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Supplemento Ordinario n. 2 al B.U. n. 06

Codice 21
D.D. 21 gennaio 2002, n. 8

L.R. 40/98 Fase di specificazione dei contenuti dello Studio di Impatto Ambientale della procedura di V.I.A. inerente il progetto “Impianto bob, slittino e skeleton” presentato dall’Agenzia “Torino 2006" con sede in Torino, localizzato nei Comuni di Oulx e Sauze d’Oulx (TO) - Parere ex art. 11, comma 3 della L.R. 40/1998 in conformità con quanto previsto dall’art. 9, comma 2, L. 285/2000

Vista l’istanza presentata in data 14/11/2001, con la quale l’Agenzia per lo svolgimento dei Giochi Olimpici Invernali “Torino 2006" - con sede in Torino Via Corte d’Appello,14 - in qualità di proponente, ha chiesto l’avvio della fase di specificazione dei contenuti dello studio di impatto ambientale ai sensi dell’art. 11, comma 2 della legge regionale 14.12.1998, n. 40 ”Disposizioni concernenti la compatibilità ambientale e le procedure di valutazione" nonché della Conferenza preliminare, di cui all’art. 9 comma 2, della Legge n. 285/2000 “Interventi per i Giochi Olimpici Invernali Torino 2006", relativamente al progetto ”Impianto bob, slittino e skeleton", localizzato nei Comuni di Oulx e Sauze d’Oulx (TO);

visto che il progetto ricade tra quelli per i quali la “Valutazione Ambientale Strategica del Piano degli interventi per i Giochi Olimpici Invernali Torino 2006" (V.A.S.), approvata con D.G.R. n. 45-2741 del 9 aprile 2001, in attuazione dell’art. 1 della L.285/2000, prevede la procedura di ”Valutazione di Impatto Ambientale" (V.I.A.) ai sensi della L.R.14/12/1998, n. 40;

preso atto che su richiesta della stessa Agenzia “Torino 2006", avanzata in sede di convocazione della prima conferenza preliminare tenutasi in data 4/12/2001, la procedura avviata ai sensi del citato art. 9, L.285/2000 nonché ai fini di quanto previsto dall’art.11 della L.R.40/98 è stata sospesa affinché l’Agenzia proponente potesse provvedere all’aggiornamento degli elaborati tecnici in relazione alle modifiche relative al progetto preliminare presentato, ritenute migliorative dall’Agenzia e illustrate nel corso della conferenza stessa;

vista l’istanza presentata in data 10/12/2001, con la quale l’Agenzia “Torino 2006" ha chiesto la riattivazione della procedura di cui sopra presentando ulteriore documentazione relativa alla modifica progettuale apportata;

Considerato che l’intervento proposto ricade in area sottoposta a vincolo idrogeologico ai sensi della L.R n. 45/89 nonché in zona vincolata ai sensi del Piano stralcio per l’assetto idrogeologico (PAI) e ricade inoltre in ambito vincolato ai sensi del D.lgs n. 490/99 di tutela paesistica-ambientale e risulta gravata da usi civici;

Considerato che, come evidenziato dalla V.A.S, l’opera in questione è localizzata in un ambito vallivo che, seppur caratterizzato da urbanizzazioni, conserva elementi di pregio paesaggistico in considerazione delle superfici prative ancora presenti, anche terrazzate, alternate a vegetazione isolata, e per l’alta visibilità del versante, percepibile da area vasta; comporta effetti sulla fauna anche per la conseguente sottrazione di suolo (aree di pascolo utilizzate dai selvatici) e, inoltre, sotto il profilo idrogeologico, l’area interessata dall’impianto presenta problematiche di stabilità del versante;

preso atto che l’Organo Tecnico della Regione, durante l’istruttoria, svolta anche con il supporto tecnico-scientifico dell’ARPA, ha approfondito l’analisi degli elaborati presentati tramite riunioni di conferenza dei servizi, riunioni dell’Organo Tecnico stesso ed ha convocato nei giorni 4 dicembre 2001 (con nota prot. n. 28162/21 del 28/11/2001) e 17 dicembre 2001 (con nota prot. n. 29112/21 del 12/12/2001) il proponente per un’illustrazione su quanto complessivamente presentato a corredo dell’istanza nell’ambito della conferenza indetta per la “Fase di specificazione dello Studio di impatto ambientale”;

vista la documentazione da presentare a corredo dell’istanza ai sensi dell’art.11 della L.R. 40/1998 costituita da “... elaborati relativi al progetto preliminare e di una relazione che, sulla base di una identificazione degli impatti ambientali attesi, definisce il piano di lavoro per la redazione dello studio di impatto ambientale e le metodologie che intende adottare per l’elaborazione delle informazioni che in esso saranno contenute ed il relativo livello di approfondimento....”;

viste le note presentate dai componenti dell’Organo tecnico e dai soggetti interessati in occasione e a seguito della conferenza del 15 gennaio 2002, depositate agli atti;

valutati quindi complessivamente gli elementi emersi durante l’istruttoria svolta sull’insieme della documentazione presentata dal proponente, che possono essere così riassunti:

* incompletezza dell’insieme di elementi informativi e descrittivi che permettano l’inserimento del progetto, l’analisi delle interrelazioni e delle problematiche in un contesto di “area vasta”, secondo quanto indicato dalla V.A.S.;

* insufficiente approfondimento dell’insieme delle problematiche specifiche evidenziate dalla V.A.S. per la realizzazione dell’opera in questione e, più in generale, per gli impianti sportivi localizzati nell’area montana;

* elaborazioni progettuali relative ai vari e diversi interventi che costituiscono l’insieme della proposta progettuale che risultano non omogenee e adeguate, in termini di sviluppo e dettaglio informativo, anche con riferimento alle raccomandazioni e alle prescrizioni della V.A.S.;

* incompleto e insufficiente sviluppo degli elaborati progettuali integrativi presentati a seguito della sospensione della Conferenza dei servizi;

Considerato che la documentazione predisposta dal proponente non risulta esaustiva, sia alla luce delle problematiche generali e specifiche nonché delle raccomandazioni e prescrizioni contenute nella V.A.S., sia in particolare riguardo alla trattazione dei seguenti aspetti emersi nel corso dell’istruttoria:

- sicurezza rispetto ai rischi ambientali,

- compatibilità idraulica, idrogeologica e geologico-tecnica,

- bilancio, reperimento e gestione degli inerti,

- uso e tutela delle risorse idriche,

- recupero, mitigazione e compensazione ambientale,

- bilancio energetico,

- tutela del patrimonio naturale e della biodiversità,

- compatibilità territoriale e paesistica,

- sicurezza dei lavoratori e della popolazione nelle fasi di realizzazione e d’uso,

- internalizzazione dei costi ambientali,

- mobilità sostenibile,

- sostenibilità economico-gestionale nella fase post olimpica;

dato atto che le note presentate dai soggetti interessati ai fini della fase di specificazione della V.I.A. ex art.11, L.R.40/98 sono comprensive anche delle indicazioni per ottenere, in sede di presentazione dei progetti definitivi, i necessari atti di consenso e pertanto potranno essere considerate per ulteriori specificazioni e approfondimenti nell’ambito della conferenza dei servizi preliminare ex art.9 L.285/2000;

tutto ciò premesso,

in conformità con gli indirizzi e i criteri disposti nella materia del presente provvedimento dalla Giunta Regionale con provvedimenti deliberativi n. 18 - 27763 del 12 luglio 1999 e n. 42-4336 del 5 novembre 2001;

vista la L.R.40/1998;

vista la L.285/2000;

vista la D.G.R. n. 42-4336 del 5 novembre 2001;

IL DIRETTORE

Visti gli artt. 4 e17 del D.Lgs. n.165/2001;

Visto l’art. 23 della L.R.51/97,

determina

* che, verificata la documentazione presentata dalla proponente Agenzia per lo svolgimento dei Giochi Olimpici Invernali “Torino 2006" - con sede in Torino Via Corte d’Appello,14 - inerente il progetto ”Impianto bob, slittino e skeleton", localizzato nei Comuni di Oulx e Sauze d’Oulx (TO), e a fronte dell’istruttoria tecnica condotta, da cui emergono molteplici criticità, siano recepite dal proponente le considerazioni, le indicazioni e gli approfondimenti formulati nei successivi punti (dalla lettera A alla lettera O), ai fini della corretta redazione dello Studio di Impatto Ambientale e del relativo progetto ai sensi dell’art. 12 della L.R.40/98, in coerenza con quanto già evidenziato dalla Valutazione Ambientale Strategica adottata con D.G.R. n. 45-2741 del 9/04/2001;

* di trasmettere la presente determinazione alla Struttura Flessibile della Regione Piemonte Giochi Olimpici Invernali - Coordinamento Conferenze dei Servizi - affinché il Responsabile del procedimento della conferenza dei servizi preliminare possa assumere i conseguenti provvedimenti di competenza;

* di dare atto che ulteriori indicazioni, ai fini di quanto disposto dall’art. 9 della L.285/2000, saranno valutate nell’ambito della Conferenza dei Servizi preliminare ai sensi della citata legge.

A - Problematiche generali.

13. Ai fini della redazione degli elaborati di cui all’art. 12 della L.R. n.40/1998 e ai sensi dell’art. 4, comma 5 della stessa L.R.40/1998 dovranno essere forniti elaborati progettuali di tutte le infrastrutture e opere relative all’opera principale e a quelle ad essa funzionalmente legate (tracciato della pista, edifici di partenza, tecnici, di servizio e a disposizione del personale, viabilità interna, pedonale e di connessione, strutture ed aree di parcheggio, tribune ed allestimenti provvisori, volumi prefabbricati ecc.) siano esse a carattere definitivo o temporaneo, in un concetto di analisi dell’area vasta intesa come intorno territoriale rilevante, di complesso delle opere da realizzare, di fasi di realizzazione e di relazione tra le opere e gli interventi stessi previsti.

