Torna al Sommario del Supplemento ordinario n. 2

Supplemento Ordinario n. 2 al B.U. n. 06

Codice 26.2
D.D. 27 settembre 2002, n. 446

Giochi Olimpici Invernali Torino 2006 progetto preliminare della “Nuova Seggiovia quadriposto ad ammorsamento automatico con stazione intermedia Melezet - Etarpa’ - Chesal” nel comune di Bardonecchia. Conferenza di Servizi Preliminare ex art.9, comma 1, della L.285/2000 e art.10 L.R.40/1998

In data 30/071/2002, con nota prot. 7430/26.2, l’Agenzia Torino 2006 ha trasmesso alla Direzione Regionale Trasporti, la richiesta d’attivazione della Conferenza dei Servizi ai sensi del comma 2, art. 9 della legge 9 ottobre 2000, n. 285 e dell’art. 10 della legge regionale 14 dicembre 1998 n. 40, relativamente al progetto di “Nuova seggiovia quadriposto ad ammorsamento automatico con stazione intermedia MELEZET-ETARPA’-CHESAL” nel comune di Bardonecchia (TO), allegando la documentazione richiesta per la fase di verifica di compatibilità ambientale (ex art. 10 della L.R. 40/98), unitamente alla determinazione del Direttore Tecnico dell’Agenzia Torino 2006 di approvazione del progetto preliminare in oggetto.

Contestualmente il proponente ha provveduto al deposito degli elaborati di cui all’articolo 10, comma 1 della L.R. 40/98 presso l’Ufficio di deposito progetti regionale di cui all’art. 19 della predetta legge regionale, determinando così l’avvio del procedimento.

Il progetto presentato rientra nella categoria progettuale n. 7 dell’Allegato B1: “impianti meccanici di risalita, escluse le sciovie e le monofune a collegamento permanente aventi lunghezza inclinata non superiore a 500 metri, con portata oraria massima superiore a 1800 persone” e non ricadente neppure parzialmente all’interno di aree naturali protette.

Rispetto alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del piano delle opere per la realizzazione del programma olimpico prevista dall’art. 1 comma 4 della L. n.285/2000 “Interventi per i Giochi Olimpici Invernali Torino 2006" - D.G.R. 09.04.2001 n. 45 - 2741 , l’impianto rientra tra quelli allora definiti indispensabili, in accettazione delle indicazioni di funzionalità del programma olimpico (Cap. 7 - Impianti funiscioviari, piste da sci e infrastrutture connesse. Punto 7.2.1 Prescrizioni).

Il nucleo centrale dell’Organo tecnico regionale ha individuato nella Direzione Trasporti la struttura regionale competente (nota del 06 agosto 2002, prot. 7784/26.26.2).

L’autorità competente ha provveduto quindi a dare notizia dell’avvenuto deposito del progetto sul n. 32 del Bollettino Ufficiale della Regione dell’08/08/2002 e del conseguente avvio del procedimento inerente la fase di verifica della procedura di V.I.A., individuando il relativo responsabile del procedimento.

L’impianto in progetto si sviluppa su un versante ad esposizione Nord-Ovest, tra le quote 1365 e 1817m s.l.m., sostituendo ed accorpando le funzioni attualmente svolte da tre impianti (una seggiovia biposto e due sciovie parallele). La stazione di partenza è prevista nell’area pianeggiante di fondovalle sulla destra idrografica del Torrente Melezet, in coincidenza dell’attuale partenza delle due sciovie; la stazione di arrivo verrà posizionata circa 100 metri a monte dell’attuale stazione della seggiovia Melezet-Chesal, in un’area già precedentemente occupata da un impianto, nell’area di pianoro denominato Chesal.

Il sito d’intervento ricade in area sottoposta a vincolo ai sensi del D.lgs. n. 490/1999 e della L.R. 45/1989.

