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Bollettino Ufficiale n. 52 del 24 / 12 / 2002

Deliberazione della Giunta Regionale 16 dicembre 2002, n. 15-7988

Programma regionale “Agricoltura e qualità” di realizzazione del Programma Interregionale Cofinanziato (P.I.C.) e istruzioni applicative. Programma triennale 2002-2004. Integrazione e modifiche alla D.G.R. n. 4-28680 del 23 novembre 1999

(omissis)

LA GIUNTA REGIONALE

a voti unanimi ...

delibera

sulla base delle considerazioni svolte in premessa:

1 - E’ approvato il Programma regionale allegato (Allegato A) alla presente deliberazione per farne parte integrante dal titolo “Agricoltura e qualità”, di attuazione in Piemonte del Programma Interregionale Cofinanziato (P.I.C.), che sostituisce integralmente il Programma Regionale allegato alla precedente D.G.R. n. 4-28680 del 23 novembre 1999 e successive integrazioni e modificazioni;

2 - Sono altresì approvate le istruzioni applicative (Allegato B) della misura n. 1 “Qualificazione delle produzioni” per quanto attiene alle azioni “Ricognizione delle produzioni tipiche (azione n. 1.1), ”Promozione e sostegno all’avviamento degli organismi di controllo" (azione n. 1.4), “Etichettatura elettronica delle carni bovine” (azione n. 1.5), “Rintracciabilità e tracciabilità degli alimenti” (azione n. 1.6) allegate alla presente deliberazione per farne parte integrante, che sostituiscono integralmente le istruzioni applicative approvate con la precedente 4-28680 del 23 novembre 1999;

3 - Il programma regionale, nel rispetto degli indirizzi ivi contenuti, sarà attuato dalle seguenti Direzioni:

- la Direzione Regionale 11 “Promozione e valorizzazione dell’agricoltura” per le azioni n. 1, 2, 4 e 6 della misura n. 1;

- la Direzione Regionale 12 “Sviluppo dell’agricoltura” per le azioni n. 3, 5 e 6 della misura n. 1 e per la misura n. 4;

4 - All’interno delle rispettive assegnazioni di cui all’allegato A le Direzioni Regionali, con propria determinazione, possono variare le somme destinate alle azioni di propria competenza.

La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, ai sensi dell’art. 65 dello Statuto e dell’art. 14 del D.P.G.R. n. 8/R/2002.

(omissis)

Allegato A

PROGRAMMA INTERREGIONALE
AGRICOLTURA E QUALITA’

PROGRAMMA DELLA REGIONE PIEMONTE
PER IL TRIENNIO 2002/2004

1. Premessa sulla politica della qualità in agricoltura e la tutela dei consumatori della Regione Piemonte.

Il tema della qualità manifesta tutta la sua centralità in un’epoca, come quella attuale, di cambiamento del paradigma culturale di riferimento. Esso appare decisivo per le fortune del sistema agroalimentare, nell’ambito della nuova frontiera della competizione, della dinamicità dei gusti e delle preferenze dei consumatori. Occorre nello specifico che le imprese del sistema agroindustriale comprendano in particolare che la qualità che è importante cercare di perseguire è la qualità commerciale, la quale non è un concetto di eccellenza bensì definisce la “capacità” di un prodotto (per proprietà, caratteristiche, compresi i servizi incorporati) di soddisfare le esigenze della domanda intermedia ed i gusti e le preferenze della domanda finale.

Con il Trattato di Maastricht la politica dei consumatori era divenuta un obiettivo formale dell’Unione Europea. Questa è tenuta a contribuire, anche attraverso azioni specifiche di sostegno e di integrazione delle politiche degli Stati membri, alla tutela della salute, della sicurezza e degli interessi economici dei consumatori ed ad assicurare loro un’adeguata informazione. L’intervento comunitario già prima del Trattato di Maastricht, era stato particolarmente attento ai temi della etichettatura, della pubblicità e della qualità dei prodotti alimentari. Sicurezza e qualità degli alimenti sono diventati uno degli obiettivi politici fondamentali della PAC, così come delineato da Agenda 2000 e dalla proposta di revisione intermedia della PAC con la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento Europeo del 10 luglio 2002.

1.1 La qualità

La vecchia definizione base della qualità (Norma ISO 8402): “insieme delle proprietà e delle caratteristiche di un prodotto o di un servizio che conferiscono ad esso la capacità di soddisfare esigenze espresse od implicite” costituisce di fatto il principio di base da cui discende tutta la normativa in materia di qualità; per il sistema agroalimentare l’individuazione e l’adozione in tema di qualità di tecniche produttive, di prodotti e modelli organizzativi comprovabili e “misurabili”, tali da assicurare l’utilizzatore intermedio o finale.

L’orientamento della UE prevede due livelli di intervento normativo: il primo di natura cogente, relativo ai requisiti obbligatori (essenziali, di qualità minima), cui devono rispondere i prodotti per garantire la tutela della sanità pubblica, la sicurezza dell’ambiente e dei consumatori, il secondo di tipo non obbligatorio relativo all’aspetto più pertinente della qualità dei prodotti.

La ratio appare la seguente: in un mercato reso omogeneo dall’obbligatorietà di norme minime, agli operatori del settore viene affidato il compito di differenziarsi dalla concorrenza, puntando sul ruolo strategico della qualità. Il meccanismo individuato dalla UE per armonizzare le norme produttive prevede due ambiti di azione: elaborazione di norme produttive concordate tra gli organismi nazionali ed europei (in tale ottica la qualità corrisponde alla conformità dei prodotti alle specifiche e la certificazione e la sua rintracciabilità rappresenta il sistema per assicurare la qualità di un prodotto o di un processo in continuo); mutuo riconoscimento di norme produttive autonome basate su specifiche dichiarate ed assunte volontariamente dai produttori, lasciando ai produttori la scelta dei mezzi per raggiungerli e la definizione di altri requisiti.

