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Supplemento Ordinario n. 2 al B.U. n. 06

Codice 26
D.D. 5 novembre 2002, n. 514

L. 285/2000 art. 9 - Progetto preliminare di Nuova seggiovia quadriposto ad ammorsamento fisso “Baby Sansicario” nel comune di Cesana T.se. Provvedimento conclusivo di C.d.S. preliminare

In data 21/08/2002 è pervenuta alla Direzione Regionale Trasporti con nota prot. 8203/26.00, la richiesta da parte dell’Agenzia Torino 2006 d’attivazione della Conferenza dei Servizi preliminare ai sensi del comma 2, art. 9 della legge 9 ottobre 2000, n. 285, relativamente al progetto di nuova seggiovia quadriposto ad ammorsamento fisso “BABY SANSICARIO” nel comune di Cesana T.se, con allegata la determinazione n. 238 del 14/08/02 del Direttore Tecnico dell’Agenzia Torino 2006 di approvazione del progetto preliminare in oggetto.

L’Organo Tecnico dell’autorità competente ha provveduto quindi a dare notizia dell’avvenuto deposito del progetto sul Bollettino Ufficiale della Regione n. 36 del 05/09/2002 e del conseguente avvio del procedimento, individuando il relativo responsabile di procedimento.

L’impianto in progetto si sviluppa su un versante ad esposizione Ovest, alle pendici del Monte Fraiteve, tra le quote 1704 m e 1817 m s.l.m., e sostituirà funzionalmente le due sciovie “Baby-Clos de la Mais” e “Baby Scuola-Clos de la Mais”, traslando verso nord di circa un centinaio di metri la posizione della stazione di partenza e liberando lo spazio necessario a garantire il posizionamento delle strutture indispensabili per la predisposizione dell’arrivo della pista di gara olimpica della discesa libera femminile. Il sito d’intervento ricade in area sottoposta a vincolo ai sensi del D.lgs. n. 490/1999, della L.R. 45/1989 ed usi civici.

L’autorità competente, attuando quanto previsto dalla L. 285/200, ha in particolare avviato la Conferenza dei Servizi preliminare con i soggetti territoriali ed istituzionali interessati, tra i quali i soggetti titolari delle autorizzazioni, nulla osta, ecc., da acquisire in fase di procedimento definitivo.

I lavori della C.d.S. si sono espletati nelle riunioni del 25 settembre e del 23 ottobre 2002 e nel corso del sopralluogo effettuato in data 8 ottobre 2002, cui formalmente è sempre stato invitato il proponente.

La partecipazione di un rappresentante dell’Agenzia Torino 2006 ai lavori della C.d.S. ha contribuito positivamente in termini di chiarimenti tecnici e progettuali come risulta dai verbali acquisiti agli atti.

Sono pervenuti i pareri e contributi tecnici dei soggetti territoriali ed istituzionali interessati, acquisiti agli atti.

Considerato che il progetto preliminare rispetta le prescrizioni della Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del piano delle opere per la realizzazione del programma olimpico prevista dall’art. 1 comma 4 della L. n.285/2000 “Interventi per i Giochi Olimpici Invernali Torino 2006" - D.G.R. 09.04.2001 n. 45 - 2741 , pur non rientrando tra quelli definiti indispensabili, in accettazione delle indicazioni di funzionalità del programma olimpico (Cap. 7 - Impianti funiscioviari, piste da sci e infrastrutture connesse. Punto 7.2.1 Prescrizioni).

Preso atto che l’intervento proposto non risulta pienamente conforme sia allo strumento urbanistico (approvato con DGR n. 25-12432 del 30.9.1996), sia alla Revisione di PRGC adottata in via preliminare dall’Amministrazione Comunale di Cesana nel corso dell’anno 2001.

Preso atto che nella documentazione progettuale trasmessa sono state inserite le bozze preliminari delle variazioni urbanistiche ad entrambi gli strumenti urbanistici sopra citati ed un quadro generale delle problematiche geologiche e geomorfologiche che interessano il tracciato prescelto.

