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Supplemento Ordinario n. 1 al B.U. n. 04

Deliberazione della Giunta Regionale 16 dicembre 2002, n. 19-7992

Approvazione piano di attività anno 2002 (ultimo quadrimestre) ed anno 2003 - Agenzia regionale per le adozioni internazionali - L.R. 16 novembre 2001 n. 30

(omissis)

LA GIUNTA REGIONALE

a voti unanimi ...

delibera

* Di approvare per le considerazioni indicate in premessa il Piano di attività e spesa per l’anno 2002 (ultimo quadrimestre) e 2003 dell’Agenzia regionale per le adozioni internazionali, così come dettagliatamente indicato nel documento allegato A che forma parte integrante del presente provvedimento, piano predisposto dal Direttore Generale, in attuazione dell’art. 10 comma 2 dello Statuto per l’organizzazione ed il funzionamento dell’Agenzia stessa.

La presente deliberazione sarà pubblicata sul B.U. della Regione Piemonte, ai sensi dell’art. 65 dello Statuto e dell’art. 14 del D.P.G.R. n. 8/R/2002.

(omissis)

Allegato A

PROGRAMMA DI ATTIVITA’ E DI SPESA DELL’AGENZIA REGIONALE PER LE ADOZIONI INTERNAZIONALI PER L’ANNO 2002 E PER L’ANNO 2003.

A) Ambiti e modalità d’intervento

Premessa

Uno degli obiettivi principali della Legge regionale 16 novembre 2001, n. 30, “Legge 4 maggio 1983, n. 184, così come modificata dalla legge 31 dicembre 1998, n. 476 e dalla legge 28 marzo 2001, n. 149. Istituzione della Consulta regionale per le adozioni e per gli affidamenti familiari e dell’Agenzia regionale per le adozioni internazionali”, particolarmente innovativo in quanto non ancora attuato sul territorio nazionale, è quello dell’istituzione di un servizio pubblico per le adozioni internazionali tramite un’Agenzia regionale.

Giova a questo proposito ricordare che la legge 31 dicembre 1998 n. 476, che inserisce nel corpo organico della legge 184/83 l’intera normativa inerente le procedure relative all’adozione internazionale, ha stabilito l’obbligo, per le coppie che hanno ottenuto l’idoneità all’adozione, di conferire l’incarico a curare la procedura di adozione all’estero ad un ente autorizzato, e che, a norma dell’art. 39 bis {omma 2 della medesima legge, tale ente può essere identificato in un apposito servizio pubblico regionale.

L’istituzione di un servizio pubblico per le adozioni internazionali, dal punto di vista giuridico, ha trovato traduzione nell’ambito della legge n. 30/01 attraverso l’istituzione di un apposita Agenzia, a cui si fa assumere la natura di ente ausiliario della Regione, al fine di far emergere in maniera inequivocabile come l’esigenza imprescindibile di un elevato grado di autonomia organizzativa, amministrativa e gestionale in capo all’Agenzia medesima possa e debba necessariamente contemperarsi con le caratteristiche di natura pubblicistica dell’ente a cui si vuole dare vita.

All’Agenzia regionale per le adozioni internazionali vengono quindi conferiti, previa l’autorizzazione specifica da parte della Commissione nazionale per le adozioni internazionali di cui all’art. 39 della legge 184/83, i medesimi compiti di intermediazione e certificazione che la legge attribuisce agli Enti autorizzati di natura privata, realizzando così, nel campo dell’adozione internazionale, un equo bilanciamento di soggetti attivi che si traduce nell’identificazione di un modello pluralistico che consente ad operatori pubblici di affiancarsi, senza prevaricazioni o supremazie, ad operatori privati in un’ottica che da un lato consenta agli aspiranti genitori un più ampio ventaglio di scelta e dall’altro dia voce alle sempre maggiori esigenze settoriali consequenziali alla statistica e significativa riduzione del numero di bambini italiani dichiarati adottabili che ha dato vita ad una corrispondente crescita di disponibilità all’adozione internazionale, a cui peraltro il provvedimento medesimo decide di dare impulso attraverso la previsione di appositi incentivi a favore delle coppie che scelgono di intraprendere un tale percorso.