Il concetto di norma volontaria è relativamente nuovo per il settore agroalimentare, tradizionalmente disciplinato da molte norme obbligatorie.

Nelle aziende di trasformazione l’implementazione di un sistema qualità, è regolato dalle norme ISO serie 9000 il cui ultimo aggiornamento (Vision 2000) viene adattato all’intera organizzazione aziendale e non più limitato ad uno o più processi produttivi come succedeva in passato.

Adottare un sistema di qualità aziendale vuol dire in ogni caso adottare specifiche metodologie e metodi statistici di controllo, preparare il personale, darsi una strategia costante di miglioramento della qualità, fare prodotti migliori, ridurre gli sprechi ed i costi di produzione, essere più competitivi sul mercato interno ed estero, partecipare ad appalti pubblici, ecc...

L’interesse verso la problematica dei sistemi di qualità da parte di amministratori e dirigenti delle Imprese private e da parte delle Cooperative agroalimentari di trasformazione piemontesi è notevole, ma altrettanto grande è l’esigenza di un approfondimento della materia dal punto di vista teorico, legislativo, tecnico ed applicativo.

La Regione Piemonte circa l’incentivazione dell’implementazione dei sistemi qualità aziendali nelle aziende agroalimentari oltre che con la legge n. 56/86 sta operando attraverso:

- la Legge Regionale n. 95/95 “Interventi regionali per lo sviluppo del sistema agro industriale piemontese”, che incentiva sia pur indirettamente la realizzazione di sistemi di qualità aziendali;

- il Programma Operativo Plurifondo dell’INTERREG III 2000/2006 concernente le frontiere esterne Italia-Confederazione Elvetica per le province del Verbano Cusio Ossola e Vercelli e Italia-Francia per le province di Torino e Cuneo.

- il D.Lgs. n. 173/98, articolo 13, a favore delle imprese di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli per il loro rafforzamento e sviluppo.

1.2 Le protezioni comunitarie (DOP, IGP ed AS)

La UE negli ultimi anni ha ampiamente legiferato in tema di tutela dei prodotti alimentari aventi caratteristiche particolari. Ciò è avvenuto con i Regolamenti (CEE) n. 2081 e n. 2082 del 1992, rispettivamente sulle protezioni delle denominazioni di origine protette (DOP) e delle indicazioni geografiche protette (IGP) e sulle attestazioni di specificità (AS o STG), che prescrivono tra l’altro il rispetto delle norme UNI EN 45011 da parte degli Organismi di controllo autorizzati. L’UE è intervenuta anche sulla qualità igienico sanitaria dei prodotti, tra l’altro con la Dir. CEE n. 46 del 1992, relativa alle norme sanitarie per la produzione e la commercializzazione del latte, e con la Dir. CEE n. 43 del 1993, relativa all’igiene dei prodotti alimentari e che dispone per le fasi successive alla produzione primaria (che include la raccolta, la macellazione e la mungitura) ai fini della sicurezza l’applicazione del sistema HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points - Analisi di rischio e punti critici di controllo).

La Regione Piemonte è fortemente interessata all’attuazione pratica dei citati Regolamenti n. 2081/92 e n. 2082/92.

Sono già stati riconosciuti a DOP i formaggi: Bra, Raschera, Murazzano, Robiola di Roccaverano, Castelmagno, Toma piemontese, Taleggio, Gorgonzola e Grana Padano ed il prodotto di salumeria Salamini italiani alla cacciatora. Come IGP sono state registrate la Nocciola del Piemonte e la Mortadella di Bologna.

Gli altri prodotti che a diverso titolo interessano la nostra Regione e per i quali è stato richiesto il riconoscimento come IGP sono i seguenti: Marrone della Val di Susa, Peperone di Carmagnola, Focaccia Novese, Fragola delle valli cuneesi, Gianduiotto di Torino, Piccoli frutti delle valli cuneesi, Mela rossa delle valli cuneesi, Riso di Baraggia, Salame Cremona.

Il riconoscimento come DOP è stato richiesto per l’Olio essenziale di Menta piperita Pancalieri Piemonte, Lardo Cuneo, Maccagno, Pancetta Cuneo, Salame Cuneo, Salame cotto Cuneo, Salame Piemonte, Salame cotto Piemonte, Salame cotto Cuneo, Prosciutto di Cuneo, Tinca gobba dorata del Pianalto di Poirino, Formaggio Ossolano, Tomino di Melle, Patata Quarantina bianca genovese, Pera Madernassa cuneese, Castagna delle valli cuneesi, Riso S.Andrea Piemonte, Suino Pesante Padano,.

Inoltre, su tutto il territorio comunitario, è stata riconosciuta la STG Mozzarella.

Si tratta di un complesso di prodotti di grande significato economico, sociale e territoriale per la nostra Regione. L’ottenimento del “marchio comunitario” appare molto importante per le imprese perché dovrebbe da esso scaturire un diverso posizionamento di mercato e quindi condizioni per una maggiore valorizzazione dei prodotti.

1.3 Altri interventi della Regione Piemonte

Le altre linee guida e le conseguenti azioni della Regione Piemonte in materia di qualità dei prodotti sono state e sono:

- il sostegno alla ricerca ed alla sperimentazione pubblica e privata volta al miglioramento delle caratteristiche nutrizionali ed organolettiche (quindi commerciali) del latte, della carne e di molti prodotti vegetali;

- la legge regionale 1 dicembre 1986 n. 56 “Interventi regionali per la promozione e la diffusione delle innovazioni tecnologiche nel sistema delle imprese minori”, che ormai dal 1993 considera prioritari, ai fini della concessione del contributo regionale, i progetti finalizzati alla adozione di sistemi di qualità;

- il Programma di monitoraggio denominato “Latte qualità”, finalizzato alla raccolta sistematica delle informazioni relative alle caratteristiche qualitative del latte prodotto e consegnato in Piemonte;

- le Misure Agroambientali, a favore delle produzioni integrate e biologiche, nell’ambito del Piano di Sviluppo Rurale ai sensi del Reg. (CE) n. 1257/99 che interessa circa 15.000 aziende, in gran parte con orientamento produttivo a vite, frutta, cereali e ortaggi.