14. Si ribadisce quindi che le succitate opere funzionalmente legate all’opera principale, di cui a tutt’oggi spesso non si ritrovano documenti progettuali sufficienti per l’istruttoria, sono facenti parte integrante dell’opera da un punto di vista della fattibilità tecnica e del suo esercizio, indipendentemente da dove si preveda di considerarle sotto il profilo della spesa nella programmazione finanziaria delle opere necessarie allo svolgimento dell’evento olimpico e nel rispetto del concetto di internalizzazione dei costi ambientali. A tal proposito si osserva che la documentazione integrativa fornita, ai fini della riattivazione del procedimento in oggetto, va di fatto a sostituire solo in parte quella originariamente trasmessa in termini quantitativi e qualitativi. Infatti, anche presumendo come invariata la validità, in termini di presenza, di alcuni elaborati prodotti per l’ipotesi progettuale iniziale e recanti informazioni non strettamente legate allo sviluppo sul terreno del tracciato, si osserva che, nell’ambito della integrazione citata, la nuova soluzione non viene comunque suffragata con l’ausilio di una documentazione completa: l’ipotesi iniziale veniva infatti affrontata e esplicitata con un novero di elaborati più ampio ed esaustivo delle soluzioni progettuali e ambientali adottate in origine. Infatti:

- si desume sia dall’elenco degli elaborati integrativi prodotti sia dalla verifica effettuata sul materiale cartaceo trasmesso che gli elaborati relativi agli edifici di servizio, nonché la tavola 400.1 descrittiva del “Progetto sistemazioni - Plane of Site landscaping ” risultano non sostituiti malgrado le modificazioni progettuali introdotte: inoltre non viene fornita una nuova versione del “Calcolo sommario dei costi”, che doveva subire una variazione a fronte dell’identificazione del nuovo tracciato comportante notevoli modificazioni delle azioni di cantiere in termini qualitativi e quantitativi.

- inoltre si sottolinea che, al di là di una collocazione planimetrica di massima e di alcune sezioni di progetto, poco o nulla viene prodotto su un piano progettuale delle aree parcheggio e della viabilità interna e di connessione al sistema trasportistico esistente.

- con l’integrazione citata è stato inoltre fornito l’elaborato J “Tempistica”, non presente nella documentazione originaria, recante un cronoprogramma sotto forma di tabella.

15. Si sottolinea come lo smantellamento e la rimozione di eventuali opere temporanee e il recupero ambientale dei siti occupati dalle stesse non dovranno - ai sensi della Valutazione Ambientale Strategica D.G.R. n. 45 -2741 del 09.04.2001 - comportare oneri finanziari aggiuntivi a quelli che devono essere previsti nel computo metrico di progetto e dovrà avvenire secondo una tempistica certa e dichiarata in sede di approvazione degli elaborati: inoltre le strutture definitive non dovranno comportare costi ulteriori di trasformazione e adattamento all’uso post-olimpico.

16. Si segnala che risulta necessaria la progettazione definitiva per tutte quelle opere principali o funzionali di cui il proponente intenda richiedere, in sede di Conferenza dei Servizi Definitiva, gli atti di consenso, comprese le varianti urbanistiche, necessari ai fini della loro realizzazione, come previsto dall’art. 9 della L.285/2000 e dalla D.G.R. n. 42-4336 del 05/11/2001.

17. Si sottolinea che l’intero comprensorio sportivo ed in particolare le strutture di accoglienza e di servizio dovranno avere una perfetta accessibilità ad ogni tipo di ospite, compresi i portatori di handicap, nel periodo olimpico e post-olimpico.

B - Compatibilità idraulica e idrogeologica.

1. Nell’Appendice alla Relazione Ambientale Preliminare presentata in sede di aggiornamento documentale è già stato evidenziato sinteticamente quanto sotto descritto e viene dichiarato dal proponente che le indagini conoscitive finalizzate alla verifica di compatibilità idraulica ed idrogeologica sono in corso. Tutto ciò premesso si osserva ulteriormente quanto segue:

* al fine di ottemperare ai disposti del PAI, secondo quanto disposto dalle proprie norme di attuazione, dalla deliberazione di adozione n. 18/01 del 26/4/01 del Comitato Istituzionale dell’Autorità di bacino del fiume Po, dalle deliberazioni della Giunta regionale n. 31-3749 del 6/8/01 (inerente le procedure regionali relative alla verifica del quadro del dissesto dei PRG) e n. 42-4336 del 5/11/01 (inerente le procedure per l’approvazione dei progetti delle Olimpiadi 2006), gli adempimenti a cura del proponente devono riguardare l’indagine di compatibilità e di verifica del quadro dei dissesti esteso ad un ambito significativo;

* tale indagine, che deve essere condotta a supporto della variazione urbanistica secondo quanto disposto dalla già citata DGR n. 42-4336, deve interessare un ambito molto più ampio rispetto a quello interessato specificatamente dall’oggetto in variante urbanistica, in quanto la verifica del quadro del dissesto, che deve essere condotta su tutto il territorio comunale, può in questa fase costituire una anticipazione dello studio generale, ma allargata ad un ambito sufficientemente ampio da consentire una valutazione adeguata;

* le delimitazioni delle aree in dissesto conseguenti alla verifica di compatibilità e condivise nell’ambito della Conferenza di servizi aggiornano ed integrano il Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico in anticipazione rispetto alla verifica di tutto il territorio comunale dei due Comuni interessati;

* la verifica di compatibilità deve evidenziare i fenomeni di dissesto idraulico ed idrogeologico con particolare approfondimento per le aree soggette, come nella fattispecie, a previsioni di nuovi insediamenti urbanistici, al fine di poter eventualmente individuare misure cautelative per rendere compatibili le previsioni con i dissesti rilevati e con lo stato della relativa pericolosità individuato, anche sulla base delle indicazioni e delle prescrizioni del PAI (artt. 9 e 18, norme di attuazione);

* le norme associate alle aree individuate dovranno essere coerenti con quelle prescritte dall’art. 9 delle norme di attuazione del PAI.

C - Aspetti geologico-tecnici

1. Gli elaborati progettuali definitivi dovranno comprendere una relazione geologica che dovrà fare un chiaro riferimento all’intorno significativo indagato ed illustrato attraverso le cartografie tematiche alla scala 1:10.000, così come indicato dalla Circolare P.G.R. n.7/LAP/96.

2. Per quanto concerne l’area oggetto di intervento, il quadro morfologico locale dovrà essere coerentemente rapportato con il quadro generale ed è necessario implementare la cartografia sinora predisposta evidenziando con maggior dettaglio l’assetto geostrutturale degli affioramenti rilevati, anche in rapporto all’assetto vallivo. All’elaborazione planimetrica andranno associate sezioni geologiche, in scala ragionevolmente comprensibile, estese all’intero versante, atte ad illustrare le informazioni geologiche, morfologiche, strutturali.

3. Al fine della verifica della stabilità del versante, si ritiene opportuno integrare quanto sinora predisposto, con verifiche di stabilità globali sul versante attraverso un approccio multidisciplinare; dovranno inoltre essere effettuate verifiche di stabilità locali lungo le sezioni più rappresentative e dove sono previsti i più importanti interventi di scavo e riporto. Tali simulazioni dovranno riferirsi allo stato di fatto, alle più delicate fasi di avanzamento del cantiere, in particolare quelle in cui i fronti di scavo ed i riporti potranno risultare maggiormente soggetti a dissesti, ed allo stato finale.

4. Tra gli elaborati progettuali dovranno inoltre essere inseriti gli esiti dei monitoraggi geotecnici fino al momento realizzati; i risultati dei successivi rilievi dovranno anch’essi essere trasmessi periodicamente al Settore Progettazione interventi geologico-tecnici e sismico della Direzione regionale Servizi Tecnici di Prevenzione.

5. Alla documentazione dovranno inoltre essere allegati ed opportunamente commentati, in una relazione tecnica di accompagnamento, i risultati dei monitoraggi di aree adiacenti, effettuati per altri scopi e da altri soggetti e con questi confrontati al fine di evidenziare un quadro univoco dell’evoluzione del versante oggetto dell’intervento.

6. Nell’ambito della caratterizzazione geotecnica dei terreni si dovranno definire anche gli indici di qualità del substrato, sia attraverso analisi geotecniche di laboratorio delle carote di sondaggio, che attraverso lo studio degli affioramenti più vicini.

7. A giustificazione delle compensazioni scavi e riporti dovrà essere dettagliata la qualità richiesta del materiale di riporto, la qualità del materiale scavato e la sua reale fruibilità, anche in relazione alle necessarie caratteristiche di stabilità dell’opera.

8. Dalla verifica di talune sezioni presenti nelle tavole di progetto si rileva l’ingente entità degli scavi e dei riporti previsti ed un pesante rimodellamento della superficie del versante; si ritiene quindi opportuno verificare la fattibilità di tracciati alternativi, almeno per la viabilità accessoria, al fine di ottenerne una maggiore aderenza alla morfologia attuale del versante.

9. Il cronoprogramma dovrà essere formulato in modo da evitare di abbandonare fronti di scavo o opere temporanee non verificate ai sensi del D.M. 11.03.88 per lunghi periodi, come ad esempio l’intera stagione invernale; tutti gli intereventi di scavo dovranno viceversa risultare oggetto di preconsolidamento mediante la realizzazione di paratie o più opportune opere; le aree sede di riporto dovranno essere opportunamente predisposte ed i materiali depositati immediatamente consolidati con adeguate opere di sostegno.Il cronoprogramma dovrà inoltre essere opportunamente integrato con le previsioni degli interventi per il recupero al termine dell’evento olimpico delle aree a fruizione temporanea.

10. Le opere di raccolta delle acque pluviali e del versante dovranno essere verificate dal punto di vista idraulico così come i canali ricettori: a tal proposito si sottolinea come il tracciato previsto e la viabilità ad esso collegata intercettano un impluvio naturale in corrispondenza della curva C13, con conseguente regimazione e convogliamento delle acque edotte dallo stesso impluvio, in un canale rinvenibile, come si evince dalla tav. 0110-590.2, a valle della curva C18.

11. Considerato che quanto approvato in conferenza costituirà variante ai Piani Regolatori Generali Comunali è necessario che vengano prodotte, per entrambi i Comuni, tutte le carte tematiche previste dalla Circ. P.G.R. n.7/LAP/96 estese ad un intorno significativo. Tali carte dovranno indicare chiaramente la perimetrazione delle aree oggetto di variante e, nella cartografia di sintesi, andranno anche indicate le opere previste. Il tassello approvato quale Variante e i relativi studi dovranno successivamente essere ricompresi nel quadro conoscitivo sviluppato dai Comuni e valutato in forma critica nelle verifiche di compatibilità previste dal PAI e nelle eventuali varianti generali ai PRGC, sia in riferimento al quadro dei dissesti che alla utilizzazione urbanistica delle aree. Dato il contesto geomorfologico critico del versante, le aree oggetto di variante ai PRGC non potranno essere soggette, in tempi successivi all’evento olimpico, ad ulteriori interventi edificatori.

