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Supplemento Ordinario n. 2 al B.U. n. 06

Codice 26
D.D. 13 dicembre 2002 n. 682

L. 285/2000 art. 9 - comma 2. Progetto Preliminare Impianto di innevamento programmato area “Serra Granet” e “Sagnalonga” in Comune di Cesana Torinese (TO). Provvedimento conclusivo

In data 15/10/2002, con nota n. 6635/02 - protocollo regionale n. 10085/26-26.0, l’Agenzia Torino 2006 ha trasmesso alla Direzione Regionale Trasporti, la richiesta d’attivazione della Conferenza dei Servizi ai sensi del comma 1, art. 9 della legge 9 ottobre 2000, relativamente al progetto di Impianti di innevamento programmato “Serra Granet” e “Sagnalonga” in Comune di Cesana Torinese, unitamente alla determinazione del Direttore Tecnico dell’Agenzia Torino 2006 n. 267/02 relativa all’approvazione dei progetti preliminari di impianti di innevamento programmato “Serra Granet” e “Sagnalonga” nel Comune di Cesana Torinese ed alla copertura finanziaria delle opere. L’onere economico totale fissato negli stralci 9 e 11 del piano degli interventi è pari a un importo di € 5.478.993,00 (cap.1 sottocapitolo I 01 del Bilancio Preventivo 2002 dell’Agenzia Torino 2006 approvato dal Comitato Direttivo in data 26-01-2002); dal quadro economico risulta che l’importo totale degli interventi risulta essere di € 5.969.749,00.

L’impianto di innevamento programmato in progetto, posizionato nel Comune di Cesana Torinese, prevede la realizzazione di opere per garantire l’innevamento artificiale delle piste durante la manifestazione olimpica in assenza o in carenza di precipitazione nevosa adeguata si compone delle seguenti opere:

Area Serra Granet:

- realizzazione di un bacino di capacità pari a 29.500 mc in località La Coche - Plateau du Col (1.920 m s.l.m), nella zona fronteggiante l’abitato di Clavière, approvvigionato dal Rio Gimont (20 l/s) e dal lago del Golf del Monginevro (10 l/s), in territorio francese;

- realizzazione della relativa stazione di pompaggio, con annessa cabina di trasformazione MT/BT, prevista in posizione sottostante al Plateau du Col.

- posa di condutture interrate e ancorate lungo le piste di allenamento n. 93 e 97, per uno sviluppo lineare complessivo pari a 3.900 m;

interventi di sistemazione superficiale delle piste n. 93 e 97;

realizzazione di una conduttura di connessione con il bacino relativo all’area “Serra Granet - Colle Bercia”

Il suddetto bacino verrà riempito in parte da acque provenienti dal sollevamento esistente presso il Lago del Golf di Monginevro (in territorio francese) e in parte dal Rio Gimont; l’istanza del prelievo da tale Rio nella quale viene richiesta una portata media di 12 l/s e massima di 19 l/s da parte della Sestrieres S.p.A., per la concessione in sanatoria, è in corso di istruttoria presso il Servizio Gestione Risorse Idriche della Provincia di Torino. Il progetto preliminare risulta inoltre discordante per alcuni punti con la domanda della Sestriere S.p.A.

Il contesto geomorfologico in cui si colloca il bacino di accumulo idrico, è caratterizzato da una superficie subpianeggiante a modesta pendenza, impostata su depositi di origine glaciale.

Area Sagnalonga:

- realizzazione di un bacino in località Sagnalonga (2.000 m s.l.m.), sul versante che domina l’omonimo abitato, caratterizzato da una capacità pari a circa 8.000 mc, alimentato dal pozzo presente nell’abitato di Cesana T.se (10 l/s), le cui acque, previo declassamento ad acque tecniche, saranno convogliate verso la stazione di sollevamento collocata alla base della seggiovia Rafuyel e funzionale anche all’area dell’innevamento programmato di Sansicario;

- realizzazione di una condotta adduttrice di lunghezza pari a circa 2,5 km, su un dislivello di circa 600 m;

- realizzazione di una stazione di pompaggio in località Sagnalonga;

Il bacino verrà alimentato con il prelievo di acque sotterranee da un pozzo esistente nel concentrico di Cesana T.se, attualmente utilizzato ad uso idropotabile. Detto pozzo verrà sostituito da altro da adibirsi sia ad uso idropotabile che al servizio dell’impianto di innevamento.

Il bacino risulta localizzato in una zona sub-pianeggiante a quota 2000 m, presso la Loc. Sagnalonga, a ridosso di un’area umida caratterizzata da depositi torbosi.

L’autorità competente, ha dato avvio alla procedura con D.D. n. 475 del 18/10/02 con la quale ha designato l’ing. Lorenzo Garrone a responsabile del procedimento per gli interventi in oggetto.

Il Responsabile del Procedimento ha avviato la Conferenza di servizi con i soggetti territoriali e istituzionali interessati, tra i quali i soggetti titolari delle autorizzazioni, attuando quanto previsto dall’art. 9 della L.285/2000.

I lavori della C.d.S. si sono espletati nelle riunioni del 6 e 22 novembre 2002 e nel corso del sopralluogo effettuato in data 8 ottobre 2002.

A seguito della presentazione del progetto presso l’Ufficio di deposito progetti regionale, non sono pervenute osservazioni da parte del pubblico.

Ai sensi della L.R. 58/95 e 49/96, relative a progetti riguardanti invasi idrici, il progetto è stato pubblicato all’Albo Pretorio del Comune di Cesana Torinese nel periodo compreso tra il 7-11-02 e il 22-11-02. Durante tale periodo non sono pervenute osservazioni in merito.