1.4 Alcune considerazioni sul tema della qualità

In Piemonte, ormai quasi l’80% della produzione di vini è coperta dalla DOC, tutti i più prestigiosi formaggi piemontesi si giovano di una DOP, per la carne bovina c’è l’etichettatura obbligatoria a cui si aggiunge quella volontaria.

Forse, l’approccio tradizionale nella nostra regione alla problematica della qualità, per la quale un imponente lavoro è stato realizzato, ha tenuto in scarsa considerazione il fatto che il perseguimento della qualità è un processo da estendere a tutte le fasi della produzione, comprese quelle preliminari, della trasformazione e commercializzazione. In altri termini, la qualità organolettica e la tipicità possono essere condizioni sufficienti solo nel caso di mercati locali che già apprezzino le caratteristiche del prodotto in oggetto. Quando si opera a scala più ampia nel concetto di qualità occorre comprendere:

- l’approvvigionamento regolare secondo idonee masse critiche di prodotti;

- la standardizzazione delle caratteristiche esteriori ed organolettiche, anche in termini funzionali all’uso;

- le forme di controllo e di garanzia (tra cui come accennato la certificazione secondo le norme UNI);

- la qualità legata ai servizi logistici (dal confezionamento al rifornimento dei punti di vendita);

- l’assistenza post-vendita;

- la comunicazione necessaria a rendere esplicita e riconoscibile al cliente intermedio e finale la qualità (si può in altri termini convenire sul fatto che non vi può essere chiara percezione della qualità senza comunicazione e che pertanto la valorizzazione della qualità dei prodotti agricoli è anche funzione della efficacia del progetto di comunicazione).

Dunque, la qualità intesa come qualità globale richiede a monte un’organizzazione (ed un’autorganizzazione dei produttori) e comporta soprattutto uno sforzo organizzativo, sostenibile solo attraverso un coordinamento ottimale dei soggetti coinvolti e con costi accettabili solo se relativi a masse di prodotti consistenti.

Inoltre, l’emanazione del recente Regolamento (CE) n. 178/2002, che stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare, istituisce l’Autorità europea per la sicurezza alimentare e fissa procedure nel campo della sicurezza alimentare, all’art. 18 dispone che venga realizzata la rintracciabilità completa degli alimenti destinati al consumo umano e al mangime degli animali destinati all’alimentazione umana.

Tale sistema di rintracciabilità deve essere adottato, insieme agli altri principi enunciati nel Reg. (CE) n. 178/2002, entro il 1 gennaio 2005 in tutta l’Unione Europea.

MISURA 1

QUALIFICAZIONE DELLE PRODUZIONI

AZIONE 1. Ricognizione delle produzioni tipiche

In Piemonte dodici prodotti hanno ottenuto la registrazione comunitaria mentre per altri venti prodotti le pratiche sono attualmente in istruttoria presso gli uffici regionali e ministeriali.

I dodici prodotti registrati riguardano dieci prodotti DOP (Bra, Raschera, Castemagno, Toma piemontese, Robiola di Roccaverano, Murazzano, Taleggio, Gorgonzola, Grana padano, Salamini italiani alla cacciatora) e due IGP (Nocciola del Piemonte e Mortadella di Bologna) e la STG Mozzarella.

Nell’ambito della regione, caratterizzata da una notevole diversità pedoclimatica, esistono molte altre produzioni locali, alcune di limitata entità ma comunque di notevole pregio, che potrebbero avvalersi delle possibilità di protezione offerte dai Regg. (CEE) nn. 2081/92 e 2082/92. Molti dei prodotti più noti hanno già avviato la procedura per il riconoscimento comunitario.

Già negli anni passati, in attuazione del D.Lgs. n. 173/98 e D.M. n. 350/99, si è avviata la ricognizione delle produzioni agroalimentari tradizionali piemontesi, attualmente si è giunti a 370 prodotti, e per alcuni dei quali è già stato avviato l’iter di registrazione a DOP o IGP ai sensi del Reg. (CEE) n. 2081/92.

Appare importante aggiornare la ricognizione già effettuata, poiché non tutti i prodotti sono stati rilevati, anche in considerazione dell’elevato numero di produzioni locali dovute anche alla grande variabilità pedoclimatica e geografica del Piemonte nonché di quella di carattere strettamente socioeconomico.

Dall’esperienza maturata, una considerazione a parte è dovuta ai prodotti gastronomici, alle ricette perché rappresentano una quota importante del nostro patrimonio storico e culturale e non solo agroindustriale.

Beneficiari: In considerazione di quanto sopra esposto la rilevazione potrà interessare Enti pubblici e privati (CCIAA, Enti Locali, Università, Associazioni dei Produttori riconosciute ai sensi del Reg. (CEE) n. 1360/78 e successive modificazioni e del Reg. (CE) n. 2200/96) o tramite interventi a regia regionale, che mirano alla:

- conoscenza delle produzioni tipiche locali;

- possibilità di raccogliere i dati necessari in modo sistematico ed efficiente;

- presenza di personale qualificato per la ricerca e la selezione delle produzioni.

Coordinamento e fasi. Il coordinamento della presente azione sarà demandato al Settore Tutela e Valorizzazione dei Prodotti Agricoli dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte.

Ogni prodotto esaminato dovrà contenere alcuni elementi essenziali (per esempio. cenni storici sul prodotto; individuazione dell’areale di produzione prevalente; descrizione del prodotto; metodologia di produzione; legame tra prodotto e territorio; dimensione produttiva).

Potrà seguire la pubblicazione dei risultati ottenuti.

Durata dell’azione: tre anni.

Costo stimato: Euro 250.000.

AZIONE 2. La stesura dei disciplinari di produzione

La stesura dei disciplinari di produzione è la fase cruciale per le proposte di riconoscimento DOP, IGP o AS.

