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Bollettino Ufficiale n. 23 del 6 / 06 / 2002

Deliberazione della Giunta Regionale 27 maggio 2002, n. 10-6162

Direzione Promozione Attività Culturali, Istruzione e Spettacolo. Approvazione Programma di attività 2002-2004 e assegnazione fondi mediante accantonamento. Spesa complessiva di 33.991.191,57 Euro (capitoli vari)

(omissis)

LA GIUNTA REGIONALE

a voti unanimi ...

delibera

* di approvare il Programma di attività 2002-2004 della Direzione Promozione Attività Culturali, Istruzione e Spettacolo, allegato alla presente per farne parte integrante;

* di approvare, in particolare, per il triennio 2002-2004, gli obiettivi individuati nel capitolo “Linee di lavoro” e i criteri riportati nel capitolo “Criteri” del suddetto programma;

* di procedere all’assegnazione alla Direzione Promozione Attività Culturali, Istruzione e Spettacolo, mediante accantonamento, per il raggiungimento degli obiettivi e del relativo Programma di attività sui capitoli e per gli importi di seguito indicati:

CAP.    Importo    N. Accantonamento

10990    19.368,00    100853
11226    116.203,00    100854
11250    9.253.674,00    100855
11260    1.535.201,00    100856
11270    193.671,00    100857
11300    85.216,00    100858
11305    154.938,00    100859
11595    96.836,00    100860
11610    3.807.578,57    100861
11650    506.177,00    100862
11680    1.646.207,00    100863
11690    1.316.965,00    100864
11725    10.960.941,05    100865
11755    387.343,00    100866
11770    116.203,00    100867
11780    232.406,00    100868
11810    1.394.434,00    100869
11820    290.508,00    100870
11837    309.875,00    100871
11840    232.406,00    100872
20405    198.835,33    100873
20455    619.748,62    100874
20470    516.457,00    100875

Totale    33.991.191,57    

per un importo complessivo di Euro 33.991.191,57.

Il Dirigente competente della Direzione Promozione Attività Culturali, Istruzione e Spettacolo provvederà con proprie determinazioni all’utilizzo delle risorse accantonate ai sensi della L.R. 51/97 art. 22 e 23.

La presente deliberazione sarà pubblicata sul B.U. della Regione Piemonte ai sensi dell’art. 65 dello Statuto.

(omissis)

Allegato

PROGRAMMA DI ATTIVITÀ
2002 - 2004
Direzione Promozione Attività Culturali
Istruzione e Spettacolo

I mutamenti epocali che da qualche tempo sono sotto gli occhi di tutti sembrano aver imboccato, dall’11 settembre 2001, una direzione che solo i futurologi più radicalmente pessimisti avevano in qualche modo evocato.

Ma non bisogna dimenticare, qui ed ora, che la sfida lanciata all’umanità per intaccarne e distruggerne i valori più profondi e condivisi, per fare tabula rasa del diritto di ogni essere umano di realizzare il proprio potenziale di benessere economico, sociale e culturale (la conoscenza, la comunicazione, la convivenza, e quel “diritto alla dimensione spirituale della politica”, e quindi della vita di ciascuno, che ha avuto in Gandhi il maggior testimone del secolo scorso), non bisogna dimenticare che quella sfida ha trovato e sta trovando risposte che avvicinano invece di dividere, che favoriscono il dialogo in luogo dell’incomprensione, e che potrebbero davvero contribuire ad un miglioramento della qualità della vita di tutti gli abitanti del pianeta: risposte che “prima” erano considerate dai più pura utopia, quando non fuga dalla dura realtà dello scacchiere geopolitico internazionale e dalle sue ferree leggi.

Tutti e ciascuno possiamo contribuire al miglioramento, e per corroborare la fiducia dell’uomo nell’uomo siamo impegnati a realizzare e sostenere iniziative e progetti in cui la promozione della cultura, e quindi la conoscenza e l’incontro delle culture, costituisca un bene primario e irrinunciabile.

