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Bollettino Ufficiale n. 30 del 25 / 07 / 2002

Codice 26.2
D.D. 22 marzo 2002, n. 119

Giochi Olimpici Invernali Torino 2006. Progetto preliminare di seggiovia quadriposto denominata “La Coche - Colle Bercia - Serra Granet” in comune di Cesana Torinese zona Claviere. Modalità e condizioni per pervenire ai necessari atti di consenso ex art. 9, comma 2, L. 285/2000. Fase di verifica ex art. 10 L.R. 40/1998

(omissis)

IL DIRIGENTE

(omissis)

determina

Che, ai sensi dell’art. 10 della L.R. 14 dicembre 1998 n. 40, il presente progetto non debba essere sottoposto alla fase di valutazione di cui all’art. 12 della suddetta legge regionale; che la compatibilità ambientale possa essere comunque garantita dall’osservanza delle seguenti prescrizioni utili anche ai sensi del comma 2, art. 9 della L. 9 ottobre 2000 n. 285 ai fini della redazione del progetto definitivo per il conseguimento dei necessari atti di consenso:

1. il progetto definitivo dovrà motivare in modo circostanziato la scelta di realizzare un impianto caratterizzato da linea non rettilinea, nonchè occorre predisporre una relazione tecnica di maggior dettaglio prescritto dal Regolamento Generale D.M. 400798.

2. Con riferimento all’adozione delle rulliere a doppio effetto si rimanda al progetto esecutivo del dispositivo che dovrà rispondere ai requisiti delle PTS n. 08/03/1999.

3. Dovrà essere effettuata un’indagine sulla vegetazione e sulla fauna presente nell’area vasta interessata, che curi gli aspetti fisionomici, strutturali, dendrometrici, floristici e vegetazionali delle componenti erbacea, arbustiva e forestale, nonchè faunistici, supportata dalla produzione da un’adeguata e aggiornata cartografia tematica di dettaglio in scala idonea, che costituisca la base per la proposta degli interventi di taglio della vegetazione arborea nel massimo rispetto della struttura dei popolamenti presenti: la citata indagine sarà utile anche alla identificazione degli interventi di recupero, mitigazione e compensazione.

4. Anche in attuazione delle prime indicazioni fornite dalla documentazione esaminata, il proponente dovrà produrre una chiara progettazione onde rappresentare e collocare planimetricamente gli interventi di rinaturalizzazione e recupero ambientale previsti, con la preferenziale adozione di tecniche di Ingegneria Naturalistica, per la ricostruzione morfologica dei siti, per il consolidamento e la sistemazione superficiale dei terreni, nonchè per il contenimento e la mitigazione dell’impatto ambientale e per il reinserimento paesaggistico dei luoghi alterati durante i lavori e delle infrastrutture edificate. A tal proposito dovranno essere prodotti elaborati completi (relazioni tecniche, planimetrie, sezioni, assonometrie, particolari costruttivi ecc.) atti a descrivere le opere progettate, nonchè le opportune valutazioni sul dimensionamento e sulle verifiche di stabilità delle opere di sostegno eventualmente impiegate negli interventi di recupero e sistemazione.

Ai fini di una corretta valutazione quali-quantitativa delle medesime, esse devono trovare riscontro negli elaborati relativi all’analisi prezzi e nel computo metrico del progetto definitivo, nonchè negli allegati relativi alla definizione dei piani di manutenzione delle opere previsti ai sensi delle vigenti normative di legge.

5. Negli elaborati progettuali dovranno trovare recepimento le prescrizioni generali e le azioni di contenimento, mitigazione e compensazione indicate nel capitolo 5 del volume II dello Studio di Compatibilità Ambientale proposto dal TOROC ed esaminato in sede di Valutazione Ambientale Strategica.

6. Il progetto dovrà essere completo - sia in termini di identificazione e collocazione degli interventi, nonchè come previsione economica nella logica di internalizzazione dei costi - della previsione, di cui alla Valutazione Ambientale Strategica D.G.R. n. 45 - 2741 del 09.04.2001, di interventi di mitigazione e compensazione paesistico-ambientale, unitamente a forme di riqualificazione delle aree esistenti degradate, oltre che di ambiti ad oggi compromessi da preesistenze non sufficientemente qualificate: in particolare nel caso della esecuzione di tagli boschivi dovranno - per superfici adeguate dell’ordine di 10 volte le aree così danneggiate ed interferite - comportare operazioni di sistemazione e miglioramento forestale e/o reperimento di aree di rimboschimento nel territorio montano circostante, da concordare con gli Enti territorialmente interessati e con gli organi deputati istituzionalmente alla gestione delle proprietà forestali comunali locali, anche con la finalità di recuperare e migliorare gli habitat necessari per la fauna pregiata presente nel contesto vallivo.

