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Supplemento Ordinario n. 2 al B.U. n. 06

Codice 26
D.D. 11 novembre 2002, n. 532

Progetto di Impianto di innevamento programmato area Melezet - Snow Board: Half Pipe e Giant Slalom in Comune di Bardonecchia Torinese. Conferenza ex art. 9 comma 2 L. 285/2000. Fase di verifica ex art. 10 L.R. 40/1998

In data 4/09/2002, con nota prot. 8579/26, l’Agenzia Torino 2006 ha trasmesso alla Direzione Regionale Trasporti, la richiesta d’attivazione della Conferenza dei Servizi ai sensi dei commi 1 e 2, art. 9 della legge 9 ottobre 2000, n. 285 e dell’art. 10 della legge regionale 14 dicembre 1998 n. 40, relativamente al progetto di “Impianto di innevamento programmato area Melezet - Snow Board: Half Pipe e Giant Slalom” in Comune di Bardonecchia, allegando la documentazione richiesta per la fase di verifica di compatibilità ambientale (ex art. 10 della L.R. 40/98), unitamente alle seguenti determinazioni del Direttore Tecnico dell’Agenzia Torino 2006:

- n. 243/02 relativa all’approvazione del progetto preliminare di modifica e adeguamento delle piste per lo svolgimento delle gare di Snow Board “Half Pipe e Giant Slalom” ed alla copertura finanziaria dell’opera per un importo complessivo di Euro 1.624.000 (cap.1 sottocapitolo. P 08 del Bilancio Preventivo 2002 dell’Agenzia Torino 2006 approvato dal Comitato Direttivo in data 26-01-2002);

- n. 244/02 relativa al progetto di innevamento programmato “Melezet” nel Comune di Bardonecchia ed alla copertura finanziaria per un importo complessivo di Euro 3.381.343 (la copertura dei lavori è compreso nel 9° Stralcio del Piano degli interventi per un importo di Euro 2.633.930. Non essendo sufficiente tale importo, il Toroc ha provveduto, con nota 564/01 del 28/11/2001 a rilasciare il proprio benestare tecnico economico residuo).

Contestualmente il proponente ha provveduto al deposito degli elaborati di cui all’articolo 10, comma 1 della L.R. 40/98 presso l’Ufficio di deposito progetti regionale di cui all’art. 19 della predetta legge regionale, determinando così l’avvio del procedimento.

Il progetto presentato rientra nella L.R. 40/98 categoria progettuale n. 36 dell’Allegato B1: “piste da sci e relative strutture e infrastrutture connesse, aventi lunghezze superiore a 1,5 Km oppure superficie complessiva superiore a cinque ettari”. L’impianto di innevamento programmato “area Melezet” risulta essere “opera funzionalmente connessa”. Entrambe, comunque, non ricadono neppure parzialmente all’interno di aree naturali protette.

Il nucleo centrale dell’Organo tecnico regionale ha individuato nella Direzione Trasporti la struttura regionale competente (nota del 11 settembre 2002, prot. 8750/26.00).

L’autorità competente ha provveduto quindi a dare notizia dell’avvenuto deposito del progetto sul Bollettino Ufficiale n. 38 della Regione del 19/09/2002 e del conseguente avvio del procedimento inerente la fase di verifica della procedura di V.I.A., individuando il relativo responsabile del procedimento.

I lavori in progetto si riferiscono alle piste n.23, 24 e 25 del comprensorio del Melezet. La pista n.23 destinata ad ospitare lo svolgimento delle gare olimpiche di Giant slalom necessita due interventi di cui il primo è localizzato tra la quota 1.800 m e 1.560, mentre la seconda è situata tra quota 1.400 e la zona di arrivo posta a quota 1.365. Tali interventi si rendono indispensabili per l’adeguamento di tale pista alle richieste F.I.S., per consentire l’installazione delle necessarie protezioni di sicurezza e per consentire l’eventuale disputa dello Slalom Gigante parallelo, oggi non attuabile viste le ridotte dimensioni della zona di traguardo.

