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Bollettino Ufficiale n. 06 del 6 / 02 / 2003

Deliberazione della Giunta Regionale 27 gennaio 2003, n. 15-8260

Servizi di Sviluppo Agricolo. Programma regionale di ricerca, sperimentazione e dimostrazione agricola. Approvazione linee di indirizzo per l’anno 2003

A relazione dell’Assessore Cavallera:

1. PREMESSA

La ricerca assolve il proprio compito sociale nel momento in cui riesce a individuare gli strumenti per affrontare le sfide del futuro. Con l’inizio del 3° millennio, ai diversi livelli, si è affrontato un riordino della materia. Così la UE sta varando il 6° Programma Quadro 2002-2006 (attivo dal 1 gennaio 2003) che affronta per la prima volta il tema ambizioso e complesso di creare uno Spazio Europeo della Ricerca (SER).

Analogamente in Italia l’Università vede una progressiva crescita di autonomia dei propri Dipartimenti accompagnata da una ridistribuzione delle risorse per l’attività di ricerca.

Per questo motivo il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) è stato riorganizzato attraverso una serie di aggregazioni di strutture di ricerca che il MIUR vorrebbe rendere ancora più rigorosa con l’accorpamento in 15 -16 “macropoli” e una maggiore apertura a risorse esterne.

Nel frattempo gli ex Istituti Sperimentali del MIPAF sono in attesa di vedere attuata la realizzazione dell’Ente Unico, il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura (CRA), in attuazione del Decreto n.454 del 1999.

2. LA RICERCA AGRICOLA REGIONALE

All’interno del contesto sopra delineato anche il ruolo regionale nella ricerca agricola è cambiato. La UE riconosce alle Regioni un ruolo importante quali Istituzioni che, di dimensioni territorialmente significative e a contatto con i cittadini, mglio riescono a cogliere le esigenze dell’ambiente, della produzione e della società operante sul territorio di propria competenza. Nell’ambito della programmazione del SER viene specificatamente sottolineato il ruolo delle Regioni sia nel favorire l’aggregazione dei diversi attori locali (ricercatori, politici, imprese) sia nell’alimentare una maggiore consapevolezza della ricerca orientata ai sistemi produttivi e alle filiere.

Anche i Ministeri nazionali hanno cominciato a coinvolgere maggiormente le Regioni nella preparazione di documenti nazionali di programmazione della ricerca.

Lentamente si sta giungendo ad una migliore definizione di ruolo dei diversi soggetti che organizzano la ricerca e ne sostengono il finanziamento. I livelli comunitario e nazionale si stanno orientando verso una funzione prevalentemente programmatoria e di orientamento a temi di ampio interesse e di conoscenza di base, demandando alle Regioni il ruolo di organizzazione e di gestione della ricerca di sviluppo su tematiche applicative. In tal senso il Parlamento Italiano ha riconosciuto “la ricerca scientifica e tecnologica e il sostegno all’innovazione per i settori produttivi” quale materia di legislazione concorrente tra Stato e Regioni (art.3 della Legge costituzionale 18.10.01, n.3).

3. LA RICERCA AGRICOLA FINANZIATA DALLA REGIONE PIEMONTE

La Regione Piemonte opera nell’ambito della ricerca agricola sulla base di una legge ormai datata, la n. 63 del 1978. In assenza di una attività legislativa che rinnovi l’azione regionale nella materia, si è provveduto nell’ultimo quinquennio a produrre annualmente una Deliberazione di Giunta che aggiornasse i contenuti e definisse le linee generali di attuazione del Programma regionale di ricerca agricola.

In questi anni si è posta una sempre maggiore attenzione agli aspetti organizzativi, procedurali, di cofinanziamento con fondi nazionali e comunitari e di informazione, per attivare ogni possibile sinergia, che hanno condotto ad una sensibile crescita quanti-qualitativa del programma regionale.