Le difficoltà insite nelle normative di riferimento non sono esaustive sui vari aspetti da sviluppare nell’ambito di un disciplinare, per cui è utile un intervento pubblico per agevolare i proponenti.

L’azione è incentrata sui disciplinari relativi alle istanze di riconoscimento per prodotti a DOP, a IGP e AS attualmente giacenti presso gli uffici competenti e alle eventuali revisioni necessarie per prodotti già riconosciuti.

Per le considerazioni sopra esposte si intende finanziare eventuali integrazioni istruttorie a carattere scientifico o di altra natura a supporto di tali richieste.

Beneficiari: l’azione sarà diretta a regia regionale per i prodotti previsti dai Regolamenti (CEE) n. 2081 e n. 2082 del 1992.

Coordinamento e fasi: Il coordinamento della presente azione sarà demandato al Settore Tutela e Valorizzazione dei Prodotti Agricoli dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte.

Durata dell’azione: tre anni.

Costi: Euro 100.000.

AZIONE 3. Rafforzamento organizzativo delle attività regionali per il controllo sugli organismi autorizzati ai sensi del DL 220/95 per l’agricoltura biologica

Con il D.L. 220/95 “Attuazione degli articoli 8 e 9 del Reg. CEE 2092/91 in materia di produzione agricola e agroalimentare con metodo biologico sono stati demandati compiti di vigilanza sugli Organismi di controllo del metodo di produzione, autorizzati ad operare dal Ministero delle Politiche Agricole, alle Regioni per le strutture di detti organismi ricadenti nel territorio di competenza.

I compiti di controllo si suddividono in due tipologie:

1. verifiche strutturali;

2. verifiche funzionali, sia per gli aspetti amministrativi che per gli aspetti tecnici.

Le verifiche strutturali riguarderanno la sede operativa regionale degli Organismi di controllo (dotazioni informatiche, dotazioni strutturali, ecc.).

Le verifiche funzionali riguarderanno aspetti amministrativi e aspetti tecnici; fra questi ultimi rivestono particolare importanza:

- registrazione elenco operatori controllati;

- registrazione e archiviazione delle certificazioni;

- registrazione delle deroghe concesse;

- registrazione delle sanzioni irrorate;

- archivio documenti degli operatori controllati;

- registrazione delle attestazioni rilasciate;

- elenco dei prodotti certificati.

Si prevedono costi di hardware, telecomunicazioni, software (compreso la realizzazione di pagine Internet), attività didattiche e formative, per € 50.000 per il primo anno, per:

* una registrazione informatica dei dati del settore e dei controlli presso gli Organismi di controllo autorizzati

* l’addestramento e formazione di tecnici di Regione, Province e Comunità Montane, impegnati nell’attività di controllo e vigilanza sull’operato degli Organismi di controllo in agricoltura biologica.

Coordinamento: Il coordinamento della presente azione sarà demandato al Settore Servizi di Sviluppo Agricolo dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte.

Le disposizioni ulteriori saranno contenute in successivi atti amministrativi (deliberazioni della Giunta Regionale e determinazioni della Direzione/Settore competente).

Durata dell’azione: tre anni.

Costi: Euro 200.000.

AZIONE 4. La promozione e il sostegno all’avviamento degli organismi di controllo

Punto 1 -Organismi di controllo

Il Regolamento (CEE) n. 2081/92 prevede all’art. 10 che vi siano delle strutture di controllo aventi il compito di garantire che i prodotti agricoli e alimentari recanti una denominazione protetta rispondano ai requisiti del disciplinare di produzione approvato. Della struttura di controllo fanno parte gli organismi di controllo che possono essere pubblici o privati. In ambedue i casi gli organismi di controllo possono espletare il loro compito attraverso un organismo terzo.

Tutti gli organismi sopraccitati devono rispettare le norme EN 45011, condizione implicitamente rispettata dagli Enti pubblici.

Il vincolo dettato dall’Art. 10 citato è obbligatorio dal 1998 ed attualmente sono operanti numerosi organismi di controllo dei prodotti a DOP ed IGP, pur tuttavia sta aumentando il carico dei controlli che sono chiamati ad esercitare per garantire sempre meglio la tutela del consumatore.

Beneficiari. Organismi di controllo incaricati per i prodotti DOP e IGP.

Coordinamento e fasi. Il coordinamento della presente azione sarà demandato al Settore Tutela e Valorizzazione dei Prodotti Agricoli dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte.

Consorzi di tutela

Le produzioni a DOP, IGP, AS, oltre che tutelate devono anche essere gestite direttamente dalle aziende produttrici. Ciò significa promuovere e sostenere i consorzi di tutela di tali prodotti, favorendone l’espansione con nuove attività.

E’ importante che i singoli produttori possano avere un punto di riferimento, il consorzio di tutela, al quale potersi appoggiare per risolvere gli eventuali problemi tecnici inerenti la produzione e per unire gli sforzi per quanto ne attiene la valorizzazione e la promozione.

Beneficiari: i consorzi di tutela autorizzati di prodotti già registrati a DOP, IGP, AS.

Coordinamento e fasi: Il coordinamento della presente azione sarà demandato al Settore Tutela e Valorizzazione dei Prodotti Agricoli dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte.

Durata dell’azione: cinque anni.

Costi ipotizzati complessivi: Euro 400.000.

AZIONE 5. Etichettatura elettronica delle carni bovine

Alla luce della vicenda “mucca pazza” che ha penalizzato in modo drammatico il settore delle carni bovine, occorre offrire sempre maggiori garanzie ai consumatori; per questo la Regione Piemonte intende promuovere ed attivare il sistema della etichettatura elettronica facoltativa delle carni bovine come previsto dal Reg. CE n. 1760/00, titolo II, dal Reg. CE n. 1825/00 e dal D.M. n. 22601 del 30.08.2000, sensibilizzando i produttori sia per questa iniziativa, sia per eventuali nuove iniziative sia intendano valorizzare la produzione e garantire il consumatore.