A tal proposito un’Agenzia regionale per le adozioni internazionali può contribuire a diffondere una nuova cultura dell’adozione internazionale, per garantire una corretta applicazione della nuova normativa e delle norme convenzionali del comparto e può diventare un valido strumento per le coppie aspiranti all’adozione ed un ponte tra paese d’origine e di accoglienza per affermare la centralità del bambino che dallo stato di abbandono passa a vivere e crescere in una famiglia, senza dimenticare, peraltro, che l’obiettivo prioritario della cooperazione internazionale promossa dalla Regione rimane incentrato nella predisposizione di progetti ed interventi finalizzati ad agevolare fin dove possibile la permanenza del minore nell’ambito della famiglia di origine.

Gli obiettivi

L’Agenzia Regionale per le Adozioni Internazionali si propone di realizzare i seguenti obiettivi:

* favorire la realizzazione delle adozioni internazionali di minori in effettivo e verificato stato d’abbandono e per i quali non esistono, nella propria comunità, altre alternative al di fuori dell’istituto, stabilendo rapporti con le Autorità Centrali o altre Autorità a ciò delegate nei paesi d’origine;

* preparare e sostenere, con l’ausilio di professionisti dell’area legale e psicologico-sociale, gli aspiranti genitori adottivi nell’iter dell’adozione in Italia e all’estero, garantendo continuità al servizio di supporto fornito sia durante l’attesa sia nel momento delicato dell’incontro con il minore e fino al concludersi della permanenza della famiglia nel paese;

* studiare, proporre, recepire ed anche partecipare economicamente alla realizzazione di progetti tesi alla riduzione dell’abbandono, alla deistituzionalizzazione dei minori attraverso l’aiuto alla famiglia d’origine, l’affidamento familiare e l’adozione nazionale;

* favorire e sostenere la creazione di una rete di servizi sociali pubblici impegnati in progetti che si pongano l’obiettivo di ridurre e contenere il disagio minorile;

* promuovere dibattiti, convegni ed altre manifestazioni per sensibilizzare l’opinione pubblica, magistrati, operatori sociali e politici, sul rispetto dei diritti dei minori, favorendo la diffusione della cultura del riconoscimento e dell’accoglienza dei loro bisogni.

Tutto ciò nel pieno rispetto delle Convenzioni internazionali sui diritti dei minori e al fine di rendere effettivo ed efficace il concetto di sussidiarietà dell’adozione internazionale rispetto agli altri interventi che possono e debbono essere attivati prioritariamente nel paese d’origine del minore, essendo questa condizione essenziale al suo sviluppo ed alla sua crescita nell’ambito della comunità sociale di appartenenza.

La metologia

Il percorso adozionale ed i servizi predisposti dall’Agenzia: informazione, preparazione e formazione degli aspiranti genitori adottivi.

L’Agenzia Regionale per le adozioni internazionali, oltre ad essere dotata di una segreteria operativa, deve avvalersi della collaborazione costante di una équipe composta di figure professionali - assistente sociale e psicologo - altamente qualificate e dotate di pluriennale esperienza maturata nell’area dei minori . A detta équipe è affidato il compito di preparare, formare e sostenere gli aspiranti genitori adottivi durante l’attesa e per tutto l’iter dell’adozione. Il percorso si svolgerà in tre momenti distinti privilegiando incontri e lavori di gruppo condotti dall’équipe psico-sociale.

Il primo approccio sarà informativo ed illustrerà l’iter dell’adozione previsto in Italia e nei Paesi con i quali sarà stato attivato un rapporto di collaborazione. I diritti dell’infanzia, i programmi di cooperazione internazionale, il supporto all’estero e il post-adozione.

Il secondo momento sarà di preparazione e tratterà argomenti che riguardano, le aspettative delle coppie e le aspettative dei bambini; l’abbandono, l’istituzionalizzazione e le storie pregresse dei minori e le capacità di comprendere ed accogliere i loro bisogni.

La formazione si articolerà in momenti di riflessione sul lavoro compiuto in precedenza e proporrà “giochi di ruolo” che toccheranno gli argomenti più significativi dell’adozione quali possono essere: la proposta di abbinamento del bambino, il momento del primo incontro e dei primi giorni assieme, ed il ritorno a casa.

