha espresso nella seduta del 20.02.03 parere non ostativo in merito all’intervento.

L’intervento proposto comporta modificazioni di rilievo a carico del versante oggetto d’intervento sia sugli aspetti morfologici in relazione agli interventi di scavo e riporto necessari al fine di posare il tracciato della pista sul pendio montano in località Pariol, sia sugli aspetti vegetazionali, con interferenze sul patrimonio boschivo esistente, in particolare in corrispondenza della zona di partenza dell’impianto del Bob. La realizzazione dell’impianto del bob e delle opere annesse si configura, quindi, come trasformazione sostanziale del territorio in oggetto e delle valenze naturalistiche e paesaggistiche di pregio caratterizzanti il contesto paesistico-ambientale in esame.

Al fine di contenere gli impatti determinati dalla realizzazione dell’impianto sugli ambiti paesaggistici interferiti sono state individuate opere di recupero e interventi di mitigazione delle modifiche prodotte sul contesto territoriale in oggetto, in riferimento a quanto prescritto con D.G.R. n. 45-2741 del 09.04.01 VAS.

Considerati gli interventi di compensazione da attuare in ottemperanza a quanto richiesto dalla D.G.R. n. 45-2741 del 09.04.01 VAS, individuati in un contesto d’area vasta, che prevedono il ripristino della copertura forestale in Comune di Salbertrand, la sistemazione idrogeologica di versanti in località Autagne ed in frazione Thures in Comune di Cesana Torinese, la regimazione del Rio Gran Cote e la stabilizzazione del bosco in località Soubre du Pol e Clot du Loup, nonché interventi di riqualificazione da realizzarsi nel nucleo edificato di valore documentario dell’antico borgo di San Sicario; considerato che la realizzazione dell’impianto del bob e delle opere annesse determina comunque una sostanziale trasformazione del territorio in oggetto e delle valenze naturalistiche e paesaggistiche predominanti, anche in relazione alle modificate percezioni visive del contesto d’intervento, ai fini dell’autorizzazione ai sensi del D.Lgs.490/99, tenuto conto anche di quanto specificato e prescritto al successivo punto E.2 “Sistemazioni esterne e recupero ambientale”, si prescrive che:

1. il rivestimento dei fabbricati laddove previsto in progetto con materiale lapideo dovrà essere realizzato in pietra con superficie scabra a spacco, di adeguato spessore e pezzatura da posare in coerenza con le tecniche costruttive locali, limitando il ricorso a soluzioni di eccessiva geometricità e regolarità nella disposizione dei conci; in merito ai serramenti si dovranno utilizzare materiali coerenti con le scelte progettuali effettuate e con i materiali utilizzati per i rivestimenti degli edifici;

2. per le mitigazioni previste si raccomanda che le stesse siano realizzate con piantumazioni a gruppi di piante autoctone al fine di consentire un adeguato inserimento dell’opera nel contesto paesaggistico con interventi di ricucitura e di raccordo con gli elementi del paesaggio naturale circostante;

3. per le aree destinate alla deponia temporanea dei materiali di scotico e di scavo dovranno essere effettuate operazioni di ripristino morfologico e vegetativo a conclusione degli interventi, così come per le zone adibite ad aree di cantiere;

4. rispetto all’area di ingresso all’impianto, si richiede che in sede di progetto esecutivo sia posta particolare attenzione alla sua sistemazione definitiva in considerazione della pluralità delle opere previste nello stesso ambito (ingresso bob, arrivo cabinovia, partenza seggiovia, arrivo piste di discesa, area parcheggi, strada di accesso) per consentire la qualificazione dell’area stessa, vista come accesso e nodo centrale del complesso sportivo. Le tipologie prescelte per la sistemazione dell’area (arredi, impianto di illuminazione, ecc.) dovranno garantire un adeguato inserimento delle opere nel contesto di intervento, non solo in fase olimpica, ma soprattutto in fase post olimpica. A tal fine si dovrà prevedere un coordinamento delle progettazioni esecutive relative all’impianto del bob ed alla telecabina Cesana - San Sicario rispetto alla sistemazione dell’area in oggetto;

5. in riferimento alla notevole quantità di muretti in c.a. previsti lungo le viabilità interne all’impianto ed alle aree di partenza e traguardo, si richiede di valutare attentamente in fase di progetto esecutivo quanto proposto, limitando ove possibile il ricorso a dette opere; per gli ambiti in cui tali opere risultino necessarie si valuti la possibilità di ricorrere a soluzioni realizzative di minor impatto con riferimento a tecniche proprie dell’ingegneria naturalistica, o in alternativa prevedendo rivestimenti o trattamenti di finitura delle superfici in c.a. finalizzati alla qualificazione e minimizzazione degli impatti prodotti;

6. si dovrà provvedere un’assistenza archeologica costante in corso d’opera da parte di operatori specializzati sotto la direzione tecnico scientifica della Soprintendenza per i Beni Archeologici, a tutte le opere di scortico e di scavo previste in progetto, comprese quelle per le opere accessorie e le cave;

7. dovrà essere data formale istruzione alla D.L. affinché, ai sensi del D.Lgs. n. 490/99, in caso di rinvenimenti, anche dubbi, siano sospesi i lavori, sino al sopralluogo da parte di un funzionario della Soprintendenza per i Beni Archeologici.

E.2) Sistemazioni esterne e recupero ambientale

Nell’ambito del capitolo C.8 “Misure di mitigazione degli impatti” dello Studio di Impatto Ambientale sono contenute una serie di utili considerazioni, criteri, linee guida e previsioni relative alla tematica degli interventi di sistemazione delle superfici esterne e di recupero ambientale: questa trova trattazione nello Studio di impatto Ambientale al cap. C.8.3 “Opere specifiche di recupero ambientale” e nelle tavole planimetriche ad esso collegate, inerenti sia la situazione olimpica che post-olimpica, ed anche nella previsione delle “Sistemazioni esterne” trattate al cap.2 delle Relazioni Tecniche di progetto e più precisamente nei paragrafi 2.1 “Sistema di strade e percorsi”, 2.3 “Superfici di parcheggio e sosta” e 2.4 “Sistemazioni paesaggistiche”. In merito al complesso di tali azioni di progetto, si segnala che gli elaborati forniti non rispondono pienamente ai contenuti della progettazione definitiva di cui alla vigente normativa in materia di opere pubbliche.

Tali elaborati permettono tuttavia di formulare le seguenti raccomandazioni e prescrizioni generali e puntuali.

E.2.1) Livello generale:

1. considerata la fondamentale importanza delle attività di sistemazione e recupero ambientale ai fini di una parziale mitigazione dell’artificializzazione del versante derivante dalla edificazione dell’impianto, la progettazione esecutiva delle opere di ripristino e inserimento paesaggistico dovrà essere particolarmente curata e, partendo anche dalle indicazioni attualmente fornite, il proponente dovrà produrre una chiara progettazione onde rappresentare e collocare planimetricamente gli interventi di sistemazione e recupero ambientale previsti, con la preferenziale adozione di tecniche di Ingegneria Naturalistica, per la ricostruzione morfologica dei siti, per il consolidamento e la sistemazione superficiale dei terreni, nonché per il contenimento e la mitigazione dell’impatto ambientale e per il reinserimento paesaggistico dei luoghi alterati durante i lavori e delle infrastrutture edificate. A tal proposito dovranno essere redatti elaborati completi (relazioni tecniche, planimetrie, sezioni, assonometrie, particolari costruttivi ecc.) atti a descrivere le opere progettate, nonché, ai sensi della vigente normativa, le opportune valutazioni sul dimensionamento e sulle verifiche di stabilità delle opere di sostegno e di drenaggio delle acque superficiali previste negli interventi di recupero e sistemazione. Il complesso delle succitate opere, ai fini di una loro corretta valutazione quali-quantitativa, dovrà trovare riscontro negli elaborati relativi all’analisi prezzi e nel computo metrico del progetto esecutivo, nonché negli allegati relativi alla definizione dei piani di manutenzione delle opere previsti ai sensi delle vigenti normative di legge;