Il proponente è stato invitato a partecipare alla riunione della conferenza di servizi nelle date 2 e 23 ottobre 2002 nel cui ambito ha fornito opportuni chiarimenti in merito agli elaborati progettuali presentati a corredo dell’istanza ed in particolare sul programma predisposto per la realizzazione dei Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006, sulle misure di mitigazione d’impatto ambientale previste.

Considerato che i dintorni dell’area interessata dagli interventi e l’area vasta sono fortemente antropizzate a causa degli insediamenti umani rappresentati in particolare dal centro abitato di Cesana Torinese, dalle piste ed impianti sciistici e dal turismo concentrato soprattutto durante la stagione invernale. Considerato inoltre che le scelte progettuali compiute, comportanti un notevole impatto ambientale e territoriale, sono funzionali all’omologazione delle piste in oggetto - come definito dal TOROC con nota prot. n. 02/2384 del 17/10/02, nella quale si dichiara “i lavori previsti nei progetti preliminari delle piste sono frutto dei sopralluoghi effettuati con i tecnici delle Federazioni di competenza e sono stati successivamente da loro condivisi. I tracciati così realizzati potranno quindi ottenere le necessarie omologazioni alle competizioni internazionali a valle del completamento delle opere” -, onde permettere, durante l’evento olimpico, lo svolgimento delle specialità di sci alpino assegnate a questa località ed in particolare ad allenamento.

Rispetto alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del piano delle opere per la realizzazione del programma olimpico prevista dall’art. 1 comma 4 della L.n.285/2000 “Interventi per i Giochi Olimpici Invernali Torino 2006" - D.G.R. 09.04.2001 n. 45 - 2741, la collocazione dei bacini viene ritenuta di notevole problematicità e criticità (Cap. 6 - Approvvigionamento idrico e captazioni, bacini di stoccaggio ed innevamento artificiale. Punto 6.1.2); mentre in linea di massima la modifica e adeguamento delle piste rispetta le cautele e le disposizioni impartite, nonché le prescrizioni tecniche indicate nella Valutazione Ambientale Strategica (VAS), Allegato A - Cap. 7 - Impianti funiscioviari, piste da sci e infrastrutture connesse. Punto 7.2.1 Prescrizioni: si rileva, come il progetto di innevamento programmato in oggetto non soddisfi alcune delle prescrizioni generali della stessa, con particolare riferimento alla assenza di un disciplinare di gestione come esplicitamente richiesto con la prescrizione riportata qui di seguito ”appare inoltre opportuno, una volta consolidato il contenuto progettuale dei bacini di accumulo e delle captazioni (numero, ubicazione, capacità, tracciati delle condotte di alimentazione e operatività), che l’esecuzione dei medesimi non sia disgiunta dalla definizione preventiva di un disciplinare che ne regoli la gestione e gli utilizzi durante e dopo l’evento olimpico. Ne consegue l’opportunità che, in sede di individuazione del soggetto attuatore, vengano anche definite le procedure e le responsabilità della gestione operativa, anche in considerazione delle problematiche concernenti la sicurezza dei siti".

Tale documento appare di fondamentale importanza nel creare le condizioni affinché la C.d.S. si possa esprimere positivamente in sede definitiva.

Considerato il non trascurabile impatto che l’impianto di innevamento programmato avrà sotto il profilo dell’assorbimento elettrico, nonché degli effetti cumulativi che esso produrrà rispetto alle esigenze di alimentazione correlate agli altri impianti previsti nell’area, si rende necessario attribuire evidenza progettuale, unitamente a congrua attenzione, agli aspetti energetici di progettazione, ovvero alle necessarie opere di sviluppo dell’infrastrutturazione lineare elettrica in MT e alle cabine di trasformazione in una logica di area vasta e di correlazione con gli altri progetti insistenti sul medesimo comprensorio nel rispetto delle prescrizioni poste dalla V.A.S.

Considerato che, con nota 554/3 del 23-10-2002 (prot. regionale 10656/26-26.0 del 30-10-02) il Comando R.F.C. Interregionale Nord ha preso atto della procedura in corso dichiarando l’impossibilità di formulare il proprio parere finale relativo al nulla osta entro i tempi previsti per la Conferenza di Servizi preliminare. Si ritiene che detto nulla osta, possa essere recepito in sede di C.d.S. definitiva.

Considerato che la Commissione Beni Culturali e Ambientali, ai sensi della DGR n. 82 - 5618 del 19.03.02, di attribuzione alla Commissione delle funzioni di supporto all’attività di valutazione dei progetti relativi agli interventi per i Giochi Olimpici Invernali “Torino 2006", non ha rilevato elementi ostativi all’intervento nella seduta del 21.11.02.

Constatato che a fronte della mancanza di un programma di indagini ed accertamenti archeologici, ai sensi del D.P.R. 554/99, L’Agenzia Torino 2006 garantisce la presenza nei cantieri di un archeologo professionista per la valutazione del rischio archeologico durante le operazioni di scavo, per eseguire in sito le valutazioni ed i rilievi necessari.

Considerato che le ipotesi per quanto riguarda l’effettiva disponibilità della risorsa idrica hanno suscitato qualche perplessità in sede di Conferenza di Servizi, anche per quanto riguarda la mancanza di indicazioni rispetto alla effettiva titolarità delle captazioni, che dovrà essere precisata anche per la fase post-olimpica.