L’autorità competente, attuando quanto previsto dal combinato disposto dell’art. 10 della L.R. 40/1998 e dell’art. 9 della L. 285/2000, ha in particolare avviato la Conferenza di servizi con i soggetti territoriali e istituzionali interessati, tra i quali i soggetti titolari delle autorizzazioni.

Il responsabile del procedimento ha dato quindi attuazione, per quanto di competenza, a quanto previsto dall’art. 14 della L.R. 40/1998 in materia di partecipazione.

I lavori della C.d.S. si sono espletati nelle riunioni del 13 agosto e del 19 settembre 2002 e nel corso del sopralluogo effettuato in data 3 settembre 2002.

A seguito del deposito del progetto presso l’Ufficio di deposito progetti regionale, non sono pervenute osservazioni da parte del pubblico.

Il proponente è stato invitato a partecipare alla riunione della conferenza di servizi in data 13 agosto e 19 settembre 2002 nel cui ambito ha fornito opportuni chiarimenti in merito agli elaborati progettuali presentati a corredo dell’istanza ed in particolare sul programma predisposto per la realizzazione dei Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006, sulle misure di mitigazione d’impatto ambientale previste e sulle specifiche dell’impianto tecnologico progettato.

Ai sensi del combinato disposto art. 10, comma 3 L.R. 40/1998, art. 9 L. 285/2000 sono pervenuti i pareri e contributi tecnici dei soggetti interessati, acquisiti agli atti.

Considerato che la documentazione trasmessa presenta un ampio quadro generale delle problematiche geologiche, geomorfologiche, geotecniche e di pericolosità da valanghe che interessano il tracciato prescelto; ai fini specifici dell’attuazione della fase di verifica richiesta dall’art. 9, comma 2, della L.R. 40/98, le soluzioni alternative tecnologiche e di localizzazione del tracciato relative alla scelta progettuale compiuta sono risultate sufficientemente motivate ed argomentate. Per gli aspetti geologico-geotecnici, nella documentazione esaminata non vengono messe in risalto problematiche particolari di carattere dissestivo che possano interessare direttamente il tracciato dell’impianto; è stata prodotta una carta di sintesi della pericolosità geomorfologica di dettaglio relativa all’area interessata dal progetto dove, nell’ambito di una classificazione ai sensi della Circ.7/LAP in classe III indifferenziata contenuta nello studio per la Variante Generale al P.R.G.C., si evidenzia un’ ulteriore differenziazione in tre sottoclassi di rischio (moderato, intermedio e più elevato) nel settore di versante concernente l’impianto in progetto. Non vengono evidenziate problematiche di pericolosità da valanga che possano interessare il tracciato del nuovo impianto. Si rileva che il tratto di fondovalle ove verrà ubicata la stazione di partenza ed interessato dalla sistemazione dell’area di parcheggio è soggetto, ad una prima analisi basata su criteri geomorfologici, a problematiche di esondabilità del Torrente Melezet, meritevoli di approfondimento.

Considerato che l’intervento, anche in base alle verifiche effettuate dai progettisti, risulta compatibile con le previsioni urbanistiche del Piano Regolatore Generale vigente trattandosi di sostituzione di impianti di risalita già esistenti in zona urbanistica che consente le attività sportive invernali e le attrezzature ad esse connesse.

Considerato che l’intervento prevede la realizzazione di una seggiovia quadriposto ad ammorsamento automatico, in sostituzione degli impianti esistenti, la seggiovia biposto Melezet - Chesal e le sciovie Melezet - Etarpà I e II, per perfezionare il collegamento tra l’area di partenza di Melezet con la zona denominata Chesal, con una fermata intermedia nell’area dell’Etarpà, che consente l’accesso alle piste 23 bassa e 24 bassa adibite in fase olimpica alle gare di snowboard.

Considerato che il sito interessato dall’intervento, localizzato in ambito montano di notevole pregio paesaggistico e ad elevata visibilità, si configura come versante a copertura arborea alternata a superfici a prato-pascolo ed è caratterizzato dalla presenza di impianti sciistici e di risalita, che hanno mutato, almeno in parte, il contesto paesistico-ambientale di riferimento, con il progressivo incremento degli elementi lineari del paesaggio costituiti dai tracciati delle piste e degli impianti di risalita.