2. si raccomanda che il Capitolato Speciale d’Appalto del progetto esecutivo contenga specifici articoli dedicati alla garanzia dei risultati delle opere a verde, intesa sia come garanzia di attecchimento del materiale vegetale che come periodo di manutenzione obbligatoria a seguito dell’emissione del certificato di ultimazione dei lavori ex art. 172 del D.P.R. 554/1999;

3. si raccomanda che nella Direzione dei Lavori delle opere di sistemazione e recupero di cui al presente punto siano coinvolti professionisti esperti nelle problematiche inerenti la rinaturalizzazione e il recupero ambientale dei siti, nonché le tecniche di mitigazione, di inserimento paesaggistico e di Ingegneria Naturalistica nel rispetto della normativa vigente in materia di competenze professionali e nella logica dell’art. 123 del D.P.R. 554/1999;

4. in merito all’esecuzione dei lavori si raccomanda che la realizzazione delle opere a verde, costituiscano esse il tutto o parte dei lavori oggetto di appalto, nel rispetto e nelle forme della vigente normativa sugli appalti pubblici, sia affidata a ditte specializzate e appositamente qualificate ai sensi del D.P.R. 34/2000;

5. tutte le attività di sistemazione e recupero ambientale già previste o di futuro inserimento nel progetto esecutivo dovranno procedere per lotti funzionali parallelamente all’avanzamento del cantiere, secondo un croprogramma che tenga conto della stagionalità delle opere a verde e della necessità di riposizionare nel più breve tempo possibile il materiale di scotico precedentemente accantonato;

6. entro la data del 31.12.2006 l’intero complesso delle opere di sistemazione e recupero ambientale, riguardante sia aree di occupazione definitiva che temporanea, dovrà essere realizzato come da progetto esecutivo, sulla base anche delle indicazioni e prescrizioni contenute nella D.G.R. conclusiva del procedimento in oggetto;

7. dovranno essere impediti l’erosione e lo scoscendimento delle superfici di scavo e di riporto mediante il loro raccordo con i terreni circostanti, con un razionale compattamento dei riporti, con manufatti di sostegno, favorendo l’inerbimento mediante la conservazione ed il riporto degli strati superficiali di scavo ovvero mediante le tecniche di inerbimento e di recupero ambientale, ricorrendo alle tecniche di ingegneria naturalistica diffusamente previste in progetto;

8. i tagli delle piante ed il recupero del materiale legnoso dovranno avvenire senza realizzare alcuna pista o movimento di terra utilizzando la viabilità esistente e quella che verrà realizzata nell’ambito del progetto;

9. compatibilmente con le esigenze di manutenzione e di corretta gestione della pista, il progetto di rinaturalizzazione e sistemazione a verde delle aree della parte inferiore della stessa dovrà essere integrato con l’impianto di specie arbustive e/o d’alto fusto in maniera aggiuntiva rispetto a quanto già previsto in progetto, al fine di migliorare l’inserimento ed il mascheramento delle strutture;

10. le superfici impermeabilizzate dovranno essere ridotte al minimo, evitando di pavimentare indiscriminatamente le aree di cantiere, a meno che non vi siano evidenti rischi di sversamento di sostanze inquinanti. Per il contenimento delle polveri durante le fasi di cantiere dovranno essere adottate soluzioni meno invasive (barriere con pannelli prefabbricati temporanei, barriere verdi, piano di manutenzione delle aree),

E.2.2.) Livello puntuale

Si rendono obbligatorie tutte le opere di sistemazione e recupero prospettate in progetto e nello Studio di impatto Ambientale, alla luce però delle seguenti raccomandazioni e prescrizioni modificative nella logica del massimo inserimento paesaggistico e ambientale:

1. nella redazione della progettazione esecutiva dovrà essere valutata la possibilità di un maggiore impiego di opere di sostegno proprie delle tecniche di Ingegneria Naturalistica (palificate di sostegno in legname a parete semplice e doppia, terre rinforzate ecc. ), ad esempio in sostituzione di strutture quali gli “elementi di supporto angolari controterra” e i “muri in calcestruzzo” come rappresentati nel paragrafo 2.4 “Sistemazioni paesaggistiche” delle Relazioni Tecniche di progetto;

2. si richiede che ai fini della progettazione nell’ambito del progetto esecutivo e della realizzazione delle opere di sistemazione e difesa spondale sui rii circostanti l’impianto e di cui si trova traccia nel progetto solo a livello planimetrico, queste, se necessarie, vengano concepite con tipologie proprie dell’Ingegneria Naturalistica, evitando l’impiego di opere quali i “materassi reno” di concezione superata e di difficile inserimento ambientale;

3. in linea generale si sconsiglia l’impiego manufatti preseminati per la protezione delle scarpate, di viminate quale manufatto per il consolidamento superficiale e la rivegetazione delle superfici e di gabbionate: in alternativa potranno essere effettuate attività di inerbimento su reti in fibra naturale e adottate altre tipologie per il consolidamento statico con valenza anche strutturale (palificate semplici, palificate di sostegno in legname a parete semplice e doppia ecc.);

4. relativamente alle attività previste solo planimetricamente di “sistemazione del ciglio di scarpata con scoronamento e protezione antierosiva” (ad es. elaborato U10-1-D-30-AR-108-02 Sistemazione a verde - situazione post-olimpica), ai fini della loro progettazione nell’ambito del progetto esecutivo si prescrive l’impiego di tecniche di Ingegneria Naturalistica e si ravvisa la necessità di coordinamento con le analoghe attività richieste nell’ambito dell’istruttoria della C.d.S. relativa alla Telecabina Cesana T.se - Sansicario Alto Ski Lodge;

5. se idoneo e giuridicamente possibile, il legname abbattuto per la realizzazione dell’impianto dovrà essere impiegato nell’ambito degli interventi di recupero e sistemazione, mitigazione e compensazione ambientale previsti nel progetto in esame o nell’ambito di altri progetti olimpici, nel contestuale rispetto della normativa e delle prescrizioni sugli usi civici, ovvero rimesse nella disponibilità del Consorzio Forestale Alta Valle Susa;

6. in riferimento al materiale vegetale di previsto impiego sia nelle relazioni tecniche che nelle planimetrie illustranti i ripristini e recuperi (elaborato C.8.3.III), nel ribadire la necessità di utilizzare esclusivamente specie erbacee, arbustive ed arboree di origine autoctona, si raccomanda di evitare l’uso di soggetti arborei di taglia superiore ai 2-2,5 m, soprattutto in merito all’impiego di conifere, in quanto materiale di dimensioni maggiori, quali quelle indicate in progetto, ha scarse possibilità di sopravvivenza post-impianto;

7. in relazione alle aree di cui si prevede la pavimentazione in “macadam naturale” , si osserva che le modalità di ripristino descritte non assicurano l’inerbimento di tali superfici: infatti la previsione di scarificare e smaltire lo strato superficiale e successivamente asportare 10 cm di strato portante di ghiaia per poi miscelarlo con il terreno di scotico e riportare l’insieme sul restante sottofondo lapideo artificiale rappresenta una soluzione che assicura sì una permanenza della capacità di carico di tali terreni, ma un quasi impossibile inerbimento degli stessi in quanto la copertura erbacea dovrebbe svilupparsi su un substrato pressoché totalmente pietroso. Ad eccezione quindi dell’area posta a valle dell’ultima curva della strada d’accesso e antistante il ristorante e la stazione intermedia della telecabina, denominata “Area manifestazioni”, per le altre superfici attualmente previste in “macadam naturale” si richiede di individuare in sede di progetto esecutivo soluzioni che, da subito o in fase di recupero, permettano il loro sicuro e apprezzabile inerbimento in termini percentuali (ad es. salvaprato plastico a griglie componibili ecc.) o in alternativa procedere ad un reale ripristino di queste aree con l’asportazione totale dei sottofondi ghiaiosi precedentemente collocati e il riporto della cotica erbosa precedentemente accantonata;

