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Bollettino Ufficiale n. 29 del 18 / 07 / 2002

Deliberazione della Giunta Regionale 10 giugno 2002, n. 41-6287

Progetti finanziati con i fondi FIO 1983 e 1986 riguardanti “Costruzione acquedotti di Torino” e “Estensione acquedotti di Torino”. Conferimento della proprietà delle opere

A relazione dell’Assessore Cavallera:

Con Deliberazione n. 119-27959 dell’8.9.1983 la Giunta Regionale, al fine di risolvere la grave situazione di crisi idropotabile dei Comuni della Collina Torinese e dei Comuni Rivieraschi del Po in prov. Torino, proponeva al finanziamento FIO 1983 uno stralcio esecutivo di un progetto generale, predisposto dall’A.A.M. di Torino, che prevedeva il potenziamento della rete idrica della Città di Torino, nonché la realizzazione di un adeguato sistema di adduzione per il rifornimento idrico dei Comuni di cui sopra per l’importo complessivo di L. 9.270.000.000, interamente finanziato dal CIPE con deliberazione in data 22 dicembre 1983.

Con deliberazioni n. 110-32400 del 23.2.1984 e n. 81-33107 del 22.3.1984 la Giunta Regionale affidava all’A.A.M. di Torino la direzione dei lavori; le funzioni di stazione appaltante furono esercitate direttamente dalla Regione.

Il Piano di interventi si articolava nei seguenti sei lotti:

- Costruzione di una stazione di deferrizzazione, demanganizzazione ed opere accessorie nel Comune di Pino Torinese;

- Potenziamento adduzione mediante posa di condotta da Pino a Montaldo;

- Posa di una condotta per la rete di distribuzione nel Comune di Pino Torinese;

- Potenziamento della distribuzione idrica da Marentino ad Andezeno;

- Potenziamento acquedotto del Comune di Pecetto;

- Potenziamento rete idrica della città di Torino e adduzione al Consorzio Acquedotto Rivieraschi del Po.

Con deliberazione n. 7-7813 del 19.9.1986 la Giunta Regionale proponeva al finanziamento FIO 1986 gli interventi di completamento del progetto generale per l’importo complessivo di L. 27.500.000.000, interamente finanziato dal CIPE con deliberazione in data 12.5.1988;

il relativo progetto esecutivo era articolato nei seguenti sei lotti:

- costruzione di serbatoi e centrale di sollevamento in Volpiano;

- costruzione di adduttrice elevatoria per il Consorzio C.A.R.PO e di condotta di distribuzione in Brandizzo;

- costruzione di adduttrice a gravità, di serbatoio interrato e centrale di sollevamento di Chivasso;

- potenziamento dell’adduzione del serbatoio collinare di Chivasso;

- estensione dell’acquedotto C.A.R.PO ai Comuni di San Sebastiano Po e Casalborgone;

- alimentazione idrica del Consorzio Acquedotto per la Collina Torinese dalla rete A.A.M. di Torino.

La realizzazione di tali interventi fu affidata in concessione all’A.A.M. di Torino sulla base di apposita convenzione, come da deliberazione della Giunta Regionale n. 168-22268 del 12.7.1988; essa veniva regolarmente sottoscritta in data 2.8.1988 e registrata al repertorio n. 8754.

Le opere finanziate con i fondi FIO 1983 e 1986 sono state regolarmente realizzate e sono tuttora in funzione con indiscutibili vantaggi per i territori interessati, avendo conseguito il risultato atteso ovvero una costante disponibilità idrica di elevate caratteristiche chimiche ed organolettiche per l’utenza.

La manutenzione degli impianti è stata ed è tuttora garantita dall’A.A.M. di Torino (ora SMA-Torino): per le opere realizzate con fondi FIO 1983 in forza di una convenzione autorizzata con D.G.R. n. 81-30764 dell’1.8.1989, stipulata il 30.11.1989 e registrata al rep. 9629, per le opere realizzate con i fondi FIO 1986, in base all’art. 4 della convenzione di concessione dello stesso FIO 1986 rep. 8754 del 2.8.1988, che prevedeva l’obbligo di “provvedere a propria cura e spese alla gestione delle opere fino a eventuali nuove determinazioni da parte della Regione in ordine all’attribuzione delle proprietà delle opere stesse”.