Considerato che il progetto in linea di massima rispetta le cautele e le disposizioni impartite, nonché le prescrizioni tecniche indicate nella Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del piano delle opere per la realizzazione del programma olimpico prevista dall’art. 1 comma 4 della L. n.285/2000 “Interventi per i Giochi Olimpici Invernali Torino 2006" - D.G.R. 09.04.2001 n. 45 - 2741 , Allegato A - Cap. 7 - Impianti funiscioviari, piste da sci e infrastrutture connesse. Punto 7.2.1 Prescrizioni.

Considerato che la Commissione Beni Culturali e Ambientali, ai sensi della DGR n. 82 - 5618 del 19.03.02, di attribuzione alla Commissione delle funzioni di supporto all’attività di valutazione dei progetti relativi agli interventi per i Giochi Olimpici Invernali “ Torino 2006", ha espresso parere in merito all’intervento con nota prot.n. 17444/19/19.20 del 17.09.02.

Considerato che l’impianto in progetto si configura, infatti, come parziale sostituzione di impianti esistenti, dei quali ne ricalca sostanzialmente il tracciato, con modifiche a valle e con un prolungamento a monte, oltre l’attuale stazione di arrivo di Chesal. Pur utilizzando parte del corridoio della linea esistente, i maggiori impatti connessi alla realizzazione dell’impianto risultano a carico della componente vegetazionale, per il rilevante taglio della copertura arborea da eseguire per l’allargamento del varco utile al nuovo impianto.

Considerato che i fabbricati proposti, relativi alle stazioni di valle, di monte nonché alle cabine di controllo, presentano materiali e soluzioni architettoniche che paiono inserirsi adeguatamente nel contesto di pregio paesaggistico d’intervento, con modalità costruttive riconducibili alla tipologia tradizionale, mentre la progettazione delle strutture elettromeccaniche è indirizzata, con soluzioni di continuità, verso manufatti coerenti con gli altri impianti esistenti ed in progetto, posti nel territorio interessato dai giochi olimpici del 2006.

Considerato che la documentazione pervenuta individua tra le alternative progettuali la soluzione ritenuta migliore sotto il profilo funzionale e che nel contempo sembra presentare i minori impatti sul contesto paesaggistico in oggetto, proponendo, infine, operazioni di recupero e mitigazione, anche in conformità a quanto richiesto nelle prescrizioni contenute nell’allegato A della VAS. Nel progetto preliminare tali interventi di recupero, mitigazione e compensazione, proposti in accordo con il Consorzio Forestale Alta Valle Susa, risultano esplicitati nelle relazioni di progetto, rimandando alla progettazione definitiva gli approfondimenti e le specificazioni necessarie. La documentazione preliminare specifica gli interventi da realizzare, privilegiando operazioni di ricostituzione del contesto paesaggistico e di ricucitura della copertura vegetazionale ed indica, quali operazioni prioritarie, la chiusura del varco della sciovia Melezet-Etarpà e la proposta di sistemazione del piazzale del Melezet.

Alla luce di quanto emerso dagli approfondimenti tecnici condotti dall’Organo tecnico con il supporto tecnico scientifico dell’ARPA, la realizzazione del progetto appare compatibile in quanto non compromette le risorse naturali coinvolte in misura tale da far diminuire la qualità ambientale dell’area interessata e Considerato che: “....., da un punto di vista geologico non si evidenzia nel versante la presenza di affioramenti di rocce serpentiniche, o comunque contenti minerali asbestiferi. Si evidenzia la necessità a scopo precauzionale, di eseguire ulteriori indagini nel corso della progettazione definitiva, nei siti interessati dai movimenti terra più significativi, per escludere la presenza, nelle zone in cui il fronte di scavo è più profondo, di minerali asbestiferi. In caso di presenza di detti minerali nel substrato dovranno essere prese tutte le idonee misure per la cantierizzazione secondo la normativa vigente.”