Considerato che da un punto di vista idrogeologico nella documentazione esaminata non vengono messe in risalto problematiche particolari di carattere dissestivo che possano interessare direttamente il tracciato dell’impianto. Ai fini dell’adeguamento del P.R.G.C. vigente, relativamente alle prescrizioni della Circ.7/LAP e del Piano di Assetto Idrogeologico attualmente in salvaguardia, si è resa necessaria una variazione urbanistica, relativamente all’ambito interessato dalla costruzione del nuovo impianto, corredata dagli elaborati prescritti dalla succitata circolare regionale e della “Carta di sintesi della pericolosità geomorfologica e dell’idoneità all’utilizzazione urbanistica” con il conseguente inserimento delle specifiche prescrizioni geologico-tecniche all’interno delle n.d.A.. Viene presentata tale carta di sintesi di dettaglio relativa all’area interessata dal progetto dove, nell’ambito di una classificazione ai sensi della Circ.7/LAP, l’area viene attribuita ad una classe IIc, caratterizzata da condizioni di moderata pericolosità geomorfologica in relazione alla sua collocazione in settori di versante con acclività da media a medio-alta; tali condizioni possono essere agevolmente superate attraverso l’adozione di modesti accorgimenti tecnici. Occorre tuttavia sottolineare che l’intero tratto di versante interessato dall’ubicazione del tracciato in progetto risulta inserito in area di frana attiva (Fa) negli elaborati del P.A.I.; a tal proposito il professionista incaricato degli studi geologici relativi alla variazione urbanistica e al progetto in esame deve definire chiaramente la natura geologica dell’area e fornire argomentazioni e dati oggettivi circa una differente interpretazione geomorfologica.

Inoltre nella relazione nivologica è evidenziato il fatto che la copertura boschiva e le favorevoli condizioni morfologiche del pendio rendono l’area interessata dal progetto esente dal pericolo derivante da caduta di valanghe.

Considerato che l’intervento in progetto è localizzato nell’ambito territoriale di Sansicario, contesto paesaggistico posto sulle pendici del versante ovest del monte Fraiteve e inserito nel comprensorio sciistico della Via Lattea.

L’ambito paesaggistico interessato dalla nuova realizzazione, versante montano aperto ad ampie visuali panoramiche, è caratterizzato dall’alternanza di superfici a prato - pascolo e aree a bosco di larice in progressiva evoluzione.

La naturalità dei luoghi, già segnata dalla presenza di impianti di risalita e piste per la pratica dello sci, nonché dagli insediamenti a carattere residenziale di recente costruzione che hanno modificato il contesto paesistico - ambientale esistente, conserva elementi di rilievo nella fascia di monte, per la maggiore rilevanza della copertura vegetazionale. La documentazione progettuale rappresenta i minori carichi sul contesto paesaggistico in oggetto:

lo spostamento del tracciato nell’area di valle, rispetto agli impianti esistenti da dismettere, è dettato dalla necessità di mantenere libero l’arrivo della pista di discesa libera femminile; la stazione di rinvio a valle, collocata nei pressi dell’esistente struttura in legno a servizio dell’impianto a golf e posta in prossimità dei fabbricati esistenti, si presenta con un elemento di supporto in c.a. a vista al quale è ancorata la struttura elettromeccanica, in analogia con l’adiacente impianto “Clos de la Mais - Soleil Boeuf”; non sono previste costruzioni accessorie per ricovero delle attrezzature al servizio dell’impianto.

I movimenti di terra previsti alle stazioni di valle e di monte possono risultare elementi di modificazione sostanziale dei luoghi. Per la stazione di partenza gli interventi di scavo e riporto interessano un’area, evidenziata nella planimetria di progetto, di apprezzabili dimensioni, con sensibili modificazioni all’andamento morfologico della zona di intervento. La documentazione pervenuta presenta una situazione complessiva di scavo e riporto, senza segnalare l’entità dei rispettivi quantitativi, mentre indica, nella relazione di progetto, le previste opere di recupero.

La localizzazione della stazione di monte rimane invariata e consente di contenere le trasformazioni a carico del contesto paesaggistico in oggetto. Sono indicati, nella cartografia trasmessa, con quantitativi complessivi, gli interventi di modificazione della morfologia dell’area, da sistemare con operazioni di recupero.

I fabbricati proposti per le cabine di controllo nelle stazioni di valle e di monte presentano materiali e soluzioni tipologiche coerenti con il contesto di pregio paesaggistico d’intervento ed in continuità con gli analoghi manufatti presenti negli altri impianti esistenti ed in progetto, posti nel territorio montano interessato dai giochi olimpici del 2006.