8. onde artificializzare il meno possibile tali superfici, tutte le aree parcheggio collocate nella porzione inferiore dell’impianto e attualmente previste in asfalto, con particolare riferimento alle zone olimpiche di “Fermata bus” e “Navetta vip”, dovranno essere realizzate con le tipologie indicate a progetto come “elementi modulari in c.l.s. inerbiti” altrimenti denominati “blocchetti in calcestruzzo con tappeto erboso carrabile” o con soluzioni che permettano il sicuro e apprezzabile inerbimento in termini percentuali di tali aree (ad es. salvaprato plastico a griglie componibili ecc.);

9. relativamente all’area di immediata pertinenza del ristorante e dell’edificio di servizio queste dovranno essere pavimentate in pietra naturale;

10. in merito all’ “Area mista” si richiede di valutare, in relazione all’uso a cui verrà adibita a seguito delle olimpiadi, il suo ripristino dopo l’evento con l’utilizzo delle tipologie indicate a progetto come “elementi modulari in c.l.s. inerbiti” altrimenti denominati “blocchetti in calcestruzzo con tappeto erboso carrabile” o con soluzioni che permettano il sicuro e apprezzabile inerbimento in termini percentuali di tali superfici (ad es. salvaprato plastico a griglie componibili ecc.);

11. in merito al “Parcheggio Media”, fermo restando la rinaturalizzazione della parte di utilizzo temporaneo con la totale asportazione dei sottofondi precedentemente posati, si prescrive che la porzione dello stesso a carattere permanente nella configurazione post-olimpica, attualmente prevista in ghiaietto, sia da subito realizzata con l’utilizzo delle tipologie indicate a progetto come “elementi modulari in c.l.s. inerbiti” altrimenti denominati “blocchetti in calcestruzzo con tappeto erboso carrabile” o con soluzioni che permettano il sicuro e apprezzabile inerbimento in termini percentuali di tali superfici (ad es. salvaprato plastico a griglie componibili ecc.);

12. per la realizzazione del circuito di strade interne all’impianto si richiede di valutare l’opportunità di utilizzare una pavimentazione in terra stabilizzata: nel caso in cui, a fronte di dimostrate ragioni tecniche, non fosse possibile adottare la succitata tipologia, si prescrive che vengano utilizzati asfalti di colore grigio chiaro o pigmentati in modo tale da ottenere il massimo inserimento paesaggistico possibile;

13. la strada di accesso dovrà essere realizzata con asfalto di colore grigio chiaro;

E.3) Compensazione ambientale

In merito agli interventi di compensazione ambientale così come previsti dalla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del piano delle opere per la realizzazione del programma olimpico prevista dall’art. 1 comma 4 della L. n.285/2000 “Interventi per i Giochi Olimpici Invernali Torino 2006" - D.G.R. 09.04.2001 n. 45 - 2741, si può affermare che il proponente ha ottemperato ai citati disposti normativi progettando un complesso di interventi che sortiscono un positivo effetto su circa 238 Ha di territorio a cui va aggiunto un intervento di riqualificazione architettonica nell’ambito della località di Sansicario Borgata e prevedendo globalmente una spesa di Euro 801.687,42.

Si rende obbligatoria l’esecuzione di tali opere, qui di seguito richiamate, entro il 31.12. 2006:

Descrizione intervento

Superficie interessata dai benefici delle opere di compensazione (Ha)

Interventi di ripristino della copertura forestale in Loc. Peyra grossa in Comune di Salbertrand nel territorio della locale area protetta del Gran Bosco

39

Interventi di manutenzione del sistema di allontanamento delle acque di scorrimento superficiale in Loc. Thuras - Gorlier in Comune di Cesana Torinese

42

Interventi di manutenzione del sistema di allontanamento delle acque di scorrimento superficiale in Loc. Autagne - Solomiac in Comune di Cesana Torinese

49

Interventi di consolidamento del Rio Gran Cote e di stabilizzazione del bosco in Loc. Soubre du Pol e Clot du Loup in Comune di Cesana Torinese

108

Intervento di riqualificazione turistico-ambientale della Loc. Sansicario Borgata con pavimentazione in pietra delle strade interne

 

E.4 ) Monitoraggio e misure di mitigazione

In relazione alle proposte attività di mitigazione dell’impatto ambientale soprattutto in fase di realizzazione, esplicitate nel cap. C.8.4 “Mitigazioni ambientali previste in fase di cantiere” e nel cap. C.8.5 “Elenco complessivo delle mitigazioni ambientali previste di cantiere e di esercizio”, così come anche riprese nella Tab. C.8.5/I “Correlazione tra le opere di mitigazione e gli impatti”, riconoscendone una validità generale, si prescrive che alla luce di tali misure progettuali e gestionali venga redatta la progettazione esecutiva e sia condotta la realizzazione del cantiere, recependo alcune di tali misure nel Capitolato Speciale d’Appalto.

Analogamente laddove lo Studio di Impatto Ambientale ipotizza per ogni componente ambientale interessata misure di mitigazione e monitoraggio di validità generale, con particolare riferimento all’atmosfera (cap. D.3.3), all’ambiente idrico (cap. D.3.4), al suolo e sottosuolo (cap. D.3.5), alla vegetazione - fauna - ecosistemi (cap. D.3.6) e al rumore (cap. D.3.7.) si prescrive che di queste sia contemplata l’attuazione sia al fine di individuare, nell’ambito del progetto esecutivo, corrette linee guida e procedure operative per la gestione del cantiere, che per la redazione del Capitolato Speciale d’Appalto e del Piano di Monitoraggio. Relativamente a tali adempimenti, questi dovranno essere presentati e illustrati, a dimostrazione della loro congruità, dal proponente ai competenti uffici della Regione Piemonte e ad A.R.P.A. Piemonte, a cui dovranno inoltre essere comunicati con idonea frequenza i risultati delle attività così previste, corredati di utile commento.

Ciò posto, si dovrà tener conto obbligatoriamente delle seguenti indicazioni preliminari:

1. dovranno essere messe in atto tutte le possibili precauzioni e gli accorgimenti volti a limitare i rischi di contaminazione, in special modo nelle fasi di cantiere che potrebbero comportare i maggiori rischi, onde contenere l’eventuale diffusione di inquinanti a carico delle matrici ambientali dovuti ad esempio a sversamenti accidentali. In ogni caso, qualora si dovessero verificare situazioni di contaminazione dovranno essere messe in atto le procedure previste dalla normativa vigente (D.Lgs. 22/1997 e s.m.i., D.M. 471/1999), procedendo innanzitutto ad una tempestiva messa in sicurezza d’emergenza del sito, mettendo in atto ogni intervento necessario ed urgente per rimuovere le fonti inquinanti, contenere la diffusione degli inquinanti ed impedire il contatto con le fonti inquinanti presenti;