Dall’epoca della realizzazione delle prime opere FIO risulta profondamente mutato lo scenario istituzionale; il Consorzio C.A.R.PO è stato disciolto nel 1992 per effetto degli artt. 24 e 25 della legge n. 142/90 e il Consorzio della Collina Torinese è in fase di scioglimento; risulta soprattutto mutato il quadro normativo per quanto riguarda il settore delle risorse idriche, con le innovazioni introdotte dalla legge 36/94 (legge Galli) recepite dalla Regione con la L.R. 20 gennaio 1997, n. 13.

Allo stato attuale il processo di costituzione degli ambiti territoriali ottimali risulta quasi del tutto completato in particolare per quanto riguarda l’Ambito n. 3 “Torinese” per cui risulta necessario adottare le determinazioni in ordine alla proprietà delle opere FIO al fine della futura gestione degli impianti da parte del gestore unico del servizio idrico integrato delineato dalla citata L.R. n. 13/1997.

In considerazione della caratteristica delle opere FIO si possono distinguere due categorie principali in funzione della destinazione d’uso:

- opere a servizio dell’insieme di più Comuni (in precedenza consorziati) costituenti nel loro complesso sistemi di adduzione primaria con i relativi impianti di sollevamento e serbatoi di compenso o che interconnettono tra loro sistemi di adduzione a servizio di più unità territoriali;

- opere funzionali all’ adduzione alle reti idriche dei singoli Comuni, di potenziamento ed estensione delle reti comunali, destinate in modo specifico all’erogazione del servizio idrico all’interno dei territori comunali.

Il criterio che si intende seguire all’atto del conferimento della proprietà delle opere FIO consegue direttamente alla tipologia e caratteristica delle opere realizzate:

* le opere quali gli impianti di produzione dell’acqua potabile (pozzi), le condotte di adduzione primaria con relative centrali di sollevamento e serbatoi di compenso, costituenti nel loro insieme un sistema di adduzione unitario ed integrato idricamente alimentato dagli impianti dell’A.A.M. di Torino, vengono attribuite in proprietà alla città di Torino.

* le strutture che, per loro intrinseca natura, sono a servizio del singolo Comune (condotte di distribuzione dal contatore A.A.M., reti interne e relativi serbatoi, stazioni di potabilizzazione e miglioramento qualitativo delle acque, andranno in proprietà del Comune territorialmente interessato.

La tabella con l’indicazione dell’attribuzione delle opere FIO 1983 e 1996 in capo agli Enti territoriali interessati, ispirata alla ratio sopra descritta, viene allegata alla presente per farne parte integrante e sostanziale.

Per quanto sopra;

sentita la proposta del relatore;

la Giunta Regionale, unanime,

delibera

- di conferire la proprietà delle opere realizzate con i fondi FIO 1983 e 1986, facenti parte dei progetti denominati “Costruzione acquedotti di Torino” dell’importo di L. 9.270.000.000 (FIO 1983 e “Estensione acquedotti di Torino dell’importo di L. 27.500.000.000 (FIO 1986) in capo ai Comuni già facenti parte del ConsorzIo CA.R.PO, a quelli appartenenti al Consorzio della Collina Torinese nonché in capo alla città di Torino, in base alla ratio esplicitata nelle premesse e secondo l’allegato prospetto di riparto, parte integrante e sostanziale della presente deliberazione.

-

- di dare atto che il complesso delle opere di cui sopra, costituenti nel loro insieme un corpus unitario e organico, saranno gestite secondo i dettami e i modi previsti dalla L.R. n.  13/1997 all’interno dell’Ambito Territoriale Ottimale n. 3 “Torinese”.

(omissis)

Allegato (fare riferimento al file PDF)