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Bollettino Ufficiale n. 30 del 25 / 07 / 2002

Codice 26.2
D.D. 3 aprile 2002, n. 126

Art. 9 comma L. 285/2000 - Art. 10 L.R. 40/1998. Giochi Olimpici Invernali Torino 2006. Progetto preliminare di seggiovia quadriposto denominata “Sky Lodge - La Sellette” in località Sansicario del comune di Cesana Torinese

(omissis)

IL DIRIGENTE

(omissis)

determina

Che, ai sensi dell’art. 10 della L.R. 14 dicembre 1998 n. 40, il presente progetto debba essere sottoposto alla fase di valutazione d’impatto ambientale ai sensi dell’art. 12 della suddetta legge regionale, ed in considerazione anche delle carenze analitiche, informative e progettuali rilevate negli elaborati esaminati, fatta salva la completa trattazione dei contenuti dello Studio di impatto ambientale di cui all’art. 5 della L.R. 40/1998 e nel conseguente rispetto dell’all. D della medesima legge, si forniscono le seguenti indicazioni, ai fini della redazione degli elaborati di cui all’art. 12 della L.R. n. 40/1998:

1. Lo Studio di impatto ambientale dovrà contenere specifiche valutazioni delle alternative progettuali percorribili, adeguatamente commentate sotto ogni aspetto rilevante in termini di massima riduzione del danno all’ambiente e al paesaggio, nonchè in termini di sicurezza, fruibilità e fattibilità tecnica dell’impianto.

2. Dovrà essere effettuata un’indagine di dettaglio sulla vegetazione e sulla fauna presente nell’area vasta interessata, che curi gli aspetti fisionomici, strutturali, dendrometrici, floristici e vegetazionali delle componenti erbacea, arbustiva e forestale, nonchè faunistici, supportata dalla produzione da un’adeguata e aggiornata cartografia tematica di dettaglio in scala idonea, che costituisca la base per le valutazioni di cui al punto 1., nonchè per la proposta degli interventi di recupero, mitigazione e compensazione.

3. Considerate anche le attuali carenze della documentazione fornita, il proponente dovrà produrre una chiara progettazione onde rappresentare e collocare planimetricamente gli interventi di rinaturalizzazione e recupero ambientale previsti, con la preferenziale adozione di tecniche di Ingegneria Naturalistica, per la ricostruzione morfologica dei siti, per il consolidamento e la sistemazione superficiale dei terreni, nonchè per il contenimento e la mitigazione dell’impatto ambientale e per il reinserimento paesaggistico dei luoghi alterati durante i lavori e delle infrastrutture edificate. A tal proposito dovranno essere prodotti elaborati completi (relazioni tecniche, planimetrie, sezioni, assometrie, particolari costruttivi ecc.) atti a descrivere le opere progettate, nonchè le opportune valutazioni sul dimensionamento e sulle verifiche di stabilità delle opere di sostegno eventualmente impiegati negli interventi di recupero e sistemazione. Ai fini di una corretta valutazione quali-quantitativa delle medesime, esse devono trovare riscontro negli elaborati relativi all’analisi prezzi e nel computo metrico del progetto definitivo, nonchè negli allegati relativi alla definizione dei piani di manutenzione delle opere previsti ai sensi delle vigenti normative di legge.

4. Nella redazione dello studio di impatto ambientale e degli elaborati progettuali dovranno trovare recepimento le prescrizioni generali e le azioni di contenimento, mitigazione e compensazione indicate nel capitolo 5, del volume II dello Studio di Compatibilità Ambientale proposto dal TOROC ed esaminato in sede di Valutazione Ambientale Strategica.

5. Il progetto dovrà essere completo - sia in termini di identificazione e collocazione degli interventi, nonchè come previsione economica nella logica di internalizzazione dei costi - della previsione, di cui alla Valutazione Ambientale Strategica D.G.R. n. 45 - 2741 del 09.04.2001, di interventi di mitigazione e compensazione paesistico-ambientale, unitamente a forme di riqualificazione delle aree esistenti degradate, oltre che di ambiti ad oggi compromessi da preesistenze non sufficientemente qualificate: in particolare nel caso dell’esecuzione di tagli boschivi dovranno - per superfici adeguate dell’ordine di 10 volte le aree così danneggiate ed interferite - comportare operazioni di sistemazione e miglioramento forestale e/o reperimento di aree di rimboschimento nel territorio montano circostante, da concordare con gli Enti territorialmente interessati e con gli organi deputati istituzionalmente alla gestione delle proprietà forestali comunali locali, anche con la finalità di recuperare e migliorare gli habitat necessari per la fauna pregiata presente nel contesto vallivo.

