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Supplemento Ordinario n. 2 al B.U. n. 06

Codice 21
D.D. 10 gennaio 2002, n. 2

L.R. 40/1998 Fase di specificazione dei contenuti dello S.I.A. della procedura di VIA inerente il progetto “Impianto di trampolino per il salto con gli sci” presentato dall’Agenzia per lo svolgimento dei Giochi Olimpici Invernali “Torino 2006" con sede a Torino , localizzato in Pragelato (TO) - Parere ex art. 11, comma 3 della L.R. 40/1998, in conformità di quanto previsto dall’art. 9, comma 2, della legge 285/2000

Vista l’istanza presentata in data 13/11/2001, con la quale l’Agenzia per lo svolgimento dei Giochi Olimpici Invernali “Torino 2006", in qualità di proponente, ha chiesto l’avvio della fase di specificazione dei contenuti dello studio di impatto ambientale ai sensi dell’art. 11, comma 2 della legge regionale 14.12.1998, n. 40 ”Disposizioni concernenti la compatibilità ambientale e le procedure di valutazione" nonché della Conferenza preliminare, di cui all’art. 9 comma 2, della Legge n. 285/2000 “Interventi per i Giochi Olimpici Invernali Torino 2006", relativamente al progetto ”Impianto di trampolini per il salto con gli sci" , localizzato nel Comune di Pragelato (TO);

visto che il progetto ricade tra quelli per i quali la “Valutazione Ambientale Strategica del Piano degli interventi per i Giochi Olimpici Invernali Torino 2006" (V.A.S.), approvata con D.G.R. n. 45-2741 del 9 aprile 2001 in attuazione dell’art. 1 della L.285/2000, prevede la procedura di ”Valutazione di Impatto Ambientale" (V.I.A.) ai sensi della L.R.14/12/1998, n. 40;

visto, inoltre, che il progetto in questione ricade parzialmente all’interno delle aree protette classificate come Siti di Importanza Comunitaria (S.I.C.) “Area boscata tra Pourrieres e Laval” e “Sorgenti e primo tratto del Chisone”;

Considerato che il progetto consiste nell’insieme di opere necessarie per la realizzazione dell’Impianto di trampolini per il salto con gli sci e ricade in area sottoposta a vincolo idrogeologico ai sensi della L.R. n. 45/89, nelle fasce fluviali di cui al Piano stralcio per l’assetto idrogeologico (PAI) dei torrenti Chisone e Germanasca , ricade inoltre in ambito vincolato ai sensi del D.lgs n. 490/99 di tutela paesistica-ambientale e risulta gravata da usi civici;

Considerato che, come evidenziato dalla V.A.S., l’opera in questione è localizzata negli immediati pressi dell’abitato di Pragelato in area di notevole pregio paesistico-ambientale, dato l’aspetto del versante caratterizzato da copertura arborea di rilievo (larici ed abeti) ancora integra ed estesa e per la posizione adiacente al Torrente Chisone e, pertanto, costituisce intervento di significativa modificazione del contesto e di rilevante impatto naturalistico e paesistico-ambientale anche per l’elevata percezione visiva dell’ambito in oggetto, sia dal versante opposto, sia da coni visuali diversi; inoltre, sotto il profilo idrogeologico, la localizzazione dell’impianto e delle aree accessorie risulta potenzialmente problematica per gli aspetti di esondabilità da parte del torrente Chisone nonché per quelli connessi alla stabilità del versante stante la grande quantità di scavi e riporti previsti;

preso atto che l’Organo tecnico della Regione, durante l’istruttoria, svolta anche con il supporto tecnico-scientifico dell’ARPA, ha approfondito l’analisi degli elaborati presentati tramite riunioni di conferenza di servizi, riunioni dell’organo tecnico ed ha convocato il giorno 4 dicembre 2001 (con nota prot. n. 28161/21 del 28/11/2001) il proponente per un’ illustrazione su quanto presentato a corredo dell’istanza nell’ambito della conferenza indetta per la “Fase di specificazione dello Studio di impatto ambientale”;

vista la documentazione da presentare a corredo dell’istanza ai sensi dell’art.11 della L.R. 40/1998 costituita da “... elaborati relativi al progetto preliminare e di una relazione che, sulla base di una identificazione degli impatti ambientali attesi, definisce il piano di lavoro per la redazione dello studio di impatto ambientale e le metodologie che intende adottare per l’elaborazione delle informazioni che in esso saranno contenute ed il relativo livello di approfondimento....”;

viste le note presentate dai componenti dell’organo tecnico e dai partecipanti nella conferenza del 3 gennaio 2002, depositate agli atti;

valutati quindi complessivamente gli elementi emersi durante l’istruttoria svolta sulla documentazione presentata dal proponente, che possono essere così riassunti:

* mancanza dell’insieme di elementi informativi e descrittivi che permettano l’inserimento del progetto, l’analisi delle interrelazioni e delle problematiche in un contesto di “area vasta”, secondo quanto indicato dalla V.A.S.;

* insufficiente e incompleto approfondimento dell’insieme delle problematiche specifiche evidenziate dalla V.A.S. per la realizzazione dell’opera in questione e, più in generale, per gli impianti sportivi localizzati nell’area montana;

* scarse indicazioni al fine della descrizione delle principali alternative tecnologiche e localizzative considerate, scarso approfondimento delle alternative progettuali ipotizzate e soluzioni proposte che risultano insufficientemente documentate, anche in relazione a un non omogeneo e adeguato sviluppo progettuale, non completamente coerenti con le raccomandazioni e le prescrizioni contenute nella V.A.S;

Considerato che la documentazione predisposta dal proponente non risulta esaustiva, sia alla luce delle problematiche generali e specifiche nonché delle raccomandazioni e prescrizioni contenute nella V.A.S., sia in particolare riguardo alla trattazione dei seguenti aspetti emersi nel corso dell’istruttoria:

- sicurezza rispetto ai rischi ambientali

- compatibilità idraulica, idrogeologica e geologico-tecnica

- bilancio, reperimento e gestione degli inerti

- uso e tutela delle risorse idriche

- recupero, mitigazione e compensazione ambientale

- risparmio energetico

- tutela del patrimonio naturale e della biodiversità

- compatibilità territoriale e paesistica

- sicurezza dei lavoratori e della popolazione nelle fasi di realizzazione e d’uso

- internalizzazione dei costi ambientali

- mobilità sostenibile

- sostenibilità economico-gestionale nella fase post olimpica;

dato atto che le note presentate dai soggetti interessati ai fini della fase di specificazione della V.I.A. ex art.11, L.R.40/98 sono comprensive anche delle indicazioni per ottenere, in sede di presentazione dei progetti definitivi, i necessari atti di consenso e pertanto potranno essere considerate per ulteriori specificazioni e approfondimenti nell’ambito della conferenza dei servizi preliminare ex art.9 L.285/2000;

tutto ciò premesso,

in conformità con gli indirizzi e i criteri disposti nella materia del presente provvedimento dalla Giunta Regionale con provvedimenti deliberativi n. 18 - 27763 del 12 luglio 1999 e n. 42-4336 del 5 novembre 2001;

Vista la L.R. 40/1998;

Vista la L. 285/2000;

Vista la D.G.R. n. 42-4336 del 5 novembre 2001;

IL DIRETTORE

Visti gli artt. 4 e 17 del D.Lgs. n.165/2001 e s.m.i.,

Visto l’art. 23 della L.R. 51/97,

determina

* che, verificata la documentazione presentata dalla proponente Agenzia per lo svolgimento dei Giochi Olimpici Invernali “Torino 2006" di Pragelato (TO) e a fronte dell’istruttoria tecnica condotta, da cui emergono molteplici criticità, siano recepite dal proponente le considerazioni, le indicazioni e gli approfondimenti formulati nei successivi punti (dalla lettera A alla lettera P), ai fini della corretta redazione dello Studio di Impatto Ambientale e del relativo progetto ai sensi dell’art. 12 della L.R. 40/98, in coerenza con quanto già evidenziato dalla Valutazione Ambientale Strategica adottata con D.G.R. n. 45-2741 del 9/04/2001;

* di trasmettere la presente determinazione alla Struttura Flessibile della Regione Piemonte Giochi Olimpici Invernali - Coordinamento Conferenze dei Servizi - affinché il Responsabile del procedimento della conferenza dei servizi preliminare possa assumere i conseguenti provvedimenti di competenza;

* di dare atto che ulteriori indicazioni, ai fini di quanto disposto dall’art. 9 della L.285/200, saranno valutate nell’ambito della Conferenza dei Servizi preliminari ai sensi della citata legge;

A - Problematiche generali.

1. Ai fini della redazione degli elaborati di cui all’art. 12 della L.R. n.40/1998 e ai sensi dell’art. 4, comma 5 della stessa L.R.40/1998 devono essere forniti elaborati progettuali di tutte le infrastrutture e opere relative all’opera principale (strutture trampolini, seggiovia biposto, edificio di riscaldamento e di accesso ai trampolini in quota - torre giudici, piste di lancio ed atterraggio, edificio gradinata e polifunzionale, strade di servizio ai trampolini, passerella pedonale sul Torrente Chisone, vasca di raccolta acque limitrofa all’edificio polifunzionale, piattaforma di arrivo con area pubblico, area atleti, ingresso pubblico e biglietteria ecc.) e a quelle ad essa funzionalmente legate (parcheggi, opere per l’approvvigionamento e lo stoccaggio dell’acqua, nonché opere per la sicurezza idraulica del sito intese come ricalibrature d’alveo, riprofilatura, difesa e rivegetazione delle sponde del tratto fluviale in corrispondenza e precedente il sito del cantiere dell’opera principale, demolizione di manufatti di attraversamenti non adeguati, ricostruzione di ponti ecc.), siano esse a carattere definitivo o provvisorio, in un concetto di analisi dell’area vasta intesa come intorno territoriale rilevante, di complesso delle opere da realizzare, di fasi di realizzazione e di relazione tra le opere e gli interventi stessi previsti.

2. Si ribadisce quindi che le succitate opere funzionalmente legate all’opera principale, di cui a tutt’oggi spesso non si ritrovano documenti progettuali funzionali all’istruttoria, sono evidentemente facenti parte integrante dell’opera da un punto di vista della fattibilità tecnica e del suo esercizio, indipendentemente da dove si preveda di considerarle in termini di spesa nella programmazione finanziaria delle opere necessarie allo svolgimento dell’evento olimpico e nel rispetto del concetto di internalizzazione dei costi ambientali. A tal proposito e a titolo di esempio si sottolinea come venga sostenuto dal proponente che le opere di difesa dal rischio idrogeologico, certamente attinenti al concetto di sicurezza, notoriamente prerequisito di fattibilità e compatibilità ambientale, nonché di mitigazione e compensazione dell’impatto ambientale derivante dalle stesse opere di difesa, siano comprese nel quadro economico del progetto in esame (pag. 34 di “Impatto Ambientale - Studio di prefattibilità” - Rischi naturali punti 5 e 7), onde soddisfare anche una specifica prescrizione di cui alla Valutazione Ambientale Strategica - D.G.R. n. 45 -2741 del 09.04.2001, mentre nell’elaborato denominato “Calcolo sommario della spesa” non risulta possibile riconoscerle e si ritiene non siano pertanto previste.

3. Si sottolinea come lo smantellamento e la rimozione di eventuali opere provvisorie di cui non sono state attualmente fornite informazioni, se non con accenni che non permettono alcuna valutazione di ordine tecnico in termini di compatibilità ambientale, non deve - ai sensi della Valutazione Ambientale Strategica D.G.R. n. 45 -2741 del 09.04.2001 - comportare oneri finanziari aggiuntivi a quelli che devono essere previsti nel computo metrico di progetto e deve avvenire secondo una tempistica certa e dichiarata in sede di approvazione degli elaborati: inoltre le strutture definitive non devono comportare costi ulteriori di trasformazione e adattamento all’uso post-olimpico.

4. Si segnala che risulta necessaria la progettazione definitiva per tutte quelle opere principali o funzionali di cui il proponente intenda richiedere, in sede di Conferenza dei Servizi Definitiva, gli atti di consenso, comprese le varianti urbanistiche , necessari ai fini della realizzazione, come previsto dall’art. 9 della L. 285/2000 e dalla D.G.R. n. 42-4336 del 05/11/2001.

5. Si sottolinea che l’intero comprensorio sportivo ed in particolare le strutture ricettive dovranno avere una perfetta accessibilità ad ogni tipo di ospite, compresi i portatori di handicap, nel periodo olimpico e post-olimpico.

B - Compatibilità idraulica e idrogeologica.