Si prende atto delle note della Provincia di Torino con la quale viene ribadita la disponibilità allo snellimento delle procedure e si richiede che da parte del proponente vengano urgentemente dati ulteriori chiarimenti e si provveda ai necessari adempimenti di carattere burocratico. Detta situazione assume rilievo sostanziale in quanto risulta opportuno che i pareri, permessi o autorizzazioni prescritte, sia per la realizzazione che per l’esercizio dei bacini con potenziali riflessi o limitazioni, siano disponibili al momento della progettazione preliminare in esame nonché la successiva progettazione definitiva.

Per quanto riguarda la compatibilità con i vigenti strumenti urbanistici al pericolo valanghe ed alla situazione geologica è risultato quanto segue:

Area Serra Granet:

L’intervento risulta compatibile con le previsioni urbanistiche del P.R.G. vigente e nel Progetto Preliminare di Revisione Generale del P.R.G.C. di Cesana Torinese, redatto secondo le indicazioni della Circolare P.R.G. n. 7/LAP/1996 e adottato con D.C.C. N. 20 del 08/08/2001, il quadro di pericolosità geologica dell’area sede di localizzazione del bacino è riferito alla classe II C (moderata pericolosità), per cui l’intervento risulta compatibile con il contesto geologico e morfologico e con le indicazioni delle N.T.A., fatti salvi la verifica di stabilità dell’areale e la valutazione dell’eventuale necessità di alcuni accorgimenti tecnici per la messa in sicurezza del manufatto.

Il tracciato dell’impianto d’innevamento programmato si sviluppa su un’area classificata nell’Atlante dei rischi idraulici e idrogeologici allegato al P.A.l., come “area di frana attiva”; nella relazione geologica, dato che l’impianto si configura come opera infrastrutturale d’interesse pubblico, viene argomentata la compatibilità dell’intervento con la situazione di potenziale dissestabilità dell’area sulla base del modesto impatto sullo stato dei luoghi indotto dalla tipologia dell’opera e dalla sua relativa interferenza con l’assetto geomorfologico.

L’area relativa all’invaso risulta ricompresa tra le Aree Attrezzate AA (art. 39 delle NTA), per tali motivi l’impianto e le strutture ad esso accessorie si possono considerare conformi con le norme e la zonizzazione del PRG vigente nel Comune di Cesana Torinese.

Per quanto attiene gli aspetti legati alla sicurezza del tracciato dell’impianto in rapporto alla pericolosità da valanga, risultano alcune interferenze tra il tracciato e aree valanghive ubicate sulle pendici sud-occidentali della P.ta Rascià, documentate dalla Carta di Localizzazione Probabile delle Valanghe del Comune di Cesana, in scala 1: 25.000, e riportate nella relazione nivologica allegata al progetto in questione.

Per quanto l’interferenza dei fenomeni valanghivi con le parti dell’impianto emergenti dal terreno sia modesta, si rileva il problema di garantire la sicurezza della pista di discesa oggetto d’innevamento programmato nel periodo olimpico

Area Sagnalonga:

L’area in oggetto, pur essendo ricompressa tra le Aree Attrezzate AA (art. 39 delle NTA), interferisce con le perimetrazioni specifiche della zonizzazione della frazione di Sagnalonga, in particolare parrebbero interessate le seguenti aree:

Aree per il verde pubblico (art. 37 delle NTA del PRGC vigente);

Aree per parcheggi pubblici (art. 37 delle NTA del PRGC vigente);

Aree residenziali esistenti E (art. 30 delle NTA del PRGC vigente);

Sede stradale esistente.

Il quadro di pericolosità geologica dell’area sede di localizzazione del bacino è riferito alla classe III b3 (elevata pericolosità), per cui l’intervento risulta compatibile con il contesto geologico solo a seguito della realizzazione di opere di riassetto idrogeologico.

La normativa specifica di dette zone non prevede la possibilità di realizzare interventi a supporto delle attività sciistiche, per tali motivi l’intervento proposto nell’area denominata Sagnalonga parrebbe da considerarsi, parzialmente non conforme al PRGC vigente nel Comune di Cesana Torinese.

Il tassello approvato quale Variante e i relativi studi di supporto dovranno essere ricompresi nel quadro conoscitivo sviluppato dal comune e valutato in forma critica nelle verifiche di compatibilità previste dal PAI e nella Revisione generale del PRGC, sia in riferimento al quadro dei dissesti che alla utilizzazione urbanistica delle aree.

lì contesto geologico in cui si colloca l’area d’intervento è rappresentato da un versante privo di problematiche dissestive di rilievo, con un’estesa copertura costituita da depositi glaciali, al di sotto dei quali emerge localmente un substrato roccioso di natura ofiolitica.

L’area prevista per la realizzazione del bacino d’invaso risulta soggetta al pericolo di valanghe provenienti dal versante orientale della P.ta Rascià, che possono interessare anche alcuni edifici della piana di Sagnalonga, le piste di discesa e l’impianto di risalita “La Montanina”,

Le opere di compensazione previste riguardano un intervento di rimboschimento, con cavalletti in legno a protezione delle piantine dal neviflusso, su un canale in sinistra idrografica del rio Gimont, a monte del Lago Freddo.

Nel complesso, i rilievi di terreno e le indagini svolte non hanno portato ad evidenziare situazioni di pericolosità geologica tali da compromettere o condizionare in modo significativo la fattibilità degli interventi in progetto.

Preso atto che il Comune si è impegnato a fornire documentazione relativa alle aree gravate da uso civico per l’espletamento degli adempimenti di legge.

Ai sensi di quanto disposto dall’art. 9 della L.285/2000 sono pervenuti pareri e contributi tecnici dei soggetti interessati, acquisiti agli atti.