I lavori prevedono principalmente taglio di piante, movimenti di terra per l’innevamento della pista e posa in opera di tubazioni e cavi.

Sulla pista 24 si intende realizzare il nuovo impianto per lo svolgimento delle gare di Half Pipe, anche in questo caso è previsto il taglio di alberi, movimenti di terra per la costruzione della pista, per il raccordo con le piste circostanti e il drenaggio delle acque meteoriche.

Nella stessa zona sono inoltre previsti interventi per la modifica del tracciato delle strade sterrate presenti, la demolizione di manufatti e l’allargamento del tratto finale della pista n.25.

Il progetto ricade in area sottoposta a vincolo ai sensi del D.Lgs. 490/99 e della L.R. 45/89, ed ha come opere connesse all’opera principale gli interventi per la realizzazione dell’innevamento programmato che prevedono la costruzione di 2 locali macchine per il pompaggio dell’acqua all’impianto di innevamento localizzate rispettivamente in località Chesal e località Melezet, oltre ad un bacino di accumulo delle acque provenienti dal Rio Guiau previsto in località Pian del Colle e le relative condotte di adduzione dell’acqua ai bacini e da questi ai cannoni situati lungo tutta le piste.

Il bacino, della capacità prevista di 45.000 mc, risulta localizzato in una zona intermedia del conoide del rio Comba della Gorgia, in un settore in destra orografica prossima al rio Guiau, a monte della località San Sisto a quota 1450 m.

L’impianto di innevamento viene alimentato da due stazioni di pompaggio localizzate rispettivamente in località piazzale Melezet e in località Chesal.

L’autorità competente, ha dato avvio alla procedura con D.D. n. 425 del 13/09/02 con la quale ha designato l’ing. Lorenzo Garrone a responsabile del procedimento per gli interventi in oggetto.

Il responsabile del procedimento ha dato quindi attuazione, per quanto di competenza, a quanto previsto dall’art. 14 della L.R. 40/1998 in materia di partecipazione, ha in particolare avviato la Conferenza di servizi con i soggetti territoriali e istituzionali interessati, tra i quali i soggetti titolari delle autorizzazioni, attuando quanto previsto dal combinato disposto dell’art. 10 della L.R. 40/1998 e dell’art. 9 della L. 285/2000.

I lavori della C.d.S. si sono espletati nelle riunioni del 2 e 30 ottobre 2002 e nel corso del sopralluogo effettuato in data 15 ottobre 2002.

A seguito del deposito del progetto presso l’Ufficio di deposito progetti regionale, non sono pervenute osservazioni da parte del pubblico.

Il proponente è stato invitato a partecipare alla riunione della conferenza di servizi nelle date 2 e 30 ottobre 2002 nel cui ambito ha fornito opportuni chiarimenti in merito agli elaborati progettuali presentati a corredo dell’istanza ed in particolare sul programma predisposto per la realizzazione dei Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006, sulle misure di mitigazione d’impatto ambientale previste.

Ai sensi del combinato disposto art. 10, comma 3 L.R. 40/1998, art. 9 L. 285/2000 sono pervenuti, entro i termini previsti per la conclusione del procedimento, pareri e contributi tecnici dei soggetti interessati, acquisiti agli atti.

Considerato che i dintorni dell’area interessata dagli interventi e l’area vasta sono fortemente antropizzate a causa degli insediamenti umani rappresentati in particolare dal centro abitato di Bardonecchia, dalle piste ed impianti sciistici e dal turismo concentrato soprattutto durante la stagione invernale, che le scelte progettuali compiute, comportanti un notevole impatto ambientale e territoriale, sono funzionali all’omologazione della pista in oggetto - come definito dal TOROC con nota prot. n. 02/2384 del 17/10/02, nella quale si dichiara “i lavori previsti nei progetti preliminari delle piste sono frutto dei sopralluoghi effettuati con i tecnici delle Federazioni di competenza e sono stati successivamente da loro condivisi. I tracciati così realizzati potranno quindi ottenere le necessarie omologazioni alle competizioni internazionali a valle del completamento delle opere.” -, onde permettere, durante l’evento olimpico, lo svolgimento della specialità di snow board assegnata a questa località ed in particolare l’Half Pipe e Giant Slalom e come tali trovano una giustificazione di necessità.