Premesso che con D.G.R. in data 09/04/2001 n. 45-2741 avente per oggetto: “Valutazione ambientale strategica del piano degli interventi per i Giochi Olimpici Invernali Torino 2006", veniva richiesta, tra le altre prescrizioni di cui all’allegato A, una valutazione della dinamica del corso d’acqua nel suo complesso, quindi per un tratto sufficientemente esteso a monte ed a valle degli abitati di Pragelato con un’attenta valutazione delle possibili modificazioni riconducibili a fenomeni di trasporto solido, utile anche alla identificazione e determinazione dell’area vasta interessata. Dette valutazioni risultano a tutt’oggi non facenti parte del progetto preliminare presentato. A riguardo di quanto sopra evidenziato si ribadisce che la sistemazione idraulica del Torrente Chisone, nel tratto latistante l’area di impianto dei trampolini, nonché delle opere definitive e provvisorie di supporto all’attività sportiva, costituisce solo una minima parte di un articolato ed esteso novero di interventi , necessari, in parte alla predisposizione della pista olimpica per lo sci di fondo, ma nel loro complesso volti a migliorare i deflussi del corso d’acqua, minimizzando altresì le condizioni di pericolosità nei pressi degli abitati esistenti. Inoltre in merito a quanto sopra si rileva che nel progetto in esame, sono previste solo una limitata parte di opere che, per stessa dichiarazione dei progettisti, sono definite ”modeste" per estensione e rilevanza.

Si rileva quindi che le caratteristiche progettuali dell’impianto e delle opere ricettive ad esso connesse non rispettano alcuni aspetti delle prescrizioni tecniche indicate nella VAS, in particolare per quanto riguarda l’interferenza tra le opere e la dinamica del T. Chisone (punto 8.2.1. -Trampolino - comma 3 DGR 9.04.2001 n. 45 - 2741).

Nello specifico si osserva che il progetto, tra le alternative proposte, avrebbe dovuto contemplare anche la possibilità di realizzare opere di tipo temporaneo al fine di garantire una maggiore sicurezza idraulica dell’area in destra idrografica del T. Chisone e conseguentemente del centro abitato di Pragelato in sinistra idrografica.

L’indisponibilità dello studio idraulico complessivo del tratto d’asta interessato non permette una valutazione adeguata del rischio idraulico, in relazione alle diverse scelte progettuali proposte per gli impianti e le opere al contorno; pertanto risulta difficile l’espressione di una parere oggettivo sulle alternative progettuali proposte.

E’ inoltre necessario sottolineare che durante la fase di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) lo scenario relativo ai trampolini e alle strutture previste in zona di atterraggio, si configurava di impatto sensibilmente inferiore, in quanto i trampolini olimpici avrebbero dovuto essere due (e non gli attuali cinque) e, in zona di atterraggio, la struttura prevista avrebbe dovuto avere solo la funzione di “tribuna” (e non di “tribuna-albergo”), della quale si era ipotizzata anche il possibile smontaggio successivamente all’evento olimpico. Questo per confermare la criticità del sito dal punto di vista idraulico ed idrogeologico, in particolare per una struttura che apporta un notevole aumento di carico antropico.

Alla luce di tutto quanto sopra, si ritiene che debbano essere soddisfatti dal proponente i seguenti punti:

1. Considerato che il Centro Servizi - Edificio Polifunzionale, comprendente anche attività di tipo ricettivo, di cui è previsto il funzionamento anche dopo l’evento olimpico, si collocherebbe nell’ipotesi di progetto in zona che potrebbe risultare temporaneamente isolata dal centro abitato, a causa di un evento alluvionale catastrofico, prefigurando quindi la necessità di un’evacuazione della struttura, o della permanenza, in tale struttura, degli ospiti in condizioni di sicurezza e di sufficiente comfort, si richiede che venga effettuata una valutazione maggiormente approfondita circa la possibile localizzazione della struttura polifunzionale lungo la sponda orografica sinistra del Torrente Chisone, detta “alternativa C” nella relazione illustrativa.

2. Al fine di ottemperare ai disposti del Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico vigente, secondo quanto disposto dalle proprie norme di attuazione, dalla deliberazione di adozione n. 18/01 del 26/4/01 del Comitato Istituzionale dell’Autorità di bacino del fiume Po, dalle deliberazioni della Giunta regionale n. 31-3749 del 6/8/01 (inerente le procedure regionali relative alla verifica del quadro del dissesto dei PRG) e n. 42-4336 del 5/11/01 (inerente le procedure per l’approvazione dei progetti delle Olimpiadi 2006), il proponente deve procedere all’indagine di compatibilità e di verifica del quadro dei dissesti esteso ad un ambito significativo. Tale indagine, che deve essere condotta a supporto della variazione urbanistica secondo quanto disposto dalla già citata DGR n. 42-4336 del 5/11/01, deve evidentemente interessare un ambito molto più ampio rispetto a quello interessato specificatamente dall’oggetto in variante urbanistica, in quanto la verifica del quadro del dissesto, che deve essere condotta su tutto il territorio comunale, può in questa fase costituire una anticipazione dello studio generale, ma allargata ad un ambito sufficientemente ampio da consentire una valutazione adeguata. Le delimitazioni delle aree in dissesto conseguenti alla verifica di compatibilità e condivise nell’ambito della Conferenza di servizi aggiornano ed integrano il Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico; l’Autorità di bacino provvederà, infatti all’aggiornamento degli elaborati del Piano entro i tre mesi successivi all’avvenuta trasmissione delle risultanze della verifica di compatibilità da parte della Regione Piemonte (art. 1, commi 6 e 10, deliberazione n. 18/01).

3. La verifica di compatibilità idraulica ed idrogeologica deve evidenziare i fenomeni di dissesto idraulico ed idrogeologico con particolare approfondimento per le aree urbanizzate o soggette, come nella fattispecie, a previsioni di nuovi insediamenti urbanistici, al fine di poter anche individuare misure cautelative per rendere compatibili le previsioni con i dissesti rilevati e con lo stato della relativa pericolosità individuato, anche sulla base delle indicazioni e delle prescrizioni del PAI (artt. 9 e 18, norme di attuazione). Secondo il PAI, infatti, alla valutazione del rischio idraulico e idrogeologico devono essere commisurate sia la realizzazione delle opere di difesa idraulica che le scelte di pianificazione territoriale, al fine di assicurare condizioni di sicurezza e di compatibilità delle attività antropiche.

4. Per quanto riguarda le problematiche di esondazione lungo l’asta del Chisone, la proposta articolazione delle diverse fasce fluviali in assenza di uno studio idraulico completo non è attendibile, ed in particolare, il proponente deve rappresentare il dissesto che darà successivamente origine a stati di pericolosità e di rischio attraverso un disegno del dominio fluviale che rappresenterà un assetto idraulico progettuale (le fasce fluviali secondo i criteri del PAI), ma che dovrà essere valutato su tutto il bacino del Chisone da parte delle autorità competenti (Provincia di Torino, Regione Piemonte e Autorità di Bacino del Po). I dissesti lungo l’asta dovranno, pertanto, rappresentare le aree a probabilità di inondazione alta, moderata e bassa secondo i tempi di ritorno previsti dall’"Atto di indirizzo e coordinamento per l’individuazione dei criteri relativi agli adempimenti di cui all’art. 1, commi 1 e 2, del D.L. 11/6/98, n. 180", confermati dal PAI nella relazione illustrativa e comunque coerenti con quelli delle fasce fluviali (TR = 20-50, 100-200, 300-500 anni). Dovrà, altresì, rientrare nello studio di compatibilità il reticolo idrografico minore interessato dall’intervento (ad es. Torrente Mendie). Gli esiti della relazione idraulica dovranno essere integrati dalle indagini di tipo geomorfologico e le norme associate alle aree individuate dovranno essere coerenti con quelle prescritte dall’art. 9 delle norme di attuazione del PAI. E’ doveroso ricordare che l’individuazione delle aree a rischio di esondazione non esclude la validità delle norme dettate dal R.D. 523/1904 in merito alle distanze dai corsi d’acqua.

5. Qualora dovessero esserci i presupposti per l’edificabilità del sito individuato, il proponente dovrà valutare eventuali misure di messa in sicurezza della struttura polifunzionale (quota calpestabile compatibile con il tirante previsto), oltre alla previsione di una gestione degli eventi critici (misure di protezione civile), soprattutto dato il notevole aumento di carico antropico dell’intero edificio ed, in particolare, vista la destinazione d’uso dei locali al piano terreno (discoteca, sala conferenze, ecc.).

6. La rappresentazione delle quote altimetriche è proprio uno degli elementi carenti del progetto: devono essere evidenziate chiaramente nella cartografia, al fine di permettere la comprensione delle previsioni rispetto all’interferenza con i dissesti che verranno individuati; in particolare, l’edificio polifunzionale risulta avere il piano terreno alla stessa quota del piano campagna, piano che peraltro dovrebbe essere variabile a seconda dei diversi scenari ipotizzati. E’ necessario che il proponente, quindi, rappresenti con chiarezza le quote per i diversi scenari ipotizzati, sia relativamente all’edificio, che alle zone di atterraggio dei trampolini. In merito a questi, infatti, le sezioni non evidenziano in maniera chiara l’interferenza con le aree esondabili in termini di altezza e di superficie: non è sufficiente il dato relativo alla cubatura di “area esondabile sottratta” indicato in relazione: le sezioni trasversali, pertanto, devono essere quotate a tutto alveo. A tal fine si richiede, altresì, che vi sia una tavola che rappresenti con colorazioni diverse le curve di livello relative allo stato di fatto e quelle relative alla proposta di progetto per gli scenari ipotizzati.

7. Lo scenario 3, presentato come il migliore dal punto di vista ambientale non risulta essere il migliore anche dal punto di vista dell’interferenza con le aree esondabili (peraltro non ancora definite) del Torrente Chisone. Il proponente effettui una valutazione che comporti una variante al 3°scenario, prevedendo lo slittamento del tracciato della nuova seggiovia verso i due trampolini olimpionici ed una lieve modifica del tracciato viario a monte al fine di consentire un arretramento verso la montagna dell’area di arrivo dei tre trampolini scuola, minimizzando in tal modo la loro interferenza con l’area potenzialmente esondabile.

8. In merito alle opere idrauliche, si richiama nuovamente la necessità di valutare complessivamente lo studio idraulico, oltreché per quanto già detto (componente fondamentale per lo studio di compatibilità a supporto della variazione al PRG), anche per considerare l’influenza delle opere previste su tutto il tratto indagato rispetto agli abitati esistenti e alle strutture in progetto. Le opere idrauliche risultanti necessarie dallo studio devono essere progettate nell’ambito del procedimento in oggetto, anche qualora i costi (comunque da internalizzare nei costi delle opere necessarie delle olimpiadi) dovessero rientrare in un altro progetto (ad es. pista di fondo).

9. Come già commentato, il progetto preliminare, per quanto rilevabile dalle tavole grafiche, prevede l’occupazione di una area potenzialmente esondabile, perchè di espansione del Torrente Chisone, con la parte terminale della zona di arrivo dell’impianto dei cinque trampolini previsti. Tale occupazione è altresì prevista in tutte e tre le configurazioni ipotizzate, seppure con dislocazioni planoaltimetriche differenti ed, in particolare, con differenziata riduzione del potenziale volume d’invaso dell’area d’espansione anzidetta, ciò in ragione della diversa volumetria che assumono i rilevati in terra nelle tre ipotesi prospettate. La delimitazione della suddetta area potenzialmente esondabile, sita in destra orografica del Chisone, è stata ricavata con riferimento alle portate di progetto per tempi di ritorno di 200 e 500 anni, maggiorate di un contributo per trasporto solido, nella sola ipotesi, però, del loro deflusso in sezioni d’alveo di progetto, quindi appena fatte oggetto di ricalibratura. Tale unica ipotesi, tuttavia, non può ritenersi sufficientemente cautelativa, considerata la natura e la dinamica torrentizia del corso d’acqua e l’importanza e delicatezza delle strutture di cui è previsto l’insediamento. Tutto ciò premesso, è necessario, per quanto riguarda le aree latistanti il Torrente Chisone, che:

* siano ridefiniti, nell’ambito dello studio idraulico, i limiti delle perimetrazioni delle aree esondabili rispettivamente per portate con tempo di ritorno di 200 e 500 anni, con riferimento a verifiche idrauliche che considerino anche la possibilità che nell’alveo siano presenti depositi alluvionali, in quantità corrispondente ai valori che dovranno essere stimati, nella tratta del torr. Chisone tra la loc. Pattemouche e la loc. Soucheres Basses, al fine di definire uno scenario il più possibile corrispondente al verificarsi di eventi alluvionali ravvicinati, ovvero a situazioni di carente manutenzione;

* siano riverificate, alla luce di quanto sopra richiesto, gli effetti delle piene, non solo rispetto alle aree latistanti la sponda destra orografica, ma anche per quelle latistanti la sponda sinistra, ove sono presenti insediamenti abitativi e dove sono altresì previste aree da destinare ad attività connesse con lo svolgimento dei Giochi, oltre che, in fase di cantiere, depositi provvisori di materiali di scavo. I risultati di tali verifiche dovranno essere evidenziati anche su specifiche tavole grafiche, nelle quali sulle sezioni trasversali a tutto alveo, estese a comprendere sia gli insediamenti esistenti che quelli previsti, dovranno essere riportati i livelli delle massime piene ed i battenti idraulici corrispondenti . Le verifiche anzidette dovranno inoltre considerare gli effetti, in termini di riduzione dei volumi invasabili in tale ambito, della presenza dei rilevati costituenti, nelle diverse ipotesi progettuali, la zona di atterraggio dei trampolini, valutandone le conseguenze nei riguardi della sicurezza idraulica delle aree latistanti entrambe le sponde del Torrente.