Tutto ciò premesso,

Vista la L.9 ottobre 2000 n. 285;

Vista la L.R. 14 dicembre 1998 n. 40;

Vista la D.G.R. 5 novembre 2001 n. 42-4336, integrata dalla D.G.R. 7 ottobre 2002 n. 41-7279. Procedure per l’approvazione dei progetti relativi agli interventi per i Giochi Olimpici Invernali Torino 2006;

Vista la D.G.R. 9.04.01 n.45-2741, Valutazione Ambientale Strategica del piano degli interventi per i Giochi Invernali Torino 2006;

Visto il D.lgs. n. 490/1999;

Vista la L.R. 45/1989;

Visti i verbali delle riunioni della Conferenza dei servizi e del sopralluogo, acquisiti agli atti;

Visti i pareri ed i contributi tecnici acquisiti agli atti.

Per tutto quanto sopra esposto

IL DIRIGENTE

determina

che, ai sensi dell’art. 9 della L.285/00 per il Progetto agli impianti di innevamento programmato “Serra Granet” e “Sagnalonga” previsto nei comuni di Cesana Torinese e Sauze di Cesana e depositato con prot. n° 4791/26.5 del 16.05.2002 presso questi uffici ai sensi del punto 2.1 della DGR 42-4336 del 5.11.01, non sussistono elementi preclusivi alla realizzazione del progetto;

di prescrivere che in sede di progetto definitivo vengano recepite le indicazioni di seguito riportate:

1. La progettazione definitiva dovrà fondarsi sulla piena conoscenza delle condizioni reali ed amministrative relative alle quantità di acqua estraibili da ognuna delle fonti di approvvigionamento previste e nel rigoroso rispetto della priorità di soddisfacimento degli usi idropotabili anche in condizione di estrema criticità.

2. Dovranno essere indicati e documentati gli eventuali interventi da realizzare connessi all’attuale progetto per una panoramica complessiva delle trasformazioni indotte al territorio montano in oggetto predisponendo un quadro complessivo degli interventi per i quali si dovrà tener conto di quanto sancito dalla L.1766/23 e s.m.i.

3. Per quanto riguarda gli invasi previsti:

- Dovrà essere eseguito uno studio relativo alle condizioni di deflusso a valle e sulle eventuali aree a rischio in caso di collasso dello sbarramento

- Dovranno essere seguite le procedura previste dalle LL.RR. 11.04.1995 n. 58 e 24.07.1996 n. 49 ss.mm.ii.

- Dovrà essere verificata l’idoneità idraulica relativamente a ciascun invaso,

dovranno essere previste idonee opere di dissipazione d’energia nel punto d’immissione delle acque di scarico, al fine d’impedire l’innesco di fenomeni erosivi concentrati; e, se necessario, di opere di protezione in corrispondenza degli organi recettori

- Dovrà essere verificata l’idoneità idraulica del corpo idrico ricettore dello scarico del bacino, nel tratto compreso da valle del punto di scarico del bacino, sino a monte della prevista opera di presa;

- Dovrà essere recepito per quanto possibile quanto previsto dal D.M. 24.03.1982 “Norme tecniche per la progettazione e la costruzione delle dighe di sbarramento”, ed in particolare quanto previsto dal punto H. 4 del richiamato D.M.

- Dovranno essere effettuate verifiche, tramite l’impiego di modelli idraulici, che individuino le aree a rischio in relazione ad eventuali onde di piena, in caso di break-down dell’argine di contenimento dell’invaso;

- Dovrà essere prodotta una specifica documentazione che certifichi l’adeguatezza dei materiali e la tenuta dei sistemi di giunzione impiegati per la realizzazione della condotta, in relazione alle pressioni d’esercizio previste.

- Gli invasi dovranno:

- essere provvisti di argini privi di vegetazione arbustiva che limiti stabilità, impermeabilità delle opere di ritenuta e rapida ispezione visiva dei paramenti, quindi è consentito un basso manto erboso;

- essere segnalati da idonea cartellonistica e circoscritti da recinzione che eviti cadute accidentali all’interna;

- essere protetti verso monte da un canale di gronda che eviti l’ingresso nell’invaso di acque di scorrimento dal versante;

- essere dotati di scarichi che, per quanto possibile, non dovranno interessare i rilevati artificiali di sbarramento;

- essere provvisti di impianto di monitoraggio per individuare eventuali perdite dall’invaso per un rapido e continuo controllo della bontà del manto impermeabile;

- essere provvisti di adeguati impianti di insufflazione al fine di evitare la formazione di strati di ghiaccio.

- Lo scarico di superficie dovrà essere dimensionato in maniera tale da garantire il mantenimento di un franco di 1,5 metri rispetto al coronamento; per l’invaso in area Sagnalonga il franco residuo di cui al precedente punto 5, in considerazione anche della ridotta capacità totale di invaso e della ulteriore riduzione della stessa ottenuta considerando unicamente la volumetria trattenuta al di sopra dell’attuale piano campagna, può essere ridotto ad 1 metro;

- Dovrà inoltre essere previsto un sistema di misurazione dei volumi idrici in entrata ed in uscita, atto a monitorare ed individuare, per settori, eventuali perdite idriche lungo la linea;

4. Unitamente alla documentazione progettuale dovrà essere prodotto un apposito disciplinare di gestione operativa degli invasi proposti che identifichi quanto meno la cadenza delle ricariche - anche in condizioni di massima criticità idrica e di massima utenza - la tempistica delle stesse, nonché definisca planimetricamente in modo univoco le aree servite in termini di innevamento e le loro caratteristiche (estensione, spessore del manto nevoso da ottenere ecc.);