D - Aspetti paesaggistici

1. Sul piano paesistico-ambientale si rileva che, allo stato attuale, il contesto interessato dall’inserimento dell’impianto sportivo si configura come un versante a rilevante naturalità, ancora integro, non segnato da interventi antropici e caratterizzato da alternanza di superfici prative e ambiti boschivi a macchia con predominanza di lariceti. Ulteriore elemento di connotazione del paesaggio è dato dall’ampiezza del quadro visivo: la percezione del sito d’intervento avviene chiaramente da più punti di osservazione, in situazioni di fruizione del contesto paesistico sia statica che dinamica, vista la presenza di vie di comunicazione anche a grande traffico presenti sul fondovalle.

Il sito d’intervento risulta sottoposto a vincolo di tutela paesistico-ambientale ai sensi del D.Lgs 490/99 per la presenza di alcune aree sulle quali si individuano categorie di beni di cui all’art.146 dello stesso D.Lgs 490/99, ovvero ambiti boschivi e zone gravate da uso civico.

La D.G.R.n.45 - 2741 del 9.04.01 VAS ha segnalato le criticità relative alla realizzazione dell’impianto sportivo in un ambito di pregio quale quello in oggetto, in considerazione delle modifiche prodotte al quadro paesaggistico dall’inserimento delle opere in progetto.

Nell’ambito della VAS sono state inserite prescrizioni alle quali ottemperare nella progettazione dell’intervento e nello studio d’impatto ambientale, che vengono riprese e confermate anche in questa sede:"....la realizzazione dell’opera sia indirizzata nella successiva fase progettuale verso soluzioni che prevedano la massima aderenza alla morfologia dell’area di intervento". “Ai fini del contenimento dei possibili impatti visivi e paesistici dovrà prevedersi (...) la predisposizione di interventi di mitigazione, anche con soluzione di quinte arboree ottenute con esemplari a sviluppo già avanzato, da prevedere in un complessivo progetto di inserimento paesaggistico-ambientale relativo all’intero versante”. La progettazione dell’impianto bob/slittino/skeleton e delle strutture accessorie proprio per la completa trasformazione del territorio determinata dall’intervento in relazione alle dimensioni, alla tipologia degli impianti ed alla difficoltà di adattare le strutture in progetto al profilo morfologico del sito, dovrà essere accompagnata, secondo le prescrizioni VAS, da un puntuale approfondimento progettuale relativo all’inserimento paesistico-ambientale delle opere da realizzare, che individui le soluzioni appropriate atte ad attenuare il più possibile gli effetti prodotti sul paesaggio montano.

Nella redazione definitiva del progetto e dello studio di impatto ambientale dovranno, quindi, essere indicate le modalità di mitigazione e d’inserimento paesaggistico delle opere in progetto, individuando le tipologie d’intervento prescelte, specificate rispetto ad ogni singolo ambito di intervento.

Si ritiene inoltre che, per la localizzazione dell’impianto percepibile da ampie visuali e per le considerazioni sopra esposte circa la minimizzazione dei potenziali danni agli elementi del paesaggio, sia necessario accompagnare gli interventi di mitigazione e di inserimento paesaggistico delle opere con un progetto di area vasta di sistemazione complessiva e di riqualificazione del contesto paesistico modificato, sulla base delle indagini condotte sulla situazione della componente paesaggio ante operam, già introdotta nella relazione preliminare e da approfondire in sede di progetto definitivo.

In relazione ai vari interventi che compongono l’impianto in questione si specifica quanto segue in merito agli aspetti paesaggistici.

2. La progettazione preliminare presenta consistenti modificazioni nell’andamento morfologico del versante interessato dalla realizzazione del tracciato della pista di discesa del Bob/slittino/skeleton e delle opere accessorie. L’inserimento dell’impianto del bob sembra configurarsi come una notevole trasformazione paesaggistica, in considerazione delle consistenti modificazioni che vengono prodotte sulla morfologia del versante e della complessiva artificiosità che ne consegue, cui corrisponde la perdita di naturalità dei luoghi in questione.

La variante proposta al progetto preliminare individua un nuovo tracciato per la pista e, secondo quanto si evince dalla relazione preliminare, migliora l’inserimento della pista nel terreno, con una riduzione dei movimenti terra ed un numero inferiore di opere di sostegno da realizzare. La comparazione tra la soluzione precedente e la nuova soluzione sembra pertanto privilegiare l’ultima proposta.

L’approfondimento dello studio progettuale in merito agl’interventi previsti per la realizzazione delle aree destinate a parcheggio e a zone per il pubblico localizzate in Comune di Sauze d’Oulx, nonché per l’area interessata da consistenti scavi localizzata in corrispondenza della zona di arrivo della pista, dovrà verificare, in sede di progettazione definitiva, la possibilità di limitare ulteriormente la consistenza delle modificazioni generate al versante dalla realizzazione delle ampie superfici piane, valutando soluzioni di maggiore aderenza alla morfologia dei luoghi, sia in termini di scavi, sia in termini di riporti.

La variante proposta sembra in parte migliorare il bilancio ottenuto tra scavi e riporti, limitando il volume dei materiali inerti da localizzare. Lo smaltimento può costituire tuttavia motivo di ulteriore modificazione del contesto paesaggistico, sia nelle soluzioni temporanee, per le quali si ritiene debbano essere valutate possibili operazioni di sistemazione e di recupero, sia nella ricerca dei siti idonei alla realizzazione delle discariche degli inerti.

Il proponente, in considerazione dell’esigenza di contenere le trasformazioni del contesto paesaggistico e nel contempo permettere un adeguato recupero degli ambiti interessati, dovrà predisporre un’adeguata documentazione progettuale relativa ai siti individuati per la localizzazione degli inerti, comprensiva degli interventi di ripristino e sistemazione delle aree prescelte.

3. In seguito alle modifiche apportate al progetto preliminare con le variazioni al tracciato, la documentazione progettuale pervenuta risulta non più adeguata ed esaustiva per la maggior parte delle opere e strutture accessorie funzionali all’impianto. Il raffronto degli elaborati presenta localizzazioni modificate e modalità di realizzazione dei fabbricati non esplicitate se non attraverso indicazioni esclusivamente volumetriche.

In riferimento ai fabbricati, qualora si ritenessero ancora valide le indicazioni progettuali contenute nella documentazione preliminare trasmessa, seppure da adattare alle nuove situazioni localizzative e morfologiche, si manifestano alcune perplessità circa le scelte compositive adottate. Si ritengono pertanto necessari in sede di progettazione definitiva approfondimenti progettuali volti a verificare quanto proposto, valutando soluzioni adeguate ai siti d’intervento prescelti, tali da permettere la massima aderenza e coesione con la situazione morfologica degli ambiti interessati. Lo studio dovrà verificare anche il rapporto tra costruito e le aree di pertinenza dei singoli fabbricati, con la predisposizione di elaborati progettuali di dettaglio inerenti la sistemazione complessiva delle aree esterne, prevedendo interventi di raccordo morfologico e soluzioni di recupero a verde. Si sottolinea la necessità di valutare soluzioni di attenzione alla qualità architettonica degli edifici, privilegiando proposte progettuali che si inseriscano il più armonicamente possibile nel contesto paesaggistico e permettano una minore visibilità degli edifici, sia attraverso il contenimento delle altezze che attraverso interventi di mitigazione. A tal proposito si dovrà limitare il ricorso all’utilizzo diffuso di aggetti, pensiline, coperture a falda unica, ricorrendo, per contro, a scelte compositive caratterizzate da una maggiore linearità di forme e da volumetria regolare.

Andrà inoltre verificata la possibilità, per i fabbricati che presentano sviluppi considerevoli del corpo di fabbrica, di contenere il più possibile le dimensioni proposte, valutando soluzioni che permettano una minore rigidità delle strutture anche attraverso la previsione di più volumi contigui che presentino caratteri di maggior raccordo alla situazione morfologica del sito.

4. Si condivide quanto indicato nella relazione preliminare circa la possibilità, con le modifiche apportate al tracciato, di inserire all’interno del disegno del tracciato della pista, le aree per gli spettatori, i media, le strade ed i percorsi pedonali. Tale proposta sembra contenere maggiormente le opere di movimento terra e di consolidamento del versante e permette di realizzare una maggiore coesione tra l’impianto e gli edifici e spazi ad esso collegati, limitando, inoltre, le modificazioni a carico dell’intero versante, con il mantenimento di superfici da destinare a verde.

5. Rispetto alla viabilità a servizio della pista, la soluzione che appare nella planimetria di progetto preliminare modificato, suscita perplessità per i punti del tracciato viario da realizzare in trincea, per le profonde incisioni del versante con sistemazioni che prevedono scoscese scarpate di raccordo al terreno esistente. Si valuti la possibilità di soluzioni alternative al tratto in trincea, anche in considerazione della viabilità come punto di osservazione privilegiato del tracciato olimpico.

Inoltre il raccordo delle opere alla morfologia esistente e la sistemazione delle nuove superfici dovrà avvenire privilegiando modellamenti delle scarpate di nuova formazione con soluzioni a pendenza più addolcita, che consentano di ottenere profili a carattere naturale, utilizzabili per interventi di mitigazione o di compensazione con piantumazione di specie autoctone, limitando la realizzazione di scarpate di rilevante rigidità e geometria.

Quindi, per le aree da destinare a parcheggi localizzate in posizione predominante sul versante, si richiede di verificare la possibilità di alternative progettuali che permettano una maggiore coerenza con il profilo attuale del versante, valutando soluzioni con piani a quote differenziate. Analoghe considerazioni valgono per le aree di accesso all’impianto, con particolare riferimento a quella in frazione S. Marco, per la quale non risulta sviluppato alcun approfondimento specifico.

Si richiedono inoltre chiarimenti circa la posa in opera di pavimentazioni per le aree a servizio dell’impianto nonché indicazioni circa le modalità di mitigazione paesaggistica delle stesse e di recupero in fase post-olimpica.