10. Il proponente dovrà evidenziare l’uso e la destinazione del materiale litoide proveniente da operazioni di disalveo previste nella tratta d’alveo oggetto di intervento, nonchè in tutte le altre zone dove sono previsti interventi di sistemazione idraulica a supporto delle ulteriori opere olimpiche. In particolare qualora emerga la necessità di disporre di eventuali siti di stoccaggio, questi dovranno essere planimetricamente individuati in progetto.

11. Per quanto riguarda invece il rio Comba Mendie, la relazione di progetto non prende in considerazione il quadro di potenziale pericolosità , connesso a fenomeni alluvionali caratterizzati da elevato trasporto solido, che viene evidenziato nella relazione geologica, redatta nel maggio 2001, ai sensi della circolare del Presidente della Giunta Regionale n. 7/LAP/1996, a supporto della variante 2001 allo strumento urbanistico del Comune di Pragelato. Inoltre le zone di segnalata pericolosità sono state individuate, sempre nell’ambito della relazione geologica anzidetta, nell’apice della conoide del rio ed in un tratto d’alveo prossimo alla confluenza con il Torrente Chisone, per cui i fenomeni alluvionali potrebbero anche interessare aree di pertinenza dell’impianto dei trampolini. E’ quindi necessario che, con riferimento all’effettiva collocazione delle opere, si dimostri che le aree previste per gli impianti dei trampolini sono del tutto esenti da qualsiasi rischio di natura idraulica-idrogeologica, indotto dalla presenza della conoide del rio medesimo.

12. Inoltre, per le opere aventi carattere definitivo, ovvero provvisorio, ma con periodo di installazione interferente con il possibile verificarsi di piene torrentizie, si fa presente fin d’ora che la loro localizzazione dovrà essere congruente con i limiti stabiliti dallo strumento urbanistico comunale redatto nel rispetto dell’art. 31 p.to 4 delle norme di attuazione del Piano Stralcio per l’Assetto idrogeologico (PAI).

13. Le opere di sistemazione idraulica della tratta latistante gli impianti di trampolino dovranno essere organicamente sviluppate e concluse, unitamente a tutte le altre opere di sistemazione del Torrente Chisone attinenti l’ambito della progettazione relativa alle piste per lo sci di fondo, in modo tale da garantire un organico ridisegno del corso d’acqua e delle opere di attraversamento previste, e consentire il raggiungimento dell’obbiettivo di garantire la piena sicurezza dei centri abitati presenti e dei nuovi insediamenti olimpici. Al fine di una corretta ed univoca valutazione di carattere ambientale, si ribadisce che la progettazione delle anzidette opere idrauliche di sistemazione del Torrente Chisone faccia parte integrante del progetto definitivo dell’ impianto dei trampolini. Si evidenzia infine che nell’ambito delle sistemazioni del tratto di Torrente nella località sede dei trampolini, è necessario che, per le difese esistenti in sponda sinistra, sia dimostrata la funzionalità e la tenuta alle portate di progetto ed ai rimodellamenti del fondo alveo previsti in tale ambito.

14. Le aree per le quali è previsto un utilizzo temporaneo, verosimilmente limitato al periodo di svolgimento dei Giochi, risultano indicate, soltanto dal punto di vista planimetrico, nelle tavole U9/00/P/22/AR n. 07 e 20 del progetto preliminare. Dette tavole contengono altresì riferimenti di quote che non paiono congruenti con quelli risultanti dai profili longitudinali di progetto; senza che siano forniti gli elementi necessari a dimostrare l’ammissibilità della collocazione delle suddette opere, avuto riguardo in particolare ai problemi idraulici che caratterizzano l’area nel suo complesso, e senza che siano fornite informazioni sulla tipologia delle strutture provvisionali previste, né sul periodo, o sui periodi di tempo, durante i quali saranno mantenute installate. A titolo esemplificativo del rilievo sopra formulato si cita la 2.a passerella pedonale, la cui realizzazione è stata citata dai progettisti nel corso dell’illustrazione del progetto avvenuta il 04/12/2001 in sede di prima seduta della Conferenza di Servizi Preliminare ex lege n. 285/2000. Di dette opere devono quindi essere fornite le caratteristiche e le necessarie verifiche idrauliche.

C - Aspetti geologico-tecnici

1. Negli elaborati progettuali definitivi deve essere presente una relazione geologica che dovrà fare un chiaro riferimento all’intorno significativo indagato ed illustrato attraverso le cartografie tematiche alla scala 1:10.000, così come indicato dalla circolare 7/LAP/96.

2. Per quanto concerne l’area oggetto di intervento, il quadro morfologico locale dovrà essere coerentemente rapportato con il quadro generale ed è necessaria l’elaborazione di una carta di dettaglio alla scala 1:1.000 che evidenzi l’assetto geostrutturale e i principali oggetti morfologici, gli affioramenti in superficie, le contropendenze, le zone di ristagno e le venute d’acqua, chiarendo quanto al momento del progetto preliminare risultava ancora “..di difficile interpretazione”.

3. All’elaborazione planimetrica dovranno essere associate sezioni geologiche, di minor dettaglio, ma estese ai due lati della valle, atti ad illustrare le informazioni geologiche, morfologiche, strutturali e di dinamica fluviale.

4. Al fine della verifica della stabilità globale del versante, non appare sufficiente la semplice valutazione delle risposte dei tubi inclinometrici, peraltro riferita ad un periodo di tempo forzatamente breve in rapporto ai tempi delle dinamiche di versante (gli inclinometri sono stati richiesti nella VAS - D.G.R. n. 45 -2741 del 09.04.2001 per problematiche di controllo a più lungo termine). A supporto di tale valutazione è pertanto indispensabile dettagliare con precisione la stratigrafia, negli ambiti geologici, geotecnici e idrogeologici, ed in base a tali dati ricorrere a verifiche di stabilità di versante attraverso un approccio multidisciplinare, che comprenda sia analisi di stabilità, sia verifiche all’equilibrio limite, che verifiche ad elementi finiti. Tali simulazioni dovranno riferirsi allo stato di fatto, alle più delicate fasi di avanzamento del cantiere, in particolare quelle in cui il versante potrà risultare maggiormente soggetto a dissesti ed allo stato finale.

5. Nell’ambito della caratterizzazione geotecnica dei terreni il proponente dovrà definire anche gli indici di qualità del substrato, sia attraverso analisi geotecniche di laboratorio delle carote di sondaggio che attraverso lo studio degli affioramenti più vicini.

6. Considerato che il progetto preliminare sceglie tra le opzioni progettuali di collocare gli impianti in posizione diversa rispetto a quanto previsto nello studio di fattibilità, si ritiene necessario che il proponente estenda le indagini puntuali agli ambiti di nuovo impiego. Considerata la presenza di molti dati puntuali, sembra opportuno un loro collegamento, come suggerito anche dalla relazione strutturale, attraverso indagini di tipo indiretto, ovvero geofisico.

7. La relazione sull’assetto idraulico affronta esclusivamente le tematiche relative al Torrente Chisone mentre è priva di indagini di dettaglio relative al Torrente Mendie; come già indicato nel parere espresso dal Settore Prevenzione del Rischio Geologico - Area di Torino, Novara, Verbania con nota Prot. 12753/20.4 del 23.10.01 in merito agli studi geologici a supporto della Variante 2001 al PRGC, “.....Come già indicato al punto 11.2 della Nota Tecnica Esplicativa alla Circ.7/LAP/96, la valutazione del grado di pericolosità e magnitudo negli ambiti di conoide andrà definita attraverso l’applicazione di metodologie accreditate in bibliografia (Melton, Aulitzky, Richenmann e/o altre di più recente applicazione) opportunamente documentate, descritte e commentate nella relazione geologico-tecnica. L’indagine dovrà essere supportata da idonee cartografie di dettaglio (alla scala 1:5.000 o 1:2.000 o maggior dettaglio [stante la finalità progettuale dell’indagine oggetto del presente parere si richiede in questo caso una cartografia alla scala 1:1.000] tali da consentire l’individuazione delle morfologie in conoide (terrazzi, cordoni di recenti colate, paleoalvei ecc...), e la successiva individuazione delle aree a diversa pericolosità e propensione urbanistica...”. Attraverso tali indagini dovrà pertanto essere adeguatamente valutata l’eventuale pericolosità negli ambiti di conoide sede dei futuri trampolini scuola previsti nell’ipotesi n. 3 ed incluse nel progetto le necessarie opere di mitigazione del rischio.

8. Sul rio Mendie dovrà essere inoltre condotto uno studio di dettaglio relativo alla valanga segnalata, attraverso un approfondito studio fotointerpretativo, delle caratteristiche morfologico-vegetazionali del sito, anche attraverso indagini di terreno e la raccolta di dati storici. Dovranno pertanto essere valutate, con il supporto di modelli dinamici, le potenziali distanze d’arresto per eventi valanghivi con tempi di ritorno secolari e le eventuali interferenze dei fenomeni con strutture presenti o da realizzare nella zona di scorrimento ed in quella d’arresto della valanga.

9. A giustificazione delle compensazioni scavi e riporti dovrà essere dettagliata la qualità richiesta del materiale di riporto, la qualità del materiale scavato, e la sua reale fruibilità, anche in relazione alle necessarie caratteristiche di stabilità dell’opera.

10. Considerati anche i tempi e i modi dettati dalla L. 285/2000, si ritiene non necessario scorporare l’autorizzazione ai sensi della L. 45/89 così come proposto dal cronoprogramma dei lavori. Si evidenzia che l’autorizzazione in tal senso, di competenza Regionale in quanto relativa ad opera sottoposta a Valutazione di Impatto Ambientale, verrà fornita nell’ambito della Conferenza anche sulla base del parere espresso dal Corpo Forestale dello Stato e dalla Direzione Servizi Tecnici di Prevenzione, per quanto di competenza.

11. Il cronoprogramma dovrà essere formulato in modo da evitare di abbandonare fronti di scavo o opere temporanee non verificate ai sensi del D.M. 11.03.88 per lunghi periodi, come ad esempio l’intera stagione invernale; tutti gli interventi di scavo dovranno viceversa risultare oggetto di preconsolidamento mediate la realizzazione di paratie o più opportune opere, le aree sede di riporto dovranno essere opportunamente predisposte ed i materiali depositati immediatamente consolidati con adeguate opere di sostegno.

12. Considerando quanto indicato nella relazione idraulica si rammenta che l’intero intervento, comprese le opere per il miglioramento dell’assetto idraulico dovranno essere individuate e progettate con una dichiarata valenza di difesa dell’abitato in sinistra idrografica, anche con finalità urbanistica.

13. Dal momento che quanto approvato in conferenza potrà costituire variante al Piano Regolatore Generale Comunale è necessario che vengano prodotte tutte le carte tematiche previste dalla Circ. P.G.R. n7/LAP/96 estese ad un intorno significativo. Tali carte dovranno indicare chiaramente la perimetrazione delle aree oggetto di variante e, nella cartografia di sintesi, andranno anche indicate le opere previste.

14. Il tassello approvato quale Variante dovrà essere in sintonia con il PRGC in corso di elaborazione, sia in riferimento al quadro dei dissesti che alla utilizzazione urbanistica delle aree; dovrà inoltre essere compatibile con le Norme di Attuazione del Piano.