Constatato che a fronte della mancanza di un programma di indagini ed accertamenti archeologici, ai sensi del D.P.R. 554/99, L’Agenzia Torino 2006 garantisce la presenza nei cantieri di un archeologo professionista per la valutazione del rischio archeologico durante le operazioni di scavo, per eseguire in situ le valutazioni ed i rilievi necessari.

Considerato che l’impianto seggioviario presentato, per le sue caratteristiche tecniche, rientra tra quelli da sottoporre alla fase di verifica ex art. 10 L.R. 40/1998, si prende atto che gli approfondimenti atti ad identificare e descrivere le alternative progettuali e localizzative esistenti sono stati riportati nella documentazione in modo sufficiente a supportare le scelte compiute.

Nell’ambito della Conferenza dei Servizi è, comunque emersa l’esigenza di porre una serie di condizioni per la realizzazione dell’opera che riguardano i seguenti aspetti:

* adeguamento progettuale dell’impianto tecnologico ai regolamenti ed alle specifiche norme tecniche in essere;

* attivazione procedure per la mutazione della destinazione d’uso temporanea di quei terreni soggetti al vincolo dell’uso civico;

* indagine puntuale dei caratteri geologici ed idrogeologici;

* valutazione delle ripercussioni in termini di accessibilità ed aree di sosta ;

* ricettività turistica ed eventuale ottimizzazione degli aspetti interconnessi;

* interferenze prodotte dalla realizzazione dell’opera;

* azioni di contenimento, mitigazione e compensazione di carattere ambientale e relative previsioni economiche e finanziarie.

Vista la L. 9 ottobre 2000 n. 285;

Vista la L.R. 14 dicembre 1998 n. 40;

Vista la D.G.R. 5 novembre 2001 n. 42-4336, art. 9 della Legge n. 285/2000. Procedure per l’approvazione dei progetti relativi agli interventi per i Giochi Olimpici Invernali Torino 2006;

Vista la D.G.R. 9.04.01 n.45-2741, Valutazione Ambientale Strategica del piano degli interventi per i Giochi Invernali Torino 2006;

Visto il D.lgs. n. 490/1999;

Vista la L.R. 45/1989;

Visti i verbali delle riunioni della Conferenza dei servizi indette nei giorni 6 e 21febbraio 2002, 4 e 18 marzo 2002;

Visti i pareri ed i contributi tecnici acquisiti agli atti.

Per tutto quanto sopra esposto

IL DIRIGENTE

determina

che, ai sensi dell’art. 10 della L.R. 14 dicembre 1998 n. 40, il presente progetto non debba essere sottoposto alla fase di valutazione di cui all’art. 12 della suddetta legge regionale; che la compatibilità ambientale possa essere comunque garantita dall’osservanza delle seguenti prescrizioni utili anche ai sensi del comma 2 ,art. 9 della L. 9 ottobre 2000 n. 285 ai fini della redazione del progetto definitivo per il conseguimento dei necessari atti di consenso:

1. Nel prendere atto delle relazioni istruttorie di A.R.P.A. Piemonte che esclude la presenza di minerali asbestiferi sul sito, nonché di quanto analogamente dichiarato dal proponente nella documentazione progettuale, si rileva però la possibilità che nell’ambito delle attività di scavo venga rinvenuta la presenza di amianto all’interno di eventuali lenti ofiolitiche presenti nei litotipi prevalenti attribuibili ai calcescisti: ciò premesso si prescrive, ai fini della progettazione definitiva, che:

a. nella predisposizione degli elaborati relativi alla pianificazione della sicurezza ai sensi del D.Lgs. 494/1996 si dovrà tenere conto dei disposti di cui al D.Lgs. 277/1991 e s.m.i. , nonché per quanto applicabili dei decreti ministeriali emanati in forza della legge 257/1992, ai fini della loro immediata attuazione in caso di necessità;