6. Sulla base di quanto precedentemente presentato e in considerazione delle modifiche apportate al tracciato con la variante al progetto preliminare, non risultando aggiornata la documentazione progettuale relativa alle opere di mitigazione, si ritiene di poter effettuare solamente valutazioni di carattere generale rispetto alle opere di mitigazione e circa gli interventi di recupero paesaggistico dei siti interessati dalla realizzazione dell’impianto olimpico. Riguardo agli interventi di mitigazione si condivide quanto indicato nella relazione preliminare e si chiede di effettuare le operazioni di ripiantumazione, di ricostituzione degli ambiti boschivi e di recupero della naturalità dei luoghi, limitando la geometricità negli interventi di sistemazione del versante. Anche in ottemperanza a quanto indicato in sede di VAS, si sottolinea la necessità di prevedere, accanto ad interventi di mitigazione delle opere in progetto, operazioni di sistemazione complessiva del versante ed interventi di compensazione da attuare mediante un progetto complessivo di riqualificazione paesaggistica, non limitato al versante d’intervento, ma in un contesto di indagine e di progetto di area vasta.

7. In sede di progetto definitivo è opportuna la predisposizione degli approfondimenti inerenti le opere accessorie, per le quali, ad oggi, si hanno solo indicazioni planimetriche.

Va sottolineato infine che saranno oggetto di autorizzazione ai sensi del D. Lgs. 490/99, le sole opere per le quali saranno trasmessi i progetti definitivi per l’attivazione della conferenza definitiva ai sensi della L.285/2000.

8. In conclusione, rispetto agli aspetti paesaggistici, sia al fine della fase di specificazione dello studio di impatto ambientale ai sensi dell’art.11 della L.R. 40/98, sia ai fini dell’iter autorizzativo ai sensi dell’art.9 L.285/00, si richiede in sede di presentazione della progettazione definitiva relativa all’impianto del bob/slittino, indispensabile per le procedure autorizzative ai sensi del D.Lgs 490/99, la predisposizione di elaborati progettuali e di documentazione a corredo quali:

* la predisposizione di un progetto di inserimento paesaggistico delle strutture in oggetto, che individui gli interventi di mitigazione paesaggistica da realizzare e le operazioni più generali di riqualificazione ambientale e paesistica non limitato al contesto di intervento, ma in un ambito di indagine e di progetto di area vasta;

* si prende atto di quanto indicato nella relazione preliminare riguardo al materiale fotografico prodotto in questa sede e si richiede ampia documentazione fotografica di tipo puntuale e panoramico, relativa agli ambiti interessati dai singoli interventi e predisposta in modo da consentire la comparazione, mediante l’inserimento virtuale delle opere previste, tra lo stato attuale e le modificazioni prodotte al contesto paesaggistico- ambientale con l’inserimento delle strutture olimpiche;

* elaborati di progetto completi per tutte le opere principali e per le opere accessorie e temporanee indicate nella planimetria generale.

* elaborati relativi alle sezioni di progetto predisposti in scala opportuna, al fine di poter valutare le soluzioni progettuali adottate, rispetto all’andamento morfologico del versante, relative ad ogni singolo intervento e all’assetto complessivo e finale dell’area ;

* planimetria della copertura vegetazionale riferita allo stato attuale ed ulteriore planimetria che comprenda le soluzioni progettuali previste;

* elaborati progettuali relativi alle operazioni di rimboschimento compensativo, che deve essere attuato in riferimento alle prescrizioni VAS ed ai sensi del D.Lgs 227 del 18.05.01;

* elaborati di progetto relativi al recupero in fase post-olimpica dei siti interessati dalla realizzazione delle opere accessorie e delle strutture temporanee.

* elaborati di progetto relativi alla localizzazione degli inerti ed al recupero dei siti interessati.

E - Recupero, mitigazione e compensazione ambientale

1. Considerate anche le attuali carenze della documentazione fornita, il proponente dovrà produrre una chiara progettazione onde rappresentare e collocare planimetricamente gli interventi di rinaturalizzazione e recupero ambientale previsti, con la preferenziale adozione di tecniche di Ingegneria Naturalistica, per la ricostruzione morfologica dei siti, per il consolidamento e la sistemazione superficiale dei terreni, nonché per il contenimento e la mitigazione dell’impatto ambientale e per il reinserimento paesaggistico dei luoghi alterati durante i lavori e delle infrastrutture edificate. A tal proposito dovranno essere prodotti elaborati completi (relazioni tecniche, planimetrie, sezioni, assonometrie, particolari costruttivi ecc.) atti a descrivere le opere progettate, nonché le opportune valutazioni sul dimensionamento e sulle verifiche di stabilità delle opere di sostegno impiegate negli interventi di recupero e sistemazione. Ai fini di una corretta valutazione quali-quantitativa delle medesime esse devono trovare riscontro negli elaborati relativi all’analisi prezzi e nel computo metrico del progetto definitivo, nonché negli allegati relativi alla definizione dei piani di manutenzione delle opere previsti ai sensi delle vigenti normative di legge.

2. Nella redazione dello studio di impatto ambientale e degli elaborati progettuali dovranno trovare recepimento le prescrizioni generali e le azioni di contenimento, mitigazione e compensazione indicate nel capitolo 5 del volume II dello Studio di Compatibilità Ambientale proposto dal TOROC ed esaminato in sede di Valutazione Ambientale Strategica.

3. Il progetto dovrà essere completo - sia in termini di identificazione e collocazione degli interventi, nonché come previsione economica nella logica di internalizzazione dei costi - della previsione, di cui alla Valutazione Ambientale Strategica D.G.R. n. 45 - 2741 del 09.04.2001, di interventi di compensazione per superfici adeguate dell’ordine di 10 volte le aree occupate dall’opera principale e da quelle ad essa funzionalmente legate, siano esse definitive o provvisorie. Tali interventi compensativi dovranno comportare operazioni di sistemazione e miglioramento forestale e/o reperimento di aree di rimboschimento nel territorio montano circostante, da concordare con gli Enti territorialmente interessati e con gli organi deputati istituzionalmente alla gestione delle proprietà forestali comunali locali, anche con la finalità di recuperare e migliorare gli habitat necessari per la fauna pregiata presente nel contesto vallivo.

F - Bilancio, reperimento e gestione degli inerti

5. Si richiede che in fase di progetto definitivo siano specificate ulteriormente le caratteristiche litologiche e granulometriche dei volumi terrosi e rocciosi soggetti ad attività di scavo e riporto e quantificate con maggiore dettaglio le volumetrie di inerti pregiati prodotte, indicando se sono sufficienti a soddisfare tutte le esigenze del cantiere, senza apporto di materiali dall’esterno. Al fine inoltre di valutare l’idoneità al riutilizzo del materiale scavato, deve essere indagata la possibile presenza di minerali fibrosi, derivanti dalle rocce del Complesso dei Calcescisti e Pietre Verdi (in particolare Serpentinite), effettuando analisi a campione sul materiale movimentato. Si ritiene inoltre utile suggerire di valutare la possibilità di installazione di un impianto mobile di frantumazione e vagliatura dei materiali rocciosi per la formazione di inerti pregiati.

6. Con riferimento a quanto stabilito dalla V.A.S. in merito alla predisposizione del Piano degli Inerti, si ritiene che il progetto debba comprendere, quale parte sostanziale, lo specifico piano di reperimento dei materiali litoidi redatto in conformità del citato Piano degli inerti, il cui obiettivo è garantire il minor impatto possibile conseguente alla movimentazione di inerti nonché ottenere lo scopo di ridistribuire il materiale litoide tra le molteplici opere pubbliche attivate, sia direttamente che con rapporto di connessione, per lo svolgimento dei giochi olimpici. I singoli piani di reperimento del materiale litoide dovranno essere comunicati al Comitato per l’Organizzazione dei Giochi Olimpici che provvederà ad adeguare ed aggiornare il Piano degli Inerti globale. Il piano di reperimento del materiale litoide, da allegare comunque al progetto esecutivo, ai fini dell’approvazione contestuale così come previsto dal 2° comma dell’art. 1 della l.r. 3 dicembre 1999 n. 30, dovrà tener conto delle seguenti condizioni generali che si ritengono comunque necessarie per una corretta utilizzazione delle risorse:

* l’esecuzione dei lavori, ancorché suddivisi per lotti, avvenga comunque con inizio dalle parti ove sono previsti scavi al fine della compensazione in loco dei materiali;

* ove sia necessario il reperimento di ulteriore materiale, oltre a quello proveniente dagli scavi effettuati per la stessa opera, sia privilegiato il materiale in esubero derivante interventi interessanti l’evento olimpico;

* in caso di ulteriore necessità, oltre a quanto previsto dal precedente punto 2, sia privilegiato, ai sensi del 3° comma dell’articolo 1 della l.r. 30/1999, l’approvvigionamento di materiali costituenti sfridi di lavorazione di cave in attività senza intaccare discariche già avviate alla rinaturalizzazione;

* ove sia necessaria l’apertura di nuove cave, ove cave già autorizzate non siano in grado di soddisfare le richieste di materiale, i relativi progetti di coltivazione dovranno essere redatti in conformità alle previsioni del Documento di Programmazione delle Attività Estrattivi e sottoposti tempestivamente, fatti salvi i casi di esclusione automatica, alle procedure di cui alla l.r. 40/1998.

7. La eventuale necessità di provvedere allo smaltimento di materiali inerti in esubero dovrà essere attentamente prevista e valutata: tali inerti devono infatti trovare sistemazione - in ossequio alle prescrizioni generali della VAS, nonché secondo le linee guida del “Piano degli inerti” trasmesso dal TOROC con nota prot.n. 784/2001 del 30.11.2001 e nel rispetto della vigente normativa in materia di rifiuti che ascrive al Comune e alla Provincia le competenze in materia gestionale ed autorizzativa - attraverso attività di riuso il più possibile in zone limitrofe al cantiere nell’ambito di interventi appositamente progettati e finalizzati alla ricostruzione della morfologia di luoghi alterati, o devono essere soggetti a recupero e conseguente riutilizzo previa opportuna selezione, limitando alle sole fasi di cantiere l’uso di aree di deponia temporanea ed evitando stoccaggi provvisori di tali materiali. Tali inerti in alternativa potranno essere collocati in discariche individuate già in fase progettuale in accordo con gli Enti locali territorialmente interessati. Pare evidente nel riprendere considerazioni del succitato piano degli inerti che le soluzioni scelte implicano a monte ragionamenti di tipo ambientale sui siti interessati, sulle eventuali distanze di trasporto da percorrere, nonché di tipo economico sui costi derivanti e da opportunamente prevedere nella quantificazione finanziaria delle opere.

8. Attualmente non sono evidenziate in progetto le aree di deponia temporanea relative a materiali provenienti dal sito che il proponente intende reimpiegare nelle varie azioni progettuali con tempistiche di cantiere diverse: nell’ambito della documentazione di futura presentazione dovranno essere evidenziate e la loro collocazione dovrà essere oggetto di attente valutazioni giustificative delle scelte fatte.