L’équipe pluridisciplinare di accoglienza, assistenza e di accompagnamento nel paese d’origine

Uno degli obiettivi dell’Agenzia Regionale per le Adozioni Internazionali è dare continuità al servizio di accompagnamento e supporto che non deve interrompersi nel momento della partenza della coppia, ma deve proseguire anche all’estero cercando, nel limite del possibile, di mantenere lo stesso standard di professionalità predisposto in Italia.

Il referente dell’Agenzia Regionale per le Adozioni Internazionali nel paese straniero svolgerà un ruolo chiave nel creare e mantenere i rapporti con le Istituzioni coinvolte nel procedimento adottivo nel suo paese, accoglierà e seguirà gli aspiranti genitori adottivi durante la loro permanenza avvalendosi, anche, della collaborazione di figure professionali specialistiche nelle fasi in cui la loro competenza è richiesta. Ciò al fine di rendere confortevole il soggiorno ed assicurare la necessaria assistenza nei momenti più delicati quali possono essere l’incontro con il bambino ed i primi giorni di convivenza.

Il concetto di sussidiarietà

Sostenuti dalla convinzione che alla base e per la buona riuscita di qualsiasi intervento sociale è la presenza di servizi qualificati alla comprensione dei problemi che affliggono gli strati più deboli della società, includendo in questo contesto i minori a rischio di espulsione dalla famiglia d’origine con conseguente istituzionalizzazione, si intende privilegiare, attraverso attività di formazione degli operatori, l’acquisizione, il confronto e l’applicazione dei minimi di standard riconosciuti a livello internazionale, capaci di tessere non solo la rete di servizio per l’accoglimento dei bisogni ma in grado di sollecitare l’implementazione di politiche tese alla riduzione del disagio e dell’abbandono minorile.

Partecipazione a progetti di prevenzione dell’abbandono

I progetti di prevenzione dell’abbandono rispondono al principio universalmente riconosciuto ma poco applicato che “ogni minore ha il diritto di crescere all’interno della propria famiglia” e non hanno standard applicabili uniformemente in qualsiasi paese. Pur riconoscendo che una delle principali concause che accomunano e portano all’abbandono dei minori è da ricercarsi nella povertà materiale e morale dei genitori, qualsiasi intervento di prevenzione non può non tenere conto dall’assetto delle politiche e degli stanziamenti messi a disposizione per il sostegno delle famiglie e degli strati più deboli della società. Per questo motivo non si intende presentare un “modello rigido” ma, bensì, in collaborazione con gli esperti locali, rilevare i bisogni e le risorse, così da valutare, proporre ed eventualmente sostenere, un progetto che si adatti e risponda ai reali bisogni di ogni differente realtà.

Promozione della deistituzionalizzazione dei minori

Quando risulta impraticabile prevenire l’abbandono diventa susseguente obbligo morale e sociale far sì che quel minore resti nell’istituto il più breve tempo possibile. Il ritorno alla famiglia d’origine è l’intervento da privilegiare purché siano state rimosse le cause che hanno portato all’allontanamento del bambino dal proprio contesto familiare. E’ noto che in molte realtà si privilegia il pagamento della retta di mantenimento all’istituto piuttosto che un aiuto diretto alla famiglia in difficoltà.

Promozione e sostegno dell’affidamento familiare, implementazione dell’adozione nazionale e ricorso, nel pieno rispetto del principio di sussidiarietà, all’adozione internazionale

Ogni bambino ha una sua storia. E’ su questo riconoscimento della sua identità, unicità ed irripetibilità che va costruito il “progetto di restituzione alla vita”. Si tratta di valutare caso per caso se, fallito il tentativo di reinserimento nella famiglia d’origine, è possibile che il minore sia accolto in una famiglia sostitutiva attraverso l’affidamento familiare o l’adozione nazionale. Programmi questi che meritano oltre al supporto legislativo, un impegno di pubblicizzazione, divulgazione e promozione a tutti i livelli nel riconoscimento che l’abbandono non sempre è addebitabile unicamente alla volontà dei singoli individui, ma sovente esprime un disagio molto più ampio riconducibile al contesto sociale di appartenenza e, pertanto, deve vedere coinvolta tutta lo società civile, istituzioni comprese, nel trovare la soluzione più idonea ai problemi di ogni singolo minore in situazione di difficoltà. In questi interventi si inserisce il ricorso all’adozione internazionale quale ultima alternativa possibile al permanere del minore in istituto. All’adozione internazionale, fatto salvo l’insuccesso degli interventi prioritari già descritti e se ben proposta, va riconosciuta la dignità di offrire al minore l’inserimento in un contesto familiare ben preparato e capace di accogliere i suoi bisogni.