D - Aspetti paesaggistici

1. Sul fronte paesistico-ambientale si rileva che il contesto in cui è previsto l’inserimento dell’impianto è caratterizzato da rilevanti valenze naturalistiche, in particolare la pregevole copertura vegetazionale di bosco d’alto fusto che, ancora integra, è estesa con continuità dalla media valle alla Val Troncea ed oltre, verso Sestriere. Del resto, lo stesso valore paesaggistico del sito è sottolineato anche dalla presenza del SIC “area boscata tra Pourrierres e Laval”. Allo stato attuale l’area interessata si configura come un versante di spiccata naturalità, non segnato da pesanti antropizzazioni, seppure siano presenti un impianto di risalita, alcune edificazioni a carattere ricettivo e un ampio piazzale, segnato dall’alluvione dell’ottobre 2000 e stabilmente adibito a parcheggio, in adiacenza all’alveo del Torrente Chisone per il quale non sembrano sussistere elementi di particolare pregio paesaggistico, ad esclusione delle aree boschive ai margini del versante, di rilievo per le essenze di alto fusto ivi localizzate.

Ulteriore elemento di connotazione del paesaggio è dato dall’ampiezza del quadro visivo: infatti, il sito interessato dall’intervento risulta ad elevata percezione, in quanto posto in posizione centrale nell’alta valle, aperto a punti di osservazione non ristretti all’unità di paesaggio, ma di vasto raggio.

La Valutazione Ambientale Strategica già segnalava le criticità relative alla realizzazione dell’opera in un’area di particolare pregio paesaggistico. Proprio in relazione alla natura dell’intervento e all’ambito considerato, sempre in sede di VAS, sono state inserite prescrizioni alle quali ottemperare nella progettazione del trampolino del salto che vengono ribadite e confermate anche in questa sede ovvero: “La realizzazione del trampolino, anche se concepito quale struttura provvisoria, dovrà prevedere un attento studio di inserimento paesaggistico delle strutture in oggetto, da prevedere già nei progetti generali. Gli interventi di mitigazione paesaggistica dovranno essere inseriti in un più generale progetto di riqualificazione ambientale e paesistica dell’intero contesto di intervento, comprensivo degli edifici esistenti e della fascia fluviale”.

2. La realizzazione del trampolino del salto e delle strutture accessorie, configurandosi come completa trasformazione del territorio, in relazione alle dimensioni, alla rigidità degli impianti ed alla difficoltà di adattare le strutture al profilo morfologico del sito, dovrà pertanto essere accompagnata da un puntuale approfondimento progettuale relativo all’inserimento paesistico-ambientale che permetta di attenuare il più possibile gli effetti prodotti sul paesaggio montano in oggetto.

In relazione alla necessità, indicata dalla V.A.S., di inserire l’intervento nel suo complesso in una visione più ampia e generale di riqualificazione dell’intero ambito paesaggistico si ritiene che la predisposizione di tale progetto di riqualificazione complessiva dell’area di intervento - non contenuto nel progetto preliminare, se non attraverso alcune indicazioni di massima della relazione di impatto ambientale - dovrà costituire parte integrante del progetto definitivo.

3. La documentazione ad oggi presentata non sembra recepire sufficientemente le prescrizioni della VAS sopra citate, volte a consentire un parziale recupero dei connotati naturalistici del territorio in esame; si limita infatti ad individuare solo parzialmente le modalità di mitigazione e d’inserimento paesaggistico delle opere in progetto, indicando nella relazione tecnica le tipologie d’intervento prescelte, non specificate rispetto agli ambiti di intervento, riferite in massima parte all’ingegneria naturalistica e alla sola previsione d’interventi di recupero delle scarpate di nuova formazione.Vengono fornite solamente indicazioni di massima circa le possibili forme di recupero paesaggistico, senza definire, su elaborati planimetrici di progetto, la localizzazione e l’entità degli interventi di piantumazione di specie arboree autoctone d’alto fusto, anche in adiacenza alle strutture e sulle scarpate di scavo. Inoltre, nel progetto non sono indicate soluzioni volte al mascheramento delle strutture ad elevata emergenza visiva (quali la torre ascensore del K 120), o al possibile contenimento degli impatti determinati dalla presenza di tali emergenze nel contesto paesaggistico.

Con riferimento a quanto sopra circa le specificazioni di ordine generale richieste in merito agli aspetti paesaggistici dell’insieme di opere che costituiscono l’impianto olimpico di trampolino per il salto con gli sci, si specifica quanto segue in relazione ai singoli interventi.

4. Trampolini e edifici strettamente correlati. In relazione alle tre alternative formulate per la proposta progettuale inerente l’impianto di trampolino (scenari 1, 2 e3) si ritiene che, complessivamente, le soluzioni 1 e 2 si configurano come pesanti trasformazioni a carico del contesto d’intervento. Tali soluzioni segnano profondamente la copertura arborea ad oggi presente sul sito in oggetto, elemento di elevata valenza paesaggistica e per le stesse non emergono indicazioni in merito ad interventi consistenti di recupero a verde o di possibilità di conservazione della fascia boscata in adiacenza agli impianti. L’inserimento dell’impianto del salto appare pertanto di notevole trasformazione paesaggistica, in considerazione delle modificazioni che vengono prodotte sul versante e della complessiva artificiosità che ne consegue, cui corrisponde la completa perdita di naturalità dei luoghi in questione.

In particolare, per entrambi gli scenari 1 e 2, l’incidenza dell’intervento sul versante si configura di notevole entità sia in termini di scavi e movimento terra, sia riguardo ai disboscamenti previsti. Inoltre, gli scenari 1 e 2 si differenziano per una diversa quota del piano di frenata dei trampolini olimpici, che nella seconda ipotesi è rialzato di circa 1.35 metri sul piano campagna (soluzione che consentirebbe una riduzione dei volumi di scavo e la previsione di maggiore incremento dei volumi di riporto - 31.500 mc a fronte dei circa 83.000 mc dello scenario 1).

La localizzazione dei volumi di riporto può costituire motivo di pesante modificazione del contesto paesaggistico, sia nelle soluzioni temporanee, per le quali si ritiene debbano essere predisposte comunque operazioni di sistemazione e di recupero, sia nella ricerca dei siti idonei alla realizzazione delle discariche degli inerti, per le quali dovranno essere predisposti adeguati progetti definitivi.

Sempre riguardo agli scenari 1 e 2, altro elemento da tenere in considerazione riguarda la configurazione finale del versante: per il mantenimento della stabilità dei versanti rimodellati, le scarpate di nuova formazione non devono presentare eccessive pendenze tra i diversi tracciati dei trampolini. Per il versante così modificato, non sono evidenziate significative proposte di mitigazione e di recupero vegetazionale , se non la previsione di operazioni generiche effettuate con l’utilizzo di tecniche di ingegneria naturalistica.

Non sembrano configurarsi, se non per porzioni limitate, situazioni di aderenza al profilo morfologico del terreno. Si presentano, invece, diversi punti di profonda incisione del versante, con posizioni di massimo scavo in corrispondenza del trampolino olimpico K 95. Inoltre, in riferimento all’inserimento paesaggistico delle strutture olimpiche, si segnalano alcune notevoli problematicità costituite dalle emergenze visive della piattaforma aerea del trampolino K120, della torre ascensore di accesso alla stessa e della torre dei giudici.

In merito alla sistemazione del piazzale in adiacenza all’alveo del Torrente, non è possibile riconoscere appieno le soluzioni progettuali adottate per l’assetto finale dell’area, risultando la documentazione pervenuta non completamente esaustiva rispetto alle sezioni prodotte in riferimento: ai riporti di terreno che verrebbero effettuati, alle connessioni con l’edificio polifunzionale e al raccordo con l’ambito fluviale e con le opere di recupero spondale da realizzare.

Per quanto concerne l’alternativa n.3 questa propone soluzioni progettuali che sembrano configurarsi di minore modificazione rispetto alla morfologia del versante, in quanto, allargando l’area di intervento, limitano gli sbancamenti sul fronte dello stesso, nonché riducono gli interventi sull’ambito boscato, con il mantenimento della copertura vegetazionale su una porzione di versante affiancata all’area dei trampolini olimpici.

Permangono, tuttavia, le profonde alterazioni del territorio e si ribadisce quanto già precedentemente espresso rispetto agli elementi costitutivi degli impianti necessari all’evento olimpico: la piattaforma aerea del trampolino K120, la torre ascensore di accesso alla stessa, in elevazione rispetto alla sommità del versante, la torre dei giudici, nonché i punti di profonda incisione del versante, in particolare in corrispondenza del trampolino K95.

La soluzione 3, peraltro, proponendo la localizzazione dei tre trampolini scuola in adiacenza al tracciato dell’attuale seggiovia Clot de la Soma sembra porre maggiore attenzione agli aspetti d’inserimento paesaggistico delle strutture olimpiche, poiché, suddividendo i trampolini in due blocchi distinti, contiene le trasformazioni e l’artificioso irrigidimento del versante, con il mantenimento di una fascia boscata in posizione centrale rispetto alle piste dei trampolini, assolvendo alla funzione di parziale mitigazione delle trasformazioni effettuate sul contesto paesaggistico. Inoltre tale ipotesi progettuale permette di ridurre il volume dei riporti da localizzare e le problematiche ad esso relative; tuttavia, analogamente a quanto indicato per gli scenari 1 e 2, la documentazione trasmessa, risultando non completamente esaustiva in corrispondenza delle sezioni 1 - 8, non permette una lettura d’insieme delle trasformazioni in progetto a carico del sito mentre risulterebbe necessaria una visione complessiva del contesto, dall’edificio polifunzionale all’alveo del Torrente Chisone, comprensiva anche delle previsioni di sistemazione finale del piazzale, in considerazione del consistente riporto di terreno che la soluzione prevede.

Pur considerando la soluzione 3 migliorativa rispetto agli scenari 1-2, si richiede che in sede di progetto definitivo sia valutata ogni possibile alternativa che permetta di contenere ulteriormente le modifiche a carico del contesto paesaggistico, limitando gli interventi sulla copertura vegetazionale e sull’andamento morfologico del versante. A tal proposito può essere nuovamente valutata, in quanto dalla relazione illustrativa di progetto tale soluzione risulta già considerata, la possibilità di localizzare l’impianto dei trampolini scuola in ambiti già segnati da precedenti interventi, quali il tracciato della seggiovia esistente.

5. Interventi a contorno dei trampolini olimpici. Tra questi sono previsti il fabbricato adibito a torre dei giudici ed il fabbricato per il riscaldamento degli atleti. Dalla documentazione pervenuta, i due fabbricati risultano collocati il primo a fianco del trampolino K95 ed il secondo in corrispondenza delle piste di lancio dei trampolini olimpici, collegato per mezzo di un ascensore alla zona di partenza del trampolino K 120. Entrambi gli edifici in oggetto presentano notevoli altezze fuori terra, configurandosi, per la forma (stretta e allungata) e per la loro collocazione (sulla sommità del versante o in prossimità della stessa), come elementi di notevole visibilità nel contesto paesaggistico.

Gli elaborati progettuali trasmessi non contengono i prospetti dei fabbricati in questione e nella relazione illustrativa non sono indicati i materiali costruttivi da porre in opera.

Si ritiene necessario, in considerazione dell’ambito di pregio dell’intervento e dell’ampia percezione visiva dello stesso, di valutare soluzioni progettuali di attenzione alla qualità architettonica degli edifici, in relazione alla scelta di materiali in continuità con l’esistente e alla valutazione di tipologie che possano inserirsi il più armonicamente possibile nel contesto paesaggistico. A tal fine, lo studio definitivo relativo ai fabbricati in oggetto dovrà valutare soluzioni progettuali di maggiore connessione e adattamento alla morfologia dei luoghi, oltre che prevedere una minore visibilità degli edifici, anche attraverso interventi di mitigazione.

6. Piazzali. Per quanto concerne i piazzali posti in prossimità dell’alveo del Torrente Chisone, la loro sistemazione risulta irrisolta in tutte e tre le alternative, in considerazione dei riporti proposti e della configurazione morfologica finale del sito. La documentazione progettuale pervenuta inoltre non chiarisce in modo esaustivo le soluzioni progettuali adottate riguardo alle sistemazioni degli ambiti fluviali, indicando solamente come interventi di compensazione la riprofilatura delle sponde con la loro naturalizzazione e rivegetazione mentre risulta necessario specificare anche le modalità di realizzazione delle stesse.

7. Edificio polifunzionale. L’edificio polifunzionale nasce dalla necessità di poter ospitare sia funzioni collegate all’evento olimpico, sia strutture per l’utilizzo dell’impianto per i trampolini del salto in fase postolimpica. L’intervento è proposto in destra orografica e perpendicolare al Torrente Chisone, in area prospiciente l’arrivo dei trampolini, che il fabbricato in progetto fiancheggia, con asse parallelo agli impianti olimpici.Su tale area era stato già autorizzato ai sensi delle leggi di tutela paesistico - ambientale un progetto di sistemazione complessiva del piazzale della seggiovia del Clot, con la realizzazione di un edificio a carattere ricettivo e per attività commerciali. Il precedente progetto presentava alcuni elementi di differenziazione rispetto all’attuale proposta progettuale: era localizzato in posizione centrale rispetto all’ambito d’intervento paesaggistico e prevedeva la massima aderenza del fabbricato al versante, ricercando soluzioni progettuali e compositive di continuità e di costruzione del fabbricato come naturale prosecuzione della pendice stessa. L’edificio polifunzionale proposto non sembra richiamare le indicazioni contenute nel progetto autorizzato, soprattutto riguardo alle soluzioni progettuali di aderenza alla morfologia dei luoghi.