Rispetto alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del piano delle opere per la realizzazione del programma olimpico prevista dall’art. 1 comma 4 della L. n.285/2000 “Interventi per i Giochi Olimpici Invernali Torino 2006" - D.G.R. 09.04.2001 n. 45 - 2741 , la collocazione dei bacini viene ritenuta di notevole problematicità e criticità (Cap. 6 - Approvvigionamento idrico e captazioni, bacini di stoccaggio ed innevamento artificiale. Punto 6.1.2); mentre in linea di massima la modifica e adeguamento delle piste rispetta le cautele e le disposizioni impartite, nonché le prescrizioni tecniche indicate nella Valutazione Ambientale Strategica (VAS), Allegato A - Cap. 7 - Impianti funiscioviari, piste da sci e infrastrutture connesse. Punto 7.2.1 Prescrizioni.

Considerato che, relativamente alle piste, la documentazione presentata contiene un quadro generale delle problematiche geologiche, geomorfologiche, geotecniche e di pericolosità da valanghe che interessano il tracciato prescelto; al suo interno non vengono messe in risalto particolari problematiche di carattere dissestivo che possano interessare il tracciato della pista. Il contesto geo-morfologico è caratterizzato da un fenomeno di deformazione gravitativa profonda di versante, esteso dalle pendici del M. Colomion al Vallon Cross.

Considerato che per i siti non sono emerse problematiche attinenti la sicurezza, in rapporto alla pericolosità da valanga, in quanto non risultano interferenze tra le piste e le aree valanghive.

Considerate le difficoltà emerse in merito all’ampliamento dell’area di traguardo della pista di gara di Giant Slalom ed in particolare all’intubamento del rio Gavard, anche se contestuale alla realizzazione di un canale scolmatore. Considerata inoltre la possibilità di realizzare opere temporanee finalizzate all’evento olimpico, sottoposte tuttavia alle necessarie verifiche idrauliche, per ovviare all’intubamento sopra citato e la dichiarazione del proponente della disponibilità a ridurre l’ampiezza della zona di traguardo senza interessare il rio.

Considerato che l’alimentazione dell’invaso Pian del Colle è prevista da prese sul rio Curguas e sul torrente Guiau, e che su tali corsi non è ancora stata accertata la compatibilità dei prelievi con il rilascio del D.M.V. ai sensi della D.G.R. 74/45166;

Negli allegati tecnici del progetto di variante al P.R.G.C. di Bardonecchia, sottoposto in data 19/2/2002 al Tavolo tecnico di concertazione previsto dalla Dgr n. 31-3749 del 6/8/2001, l’area di conoide del rio Comba della Gorgia viene classificata, ai sensi della Circ.P.G.R. n.7/LAP/96 e successiva n.T.E./99 nella “Carta di sintesi della pericolosità geomorfologica e dell’idoneità all’utilizzazione urbanistica” come classe III a2, “aree dissestabili per motivi idraulici”, e perciò inedificabile.

Alla luce di questi dati, si ritiene che la localizzazione prescelta per ospitare un bacino d’accumulo idrico per l’innevamento programmato in loc. Pian del Colle mostri forti elementi di criticità legati alla pericolosità idraulica, che necessitano di ulteriori studi atti a meglio definire opere di sistemazione idraulica necessarie per la messa in sicurezza del sito, tenuto conto dell’elevata propensione al trasporto solido mostrata dal rio Comba della Gorgia, che potrebbe richiedere la realizzazione di imponenti opere per il trattenimento del materiale solido nella zona apicale della conoide.

