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Bollettino Ufficiale n. 25 del 20 / 06 / 2002
Deliberazione della Giunta Regionale 23 maggio 2002, n. 47-6105
Parere regionale sul Programma Triennale di Sviluppo della Rete di Trasmissione Nazionale del GRTN SpA, previsto ai sensi dellart. 2 del Decreto del Ministro dellIndustria del 22.12.2000
A relazione dellAssessore Cavallera:
Il parere regionale ex art. 2 DM 22/12/2000 è finalizzato ad esprimere osservazioni sugli aspetti di localizzazione di nuovi tratti di rete, di razionalizzazione dei percorsi e di eventuali dismissioni del Programma triennale di sviluppo della rete di trasmissione nazionale.
In tale quadro, il Programma triennale di sviluppo deve concorrere al perseguimento degli obiettivi generali della concessione, di cui allart. 4 della Convenzione allegata al DM 17 luglio 2000, con particolare riguardo alla tutela dellambiente e sicurezza degli impianti e deve essere predisposto entro il 31 dicembre di ogni anno (art. 9 - Convenzione citata).
Ciò, tra laltro, è coerente con le previsioni dellart.55 del D.Lgs.112/98 recante disposizioni sulla presentazione alla Regione di un quadro complessivo di interventi relativi ad opere di interesse statale, quali quelle concernenti la rete di trasmissione elettrica nazionale, senza il quale non è possibile avviare le procedure localizzative delle opere stesse.
Il Programma, nel rispetto dellart. 4 della Direttiva MICA del 21 gennaio 2000, riporta, ove già noti, negli aggiornamenti annuali, quegli interventi di risanamento che si rendessero necessari a fronte di disposizioni normative di carattere ambientale, di cui allart. 2, c. 1, lettera c) della Direttiva medesima.
Per quanto concerne lallegato attività di sviluppo della rete di trasmissione - Regione Piemonte, gennaio 2002" contenuto nel Programma, si evidenzia quanto segue.
Gli interventi già programmati, nella fascia di tensione a 380 kV, che rappresenta la fascia strategica della trasmissione alla luce della funzione di scambio e di flusso di grandi potenze elettriche e in presenza dei valichi transalpini e dei collegamenti con le più importanti reti elettriche europee, evidenziano raccordi e interventi di adeguamento delle stazioni dovuti alla presenza di progetti di grandi impianti di produzione, la cui prevista realizzazione richiede leffettuazione di interventi volti a garantire lesercizio in sicurezza, nonché a rimuovere le limitazioni dei flussi di potenza.
In tale contesto, appare singolare la mancanza di proposte di incremento della capacità di trasporto per interconnessione, la cui necessità era già segnalata dallAutorità elettrica fin dal 1999 con deliberazione n. 179, dove al paragrafo 3, lettera b), veniva richiamata la necessità di riattivare i progetti di ampliamento delle interconnessioni con lestero già elaborati dallENEL, come peraltro confermato nella prima edizione del Programma 2001-2003.
Desta stupore, al riguardo, che importanti collegamenti di interconnessione con lestero già previsti nella precedente edizione del Programma, quali il raddoppio della linea a 380 kV Piossasco-GrandIle, vengano collocati senza una motivazione esplicita tra gli interventi da riprogrammare, e che altri elettrodotti di interconnessione previsti da strumenti di programmazione di Stati esteri confinanti con lItalia non trovino menzione, viceversa, nel Programma triennale di Sviluppo, come nel caso della linea a 380 kV Morel-Serra-Pallanzeno che trova previsione nel Piano Settoriale Elettrodotti elaborato dallUfficio Federale Energia della Confederazione Elvetica.
Sul perseguimento degli obiettivi di sicurezza di esercizio e di garanzia di accesso ai terzi grava infatti il vincolo della saturazione di capacità di trasporto della rete cui il piano dovrebbe provvedere, in termini contingenti e/o previsionali, evidenziando se e quanto gli interventi (nella fascia a 380 e 220 kV) corrispondono a tale esigenza, anche in presenza della deliberazione dellAutorità elettrica n. 162/1999 che ripartisce le percentuali di trasporto sullinterconnessione con lestero tra il mercato libero e quello vincolato e alla luce dellaumento stimato della capacità di trasporto sulla rete negli anni 2001-2004 (Rapporto attività GRTN aprile 2000 - marzo 2001, pagg. 53, 54, 55) fatti salvi gli eventuali aggiornamenti intervenuti nel frattempo.
Lesclusiva presenza di un rafforzamento del sistema di rete interno, per far fronte alla nuova generazione, sembra assumere connotati di natura protezionistica a favore del flusso di potenza per il mercato interno dei clienti idonei ove, in presenza dellobbligo di favorire laccesso alle reti da parte degli operatori esterni, nella logica comunitaria del mercato elettrico aperto, viene invece di fatto congelata la capacità di trasporto sulle attuali interconnessioni transalpine avvicinando il rischio, già prospettato dallAutorità elettrica, della saturazione della capacità di trasporto, pregiudicando da un lato la capacità di scambio con le reti e i mercati transalpini, e incrementando dallaltro lattivazione di nuovi centri di produzione.