2. in riferimento all’impianto di betonaggio previsto, in aderenza ai disposti della D.G.R. 17.02.1997 n. 71-16738, si formulano le seguenti prescrizioni:

a. tutte le fasi devono essere svolte in modo da contenere le emissioni diffuse, preferibilmente con dispositivi chiusi, e gli effluenti provenienti da tali dispositivi devono essere captati e convogliati ad un sistema di abbattimento delle polveri con filtri a tessuto;

b. i silos per lo stoccaggio dei materiali devono essere dotati di un sistema per l’abbattimento delle polveri con filtri a tessuto;

c. l’aria di spostamento utilizzata per il trasporto pneumatico dei materiali deve essere trattata in un sistema per l’abbattimento delle polveri con filtri a tessuto;

d. i sistemi per l’abbattimento delle polveri con filtri a tessuto devono essere dimensionati e mantenuti in modo tale da garantire il mantenimento, in tutte le condizioni di funzionamento, di un valore di emissione di polveri totali inferiore a 10 mg/m3 a 0° C e 0,101 Mpa;

3. in merito alla componente atmosfera, i presupposti temporali e causali del monitoraggio sono condivisibili ma, in virtù degli stessi, la localizzazione dei punti di monitoraggio dovrebbe maggiormente evidenziare la qualità dell’aria e la presenza nell’atmosfera delle polveri anche in corrispondenza della zona meridionale dell’abitato di Cesana; per questa ragione si ritiene necessario aggiungere un punto di monitoraggio delle polveri (polveri totali, PM10, fibre aerodisperse) in questo settore;

4. in merito alla componente rumore, dall’analisi del progetto di monitoraggio appare superflua la proposta di effettuare una doppia misura prima dell’avvio del cantiere, si propone invece di effettuare un’unica misura al termine del periodo di attività sportiva invernale prima dell’avvio dei cantieri;

5. relativamente alle acque superficiali, si ritiene opportuno effettuare la determinazione delle misure di qualità delle acque in punti ubicati 100 m a monte e 200 m a valle dei punti di scarico al fine di ottenere una maggior leggibilità dei dati in accordo con quanto già ordinariamente effettuato per il Piano delle Acque Torino 2006. Per quanto concerne i parametri analitici da rilevare è necessario integrare quanto proposto con il rilevamento degli idrocarburi totali disciolti e dei solidi sospesi totali;

6. in merito al paesaggio, si ritiene necessario aggiungere un ulteriore punto di osservazione localizzato lungo la strada carrareccia tra Claviere e Sagnalonga in località Livernea a quota 2050 m slm;

7. il piano di monitoraggio della vegetazione, della fauna e degli ecosistemi proposto dovrà essere integrato con una dettagliata metodologia di analisi che consenta lo svolgimento delle attività stesse e la loro leggibilità in un contesto di realizzazione dell’opera e del suo inserimento ambientale. Tale aspetto dovrà essere concordato con Arpa Piemonte precedentemente alll’avvio delle attività di cantiere;

8. tutte le attività di monitoraggio, previsione e intervento al fine di evitare fenomeni di inquinamento e rischio per i lavoratori e la popolazione residente dovranno trovare opportuno riscontro, accoglimento e collegamento nella redazione degli atti di pianificazione relativi alla sicurezza dei cantieri di cui si prevede l’elaborazione unitamente alla progettazione esecutiva ai sensi del D.Lgs. 494/1996.

E.5) Reperimento degli inerti e mobilità indotta

In relazione alla possibile generazione di impatti acustici, di polveri, di incremento di mobilità e quindi sotto il profilo dell’inquinamento atmosferico, connessi al reperimento e gestione degli inerti e mobilità indotta, si prende atto delle fonti provenienza dei materiali indicate dal proponente e delle ultime valutazioni effettuate nel “Dossier 4 - Analisi della mobilità” facente parte della documentazione trasmessa con nota prot. 2373/03/P del 03.03.2003. Ciò premesso, nell’accettare le dichiarazioni del proponente in merito all’analisi della mobilità che escludono situazioni di crisi del traffico locale in virtù di una asserita elevata capacità della rete viabile coinvolta e che si considerano evidentemente impegnative per il proponente sotto il profilo della responsabilità, si sottolinea da un punto di vista cantieristico la difficoltà di organizzare un così elevato flusso di camion e di gestire le masse terrose (173.000 m3 complessivi) continuativamente conferite in cantiere contemporaneamente ad altre attività. Sotto il profilo degli impatti acustici ed atmosferici citati, in riferimento a quanto già detto in merito alle misure di mitigazione e monitoraggio, queste oltre a dover risolvere le situazioni di alterazioni delle componenti sui siti di cantiere o immediatamente ad essi limitrofi, dovranno considerare anche tutta una serie di attenzioni dedicate alle aree, anche urbanizzate, attraversate dai mezzi pesanti diretti a Pariol di Cesana o da lì provenienti, prevedendo in anticipo anche la necessità di realizzare interventi mitigativi quali ad esempio la posa di barriere antirumore provvisorie, la periodica pulizia delle strade con l’impiego di spazzatrici ad umido dotate di sistemi aspiranti ecc..

E.6) Eventuale rinvenimento di amianto

Considerate le notevoli attività di scavo e movimentazione di inerti, in merito alla eventuale presenza di amianto e alle implicazioni derivanti nella gestione della cantieristica il proponente in più punti ed in particolare al paragrafo 9.7 “Prescrizioni in caso di riscontro di minerali asbestiferi” della relazione Descrittiva di progetto e nello Studio di Impatto Ambientale ai paragrafi C.7.5.1.7 “Riscontro di minerali asbestiferi (prescrizioni operative)” e D.3.5.1.7 “Valutazione della possibilità di riscontro di minerali asbestiferi”, ritiene che siano rinvenibili solo sporadicamente minerali asbestiformi e svolge una specifica trattazione delle attività di prevenzione e monitoraggio del rischio amianto. Si prende atto e si rendono obbligatorie quantomeno tutte le attività prospettate nell’ambito dei succitati capitoli ed in particolare si prescrive che:

* attesa la possibilità della presenza di amianto sul sito nella predisposizione degli elaborati relativi alla pianificazione della sicurezza ai sensi del D.Lgs. 494/1996 si dovrà tenere conto dei disposti di cui al D.Lgs. 277/1991 e s.m.i. , nonché per quanto applicabili dei decreti ministeriali emanati in forza della legge 257/92, ai fini della loro immediata attuazione in caso di necessità;

* ai fini di un continuo monitoraggio ambientale della componente “aria” dovrà essere predisposto un sistema di campionamento per il rilevamento di fibre aerodisperse nell’area interessata dal cantiere ed in corrispondenza di alcuni recettori potenzialmente sensibili: le modalità ed il programma di monitoraggio dovranno essere concordati con A.R.P.A. Piemonte a cui dovranno anche essere comunicati con idonea frequenza i dati rilevati adeguatamente commentati;

* in connessione alle problematiche su esposte ed in linea generale si sottolinea come ai materiali comunque derivanti da attività di scavo dovranno essere applicate le disposizioni di cui alla normativa vigente con attuale riferimento ai commi 17, 18 e 19 dell’art.1 della L. 443/2001.