La traslazione del tracciato dell’impianto determina interventi di taglio alberi, in particolare in prossimità della stazione di monte. Nella relazione di progetto come opera di mitigazione è segnalato il taglio con sfrangiatura per contenere la linearità del disegno del varco, al fine di conservare la percezione visiva del paesaggio allo stato attuale. L’attenzione posta al taglio risponde a quanto richiesto circa le modalità di realizzazione delle piste nelle prescrizioni contenute nella D.G.R. 9.04.01 n. 45-2741 “Valutazione Ambientale Strategica del piano degli interventi per i Giochi Invernali Torino 2006.

Sempre in conformità con quanto prescritto nella D.G.R. 9.04.01 n. 45-2741 sopra citata, sono stati individuati gli interventi di recupero, mitigazione e compensazione paesistico-ambientale, finalizzati a permettere l’inserimento delle nuove strutture nel contesto d’intervento.

Le opere di recupero proposte nel progetto preliminare prevedono il ripristino e la sistemazione delle aree interessate dallo smantellamento degli impianti esistenti e delle aree coinvolte dalla realizzazione del nuovo impianto con rimodellamenti morfologici e ripristini vegetativi, mentre si configurano come interventi di mitigazione e mascheratura le opere di piantumazione sulle aree prospicienti i fabbricati residenziali.

Considerato che la Commissione Beni Culturali e Ambientali, ai sensi della DGR n. 82 - 5618 del 19.03.02, di attribuzione alla Commissione delle funzioni di supporto all’attività di valutazione dei progetti relativi agli interventi per i Giochi Olimpici Invernali “Torino 2006", non ha rilevato elementi ostativi in merito all’intervento nella seduta del 24.10.02.

Considerato che non vi sono interferenze con corsi d’acqua iscritti nell’elenco delle Acque pubbliche della Provincia di Torino e/o di proprietà demaniale.

Preso atto che a fronte della mancanza di un programma di indagini ed accertamenti archeologici, ai sensi del D.P.R. 554/99, L’Agenzia Torino 2006 garantisce la presenza nei cantieri di un archeologo professionista per la valutazione del rischio archeologico durante le operazioni di scavo, per eseguire in situ le valutazioni ed i rilievi necessari.

Considerato il contributo dell’Arpa: “Come citato nel progetto, da un punto di vista geologico non si evidenzia nel versante la presenza di affioramenti di rocce serpentiniche, o comunque contenti minerali asbestiferi. Si evidenzia la necessità a scopo precauzionale, di eseguire ulteriori indagini nel corso della progettazione definitiva, nei siti interessati dai movimenti terra più significativi, per escludere la presenza, nelle zone in cui il fronte di scavo è più profondo, di minerali asbestiferi. In caso di presenza di detti minerali nel substrato dovranno essere prese tutte le idonee misure per la cantierizzazione secondo la normativa vigente”.

Considerato che gli approfondimenti atti ad identificare e descrivere le alternative progettuali e localizzative esistenti sono stati riportati nella documentazione in modo sufficiente a supportare le scelte compiute.

Tutto ciò premesso

Vista la L. 9 ottobre 2000 n. 285;

Vista la D.G.R. 5 novembre 2001 n. 42-4336, art. 9 della Legge n. 285/2000. Procedure per l’approvazione dei progetti relativi agli interventi per i Giochi Olimpici Invernali Torino 2006;

Vista la D.G.R. 9.04.01 n.45-2741, Valutazione Ambientale Strategica del piano degli interventi per i Giochi Invernali Torino 2006;

Visto il D.lgs. n. 490/1999;

Vista la L.R. 45/1989;

Visti i verbali delle riunioni della Conferenza dei servizi e del sopralluogo effettuato, acquisiti agli atti;

Visti i pareri ed i contributi tecnici acquisiti agli atti.

Per tutto quanto sopra esposto

IL DIRIGENTE

determina

Che, ai sensi dell’art. 9 della L. 9 ottobre 2000 n. 285, per il conseguimento dei necessari atti di consenso, il progetto definitivo debba essere redatto ottemperando alle seguenti prescrizioni:

1. Dovrà essere verificato lo stato possessorio attuale dei beni civici interessati dalle opere, onde poter disporre, se del caso, la reintegra dei beni del patrimonio indisponibile del comune e sistemare le eventuali pendenze giuridico - amministrative ed economiche emergenti;