Le risorse finanziarie a disposizione hanno consentito il finanziamento annuale di circa 100 progetti per un importo complessivo in crescita che nel 2002 ha superato i 2 milioni di euro. Fino al 2000 le risorse regionali destinate alla ricerca si aggiravano sul milione di euro e riuscivano a coprire il 65 -70 % del fabbisogno annuo; la rimanente parte veniva coperta con risorse aggiuntive provenienti da altre fonti regionali, nazionali o comunitarie. Dal 2001 il budget disponibile è stato portato a circa 1,5 milioni di euro e consente la copertura di circa l’80% del fabbisogno annuo. Mediamente l’importo impegnato rappresenta il 40 % dell’importo richiesto. I progetti finanziati sono il 60 - 65 % di quelli presentati. Le dimensioni finanziarie medie della fase annuale di un progetto sono gradualmente aumentate passando dai 15.900 Euro del 1999 ai 19.200 Euro del 2002.

La sperimentazione fitosanitaria, che fino al 1998 era stata finanziata nell’ambito del programma regionale di difesa integrata delle colture (PRDIC), è “rientrata” nel 1999 all’interno del programma regionale di ricerca con una espansione dei progetti nel 2000 ed un loro assestamento negli anni successivi. Attualmente essi rappresentano, in termini numerici, poco meno della metà dei progetti finanziati.

Se consideriamo le dimensioni finanziarie medie annue dei progetti per i diversi settori produttivi, limitando l’esame a quelli maggiormente significativi, prevale nel quadriennio 1999-2002 il comparto “Cereali, oleaginose e industriali” seguito da quelli vitivinicolo e foraggero-zootecnico e infine l’ortofrutta. Andamento analogo, sebbene su dimensioni unitarie inferiori, hanno i progetti fitosanitari.

Valutando i progetti dal punto di vista della loro evoluzione temporale, si rileva che ogni anno esiste una parte di attività in prosecuzione dagli anni precedenti ed una parte di nuovi progetti che viene avviata nell’anno in corso. Generalmente si privilegiano i progetti in prosecuzione rispetto ai nuovi, pertanto i primi sono più numerosi.

4. LA NECESSITA’ DI UN RINNOVAMENTO DEL PROGRAMMA

Si è assistito in questi anni ad una crescita delle proposte di R&S motivata, oltre che dal mutato scenario comunitario e nazionale, anche dalla maggiore visibilità del programma regionale a seguito della sua diffusione sulla rete Internet e dagli sviluppi della sperimentazione fitosanitaria. Ad una evoluzione della domanda di ricerca e sviluppo la Regione Piemonte ha risposto destinando maggiori risorse finanziarie proprie e, con un intenso lavoro di reperimento ed una più oculata gestione, recuperando finanziamenti da altre fonti regionali, nazionali e comunitarie.

La maggiore numerosità di progetti presentati ha determinato una crescita quantitativa dell’attività istruttoria, in periodi limitati di tempo, che si è cercato di razionalizzare con la definizione di specifiche procedure concordate tra i Settori regionali competenti. Ciò nonostante, l’attuale impostazione del programma rischia di compromettere la qualità del lavoro che, nel campo della ricerca, deve essere perseguita in termini di rapidità per conseguire la maggiore utilità nel trasferimento dell’innovazione, trasparenza delle metodologie, affidabilità del dato, corretto uso delle risorse.

Occorre infine ricordare le osservazioni espresse dai componenti del Comitato Tecnico Scientifico e dalla Consulta regionale per l’agricoltura biologica che chiedono alla Regione un ruolo sempre più preciso e importante nell’organizzazione e nel finanziamento della ricerca agricola regionale.