Nella nostra azione saremo favoriti da un evento storico che realizza, almeno in parte, il sogno di chi, all’indomani della fine della seconda guerra mondiale, credette e lavorò per creare un’Europa unita, democratica e definitivamente in pace. L’adozione della moneta unica rappresenta infatti, a mezzo secolo di distanza dalla nascita di quel sogno, una conquista reale e concreta per tutti gli abitanti dell’Unione Europea, e contribuirà non poco alla realizzazione dell’unità politica, al radicamento definitivo dello status di cittadini europei che stiamo preparando per noi e per le generazioni future.

LINEE DI LAVORO

Il Programma di Attività 2002-2004 della Direzione Promozione Attività Culturali, Istruzione e Spettacolo è lo strumento che individua le linee di lavoro lungo le quali si intende procedere, esercitando compiutamente le competenze assegnate, per realizzare iniziative ordinarie e straordinarie in campo culturale ed educativo allo scopo di promuovere un allargamento ed un arricchimento del servizio pubblico offerto alla comunità regionale per la crescita sociale, civile ed economica dell’intera comunità presente sul territorio piemontese.

Lo scenario di riferimento di questo Programma è costituito dal quadro normativo nazionale e regionale, dall’approccio progettuale e di sistema rispetto ai temi e alle materie trattate, dall’impostazione pluriennale delle azioni individuate per il raggiungimento degli obiettivi generali, intesi soprattutto come innalzamento della qualità dell’offerta culturale ed educativa realizzata direttamente dalla Regione o con il determinante contributo delle risorse regionali.

L’arco temporale preso in esame, corrispondente al triennio 2002-2004, coincide con il cuore della VII legislatura regionale, questo periodo è dunque il più adatto per dispiegare al meglio tutte le risorse disponibili, per perfezionare interventi ed iniziative monitorandone nel contempo gli effetti rispetto all’obiettivo generale di un miglioramento qualitativo delle azioni intraprese.

IL QUADRO NORMATIVO

Sono tre gli elementi che concorrono a comporre il quadro normativo entro cui il nostro Programma di Attività si colloca: la riforma del titolo V della Costituzione; la Legge regionale 44/2001; la Legge regionale 58/78 e le sue possibili modificazioni.

Le modifiche introdotte dalla Legge Costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 agli articoli di cui al titolo V della Costituzione rappresentano un cambiamento sostanziale che interessa molto da vicino le Amministrazioni regionali e locali del nostro paese, e che potrà portare negli anni all’attuazione della riforma federalista dello Stato, da tempo e da più parti auspicata.

Una volta affrontate e risolte le inevitabili questioni interpretative, gli effetti della riforma costituzionale sull’assetto normativo delle Regioni si manifesteranno in tutta la loro portata, dal momento che tutte le materie non menzionate dal nuovo articolo 117 si intendono di competenza dei legislatori regionali, per cui il silenzio della Costituzione, che nel passato equivaleva ad un riconoscimento di competenza centrale, attualmente equivale ad un riconoscimento di competenza regionale, con tutti gli effetti giuridici ed istituzionali che ne derivano.

In particolare, l’articolo 117 stabilisce che la potestà legislativa venga esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione e dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali. Lo stesso articolo individua le materie di legislazione esclusiva dello Stato e quelle di legislazione concorrente. E’ questa seconda tipologia di materie che ci interessa più direttamente, dal momento che vi è compresa la “promozione ed organizzazione di attività culturali”.

Va qui ricordato che per questa materia spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali fissati dallo Stato attraverso leggi quadro/cornice.

Il nostro obiettivo è di giungere, nel triennio 2002-04, alla elaborazione di un testo legislativo che, alla luce del mutato quadro costituzionale e sulla base dell’esigenza di una riforma della legge regionale 58/78 stabilisca i principi, gli obiettivi e gli strumenti utili a coordinare ed armonizzare l’impiego delle risorse regionali per la promozione delle attività culturali con particolare riferimento alle iniziative in materia di spettacolo.