b. ai fini di un continuo monitoraggio ambientale della componente “aria” dovrà essere previsto dal progetto la predisposizione di un sistema di campionamento per il rilevamento di fibre aerodisperse nell’area interessata dal cantiere ed in corrispondenza di alcuni recettori potenzialmente sensibili: le modalità ed il programma di monitoraggio dovranno essere concordati con A.R.P.A. Piemonte a cui dovranno anche essere comunicati con idonea frequenza i dati rilevati adeguatamente commentati;

c. si sottolinea che ai materiali comunque derivanti da attività di scavo dovranno essere applicate le disposizioni di cui alla normativa vigente con attuale riferimento ai commi 17, 18 e 19 dell’art.1 della L. 443/2001.

2. La particolarità progettuale rappresentata dalla possibilità di poter escludere i dispositivi di rallentamento ed accelerazione in corrispondenza della stazione intermedia con disattivazione della stessa, nonché la previsione di una pedana mobile, dovrà essere oggetto di approfondimento progettuale e si dovranno indicare tipologie simili già in esercizio. Si fa presente che tale proposta innovativa è soggetta al parere preventivo della commissione funivie della sede Centrale costituita da esperti del settore.

3. Dovrà essere condotta una puntuale verifica presso il commissariato agli Usi Civici acquisendo la documentazione idonea a dimostrare l’esatta entità e la dislocazione del vincolo di uso civico all’interno dell’area interessata dalle opere in argomento e, nel caso si intenda ottenere la sdemanializzazione di una o più aree vincolate, previo spostamento del vincolo su altre aree di almeno pari superficie, dell’intero territorio comunale;

4. Dovrà essere condotta la verifica dello stato possessorio attuale dei beni civici interessati dalle opere, onde poter disporre, se del caso, la reintegra dei beni nel patrimonio indisponibile del Comune e sistemare l’eventuali pendenze giuridico-amministrative ed economiche emergenti;

5. Dovrà essere prodotta la mappa catastale dell’area oggetto d’intervento e, sempre nel caso di necessità di spostamento del vincolo, dell’intero comune, con evidenziati i mappali gravati da uso civico, le opere che interessano gli stessi specificandone tipo e durata (es. cantiere- cava-discarica temporanea, struttura permanente da cedere successivamente a privati, struttura pubblica permanente o di lunga durata, struttura pubblica da rimuovere a fine evento olimpico), gli eventuali mappali o porzioni proposti per lo spostamento del vincolo, tutto integrato con una relazione esplicativa in merito.

6. I risultati delle indagini geognostiche (pozzetti esplorativi, prove penetrometriche, sondaggi) che in più punti della relazione geologica-geomorfologica (pag.36- pag 46 - pag.48) vengono previste a livello di progetto esecutivo andranno obbligatoriamente prodotte a livello di progetto definitivo, ai sensi dell’art.16 , comma 4, della Legge 11 febbraio 1994, n.109 e s.m.i.

7. Nelle considerazioni conclusive, par.06 della succitata relazione geologica-geomorfologica, si rimanda ad una serie di approfondimenti sulle caratteristiche geomeccaniche dei depositi sciolti ad una generica “relazione geologico-tecnica” e così pure per le verifiche di stabilità sulla base del profilo di linea dell’impianto in progetto; si ribadisce che tutta questa documentazione andrà prodotta in sede di progetto definitivo e costituirà parte fondamentale degli elaborati progettuali al fine di ottenere le necessarie autorizzazioni ai sensi della L.285/2000.

8. dovranno essere eseguite verifiche di stabilità numerica delle porzioni del versante poste in corrispondenza dei sostegni e per intorni significativi degli stessi. Le verifiche dovranno essere effettuate sulla base del profilo di massima pendenza relativo ad ogni settore (e non secondo il profilo relativo all’orientazione della seggiovia), oltre che sulla base dei parametri geotecnici reperiti in sito delle caratteristiche stratigrafiche e dei sovraccarichi indotti dai sostegni. Inoltre, Considerato che nel sito si hanno evidenze di fenomeni di ristagno e risorgive di acque sub-superficiali, sarebbe opportuno effettuare le verifiche anche in condizioni di infiltrazioni nella coltre detritica.