E.7) Alimentazione elettrica

In merito al sistema di alimentazione elettrica dell’impianto in esame, il proponente prevede di soddisfare la potenza richiesta di 3 MW mediante una sola alimentazione costituita dal prolungamento, fino alla cabina di consegna, della linea esistente dell’ENEL cabina primaria Cesana T.se-cabina Pariol. Ciò premesso si prescrive quanto segue:

1) al fine di garantire la necessaria contro-alimentazione dell’impianto e di mettere in sicurezza, in caso di black-out della linea primaria Cesana-Pariol, l’impianto del Bob unitamente all’intero comprensorio olimpico di Cesana-Sansicario, fornendo nel contempo l’alimentazione elettrica primaria alla stazione di pompaggio afferente al bacino di innevamento programmato B2 in loc.tà Rougies, si prescrive la realizzazione in cavo interrato di una linea MT a 15 kV tra il centro satellite di Sestriere e la cabina di For.Champlas, in loc.tà Champlas Seguin, di lunghezza pari a circa 5.100 m, atta a chiudere l’anello di rete;

2) ai fini di garantire, in caso di emergenza, l’alimentazione elettrica dei soli servizi dichiarati indispensabili dal proponente nell’ambito dei chiarimenti (cfr. elaborato “Risposte ai quesiti della Regione Piemonte” - All. 4) prodotti con nota 2773/03/P del 3.03.2003, ovvero il 50% dell’illuminazione della pista di gara, l’illuminazione di tutte le strade interne all’impianto e le altre dotazioni di sicurezza quali TVCC, diffusione sonora e rivelazione incendi, si prescrive, con riferimento alla proposta progettuale di installazione di un gruppo elettrogeno, di non superare complessivamente la taglia di impianto, già prevista dal progetto definitivo per le suddette utenze, pari a 320 kW (400kVA), e di prevedere per lo stesso l’alimentazione a gas naturale, di contro all’alimentazione a gasolio ipotizzata;

3) in virtù della prescrizione contenuta nella DGR 9 aprile 2001, n. 45 - 2741, “Valutazione Ambientale Strategica del piano degli interventi per i Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006", in cui al punto 4.2.1, p. 31, si precisa che ”non dovrà essere consentita la realizzazione di nuovi impianti di generazione di energia elettrica nelle valli [...], che non siano alimentati da fonti strettamente rinnovabili. Ciò significa che il fabbisogno aggiuntivo di energia elettrica dovrà essere soddisfatto mediante il vettoriamento della stessa [...] e non, viceversa, mediante la generazione in loco che non avvenga a mezzo delle fonti energetiche menzionate", si rende obbligatorio il non-utilizzo di qualsivoglia altro gruppo elettrogeno, ai fini di garantire l’alimentazione elettrica dell’impianto, in caso di guasto sulla linea Cesana-Pariol, in quanto la stessa esigenza di alimentazione sarebbe già soddisfatta dalla linea Sestriere-For.Champlas-Pariol, la cui realizzazione è oggetto della precedente prescrizione n. 1;

4) per quanto attiene all’allacciamento dell’impianto del Bob alla esistente limitrofa rete del gas naturale, si prescrive che la rete stessa sia realizzata secondo norme e criteri di sicurezza, funzionalità ed affidabilità del servizio, per quanto riguarda sia la scelta di tracciati che non interferiscano con le infrastrutture della pista, sia l’opportuno dimensionamento delle condotte e la pressione garantita di conferimento, al fine di garantire la compatibilità del sistema di rete e della fornitura con le esigenze dell’evento olimpico.

E.8) Impianto di illuminazione

La prevista collocazione di un sistema di illuminazione capace di garantire forti livelli di illuminamento notturno, basato su sostegni aventi carattere definitivo. costituisce un fattore di disturbo per la fauna presente; considerato che l’impianto si sviluppa su un versante privo di significative antropizzazioni, si richiede che l’impianto di illuminazione venga realizzato secondo criteri e condotto in base a un disciplinare, proprio della progettazione esecutiva e impegnativo per il futuro gestore anche nel periodo post-olimpico, tesi a limitare l’utilizzo alle effettive necessità connesse alla specificità di impiego e che preveda ad esempio anche la possibilità di una riduzione dei valori di illuminazione in concomitanza di eventi non televisivi, fatte salve le esigenze di corretta illuminazione delle vie di fuga in caso di emergenza.

F) Aspetti inerenti il rischio connesso all’impiego di ammoniaca

Ai fini della generazione del ghiaccio è proposta in progetto un’unica soluzione che prevede l’impiego di ammoniaca (NH3) sia per la generazione del freddo sia come fluido di scambio termico con la pista. Tale soluzione presenta elementi di pericolo legati alle caratteristiche intrinseche della sostanza ed alle quantità presenti ( 48 t) che, dato l’elevato sviluppo lineare del tracciato, risultano distribuite per la più parte lungo la pista durante il normale funzionamento, nonché agli stress termici e meccanici, riconducibili alle basse temperature d’impiego, agli organi in movimento e alle possibili sollecitazioni derivanti dai cedimenti del versante.

Considerato che l’ammoniaca è un gas tossico ed infiammabile e che nelle condizioni di esercizio progettuali e stagionali eventuali rilasci incidentali della sostanza possono determinare rilevanti effetti tossici acuti nei confronti del personale e degli spettatori a bordo pista, mentre nubi consistenti possono dare origine a fenomeni di esplosione semiconfinate o confinate e di incendio, il progettista esecutivo dovrà tenere conto di tutte le cautele impiantistiche e progettuali necessarie al fine di rendere minima la probabilità di accadimento di rilasci, di contenere al minimo la quantità rilasciata qualora l’evento dovesse verificarsi, di segnalare con tempestività le perdite di sostanza; la stessa progettazione deve essere condotta tenendo presenti sin da subito le esigenze gestionali, in termini di costante mantenimento dell’efficacia dei sistemi di sicurezza e di allestimento di misure e procedure di emergenza.

In particolare, si formulano le seguenti osservazioni con le relative prescrizioni, in aggiunta e a specificazione delle misure indicate nell’ambito del documento “Dossier 8 - Specificazioni per l’analisi del rischio”, versione marzo 2003, del progetto definitivo:

1. Relativamente alla massima quantità di ammoniaca, stabilita pari a 48 tonnellate e che il predetto dossier 8 dichiara non poter essere superata per la presenza di un impianto di controllo della quantità massima, si rammenta ad ogni buon fine che qualora il quantitativo massimo di ammoniaca o di altre sostanze pericolose nell’area sottoposta al controllo del gestore superasse le soglie indicate dall’allegato I, seconda colonna del D.Lgs. 334/1999, occorrerà procedere agli adempimenti previsti dall’articolo 6 del decreto medesimo. Il non superamento delle predette soglie non esime in ogni caso il gestore dell’impianto dall’adottare tutte le iniziative in merito alla formazione, all’informazione e all’addestramento del personale sia relativamente alle attività di conduzione dell’impianto per il normale esercizio e per le situazioni anomale sia al costante mantenimento in efficienza dei presidi di sicurezza sia, ancora, per le situazioni di emergenza, anche in riferimento alle previsioni del piano di emergenza interno. Al proposito, si prescrive di adottare le pertinenti indicazioni e disposizioni contenute nei decreti del Ministero dell’Ambiente 16 marzo 1998 e 9 agosto 2000 di cui si citano tra le altre:

- Piani di formazione ed addestramento per ciascuna categoria di addetto che svolge attività nell’impianto (lavoratori interni, di terzi, nuovi addetti, ecc.), in cui siano individuati contenuti, tempi e periodicità delle relative attività. In particolare addestramento del personale relativamente alla gestione specifica dell’emergenza nei diversi punti dell’impianto, all’utilizzo dei dispositivi personali di protezione a disposizione in funzione della tipologia di incidente, alla disposizione dei sistemi di protezione collettiva dell’impianto e dei reparti specifici.

- Formazione del personale incaricato alle attività di analisi delle situazioni incidentali, per l’individuazione delle cause di tipo tecnico, organizzativo e gestionale.

- Sistema di conservazione ed aggiornamento della documentazione di base relativo almeno alle seguenti tipologie di informazioni: sostanze coinvolte e materiali impiegati; schemi a blocchi e di processo con indicazione dei parametri caratteristici; schemi di marcia, P&I, di interconnessione e planimetrici; documentazione e descrizione degli impianti di servizio, impianti elettrici, dei sistemi di controllo e strumentazione; documentazione sui sistemi di sicurezza.