G - Componenti ambientali particolarmente interessate e loro monitoraggio

1. Si ritengono utili e si prende atto delle indicazioni metodologiche esplicitate nell’elaborato denominato “Progetto preliminare C. Relazione Ambientale Preliminare”, ai fini della indagine e valutazione delle componenti ambientali interessate. Ciò premesso, dalla documentazione presentata ed in base a quanto potuto osservare sul sito è possibile formulare le seguenti considerazioni.

2. L’opera comporta un notevole impatto sulle componenti vegetazionali e faunistiche presenti: oltre alla sottrazione di aree pressoché naturaliformi, vi è l’impatto sulla fauna determinato dall’interruzione del corridoio ecologico rappresentato dal versante su cui sorgerà l’impianto, dalla sottrazione di risorse alimentari per la fauna ungulata e per quella tipica alpina, nonché dalle attività di cantiere e di esercizio dell’impianto sportivo in termini di inquinamento acustico e luminoso e in generale di forte antropizzazione dei luoghi. Si ritiene che lo Studio di impatto ambientale debba contenere un’indagine di dettaglio sulla vegetazione e sulla fauna presente nell’area vasta interessata, che curi gli aspetti fisionomici, strutturali, floristici e vegetazionali delle componenti erbacea, arbustiva e forestale (facendo anche riferimento al Piano forestale territoriale dell’area forestale n. 30 - Alta Valle Susa), nonché faunistici, supportata dalla produzione di adeguate carte tematiche di dettaglio in scale idonee ricomprendenti tutta l’area vasta interessata dal complesso degli interventi e che costituisca la base per la proposta degli interventi di recupero, mitigazione e compensazione. Si segnala la necessità di approfondimento delle tematiche legate all’uso alimentare della vegetazione presente nell’area destinata all’impianto da parte della fauna selvatica soprattutto nel periodo primaverile ed autunnale; risulta inoltre necessario che il proponente espliciti i criteri di scelta e di dimensionamento del tunnel per la fauna onde poter valutare correttamente l’idoneità al passaggio degli ungulati.

3. Si riscontra la concreta possibilità di un forte impatto dovuto all’interferenza di polveri, rumore e vibrazioni generate dalle attività di cantiere, e di quelle ad esse connesse, con possibile pregiudizio della qualità della vita umana, considerata la vicinanza dell’abitato dei Comuni di Oulx e Sauze d’Oulx. Fatta salva quindi la completa trattazione dei contenuti dello Studio di impatto ambientale di cui all’art. 5 della L.R. 40/1998 e nel conseguente rispetto dell’all. D della medesima legge, a fronte di quanto sopra evidenziato il proponente deve effettuare una serie di valutazioni e previsioni dei possibili impatti, anche in relazione a scenari critici, che orientino sin da subito all’adozione di specifiche misure di mitigazione, e attuare uno specifico sistema di monitoraggio delle componenti interessate durante le fasi di cantiere, onde evitare il superamento di valori soglia imposti dalla normativa vigente e come tali non derogabili. Lo studio dovrà quindi evidenziare le fonti generatrici degli impatti e dei livelli di disturbo (anche in relazione all’orario di lavorazione del cantiere), individuare i recettori degli impatti e prevedere le misure volte a ottenere il minimo disturbo nei confronti degli stessi. In particolare per la componente rumore si richiede quanto segue:

- corretta individuazione nelle planimetrie di progetto delle sorgenti di emissione di rumore più rilevanti ed i punti delle misurazioni;

- localizzazione dei recettori (compresi eventuali insediamenti abitativi isolati) su carta tematica in scala 1:1.000 e loro descrizione comprensiva della tipologia del ricettore, della distanza dall’impianto, dell’altezza di gronda, del numero di piani abitati e di documentazione fotografica;

- descrizione delle caratteristiche tecniche dei macchinari utilizzati per la realizzazione dell’impianto e delle infrastrutture di trasporto di accesso all’impianto, nonché, come già detto, delle eventuali opere di mitigazione previste rispetto alle attività di cantiere.

4. Particolare attenzione dovrà essere rivolta alle problematiche di mobilità locale e valliva connesse con l’aumento del traffico veicolare attuale in conseguenza delle attività di cantiere: tali valutazioni, che dovranno tra l’altro contenere la previsione di scenari critici e la soluzione degli impatti derivanti, dovranno essere correlate con il “Piano complessivo della mobilità sostenibile” previsto nell’ambito del “Programma di attività relativo agli adempimenti in materia ambientale per la realizzazione del programma olimpico” sottoscritto e pubblicato sul B.U.R.P. 2° supplemento al n. 37 del 12/09/2001, coordinando e considerando la coesistenza delle varie attività che hanno ed avranno luogo nel contesto vallivo e mitigando nel complesso la sommatoria degli impatti derivanti in termini di rumore, inquinamento atmosferico e incidenza sulle attività socio - economiche - turistiche esistenti.

5. Lo studio di impatto ambientale dovrà contenere un esame dettagliato delle possibilità di contaminazione delle matrici suolo, sottosuolo, acque sotterranee, acque superficiali a causa delle attività di cantiere e di quelle ad esse connesse. Tale sezione dovrà inoltre descrivere le misure e gli accorgimenti atti ad evitare sversamenti, accumuli, scarichi di sostanze inquinanti ed altre azioni che possano creare situazioni di contaminazione e di conseguente riduzione delle caratteristiche qualitative e quantitative delle matrici ambientali. Nel caso in cui, da tale studio risulti la possibilità, anche accidentale, di pregiudizio di tali matrici, lo studio dovrà illustrare i sistemi di intervento nelle ipotesi di manifestarsi di situazioni di emergenza.

6. In particolare, fermo restando la necessità che il proponente scelga la soluzione tecnologicamente più sicura e comportante i più ridotti impatti ambientali potenziali, relativamente all’impianto di generazione del freddo si osserva:

- premesso che l’ammoniaca è un gas tossico e che nelle condizioni di esercizio progettuali e stagionali eventuali rilasci incidentali della sostanza possono determinare rilevanti effetti nocivi nei confronti delle persone e degli spettatori a bordo pista, l’eventuale scelta di tale soluzione dovrà tenere conto di tutte le cautele impiantistiche, progettuali e gestionali necessarie al fine di rendere minima la probabilità di accadimento di rilasci, di contenere al minimo la quantità rilasciata qualora l’evento dovesse verificarsi, di segnalare le perdite di sostanza; la stessa scelta pretende la predisposizione di sistemi di allertamento al pubblico relativamente al verificarsi di eventi incidentali rilevanti e quindi una progettazione degli spazi destinati agli spettatori orientata a consentire la rapida evacuazione delle aree;

- in tal senso, nel progetto che verrà presentato in sede di VIA, dovranno essere specificate in dettaglio, per entrambe le ipotesi, le modalità di stoccaggio e distribuzione del fluido refrigerante e le relative caratteristiche dei sistemi di controllo valutati e progettati anche sulla base di un’analisi dei rischi di incidente; tali aspetti, ivi compresi quelli gestionali, dovranno essere specificati relativamente alle diverse situazioni di utilizzo, anche al di fuori della stagione invernale e durante i periodi di inattività.

7. Per quanto concerne gli effetti sulle emissioni in atmosfera la “Relazione preliminare Ambientale” attualmente non contempla, tra le fonti di emissioni di inquinanti e di CO2 la generazione di energia elettrica a mezzo di gruppi elettrogeni che, come per la prima volta anticipato dal TOROC nella riunione del Gruppo di lavoro ENEL/TO2006 svoltosi in data 10.01.02, saranno utilizzati per soddisfare quella quota di energia temporanea caratterizzata da specifiche di fornitura tali da non permettere il ricorso all’approvvigionamento dalla rete elettrica. Ciò premesso, sottolineando come tale scelta appare in aperto contrasto con le prescrizioni generali e specifiche della VAS in materia, lo studio di impatto ambientale dovrà contenere precise previsioni in ordine alle emissioni sia di gas inquinanti, sia di CO2, ascrivibili all’adozione delle succitate modalità di generazione elettrica, nonché ai processi di combustione a qualsiasi titolo previsti in loco, ai fini della costruzione e dell’esercizio dell’impianto. In ultimo, non si condivide quanto affermato a pag. 26 della “Relazione Ambientale Preliminare”, laddove si dice che una “quantificazione specifica delle emissioni sarà possibile a valle del progetto definitivo”. A questo riguardo, infatti, si richiede che tale quantificazione sia inserita nel SIA e quindi influenzi direttamente il progetto stesso.

H - Bilancio energetico

1. Considerato che la parte maggioritaria del consumo energetico atteso pare riguardare l’energia elettrica, si richiede al proponente di prevedere una stima attendibile del fabbisogno di tale fonte in ordine sia alla cosiddetta “energia permanente”, ovvero all’energia elettrica necessaria all’alimentazione degli impianti e delle reti tecnologiche per cui è previsto un utilizzo post-olimpico, sia alla cosiddetta “energia temporanea”, ovvero all’energia necessaria a soddisfare il fabbisogno elettrico correlato alle strutture e alle esigenze temporanee dell’evento olimpico.

2. Tali previsioni di ordini di grandezza dovranno essere riferite sia all’impegno di potenza (da esprimersi in kW), sia ai consumi (kWh), ed essere rapportate ai valori rilevati ante-operam (stato attuale) nei Comuni interessati, ai fini di evidenziare gli incrementi percentuali richiesti unitamente all’eventuale necessità di adeguamento dell’infrastrutturazione di conferimento del servizio elettrico.

3. Dovranno altresì essere fornite, in sede di SIA, le specifiche relative alla fornitura dell’energia elettrica richiesta, unitamente alle strategie prescelte di copertura del fabbisogno previsto, prefigurando sia le eventuali criticità di sistema eventualmente indotte dalla richiesta di un carico eccessivo sulla rete elettrica situata nell’intorno dell’area vasta, sia gli impatti prodotti sull’ambiente.

4. In merito alle future esigenze di soddisfacimento del fabbisogno termico si rileva la necessità di definire puntualmente nel SIA, per quanto concerne la quota di energia permanente, la volumetria degli edifici e delle strutture pertinenziali oggetto di condizionamento invernale, nonché di prevedere i fabbisogni termici e i consumi di combustibili rinnovabili e non, unitamente alle strategie e alle soluzioni tecnico-impiantistiche prescelte per il soddisfacimento del predetto fabbisogno, in coerenza e nel rispetto degli indirizzi forniti in sede di VAS e anche ai fini della massima limitazione di utilizzo di risorse non rinnovabili. Parimenti si richiede di fornire le previsioni dettagliate per quanto concerne i fabbisogni di energia termica di carattere temporaneo e le soluzioni prescelte per il loro soddisfacimento.