Realizzazione di comunità familiari di accoglienza e di pronto intervento per i minori di strada e vittime di abusi

La pedagogia, attraverso le conoscenze acquisite, ha dimostrato quanto deleterio sia il ricovero dei minori in grossi complessi che, proprio per le loro caratteristiche, non sono in grado di garantire cure individuali ai singoli minori. Le comunità familiari si pongono perciò come soluzione intermedia tra il grande istituto e le famiglie affidatarie il cui numero non è sempre sufficiente a coprire i bisogni della moltitudine dei bambini in difficoltà.

B) Organizzazione delle attività dell’Agenzia in area amministrativa ed area tecnica

1 - Il personale

Secondo quanto previsto dallo Statuto dell’Agenzia, nelle more della copertura dell’organico, tramite l’istituto della mobilità o dell’assunzione diretta tramite concorso, sono stati conferiti complessivamente incarichi di collaborazione coordinata e continuativa fino al 31/12/02 a figure professionali esperte nelle rispettive materia ed in particolare per le esigenze di natura giuridica, di procedura di adozioni nei paesi stranieri, nonché per i previsti adempimenti connessi al bilancio, alla gestione di ragioneria e di personale.

II. - Le aree di attività

a) Area amministrativa.

In questa fase iniziale di avviamento dell’Agenzia il personale collabora per seguire le diverse incombenze da espletare provvedendo, innanzitutto, agli adempimenti più urgenti legati alla costituzione della Agenzia quale nuovo ente ausiliario della Regione Piemonte.

Per il conseguimento degli obiettivi descritti in questi articoli è invece necessario, al fine di poter intervenire con progetti di cooperazione specifici per la protezione dei minori, e per avviare la struttura prevista all’art. 4 e garantirne il mantenimento, prevedere la preordinazione di specifiche somme da utilizzare per le spese gestionali ed operative di ordinaria amministrazione (Costi per il personale, oneri contributivi, oneri diversi di gestione (compensi revisori, postali, pubblicazioni opuscoli informativi, varie) Costi per il godimento di beni e per servizi

(Ipotesi per affitto immobili, consulenze fiscali, energia elettrica, assicurazioni, telefoniche, ammortamenti, costi vari ).

Devono essere inoltre prese in considerazione le spese gestionali ed operative previste con riferimento ai compiti assegnati dall’art. 31 legge 184/83, modificato dalla legge 476/98, all’ente che cura le procedure necessarie per l’adozione internazionale, e con riferimento alle attività previste all’art. 2 comma 2 lettere b), c), d) e) che possono essere assegnate all’agenzia.

Sono inoltre da prevedere le Collaborazioni in Italia e all’Estero (consulenze, traduzioni,

costi per l’espletamento all’estero di pratiche di adozioni, rappresentanti e corrispondenti all’estero, corsi di informazione e preparazione delle coppie).

b) Area tecnica

Si devono predisporre i rapporti per mettere in rapporto le coppie dichiarate idonee all’adozione internazionale con le Commissioni giudiziarie per le adozioni nello Stato di San Paolo e di Bahia in Brasile, raccogliendo i dati e le informazioni sulle Autorità competenti per la realizzazione dell’attività dell’Agenzia e disponendo i contatti per trovare dei referenti di appoggio in loco, necessari per poter svolgere l’attività dell’Agenzia. Stessa attività per il settore dell’Est Europa ed in particolare di Paesi individuati come potenziali interlocutori dell’Agenzia, cioè Moldavia e Lettonia.

Per ogni paese individuato si deve procedere allo studio della situazione legislativa e politica, alla predisposizione di schede informative sulla situazione generale delle adozioni, le autorità competenti, gli organismi autorizzati, le rappresentanze diplomatiche in Italia ed in loco, la normativa locale in materia di adozione, i requisiti degli adottanti e di adottabilità dei minori, la procedura locale prevista per l’attivazione delle relative pratiche, note informali recepite da fonti non ufficiali.