In questa prospettiva gli interventi di difesa prospettati nella relazione geologica non appaiono adeguati a garantire la sicurezza dell’opera in relazione al rischio idraulico; si sottolinea inoltre che non è sostenibile identificare come funzionale a questo obiettivo la progettazione in atto, da parte della Direzione Opere Pubbliche nel contesto delle opere connesse all’evento olimpico, di opere di sistemazione idraulica del bacino a monte di Melezet, sia perché queste non sono specificamente finalizzate a questo scopo, sia per l’attuale insussistenza dei fondi necessari al finanziamento delle opere.

Considerato che alla luce di questo dato, si ritiene che la localizzazione di un sito idoneo per ospitare un bacino d’accumulo idrico per l’innevamento programmato in prossimità della loc. Pian del Colle debba essere oggetto di ulteriori studi ed approfondimenti che prendano in considerazione anche siti alternativi con caratteristiche geomorfologiche più favorevoli di quello analizzato.

A completamento di quanto sopra evidenziato si sottolinea che la progettazione attualmente non soddisfa gran parte delle prescrizioni generali della citata V.A.S., con particolare riferimento alla assenza di un disciplinare di gestione come esplicitamente richiesto con la prescrizione riportata qui di seguito “appare inoltre opportuno, una volta consolidato il contenuto progettuale dei bacini di accumulo e delle captazioni (numero, ubicazione, capacità, tracciati delle condotte di alimentazione e operatività), che l’esecuzione dei medesimi non sia disgiunta dalla definizione preventiva di un disciplinare che ne regoli la gestione e gli utilizzi durante e dopo l’evento olimpico. Ne consegue l’opportunità che, in sede di individuazione del soggetto attuatore, vengano anche definite le procedure e le responsabilità della gestione operativa, anche in considerazione delle problematiche concernenti la sicurezza dei siti”.

Tale documento appare di fondamentale importanza nel creare le condizioni affinché la C.d.S. si possa esprimere positivamente sia in sede preliminare, che a maggior ragione, in una eventuale sede definitiva.

Considerato il non trascurabile impatto che l’impianto di innevamento programmato avrà sotto il profilo dell’assorbimento elettrico, nonché degli effetti cumulativi che esso produrrà rispetto alle esigenze di alimentazione correlate agli altri impianti previsti nell’area, si rende necessario attribuire evidenza progettuale, unitamente a congrua attenzione, agli aspetti energetici di progettazione, ovvero alle necessarie opere di sviluppo dell’infrastrutturazione lineare elettrica in MT e alle cabine di trasformazione, in una logica di area vasta e di correlazione con gli altri progetti insistenti sul medesimo comprensorio, nel rispetto delle prescrizioni poste dalla VAS.

Considerato che la Commissione Beni Culturali e Ambientali, ai sensi della DGR n. 82 - 5618 del 19.03.02, di attribuzione alla Commissione delle funzioni di supporto all’attività di valutazione dei progetti relativi agli interventi per i Giochi Olimpici Invernali “Torino 2006", non ha rilevato elementi ostativi all’intervento nella seduta del 24.10.02.

Constatato che a fronte della mancanza di un programma di indagini ed accertamenti archeologici, ai sensi del D.P.R. 554/99, L’Agenzia Torino 2006 garantisce la presenza nei cantieri di un archeologo professionista per la valutazione del rischio archeologico durante le operazioni di scavo, per eseguire in sito le valutazioni ed i rilievi necessari.