5. Con riferimento all’impianto di refrigerazione che, come evidenziato nella Relazione Ambientale Preliminare e nella Relazione Tecnica, risulta essere fortemente energivoro, si richiede che venga inserita nel SIA una descrizione di maggior dettaglio del funzionamento e del processo produttivo, con particolare attenzione alla descrizione delle soluzioni di efficienza energetica prescelte.

I - Opere per l’approvvigionamento, lo stoccaggio e il trattamento dell’acqua

1. Dalla documentazione esaminata (“Progettazione preliminare C. Relazione Ambientale Preliminare” punto 6.2.3.4 pag. 30) emerge la necessità previsionale di utilizzo di quantitativi idrici per un totale complessivo di 22.900 m3 / anno, così ripartiti:

* 6.000 m3 / anno per produzione ghiaccio;

* 1.900 m3 / anno per uso idropotabile;

* 15.000 m3 / anno per raffreddamento mediante evaporatore.

Per quanto attiene la restituzione all’ambiente idrico il proponente fornisce i seguenti dati:

* lo scarico di circa 1900 m3 / anno di reflui in massima parte nella rete fognaria;

* lo smaltimento di acque meteoriche stimate in circa 56 l/sec dalle coperture degli edifici e di circa 520 l/sec dalle altre superfici impermeabilizzate;

* ulteriori esigenze originate nel periodo 2002-2005 dalle esigenze costruttive e di cantiere.

2. Viene sostenuto dal proponente che il fabbisogno idrico verrà soddisfatto mediante prelievi da due pozzi siti in Comune di Oulx, loc. Abbazia e Gad, come da cartografia di progetto; da tali pozzi è previsto il prelievo di risorsa che viene fornita “come acqua non potabile oppure - secondo la richiesta - come acqua demineralizzata per la lavorazione del ghiaccio” (“Progettazione preliminare - Relazione Tecnica” punto 4.1), con riserva di utilizzo per emergenza; per l’utilizzo idropotabile viene invece previsto il prelievo dalla rete idropotabile comunale.

3. Ciò premesso si osserva che il quadro complessivo di utilizzo della risorsa idrica e della relativa restituzione all’ambiente non appare sufficientemente chiaro per consentire un’adeguata valutazione dell’impatto sulla componente idrica, nonché ai fini della redazione dello Studio di Impatto Ambientale e della conseguente progettazione definitiva, in quanto:

* il pozzo in località Gad attualmente risulta adibito ad uso idropotabile e, unitamente ad altri due pozzi localizzati nella medesima area, provvede all’approvvigionamento potabile del Comune di Sauze d’Oulx. Negli Studi di Fattibilità relativi agli impianti di innevamento artificiale tale pozzo viene dichiarato come dismesso dall’uso idropotabile, per presenza di solfati oltre la norma, e viene inoltre indicato come fonte di approvvigionamento idrico per gli eventuali bacini di stoccaggio “B9" in località Ciao Pais ed ”ex B10 e B11" in località Sportinia, entrambi siti nel Comune di Sauze d’Oulx. A tal proposito si rileva che nel progetto non si fa cenno all’effettiva capacità del citato pozzo di Gad di sopportare il prelievo di acqua sia per l’impianto in oggetto di Bob, slittino e skeleton, sia per gli eventuali impianti di innevamento programmato. Si sottolinea inoltre che il “Piano delle Acque” trasmesso con nota n. prot. 843/2001 del 17.12.2001 introduce elementi non del tutto coerenti con quanto premesso in merito alla situazione in zona Gad;

* come già citato, il progetto in esame riporta inoltre espressamente l’indicazione relativa al futuro utilizzo di una nuova fonte di acqua per il consumo umano tramite un pozzo in località Abbazia di Oulx, per cui è già stata presentata specifica istanza di concessione al Servizio Gestione Risorse Idriche della Provincia di Torino, destinato anche a servire l’impianto di Bob, slittino e skeleton (ristorante, sevizi igienici, ecc...) ed inoltre da impiegare in caso di emergenza in caso di insufficiente portata per la produzione del ghiaccio;

* per quanto riguarda le acque reflue derivanti dalla zona di impianto, al paragrafo 4.3 della “Progettazione preliminare - Relazione Tecnica” viene riportato che esse verranno solo in parte avviate al sistema di canalizzazione comunale che recapita all’impianto di depurazione consortile ubicato in frazione Gad di Oulx;

* si osserva inoltre che, nell’elaborato cartografico 590.1 “Acqua di scarico e pioggia, gas e acqua potabile, rete approvvigionamento” si fa cenno ad un “estrattore - cattura di fango” ed ad uno scarico finale in “ruscello”. Sembrerebbe così riscontrata la necessità, peraltro non riportata in alcuna parte della citata “Relazione Tecnica”, di un impianto localizzato di smaltimento;

* per i fabbisogni idrici previsti, il termine annuo di riferimento appare improprio: il bob funziona sostanzialmente nel periodo invernale ed è pertanto rispetto a tale periodo, o meglio nel periodo di effettivo esercizio, che deve essere specificata la quantità di risorsa idrica in gioco rapportandola peraltro ai consumi effettivamente necessari che devono anch’essi essere specificamente determinati previa rigorosa analisi quantitativa e temporale;

* non appaiono univocamente determinati i punti di prelievo di tali quantitativi idrici e la relativa distinzione delle condotte di alimentazione dell’acqua “ tecnica” dalla rete idrica idropotabile esistente o in progetto ; rispetto a tali punti inoltre non è stata verificata la compatibilià del prelievo nell’ ipotesi di massima criticità idrica;

* non appare attualmente altresì verificata la compatibilità del sistema acquedottistico e fognario e di depurazione dei Comuni interessati per l’approvigionamento, lo scarico e il trattamento delle acque destinate agli usi igienico e sanitario e non è definita la destinazione finale delle acque di rifiuto non recapitate in fognatura;

* l’immissione delle acque meteoriche nel corpo idrico ricettore non è attualmente stata sufficientemente analizzata in quantità e qualità al fine di massimizzare il percolamento nel suolo delle pioggie e di minimizzare l’impatto dello scarico sul ricettore;

* per quanto attiene la fase di cantiere non sono state fornite indicazioni, pur nei limiti tecnici consentiti dal livello progettuale, degli impatti sul sistema idrico in termini di prelievo e di scarico;

* non risulta infine alcuna considerazione in merito alla possibilità di attuare forme di risparmio idrico sia nella fase di approvvigionamento che di produzione del ghiaccio.

4. Tutto ciò premesso, nel ricordare le prescrizioni e gli indirizzi di cui alla VAS in merito all’utilizzo della risorsa idrica, in un’ottica di massimo risparmio della stessa e della sua eventuale destinazione in stretta connessione alle necessità di svolgimento dell’evento olimpico, nonché nel ribadire l’obbligatorietà del rispetto dei disposti della legge 36/94, si formulano le seguenti richieste ai fini della corretta redazione degli elaborati di futura presentazione da parte del proponente:

a. dovranno essere identificati univocamente i punti di approvvigionamento di risorsa idropotabile e non, documentandone la situazione in essere con completezza di informazioni tecniche, ambientali ed amministrative;

b. dovrà essere documentata l’autosufficienza idropotabile del Comune di Oulx in situazione con e senza gli anzidetti prelievi idrici ai fini olimpici; a norma di legge (Legge 36/94) i prelievi di risorsa pregiata (idropotabile) sono infatti da destinare con assoluta priorità all’uso idropotabile per il quale occorre quindi la relativa specificazione progettuale;

c. dovranno essere identificati univocamente i tracciati delle condotte di alimentazione, tenendo presente l’obbligo di mantenere distinte tali condotte se adibite al trasporto di acque di diversa destinazione e pregio, in conformità agli enunciati principi della legge 36/94;

d. dovrà essere verificata la compatibilità del sistema comunale di servizio idrico integrato (acquedotto, fognatura e impianto di depurazione) per gli usi preventivati di carattere igienico sanitario e per gli eventuali usi di cantiere;

e. dovrà essere verificata in termini quantitativi la compatibilità dei prelievi con i fabbisogni di esercizio nella situazione di massima criticità; ne consegue l’obbligatorio approfondimento della valutazione dei consumi idrici previsti con un più dettagliato studio della fase temporale olimpica di esercizio;

f. dovrà essere verificata la possibilità di utilizzo di risorsa idrica non di pregio per usi corrispondenti (ad es. raffreddamento) avvalendosi dei reflui depurati in uscita dal depuratore consortile in loc. Gad;

g. per quanto riguarda la produzione di acqua di caratteristiche tali da poter essere utilizzata per la produzione di ghiaccio, si ritiene di dover chiedere ulteriori informazioni sul passaggio denominato “osmosi” nel paragrafo 4.1 della “Relazione Tecnica”. Qualora l’impianto così definito fosse costituito da un trattamento di separazione a membrane per osmosi inversa, si ritiene necessaria la valutazione dell’effettiva necessità di tale trattamento in rapporto alla qualità dell’acqua richiesta, considerato la già sostanziale demineralizzazione ottenuta dall’impianto a resine a scambio ionico e l’impegno impiantistico necessario alla realizzazione di tale impianto, considerata anche la necessità di operare sicuramente a pressione dell’ordine di qualche decina di bar (necessità energetica). In ogni caso sono necessari approfondimenti di natura impiantistica su detti sistemi e sui potenziali reflui originati;

h. nel caso della necessità di un trattamento in loco di una parte dei reflui civili, sarà necessaria la caratterizzazione precisa dell’impianto comprensivo della linea fanghi e del piano di smaltimento degli stessi. Inoltre si fa presente che benché il sito scelto per l’impianto di Bob, slittino e skeleton sia localizzato in un avvallamento naturale che in alcuni periodi è ricettore di acque di ruscellamento, il tenore delle acque è prettamente stagionale e durante i periodi di utilizzo dell’impianto è probabile che il deflusso sia nullo o comunque insufficiente allo smaltimento dei reflui. Si ritiene necessario un approfondimento su tali aspetti. Sarà necessario attivare la procedura di autorizzazione relativa a detto scarico con il Servizio Gestione Risorse Idriche della Provincia di Torino per conseguire il provvedimento espresso prima della sua attivazione;

i. qualora si dovesse prevedere anche l’utilizzo di risorse idriche da bacini di invaso(ad es. dal citato Serbatoio S. Marco) o da altre fonti di approvvigionamento si rammenta il disposto del comma 5 art. 4 della L.R. 40/98 che prevede appunto la redazione di elaborati progettuali non solo per l’opera specificamente assoggettata a VIA ma anche per tutte le altre opere funzionalmente legate alla medesima.