2. Dovrà essere prodotta la mappa catastale dell’area oggetto d’intervento e, sempre nel caso di necessità di spostamento del vincolo, dell’intero comune, con evidenziati i mappali gravati da uso civico, le opere che interessano gli stessi specificandone tipo e durata, gli eventuali mappali o porzioni proposti per lo spostamento del vincolo, tutto integrato con una relazione esplicativa in merito; la documentazione dovrà essere prodotta entro sei mesi dalla data della conferenza dei servizi definitiva così come le perizie inerenti tutte le valutazioni economiche necessarie al perfezionamento delle istanze di modifica d’uso delle aree, in quanto l’autorizzazione che verrà rilasciata inizialmente dalla Direzione Patrimonio e Tecnico, inerirà la possibilità di operare sulle aree di intervento mutandone la destinazione d’uso per un tempo massimo di anni dieci. Successivamente, appena disponibile tutti gli elementi, i sopraccitati mutamenti d’uso verranno perfezionati secondo legge, con concessioni, sdemanializzazioni con eventuali di vincolo o altro nonché verranno attivate le procedure per la precitata regolarizzazione obbligatoria delle eventuali pendenze giuridico - amministrative ed economiche emergenti

3. Occorre che, ai fini dell’adeguamento del PRG al PAI limitatamente all’area interessata dal progetto, il professionista incaricato degli studi geologici di cui al presente progetto e a quelli relativi alla variante urbanistica stessa definisca esplicitamente la natura geologica dell’area e motivi con approfondite argomentazioni la ridefinizione della classificazione PAI;

4. Si richiede pertanto di esplicitare meglio il regime vigente sull’area d’intervento, tenuto conto che a livello di modifica normativa è stato proposto l’esclusivo utilizzo dell’area ai fini della realizzazione dell’impianto in oggetto e che nell’area E1 sono consentiti interventi di ampliamento (max 20%) e demolizione e ricostruzione dei volumi esistenti. Rispetto a quanto trasmesso si ritiene di dover proporre, come già evidenziato nelle precedenti variazioni urbanistiche relative al Comune di Cesana Torinese, l’inserimento della normativa relativa all’impianto Baby San Sicario in una scheda specifica all’interno dell’apposito “Allegato alle Norme Tecniche di Attuazione - Prescrizioni per gli interventi ex L 285/2000 relativi ai Giochi Olimpici Invernali Torino 2006" definito in sede di esame dei precedenti impianti di risalita ”Serra Granet - Collle Bercia" e “Sky Lodge - La Sellette”. La compilazione della scheda relativa all’impianto Baby San Sicario puntualizzerà nella “normativa specifica”, la possibilità di realizzare nell’area Clos de la Mais l’impianto in oggetto (così come indicato nelle tavole di PRGC) ed i necessari movimenti di terra per il raccordo con il versante montano interessato, purché in conformità con il progetto autorizzato nella conferenza definitiva ex L. 285/2000. All’interno della stessa scheda saranno contenute tutte le prescrizioni geologiche derivanti dalle analisi settoriali già trasmesse in via preliminare, per l’esame delle quali si rimanda alle conclusioni della Direzione Regionale Servizi tecnici di Prevenzione, competente in materia. In merito alla cartografia relativa alla variazione urbanistica ex L. 285/2000 per l’impianto seggiovia quadriposto Baby San Sicario si dovranno produrre i seguenti elaborati (già in parte previsti nella bozza trasmessa):

* Stralcio tavole di PRG vigente (scale 1:10000 e 1:1500) - stato di fatto.

* Stralcio tavole di PRG vigente (scale 1:10000 e 1:1500) - individuazione ambito della variazione (nuovo intervento) e segnalazione degli impianti da dismettere congiuntamente alla realizzazione della nuova seggiovia.

* Stralcio nuove tavole di PRG vigente (scale 1:10000 e 1:1500) con individuazione del nuovo impianto (e fasce di rispetto connesse) e l’eliminazione degli impianti dismessi.

Ad essi si intendono aggiunti gli elaborati specifici previsti dalla PGR n. 7/LAP/96. La Variazione Urbanistica ex comma 4. articolo 9 della L. 285/2000 al PRGC vigente relativa all’impianto Seggiovia quadriposto Baby San Sicario, dovrà essere redatta in osservanza delle indicazioni e delle procedure previste dalla DGR n. 42 - 4336 del 5. 11.2001, così come integrata dalla DGR n. 41 - 7279 del 7. 10.2002.