C) Obiettivi per l’anno 2002 e 2003

L’azione dell’Agenzia regionale dovrà essere finalizzata in modo particolare alla costituzione della struttura come ente, al consolidamento delle reti di relazioni necessarie nel settore quale soggetto che deve svolgere un ruolo di coordinamento e di collegamento con le istanze nazionali ed internazionali tra Associazioni, Ong, Istituzioni pubbliche e private, imprese, organismi religiosi, ecc.

Ciò anche per quanto riguarda la promozione di programmi di cooperazione decentrata che, dovranno mirare prioritariamente ad un coinvolgimento delle autorità pubbliche locali e delle diverse componenti della società civile piemontese (Associazioni, enti, ONG, ecc.) presenti nei paesi in cui si intende andare ad operare, con concrete azioni di sostegno.

Principali obiettivi dell’area amministrativa sono :

a) predisposizione del bilancio di previsione, del conto consuntivo e degli altri documenti di contabilità;

b) gestione del personale dell’Agenzia;

c) stipulazione di contratti e di convenzioni nonché alla liquidazione di ogni pagamento di prestazioni relative all’attività dell’Agenzia anche all’estero, attinenti all’attività statutaria dell’Agenzia stessa tramite la Direzione Politiche Sociali, nelle more dell’approvazione del bilancio dell’Agenzia; attivazione funzioni del collegio dei revisori che deve esercitare il controllo sulla gestione contabile e finanziaria dell’Agenzia, valutandone la conformità dell’azione e dei risultati alle norme che disciplinano l’attività dell’Agenzia ai programmi ed agli indirizzi della Regione ed ai principi di buon andamento della pubblica amministrazione.

Principali obiettivi dell’area tecnica sono :

a) predisposizione istanza di autorizzazione al funzionamento dell’Agenzia in qualità di ente autorizzato alla Commissione per le adozioni internazionali presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri con l’elenco e le generalità delle persone che dirigono e compongono l’ente con l’indicazione dei relativi profili professionali comprensivi di notizie sulla formazione ricevuta, delle specifiche competenze ed esperienze nel settore, l’elenco e le generalità dei professionisti in campo sociale, giuridico e psicologico di cui l’ente si avvale, con l’indicazione per ciascuno dell’iscrizione all’albo professionale e delle specifiche competenze nel campo dell’assistenza agli adottanti, informazioni circa la struttura organizzativa in Italia; l’indirizzo della sede nonché i giorni e gli orari della loro apertura; i progetti di sostegno dei coniugi prima, durante e dopo l’adozione con le specifiche modalità previste; l’elenco dei Paesi stranieri dove l’Agenzia intende agire e l’indicazione delle strutture personali dell’ente in ciascuno di essi; le metodologie di interventi in Italia e all’estero;

b) promuovere la realizzazione di progetti di cooperazione a favore di minori in stato di abbandono di altri Stati direttamente, o in convenzione con altri soggetti pubblici e privati che operano nel campo dell’adozione internazionale e della protezione dei minori, in attuazione del programma di attività presentato e approvato dalla Giunta regionale, d’intesa con la direzione regionale competente in materia di cooperazione internazionale;

c) organizzare, d’intesa con la Direzione Politiche Sociali, direttamente e/o in collaborazione con i servizi e con gli altri enti autorizzati ad operare in Piemonte dalla Commissione, le attività di informazione e formazione per le coppie aspiranti all’adozione.

Le iniziative di cooperazione internazionale attivate tramite l’Agenzia per le adozioni internazionali dovranno essere finalizzate prioritariamente, attraverso lo strumento della formazione degli operatori pubblici e privati in loco e dello scambio di esperienze alla prevenzione dell’abbandono, alla promozione dell’affidamento familiare, dell’adozione nazionale e, nel rispetto del principio di sussidiarietà, dell’adozione internazionale, nonché al soddisfacimento dei bisogni primari, alla salvaguardia della vita umana, alla valorizzazione delle risorse umane, al miglioramento della condizione femminile e dell’infanzia, a sostegno della promozione della donna.

Da un punto di vista metodologico occorre che l’azione regionale si finalizzata in modo particolare alla costituzione e al consolidamento di reti di relazioni con il territorio dei paesi dove si intende operare, promuovendosi quale soggetto in grado di svolgere un ruolo di coordinamento e di collegamento con le istanze tra associazioni, Ong, istituzioni pubbliche e private, imprese, organismi religiosi, ecc..