9. Occorrerà sulla scorta della “Carta Geomorfologica e dei dissesti” e della “Carta di sintesi” (elaborati 05.02 e 05.04 della Relazione geologica-geomorfologica) focalizzare l’attenzione delle indagini di dettaglio e delle verifiche di stabilità numerica delle porzioni di versante poste in corrispondenza dei sostegni ubicati nelle porzioni a maggiore criticità geomorfologica e di più scadenti caratteristiche litotecniche.

10. In caso di accertata instabilità di porzioni del versante oggetto dell’intervento dovranno essere predisposte misure atte ad evitare fenomeni di dissesto, identificabili in particolari accorgimenti costruttivi delle fondazioni dei sostegni e/o misure aggiuntive atte alla stabilizzazione della coltre detritica quali drenaggi delle acque sub-superficiali, non escludendo l’eventualità di ricollocare i sostegni eventualmente posti in punti particolarmente critici.

11. Come evidenziato nella “Carta di sintesi della pericolosità geomorfologica con sovrapposizione delle perimetrazioni P.A.I.” l’area di ubicazione della stazione di valle dell’impianto è ubicata su conoide considerato attivo ed a media pericolosità geomorfologica; occorrerà pertanto in sede di progetto definitivo valutare la pericolosità del suddetto conoide, argomentando le valutazioni circa la compatibilità dell’intervento con la situazione di potenziale rischio ed indicando le eventuali misure che si rendano necessarie a protezione delle opere in progetto.

12. Essendo stata programmata la trivellazione di n. 2 sondaggi geognostici con posa di tubi inclinometrici, si ritiene opportuno indicarne la futura ubicazione e le caratteristiche motivandole in funzione delle criticità emerse nella relazione geologico geomorfologica allegata al progetto preliminare. In particolare, i principali criteri di ubicazione potranno essere dati dalle evidenze morfologiche di instabilità superficiale (area in frana evidenziata nella porzione alta del tracciato, tra le quote 1700 e1750 m. s.l.m.) e dalle sottoclassi di pericolosità geomorfologica individuate nella “Carta di sintesi della pericolosità geomorfologica” della sopraccitata relazione.

13. In merito alle problematiche relative all’esondabilità del fondovalle da parte del Torrente Melezet, occorrerà che in fase di progettazione definitiva vi sia un coordinamento con quanto previsto dalla risultanze della progettazione in corso, nell’ambito delle opere connesse allo svolgimento dei Giochi Olimpici Torino 2006, relativa alla sistemazione del tratto di alveo in oggetto, da parte della Direzione Opere Pubbliche della Regione Piemonte.

14. Nello studio di prefattibilità ambientale, a proposito del suolo (pag. 86-87), si legge che “ Una seconda tipologia di impatto è legata a fenomeni di ruscellamento e di erosione superficiale che, esistono allo stato attuale e non si ritiene che saranno incrementati a seguito della costruzione della seggiovia”. Si ritiene invece che tali impatti saranno incrementati poiché il numero di passaggi di sciatori sulle piste sarà maggiore, vista la maggiore portata della seggiovia. Perciò l’esecuzione di un sistema di raccolta delle acque superficiali e di drenaggio, già inclusa nel progetto preliminare, è della massima importanza e dovrà essere prevista e dettagliata nel progetto definitivo.