5. LA RIORGANIZZAZIONE DEL PROGRAMMA REGIONALE DI RICERCA, SPERIMENTAZIONE E DIMOSTRAZIONE AGRICOLA.

Una ridefinizione dell’attività regionale di R&S deve essere vista nell’ambito di una più complessiva futura trasformazione dei Servizi di Sviluppo Agricolo, tuttavia in considerazione della peculiarità della materia - unica nell’ambito dei SSA ad essere rimasta di competenza esclusiva della Regione - sembra opportuno avviare un processo di rinnovamento che dovrà comunque consentire (come sempre è accaduto in passato) un costante dialogo, per l’esercizio di un’attività sempre più coordinata, con le altre componenti dei SSA.

Gli indirizzi che seguono nascono dalla necessità di sviluppare una progettualità regionale della ricerca e sviluppo in agricoltura che sia:

* organizzata;

* complessa;

* trasparente;

* efficiente;

* in grado di fornire risultati di effettiva utilità alla produzione;

* che favorisca l’aggregazione di diversi soggetti del mondo della ricerca (interdisciplinarità scientifica) e degli operatori economici (interprofessionalità);

* armonizzata con gli altri livelli (UE, Stato, altre Regioni) di organizzazione e finanziamento della R&S.

E’ necessario peraltro considerare con attenzione la ricerca fitosanitaria che presenta delle specificità proprie:

* è istruita e, in parte, svolta direttamente dal Settore Fitosanitario Regionale;

* privilegia la sperimentazione “puntiforme” piuttosto che quella di sistema;

* deve affrontare potenziali situazioni di emergenza.

A partire da tali obiettivi si forniscono i seguenti indirizzi al programma regionale di ricerca, sperimentazione e dimostrazione agricola, che sono meglio dettagliati nell’allegato 1 alla presente Deliberazione di cui fa parte integrante.

a) Le attività possono essere finanziate dalla Regione attraverso diverse modalità:

- il bando pubblico (per linee, per progetto);

- l’attività negoziata o a regia regionale;

- la partecipazione a programmi interregionali, nazionali o transnazionali.

La prima è la modalità prevalente, mentre la seconda viene adottata per quei casi che non si adattano al bando pubblico utilizzando gli stessi principi di trasparenza e razionalità del bando.

b) I progetti devono avere obiettivi coerenti con le linee obiettivo individuate dalla Regione valide per il triennio 2002-2004 e approvate con DGR n.22-4798 del 17.12.2001.

c) Nella modalità a bando, al fine di favorire una maggiore condivisione delle iniziative da parte dei soggetti proponenti e beneficiari, si ammette che il finanziamento regionale avvenga sotto forma di cofinanziamento, inteso come copertura di una spesa pari al massimo all’80% della spesa ammessa.

d) Sono finanziabili progetti annuali, biennali e triennali. A differenza del passato vengono approvati i progetti per l’intero periodo attraverso le prenotazioni di impegno sul Bilancio pluriennale mentre l’erogazione del finanziamento avviene sempre su base annuale per stati di avanzamento del progetto.

e) I progetti di ricerca, sperimentazione e dimostrazione dovranno soddisfare una condizione organizzativa di minima, prevedendo la partecipazione congiunta di un’Istituzione scientifica, in qualità di referente scientifico, e di un Organismo tecnico, al fine di garantire il collegamento con il territorio ed i produttori. Ogni progetto dovrà essere coordinato da un Ente capofila che è l’unico referente, responsabile e beneficiario del progetto per la Regione. Nella modalità a regia regionale l’Ente capofila è la Regione.

f) Per consentire la massima trasparenza del sistema saranno riviste e standardizzate le procedure di valutazione dei progetti. Si prevede di coinvolgere esperti esterni nella valutazione.

g) Il programma di ricerca, sperimentazione e dimostrazione agricola viene gestito sulla base di procedure.

h) Al fine di armonizzare la politica regionale della ricerca agraria con quella dei diversi comparti, si prevede l’obbligo della consultazione, da parte del Settore Servizi Sviluppo Agricolo, dei diversi Settori regionali nelle varie fasi del programma. Analogamente si prevede che il Settore Servizi Sviluppo Agricolo venga consultato obbligatoriamente dai diversi Settori, qualora debbano affrontare interventi inerenti la ricerca, la sperimentazione e la dimostrazione agraria.