Tutto ciò premesso,

Vista la L. 9 ottobre 2000 n. 285;

Vista la L.R. 14 dicembre 1998 n. 40;

Vista la D.G.R. 5 novembre 2001 n. 42-4336, art. 9 della Legge n. 285/2000. Procedure per l’approvazione dei progetti relativi agli interventi per i Giochi Olimpici Invernali Torino 2006;

Vista la D.G.R. 9.04.01 n.45-2741, Valutazione Ambientale Strategica del piano degli interventi per i Giochi Invernali Torino 2006;

Visto il D.lgs. n. 490/1999;

Vista la L.R. 45/1989;

Visti i verbali delle riunioni della Conferenza dei servizi e del sopralluogo, acquisiti agli atti;

Visti i pareri ed i contributi tecnici acquisiti agli atti.

Per tutto quanto sopra esposto

IL DIRIGENTE

determina

- che gli interventi relativi alle piste di Half Pipe e Giant Slalom, ai sensi dell’art. 10 della L.R. 14 dicembre 1998 n. 40, non debbano essere sottoposti alla fase di valutazione di cui all’art. 12 della suddetta legge regionale; che la compatibilità ambientale possa essere comunque garantita dall’osservanza delle seguenti prescrizioni utili anche ai sensi del comma 2 ,art. 9 della L. 9 ottobre 2000 n. 285 ai fini della redazione del progetto definitivo per il conseguimento dei necessari atti di consenso:

19. Dovranno essere accuratamente progettate opere di drenaggio delle acque superficiali nelle zone oggetto d’intervento, al fine d’impedire l’innesco di fenomeni erosivi concentrati, prevedendo uno smaltimento delle acque drenate negli impluvi esistenti con adeguati accorgimenti tecnici di dissipazione d’energia;

20. Nel prendere atto di quanto dichiarato dal proponente nella documentazione progettuale, il quale esclude la presenza di minerali asbestiferi sul sito, si rileva però la possibilità che nell’ambito delle attività di scavo venga rinvenuta la presenza di amianto all’interno di eventuali lenti ofiolitiche presenti nei litotipi prevalenti attribuibili ai calcescisti: ciò premesso si prescrive, ai fini della progettazione definitiva, che:

l. nella predisposizione degli elaborati relativi alla pianificazione della sicurezza ai sensi del D.Lgs. 494/1996 si dovrà tenere conto dei disposti di cui al D.Lgs. 277/1991 e s.m.i. , nonché per quanto applicabili dei decreti ministeriali emanati in forza della legge 257/1992, ai fini della loro immediata attuazione in caso di necessità;

m. ai fini di un continuo monitoraggio ambientale della componente “aria” dovrà essere previsto dal progetto la predisposizione di un sistema di campionamento per il rilevamento di fibre aerodisperse nell’area interessata dal cantiere ed in corrispondenza di alcuni recettori potenzialmente sensibili: le modalità ed il programma di monitoraggio dovranno essere concordati con A.R.P.A. Piemonte a cui dovranno anche essere comunicati con idonea frequenza i dati rilevati adeguatamente commentati;

n. si sottolinea che ai materiali comunque derivanti da attività di scavo dovranno essere applicate le disposizioni di cui alla normativa vigente con attuale riferimento ai commi 17, 18 e 19 dell’art.1 della L. 443/2001.

21. Nel condividere in linea generale le opere di recupero, mitigazione e compensazione ambientale prospettate, anche in attuazione di tali prime indicazioni, il proponente dovrà produrre una chiara progettazione onde rappresentare e collocare planimetricamente gli interventi di rinaturalizzazione e recupero ambientale previsti, con la preferenziale adozione di tecniche di Ingegneria Naturalistica, per la ricostruzione morfologica dei siti, per il consolidamento e la sistemazione superficiale dei terreni, nonché per il contenimento e la mitigazione dell’impatto ambientale e per il reinserimento paesaggistico dei luoghi alterati durante i lavori e delle infrastrutture edificate. A tal proposito dovranno essere prodotti elaborati completi (relazioni tecniche, planimetrie, sezioni, assonometrie, particolari costruttivi ecc.), propri della progettazione definitiva, atti a descrivere le opere progettate, nonché le opportune valutazioni sul dimensionamento e sulle verifiche di stabilità delle opere di sostegno e di drenaggio delle acque superficiali previste negli interventi di recupero e sistemazione. Ai fini di una corretta valutazione quali-quantitativa delle medesime, esse devono trovare riscontro negli elaborati relativi all’analisi prezzi del progetto;