15. Nel condividere in linea generale le opere di recupero, mitigazione e compensazione ambientale prospettate, anche in attuazione di tali prime indicazioni, il proponente dovrà produrre una chiara progettazione onde rappresentare e collocare planimetricamente gli interventi di rinaturalizzazione e recupero ambientale previsti, con la preferenziale adozione di tecniche di Ingegneria Naturalistica, per la ricostruzione morfologica dei siti, per il consolidamento e la sistemazione superficiale dei terreni, nonché per il contenimento e la mitigazione dell’impatto ambientale e per il reinserimento paesaggistico dei luoghi alterati durante i lavori e delle infrastrutture edificate. A tal proposito dovranno essere prodotti elaborati completi (relazioni tecniche, planimetrie, sezioni, assonometrie, particolari costruttivi ecc.), propri della progettazione definitiva, atti a descrivere le opere progettate, nonché le opportune valutazioni sul dimensionamento e sulle verifiche di stabilità delle opere di sostegno e di drenaggio delle acque superficiali previste negli interventi di recupero e sistemazione. Ai fini di una corretta valutazione quali-quantitativa delle medesime, esse devono trovare riscontro negli elaborati relativi all’analisi prezzi e nel computo metrico del progetto definitivo, nonché negli allegati relativi alla definizione dei piani di manutenzione delle opere previsti ai sensi delle vigenti normative di legge.

16. Nella descrizione degli impatti bisogna includere un impatto fortemente negativo legato al fatto che parte dei plinti delle seggiovie demolite rimarrà in loco (nella relazione IA002 si legge che la demolizione arriverà fino a 50 cm. al di sotto del piano di campagna). Si tratta di un impatto sul suolo, in quanto vi è la perdita di parte del suolo stesso, e di impatto sulla fauna e sulla vegetazione, in quanto vi è una diminuzione degli habitat. Sarebbe opportuno diminuire questo impatto prevedendo la demolizione di una porzione maggiore delle fondazioni.

17. Relativamente agli interventi di taglio di soggetti arborei, dovrà essere valutata progettualmente la possibilità di contenere la sottrazione di vegetazione arborea, compatibilmente con la vigente normativa tecnica in materia di impianti di risalita; per allargare la pista, dovrà essere prevista una metodica per cui il limite bosco/pista, non risulti troppo netto, il che avrebbe conseguenze negative sia sulla percezione del paesaggio sia sulla stabilità degli alberi.

18. Ai fini della progettazione definitiva, si dovrà prevedere che nel corso dei lavori sia evitata l’estirpazione degli apparati radicali degli esemplari abbattuti e, in caso di necessità, oltre alla massima riduzione delle ceppaie con l’ausilio della motosega, le ceppaie stesse potranno essere eliminate con una eventuale fresatura in loco.

19. Nella stazione intermedia siano realizzati n. 4 servizi igienici a servizio degli utilizzatori dell’impianto. Le modalità di smaltimento dei reflui dovranno essere conformi alle disposizioni dell’allegato n. 5 della D.C.M. del 4/2/77.

20. dovranno essere indicate le opere di adeguamento che si intendono realizzare nell’area destinata all’arrivo, con individuazione puntuale delle modifiche da produrre all’andamento morfologico dei luoghi, considerato inoltre che il piazzale di Melezet risulta interessato non solo dall’area di partenza della seggiovia in oggetto e dalla sua prosecuzione Chesal - Selletta, ma anche dal complesso di opere relative alle piste di Snow board e di Half Pipe, si richiede una panoramica complessiva delle trasformazioni indotte al territorio montano in oggetto.

21. Al fine di poter valutare la sistemazione complessiva del piazzale del Melezet e le eventuali interferenze tra gli interventi in progetto, dovranno essere predisposti elaborati progettuali definitivi comprensivi degli interventi connessi alle seggiovie di nuova realizzazione. Detti elaborati dovranno contenere gli interventi previsti per le aree di parcheggio e sulle viabilità di accesso, valutandone il dimensionamento complessivo in relazione ai fabbisogni relativi alla fase olimpica e alla fase post olimpica.