6. In un’ottica di minimizzazione dell’impatto complessivo e di salvaguardia delle opere di recupero e compensazione, si reputa necessario che il progetto preveda sistemi di protezione e di dissuasione del transito fuoripista degli sciatori a tutela delle aree boscate coinvolte dall’intervento e soprattutto delle aree eventualmente oggetto di rimboschimento.

7. Si sottolinea ai fini istruttori la notevole utilità di rappresentazioni fotografiche, al fine di una più chiara esposizione e conseguente comprensione del progetto e delle sue ricadute sul territorio. Si richiede pertanto che sia dedicata un’apposita sezione alla rappresentazione fotografica del sito, con riferimento sia delle aree interessate dalle strutture previste, sia alle aree adibite a cantiere. Si ritiene inoltre utile che siano fornite rappresentazioni della situazione prevista ad intervento finito (foto - inserimenti), con immagini comprensive anche delle opere temporanee, prima e dopo il loro smantellamento.

8. Lo studio di impatto ambientale dovrà contenere un esame dettagliato delle possibilità di contaminazione delle matrici suolo, sottosuolo, acque sotterranee, acque superficiali a causa delle attività di cantiere e di quelle ad esse connesse. Tale sezione dovrà inoltre descrivere le misure e gli accorgimenti atti ad evitare sversamenti, accumuli, scarichi di sostanze inquinanti ed altre azioni che possano creare situazioni di contaminazione e di conseguente riduzione delle caratteristiche qualitative e quantitative delle matrici ambientali. Nel caso in cui, da tale studio risulti la possibilità, anche accidentale, di pregiudizio di tali matrici, lo studio dovrà illustrare i sistemi di intervento nelle ipotesi di manifestarsi di situazioni di emergenza.

9. Come si evince dalla documentazione, gli interventi di scavo derivanti dalle operazioni di cantiere saranno destinati prioritariamente al riutilizzo: dovrà quindi essere limitato alle sole fasi di cantiere l’uso di aree di deponia temporanea ed esclusi stoccaggi provvisori di tali materiali, nel caso di smaltimento degli stessi direttamente in discariche autorizzate ai sensi della normativa vigente, queste devono essere già esplicitamente individuate in fase progettuale.

10. Le attività progettuali dovranno essere accompagnate da un’indagine sulla possibile presenza di minerali fibrosi asbestosi, derivanti dalla rocce del Complesso dei Calcescisti e Pietre Verdi (in particolare Serpentinite) i cui risultati dovranno essere riportati nello Studio di Impatto Ambientale; si richiede inoltre che in fase di progetto definitivo siano specificate ulteriormente le caratteristiche litologiche e granulometriche dei volumi terrosi e rocciosi soggetti ad attività di scavo e riporto e che sia valutata l’idoneità al riutilizzo del materiale scavato.

11. Dovranno essere valutate soluzioni progettuali che prevedano un contenimento delle volumetrie per l’edificio adibito al rimessaggio delle seggiole e/o alternative di maggiore schermatura mediante eventuale parziale incasso nel versante del fabbricato, oltre a sottolineare l’opportunità che la realizzazione dei fabbricati avvenga prevedendo la messa in opera di materiali costruttivi riferiti alla tradizione locale.

12. Dovrà essere disposto un rilevamento geologico di dettaglio che caratterizzi i litotipi costituenti gli eventuali affioramenti rocciosi che possano essere interessati dagli scavi, al fine di escludere la potenziale presenza di materiali asbestosi al loro interno; nel caso in cui queste condizioni venissero individuate, dovranno essere definiti particolari accorgimenti tecnici nel Piano di sicurezza del cantiere, atti a tutelare la salute pubblica e quella dei lavoratori.

13. Avendo riscontato in sede di sopralluogo la possibilità che fenomeni valanghivi possano raggiungere la pista da sci che corre ad una quota sovrastante il sito prescelto per la collocazione della stazione di monte e di conseguenza l’interno in cui possono stazionare gli sciatori dopo lo sbarco dall’impianto, dovrà essere approfondito il contenuto della relazione nivologica presentata che, tra l’altro, illustra la possibilità di scaricamenti parziali, differenziati nello spazio e nel tempo, di masse nevose provenienti da alcune incisioni morfologiche sulle pendici rocciose sottostanti la cresta spartiacque, ma che afferma non dovrebbero interessare direttamente la stazione di monte. Tale aspetto è meritorio di studi di approfondimento per effettuare una più obiettiva perimetrazione delle zone pericolose ad una scala di dettaglio ed eventualmente prevedere la realizzazione di adeguare opere di protezione; quest’analisi dovrà opportunamente essere inserita nella valutazione di possibili tracciati alterantivi, e dovrà essere accompagnata dalle necessarie valutazioni economiche per garantire la copertura finanziaria di eventuali opere di difesa.