22. Con particolare riferimento alle modificazioni delle piste esistenti, considerata la situazione attuale, e ai movimenti terra prospettati, relativamente al complesso delle opere necessarie per il drenaggio e il consolidamento delle superfici già esistenti , nonché di quelle di neo formazione, nel ribadire che queste dovranno essere realizzate il più possibile con l’impiego di tecniche di ingegneria naturalistica, particolare cura dovrà essere impiegata nella progettazione delle opere di regimazione delle acque superficiali nelle zone di eventuale riporto di materiale, al fine d’impedire l’innesco di fenomeni erosivi concentrati. Il progetto dovrà individuare soluzioni risolutive tenendo in debito conto le problematiche derivanti dalla nuova morfologia attribuita al sito con i lavori in oggetto: partendo dalle indicazioni del progetto preliminare - che si giudicano non esaustive - nella fase definitiva dovranno trovare maggiore dettaglio e trattazione le valutazioni sul dimensionamento e sulle verifiche di stabilità delle opere di sostegno eventualmente impiegate, nonché la concezione delle opere di drenaggio, il loro puntuale posizionamento e la zona di recapito delle acque;

23. La progettazione definitiva dovrà contenere un adeguato piano di manutenzione delle opere realizzate, con particolare riferimento a quelle di recupero e sistemazione idrogeologica ed i derivanti oneri economici dovranno trovare rispondenza nel progetto;

24. Gli inerti di scavo derivanti dalle operazioni di cantiere dovranno essere destinati prioritariamente al riutilizzo in loco o in cantieri di lavoro limitrofi alle aree interessate dal progetto in oggetto: dovrà quindi essere limitato alle sole fasi di cantiere l’uso di aree di deponia temporanea ed esclusi stoccaggi provvisori di tali materiali; nel caso di smaltimento degli stessi o di altri materiali di rifiuto direttamente in discariche autorizzate ai sensi della normativa vigente, queste dovranno essere già esplicitamente individuate in fase progettuale definitiva;

25. Considerato i notevoli quantitativi di materiali inerti originati sul cantiere e movimentati sullo stesso, dovrà essere fornito un preciso quadro dei volumi di scavo e riporto, della loro provenienza e della loro destinazione: inoltre dovranno essere maggiormente dettagliate le modalità operative, anche supportate da idonee planimetrie, con particolare riferimento al trasporto di tali materiali da un’area all’altra del cantiere stesso e alla identificazione di aree di temporanea deponia dei materiali, compreso quello di scotico;

26. Relativamente agli interventi di allargamento delle piste, con particolare riferimento a quelle destinate ad attività di allenamento quale la n. 25, mediante ridefinizione del profilo (scavi e riporti) e taglio di alcune centinaia di soggetti arborei adulti dovrà essere valutata progettualmente la possibilità di contenere al massimo la sottrazione di vegetazione arborea, compatibilmente con le esigenze del tracciato olimpico: parimenti dovranno essere attentamente valutate le eventuali azioni di livellamento corticale, in quanto se non limitate al minimo necessario rischieranno di compromettere la continuità e la qualità della copertura erbacea esistente;

27. Ai fini della progettazione definitiva, si dovrà prevedere che nel corso dei lavori sia evitata l’estirpazione degli apparati radicali degli esemplari abbattuti e, in caso di necessità, oltre alla massima riduzione delle ceppaie con l’ausilio della motosega, le ceppaie stesse potranno essere eliminate con una eventuale fresatura in loco;