Per informare il consumatore sulla provenienza della carne e sul tipo di allevamento e di alimentazione dei vitelli, tutelando la produzione di carne bovina del proprio territorio, la Regione Piemonte prevede il finanziamento delle spese necessarie per la realizzazione di sistemi volontari di etichettatura elettronica per la carne bovina.

L’azione che si intende realizzare si articola nel seguente modo:

1. messa in opera di un sistema elettronico di rintracciabilità finalizzato all’etichettatura facoltativa delle carni che individui il capo in allevamento e che possa seguirlo dalle fasi di macellazione fino alla vendita al pubblico;

2. istituzione di un sistema di autocontrollo, di un sistema di vigilanza sul carico e scarico del magazzino, sulla utilizzazione delle apparecchiature elettroniche e sulla congruità dei dati. E’ prevista inoltre l’individuazione di un ente terzo certificatore;

3. informazione corretta e puntuale ai diversi livelli della filiera ed in particolare alla produzione, alla lavorazione delle carni ed alla vendita al dettaglio.

Beneficiari possono essere tutti gli allevatori, macellatori e dettaglianti che aderiscono ad un’iniziativa finalizzata all’etichettatura facoltativa delle carni che preveda un disciplinare approvato dal MIPAF e conforme alla normativa vigente, che attenda ad un sistema di rintracciabilità dalla produzione alla commercializzazione dei bovini allevati in Piemonte.

I contributi regionali, nazionali o comunitari saranno erogati fino ad un massimo dell’100% a tutti gli Enti, Organizzazioni, Associazioni e Consorzi il cui organo amministrativo deliberi l’approvazione, in modo chiaro e specifico, di questa attività; in ogni caso, alla base di questa iniziativa deve sussistere un disciplinare approvato ai sensi della normativa vigente.

Il coordinamento della presente azione è affidato alla Direzione Sviluppo dell’Agricoltura, Settore Sviluppo delle Produzioni Animali dell’Assessorato Agricoltura della Regione Piemonte.

La durata dell’azione è prevista in 3 anni.

Il costo ipotizzabile è di Euro 300.000.

AZIONE 6. Rintracciabilità e tracciabilità degli alimenti

Con le recenti crisi (BSE, diossina, ecc...) che hanno messo in ginocchio il sistema agroalimentare europeo e con il profondo disorientamento del consumatore ci si sta avviando verso un percorso normativo che tenta il più possibile di legare un prodotto ad un produttore, non solo tramite il principio della responsabilità del produttore, ma soprattutto fornendo al consumatore l’informazione relativa alla provenienza delle materie prime.

Con l’emanazione del recente Regolamento (CE) n. 178/2002, che stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare e che istituisce l’Autorità europea per la sicurezza alimentare fissando procedure nel campo della sicurezza alimentare si è aperta una nuova era.

All’art. 18 si dispone che venga realizzata la rintracciabilità completa degli alimenti destinati al consumo umano e al mangime degli animali destinati all’alimentazione umana.

Tale sistema di rintracciabilità deve essere adottato, insieme agli altri principi enunciati nel Reg. (CE) n. 178/2002, entro il 1 gennaio 2005.

Questo sistema, che dunque accompagnerà tutte le altre misure già adottate sull’igiene degli alimenti, diventerà obbligatorio fra qualche anno. Sarà importante fare comprendere quali siano i principi che stanno alla base di questa norma e introdurla cercando di ottimizzare i benefici che questa nuova imposizioni darà, benefici non solo per i consumatori ma anche per i produttori.

Esiste anche la norma ISO 10939 che detta i principi base per attuare la rintracciabilità nel settore alimentare.

Essendo quindi all’inizio di questo processo evolutivo riguardante la tracciabilità, appare importante puntare innanzi tutto al settore dei prodotti a DOP e IGP.

In particolare vi è un forte interesse per legare la produzione dei formaggi DOP alle potenzialità produttive dell’area di produzione delimitata, tanto più importante quanto più questa è legata ai prodotti di alpeggio o di alta montagna.

Le attività previste sono:

- redazione di linee guida per le aziende per l’applicazione della rintracciabilità dei prodotti destinati all’alimentazione umana diretta o indiretta di cui alla norma ISO 10939 e Reg. (CE) n. 178/2002;

- redazione del catasto delle produzioni dei prodotti a DOP e IGP.

Beneficiari: spese dirette per le azioni a regia regionale.

Coordinamento e fasi: Il coordinamento della presente azione sarà demandato al Settore Tutela e Valorizzazione dei Prodotti Agricoli e al Settore Sviluppo delle Produzioni Animali dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte.

Durata dell’azione: tre anni.

Costi ipotizzati: Euro 300.000.

MISURA 4

VERIFICA DELL’EFFICIENZA
DELLE MACCHINE DISTRIBUTRICI

Obiettivo principale dell’attività proposta è quello di ridurre l’impiego dei fitofarmaci attraverso il miglioramento delle modalità con le quali essi vengono distribuiti. In particolare, facendo riferimento a quanto indicato nell’allegato della misura 4 si intende provvedere alla verifica dell’efficienza distributiva delle irroratrici attraverso due fasi:

a) controllo degli aspetti funzionali delle attrezzature

b) loro taratura in funzione delle specifiche caratteristiche delle colture da trattare.

Per quanto riguarda la prima fase (a) la Regione Piemonte dispone già di un finanziamento ad hoc ottenuto nell’ambito degli interventi previsti dalla legge 283 (Risanamento del bacino del Po) che nel corso di breve tempo dovrebbe consentire l’acquisto di un certo numero di banchi prova. Tuttavia, si ritiene necessario che tale attività sia supportata da una serie di interventi di sensibilizzazione e formazione. A tal fine si propone di:

¨ a1) realizzare una serie di corsi rivolti ai tecnici che operano in agricoltura finalizzati a formarli sugli aspetti relativi al corretto impiego delle macchine irroratrici con particolare riferimento alle tematiche relative alla sicurezza di tali attrezzature e, soprattutto, a quella degli addetti stessi. I tecnici così formati dovrebbero a loro volta informare gli operatori agricoli su queste tematiche, ad esempio, durante i corsi tenuti per il rilascio dei patentini fitosanitari;

* a2) sensibilizzare gli agricoltori sull’importanza del controllo funzionale delle irroratrici attraverso la produzione di specifico materiale cartaceo illustrativo e di filmati;

* a3) concedere contributi agli Enti che erogano assistenza tecnica in agricoltura per l’acquisto di attrezzatura necessaria ad una verifica funzionale di base delle irroratrici.