7. In un’ottica di minimizzazione dell’impatto complessivo e di salvaguardia delle opere di recupero e compensazione, si reputa necessario che il progetto preveda sistemi di protezione e di dissuasione del transito fuoripista degli sciatori a tutela delle aree boscate coinvolte dall’intervento e soprattutto delle aree eventualmente oggetto di rimboschimento.

8. Si sottolinea ai fini istruttori la notevole utilità di rappresentazioni fotografiche, al fine di una più chiara esposizione e conseguente comprensione del progetto e delle sue ricadute sul territorio.

Si richiede pertanto che sia dedicata un’apposita sezione alla rappresentazione fotografica del sito, con riferimento sia delle aree interessate dalle strutture previste, sia alle aree adibite a cantiere. Si ritiene inoltre utile che siano fornite rappresentazioni della situazione prevista ad intervento finito (foto - inserimenti), con immagini comprensive anche delle opere temporanee, prima e dopo il loro smantellamento.

9. Il progetto dovrà essere completo anche per le opere accessorie a quanto progettato, cioè impianti d’illuminazione, parcheggi, aree di servizio, strade, muri, paravalanghe, corredando il tutto con idonea documentazione fotografica e costruzione su foto di simulazione delle opere, comprensive anche di quelle di mitigazione di impatto paesaggistico (alberature, quinte verdi, ecc.) e tipologie d’intervento (muri in pietra, rilevati, ecc.).

10. Il progetto dovrà contenere un esame dettagliato delle possibilità di contaminazione delle matrici suolo, sottosuolo, acque sotterranee, acque superficiali a causa delle attività di cantiere e di quelle ad esse connesse. Tale sezione dovrà inoltre descrivere le misure e gli accorgimenti atti ad evitare sversamenti, accumuli, scarichi di sostanze inquinanti ed altre azioni che possano creare situazioni di contaminazione e di conseguente riduzione delle caratteristiche qualitative e quantitative delle matrici ambientali. Nel caso in cui, da tale studio risulti la possibilità, anche accidentale, di pregiudizio di tali matrici, lo studio dovrà illustrare i sistemi di intervento nelle ipotesi di manifestarsi di situazioni di emergenza.

11. Gli inerti di scavo derivanti dalle operazioni di cantiere dovranno essere destinati prioritariamente al riutilizzo: dovrà quindi essere limitato alle sole fasi di cantiere l’uso di aree di deponia temporanea ed esclusi stoccaggi provvisori di tali materiali: nel caso di smaltimento degli stessi direttamente in discariche autorizzate ai sensi della normativa vigente, queste devono essere già esplicitamente individuate in fase progettuale.

12. Dovrà essere svolto un rilevamento geologico di dettaglio che caratterizzi i litotipi costituenti gli eventuali affioramenti rocciosi che possano essere interessati dagli scavi, al fine di escludere la presenza di minerali asbestosi al loro interno e, in caso affermativo, dovrà essere redatto un apposito Piano di sicurezza del cantiere. Inoltre, dovranno essere rilevati eventuali dissesti superficiali presenti lungo la linea di risalita degli ski-lift esistenti, al fine di prevederne un adeguato ripristino con tecniche di ingegneria naturalistica. Si richiede inoltre che in fase di progetto definitivo siano specificate ulteriormente le caratteristiche litologiche e granulometriche dei volumi terrosi e rocciosi soggetti ad attività di scavo e riporto e che sia valutata l’idoneità al riutilizzo del materiale scavato.