14. Si segnala la presenza, in prossimità del sito previsto per la realizzazione della stazione di partenza dell’impianto, di un masso di roccia serpentinitica di diversi metri cubi, che potrebbe configurarsi come masso erratico di origine glaciale; quest’elemento richiede un approfondimento di studio per definire in modo scientifico la provenienza del blocco roccioso e, nel caso la sua collocazione risultasse effettivamente di originale glaciale, se ne raccomanda la preservazione per la sua caratteristica di unicità di indicatore del passato geologico dell’area.

15. Dovrà essere evidenziata l’esistenza o meno d’interferenza fra gli interventi progettati e le opere relative al servizio idrico (sorgenti, acquedotti, fognature e depuratori).

16. Dovranno essere valutati i possibili impatti determinati dall’intervento sul sistema turistico della stazione. In particolare, oltre alle possibili interferenze in fase di cantiere e di operatività con le altre attività turistiche presenti sull’area (escursionismo estivo), all’incremento della capacità ricettiva dell’area sciabile, alle ricadute sul sistema della mobilità di accesso e sul sistema dei servizi complessivi di accoglienza nell’area di partenza.

Inoltre, ai sensi del comma 2, art. 9 della L. 9 ottobre 2000 n. 285, vengono individuate quali condizioni ed elementi necessari per ottenere, in sede di presentazione del progetto definitivo, i necessari atti di consenso, quelli di seguito elencati:

- Si rende necessario un puntuale riscontro da parte del proponente rispetto alle nuove previsioni urbanistiche, in modo da verificare se l’intervento previsto presenta carattere di difformità urbanistica per attivare, se del caso, le procedure di variazione urbanistica ai sensi dell’art. 9 comma 4, L. 285/2000 e della DGR n. 42 - 4336 del 5.11.2001 che si richiama anche con riferimento agli adempimenti tecnici e procedurali. Le stesse verifiche dovranno essere effettuare in merito agli aspetti riguardanti le problematiche idrogeologiche e del dissesto. Si renderà eventualmente necessaria una variante al P.R.G.C. per rendere coerente l’intervento con le previsioni urbanistiche del P.R.G.C., e in tale sede dovranno essere prodotte tutte le carte tematiche previste dalla circ. P.G.R. n. 7/LAP/96, estese ad un intorno significativo dell’impianto. Tali carte dovranno indicare chiaramente la perimetrazione delle aree oggetto di variante e, nella cartografia di sintesi, dovranno anche indicare le opere previste. Il tassello approvato quale Variante ed i relativi studi di supporto dovranno essere compresi nel quadro conoscitivo in fase di sviluppo da parte del Comune e valutato in forma critica nelle verifiche di compatibilità previste dal PAI e nelle eventuali varianti generali del PRGC, sia in riferimento al quadro dei dissesti che all’utilizzazione urbanistica delle aree. In caso di necessità di predisposizione della variazione urbanistica allo strumento adottato va sottolineato che essa esplicherà i suoi effetti ai soli fini della realizzazione delle opere oggetto della presente istanza; sarà cura del Comune provvedere al recepimento di dette nuove previsioni in fase di predisposizione del progetto definitivo di variante al PRGC.

- Per quanto riguarda il merito specifico dell’intervento in oggetto esso si configura come sostituzione funzionale di un impianto già esistente, che risulta tuttavia potenziato rispetto alle capacità orarie di trasporto e localizzato in ambito diverso dall’esistente. Per tali motivi si richiede di verificare l’effettiva accessibilità dell’area in termini di viabilità e spazi di sosta in relazione all’aumento delle potenzialità della struttura proposta, in quanto la documentazione trasmessa, pur considerando tali fattispecie, non esplicita in termini dimensionali i nuovi fabbisogni indotti, provvedendo di conseguenza a verificarne la disponibilità in termini di aree rispetto alle individuazioni attualmente vigenti.

- Il progetto dovrà essere completo anche per le opere accessorie a quanto progettato, cioè impianti d’illuminazione, parcheggi, aree di servizio, strade, muri, paravalanghe, corredando il tutto con idonea documentazione fotografica e costruzione su foto di simulazione delle opere, comprensive anche di quelle di mitigazione di impatto paesaggistico (alberature, quinte verdi, ecc.) e tipologie d’intervento (muri in pietra, rilevati, ecc.).

Contro il presente provvedimento è ammessa proposizione di ricorso Giurisdizionale avanti al Tribunale Amministrativo Regionale competente per il territorio entro 60 giorni dalla data d’avvenuta pubblicazione o della piena conoscenza secondo le modalità di cui alla legge 6.12.1971, n. 1034; ovvero Ricorso Straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni dalla data d’avvenuta notificazione ai sensi del Decreto del Presidente della Repubblica 25.11.1971, n. 1199.

Il Dirigente responsabile
Giuseppe Iacopino