Nellambito di tale rafforzamento del sistema di rete interno pare assumere una valenza strategica, che va oltre leffetto di mero miglioramento dellinterconnessione tra le aree di mercato rispettivamente espresse dal Piemonte-Liguria-Valle dAosta e dalla Lombardia, il collegamento a 380 kV previsto tra la pianura vercellese (Trino) e larea a sud di Milano (Lacchiarella). La realizzazione di tale intervento, infatti, prevista per la fine del 2004, dovrà essere complessivamente valutata anche nei suoi effetti di trascinamento nellambito del processo di proliferazione degli impianti di generazione, con le connesse ricadute ambientali, che, alla luce di tale realizzazione, vedranno concretizzarsi le condizioni di rete per il loro esercizio.
Anche per la fascia di tensione a 220 kV si è in presenza di una forte richiesta di immissione in rete di nuova capacità produttiva la cui piena realizzazione è subordinata ai procedimenti autorizzativi e ai relativi tempi.
La fascia relativa alle linee a 132 kV è caratterizzata da numerosi interventi di ammodernamento, con particolare riguardo alla Valle dOssola. A questo proposito, se per un verso lo sviluppo della rete, nellottica di un bilancio complessivo tra nuove realizzazioni e smantellamenti a seguito di dismissioni di tratti della stessa, pare rispondere anche allesigenza di una razionalizzazione della presenza di tale infrastrutturazione sul territorio, alcuni interventi previsti paiono peraltro meritevoli di un riposizionamento, ancorché dalla loro realizzazione venga fatta dipendere una riduzione delle linee esistenti nellarea interessata. E questo il caso, a titolo esemplificativo, del nuovo collegamento in doppia terna a 132 kV Pallanzeno-S.Maurizio-Borgomanero Nord che, qualora realizzato sulla sponda sinistra del Lago dOrta, zona di pregio naturalistico attualmente non interessata dalla presenza di elettrodotti ad alta tensione di esercizio, comporterebbe un sacrificio di territorio che appare ingiustificato laddove si consideri lesistenza di un corridoio energetico, sicuramente utilizzabile, sulla sponda destra dello stesso.
In generale, poi, delle proposte di sviluppo presentate andrebbe sottolineata la portata complessiva delle innovazioni, se ve ne sono, nelle geometrie, nelle tecniche e nelle tecnologie, come nei materiali utilizzati, con particolare riguardo ai fattori di pressione ambientale connessi ai campi elettrici ed elettromagnetici e, conseguentemente, ai percorsi a migliore integrazione territoriale.
In ultimo, considerando che, nelle more della definizione di una politica energetica nazionale complessiva da condividersi con le regioni, che fissi regole e soglie di potenza elettrica installabile in funzione delle politiche di approvvigionamento dei combustibili e di fattori di vincolo e di attrazione di tipo economico, ambientale e territoriale, lo sviluppo della rete è sostanzialmente trainato da logiche di mercato imposte dal sistema industriale degli operatori della produzione, appare pertanto difficile formulare un parere sulle proposte di sviluppo della stessa che pare seguire un percorso quasi fisiologico, in presenza di fattori di impulso dominanti che attengono a centri di produzione, di smistamento e vettoriamento di grandi potenze elettriche.
E proprio in tale contesto che il piano acquisisce significato, alla luce della funzione di vettoriamento del sistema Piemonte che, insieme alla Lombardia, vanta la più alta densità di sviluppo della rete ad alta e altissima tensione del sistema Italia.
Alla luce di ciò, per quanto attiene lanalisi del Piano triennale sotto il profilo delle politiche di tutela ambientale, di integrazione territoriale e di sicurezza, nelle more della sperimentazione della metodologia di VAS concordata, si precisa quanto segue.
Ai fini dellindividuazione degli interventi di risanamento occorre che il GRTN adegui fin da ora il Programma alla luce delle esigenze già rappresentate a suo tempo alla Commissione Interministeriale specifica, quanto meno sulla base della normativa attualmente vigente. Tra tali interventi vanno segnalati i casi più critici ed ampiamente noti, quali quelli nei Comuni di La Cassa e Locana, a cui aggiungere quello già concordato dalla Regione Piemonte (elettrodotto T.285 Stura-Chivasso) nellambito della Convenzione con ENEL SpA relativamente alle linee a 220 kV.