La documentazione progettuale pervenuta non presenta sufficienti elementi per una lettura complessiva dell’intervento, risultando incompleta per quanto riguarda i prospetti del fabbricato in progetto, l’adeguamento al rilievo morfologico e l’inserimento dello stesso nel contesto modificato dalla presenza dei trampolini.

Le problematiche che emergono in relazione alle ricadute sulle percezioni visive del contesto paesaggistico, sono connesse al dimensionamento del fabbricato in progetto, alla rilevante altezza proposta, alla presenza delle tribune che, collocate come elemento di copertura dell’edificio sul lato ovest, costituiscono fattore di rigidità nell’impianto architettonico ed alla difficoltà di “legare” la volumetria determinata con il contesto paesaggistico-ambientale di riferimento. Possono risultare di non facile inserimento anche i materiali e le tecniche proprie del risparmio energetico, che vengono proposti per la realizzazione di componenti dell’edificio polifunzionale in conformità con le prescrizioni VAS. Inoltre, in relazione alle caratteristiche fisico-geomorfologiche che determinano l’area d’intervento, si sottolinea la necessità di adattare maggiormente il fabbricato in progetto all’ambito in questione, limitando la rigidità che caratterizza la struttura proposta, anche in rapporto all’altezza costante e significativa che l’edificio presenta, adottando soluzioni che prevedano una maggiore aderenza e raccordo con la morfologia dei luoghi e con le forme del paesaggio esistenti.

In considerazione del contesto paesaggistico d’intervento e dell’elevata percezione visiva, per l’edificio polifunzionale la progettazione deve comportare necessariamente scelte di qualità architettonica e compositiva tali da permettere l’armonizzazione tra natura e costruito, con attenta articolazione volumetrica, soluzioni tipologiche appropriate, uso di materiali e tecniche specifici del territorio alpino nonché soluzioni di adeguamento alla morfologia di luoghi.

8. Seggiovia di accesso ai trampolini. La costruzione della nuova seggiovia a servizio dell’impianto di trampolino presenta un nuovo tracciato traslato rispetto al preesistente, in direzione del sito dei trampolini, al fine di permettere l’arrivo in quota, in prossimità del trampolino K 120. Nella documentazione progettuale è indicata la localizzazione dell’eventuale nuova stazione di partenza della seggiovia Clot de la Soma, ma non sono precisate le caratteristiche di realizzazione della stessa, né del resto sono date soluzioni di recupero o nuova utilizzazione dell’area dismessa dalla seggiovia attuale e dei fabbricati connessi. Le previsioni di progetto e di recupero delle strutture e delle aree citate dovranno far parte integrante del progetto di riqualificazione del complessivo ambito di intervento.

9. Passerella pedonale sul Chisone. Per la passerella pedonale di attraversamento del Torrente Chisone sono prospettate progettualmente due soluzioni alternative. La prima soluzione prevede la costruzione della passerella mediante la posa in opera di travi reticolari in legno lamellare, con chiusura esterna in lastre di vetro. La seconda soluzione, di semplice fattura, propone l’utilizzo di travi a doppio T con un mascheramento sulle fasce esterne in legno e si differenzia dalla precedente anche per il numero maggiore di appoggi in alveo. Questa seconda soluzione appare di minore impatto paesaggistico e maggiormente in sintonia con la tradizione costruttiva locale relativa alle strutture di attraversamento.

10. Strade di accesso. Sono previste due strade a servizio degli impianti olimpici: la prima di accesso all’area di partenza del trampolino e la seconda di collegamento con la torre dei giudici, che riprendono, per i tratti iniziali, piste forestali esistenti. Risulta necessario integrare la documentazione pervenuta che propone, al momento, solo alcune sezioni-tipo per entrambi i tracciati, prevedendo un’ampia sezione di carreggiata e risultando non sufficientemente esaustiva per quanto riguarda sia la consistenza di scavi e riporti, sia gli interventi sulla copertura vegetazionale presente nelle aree di intervento. La relazione tecnica individua alcune tipologie di intervento per le operazioni di sostegno del rilevato stradale e di rinforzo delle scarpate ma è necessario visualizzare attraverso supporto cartografico la localizzazione degli interventi.

11. Opere di derivazione. La derivazione d’acqua dal Torrente Mendie è indirizzata sia ad un utilizzo idropotabile, e all’eventuale uso per l’irrogazione dei trampolini nel periodo estivo, sia alla realizzazione di una centralina per la produzione di energia elettrica. Gli elaborati pervenuti non sono sufficientemente completi e non permettono una lettura complessiva dell’intervento, dalla realizzazione dell’opera di presa, alla costruzione della centralina; a tal riguardo si richiede che evidenzino gli elementi costruttivi prescelti, con indicate le alternative tipologiche prescelte, i materiali costruttivi utilizzati, gli elementi di mitigazione introdotti e l’inserimento delle opere nel contesto paesaggistico d’intervento.

12. Altri interventi previsti. La realizzazione dell’impianto di trampolino per il salto con gli sci comprende una pluralità di interventi. Solamente per alcune tipologie di interventi è stato trasmesso il progetto preliminare, per altre si hanno solo indicazioni cartografiche di massima nella planimetria generale e i diversi interventi indicati non trovano approfondimento progettuale nel progetto preliminare presentato.

Alcuni di essi sono segnalati come interventi indispensabili nell’economia dell’evento olimpico, quali la realizzazione del bacino di innevamento in località Pattemouche, indicato nella relazione illustrativa della capacità di 30000 mc, localizzato in un ambito di rilevante valore paesaggistico, all’interno del SIC “ Sorgenti e primo tratto del Chisone” e posto in posizione privilegiata di ingresso al Parco della Val Troncea.

Altri interventi non documentati nel progetto preliminare, ma indicati nella relazione di impatto ambientale come interventi previsti di compensazione ambientale, sono i due ponti da realizzare sul Torrente Chisone, in sostituzione degli esistenti, non più adeguati sotto il profilo idraulico.

Nella planimetria generale sono individuate aree da destinare a parcheggi (parcheggio vip, parcheggio in località Pattemouche, paercheggio in località Ruà) poste sia in prossimità dei siti olimpici, sia all’estremità dell’edificato. Inoltre è segnalata un’area destinata a stoccaggio del materiale di scavo. Anche per questi interventi non vi è documentazione progettuale di tipo preliminare.

In relazione agli interventi sopra citati, non documentati progettualmente, si chiedono elaborati progettuali ai fini della conferenza dei servizi definitiva.

Si ritiene, tuttavia, debba essere valutata la possibilità di reperire localizzazioni alternative a quella indicata per la deponia del materiale di scotico del versante posta, nella documentazione pervenuta, in un’area ad incolto, interclusa nell’edificato esistente, in argine del Torrente Chisone.

Nella planimetria generale, inoltre, sono individuate le localizzazioni dei manufatti temporanei connessi alla realizzazione dell’evento olimpico (area sponsor tecnici,area atleti officias, area media, area per il pubblico), poste in adiacenza alla stazione di partenza della seggiovia esistente, sul piazzale, in prossimità del ponte esistente ed in sponda sinistra orografica, fronte trampolini.

In sede di progetto definitivo è opportuna la predisposizione di elaborati progettuali adeguati inerenti le opere in questione, per le quali, ad oggi, si hanno solo indicazioni planimetriche.

Si richiama infine che saranno oggetto di autorizzazione ai sensi del D. Lgs.490/99, le sole opere per le quali saranno trasmessi i progetti definitivi per l’attivazione della conferenza definitiva ai sensi della L.285/2000.

13. In conclusione, rispetto agli aspetti paesaggistici, sia ai fini della fase di specificazione dello Studio di impatto ambientale ai sensi dell’art.11 della L.R.40/98, sia ai fini dell’iter autorizzativo previsto dalla L.285/2000 si richiede in sede di presentazione della progettazione definitiva relativa all’impianto di trampolino per il salto con gli sci, ai fini della valutazione delle opere ai sensi del D.Lgs. 490/99, la predisposizione di elaborati progettuali e di documentazione a corredo quale :

* la predisposizione di un progetto di inserimento paesaggistico delle strutture in oggetto, che individui gli interventi di mitigazione paesaggistica da realizzare e le operazioni più generali di riqualificazione ambientale e paesistica dell’intero contesto di intervento, comprensivo degli edifici esistenti e della fascia fluviale;

* ampia documentazione fotografica di tipo puntuale e panoramico, relativa agli ambiti interessati da ogni singolo intervento e predisposta in modo da consentire la comparazione, mediante l’inserimento virtuale delle opere previste, tra lo stato attuale e le modificazioni prodotte al contesto paesaggistico- ambientale con l’inserimento delle strutture olimpiche.

* elaborati relativi alle sezioni di progetto predisposti in scala opportuna, al fine di poter valutare le soluzioni progettuali adottate, rispetto all’andamento morfologico del versante, alla sistemazione del piazzale, all’ambito fluviale, nonché relative alle aree in sponda sinistra, prospicienti il fronte di intervento e interessate da opere accessorie, relative ad ogni singolo intervento e all’assetto complessivo e finale dell’area ;

* planimetria della copertura vegetazionale riferita allo stato attuale ed ulteriore planimetria che comprenda le soluzioni progettuali previste;

* elaborati progettuali relativi alle operazioni di rimboschimento compensativo, che deve essere attuato in riferimento alle prescrizioni VAS ed ai sensi del D.Lgs 227 del 18.05.01;

elaborati di progetto completi per tutte le opere principali e per le opere accessorie indicate nella planimetria generale.

E - Siti di Importanza Comunitaria

1. Gli interventi relativi alla realizzazione dell’impianto di trampolino per il salto con gli sci e delle opere ad esso collegate interferiscono con due Siti di importanza comunitaria (SIC), individuati ai sensi della direttiva 92/43/CEE del 21 maggio 1992 (“Habitat”), ossia :

* S.I.C. “Area boscata tra Pourrieres e Laval” cod. IT1110068: interessato dai trampolini e dalle strutture ad essi connesse;

* S.I.C. “Sorgenti e primo tratto del Chisone” cod. IT1110069: interessato dalla realizzazione del bacino di accumulo (B12) e di altre strutture a Pattemouche.

La stessa Direttiva comunitaria prevede che qualunque piano o progetto che possa avere incidenze significative su tali siti, singolarmente o congiuntamente ad altri piani e progetti, formi oggetto di una opportuna valutazione d’incidenza, tenendo conto degli obiettivi di conservazione dei medesimi.

L’articolo 5 del d.p.r. n. 357 del 8 settembre 1997, “Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche” demanda alle autorità competenti allo svolgimento della procedura di Valutazione d’impatto ambientale la valutazione degli effetti che i progetti possono avere sui siti di importanza comunitaria e sulle zone di protezione speciale, tenuto conto degli obiettivi di conservazione dei medesimi. Nel caso in cui i progetti si riferiscano ad interventi ai quali si applica la procedura di valutazione di impatto ambientale, la valutazione di incidenza è ricompresa nella stessa VIA.

2. In base a quanto previsto dall’articolo 6 della direttiva 92/43/CEE e dall’articolo 5 del d.p.r. n. 357 del 8 settembre 1997, al fine di valutare l’incidenza che un progetto può avere su un sito di importanza comunitaria, il proponente del progetto deve presentare all’autorità competente allo svolgimento della procedura di V.I.A. una relazione documentata per individuare e valutare i principali effetti che il progetto può avere sul sito, tenuto conto delle emergenze naturalistiche che hanno portato all’individuazione di tale sito e degli obiettivi di conservazione del medesimo.

La relazione deve fare riferimento ai seguenti contenuti:

Descrizione delle caratteristiche del progetto con riferimento:

- alle tipologie delle azioni e/o delle opere;

- alle dimensioni e/o all’ambito di riferimento;

- alle complementarietà con altri progetti;

- all’uso delle risorse naturali;

- alla produzione di rifiuti;

- all’inquinamento e ai disturbi ambientali;

- al rischio di incidenti per quanto riguarda le sostanze e le tecnologie utilizzate.

Descrizione delle interferenze del progetto sul sistema ambientale considerando:

- le componenti abiotiche;

- le componenti biotiche;

- le connessioni ecologiche.