Per quanto riguarda il punto (b) l’attività che si propone di svolgere riguarda l’individuazione dei criteri secondo i quali effettuare la taratura della macchina irroratrice. Diversi risultano, infatti, gli aspetti che è ancora necessario chiarire per quanto concerne questo punto soprattutto nel caso delle irroratrici impiegate nei trattamenti alle colture arboree (scelta dei volumi d’aria e d’acqua, della pressione di esercizio, del numero di ugelli in funzione, delle modalità di movimento della macchina in campo, ecc.). A tal fine si propone di:

b1) definire attraverso specifiche sperimentazioni le correlazioni esistenti fra le caratteristiche morfologiche ed architettoniche della pianta da trattare (fase fenologica, forma di allevamento, sesto d’impianto, ecc.) e le modalità operative della macchina irroratrice. Ciò dovrebbe consentire di tarare in modo più corretto la macchina irroratrice.

Costi complessivi ipotizzati: Euro 264.858,72 così distribuiti:

· intervento a1): Euro 12.911,43

· intervento a2): Euro 20.658,27

· intervento a3): Euro 20.658,27

· intervento b) Euro 210.630,75

Allegato B

MISURA 1

QUALIFICAZIONE DELLE PRODUZIONI

AZIONE 1. Ricognizione delle produzioni tipiche

PROCEDURA

La presente azione sarà a regia regionale ed è mirata ad ottenere un’analisi delle produzioni tipiche piemontesi attraverso delle indagini su tutto il territorio della regione Piemonte.

Verrà effettuato attraverso rilevazioni che dovranno definire requisiti minimi che, a seconda della finalità dell’indagine, potranno essere:

- cenni storici sul prodotto;

- individuazione dell’areale di produzione;

- descrizione del prodotto;

- metodologia di produzione;

- legame tra prodotto e territorio;

- dimensione produttiva.

I risultati di questo progetto potranno essere pubblicati e divulgati.

SPESE AMMISSIBILI

Il progetto è coperto al 100%.

L’azione verrà attivata con successivi atti amministrativi.

BENEFICIARIO

Regione Piemonte

Assessorato Agricoltura

Direzione Programmazione e Valorizzazione delle Produzioni Agricole

che si potrà avvalere per la realizzazione del progetto di Enti pubblici e privati come soggetti attuatori mediante apposite convezioni.

STRUTTURA RESPONSABILE

Regione Piemonte

Assessorato Agricoltura

Direzione Programmazione e Valorizzazione delle Produzioni Agricole

Settore Tutela e Valorizzazione dei Prodotti Agricoli

Corso Stati Uniti n. 21 - 10128 Torino.

AZIONE 4. La promozione e il sostegno all’avviamento degli organismi di controllo

PROCEDURE

Punto 1 - Organismi di controllo

SPESE AMMISSIBILI

1. spese per gli adeguamenti organizzativi dovuti all’ampliamento delle funzioni ed attività degli organismi di controllo di cui all’art. 10 del Reg. (CEE) n. 2081/92:

1.a) spese amministrative e di personale dovute all’ampliamento delle funzioni

Per tali spese l’aiuto previsto sarà inizialmente del 50%, il contributo sarà decrescente con una digressione pari almeno al 20% annuo rispetto ai costi operativi reali sostenuti nel corso dell’anno considerato per un periodo massimo di cinque anni oppure non decrescente ma con una aliquota che non superi la media delle aliquote che prevedono una digressione del 20% (non può superare il 60%).

2. spese per l’acquisto di attrezzature:

2.a) materiale informatico (hardware e software)

2.b) altre attrezzature connesse alla realizzazione dei controlli di qualità

Per tali spese l’aiuto previsto sarà del 35% e non potrà superare un periodo massimo di cinque anni.

3. spese per la formazione e la consulenza:

3.a) formazione del personale

3.b) consulenti esterni.

Per tali spese l’aiuto previsto é del 50% e non potrà superare un periodo massimo di cinque anni.

BENEFICIARI

I soggetti che possono accedere al contributo debbono possedere l’autorizzazione del Ministero per le Politiche Agricole per la protezione comunitaria di riferimento. Nel caso di organismi di controllo pubblici le spese sono riconosciute al 100%.

Il prodotto a DOP od IGP deve insistere come area di produzione sul territorio della regione Piemonte, nel caso di prodotti interregionali il contributo sarà calcolato in modo proporzionale in base alla produzione DOP o IGP dell’anno precedente alla domanda di contributo realizzata su territorio regionale.

ISTRUTTORIA E LIQUIDAZIONI

La liquidazione del contributo avverrà annualmente dietro presentazione del conto consuntivo dei costi sostenuti nell’anno considerato.

STRUTTURA RESPONSABILE

Regione Piemonte - Assessorato Agricoltura

Direzione Programmazione e Valorizzazione dell’Agricoltura

Settore Tutela e Valorizzazione dei Prodotti Agricoli

Corso Stati Uniti n. 21 - 10128 Torino.

Punto 2 - Consorzi di tutela autorizzati

SPESE AMMISSIBILI

1. spese per gli adeguamenti organizzativi dovuti all’ampliamento delle funzioni ed attività dei Consorzi di tutela singoli od associati per i prodotti a DOP e IGP:

1.a) spese amministrative e di personale dovute all’ampliamento delle funzioni.

Per tali spese l’aiuto previsto sarà inizialmente del 50%, il contributo sarà decrescente con una digressione pari almeno al 20% annuo rispetto ai costi operativi reali sostenuti nel corso dell’anno considerato per un periodo massimo di cinque anni.