L - Documentazione fotografica

Si sottolinea ai fini istruttori la notevole utilità di rappresentazioni fotografiche, al fine di una più chiara esposizione e conseguente comprensione del progetto e delle sue ricadute sul territorio. Si richiede pertanto che sia dedicata un’apposita sezione alla rappresentazione fotografica del sito, con riferimento sia alle aree interessate dalle strutture previste, sia alle aree adibite a cantiere. Si ritiene inoltre utile che siano fornite rappresentazioni della situazione prevista ad intervento finito (foto - inserimenti), con immagini comprensive anche delle opere temporanee, prima e dopo il loro smantellamento.

M - Aspetti urbanistici

1. L’analisi della documentazione pervenuta presenta un quadro complessivo di interventi riguardanti gli ambiti interessati, localizzati principalmente a cavallo del confine tra i Comuni di Oulx e Sauze d’Oulx.

Per la maggior parte di essi è stata presentata la documentazione progettuale preliminare della prima stesura, senza provvedere tuttavia alla sua completa riproduzione rispetto alle modifiche introdotte con la documentazione integrativa in variante alla prima ipotesi.

Per altri interventi vi è solo l’indicazione cartografica nella planimetria generale e per taluni nel quadro d’insieme dei progetti.

2. Gli strumenti di pianificazione vigenti sull’area di intervento risultano essere:

* Il Piano Territoriale Regionale

Le indicazioni del Ptr (approvato con DCR n-388-9126 del 19.6.1997) e la Valle di Susa trovano interazione in relazione all’accezione turistica e montana dell’area in oggetto. Il Ptr individua gli elementi qualificanti di tale ambito e definisce le azioni e le politiche da attuare per la loro valorizzazione in termini di prescrizioni, direttive ed indirizzi da recepire all’interno degli strumenti urbanistici locali o a livello di pianificazione provinciale. Il Ptr inoltre individua la Valle di Susa e l’Alta Val Chisone come aree di approfondimento per le quali è attualmente in atto la predisposizione di uno strumento territoriale specifico.

* Il Piano di Assetto Idrogeologico

L’area di intervento risulta interessata dal PAI (approvato con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 24 maggio 2001 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 183 del 8 agosto 2001) in relazione alla perimetrazione di un’area di tipo FA (frana attiva).

* Strumentazione urbanistica comunale

Risultano pervenuti alla Regione i seguenti strumenti urbanistici vigenti:

Comune di Oulx

PRGC approvato con DGR n. 48 - 40084 del 14.11.1994

Variante 1 approvata con DGR n. 12 - 24758 del 8.6.1998

Variante 2 approvata con DGR n. 15 - 26829 del 15.3.1999

Comune di Sauze d’Oulx

PRGC approvato con DGR n. 23 - 22938 del 29.9.1997 rettificata con DGR n. 10 - 22546 in data 3.11.1997.

3. Il proponente ha segnalato le aree di PRG interessate dagli interventi limitatamente alla porzione di territorio occupata dalla sola struttura del bob; va evidenziato tuttavia che all’interno della planimetria generale risultano altre ipotesi di intervento per alcune delle quali è opportuno segnalare le relazioni rispetto all’attuale strumentazione urbanistica vigente, in quanto correlate alla realizzazione dell’impianto sportivo in oggetto.

Da un esame della documentazione trasmessa, e in assenza di perimetrazioni specifiche degli ambiti interessati in riferimento alle previsioni dei PRG interessati, si evince che le aree interessate paiono risultare le seguenti:

Comune di Oulx

* “Aree E per attività agricole” - art. 29 delle NTA (PRGC 1994)

* “Area Fa4 a servizi pubblici di interesse generale” - art. 47 (Aree per servizi tecnologici e servizi sociali e attrezzature di interesse generale) delle NTA (PRGC 1994).

Comune di Sauze d’Oulx

* “Zona AR area agricola” - art. 8.1 e 8.2 delle NTA

* “Zone di rimboschimento e/o risanamento idrogeologico” - art. 5.12 delle NTA

* “Zona NPV3 area destinata a verde attrezzato, a parco per il gioco e lo sport” - art. 5.3 delle NTA, punto b/3.

Gli interventi previsti rispetto alle aree di PRG risultano i seguenti:

- Strutture per il bob, ed edifici di servizio all’iimpianto, viabilità interna di servizio, tribune per il pubblico, ristorante: sono in area agricola E ad OULX, in SAUZE risultano in area agricola AR ed in area di “rimboschimento” ed in zona NPV3.

- Parcheggi di interscambio ad OULX in area agricola E e zona Fa4.

- Variante stradale SP 14 (tracciato fraz. S. Marco in OULX) in area agricola E.

Ingressi fermata navette biglietterie, parcheggi interni di servizio all’impianto; tre aree ricadenti in zona agricola, di cui una totalmente in OULX (area E) e due in parte nel territorio comunale di SAUZE (area AR).

- Due fonti di captazione idrica ad OULX in area agricola E (fasce di rispetto stradali).

Si evidenzia che l’insieme degli interventi sopra descritti non risulta attualmente conforme alle previsioni dei piani regolatori di entrambi i Comuni interessati.

4. La realizzazione degli impianti per il Bob, Slittino e Skeleton e le strutture annesse tendono a configurare una nuova polarità all’interno del territorio comunale sia di Oulx, sia di Sauze d’Oulx.

Le previsioni per gli interventi olimpici pertanto influenzano l’impostazione generale dell’assetto del territorio sotto il profilo delle destinazioni urbanistiche, anche in relazione alla previsione di spazi pubblici che paiono coincidere nella maggior parte dei casi con ambiti destinati attualmente ad altre attività, in quanto l’insieme delle opere previste non risulta conforme alle indicazioni dei piani regolatori interessati.

L’impianto sportivo previsto incide inoltre a livello sovracomunale, interessando i Comuni di Oulx e di Sauze, per i quali si configura come nuovo nodo attrattore di utenza turistica.

Per tali motivi occorre approfondire la valutazione degli aspetti dimensionali degli interventi e delle previsioni di carico indotto dalla presenza nell’area e nei territori comunali interessati delle strutture previste, sia relativamente al periodo olimpico, sia in previsione futura.

A tal proposito si evidenzia che la documentazione integrativa trasmessa risulta incompleta, in quanto alla nuova localizzazione di parte della struttura non è corrisposto un nuovo sviluppo progettuale degli interventi previsti.

Risulta pertanto opportuno che lo sviluppo progettuale dei vari interventi previsti sia tale da consentire una specifica analisi in termini di superfici impegnate, volumetrie da realizzare, carichi urbanistici indotti, tutto ciò anche in funzione della predisposizione delle proposte di variazioni urbanistiche ai sensi della L.285/2001. Un adeguato sviluppo progettuale di tutti gli ambiti oggetto di intervento consente infatti di valutare in termini complessivi le ricadute urbanistiche degli interventi previsti e rende possibile l’aggiornamento complessivo delle previsioni urbanistiche di piano regolatore, stante la complessiva difformità delle opere previste rispetto alle indicazioni dei piani interessati. Risulta in ogni caso necessario definire, in merito agli interventi previsti, il dimensionamento delle strutture previste, con particolare riferimento anche ai parcheggi pubblici, compresi quelli di interscambio (dimensionando in modo specifico la superficie occupata, il numero di posti, in relazione alle esigenze previste), valutandone la congruenza rispetto alle perimetrazioni di PRG, anche in relazione al Piano della mobilità che dovrà fornire elementi per l’espletamento delle fasi previsionali e progettuali. Tali elementi sono indispensabili per poter valutare l’effettivo carico urbanistico comportato dalla realizzazione delle opere e la congruità delle previsioni avanzate.

A tal proposito risulta necessario evidenziare le specifiche perimetrazioni degli ambiti di intervento interessati in riferimento alle tavole di PRG, ovvero le indicazioni planimetriche di ogni intervento dovranno risultare puntualmente sovrapponibili con le tavole di piano.

Rispetto alle aree di accesso all’impianto si dovrà verificare la loro conformazione e progettazione anche in relazione all’effettivo tracciato previsto per la variante alla SP 14 in frazione S. Marco, per la quale non è stato fornito alcun elemento progettuale.

Si ritiene inoltre opportuno verificare l’eventuale necessità di prevedere per il periodo olimpico sistemi di trasporto collettivo anche rispetto al Comune di Sauze, per il quale al momento parrebbe risultare problematico l’accesso all’impianto sportivo previsto.

Riguardo agli spazi di sosta interni all’impianto, si ritiene necessario verificare le ipotesi avanzate finora solo a livello di progettazione di massima relativamente ai parcheggi di servizio interni alla struttura, in quanto la morfologia del terreno parrebbe renderne problematica la realizzazione, se non a scapito di notevoli modificazioni del suolo; vanno valutate pertanto ipotesi progettuali che permettano una maggiore aderenza all’attuale conformazione morfologica, considerata anche la temporaneità prevista per alcuni di essi.

Allo stesso tempo si dovranno individuare e dimensionare gli spazi pubblici e privati di sosta pertinenti all’intero impianto anche in funzione post olimpica, Considerato che risulta necessario correlare l’impianto in termini funzionali con i tessuti urbani interessati, rispetto ai quali si dovranno garantire soluzioni miranti ad una completa integrazione delle strutture previste con l’attuale assetto del territorio; le stesse considerazioni valgono anche per il ristorante previsto all’interno dell’ambito di progetto.

Risulta pertanto necessario provvedere alla progettazione dell’intero ambito specifico impegnato dalle strutture dell’impianto sportivo in modo da valutare con chiarezza l’effettiva variazione del regime dei suoli ed il dimensionamento delle aree pubbliche previste o da prevedere, tenuto conto anche di tutte le prescrizioni scaturite dalle analisi relative all’assetto idrogeologico.

Per gli edifici e le strutture previste si dovranno verificare le effettive volumetrie prodotte, in modo da poter provvedere alla definizione di una scheda contenente i parametri edilizi ed urbanistici di zona, anche ai fini della predisposizione delle proposte di variazione agli strumenti urbanistici ex L. 285/2000 come evidenziato all’interno della conferenza preliminare ex art. 2, L. 285/2000.