Dati e informazioni di carattere ambientale, territoriale e tecnico, in base ai quali sono stati individuati e valutati i possibili effetti che il progetto può avere sull’ambiente e le misure che si intendono adottare per ottimizzarne l’inserimento nell’ambiente e nel territorio circostante, con riferimento alle soluzioni alternative tecnologiche e localizzative considerate ed alla scelta compiuta.

3. Nella fase di progettazione definitiva delle opere devono essere indicate la localizzazione, l’estensione, le tipologie e le modalità di esecuzione degli interventi di compensazione previsti.

Nel caso in cui gli interventi di compensazione (miglioramento di pascoli e di superfici boscate, sistemazione di luoghi alterati dalle piste, dalle prese d’acqua e da altri interventi pregressi, ripristino di corridoi ecologici e delle connessioni ecosistemiche) siano effettuati nell’ambito di siti di importanza comunitaria e di aree protette, gli interventi devono essere progettati e realizzati in accordo con i soggetti deputati istituzionalmente alla gestione di tali aree, prendendo in considerazione tutte le componenti vegetali ed animali dell’ecosistema e non solo in ottica “forestale” o “pastorale”. Tali interventi devono infatti avere anche la finalità di recuperare e migliorare gli habitat necessari per la fauna pregiata locale.

I costi degli interventi di mitigazione e di compensazione devono essere compresi nei costi di realizzazione dell’opera, costituendone una delle condizioni di fattibilità.

In conclusione, si richiede il puntuale rispetto in sede di prossima predisposizione dello Studio di impatto Ambientale e della progettazione definitiva, di tutto quanto sopra specificato e previsto dalle norme vigenti in materia.

F - Recupero, mitigazione e compensazione ambientale

1. La documentazione dovrà essere corredata di una chiara rappresentazione e collocazione planimetrica degli interventi di recupero ambientale previsti per il consolidamento e la sistemazione superficiale dei terreni, nonché per il contenimento e la mitigazione dell’impatto ambientale e per il reinserimento paesaggistico dei luoghi alterati durante i lavori e delle infrastrutture edificate, con il corredo di particolari costruttivi delle opere progettate e delle necessarie valutazioni sul dimensionamento e sulle verifiche di stabilità delle opere di sostegno impiegate negli interventi di recupero e sistemazione (palificate doppie, terre rinforzate, scogliere ecc.): le stesse opere di recupero devono essere chiaramente individuabili nel computo metrico di progetto. Per le stesse opere di recupero e sistemazione dei terreni dovrà essere inoltre illustrato un dettagliato piano di manutenzione.

2. Nella redazione dello studio di impatto ambientale e degli elaborati progettuali devono trovare recepimento le prescrizioni generali e le azioni di contenimento, mitigazione e compensazione indicate nel capitolo 5 del volume II dello Studio di Compatibilità Ambientale proposto dal TOROC ed esaminato in sede di Valutazione Ambientale Strategica;

3. Il progetto deve essere completo - sia in termini di identificazione e collocazione degli interventi, nonché come previsione economica nella logica di internalizzazione dei costi - della previsione, di cui alla Valutazione Ambientale Strategica D.G.R. n. 45 - 2741 del 09.04.2001, di interventi di compensazione per superfici adeguate dell’ordine di 10 volte le aree occupate dall’opera principale e da quelle ad essa funzionalmente legate, siano esse definitive o provvisorie, comportanti operazioni di sistemazione e miglioramento forestale e/o reperimento di aree di rimboschimento nel territorio montano circostante, da concordare con gli Enti territorialmente interessati e con gli organi deputati istituzionalmente alla gestione delle aree protette locali, anche con la finalità di recuperare e migliorare gli habitat necessari per la fauna pregiata presente nel contesto vallivo.

G - Bilancio, reperimento e gestione degli inerti

1. Si richiede che in fase di progetto definitivo siano specificate ulteriormente le caratteristiche litologiche e granulometriche del materiale da estrarre e quantificate con maggiore dettaglio le volumetrie di inerti pregiati prodotte, indicando se sono sufficienti a soddisfare tutte le esigenze del cantiere, senza apporto di inerti pregiati dall’esterno. Al fine inoltre di valutare l’idoneità al riutilizzo del materiale scavato, deve essere indagata la possibile presenza di minerali fibrosi, derivanti dalle rocce del Complesso dei Calcescisti e Pietre Verdi (in particolare Serpentinite), effettuando analisi a campione sul materiale movimentato.

2. Con riferimento a quanto stabilito dalla V.A.S. in merito alla predisposizione del Piano degli Inerti, si ritiene che il progetto debba comprendere, quale parte sostanziale, lo specifico piano di reperimento dei materiali litoidi redatto in conformità del citato Piano degli inerti, il cui obiettivo è garantire il minor impatto possibile conseguente alla movimentazione di inerti nonché ottenere lo scopo di ridistribuire il materiale litoide tra le molteplici opere pubbliche attivate, sia direttamente che con rapporto di connessione, per lo svolgimento dei giochi olimpici. I singoli piani di reperimento del materiale litoide dovranno essere comunicati al Comitato per l’Organizzazione dei Giochi Olimpici che provvederà ad adeguare ed aggiornare il Piano degli Inerti globale. Il piano di reperimento del materiale litoide, da allegare comunque al progetto esecutivo, ai fini dell’approvazione contestuale così come previsto dal 2° comma dell’art. 1 della l.r. 3 dicembre 1999 n. 30, dovrà tener conto delle seguenti condizioni generali che si ritengono comunque necessarie per una corretta utilizzazione delle risorse:

* l’esecuzione dei lavori, ancorché suddivisi per lotti, avvenga comunque con inizio dalle parti ove sono previsti scavi al fine della compensazione in loco dei materiali;

* ove sia necessario il reperimento di ulteriore materiale, oltre a quello proveniente dagli scavi effettuati per la stessa opera, sia privilegiato il materiale in esubero derivante interventi interessanti l’evento olimpico;

* in caso di ulteriore necessità, oltre a quanto previsto dal precedente punto 2, sia privilegiato, ai sensi del 3° comma dell’articolo 1 della l.r. 30/1999, l’approvvigionamento di materiali costituenti sfridi di lavorazione di cave in attività senza intaccare discariche già avviate alla rinaturalizzazione;

* ove sia necessaria l’apertura di nuove cave, ove cave già autorizzate non siano in grado di soddisfare le richieste di materiale, i relativi progetti di coltivazione dovranno essere redatti in conformità alle previsioni del Documento di Programmazione delle Attività Estrattivi e sottoposti tempestivamente, fatti salvi i casi di esclusione automatica, alle procedure di cui alla l.r. 40/1998.

3. La eventuale necessità di provvedere allo smaltimento di materiali inerti in esubero dovrà essere attentamente prevista e valutata: tali inerti devono infatti trovare sistemazione - in ossequio alle prescrizioni generali della VAS, nonché secondo le linee guida del “Piano degli inerti” trasmesso dal TOROC con nota prot.n. 784/2001 del 30.11.2001 e nel rispetto della vigente normativa in materia di rifiuti che ascrive al Comune e alla Provincia le competenze in materia gestionale ed autorizzativa - attraverso attività di riuso il più possibile in zone limitrofe al cantiere nell’ambito di interventi appositamente progettati e finalizzati alla ricostruzione della morfologia di luoghi alterati, o devono essere soggetti a recupero e conseguente riutilizzo previa opportuna selezione, limitando alle sole fasi di cantiere l’uso di aree di deponia temporanea ed evitando stoccaggi provvisori di tali materiali. Tali inerti in alternativa potranno essere collocati in discariche individuate già in fase progettuale in accordo con gli Enti locali territorialmente interessati. Pare evidente nel riprendere considerazioni del succitato piano degli inerti che le soluzioni scelte implicano a monte ragionamenti di tipo ambientale sui siti interessati, sulle eventuali distanze di trasporto da percorrere, nonché di tipo economico sui costi derivanti e da opportunamente prevedere nella quantificazione finanziaria delle opere.

4. Perplessità nascono dalla identificazione di un sito, destinato all’accumulo di materiali di scavo e di scotico da riutilizzare nei lavori stessi, posto in sinistra orografica in posizione antistante il versante degli ipotetici trampolini: la sua collocazione nella zona residenziale dell’abitato del Comune di Pragelato comporterebbe indubbiamente quantomeno probabili fenomeni di alterazione qualitativa della componente atmosferica ed acustica con notevole disturbo, vista la vicinanza dei recettori: si richiede che sia attentamente valutata la possibilità di reperire un sito alternativo.

H - Componenti ambientali particolarmente interessate e loro monitoraggio

Si ritengono utili e si prende atto delle indicazioni metodologiche esplicitate nell’elaborato denominato “Progetto preliminare - Impatto ambientale, studio di prefattibilità ambientale”, ai fini della indagine e valutazione delle componenti vegetazione, fauna, ecosistemi, sistema forestale, atmosfera, rumore. Ciò premesso, dalla documentazione presentata ed in base a quanto potuto osservare sul sito è possibile formulare le seguenti considerazioni:

1. L’opera comporta un notevole impatto sulle componenti vegetazionali e faunistiche presenti: oltre alla sottrazione di superficie forestale, vi è l’impatto sulla fauna determinato dall’interruzione del corridoio ecologico rappresentato dal versante su cui sorgerà l’impianto, dalla sottrazione risorse alimentari per la fauna ungulata e per quella tipica alpina, nonché dalle attività di cantiere e di esercizio dell’impianto sportivo in termini inquinamento acustico e luminoso e in generale di ulteriore antropizzazione dei luoghi. Si ritiene che lo Studio di impatto ambientale debba contenere un’indagine di dettaglio sulla vegetazione e sulla fauna presente nell’area vasta interessata, che curi gli aspetti fisionomici, strutturali, floristici e vegetazionali della componente vegetale, nonché faunistici, supportata dalla produzione di un’idonea cartografia in scala 1:10.000 ricomprendente tutta l’area vasta interessata dal complesso degli interventi e che costituisca la base per la proposta degli interventi di recupero, mitigazione e compensazione di cui al precedente punto E.

2. Si riscontra la concreta possibilità di un forte impatto dovuto all’interferenza di polveri, rumore e vibrazioni generate dalle attività cantiere, e di quelle ad esse connesse, con possibile pregiudizio della qualità della vita umana considerata la estrema vicinanza dell’abitato del Comune di Pragelato. Fatta salva quindi la completa trattazione dei contenuti dello Studio di impatto ambientale di cui all’art. 5 della L.R. 40/1998 e nel conseguente rispetto dell’all. D della medesima legge, a fronte di quanto sopra evidenziato il proponente deve effettuare una serie di valutazioni e previsioni dei possibili impatti, anche in relazione a scenari critici, che orientino sin da subito all’adozione di specifiche misure di mitigazione, e attuare uno specifico sistema di monitoraggio delle componenti interessate durante le fasi di cantiere, onde evitare il superamento di valori soglia imposti dalla normativa vigente e come tali non derogabili. Lo studio dovrà quindi evidenziare le fonti generatrici degli impatti e dei livelli di disturbo (anche in relazione all’orario di lavorazione del cantiere), individuare i recettori degli impatti e prevedere le misure volte a ottenere il minimo disturbo nei confronti degli stessi. In particolare per la componente rumore si richiede quanto segue:

* corretta individuazione nelle planimetrie di progetto delle sorgenti di emissione di rumore più rilevanti ed i punti delle misurazioni;

* localizzazione dei recettori (compresi eventuali insediamenti abitativi isolati) su carta tematica in scala 1:1.000 e loro descrizione comprensiva della tipologia del ricettore, della distanza dall’impianto, dell’altezza di gronda, del numero di piani abitati e di documentazione fotografica;

* descrizione delle caratteristiche tecniche dei macchinari utilizzati per la realizzazione dell’impianto e delle infrastrutture di trasporto di accesso all’impianto, nonché, come già detto, delle eventuali opere di mitigazione previste rispetto alle attività di cantiere.

3. Particolare attenzione dovrà essere rivolta alle problematiche di mobilità locale e valliva connesse con l’aumento del traffico veicolare presente conseguente le attività di cantiere: tali valutazioni del proponente, che dovranno tra l’altro contenere la previsione di scenari critici e la soluzione degli impatti derivanti, dovranno essere correlate con il “Piano complessivo della mobilità sostenibile” previsto nell’ambito del “Programma di attività relativo agli adempimenti in materia ambientale per la realizzazione del programma olimpico” sottoscritto e pubblicato sul B.U.R.P. 2° supplemento al n. 37 del 12/09/2001, coordinando e considerando la coesistenza delle varie attività che hanno ed avranno luogo nel contesto vallivo e mitigando nel complesso la sommatoria degli impatti derivanti in termini di rumore, inquinamento atmosferico e incidenza sulle attività socio - economiche - turistiche esistenti.