- Sistema di permessi di lavoro per l’effettuazione delle manutenzioni in cui siano previsti: autorizzazione degli interventi; verifica preventiva della qualità dei materiali e dei pezzi di ricambio e loro idoneità ai sensi dei criteri e requisiti minimi di sicurezza; qualificazione dei manutentori per interventi specifici; definizione delle modalità di svolgimento delle attività di manutenzione; possibilità di svolgimento in maniera agevole e sicura; comunicazione degli esiti dell’intervento, riesame del ripristino dell’operabilità standard; istituzione, corretta compilazione e conservazione dei registri degli interventi di manutenzione su impianti, equipaggiamenti, apparecchiature, ecc.

- Definizione, per le diverse tipologie di apparecchiature, delle procedure di messa in sicurezza, fuori servizio, disattivazione, dismissione e demolizione, comprese la bonifica e lo smaltimento dei residui.

- Previsione e attuazione di manutenzioni e controlli delle apparecchiature di emergenza, degli impianti e attrezzature per la lotta antincendio ed il contenimento delle conseguenze.

- Disponibilità, per il personale che svolge attività nell’impianto, dell’equipaggiamento di protezione per fronteggiare i rischi in condizioni anomale previste e di emergenza. Verifica periodica di tali equipaggiamenti in termini di disponibilità e idoneità funzionale.

- In particolare si raccomanda che in riferimento alle sopraindicate esigenze di costante controllo e mantenimento dei sistemi di sicurezza e di pianificazione delle misure e delle procedure di emergenza di definire puntualmente i relativi costi e indicare, a garanzia dell’effettiva implementazione delle suddette misure cautelative, le fonti di finanziamento previste.

2. L’analisi del rischio svolta nell’ambito del documento citato evidenzia che, nel caso di rotture della tubazione di adduzione dell’ammoniaca lungo la pista, anche dovute a fenomeni di instabilità del versante soprattutto in condizioni di innalzamento della falda, in assenza di dispositivi di sezionamento intermedi possono essere raggiunte concentrazioni di gas pari al valore dell’IDLH (Immediately Dangerous to Life and Health) a distanze superiori a 500 metri dal punto del rilascio accidentale. Si osserva, al proposito, che nella situazione prefigurata di esercizio, durante lo svolgimento delle competizioni non si prevede una specifica disciplina dell’accesso del pubblico alla pista ed una sua sistemazione prestabilita in aree e/o tribune; gli spettatori si distribuiscono, bensì, lungo il tracciato portandosi immediatamente a ridosso della struttura stessa fruendo del piano di calpestio direttamente sovrastante il cavedio che ospita le tubazioni di trasporto dell’ammoniaca in fase liquida e in fase gas. Si prescrive pertanto di predisporre soluzioni progettuali e impiantistiche volte a garantire - su segnalazione dell’impianto di rilevazione fughe di gas, anch’esso sistemato entro il cavedio ispezionabile al di sotto della pista - l’azionamento automatico di sistemi onde rendere minima la portata del rilascio e conseguentemente il rateo evaporativo, anche volte a garantire il contenimento della quota fuoruscita o, quantomeno, consentire un tempo sufficiente per l’allontanamento del pubblico. A tale scopo, possono, a titolo indicativo, essere allestite le seguenti tipologie di misure o misure di analoga efficacia.

Sistemi per la riduzione delle quantità di ammoniaca coinvolte in un evento incidentale e per il confinamento dei vapori emessi come:

* il sezionamento, ad intervalli opportuni, della linea in fase liquida;

* il posizionamento nel cavedio di setti stagni in prossimità delle derivazioni agli evaporatori atti a creare aree segregate o l’incamiciatura di tali parti di linea risultanti a maggiore suscettibilità di rottura;

* la predisposizione dei sistemi di aspirazione ad intervenire specificamente sulle aree di confinamento o la realizzazione di una linea specifica;

* la realizzazione di una linea che ponga in connessione le aree incamiciate o segregate per l’avvio ad abbattimento del vapore in esse intrappolato, una volta avvenuto il rilascio;

* siano garantiti a livello progettuale, anche in riferimento alla possibilità che lo stesso cavedio possa costituire una barriera fisica in relazione alla dispersione dei vapori e/o alla raccolta dei liquidi, la capacità di contenimento del cavedio medesimo rispetto ai vapori e l’adeguatezza del sistema di aspirazione/ventilazione in relazione all’esigenza di contenere la concentrazione di ammoniaca a ridosso della pista a valori non superiori all’IDLH predetto.

Sistemi di scarico rapido della pressione nelle linee di adduzione dell’ammoniaca liquida, come:

* l’inversione del senso di marcia delle pompe dell’ammoniaca liquida o in ogni caso del moto del fluido dalla linea al serbatoio;

* la sistemazione di by-pass tra le linee della fase gas e della fase liquida per il rinvio rapido a serbatoio del liquido;

* la realizzazione di un’ulteriore linea parallela alle due predette - adeguatamente dimensionata e normalmente scarica - per l’avvio ad abbattimento al sistema di blow-down dell’ammoniaca contenuta all’interno della linea, o dei tratti di linea individuati, della fase liquida attraverso l’attuazione di valvole automatiche di scarico rapido sistemate ad intervalli opportuni lungo il corso della pista.

3. Per le stesse ragioni enucleate al precedente punto, si prescrive di tenere conto, già in fase di progettazione esecutiva, dell’esigenza di garantire la migliore efficacia degli strumenti di pianificazione dell’emergenza, con particolare riferimento all’allontanamento del pubblico al verificarsi di eventi incidentali rilevanti. In tale ottica, occorre che la scelta del tipo di sistemazione degli spettatori e la progettazione degli spazi ad essi destinati lungo il tracciato - ossia la propensione a prediligere l’ammassamento presso la pista o l’allestimento di tribune - sia orientata a consentire la rapida evacuazione in sicurezza delle aree e valutata anche con l’ausilio di specifici modelli disponibili in materia. Ciascuna delle soluzioni prescelte dovrà inoltre tenere conto, per quanto concerne l’ubicazione delle postazioni rese accessibili al pubblico, delle caratteristiche fisiche dell’ammoniaca alle condizioni ambientali e conseguenti il rilascio, con particolare attenzione alla pendenza e all’orientamento dei versanti e del tracciato. Allo stesso fine, andrà considerata la consistenza e l’ubicazione dei sistemi di diffusione acustica, che rappresentano il canale privilegiato per l’allertamento del pubblico al sorgere di casi di emergenza e per comunicare le azioni ed i comportamenti da tenere in tali circostanze.

4. Sulla base della configurazione definitiva che l’area d’impianto andrà ad assumere in relazione alla disposizione del pubblico astante - conseguente le valutazioni di cui al punto precedente - si prescrive la predisposizione di un piano di emergenza per la gestione delle situazioni di criticità che possono sorgere in seguito al verificarsi di circostanze incidentali tra cui, segnatamente, il rilascio di ammoniaca. Il piano, da adottarsi formalmente, dovrà individuare con chiarezza i ruoli e le responsabilità a carico dei soggetti incaricati dell’attivazione dello stato di emergenza e dell’attuazione delle diverse procedure e dovrà essere concordato con le autorità competenti in materia di protezione civile, ambientale e sanitaria, oltre che con il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco. Occorrerà valutare con le locali autorità competenti l’opportunità di diffondere gli elementi del piano concernenti le modalità di allertazione e i comportamenti di autoprotezione da porre in atto in caso di allarme ai residenti presso le frazioni San Sicario e Champlas Seguin. Valgono in proposito le raccomandazioni dettate dal citato decreto ministeriale del 16 marzo 1998 in relazione alle attività di esercitazione e, soprattutto, in relazione alla necessità di informazione al pubblico per quanto riguarda le azioni ed i comportamenti da tenere in caso siano attivate le segnalazioni di emergenza e l’indicazione dei punti di raccolta e le vie di esodo.