2. spese per l’acquisto di attrezzature:

2.a) materiale informatico (hardware e software)

2.b) altre attrezzature connesse alla realizzazione dei controlli di qualità

Per tali spese l’aiuto previsto non potrà superare un periodo massimo di cinque anni e sarà:

- del 35% per i beneficiari operanti a livello della produzione primaria e al 75% nelle zone svantaggiate ai sensi degli articoli 21-25 del Regolamento (CE) n. 950/97;

- del 55% nel caso di beneficiari operanti nel settore della trasformazione e commercializzazione e 75% per gli investimenti effettuati nelle zone dell’obiettivo 1.

3. spese per la formazione e la consulenza nel settore dei controlli di qualità:

4.a) formazione del personale

4.b) consulenti esterni.

Per tali spese l’aiuto previsto é al 50% e non potrà superare un periodo massimo di cinque anni.

BENEFICIARI

a) Consorzi di tutela autorizzati ai sensi della legislazione vigente presentanti la domanda in forma associata, per i prodotti registrati a DOP, IGP, AS;

b) Consorzi di tutela singoli autorizzati ai sensi della legislazione vigente per i prodotti registrati a DOP, IGP, AS;

Il prodotto a DOP od IGP deve insistere come area di produzione sul territorio della regione Piemonte, nel caso di prodotti interregionali il contributo sarà calcolato in modo proporzionale in base alla produzione DOP o IGP dell’anno precedente alla domanda di contributo realizzata su territorio regionale.

ISTRUTTORIA E LIQUIDAZIONI

La liquidazione del contributo avverrrà annualmente dietro presentazione del conto consuntivo dei costi sostenuti nell’anno considerato.

STRUTTURA RESPONSABILE

Regione Piemonte - Assessorato Agricoltura

Direzione Programmazione e Valorizzazione dell’Agricoltura

Settore Tutela e Valorizzazione dei Prodotti Agricoli

Corso Stati Uniti n. 21 - 10128 Torino.

AZIONE 5. Etichettatura elettronica delle carni bovine

PROCEDURE

RIFERIMENTI LEGISLATIVI

Reg. C.E. n. 820 del 21.04.1997, titolo II, che istituisce un sistema di etichettatura delle carni bovine e prodotti a base di carne bovina.

Con il Reg. C.E. n. 1141 del 23.06.1997 ed il D.M. n. 25247 del 22.12.1997 sono state stabilite le modalità di applicazione del sopracitato regolamento.

L’azione che la Regione Piemonte intende concretizzare e formalizzare si articola nel seguente modo:

* messa in opera di un sistema elettronico semplice ma efficace che individui il capo in allevamento e che possa seguirlo dalle fasi di macellazione fino alla vendita al pubblico;

* informazione corretta, puntuale e approfondita ai diversi livelli della filiera, in particolare alla produzione, alla lavorazione delle carni ed alla vendita al dettaglio.

BENEFICIARI

Possono essere tutti gli allevatori, macellatori e dettaglianti che aderiscano ad un’iniziativa che preveda un disciplinare di produzione approvato ed un sistema di rintracciabilità finalizzato all’etichettatura delle carni bovine attivata da enti, organizzazioni, associazioni e consorzi che rispondano ai requisiti previsti dalla normativa sopracitata.

PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE

Le domande dovranno essere presentate al Settore Sviluppo delle Produzioni Animali, Direzione Regionale Sviluppo dell’Agricoltura, corso Stati Uniti n. 21 - 10128 - Torino, atteso quanto previsto dall’art. 4 del D.M. 25247 del 22.12.1997, e devono pervenire entro e non oltre il 30 ottobre di ogni anno, corredate dalla seguente documentazione:

* progetto e relazione tecnica sull’organizzazione dell’attività che illustri in dettaglio anche il piano finanziario ed i tempi di attuazione;

* copia autenticata dello statuto;

* copia del disciplinare di etichettatura approvato o in fase di approvazione;

* deliberazione dell’organo amministrativo che preveda in modo chiaro e specifico questa iniziativa;

* dichiarazione di impegno a non fruire di altri contributi per il medesimo intervento.

Le domande devono pervenire entro il 20 dicembre di ogni anno per le richieste di contributo dell’anno successivo.

L’erogazione dei contributi per le iniziative presentate sarà subordinata all’approvazione, da parte del Ministero per le Politiche Agricole, del disciplinare conforme alla normativa vigente.

Qualora necessario potranno essere richiesti ulteriori dati ed elementi di valutazione.

Secondo quanto disposto dalla normativa nazionale e comunitaria la Regione Piemonte, in collaborazione con il Ministero, esercita la vigilanza sulla corretta applicazione della etichettatura.

Eventuali modifiche al progetto dovranno essere preventivamente approvate.

MODALITA’ DI FINANZIAMENTO

I contributi verranno erogati fino ad un massimo del 100% della spesa ammessa.

Potrà esser concesso un anticipo fino all’80% del contributo, proporzionalmente alle spese sostenute; il saldo sarà liquidato a seguito della rendicontazione dei costi sostenuti secondo disposizioni che saranno contenute in successivi atti amministrativi.

AZIONE 6. Rintracciabilità e tracciabilità degli alimenti

PROCEDURA

1) La presente azione sarà a regia regionale ed è mirata a realizzare delle linee guida per le aziende per l’applicazione della rintracciabilità dei prodotti destinati all’alimentazione umana diretta od indiretta di cui alla norma ISO 10939 e Reg. (CE) n. 178/2002 od altra normativa.

I risultati di questo progetto saranno pubblicati e divulgati.

2) Redazione del catasto delle produzioni per i prodotti a DOP e IGP già registrati

SPESE AMMISSIBILI

Il progetto è coperto al 100%.

L’azione verrà attivata con successivi atti amministrativi.