22. Si dovranno pertanto predisporre i progetti definitivi relativi al piazzale Melezet, sia per l’utilizzo olimpico (con l’inserimento planimetrico delle strutture temporanee previste), sia per la sistemazione definitiva; inoltre gli elaborati grafici sopra richiesti dovranno evidenziare anche gli interventi di mitigazione previsti nella relazione specifica di progetto per il piazzale di Melezet al fine di chiarire l’effettiva fattibilità degli interventi di riqualificazione proposti, in relazione al complesso di opere, anche a carattere temporaneo, previste per gli stessi ambiti. Considerata la necessità di adeguare in alcuni punti la viabilità di accesso esistente di cui si prevede l’utilizzo in fase di cantiere, gli interventi relativi dovranno essere adeguatamente progettati ai fini della fase definitiva.

23. Per ciò che concerne la realizzazione di aree verdi nel parcheggio antistante la stazione di partenza, si condividono in linea di massima le scelte evidenziate dal progetto, fermo restando che in fase definitiva dovrà essere chiarito quale sarà la futura sistemazione del piazzale a fronte degli altri interventi che ospiterà, delle opere temporanee previste in concomitanza dell’evento olimpico e della sua funzione di parcheggio.

24. Gli inerti di scavo derivanti dalle operazioni di cantiere dovranno essere destinati prioritariamente al riutilizzo anche in cantieri di lavoro limitrofi alle aree interessate dal progetto in oggetto: dovrà quindi essere limitato alle sole fasi di cantiere l’uso di aree di deponia temporanea ed esclusi stoccaggi provvisori di tali materiali: nel caso di smaltimento degli stessi o di altri materiali di rifiuto direttamente in discariche autorizzate ai sensi della normativa vigente, queste dovranno essere già esplicitamente individuate in fase progettuale definitiva. Il progetto definitivo dovrà prevedere il luogo e le modalità di accantonamento del suolo asportato durante le operazioni di scavo. Si rammenta che i dati quantitativi dei materiali inerti da movimentare, dovranno confluire nel Piano Generale degli Inerti prevista dalla V.A.S. al fine del suo aggiornamento.

25. Considerato i quantitativi di materiali inerti originati sul cantiere e movimentati sullo stesso, dovrà essere fornito un preciso quadro dei volumi di scavo e riporto, della loro provenienza e della loro destinazione: inoltre dovranno essere maggiormente dettagliate le modalità operative, con particolare riferimento al trasporto di tali materiali da un’area all’altra del cantiere stesso e alla identificazione di aree di temporanea deponia del materiale di scortico.

26. Siano valutate le eventuali interferenze, in fase di cantiere, con altre attività turistiche presenti nell’area nonché, nella fase di operatività, le conseguenti ricadute sul fronte dell’accessibilità e dei servizi necessari.

27. Dovrà essere evidenziata l’esistenza o meno d’interferenza fra gli interventi progettati e le opere relative al servizio idrico (sorgenti, acquedotti, fognature e depuratori).

28. Le opere in progetto devono rispettare la circolare dello Stato Maggiore Difesa per gli ostacoli al volo aereo.

29. La progettazione definitiva dovrà contenere un adeguato piano di manutenzione delle opere realizzate, con particolare riferimento a quelle di recupero e sistemazione idrogeologica ed i derivanti oneri economici dovranno trovare rispondenza nel computo metrico di progetto.

Per quanto di competenza dell’ufficio del Provveditorato Regionale alle OO.PP. per il Piemonte e la Valle d’Aosta, si trasmetteranno le risultanze della C.T.A. non appena si sarà espressa in merito.

Contro il presente provvedimento è ammessa proposizione di ricorso Giurisdizionale avanti al Tribunale Amministrativo Regionale competente per il territorio entro 60 giorni dalla data d’avvenuta pubblicazione o della piena conoscenza secondo le modalità di cui alla legge 6.12.1971, n. 1034; ovvero Ricorso Straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni dalla data d’avvenuta notificazione ai sensi del Decreto del Presidente della Repubblica 25.11.1971, n. 1199.

Il Dirigente responsabile
Giuseppe Iacopino