28. Riguardo alla accessibilità alle aree di intervento in fase di cantiere dovranno essere valutate soluzioni di viabilità che individuino percorsi su tracciati viari esistenti da conservare senza modificazioni e interventi di trasformazione dello stato dei luoghi. Eventuali opere di modifica del tracciato viario o di consolidamento dei versanti dovranno essere opportunamente documentate nell’ambito del progetto definitivo;

29. Nel caso risulti necessario modificare la viabilità di accesso esistente, procedendo alla creazione di nuovi tratti, la relativa progettazione di livello definitivo dovrà trovare adeguata trattazione negli elaborati di futura presentazione e le caratteristiche del sedime stradale dovranno essere analoghe a quelle della viabilità esistente evitando l’asfaltatura delle superfici;

30. Dovranno essere indicati e documentati gli eventuali interventi da realizzare connessi all’attuale progetto per una panoramica complessiva delle trasformazioni indotte al territorio montano in oggetto;

31. dovranno essere predisposti gli elaborati progettuali a carattere definitivo relativi alle opere di mitigazione e di compensazione, oltre ad ampia documentazione fotografica dei siti d’intervento ; riguardo alle opere di compensazione, a fronte dei consistenti interventi previsti per la realizzazione delle piste, si richiede di incrementare, rispetto a quanto richiesto nelle prescrizioni contenute nell’allegato A della VAS, la superficie da destinare ad interventi di compensazione, da documentare opportunamente in sede di progetto definitivo;

32. Per le aree di cantiere prive di superficie pavimentata, nel caso di sversamenti accidentali di sostanze impregnanti, il terreno dovrà essere asportato e smaltito nel rispetto della normativa vigente e conseguentemente il sito dovrà essere ripristinato.

33. La prevista eliminazione di parte della via d’acqua denominata Rio Gavard esistente ai margini del piazzale ai piedi della pista 23, al fine della collocazione del traguardo di gara, è assolutamente da evitarsi, mediante l’individuazione di soluzioni alternative o la riduzione delle esigenze di dimensionamento del traguardo stesso;

34. La progettazione definitiva dovrà contenere un adeguato piano di manutenzione delle opere realizzate, con particolare riferimento a quelle di recupero e sistemazione idrogeologica ed i derivanti oneri economici dovranno trovare rispondenza nel progetto;

35. Nelle zone di rimodellamento della pista dove risultino aree di ristagno delle acque superficiali o emergenze della falda idrica dovranno essere progettati sistemi di drenaggio con trincee drenanti di adeguata profondità, connesse secondo uno schema che ne permetta il convogliamento delle acque negli impluvi esistenti;

36. Per la progettazione della struttura Half Pipe dovranno essere esplicitate le modalità di realizzazione delle scarpate, le caratteristiche geoteniche del materiale da utilizzarsi, le opere di drenaggio nell’intorno della struttura; sul complesso opera-versante dovranno essere effettuare verifiche di stabilità, quantitativamente calcolate ai sensi del D.M. 11/3/88 ed estese ad un intorno significativo, utilizzando metodi di calcolo propri della meccanica dei terreni e delle rocce. Dovranno inoltre essere presentati elaborati di progetto di dettaglio con indicazione delle soluzioni previste per il raccordo tra la struttura della pista e la morfologia esistente con indicazione delle sistemazioni e del recupero;

37. Al fine di poter valutare la sistemazione complessiva del piazzale del Melezet, anche in considerazione dell’indicazione progettuale dello stesso piazzale come ambito scelto per le opere di mitigazione, e le eventuali interferenze tra i vari interventi in progetto, dovranno essere predisposti elaborati progettuali definitivi comprensivi degli interventi connessi agli impianti di nuova realizzazione; detti elaborati dovranno contenere gli interventi previsti per le aree di parcheggio e sulle viabilità di accesso, valutandone il dimensionamento complessivo in relazione ai fabbisogni relativi alla fase olimpica e alla fase post olimpica;