BENEFICIARIO

Regione Piemonte

Assessorato Agricoltura

Direzione Programmazione e Valorizzazione delle Produzioni Agricole per quanto riguarda il punto 1) e Direzione Sviluppo dell’Agricoltura per i punti 1) e 2), i beneficiari si potranno avvalere per la realizzazione dei progetti di Enti pubblici e privati come soggetti attuatori mediante apposite convezioni.

STRUTTURA RESPONSABILE

Regione Piemonte

Assessorato Agricoltura

Direzione Programmazione e Valorizzazione delle Produzioni Agricole

Settore Tutela e Valorizzazione dei Prodotti Agricoli

Corso Stati Uniti n. 21 - 10128 Torino.

MISURA 4

VERIFICA DELL’EFFICIENZA
DELLE MACCHINE DISTRIBUTRICI

Il programma di attività previsto per la misura 4 integra un progetto sperimentale su cui la Regione Piemonte dispone già di un finanziamento specifico nell’ambito degli interventi previsti dalla Legge 283/89 (Risanamento del bacino del Po) e che ha come scopo la predisposizione di un servizio per la taratura delle macchine irroratrici.

La Misura 4 sarà articolata in due fasi:

Fase a: si punterà ad una maggior sensibilizzazione degli agricoltori rispetto al tema del controllo funzionale delle attrezzature anche attraverso la formazione dei tecnici che operano nel settore agricolo.

Fase b: si cercherà attraverso una sperimentazione mirata di fornire indicazioni circa la corretta taratura delle macchine distributrici di fitofarmaci in funzione delle caratteristiche delle colture da trattare.

Struttura responsabile: Direzione Regionale Sviluppo dell’Agricoltura - Settore Sviluppo delle Produzioni Vegetali

Descrizione degli interventi

Fase a

intervento a1

La Direzione Regionale (12) Sviluppo dell’Agricoltura provvederà ad organizzare direttamente una serie di corsi rivolti ai tecnici che operano in agricoltura.

I docenti verranno individuati nell’ambito delle istituzioni scientifiche che già operano nell’ambito delle tematiche oggetto della presente misura.

Costo complessivo previsto: Euro 12.911,43

Intervento a2

La Direzione Regionale (12) Sviluppo dell’Agricoltura sosterrà direttamente le spese relative alla predisposizione e realizzazione tipografica di materiale divulgativo.

In particolare si prevede la realizzazione di un volumetto sulla tematica della taratura delle macchine irroratrici nonché di specifico materiale cartaceo e di un filmato da distribuire ai tecnici.

Per la predisposizione del testo ci si avvarrà del personale operante nell’ambito di istituzioni scientifiche che già operano nell’ambito delle tematiche oggetto della presente misura.

Per la realizzazione tipografica delle pubblicazioni verrà stilato un apposito capitolato per la richiesta del preventivo a più ditte specializzate nella predisposizione di materiale di questo tipo.

Costo complessivo previsto Euro 20.658,27

Intervento a3)

Verranno concessi contributi per l’acquisto dell’attrezzatura necessaria ad un prima verifica funzionale delle macchine distributrici di fitofarmaci.

Beneficiari saranno gli Enti erogatori di assistenza tecnica in agricoltura.

Le caratteristiche tecniche delle apparecchiature ammesse verranno specificate con successivo atto amministrativo della Direzione Regionale (12) Sviluppo dell’Agricoltura.

Qualora le richieste fossero superiori alla disponibilità finanziaria verranno esaudite in base ad una graduatoria che tenga conto del numero dei tecnici coinvolti, del numero di aziende assistite e delle apparecchiature per l’acquisto delle quali sia stato concesso il contributo previsto dalla Determinazione del Settore Produzione Agricola n. 90 del 18/11/97.

Potrà essere concesso un contributo fino all’80% della spesa ritenuta ammissibile.

Costo complessivo previsto: Euro 20.658,27

Fase b

intervento b)

Riferimento normativo: L.R. n° 6 del 21/1/1988, art. 10

Verranno stipulate apposite convenzioni o lettere contratto con cui si incaricheranno alcune istituzioni tecnico scientifiche per la realizzazione di specifici progetti mirati all’ottimizzazione della distribuzione dei fitofarmaci su tematiche di esclusivo o particolare interesse per la Regione Piemonte. I comparti di intervento saranno il frutticolo ed il viticolo: tale scelta è motivata dal fatto che la difesa di queste colture presenta una complessità notevole ed alcune indicazioni derivanti dall’attività sperimentale potrebbero ridurre considerevolmente le immissioni nell’ambiente di fitofarmaci.

Al fine di ottenere delle indicazioni sufficientemente attendibili la sperimentazione verrà ripetuta, a seconda dell’argomento trattato, per due o tre anni.

In particolare si intende intervenire sulle seguenti tematiche:



COLTURA    TEMA D’INTERVENTO
Vite    Valutazione della funzionalità delle impolveratrici impiegate per la distribuzione dello zolfo
    in polvere nei vigneti
Vite    La sfogliatura della vite come tecnica per migliorare l’efficacia dei trattamenti antiparassitari
Vite    Individuazione delle portate del ventilatore delle macchine irroratrici più idonee per i
    trattamenti fitoiatrici alla vite
Vite    Confronto fra differenti volumi e concentrazioni di prodotto nei trattamenti fitoiatrici alla vite
Melo    Individuazione delle portate del ventilatore delle macchine irroratrici più idonee per i trattamenti
    fitoiatrici al melo: studio dell’architettura della pianta e della massa fogliare
Melo    Valutazione di diverse modalità operative nella distribuzione dei fitofarmaci al melo



Limitatamente al 2003 si prevede di integrare tale attività con un progetto specifico per la raccolta ed elaborazione dei dati delle tarature effettuate in Piemonte nel corso dell’anno. In questo modo sarà possibile trarre indicazioni utili all’impostazione definitiva del servizio di taratura che il progetto sperimentale finanziato dalla Legge n. 283/89 ha permesso di avviare.

Costo complessivo previsto: Euro 210.630,75

Costo totale per la misura: Euro 264.858,72.