Rispetto alle zonizzazioni previste dalla revisione del PRGC vigente, si è constatato che l’intervento proposto ricade in area soggetta a strumento urbanistico esecutivo, per la quale il proponente ha provveduto a modificare la norma di zona per garantire la fattibilità dell’intervento in oggetto.Tenuto conto delle procedure stabilite con DGR n. 41 - 7279 del 7. 10.2002 che non prevedono nè l’approvazione in sede di progetto definitivo, nè uno specifico esame della Variazione urbanistica allo strumento in itinere da parte della Conferenza di Servizi ex L. 285/2000, ma considerata la necessità della sua predisposizione e pubblicazione ai sensi del c. 4 art. 9 L. 285/2000, si evidenzia la necessità da parte del proponente di controllare attentamente le modifiche apportate alla Revisione in itinere, al fine di garantire il recepimento delle variazioni relative alle opere ex L. 285/2000 ed il corretto coordinamento della normativa relativa a tutte le altre zone di piano in essa disciplinate.

La Variazione Urbanistica ex comma 4, articolo 9 della L. 285/2000 al Progetto Preliminare della Revisione Generale al PRGC vigente relativa all’impianto Seggiovia quadriposto Baby San Sicario, dovrà essere redatta in osservanza delle indicazioni e delle procedure previste dalla DGR n. 42 - 4336 del 5. 11.2001, così come integrata dalla DGR n. 41 - 7279 del 7. 10.2002.

5. Si richiede, ai sensi del D.M. 11/3/1988, una caratterizzazione geotecnica del terreno di fondazione dei sostegni lungo la linea del tracciato e nei siti di prevista realizzazione delle stazioni di partenza e di arrivo, finalizzati alla verifica dei carichi trasmessi;

6. Si richiede che vengano allegati nel progetto tutti i dati geognostici relativi alla porzione di versante in esame disponibili ad oggi (stratigrafie dei sondaggi, prove effettuate in situ, misure piezometriche, ecc.) opportunamente commentati ed inquadrati nel contesto del quadro geologico e geomorfologico evidenziato nelle cartografie allegate agli elaborati progettuali;

7. Si richiede che vengano indicate le modalità di realizzazione degli interventi di sistemazione spondale del Rio Gran Cote. Dovranno essere indicati i punti di localizzazione delle briglie, riportati elaborati grafici riguardanti le sezioni dell’alveo e le caratteristiche costruttive delle briglie. Inoltre, relativamente al drenaggio, dovranno essere indicate le caratteristiche tecniche dei tubi fessurati ed i criteri di dimensionamento in relazione alla portata di acqua da drenare degli stessi;

8. Nel prendere atto di quanto dichiarato dal proponente nella documentazione progettuale, il quale esclude la presenza di minerali asbestiferi sul sito, si rileva però la possibilità che nell’ambito delle attività di scavo venga rinvenuta la presenza di amianto all’interno di eventuali lenti ofiolitiche presenti nei litotipi prevalenti attribuibili ai calcescisti: ciò premesso si prescrive, ai fini della progettazione definitiva, che:

i. nella predisposizione degli elaborati relativi alla pianificazione della sicurezza ai sensi del D.Lgs. 494/1996 si dovrà tenere conto dei disposti di cui al D.Lgs. 277/1991 e s.m.i. , nonché per quanto applicabili dei decreti ministeriali emanati in forza della legge 257/1992, ai fini della loro immediata attuazione in caso di necessità;

j. ai fini di un continuo monitoraggio ambientale della componente “aria” dovrà essere previsto dal progetto la predisposizione di un sistema di campionamento per il rilevamento di fibre aerodisperse nell’area interessata dal cantiere ed in corrispondenza di alcuni recettori potenzialmente sensibili: le modalità ed il programma di monitoraggio dovranno essere concordati con A.R.P.A. Piemonte a cui dovranno anche essere comunicati con idonea frequenza i dati rilevati adeguatamente commentati;

k. si sottolinea che ai materiali comunque derivanti da attività di scavo dovranno essere applicate le disposizioni di cui alla normativa vigente con attuale riferimento ai commi 17, 18 e 19 dell’art.1 della L. 443/2001.