5. In generale, dal momento che l’impianto non viene mai svuotato dell’ammoniaca per il suo ciclo di vita, si prescrive di prevedere garanzie e accorgimenti per la messa in sicurezza dell’impianto nei periodi di non utilizzo e per la sua gestione nei periodi di inattività; si pone particolarmente l’accento sulla costante manutenzione e la verifica dell’efficienza dei sistemi di rivelazione, allarme, ventilazione, abbattimento, antincendio a garanzia del pronto intervento in eventuali situazioni di emergenza. Si raccomanda inoltre di garantire la custodia permanente dell’impianto prevedendo, per i periodi in cui non dovesse essere presente personale, misure di allertamento automatico con segnalazione ad un luogo permanentemente presidiato da personale esperto addestrato per l’attivazione delle preordinate procedure di emergenza.

6. Si rammenta che le attrezzature a pressione presenti nell’installazione dovranno essere conformi ai requisiti stabiliti dalla Direttiva 97/23/CE (Direttiva PED), recepita in Italia dal D. lgs n.93 del 58/02/2000. I controlli radiografici dovranno essere estesi a tutte le saldature di testa.

G) Aspetti igienico-sanitari

In merito agli aspetti sanitari si formulano le seguenti prescrizioni:

1 - Tutti gli edifici in cui vi è presenza di persona anche temporanea, devono essere dotati di vespaio areato e di intercapedine ispezionabile su tutti i lati con murature contro terra.

2 - In tutti i servizi igienici con annessi spogliatoi occorre prevedere le docce.

3 - Le dimensioni e le caratteristiche delle balaustre dovranno essere conformi alla normativa vigente ed in particolare alla Legge n. 13/89 e al D.P.R. n. 547/55.

H) Aspetti relativi alle risorse idriche

L’alimentazione idrica avverrà mediante il sistema dei bacini di accumulo ( destinati principalmente all’ innevamento programmato) con utilizzo della rete idropotabile in caso di emergenza.

Il quadro complessivo di uso e restituzione della risorsa idrica all’ ambiente, alla luce degli atti e dei chiarimenti prodotti induce le seguenti considerazioni:

* non è prevista un’alimentazione idrica diretta se non per modesti usi di cantiere;

* il sistema dei bacini di accumulo interessanti il progetto in argomento è alimentato prevalentemente dai pozzi ( esistenti ed in progetto) ubicati in Cesana;

* per detti bacini sono stati redatti appositi disciplinari di gestione riferiti tuttavia al singolo manufatto;

* la diversa tempistica delle approvazioni di varie opere e le variazioni anche di destinazione dei bacini rispetto al quadro iniziale impongono ora una visione più generale del sistema di alimentazione idrica, in particolare per il periodo olimpico, nell’area di Cesana;

Di conseguenza il quadro prospettato appare sostenibile nel rispetto delle seguenti prescrizioni :

1 dovrà essere redatto un piano complessivo di gestione coordinata dei bacini gravanti sul territorio di Cesana; in particolare con tale piano dovrà essere verificata la compatibilità dell’alimentazione idrica nell’ipotesi di massima criticità idrica ovvero in condizioni di emergenza;

2 tale piano dovrà governare ed evidenziare inoltre la coerenza con i disciplinari di gestione dei bacini di innevamento artificiale utilizzati nell’area nonché per l’alimentazione delle opere in argomento nonché l’efficienza dei sistemi acquedottistici dell’area;

3 ferma restando l’assoluta priorità dell’uso idropotabile, il piano dovrà correlare i più prevedibili e gravosi eventi di criticità idrica, con le destinazioni prevalenti ai fini dello svolgimento dell’evento olimpico.

Inoltre, in caso di interferenze tra la rete di innevamento programmato dell’area di San Sicario con il sito interessato dalla realizzazione dell’impianto in questione, dovrà essere effettuata una opportuna valutazione delle interferenze stesse ed attuato l’eventuale spostamento delle condotte.

I) Aspetti relativi all’approvvigionamento di materiali inerti

Il progetto prevede il riutilizzo in loco del materiale scavato per una volumetria di circa 105.000 mc. Sono individuati dagli atti progettuali i siti per l’approvvigionamento delle ulteriori quantità di inerti necessari alla realizzazione dell’opera localizzati in Comune di Meana di Susa e Bruzolo per complessivi mc 173.000 circa.

Dalle risultanze istruttorie con riferimento in aspetti in oggetto si ritiene che sussistono le condizioni per la realizzazione dell’opera a condizione che il progetto esecutivo contenga, ai sensi del secondo comma dell’art. 1 della legge regionale 3 dicembre 1999 n. 30, il piano di reperimento dei materiali litoidi occorrenti per la realizzazione dell’opera medesima.

Tale piano dovrà soddisfare i seguenti requisiti minimi di precisazione:

- cronoprogramma dei lavori con priorità degli scavi;

- quantificazione e caratterizzazione del materiale di scavo;

- quantificazione del materiale da riutilizzare nel sito dell’opera

- quantificazione del materiale da stoccare nell’ambito del cantiere e da tenere a disposizione per altri progetti dell’evento olimpico con indicazione planimetrica del sito di stoccaggio;

- quantificazione del materiale da avviare a discarica con indicazione del relativo sito e dei necessari atti autorizzativi;

- nel caso in cui il materiale reperibile in sito non corrisponda ai singoli utilizzi richiesti dal capitolato, quantificazione del materiale proveniente dall’esterno del cantiere e/o comunque proveniente da siti e cantieri non compresi nell’evento olimpico. La tipologia, la qualità, le modalità di accertamento dei requisiti e le modalità di messa in opera del suddetto materiale dovranno essere verificati si sensi del combinato disposto del D.lgs. 05.02.1997 n. 22, del D.M. 05.02.1998 e della legge 21.12.2001 n. 443;

- quantificazione dei calcestruzzi necessari con indicazione se approvvigionati già confezionati ovvero se il confezionamento avviene in area di cantiere con impianto mobile. (In quest’ultimo caso dovrà essere altresì indicata la disponibilità delle risorse idriche e le modalità di trattamento delle acque reflue);

- quantificazione del materiale lapideo da pavimentazioni e/o rivestimenti (a tale scopo si ritiene opportuno sia prescritto che tale materiale debba provenire dal bacino estrattivo genericamente denominato “Luserna”).

Si precisa inoltre che per ogni qualità e quantità di materiale movimentato all’esterno, da e per il cantiere, dovranno essere indicati i percorsi stradali utilizzati ed i relativi flussi di traffico.

Si rammenta che il piano di reperimento dei materiali inerti sopra indicato dovrà confluire nel Piano Generale degli Inerti, previsto dalla Valutazione Ambientale Strategica, al fine del suo aggiornamento e del contestuale aggiornamento del Piano per la Viabilità Sostenibile.

Con riferimento alla previsione di prelievo del materiale inerte dal sito di Meana di Susa, lo stesso non dovrà coincidere con quello già utilizzato per il recupero e la rinaturalizzazione del sito stesso.

Per gli approvvigionamenti dei materiali inerti, soprattutto quelli da effettuare nell’anno 2004, dovrà essere condotta un’ulteriore verifica circa la disponibilità di materiale inerte proveniente da siti più prossimi all’opera, rispetto a quelli ipotizzati in sede di progetto definitivo, per minimizzare gli impatti generati dal trasporto degli stessi.

L) Prescrizioni generali in materia di vigilanza e controllo

1. Fermo restando le competenze istituzionali in materia di vigilanza in capo ad altri Enti, si prescrive di affidare ad ARPA il controllo dell’effettiva attuazione di tutte le prescrizioni nella fase realizzativa dell’opera e di stabilire conseguentemente a tal fine che il proponente dia tempestiva comunicazione dell’avvio dei lavori all’ARPA Piemonte (coordinamento VIA/VAS) e trasmetta gli elaborati inerenti le attività di monitoraggio previo accordo sulle specifiche tecniche compatibili con il S.I.R.A. .