5. Nella progettazione dei rilevati del bacino dovranno essere esplicitate le modalità di realizzazione, le caratteristiche geotecniche del materiale da utilizzarsi, il dimensionamento e il posizionamento delle opere di drenaggio nell’intorno della struttura con particolare relazione all’impianto d’innevamento programmato area Serra Granet pur non ritenendo che sussistano elementi di pericolosità geologica ostativi alla realizzazione degli interventi in oggetto;

6. Dovranno essere realizzate verifiche di stabilità, quantitativamente calcolate ai sensi del D.M. 11/03/88 ed estese ad un intorno significativo, utilizzando metodi di calcolo propri della meccanica dei terreni, sulle scarpate dei rilevati di contenimento e sull’insieme rilevato-terreno d’appoggio nelle condizioni di più elevata acclività circostanti;

7. La rivegetazione del rilevato arginale dei bacini dovrà essere effettuata con la formazione di una copertura erbacea caratterizzata da una composizione floristica del tutto simile a quella propria delle superfici prative circostanti: a tal fine si richiede di utilizzare la cotica erbosa delle superfici destinate allo scavo, dopo un suo idoneo prelievo e accantonamento, onde preservarne le caratteristiche peculiari;

8. Nella formazione del rilevato arginale si dovrà prevedere un utilizzo degli inerti di scavo che, per la formazione degli strati del terreno nelle operazioni di riporto, veda il rispetto della successione originaria degli orizzonti del terreno.

9. Relativamente all’area Serra Granet:

- Vista l’interferenza tra le aree di cantiere del bacino d’accumulo e l’attuale localizzazione del sondaggio geognostico in loc. La Coche attrezzato con tubo inclinometrico, dovranno essere previsti accorgimenti tecnici per la sua preservazione o una sua nuova collocazione definitiva atta a garantire il successivo monitoraggio.

- Per quanto concerne l’invaso in località “La Coche” si dovrà valutare l’opportunità di dotare le sponde e le superfici immediatamente limitrofe al bacino stesso di una vegetazione ripariale e tipica del locale orizzonte montano, compatibilmente con l’integrità della funzionalità tecnica dell’invaso;

10. In relazione all’impianto d’innevamento programmato area Sagnalonga dovranno essere osservate le seguenti prescrizioni:

- Si richiede al proponente di prevedere in sede di progetto definitivo una maggiore distanza tra l’area d’intervento ed i lotti interessati, nonché una minor pendenza degli scavi previsti. Le stesse attenzioni, stante la particolare visibilità dell’area, andranno poste per la realizzazione dei raccordi tra terreni riportati e linea naturale, proponendo soluzioni di minor impatto ed acclività delle linee di pendenza dei rilevati;

- Il proponente dovrà verificare, in sede di progetto definitivo, la conformità dell’intervento rispetto alla Revisione al PRGC posta in atto dall’A.C. di Cesana, attivando, le procedure di cui alla D.G.R. del 5 novembre 2001 n. 42-4336, così come modificata dalla D.G.R. del 7 ottobre 2002 n. 41-7279, in merito alle “Variazioni urbanistiche”;

- In merito alle fasce di rispetto si rimanda ai disposti di cui all’art. 29 della L.R. 56/77 e s.m.i.

- L’impianto di monitoraggio ed individuazione di eventuali perdite dall’invaso potrà, vista la necessità di alterare il meno possibile l’alimentazione della torbiera a valle, essere affiancato da anelli costituiti da tubi in parte drenanti, che a diverse profondità e perimetralmente al bacino ripristinino la continuità di eventuali flussi di filtrazione di falde subsuperficiali.

- Considerato che il bacino si colloca altresì in un’area interferente con un’esistente torbiera, avente quindi falda freatica subaffiorante, come evidenziato in sede di sopralluogo, dovrà essere rivista la collocazione dell’opera al fine di limitarne le suddette interferenze e/o studiare tutti gli accorgimenti e le opere necessarie a ridurre ogni possibile rischio indotto;

11. Dovrà essere presa in considerazione quanto riguarda le interferenze, riscontrabili sia dagli elaborati sia in sede di sopralluogo, con il rio Prà Bourlet che comunque non risulta iscritto nell’elenco delle acque pubbliche della Provincia di Torino e che, da planimetria catastale, risulta avere sedime di natura privata;

12. Per gli attraversamenti del torrente Ripa con le linee elettriche di alimentazione della stazione di pompaggio dovrà essere ottenuta l’autorizzazione idraulica a norma del T.U. 523/1904;

13. Dovrà essere progettato e realizzato nelle zona di sistemazione di rimodellamento delle piste di discesa un sistema di drenaggio delle acque superficiali e profonde, tramite canalette superficiali e trincee drenanti, secondo uno schema che permetta il convogliamento delle acque negli impluvi esistenti;

14. Nel prendere atto di quanto dichiarato dal proponente nella documentazione progettuale, si rileva la possibilità che nell’ambito delle attività di scavo venga rinvenuta la presenza di amianto all’interno di eventuali lenti ofiolitiche presenti nei litotipi prevalenti attribuibili ai calcescisti, con particolare riferimento al sito di cantiere della ipotizzata traversa in alveo sul Torrente Ripa in Comune di Sauze di Cesana.