6. ATTUAZIONE DELLA RIORGANIZZAZIONE DEL PROGRAMMA REGIONALE DI RICERCA, SPERIMENTAZIONE E DIMOSTRAZIONE AGRICOLA

Trattandosi di indirizzi che modificano profondamente il programma regionale di ricerca, sperimentazione e dimostrazione agricola, si prevede una fase di transizione tra l’attuale impostazione e quella nuova. Tutto ciò al fine di favorire l’introduzione graduale delle innovazioni per una più fluida ed agevole prosecuzione dell’attività regionale.

Pertanto le indicazioni precedenti non si applicano ai progetti compresi nel Programma di ricerca 2002, che tuttavia devono essere conclusi, improrogabilmente, entro l’anno 2003, anche se nella scheda descrittiva del progetto veniva prospettata una scadenza successiva a tale data.

Non appena saranno disponibili le necessarie risorse finanziarie per il finanziamento, si provvederà, mediante deliberazione della Giunta regionale, all’accantonamento delle stesse per consentire la gestione del programma per l’anno 2003.

E’ attualmente prevedibile, tuttavia, che al momento in cui sarà possibile l’effettivo avvio di tale gestione, le attività potranno già essere iniziate in quanto per molti progetti si tratta di iniziative in prosecuzione da anni precedenti, di cui non è possibile interrompere la continuità trattandosi, in ogni caso, di lavori in corso d’opera per la peculiarità di attività legate a cicli biologici.

7. ADEGUAMENTO ALLA NORMATIVA SUGLI AIUTI DI STATO (G.U. C 45 DEL 17.2.1996, G.U. C 48 DEL 13.2.1998).

Le attività regionali a sostegno della ricerca, sperimentazione e dimostrazione agricola sono in linea con le indicazioni della disciplina comunitaria sugli aiuti di Stato alla ricerca e sviluppo in quanto prevedono:

* un massimale d’aiuto fino al 80% per la modalità a bando e fino al 100% per la modalità a regia regionale;

* che i progetti siano di interesse generale per il settore considerato e non provochino distorsioni alla concorrenza in altri settori;

* che ogni soggetto interessato possa essere messo al corrente in breve tempo che la ricerca è in corso;

* che i risultati conclusivi siano messi a disposizione di chiunque ne voglia usufruire;

* azioni essenzialmente conoscitive che non interferiscono negativamente sugli scambi tra Stati membri.

Le spese ammissibili sono:

* di personale adibito alla ricerca e sviluppo;

* di strumenti ed attrezzature necessari alla ricerca e sviluppo;

* di collaborazioni (consulenze) esterne;

* di altri costi direttamente imputabili alla ricerca e sviluppo;

* di spese generali direttamente imputabili all’attività di ricerca e sviluppo.

Si rileva infine che l’attività di ricerca e sperimentazione è destinata al finanziamento di progetti svolti in gran parte da Enti pubblici di ricerca e che le proposte progettuali pervengono alla Regione in prevalenza mediante un bando pubblico;

tutto ciò premesso;

la Giunta regionale, unanime, con voti espressi ai sensi di legge,

delibera

1. Di approvare, per quanto specificato in premessa, le linee di indirizzo per il PROGRAMMA REGIONALE DI RICERCA, SPERIMENTAZIONE E DIMOSTRAZIONE AGRICOLA 2003 (Allegato 1) facente parte integrante della presente deliberazione.

2. Di provvedere mediante propria successiva deliberazione, non appena saranno disponibili le necessarie risorse per il finanziamento del Programma, all’accantonamento di tali risorse, per consentirne la gestione per l’anno 2003.

La presente deliberazione sarà pubblicata sul B.U. della Regione Piemonte ai sensi dell’art. 65 dello Statuto e dell’art. 14 del D.P.G.R. n. 8/R/2002.

(omissis)

Allegato