Si dovranno pertanto predisporre i progetti definitivi relativi alla sistemazione post olimpica del piazzale Melezet, anche in riferimento alle specifiche prescrizioni contenute nell’allegato A della DGR n. 45-2741 del 9.4.2001 inerente alla VAS; in merito all’utilizzo olimpico si dovranno fornire elaborati schematici con l’inserimento planimetrico delle strutture temporanee previste;

Gli elaborati grafici sopra richiesti dovranno evidenziare anche gli interventi di mitigazione previsti nella relazione specifica di progetto per il piazzale di Melezet al fine di chiarire l’effettiva fattibilità degli interventi di riqualificazione proposti, in relazione al complesso di opere, anche a carattere temporaneo, previste per gli stessi ambiti;

Si richiedono elaborati progettuali a carattere definitivo relativi alle strutture di illuminazione indicate nella relazione di progetto con indicazione delle localizzazioni individuate, oltre a materiali e soluzioni tipologiche adottate

38. La realizzazione della zona traguardo dovrà tenere conto del percorso del rio Gavard che dovrà essere mantenuto.

- che relativamente all’impianto d’innevamento e ai bacini, non è possibile ai sensi dell’art. 9 della legge 9 ottobre 2000, n. 285, dare le prescrizioni per la redazione del progetto definitivo in quanto la realizzazione delle opere essenziali, ovvero del bacino in località Pian del Colle, è prevista in zona di classe III a2 ovvero “area dissestabile per motivi idraulici” e quindi non edificabile. Le opere progettuali lungo il corso del rio Comba della Gorgia non sono compatibili con la vigente normativa. In definitiva l’opera in questione mostra forti elementi di criticità legati alla pericolosità idraulica, che necessitano di ulteriori studi atti a meglio definire opere di sistemazione idraulica necessarie per la messa in sicurezza del sito, tenuto conto dell’elevata propensione al trasporto solido mostrata dal rio Comba della Gorgia. Potrebbe essere richiesta la realizzazione di imponenti opere mentre gli interventi di difesa prospettati nella relazione geologica non appaiono adeguati a garantire la sicurezza dell’opera in relazione al rischio idraulico. Appare opportuno che l’Agenzia proponente attui un’indagine su sistemi di accumulo idrico alternativi, parallelamente alla ricerca di siti con caratteristiche geomorfologiche più favorevoli di quello analizzato.

In tale situazione i pareri e i contributi tecnici acquisiti consentono solo delle indicazioni di massima per la realizzazione del nuovo progetto, in particolare:

- la progettazione, a qualunque livello, dovrà essere fondata sulla piena conoscenza delle condizioni reali ed amministrative relative alle quantità di acqua estraibili la cui sufficienza e compatibilità ambientale sia verificata in relazione a tutte le infrastrutture destinate all’utilizzo di tali acque nelle condizioni di prevedibile criticità climatica.

- Unitamente alla documentazione progettuale dovrà essere prodotto un apposito disciplinare di gestione operativa degli invasi in progetto ed esistenti che identifichi quanto meno la cadenza delle ricariche - anche in condizione di massima criticità idrica e di massima utenza - la tempistica delle stesse, nonché definisca planimetricamente in modo univoco le aree servite in termini di innevamento e le loro caratteristiche (estensione, spessore del manto nevoso da ottenere, ecc...) nonché le infrastrutture ed i servizi connessi che siano interessati dall’utilizzo di risorsa idrica.

Contro il presente provvedimento è ammessa proposizione di ricorso Giurisdizionale avanti al Tribunale Amministrativo Regionale competente per il territorio entro 60 giorni dalla data d’avvenuta pubblicazione o della piena conoscenza secondo le modalità di cui alla legge 6.12.1971, n. 1034; ovvero Ricorso Straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni dalla data d’avvenuta notificazione ai sensi del Decreto del Presidente della Repubblica 25.11.1971, n. 1199.

Il Dirigente responsabile
Lorenzo Garrone