Ciò premesso si prescrive, ai fini della progettazione definitiva, che:

- dovrà essere redatto un adeguato piano per la messa in sicurezza di tutte le aree interessate dalla movimentazione di terra e per la protezione degli addetti ai lavori e dell’ambiente circostante;

- si dovrà quindi tenere conto dei disposti di cui al D.lgs.277/1991 e s.m.i., nonché per quanto applicabili dei decreti ministeriali emanati in forza della L.257/1992, ai fini della loro puntuale immediata attuazione in caso di necessità;

- l’eventuale materiale contenente amianto sia movimentato in ottemperanza con le norme in vigore e che ai materiali comunque derivanti da attività di scavo dovranno essere applicate le disposizioni di cui alla normativa vigente con attuale riferimento ai commi 17, 18 e 19 dell’art.1 della L.443/2001;

- ai fini di un continuo monitoraggio della componente aria dovrà essere predisposto un sistema di campionamento per il rilevamento delle fibre aerodisperse nell’area interessata dai movimenti terra ed in corrispondenza di recettori potenzialmente sensibili: nel progetto definitivo dovranno quindi essere esplicitate le modalità ed il programma di monitoraggio a seguito di opportuno confronto con ARPA Piemonte, a cui in seguito dovranno anche essere comunicati con idonea frequenza i dati rilevati adeguatamente commentati;

- Il progetto definitivo dovrà esplicitare con precisione l’eventuale impiego di impianti di innaffiatura, di teli di sconfinamento, di impianti di aspirazione e di ogni altra modalità di lavoro individuata e da applicarsi nelle aree caratterizzate dalla presenza di minerali asbestiferi.

15. Per quanto riguarda il pericolo di valanghe nell’area Sagnalonga, dovrà essere predisposta la sostituzione con opere fermaneve di più moderna concezione delle opere paravalanghe (ponti da neve in legno) esistenti, nella zona di distacco delle valanghe, indicativamente tra le quote 2230 m e 2300 m, la cui realizzazione risale ad oltre 30 anni fa e che denotano evidenti segni di instabilità dovuti alle condizioni di degrado del materiale di costruzione e alla realizzazione di opere fondazionali non adeguate; e la loro integrazione con opere di rimboschimento nelle zone ad elevata acclività sottostanti.

16. Appare opportuno prevedere una diversa collocazione degli interventi di rimboschimento di compensazione previsti nell’area in sinistra idrografica del Rio Gimont, a monte del Lago Freddo, sede di fenomeni valanghivi provenienti da settori di versante sovrastanti, che potrebbero danneggiare o asportare completamente le opere di rimboschimento previste.

17. Dovrà essere oggetto di un intervento di sistemazione compreso nelle opere di compensazione ambientale il dissesto superficiale lungo la pista di discesa a quota 2120 m sarà, contestualmente al ripristino di un attraversamento della viabilità per la loc. Colle Bercia da parte di un corso d’acqua minore.

Tale intervento, sebbene inserito tra le opere dichiarate connesse all’evento olimpico, non risulta al momento disporre della necessaria copertura finanziaria, e appare nel contempo indispensabile per garantire la sicurezza del bacino e degli altri beni esposti al pericolo nelle aree circostanti, oltre a quella della pista di discesa sede di allenamento in occasione dell’evento olimpico.

18. Dovrà, per la realizzabilità degli interventi in oggetto, essere oggetto di intervento la posa in opera di ritenuta del manto nevoso sulle zone sommatali orientali della P.ta Pascià, sostitutive di quelle esistenti, ormai in condizioni d’inefficienza, al fine di garantire la sicurezza del bacino d’accumulo idrico previsto in loc. Sagnalonga, in relazione alla sua esposizione al pericolo di valanghe;

19. Dovranno essere progettate, e conseguentemente comprese nel quadro economico dell’opera, adeguate opere di difesa attiva o sistemi per il distacco programmato nelle aree ad elevata acclività dei versanti orientale e sud-occidentale della P.ta Rascià, sedi di fenomeni valanghivi cartografati o comunque soggette a valanghe minori che possano raggiungere la pista da sci; le strutture di difesa attiva dovranno essere dimensionate e posizionate secondo quanto prescritto dalle specifiche Direttive emanate dall’Istituto Federale Svizzero per la Neve e le Valanghe di Davos;

20. Le opere di compensazione consistenti in interventi di rimboschimento previsti nell’area in sinistra idrografica del Rio Gimont, a monte del Lago Freddo, sede di fenomeni valanghivi provenienti da settori di versante sovrastanti, dovranno essere diversamente localizzate sulle pendici sud-occidentali della P.ta Rascià, per rinfoltire le aree a bosco rado ivi presenti, allo scopo d’incrementare le condizioni di stabilità del manto nevoso;

21. Nel condividere in linea generale le opere di recupero, mitigazione e compensazione ambientale prospettate, anche in attuazione di tali prime indicazioni, il proponente dovrà produrre una chiara progettazione onde rappresentare e collocare planimetricamente gli interventi di rinaturalizzazione e recupero ambientale previsti, con la preferenziale adozione di tecniche di Ingegneria Naturalistica, per la ricostruzione morfologica dei siti, per il consolidamento e la sistemazione superficiale dei terreni, nonché per il contenimento e la mitigazione dell’impatto ambientale e per il reinserimento paesaggistico dei luoghi alterati durante i lavori e delle infrastrutture edificate. A tal proposito dovranno essere prodotti elaborati completi (relazioni tecniche, planimetrie, sezioni, assonometrie, particolari costruttivi ecc.), propri della progettazione definitiva, atti a descrivere le opere progettate, nonché le opportune valutazioni sul dimensionamento e sulle verifiche di stabilità delle opere di sostegno e di drenaggio delle acque superficiali previste negli interventi di recupero e sistemazione. Ai fini di una corretta valutazione quali-quantitativa delle medesime, esse devono trovare riscontro negli elaborati relativi all’analisi prezzi e nel computo metrico del progetto definitivo, nonché negli allegati relativi alla definizione dei piani di manutenzione delle opere previsti ai sensi delle vigenti normative di legge.