4. Per ciò che concerne l’aspetto viabilistico e di accesso alle strutture :

* gli elaborati del progetto definitivo illustrino dettagli sulla soluzione che si intende adottare in corrispondenza del nodo di intersezione della ex S.S. n. 23 e la viabilità di accesso al “parcheggio di attestamento per il pubblico” posto in direzione Torino-Pinerolo da ritenersi un punto critico per i diversi flussi di traffico (lungo la ex S.S. 23 e di entrata/uscita dal parcheggio).

* Il proponente fornisca informazioni in merito alla regolamentazione dei flussi di traffico che dalla ex S.S. 23, traversa interna, accedono e rientrano dalle aree individuate come: parcheggio vip, parcheggio staff tecnico e parcheggio media. Nella zona indicata potrebbero verificarsi scompensi che possono pregiudicare il libero transito dei mezzi di soccorso

5. Lo studio di impatto ambientale dovrà contenere un esame dettagliato delle possibilità di contaminazione delle matrici suolo, sottosuolo, acque sotterranee, acque superficiali a causa delle attività di cantiere e di quelle ad esse connesse. Tale sezione dovrà inoltre descrivere le misure e gli accorgimenti atti ad evitare sversamenti, accumuli, scarichi di sostanze inquinanti ed altre azioni che possano creare situazioni di contaminazione e di conseguente riduzione delle caratteristiche qualitative e quantitative delle matrici ambientali. Nel caso in cui, da tale studio risulti la possibilità, anche accidentale, di pregiudizio di tali matrici, lo studio dovrà illustrare i sistemi di intervento nelle ipotesi di manifestarsi di situazioni di emergenza.

I . Bilancio energetico

1. Nell’ambito dello Studio di impatto ambientale dovranno essere inseriti e commentati i dati relativi alle previsioni di consumo energetico e di impegno di potenza determinati dai nuovi impianti connessi alle opere progettate, anche con riferimento all’attuale bilancio energetico locale.

L . Opere per l’approvvigionamento e lo stoccaggio dell’acqua

1. In relazione alla rappresentazione nell’elaborato cartografico denominato “Planimetria di inquadramento territoriale U9 00 I 22 AR 04 00" del bacino in località Pattemouche denominato con la sigla B12 - funzionale all’innevamento dell’area trampolino, della pista da fondo e alla ricarica del bacino nell’area di Sestriere denominato ”Anfiteatro" B3 -, si segnala, a fronte anche dell’esame delle informazioni fornite con lo Studio di fattibilità relativo all’innevamento programmato redatto dall’Agenzia Torino 2006, un effettivo aumento della capacità di invaso totale dei bacini previsti nell’area di Pragelato o ad essi funzionalmente collegati. Infatti il bacino B12 - previsto dal Programma olimpico esaminato in sede di V.A.S. di capacità di invaso pari a 5.000 m3 - è ora di dimensioni pari a 30.000 m3, mentre il citato bacino B3 “Anfiteatro” è passato da 29.000 m3 (Programma olimpico / V.A.S.) a 15.000 m3: in sintesi, la capacità di invaso totale rappresentata dal B12 e dal B3 è passata da 34.000 m3 a 45.000 m3. Tali previsioni vanno evidentemente ponderate sulla base della prescrizione generale della V.A.S. di assicurare l’innevamento artificiale solo al fine dello svolgimento dell’evento olimpico, Considerato che l’area dell’anfiteatro è, più di altre, notoriamente caratterizzata da un innevamento naturale buono e persistente e che la limitrofa pista di gara è già dotata di innevamento artificiale.

2. Gli elaborati progettuali relativi al succitato bacino denominato con la sigla B12 - nonché di quello identificato con la sigla B3 se ritenuto opera necessaria all’evento olimpico -, alle condotte di adduzione e a eventuali interventi sulla derivazione già in essere sul Torrente Chisone, citata a pag. 2 dell’elaborato denominato “Relazione tecnica - Assetto impiantistico- Reti tecnologiche” e per la quale occorrono infatti maggiori informazioni tecniche, ambientali ed amministrative, dovranno far parte integrante della documentazione presentata ai fini dell’espressione del parere della Conferenza Definitiva. Unitamente alla documentazione progettuale dovrà essere prodotto un apposito disciplinare di gestione operativa degli invasi proposti che identifichi quanto meno la cadenza delle ricariche - anche in condizioni di massima criticità idrica e di massima utenza - la tempistica e la stagionalità delle stesse, nonchè definisca planimetricamente in modo univoco le aree servite in termini di innevamento e le loro caratteristiche (estensione, spessore del manto nevoso da ottenere ecc.).

3. Sussiste in progetto una ipotesi di captazione secondaria consistente in una presa da acque superficiali del Torrente Mendie sita nel Comune di Pragelato, con prelievo da due ipotetiche sezioni, funzionale allo scopo idroelettrico (tramite centrale sita nel Comune di Pragelato e gestita dallo stesso Comune) e, in secondo luogo, all’approvvigionamento idrico estivo dell’impianto in oggetto al fine di permetterne l’uso anche in assenza di neve. Si osserva che ai sensi della vigente normativa nazionale in materia (L. 36/94) gli anzidetti prelievi, che dall’analisi effettuata non rispettano i limiti di Deflusso Minimo Vitale attualmente stabiliti, sono da subordinare ad un eventuale uso prioritario idropotabile, per il quale occorrerebbe quindi una specificazione progettuale tesa a documentare la situazione idropotabile del Comune di Pragelato in presenza e/o in assenza di prelievi idrici in concomitanza dell’evento olimpico e comunque nel rispetto dei parametri ambientali in caso di prelievo. Ciò premesso, non viene valutata nessuna “necessità” di attivare tale captazione ai fini dell’impianto del trampolino olimpico in quanto la produzione di energia elettrica non è direttamente collegata alla struttura, non è presente nessun dichiarato deficit energetico e l’approvvigionamento idrico estivo può provenire senza difficoltà dalla captazione “Pattemouche” tramite le stesse modalità previste per l’innevamento programmato, ovviamente superfluo durante il periodo estivo.

4. Considerato che il comparto idrico superficiale sarà interessato da nuove captazioni, che è previsto dal progetto il rifacimento del ponte stradale situato sul Torrente Chisone a valle dell’area utilizzata dall’impianto, che è allo studio, ai fini della valutazione del rischio idrogeologico dell’area, il posizionamento in una sezione adeguata di una stazione di monitoraggio a soglia fissa con il compito di avviso precoce dei fenomeni di piena, si ritiene di suggerire di studiare l’integrazione di detta stazione con anche sensori di rilevamento dei fenomeni di magra ai fini di controllo della disponibilità idrica nei momenti di maggiore criticità. Tale richiesta si trova in accordo con i piani di monitoraggio ambientale previsti per il comparto idrico del comprensorio olimpico.

M - Documentazione fotografica

1. Si evidenzia che la documentazione presentata risulta essere privo di documentazione fotografica. Al fine di una più chiara esposizione e conseguente comprensione del progetto e delle sue ricadute sul territorio, si richiede che sia dedicata un’apposita sezione alla rappresentazione fotografica del sito, con riferimento sia alle aree interessate dalle strutture previste, sia alle aree adibite a cantiere. Si ritiene inoltre utile che siano fornite rappresentazioni della situazione prevista ad intervento finito (foto - inserimenti), con immagini comprensive anche delle opere provvisorie, prima e dopo il loro smantellamento.

N - Aspetti urbanistici

1. Con riferimento al quadro completo degli strumenti di pianificazione e urbanistici vigenti (Piano Territoriale Regionale, Piano Paesistico di Pragelato, Piano Regolatore Generale Comunale, Variante ex art. 17/7c L.R.56/77 e s.m.i. approvata con D.C.C. n. 38 del 28/8/2000) occorre indicare per ciascuno degli interventi previsti se risultano conformi o in contrasto con la strumentazione vigente anche in relazione alle specifiche norme di attuazione. A tal proposito risulta necessario evidenziare le specifiche perimetrazioni degli ambiti di intervento interessati in riferimento alle tavole di PRG ovvero le indicazioni planimetriche di ogni intervento dovranno risultare puntualmente sovrapponibili con le tavole di piano.

2. Da un esame della documentazione trasmessa si evince che le aree interessate paiono risultare le seguenti:

“Ats3 area turistico sportiva” - art. 22 delle NTA e Tabella n. 9 di piano - (tale area contiene la zona a parcheggio pubblico “S30" ed è adiacente all’area ”S25" anch’essa a parcheggio pubblico).

“Aas area agricola di interesse sportivo” - art. 20b della NTA e Tabella n. 6 di piano (modificata con DCC n. 38 del 28.8.2000).

“Aa aree agricole produttive” - art. 20 e 20a delle NTA

“Aac1 area per campeggi” - art. 22ter - 28 - 29 delle NTA.

“Aatp area di tutela paesistica” - art. 20d - 28 - 29 delle NTA.

“S6 area per servizi a parcheggio pubblico” - art. 24 - 28 - 29 delle NTA.

“S24 area per servizi verde sport e attrezzature di interesse comune” - art. 24 delle NTA.

“S25 area per servizi a parcheggio pubblico” - art. 24 delle NTA.

“S30 area per servizi a parcheggio pubblico” - art. 24 delle NTA.

“S33 area per servizi verde sport e attrezzature di interesse comune” - art. 24 delle NTA.

“S55 area per servizi a parcheggio pubblico e area per servizi verde sport e attrezzature di interesse comune” (comprensiva della caserma dei Carabinieri) - art. 24 delle NTA.

3. Alla luce della documentazione presentata, nei limiti derivanti dalla mancanza di dettagli planimetrici sopra richiamati, emerge il seguente quadro di congruenza urbanistica degli interventi proposti, da considerare ai fini dello sviluppo delle elaborazioni progettuali richieste in sede di conferenza definitiva anche in relazione alle specificazioni segnalate ai punti successivi in merito ai carichi urbanistici indotti e alle necessità di variante:

Interventi corredati di progetto preliminare:

* Le strutture dei trampolini comprensive degli edifici di accesso e della torre dei giudici ricadono in area Aas: vi è conformità rispetto alle previsioni di piano che individua l’area per impianti sportivi e attrezzature accessorie.

* La seggiovia a servizio dei trampolini ricade in area Ats3 e Aas: risulta conforme rispetto alle previsioni di piano.

* Opere di presa sul Torrente Mendie ricadono in area Aas: risultano parzialmente compatibili con le previsioni di piano in quanto si configurano come impianti tecnologici anche se non parrebbero direttamente correlate all’impianto sportivo principale; va sottolineato tuttavia che la loro realizzazione potrebbe ingenerare la previsione di idonee fasce di rispetto.

* Le strade di servizio ai trampolini ricadono in area Aas e Ats3: anche se non esplicitamente previste si riconducono alle strutture accessorie agli impianti sportivi e pertanto assentibili rispetto alle previsioni di piano.

* L’edificio polifunzionale (albergo, ristorante ecc,) ricade in area Ats3: sebbene l’area sia destinata anche ad insediamenti turistico-ricettivi, le volumetrie previste, peraltro non calcolate, non paiono risultare conformi rispetto alle previsioni di piano e non sono stati altresì perimetrati gli standard relativi a detta struttura; l’attuazione dell’area risulta inoltre assoggettata alla stesura di un preventivo strumento urbanistico esecutivo.

* La passerella pedonale sul Torrente Chisone rappresenta una nuova previsione urbanistica e pertanto non è conforme rispetto alle previsioni di piano.

Interventi non corredati di progettazione preliminare:

* La vasca di raccolta acque limitrofa all’edificio polifunzionale ricade in area Ats3: risulta compatibile con le previsioni di piano in quanto si configura come impianto tecnologico accessorio agli impianti e strutture previste nell’area.

* La piattaforma di arrivo, area atleti e per il pubblico ricadono in area Ats3 e in area S30: risultano compatibili per la parte in area Ats3, non conformi nella parte che si sovrappone all’area S30 destinata attualmente a parcheggio pubblico.

* La zona di ingresso pubblico e biglietteria ricade in area S33: risulta in parte compatibile con le previsioni di piano.

* Nulla è specificato in dettaglio per la ricostruzione del ponte esistente.

* L’area per parcheggi media e per l’atterraggio elicotteri di soccorso si sovrappone all’area S25, ed in parte ricade lungo la sponda del Torrente Chisone: risulta conforme per le parti in area S25, non conforme per le altre parti.

* L’area per parcheggio vip ricade in area Aa e si sovrappone in parte alla fascia di rispetto stradale: risulta non conforme rispetto alle previsioni di piano.

* L’area per parcheggio staff tecnico ricade in area S24: attualmente non conforme con le previsioni di zona che la destinano ad altro tipo di servizio pubblico.