Si riscontra poi la necessità di acquisire un bilancio generale costi/benefici basato sulla rappresentazione dei fattori di occupazione e di integrazione territoriale delle reti, della loro razionalizzazione e della conseguente riduzione dei fattori di pressione ambientale. In tal senso pare utile approfondire anche le previsioni, ove ve ne sono, dei declassamenti, riclassamenti di tensione e dei potenziamenti con raddoppio delle terne. A tale riguardo, occorrerebbe ricorrere, ove possibile, a soluzioni tecniche e/o tecnologiche e gestionali nuove e migliorative (nuovi materiali, nuove geometrie, soluzioni morfologiche specifiche) anche formulando ipotesi di intervento in presenza di situazioni critiche sotto il profilo di particolari recettori sensibili ed elementi paesaggistici rilevanti.
Si precisa fin dora che appare necessaria nella presentazione del Programma, ai fini di una valutazione comparata degli aspetti quali/quantitativi dello stesso, una maggiore demarcazione tra gli interventi dettati dalle politiche di razionalizzazione, modernizzazione, efficienza e sicurezza di esercizio della rete, e dei relativi investimenti, da quelli originati invece dalle esigenze di risposta allo sviluppo di nuova capacità produttiva, anchessi corredati dei relativi investimenti.
In tal senso, non traspare il disegno complessivo sullimpegno di sviluppo della rete in Piemonte e del suo peso sul sistema di rete nazionale, in assenza dellillustrazione dellincidenza percentuale degli investimenti tesi alla razionalizzazione, al rifacimento e alla modernizzazione e al decremento della densità territoriale delle reti rispetto allammontare complessivo dei costi previsti dal Piano di Sviluppo. In tal senso risulta necessario anche acquisire una visione dinsieme delle opere, organizzate quindi non solo per categorie di intervento (programmate, avviate, da definire) ma anche raggruppate per tensioni di esercizio.
Pur in assenza di tali indicazioni, il Programma presentato appare maggiormente orientato a rispondere a un incremento dei centri di produzione, anziché alle esigenze di razionalizzazione e alleggerimento della densità delle reti sul territorio, oltreché ovviamente ad esigenze di funzionalità e sicurezza delle stesse.
Va altresì precisato che i raccordi e gli adeguamenti delle stazioni elettriche alle esigenze dello sviluppo del parco elettro-produttivo delle centrali di potenza superiore a 300 MW termici potranno essere realizzati solo a seguito dellautorizzazione emanata dintesa tra il Ministero della Attività Produttive e la Regione ai sensi della Legge n. 55/2002, ovvero ai sensi della previgente normativa di cui allAllegato IV del DPCM 27.12.1988. Al riguardo, si precisa che attualmente la Regione Piemonte ha espresso nei confronti di tutte le richieste avanzate a suo tempo ai sensi del citato Allegato IV parere favorevole ai sensi dellart. 8 dellAllegato medesimo con specifiche deliberazioni di Giunta, esclusivamente per le centrali Edison di Settimo Torinese e AEM Torino SpA di Moncalieri. Si segnala, inoltre, che la Regione Piemonte, coinvolta nellistruttoria ha formalizzato un parere negativo, ai sensi dellart. 6 del citato Allegato, per lattivazione della centrale di Casei Gerola localizzata in Lombardia, come pure ha evidenziato la propria opposizione allattivazione delle altre centrali delle regioni limitrofe, localizzate sui propri confini. Si sottolinea in proposito che, mentre un parere favorevole allattivazione di una centrale in sede di VIA dellAllegato IV o ai sensi della nuova normativa tiene conto degli eventuali raccordi di connessione alla rete, discussi e approfonditi con gli enti locali interessati, la carenza di una siffatta espressione favorevole non consente un giudizio positivo anche nel merito sulle proposte dintervento da parte del GRTN.
quanto sopra premesso;
visto il DM 22 dicembre 2000
visto il DM 17 luglio 2000
vista la Direttiva MICA 21 gennaio 2000
vista la Legge 22 febbraio 2001, n. 36
visto il D. Lgs. 31 marzo 1998, n. 112
visto il DPCM 27 dicembre 1988 e in particolare lAllegato IV,
vista la Legge 9 aprile 2002, n. 55,
la Giunta regionale, con voto unanime espresso nelle forme di legge,
delibera
di esprimere, nelle more dellapprofondimento che verrà operato nellambito della sperimentazione della VAS, il parere illustrato in premessa, richiedendo in particolare che:
a) si provveda agli opportuni adeguamenti ai fini di prevedere gli interventi di risanamento già segnalati alla Commissione Interministeriale citata, nonché quelli individuati in attuazione della Convenzione tra la Regione Piemonte e lENEL SpA precisati in premessa;
b) non venga dato seguito alle realizzazioni di opere, raccordi ed interventi a qualsiasi titolo connessi con la realizzazione di impianti sui quali la Regione non si sia espressa, a qualunque titolo (DPCM 27.12.1988, Legge n. 55/2002), favorevolmente.
La presente deliberazione non comporta oneri aggiuntivi al bilancio regionale.
(omissis)