L’intervento regionale si indirizzerà verso le aree considerate prioritarie o nei confronti di quei paesi verso i quali emergeranno iniziative provenienti da altri soggetti, e sarà caratterizzato da due diverse modalità di intervento:

a) azioni di rafforzamento istituzionale (institution building) e trasferimenti di competenze proprie dell’Amministrazione ad istituzioni di Paesi in via di sviluppo;

b) azioni di cooperazione decentrata mediante il sostegno - attivazione di relazioni preferenziali (nell’ambito di protocolli di cooperazione approvati dalla Giunta Regionale) con un partner istituzionale omologo (stato/regione/comune/ ecc.) e promozione, quando presenti e se possibile, di interventi di altri soggetti piemontesi pubblici e privati, individuati sulla base delle specifiche richieste avanzate localmente.

In particolare per l’anno 2002 relativo all’ultimo quadrimestre tenuto conto della nomina del Direttore avvenuta il 2/9/02, si formulano le seguenti ipotesi di programma operativo:

* studio della situazione legislativa e politica dei paesi individuati con i quali attivare le attività istituzionali;

* predisposizione della documentazione relativa con annesse schede informative sulla situazione generale delle adozioni dei paesi esteri, schemi di convenzioni con i referenti e i collaboratori, definizione in linea di massima delle regole e delle condizioni di rapporto con i medesimi;

* attuare i primi contatti in loco per le procedure di adozione internazionale nei seguenti paesi:

* San Paolo e Bahia in Brasile

* Lettonia e Moldavia

* predisposizione degli strumenti amministrativi e contabili indispensabili per consentire l’avvio gestionale dell’Agenzia fra i quali corre l’obbligo di segnalare:

a) affidamento di incarichi di collaborazione a figure professionali idonee e ciò nelle more delle procedure di assunzione di personale dipendente;

b) approvazione dei Piani di attività e di programmazione, ai sensi dell’art. 10 dello Statuto;

c) predisposizione del Regolamento di contabilità;

d) predisposizione del Bilancio previsionale annuale e pluriennale;

e) allestimento della sede sotto il profilo logistico ed organizzativo;

f) collaborazione per le procedure di insediamento della Consulta per le adozioni e gli affidamenti familiari ;

g) individuazione delle necessità di natura informatiche e relativi rapporti con il CSI;

h) definizione dei rapporti con il Tesoriere dell’Agenzia;

i) definizione delle problematiche per la pubblicità degli atti dell’Agenzia;

j) definizione del logo dell’Agenzia.

Per l’anno 2003 si prevede in particolare:

* consolidamento dei rapporti con i referenti internazionali per le attività di adozione già iniziati nel corso del 2002;

* attivazione di pari iniziative presso i seguenti paesi:

Burkina Faso, Cina, Federazione Russa, Corea del Sud, Slovacchia;

* attivazione di iniziative presso altri paesi su indicazione della Giunta Regionale;

* procedure di autorizzazione al funzionamento dell’Agenzia in qualità di Ente autonomo dalla Commissione per le adozioni internazionali presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri;

* inizio dell’attività istituzionale di formazione e di rapporto con le coppie richiedenti;

* predisposizione, realizzazione, promozione di progetti di cooperazione secondo le priorità indicate dalla Giunta regionale;

* piena autonomia funzionale dell’Agenzia sotto il profilo amministrativo e contabile;

* procedure di acquisizione del personale e definizione delle necessità di collaborazioni e consulenza aventi specifiche professionalità.

PIANO DI SPESA ESERCIZIO 2003

Spese relative agli organi istituzionali quali il Direttore Generale ed il Collegio dei Revisori dei conti     Euro      146.250,00

Spese di personale     Euro     137.000,00

Spese per beni e servizi - Gestione degli uffici, mobili e arredi     Euro     62.000,00

Spese per pubblicazioni, consulenze, studi e progetti relativi alle attività connesse alle adozioni     Euro      144.500,00

Spesa per progetti di cooperazione     Euro     774.685,00

Spese di carattere istituzionale quali Imposte, Tesoreria     Euro     18.818,00

Totale     Euro     1.283.253,00