* Il parcheggio in località Pattemouche ricade in parte all’interno dell’area S6 ed in parte si sovrappone all’area Aac1 e alla sponda del del Torrente Chisone: risulta conforme per la parte in zona S6, non conforme per le altre parti.

* Il bacino idrico in località Pattemouche ricade in area Aatp e all’interno del perimetro del piano paesistico: attualmente non conforme con le previsioni di piano.

* Il parcheggio in frazione Ruà ricade in area S55: in parte conforme, in parte insiste su un ambito destinato ad altro tipo di servizio pubblico.

3. La realizzazione degli impianti per il salto con gli sci e le strutture annesse tendono a configurare una nuova polarità all’interno del territorio comunale; tale scelta, in qualche misura, era già stata prefigurata dall’Amministrazione Comunale di Pragelato individuando la zona in oggetto come ambito di potenziamento degli impianti sportivi e dell’accoglienza turistica.

Le previsioni per gli interventi olimpici pertanto non influenzano in modo sostanziale l’impostazione generale dell’assetto del territorio sotto il profilo delle destinazioni urbanistiche, anche in relazione alla previsione di spazi pubblici che paiono coincidere nella maggior parte dei casi con ambiti già destinati a scopi pubblici.

Le valutazioni principali quindi si possono concentrare sugli aspetti dimensionali degli interventi in progetto sulla previsione del carico indotto dalla presenza di dette strutture sia relativamente al periodo olimpico, sia in previsione futura.

Risulta opportuno che lo sviluppo progettuale dei vari interventi previsti sia tale da consentire una specifica analisi in termini di: superfici impegnate, volumetrie da realizzare, carichi urbanistici indotti, tutto ciò anche in funzione della predisposizione delle varianti urbanistiche ai sensi della L.285/2001. Lo sviluppo progettuale di tutti gli ambiti oggetto di intervento consente infatti di valutare in termini complessivi le ricadute urbanistiche degli interventi previsti e rende possibile l’aggiornamento complessivo delle previsioni urbanistiche di piano regolatore; risulta in ogni caso necessario definire, in merito agli interventi non corredati da progetto preliminare, il dimensionamento delle strutture previste, con particolare riferimento ai parcheggi pubblici (dimensionando in modo specifico la superficie occupata, il numero di posti, in relazione alle esigenze previste), valutandone la congruenza rispetto alle perimetrazioni di PRG, anche in relazione al Piano della mobilità che dovrà fornire elementi per l’espletamento delle fasi previsionali e progettuali. Tali elementi sono indispensabili per poter valutare l’effettivo carico urbanistico derivante dalla realizzazione delle opere e la congruità delle previsioni avanzate. Risulta altresì necessario provvedere alla progettazione dell’ambito specifico impegnato dalle strutture del trampolino in modo da valutare con chiarezza l’effettiva variazione del regime dei suoli ed il dimensionamento delle aree pubbliche previste o da prevedere, nonché alla definizione delle eventuali fasce di rispetto per gli impianti tecnologici e/o per gli invasi previsti. Per quanto concerne, in particolare, gli interventi oggetto della progettazione preliminare, si segnala la necessità di provvedere alla definizione volumetrica degli edifici previsti in modo da verificare e/o modificare gli attuali parametri di zona vigenti, anche in relazione alle modalità attuative previste dal PRG.

In particolare per l’edificio polifunzionale risulta necessario definire la volumetria prevista, stabilire le modalità attuative, nonché provvedere all’individuazione degli standard ad esso pertinenti (parcheggi pubblici - nonché privati - e altri servizi in relazione alla capienza insediativa della struttura, attualmente non segnalati) e alla viabilità di accesso allo stesso.

Stanti infine le dimensioni di tale edificio si ritiene opportuno che l’indice di zona risulti saturato in seguito alla realizzazione degli interventi previsti.

4. Si evidenzia la necessità che, nell’ambito della conferenza preliminare di cui all’art. 9, L.285/2000, si tengano in debito conto le osservazioni, le indicazioni e le prescrizioni formulate nella nota della Direzione Regionale Pianificazione e Gestione Urbanistica (Vd. par. 2.5 - 2.5.1 di detta nota) che collegano, in modo specifico, le ricadute urbanistiche derivanti dalla presente fase di specificazione ex art. 11, L.R. 40/98.

O - Mobilità sostenibile

1. In relazione agli aspetti di mobilità la Valutazione Ambientale Strategica ha richiesto la redazione del Piano Complessivo della Mobilità Sostenibile, previsto per il 31.12.2001 ma non ancora presentato, pertanto risulta difficoltoso fornire specificazioni e indicazioni coerenti rispetto ad un livello di compatibilità complessivamente da definire.

In relazione agli indirizzi contenuti nella V.A.S. si rileva che la documentazione progettuale presentata non fornisce elementi riconducibili ai contenuti del previsto “piano complessivo di mobilità sostenibile, riferito al periodo olimpico anche in funzione dello scenario post-olimpico che consenta il ricorso privilegiato al trasporto collettivo con interscambi fra trasporto su rotaia e trasporto su gomma e il ricorso, per il trasporto su strada, di flotte pubbliche e mezzi a basso tasso di inquinanti, anche sperimentali ad elevata tecnologia” (lettera h, del punto 1); analogamente nessun riferimento è stato dato relativamente alla necessità di dare “garanzia dell’accesso ai disabili atleti e non atleti siti di gara, ai mezzi di trasporto pubblico e alle strutture di accoglienza.” (lettera p, punto 1).

Sempre nella V.A.S. al punto 10.2, a cui si rinvia, vengono date le prescrizioni attinenti alla mobilità e la viabilità e, nello specifico al punto 10.2.3, sono fornite indicazioni per lo sviluppo dei progetti sotto questo aspetto.

Nell’auspicare la sollecita presentazione del Piano Complessivo di Mobilità Sostenibile si richiede, ai fini della predisposizione dello Studio di impatto ambientale e della progettazione definitiva dell’impianto di trampolino per il salto con gli sci, l’adeguamento dei progetti allo stesso.

2. Nello specifico si rileva che la documentazione presentata appare, sotto il profilo della mobilità, decisamente carente prevedendo un solo elaborato specifico (cod. U9_00_P_20_RT_05_00) avente per titolo Relazione Tecnica Assetto Infrastrutturale Stradale nel quale si prevedono due tracciati stradali: la strada di accesso alla torre dei giudici, e la strada di accesso alla zona delle partenze.

Nella tavola U9_00_P_22_ar_04_00 si indicano due parcheggi di attestamento in località Pattemouche, e nel Comune di Pragelato con collegamenti mediante navetta alla zona degli impianti. Di tali parcheggi non sono descritte nè indicate le potenzialità che dalle tavole risulterebbero stimabili attorno ai 1.200 posti auto, probabilmente insufficienti nel periodo delle manifestazioni olimpiche.

Tenuto conto delle prevedibili notevoli differenze numeriche fra gli spettatori presenti nell’evento olimpico (che dalla lettura degli altri elaborati di progetto si prevede arrivino a 3.000 posti nelle tribune pari al 15% di pubblico potenziale che quindi potrebbe arrivare alle 20.000 persone) rispetto agli anni successivi (e precedenti) si ritiene opportuno valutare, con attenzione, il dimensionamento delle aree di parcheggio permanenti e temporanee per il solo periodo della manifestazione.

Più in generale manca una previsione delle affluenze previste e di quella compatibile nei 5 giorni non consecutivi di competizione olimpica e nei periodi successivi e precedenti ed in fase post-olimpica.

Si rileva l’indispensabilità di tale analisi anche in previsione dell’approvazione del Piano della Mobilità e della sua attuazione, in particolare per definire la potenzialità di accoglienza di visitatori che utilizzano il mezzo privato e/o il mezzo pubblico.

3. Come previsto nella VAS, dovrà essere valutato l’impatto ambientale (inquinamento atmosferico e acustico) prodotto dal traffico anche di attraversamento dell’ambito urbano Comunale visto il percorso di scorrimento veicolare che lo attraversa.

Opportuna inoltre una previsione degli interventi per la gestione del traffico eccedente i limiti di accoglienza.

Per ciò che concerne l’aspetto viabilistico e di accesso alle strutture:

* gli elaborati del progetto definitivo devono illustrare dettagli sulla soluzione che si intende adottare in corrispondenza del nodo di intersezione della ex S.S. n. 23 e la viabilità di accesso al “parcheggio di attestamento per il pubblico” posto in direzione Torino-Pinerolo da ritenersi un punto critico per i diversi flussi di traffico (lungo la ex S.S. 23 e di entrata/uscita dal parcheggio).

* Il proponente deve fornire informazioni in merito alla regolamentazione dei flussi di traffico che dalla ex S.S. 23, traversa interna, accedono e rientrano dalle aree individuate come: parcheggio vip, parcheggio staff tecnico e parcheggio media. Nella zona indicata potrebbero verificarsi scompensi che possono pregiudicare il libero transito dei mezzi di soccorso.

P - Sostenibilità economico-gestionale post olimpica

1. Per quanto concerne gli aspetti connessi con l’uso dell’impianto successivo allo svolgimento dei Giochi olimpici in relazione alla necessità di garantirne le caratteristiche funzionali e gestionali idonee sul piano economico, sociale e sportivo (come indicato dallart.3 della L.285/2000) si forniscono le seguenti specificazion.

La V.A.S. (punto 8.2 “Prescrizioni tecniche e procedurali”) stabilisce che: “I progetti preliminari degli impianti sportivi che saranno oggetto di appalto ai sensi della legge Merloni, dovranno prevedere uno studio di sostenibilità economica e finanziaria...” coerente con determinati requisiti minimi, anch’essi richiamati nello stesso punto dalla V.A.S. e a cui si rinvia nel dettaglio ai fini degli approfondimenti da sviluppare in sede di progettazione definitiva per quanto concerne gli aspetti funzionali e economico-gestionali. Si richiede che tali requisiti minimi siano specificamente considerati nella predisposizione dello Studio di impatto ambientale, coerentemente con quanto previsto dall’allegato D della L.R.40/98 relativamente al quadro programmatico dello Studio di impatto. In particolare dovrebbero essere sviluppati i seguenti aspetti:

* approfondimento dell’analisi della dinamica temporale, formulazione di ipotesi per il suo andamento futuro, stima della disponibilità a pagare dell’utenza per i beni o servizi ottenibili dalla realizzazione del progetto;

* analisi delle risorse disponibili attivate o attivabili, nonchè delle modalità (tempi e condizioni) per la realizzazione degli interventi di conversione post olimpica che possano, come indicato, migliorare la sostenibilità economica dell’opera in progetto;

* costruzione di un modello di analisi finanziaria che, per le varie alternative progettuali, consenta di effettuare:

a) calcolo dei flussi di cassa e dei principali indicatori sulla qualità finanziaria della gestione;

b) formulazione delle ipotesi gestionali che sottendono il modello finanziario;

c) verifica della sostenibilità finanziaria in un arco temporale sufficiente date le caratteristiche tecniche, economiche e gestionali del progetto;

* costruzione di un modello di analisi economica (tipo costi-benefici) in grado di valutare la convenienza dell’investimento dal punto di vista della collettività nelle varie alternative;

* sviluppo di un adeguato sistema di simulazioni (analisi di sensitività e di rischio) in grado di verificare i punti di debolezza economica e finanziaria del progetto, stimando le probabilità che si verifichino condizioni di insostenibilità economico-finanziaria. Individuazione in base ai risultati del sistema di simulazione e dell’analisi di rischio, di azioni o modifiche progettuali che permettano di ridurre la probabilità che si verifichino le condizioni di debolezza (o di rischio) sopra indicate.

2. Le problematiche connesse con le conversioni post olimpiche delle opere e la loro gestione risultano strategiche dato che interessano una percentuale preponderante delle ipotetiche entrate per sanare i costi di gestione. In quest’ottica l’analisi costi benefici di ricaduta per la collettività risulta essere indispensabile; per quanto riguarda il modello di gestione questo deve essere delineato a priori ed eventualmente interessare più impianti in un’ottica di sistema olimpico. A tal proposito può essere utile verificare formule gestionali sperimentate in occasione di altre olimpiadi e che si sono rivelate efficaci.

La presente determinazione verrà inviata al proponente ed ai soggetti interessati di cui all’articolo 9 della L.R.40/1998.

Avverso la presente determinazione è ammesso ricorso al tribunale amministrativo regionale entro il termine di sessanta giorni dalla piena conoscenza dell’atto ovvero ricorso straordinario al Presidente della Repubblica nel termine di centoventi giorni dalla piena conoscenza dell’atto.

Il Direttore Vicario
Gaudenzio De Paoli

La Determinazione Dirigenziale sopra riportata è stata già pubblicata, priva di premessa, sul Bollettino Ufficiale n. 17 del 24 aprile 2002 - Parte I (ndr)