Stanti infine le dimensioni delle strutture previste si ritiene che l’indice di densità di zona (o il volume massimo consentito) risulti saturato in seguito alla realizzazione degli interventi previsti.

4. Si evidenzia la necessità che, nell’ambito della conferenza preliminare di cui all’art. 9, L.285/2000, si tengano in debito conto le osservazioni, le indicazioni e le prescrizioni formulate nella nota della Direzione Regionale Pianificazione e Gestione Urbanistica (Vd. par. 2.5 - 2.5.1 di detta nota) che segnalano e collegano, in modo specifico, le ricadute urbanistiche derivanti dalla presente fase di specificazione ex art. 11, L.R.40/98. Analogamente, nella stessa conferenza si potrà tener conto di quanto osservato dai Comuni interessati circa gli aspetti inerenti le varianti urbanistiche.

N - Mobilità sostenibile

1. In relazione agli aspetti di mobilità la Valutazione Ambientale Strategica ha richiesto la redazione del Piano Complessivo della Mobilità Sostenibile, previsto per il 31.12.2001 ma non ancora disponibile, pertanto risulta difficoltoso fornire specificazioni e indicazioni coerenti rispetto ad un livello di compatibilità complessivamente da definire.

2. Stante quanto premesso si dà atto, negli atti costituenti il progetto preliminare presentato (rif: Relazione Ambientale Preliminare - R.A.P. -), di una serie di “attenzioni” relative:

- alla realizzazione di una “Viabilità di connessione al sistema trasportistico di area vasta che permetta una agevole fruizione da parte del pubblico anche durante le manifestazioni di maggior importanza” (pag.7, punto C - R.A.P.);

- ai flussi veicolari che percorrono la rete stradale ed autostradale che costituiscono di fatto le maggiori sorgenti di inquinamento acustico e di depauperamento della qualità dell’aria (pag.11, punto 4.5 - R.A.P.) ;

- alla decisiva importanza che in fase di esercizio durante gli eventi sportivi assume l’indotto turistico messo in moto durante la competizione sportiva.

Il sito dell’impianto diverrà durante le manifestazioni un attrattore di pubblico e conseguentemente di traffico. In relazione a tale aspetto sono considerati gli studi in corso per la realizzazione di un ipotizzato sistema di accesso alternativo basato sull’impianto funicolare di risalita che collegherà l’abitato di Oulx a Sauze d’Oulx; ai fattori causali di impatto fra cui è citato l’incremento del traffico indotto (punto 5.3 - R.A.P. -);

- ai ricettori sensibili, fra i quali si citano le frazione Jovenceaux e della frazione S. Marco, soprattutto per quanto concerne la viabilità di accesso (punto 5.4 - R.A.P. -);

- agli impatti potenziali principali, quali la diffusione di sostanze inquinanti da traffico (la cui trattazione viene però demandata al S.I.A.), e la componente rumore con particolare riferimento all’incremento della pressione sonora a carico dei ricettori residenziali limitrofi al sito ed alla viabilità.

3. In relazione alla scelta del sito di Jovencaux - San Marco per la localizzazione dell’impianto di “bob, slittino e skeleton”, l’analisi del quadro di riferimento progettuale contenuta nella documentazione presentata (punto 6.22 - R.A.P. -) considera ed evidenzia quanto segue:

- la sostanziale sufficienza del sistema viabilistico di accesso, in quanto gli adeguamenti della sede viaria della S.P. 241 (interventi compresi all’interno del Programma Olimpico ex lege 285/00) consentiranno di raggiungere l’impianto senza la necessità di realizzare nuovi tracciati stradali;

- che il sito prescelto è accessibile con agilità sia dal sistema di viabilità stradale principale (A32, SS24 e 335) connessi alla S.P.214 mediante la bretella di recente realizzazione sia alla linea ferroviaria internazionale Torino - Modane mediante interscambio con bus e navetta apposita diretta a Sauze d’Oulx.

E’ inoltre fornita, nell’ambito degli atti progettuali presentati, una succinta descrizione della viabilità di accesso, di servizio e pedonale.

Nel progetto viene stimato che l’impianto durante gli eventi sportivi di rilevanza internazionale potrà ospitare 20.000 spettatori di cui gran parte localizzati lungo le stradine pedonali di frangia alla pista di discesa. Circa 5.000 posti verranno individuati nelle tribune temporanee che verranno rimosse al termine dell’evento olimpico.

Tali spazi sono naturalmente separati da quelli della viabilità veicolare e si snoderanno dalla partenza all’arrivo e saranno collegati con i percorsi esterni all’impianto alle aree parcheggi poste a monte e a valle. Fra le opere temporanee vengono citate due ampie aree per il pubblico con servizi per accesso alle piste previste nei due territori comunali di Oulx e Sauze d’Oulx e dove sono ubicati gli attestamenti dei bus navetta e in zona parcheggio per i media .

4. Alla luce di quanto complessivamente premesso e ai fini della predisposizione del S.I.A. si richiede quanto segue:

* un’analisi articolata che, a partire dalle 20.000 presenze previste nei periodi di maggior affluenza, ipotizzi in funzione delle modalità di trasporto ulitizzate dagli spettatori, le caratteristiche e le dimensioni dei parcheggi autoveicolari, la loro accessibilità (ancorché ubicati al di fuori dell’area destinata alle manifestazioni) nonché la gestione di eventuali eccedenze ai limiti di accoglienza, tenendo in considerazione la prevedibile diversità di affluenza durante il periodo olimpico rispetto al periodo pre e post olimpico;

* opportune rappresentazioni dedicate alla definizione della circolazione e sosta e dei deflussi del traffico nei vari scenari possibili (durante le manifestazioni ed eventualmente in fase post-olimpica);

* cartografie in scala adeguata (1:10.000 o maggiore) con l’inquadramento degli accessi viabili e più in generale della mobilità di accesso e una relazione articolata che affronti le problematiche connesse alle ipotesi considerate, in coerenza con quanto esplicitamente richiesto nella V.A.S. (punto 10.2).

5. In merito al sistema di accessibilità alla zona di gara e, più in generale, alle scelte relative al sistema di collegamento tra Oulx e Sauze d’Oulx andranno attentamente ricercate soluzioni orientate alla riduzione del traffico su gomma sulla strada provinciale.

O - Sostenibilità economico-gestionale post olimpica

1. Per quanto concerne gli aspetti connessi con l’uso dell’impianto successivamente allo svolgimento dei Giochi olimpici, in relazione alla necessità di garantirne le caratteristiche funzionali e gestionali idonee sul piano economico, sociale e sportivo (come indicato dallart.3 della L.285/2000) si forniscono le seguenti specificazioni.

La V.A.S. (punto 8.2 “Prescrizioni tecniche e procedurali”) stabilisce che: “I progetti preliminari degli impianti sportivi che saranno oggetto di appalto ai sensi della legge Merloni, dovranno prevedere uno studio di sostenibilità economica e finanziaria...” coerente con determinati requisiti minimi, anch’essi richiamati nello stesso punto della V.A.S. e a cui si rinvia nel dettaglio ai fini degli approfondimenti da sviluppare in sede di progettazione definitiva per quanto concerne gli aspetti funzionali e economico-gestionali. Si richiede che tali requisiti minimi siano specificamente considerati nella predisposizione dello Studio di impatto ambientale, coerentemente con quanto previsto dall’allegato D della L.R.40/98 relativamente al quadro programmatico dello Studio di impatto. In particolare dovrebbero essere sviluppati i seguenti aspetti:

* approfondimento dell’analisi della dinamica temporale, formulazione di ipotesi per il suo andamento futuro, stima della disponibilità a pagare da parte dell’utenza per i beni o servizi ottenibili dalla realizzazione del progetto;

* analisi delle risorse disponibili attivate o attivabili, nonché delle modalità (tempi e condizioni) per la realizzazione degli interventi di conversione post olimpica che possano, come indicato, migliorare la sostenibilità economica dell’opera in progetto verificando, tra le varie ipotesi, un uso o una funzione “turistica” dell’opera che ne ampli al massimo la fruizione anche dal punto di vista della stagionalità;

* costruzione di un modello di analisi finanziaria che, per le varie alternative progettuali, consenta di effettuare:

a) calcolo dei flussi di cassa e dei principali indicatori sulla qualità finanziaria della gestione;

b) formulazione delle ipotesi gestionali che sottendono il modello finanziario;

c) verifica della sostenibilità finanziaria in un arco temporale sufficiente date le caratteristiche tecniche, economiche e gestionali del progetto;

* costruzione di un modello di analisi economica (tipo costi-benefici) in grado di valutare la convenienza dell’investimento dal punto di vista della collettività nelle varie alternative;

* sviluppo di un adeguato sistema di simulazioni (analisi di sensitività e di rischio) in grado di verificare i punti di debolezza economica e finanziaria del progetto, stimando le probabilità che si verifichino condizioni di insostenibilità economico-finanziaria. Individuazione in base ai risultati del sistema di simulazione e dell’analisi di rischio, di azioni o modifiche progettuali che permettano di ridurre la probabilità che si verifichino le condizioni di debolezza (o di rischio) sopra indicate.

2. Le problematiche connesse con le conversioni post olimpiche delle opere e la loro gestione risultano strategiche dato che interessano una percentuale preponderante delle ipotetiche entrate per sanare i costi di gestione. In quest’ottica l’analisi costi-benefici di ricaduta per la collettività risulta essere indispensabile; per quanto riguarda il modello di gestione questo deve essere delineato a priori ed eventualmente interessare più impianti in un’ottica di sistema olimpico. A tal proposito può essere utile verificare formule gestionali sperimentate in occasione di altre olimpiadi e che si sono rivelate efficaci.

La presente determinazione verrà inviata al proponente ed ai soggetti interessati di cui all’articolo 9 della L.R.40/1998.

Avverso la presente determinazione è ammesso ricorso al tribunale amministrativo regionale entro il termine di sessanta giorni dalla piena conoscenza dell’atto ovvero ricorso straordinario al Presidente della Repubblica nel termine di centoventi giorni dalla piena conoscenza dell’atto.

Il Direttore Vicario
Gaudenzio De Paoli

La Determinazione Dirigenziale sopra riportata è stata già pubblicata, priva di premessa, sul Bollettino Ufficiale n. 17 del 24 aprile 2002 - Parte I (ndr)