9. Nel condividere in linea generale le opere di demolizione, recupero, mitigazione e compensazione ambientale prospettate, anche in attuazione di tali prime indicazioni, il proponente dovrà produrre una chiara progettazione onde rappresentare e collocare planimetricamente gli interventi di rinaturalizzazione e recupero ambientale previsti, con la preferenziale adozione di tecniche di Ingegneria Naturalistica, per la ricostruzione morfologica dei siti, per il consolidamento e la sistemazione superficiale dei terreni, nonché per il contenimento e la mitigazione dell’impatto ambientale e per il reinserimento paesaggistico dei luoghi alterati durante i lavori e delle infrastrutture edificate. A tal proposito dovranno essere prodotti elaborati completi (relazioni tecniche, planimetrie, sezioni, assonometrie, particolari costruttivi ecc.) atti a descrivere le opere progettate, nonché le opportune valutazioni sul dimensionamento e sulle verifiche di stabilità delle opere di sostegno e di drenaggio delle acque superficiali eventualmente previste negli interventi di recupero e sistemazione, unitamente a documentazione fotografica delle aree interessate dagli interventi proposti. Ai fini di una corretta valutazione quali - quantitativa delle medesime, esse devono trovare riscontro negli elaborati relativi all’analisi prezzi e nel computo metrico del progetto definitivo, nonché negli allegati relativi alla definizione dei piani di manutenzione delle opere previsti ai sensi delle vigenti normative di legge;

10. Gli inerti di scavo derivanti dalle operazioni di cantiere dovranno essere destinati prioritariamente al riutilizzo anche in cantieri di lavoro limitrofi alle aree interessate dal progetto in oggetto: dovrà quindi essere limitato alle sole fasi di cantiere l’uso di aree di deponia temporanea ed esclusi stoccaggi provvisori di tali materiali: nel caso di smaltimento degli stessi o di altri materiali di rifiuto - ad esempio metallici - direttamente in discariche autorizzate ai sensi della normativa vigente, queste dovranno essere già esplicitamente individuate in fase progettuale definitiva unitamente ai siti di stoccaggio temporaneo. Pertanto dovrà essere fornito un preciso quadro dei volumi di scavo e riporto, della loro provenienza e della loro destinazione: inoltre dovranno essere maggiormente dettagliate le modalità operative, con particolare riferimento al trasporto di tali materiali da un’area all’altra del cantiere stesso e alla identificazione di aree di temporanea deponia del materiale di scortico. Si rammenta tuttavia che i dati dei quantitativi dei materiali inerti da movimentare (da reperire e/o in esubero) dovranno confluire nel Piano Generale degli inerti prevista dalla V.A.S. al fine del suo aggiornamento;

11. Le operazioni di cantiere dovranno essere condotte con una tempistica tale da interferire il meno possibile con la presenza di villeggianti nell’adiacente complesso residenziale: in particolare dovrà essere prevista nel progetto definitivo l’adozione di particolari cautele operative onde limitare la generazione di polveri nell’ambito dei movimenti di terra, con particolare riferimenti quelli previsti per la realizzazione della stazione di valle.

12. Per le aree di cantiere prive di superficie pavimentata, nel caso di sversamenti accidentali di sostanze impregnanti, il terreno dovrà essere asportato e smaltito nel rispetto della normativa vigente e conseguentemente il sito dovrà essere ripristinato;

13. Relativamente agli interventi di taglio di soggetti arborei, dovrà essere valutata progettualmente la possibilità di contenere la sottrazione di vegetazione arborea, compatibilmente con la vigente normativa tecnica in materia di impianti di risalita;

14. Ai fini della progettazione definitiva, si dovrà prevedere che nel corso dei lavori sia evitata l’estirpazione degli apparati radicali degli esemplari abbattuti e, in caso di necessità, oltre alla massima riduzione delle ceppaie con l’ausilio della motosega, le ceppaie stesse potranno essere eliminate con una eventuale fresatura in loco;

15. La progettazione definitiva dovrà contenere un adeguato piano di manutenzione delle opere realizzate, con particolare riferimento a quelle di recupero e sistemazione idrogeologica ed i derivanti oneri economici dovranno trovare rispondenza nel computo metrico di progetto;

16. Si richiede che per la progettazione definitiva sia esplicitata l’interferenza o meno degli interventi con le infrastrutture e il relativo esercizio del servizio idrico;

17. la redazione del progetto preveda il rispetto dei disposti della circolare sulle “Opere costituenti ostacolo alla navigazione aerea” dello Stato Maggiore Difesa;

Contro il presente provvedimento è ammessa proposizione di ricorso Giurisdizionale avanti al Tribunale Amministrativo Regionale competente per il territorio entro 60 giorni dalla data d’avvenuta pubblicazione o della piena conoscenza secondo le modalità di cui alla legge 6.12.1971, n. 1034; ovvero Ricorso Straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni dalla data d’avvenuta notificazione ai sensi del Decreto del Presidente della Repubblica 25.11.1971, n. 1199.

Il Dirigente responsabile
Giuseppe Iacopino