22. Considerate le prescrizioni impartite con la Valutazione Ambientale Strategica del piano delle opere per la realizzazione del programma olimpico, prevista dall’art. i comma 4 della L.285/2000 “Interventi per i Giochi Olimpici Invernali Torino 2006"

- D.G.R. 09.04.2001 n. 45 - 2741, Allegato A - Cap. 6 - Approvvigionamento idrico e captazioni, bacini di stoccaggio ed innevamento artificiale - Punto 6.2.1 Prescrizioni, laddove viene imposto che “l’utilizzo di laghi naturali o di torbiere, nonché di aree boscate, per la identificazione e realizzazione dei bacini è assolutamente da evitare in qualsiasi caso, in quanto incompatibile per la distruzione di habitat vulnerabili e di specie protette”, si prescrive che la progettazione definitiva del bacino “Sagna Longa” non intacchi o influenzi in alcun modo la locale torbiera, né durante le operazioni di cantiere né nella conformazione finale dell’invaso e dei suoi rilevati arginali. Inoltre dovrà essere prevista ogni misura idonea atta ad evitare il più possibile l’intercettazione delle vie d’acqua superficiale esistenti in loco, ipotizzando nel contempo un valido sistema di drenaggio delle acque sotterranee che permetta la continuazione dell’alimentazione idrica della locale torbiera, limitrofa al futuro bacino, e ne salvaguardi in modo inequivocabile la sopravvivenza.

21. Gli inerti di scavo derivanti dalle operazioni di cantiere dovranno essere destinati prioritariamente al riutilizzo in loco o in cantieri di lavoro limitrofi alle aree interessate dal progetto in oggetto: dovrà quindi essere limitato alle sole fasi di cantiere l’uso di aree di deponia temporanea ed esclusi stoccaggi provvisori ditali materiali; nel caso di smaltimento degli stessi o di altri materiali di rifiuto direttamente in discariche autorizzate ai sensi della normativa vigente, queste dovranno essere già esplicitamente individuate in fase progettuale definitiva; eventuali impieghi dei materiali di scavo in operazioni di ripristino e mitigazione dovranno essere adeguatamente commentati con specifici elaborati progettuali;

22. Considerati i notevoli quantitativi di materiali inerti originati sul cantiere e movimentati sullo stesso, dovrà essere fornito un preciso quadro dei volumi di scavo e riporto, della loro provenienza e della loro destinazione: inoltre dovranno essere maggiormente dettagliate le modalità operative, anche supportate da idonee planimetrie, con particolare riferimento al trasporto di tali materiali da un’area all’altra del cantiere stesso e alla identificazione di aree di temporanea deponia dei materiali, compreso quello di scotico;

23. Gli interventi di sistemazione delle piste n. 93 e 97 dovranno essere ridotti allo stretto necessario, al fine dì contenere la sottrazione di vegetazione arborea, e preservare il più possibile la continuità e la qualità della copertura erbacea esistente;

24. In previsione del non trascurabile impatto che gli impianti di innevamento programmato avranno sotto il profilo dell’assorbimento elettrico, nonché degli effetti cumulativi che gli stessi produrranno rispetto alle esigenze di alimentazione correlate agli altri impianti previsti nell’area, dovranno essere evidenziati gli aspetti energetici di progettazione, ovvero le necessarie opere di sviluppo dell’infrastrutturazione lineare elettrica in MT unitamente alle cabine di trasformazione, in una logica di area vasta e in correlazione con gli altri progetti insistenti sul medesimo comprensorio, nel rispetto delle prescrizioni poste dalla VAS.

25. Rispetto alle opere previste per l’inserimento degli impianti nel contesto paesistico ad elevata panoramicità e valenza e in relazione a quanto indicato nella D.G.R. 9.04.01 n.45-2741" VAS “ Prescrizioni” riguardo alla realizzazione dei bacini di innevamento, si ritiene che la documentazione progettuale definitiva debba contenere:

- approfondimenti circa le modalità di realizzazione degli argini, valutando soluzioni con scarpate a pendenza inferiore, sia in scavo sia in riporto, per consentire una maggiore connessione e raccordo con la morfologia dei luoghi ed il recupero, per quanto possibile, del grado di naturalità esistente; inoltre il progetto definitivo dovrà contenere indicazioni sulla sistemazione dell’area posta nelle adiacenze dell’invaso, con individuazione delle opere di mitigazione che si intendono porre in opera al fine di consentire un adeguato inserimento dell’opera nel contesto di intervento;

elaborati di progetto (sezioni) comprensivi anche delle porzioni di territorio interessato dall’edificato esistente, con riferimento, in particolare, ai fabbricati posti in prossimità dell’invaso in progetto;

- approfondimento sulle soluzioni tipologiche di recinzione degli invasi, con individuazione di alcune proposte progettuali alternative, da verificare anche in considerazione della localizzazione dell’invaso in ambito edificato;

indicazione su apposita planimetria delle aree individuate per la deponia temporanea dei materiali di scavo, del loro riutilizzo, ed indicazione degli interventi di recupero dei siti a conclusione degli interventi;

- per l’invaso, riguardo alle opere di recupero e mitigazione, la progettazione definitiva di piantumazioni a macchia ai margini dell’invaso stesso, in continuità con i caratteri vegetazionali esistenti; si valutino altresì interventi di conservazione e recupero dei caratteri di pregio naturalistico connesso alla presenza di aree umide;

- elaborati di progetto a carattere definitivo, per le opere di compensazione indicate nel progetto preliminare, oltre ad ampia documentazione fotografica dei siti d’intervento;

- valutazioni riguardo alle soluzioni per la viabilità di cantiere che individuino percorsi su tracciati viari esistenti; inoltre dovranno essere documentate eventuali nuove realizzazioni di tracciati viari ed individuati gli interventi di ripristino dei siti che si rendessero necessari a conclusione degli interventi.