13. Si rende necessario un puntuale riscontro da parte del proponente rispetto alle nuove previsioni urbanistiche, in modo da verificare se l’intervento previsto presenta caratteri di difformità urbanistica per attivare, se del caso, le procedure di variazione urbanistica ai sensi dell’art. 9 comma 4, L. 285/2000 e della DGR n. 42 - 4336 del 5.11.2001 che si richiama anche con riferimento agli adempimenti tecnici e procedurali. Le stesse verifiche dovranno essere effettuate in merito agli aspetti riguardanti le problematiche idrogeologiche e del dissesto. Se eventualmente si renderà necessaria una variante al P.R.G.C. per rendere coerente l’intervento con le previsioni urbanistiche del P.R.G.C., dovranno essere prodotte tutte le carte tematiche previste dalla circ. P.G.R. n. 7/LAP/96, estese ad un interno significativo dell’impianto. Tali carte dovranno indicare chiaramente la perimetrazione delle aree oggetto di variante e, nella cartografia di sintesi, andranno anche indicate le opere previste. Il tassello eventualmente approvato quale Variante ed i relativi studi di supporto dovranno essere compresi nel quadro conoscitivo in fase di sviluppo da parte del Comune e valutato in forma critica nelle verifiche di compatibilità previste dal PAI e nelle eventuali varianti generali ai PRGC, sia in riferimento al quadro dei dissesti che all’utilizzazione urbanistica delle aree. In caso di necessità di predisposizione della variazione urbanistica allo strumento adottato va sottolineato che essa applicherà i suoi effetti ai soli fini della realizzazione delle opere oggetto della presente istanza; sarà cura del Comune provvedere al recepimento di dette nuove previsioni in fase di predisposizione del progetto definitivo di variante al PRGC.

14. Considerando che questo impianto risulta raggiungibile solo mediante altre strutture a fune e che si configura come sostituzione, prolungamento/potenziamento di struttura già esistente, si richiede di verificare l’effettiva accessibilità in termini di viabilità e spazi di sosta degli ambiti di distribuzione della rete funiviaria che permette il raggiungimento del nuovo impianto, in relazione all’aumento delle potenzialità della struttura proposta. A tal fine la documentazione trasmessa considerando tale problematica, esplicita in termini dimensionali le disponibilità attualmente esistenti, non provvedendo tuttavia a verificarne la congruità rispetto a stime di incremento di fabbisogno conseguente al potenziamento degli impianti. Trattandosi di impianto che, pur insistendo sul territorio di Cesana Torinese, risulta raggiungibile prevalentemente dal Comune Claviere, la verifica richiesta dovrà essere effettuata soprattutto rispetto a tale ambito.

15. Gli elaborati progettuali relativi ai fabbricati delle stazioni di partenza ed arrivo dovranno essere dettagliati per consentire un adeguato inserimento paesaggistico nel contesto di pregio d’intervento, considerato che a tal fine si ritiene debbano essere valutate soluzioni progettuali che prevedano per i fabbricati scelte tipologiche in coerenza con l’esistente oltrechè la messa in opera di materiali costruttivi riferiti alla tradizione locale, in continuità con le preesistenze.

16. Poichè il taglio boschivo previsto in prossimità della stazione d’arrivo potrebbe comportare la creazione di superfici predisponenti il distacco di masse nevose lungo la linea del tracciato, dovrà essere approfondito lo studio inerente la sicurezza dei luoghi rispetto ai potenziali fenomeni valanghivi, ed eventualmente prevedere la realizzazione di adeguate opere di stabilizzazione del manto nevoso nei tratti maggiormente acclivi; lo studio dovrà essere accompagnato dalle necessarie valutazioni economiche per garantire la copertura finanziaria di eventuali opere di difesa.

17. Siano valutate le eventuali interferenze, in fase di cantiere, con altre attività turistiche presenti nell’area nonchè, nella fase di operatività, le conseguenti ricadute sul fronte dell’accessibilità e dei servizi necessari.

18. Dovrà essere evidenziata l’esistenza o meno d’interferenza fra gli interventi progettati e le opere relative al servizio idrico (sorgenti, acquedotti, fognature e depuratori).

19. Le opere in progetto devono rispettare la circolare acclusa al dispaccio n. 146/394/4422 del 09/08/2000 dello Stato Maggiore Difesa.

Contro il presente provvedimento è ammessa proposizione di ricorso Giurisdizionale avanti al Tribunale Amministrativo Regionale competente per il territorio entro 60 giorni dalla data d’avvenuta pubblicazione o della piena conoscenza secondo le modalità di cui alla legge 6.12.1971, n. 1034; ovvero Ricorso Straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni dalla data d’avvenuta notificazione ai sensi del Decreto del Presidente della Repubblica 25.11.1971, n. 1199.

Il Dirigente responsabile
Giuseppe Iacopino