2. Si richiede inoltre che il Direttore dei Lavori e il Responsabile del Procedimento dell’opera in oggetto, per le rispettive competenze, trasmettano all’ARPA Piemonte (coordinamento VIA/VAS) una dichiarazione accompagnata da una relazione esplicativa relativa allo stato di attuazione di tutte le misure prescrittive, compensative, mitigative e di monitoraggio incluse nel progetto definitivo esaminato ed integrate da quelle eventualmente ricomprese nell’atto conclusivo del presente procedimento amministrativo.

M) Interferenze con le piste da sci esistenti

Si prescrive, come da esplicita richiesta dell’Amministrazione Comunale di Cesana Torinese, che la pista sciistica interessata dalle operazioni di cantiere sia modificata con un tracciato alternativo così da essere mantenuta in funzione sin dalla prossima stagione invernale.

Tutto ciò premesso e considerato;

vista la L. 9 ottobre 2000 n. 285;

vista la L.R. 14 dicembre 1998 n. 40;

visto il D.lgs. n. 490/1999;

visto il R.D. 30/12/1923, n°3267;

vista la L.R. 45/1989;

 vista la legge 28/1/1977, n. 10 e ss.mm.ii.;

 vista la L.R. 5/1/1977 n. 56 e ss.mm.ii.;

 vista la D.G.R. 9 aprile 2001 n.45-2741, Valutazione Ambientale Strategica del piano degli interventi per i Giochi Invernali Torino 2006;

 vista la D.G.R. 5 novembre 2001 n. 42-4336, art. 9 della Legge n. 285/2000. Procedure per l’approvazione dei progetti relativi agli interventi per i Giochi Olimpici Invernali Torino 2006 e successive modificazioni e integrazioni;

visti i verbali delle riunioni della Conferenza dei Servizi e dell’Organo Tecnico acquisiti agli atti;

visti i pareri ed i contributi tecnici acquisiti agli atti.

Per tutto quanto sopra esposto ed accogliendo le proposte dei relatori, la Giunta regionale con voto unanime espresso nelle forme di legge,

delibera

- di esprimere giudizio positivo di compatibilità ambientale comprensivo delle autorizzazioni ambientali ed urbanistiche sul progetto denominato “Impianto Bob, slittino e skeleton” localizzato in Comune di Cesana T.se presentato dall’Agenzia Torino 2006 con sede in Torino Galleria San Federico 16 per le motivazioni espresse in premessa ed a condizione che nel corso della realizzazione l’Agenzia Torino 2006 ottemperi alle prescrizioni dettagliatamente descritte nella premessa medesima e che si intendono integralmente richiamate e di seguito elencate in ordine di trattazione:

A) Aspetti geologici e geotecnica

B) Aspetti urbanistici

C) Aspetti trasportistici e di mobilità

D) Aspetti di sostenibilità economica

E) Aspetti ambientali, paesaggistici e archeologici

F) Aspetti inerenti il rischio connesso all’impiego di ammoniaca

G) Aspetti igienico-sanitari

H)Aspetti relativi alle risorse idriche

I) Aspetti relativi all’approvvigionamento di materiali inerti

L) Prescrizioni generali in materia di vigilanza e controllo

M)Interferenze con le piste da sci esistenti;

- di stabilire che il giudizio di compatibilità ambientale, ai fini dell’inizio dei lavori per la realizzazione degli interventi, ha efficacia per la durata di anni tre;

- di prendere atto dei pareri espressi dalle Amministrazioni in sede di Conferenza dei Servizi e dei seguenti atti di consenso:

a) deliberazione della Giunta Comunale di Cesana Torinese n° 26 del 08/03/2003 con la quale viene espresso parere favorevole sulla progettazione definitiva;

b) deliberazione della Giunta Provinciale di Torino n° 185/63444 del 11/03/2003;

c) determinazione della Direzione Regionale Patrimonio e Tecnico n° 239 del 10/03/2003 con la quale si autorizza l’Agenzia Torino 2006, o chi per essa, ad operare sulle aree oggetto di intervento di complessivi mq.2602 individuate al NCT Comune di Cesana T.se Fg.20 mapp.32 per mq.590 e Fg.20 mapp.122 per mq.1.762, nonché Fg.20 mapp.32 di mq.250, mutandone, per quanto occorre, la destinazione d’uso, il tutto nell’osservanza delle condizioni ivi contenute;

d) parere favorevole n°27/2003 espresso dalla Commissione Impianti Sportivi nella seduta del 05/03/2003, con espresso rimando alle condizioni ivi contenute;

e) parere favorevole del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco prot.3376 dell’11/03/2003, con espresso rimando alle condizioni ivi contenute;

- di prendere atto delle disposizioni contenute nella D.G.R. n. 44-7807 del 25/11/2002 e conseguentemente di considerare acquisito l’assenso delle Amministrazioni che, regolarmente convocate, non abbiano espresso definitivamente la loro volontà nell’ambito della Conferenza dei Servizi;

- di dare atto che ai sensi della L.R. n°40/98, della L.285/2000 e dell’art.14 ter della L. 241/90 e ss.mm.ii., il presente provvedimento sostituisce, a tutti gli effetti, ogni autorizzazione, concessione, nulla osta o atto di assenso comunque denominato di competenza delle amministrazioni partecipanti o invitate a partecipare alla C.d.S e pertanto vengono rilasciate le seguenti autorizzazioni richieste dal proponente ed integrate da quelle emerse nell’ambito delle riunioni della C.d.S:

* autorizzazione ai sensi dell’art. 151 del D.Lgs. n°490/99;

* autorizzazione ai sensi dell’art.31 della L.R.56/77 per la esecuzione delle opere in progetto ricedenti parzialmente in fascia di rispetto del realizzando bacino Italsider;

* autorizzazione ai sensi dell’art.5 della L.R. n°45/89;

* approvazione della “Variazione Urbanistica, ai sensi dell’art.9 comma 4 della L.285/2000, al Piano Regolatore vigente in Comune di Cesana T.se per l’Impianto del bob, slittino e skeleton;

* concessione edilizia gratuita;

le concessioni, autorizzazioni, atti di assenso sono:

a) rilasciati sulla base degli elaborati costituenti il progetto definitivo di cui una copia è conservata agli atti della Direzione Trasporti mentre una copia, debitamente vistata, viene restituita unitamente al presente atto al soggetto proponente;

b) concessi facendo salvi ed impregiudicati eventuali diritti di terzi;

c) subordinati all’osservanza delle prescrizioni citate in premessa, che qui si in tendono integralmente riportate oltre a quelle derivanti dalle Leggi e Normative vigenti.

- di stabilire che il soggetto proponente per la successiva fase di progettazione esecutiva, anche nell’ambito della validazione degli elaborati ai sensi del D.P.R. 554/99, autocertifichi l’ottemperanza delle prescrizioni e condizioni di cui al presente provvedimento dandone contestuale comunicazione alla Regione Piemonte;

- fermo restando le competenze istituzionali materia di vigilanza in capo ad altri Enti, si prescrive di affidare ad A.R.P.A. la verifica della realizzazione delle opere e dei monitoraggi in conformità alle prescrizioni contenute nel presente provvedimento nel rispetto di quanto previsto al punto “L) Prescrizioni generali in materia di vigilanza e controllo”;

- di inviare il provvedimento al proponente e a tutti i soggetti interessati.

Contro il presente provvedimento è possibile il ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale del Piemonte entro 60 gg dalla piena conoscenza dell’atto.

La presente Deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell’art. 65 dello Statuto, dell’art. 14 del D.P.G.R. n. 8/R/2002, dell’art. 12, comma 8 della l.r. 40/1998 e depositata presso l’Ufficio di deposito della Regione Piemonte.

(omissis)