- documentazione progettuale relativa alla fase di cantiere che individuino i tracciati delle piste per la realizzazione delle condotte e le opere di recupero dei siti a conclusione della posa delle condutture. La documentazione dovrà essere accompagnata da documentazione fotografica degli ambiti interferiti.

- gli interventi previsti di preparazione delle piste destinate all’installazione degli impianti di innevamento dovrà essere opportunamente documentata nel progetto definitivo, in particolare negli ambiti interessati da modificazioni morfologiche e da ampliamenti in aree a copertura vegetazionale, considerando comunque che per le operazioni di taglio della copertura boscata dovrà essere valutata la possibilità in sede di progetto definitivo, di limitare il più possibile le operazioni di abbattimento, ponendo attenzione alla realizzazione del margine boscato con interventi di sfrangiatura per contenere le linearità del disegno del varco;

- le opere da realizzarsi sul rio Gimont a servizio dell’impianto in oggetto; dovranno costituire parte integrante del progetto definitivo, con approfondimenti progettuali relativi alle opere in progetto ed ampia documentazione fotografica dell’area di intervento;

26. Il proponente dovrà verificare, in sede di progetto definitivo, la conformità dell’intervento rispetto alla Revisione al PRGC posta in atto dall’A.C. di Cesana, attivando, le procedure di cui alla D.G.R. del 5 novembre 2001 n. 42-4336, così come modificata dalla D.G.R. del 7 ottobre 2002 n. 41-7279, in merito alle “Variazioni urbanistiche”.Il Proponente dovrà predisporre la documentazione necessaria una variante al P.R.G.C. per rendere coerente l’intervento con le previsioni urbanistiche, e in tale sede dovranno essere prodotte tutte le carte tematiche previste dalla Circ. P.R.G. n. 7/LAP/96, estese ad un intorno significativo dell’impianto. Tali carte dovranno indicare chiaramente la perimetrazione delle aree oggetto di variante e, nella cartografia di sintesi, andranno anche indicate le opere previste. Dovrà inoltre redigere documentazione riguardante le proprietà e i vincoli gravanti sui terreni impegnati con particolare riguardo agli usi civici;

27. Nel caso risulti necessario adeguare in alcuni punti la viabilità di accesso esistente di cui si prevede l’utilizzo in fase di cantiere, gli interventi relativi dovranno essere progettati ai fini della fase definitiva e comportare esclusivamente operazioni di sistemazione, consolidamento e risanamento conservativo, senza procedere ad allargamenti;

28. Ai fini della progettazione definitiva, si dovrà prevedere che nel corso dei lavori sia evitata l’estirpazione degli apparati radicali degli esemplari abbattuti e, in caso di necessità, oltre alla massima riduzione delle ceppaie con l’ausilio della motosega, le ceppaie stesse potranno essere eliminate con una eventuale fresatura in loco;

29. Per le aree di cantiere prive di superficie pavimentata, nel caso di sversamenti accidentali di sostanze impregnanti, il terreno dovrà essere asportato e smaltito nel rispetto della normativa vigente e conseguentemente il sito dovrà essere ripristinato;

30. La progettazione definitiva dovrà contenere un adeguato piano di manutenzione delle opere realizzate, con particolare riferimento a quelle di recupero e sistemazione idrogeologica ed i derivanti oneri economici dovranno trovare rispondenza nel progetto;

31. In merito alle fasce di rispetto si rimanda ai disposti di cui all’art. 29 della L.R. 56/77 e s.m.i., valutando la possibilità di ridurne l’ampiezza in considerazione in particolare della situazione nell’area Sagnalonga.

32. Rispetto alla localizzazione dell’impianto e alle modificazioni morfologiche ad esso connesse, stante l’estrema vicinanza di un edificio a destinazione turistica, dovrà essere posta particolare attenzione in sede di progetto definitivo per limitare al massimo le interferenze tra area d’intervento e manufatti esistenti, ricercando soluzioni progettuali di minimo impatto per la realizzazione dei raccordi tra terreni riportati e linea naturale e lungo le linee di pendenza delle aree di scavo.

33. In merito alle opere di presa dal Rio Gimont, il Proponente dovrà provvedere a verificare la congruità tra quanto presente in istruttoria presso la Provincia di Torino e quanto previsto nel progetto in questione.

Analogamente il Proponente dovrà provvedere a regolarizzare presso la Provincia di Torino la captazione e l’utilizzo dei pozzi nel Comune di Cesana.

Contro il presente provvedimento è ammessa proposizione di ricorso Giurisdizionale avanti al Tribunale Amministrativo Regionale competente per il territorio entro 60 giorni dalla data d’avvenuta pubblicazione o della piena conoscenza secondo le modalità di cui alla legge 6.12.1971, n. 1034; ovvero Ricorso Straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni dalla data d’avvenuta notificazione ai sensi del Decreto del Presidente della Repubblica 25.11.1971, n. 1199.

La presente Determinazione sarà pubblicata sul B.U. della Regione Piemonte ai sensi dell’art. 65 dello Statuto e della L.R. 8.8.97 n. 51.

Il Dirigente responsabile
Lorenzo Garrone