Il percorso che intendiamo seguire per il raggiungimento dell’ obiettivo finale si caratterizza secondo fasi di avvicinamento graduale così articolate:

• studio, stesura ed approvazione di un regolamento degli interventi a sostegno delle attività musicali;

• studio, stesura ed approvazione di un regolamento degli interventi a sostegno del recupero e ammodernamento delle sedi culturali e di spettacolo;

• valutazione, alla luce dell’obiettivo finale, dell’opportunità di proporre, nel rispetto delle rispettive competenze e titolarità, il ritiro del disegno di legge, presentato nella scorsa legislatura e attualmente all’esame della Commissione consiliare competente, “Interventi per la promozione della danza in Piemonte”, e, di conseguenza, studio, stesura ed approvazione di un regolamento degli interventi a sostegno delle attività di danza;

• valutazione dei primi effetti della legge regionale 44/2000 “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi delle Stato alle Regioni e agli Enti locali, in attuazione del Capo I della legge 15 marzo 1997, n.59", con particolare riferimento al mutato quadro costituzionale di cui sopra e alla diversificazione dell’esercizio delle competenze tra Stato, Regioni ed Enti Locali;

• avvio e realizzazione della specifica fase preliminare alla elaborazione del disegno di legge in materia di spettacolo, attraverso gruppi di lavoro ed altre opportune forme di informazione e consultazione che prevedano la presenza attiva dei rappresentanti degli Enti Locali e di quelli degli operatori professionali dello spettacolo;

• monitoraggio complessivo e trasversale dei possibili effetti, soprattutto rispetto all’obiettivo finale, di tutte fasi di lavoro indicate, attraverso l’Osservatorio Culturale del Piemonte.

Per lo studio e l’elaborazione dei regolamenti delle attività musicali e di danza sarà utile l’esperienza acquisita attraverso la realizzazione del “Regolamento degli interventi a sostegno delle attività teatrali di cui alla legge regionale 30 maggio 1980 n.68", approvato con decreto del Presidente della Giunta Regionale del Piemonte n.10/R del 31 luglio 2001. Tale atto, se pure realizzato in precedenza della entrata in vigore della riforma costituzionale, costituisce in qualche modo il primo tassello della nuova normativa regionale che viene qui individuata come obiettivo finale.

Per il regolamento degli interventi a sostegno del recupero e ammodernamento delle sedi culturali e di spettacolo il punto di partenza sarà il Decreto del Presidente della Giunta Regionale dell’11 settembre 2001, n. 13/R che stabilisce i criteri per quella specifica tipologia di interventi con particolare riferimento all’ambito giovanile. Gli interventi per dotare la nostra regione di strutture adatte ad ospitare attività culturali e di spettacolo aperte al pubblico costituiscono ormai da diversi anni uno degli strumenti più qualificati per le politiche di promozione culturale, sia in termini di risorse impiegate sia in termini di risultati: è infatti indispensabile coniugare l’impiego dei fondi regionali per promuovere e consolidare le attività con l’attivazione di fondi destinati a dotare le diverse aree del territorio regionale di spazi e strutture che possano ospitare quelle attività.

Quanto ai primi effetti della regionale 44/2001, il trasferimento delle competenze alle province attuato nel corso 2001 in qualche modo consolida il ruolo progettuale e di promozione che deve essere proprio della regione, anche in riferimento alle attività culturali di carattere più vario che partendo da un interesse locale o comunque sub provinciale possono essere oggetto di un rafforzamento ed innalzamento qualitativo, come parte costituente di un sistema.

Il rapporto instaurato con le stesse amministrazioni provinciali nel corso del trasferimento delle funzioni ha fornito l’occasione per mettere a punto indicazioni di linea per la valutazione degli interventi: momenti di confronto, scambi di segnalazioni e ricerca di sinergie di azione che possano dar luogo a vere e proprie strategie di intervento e fornire valide indicazioni, anche operative per la revisione della L.R.58/78.

L’APPROCCIO PROGETTUALE E DI SISTEMA

Per giungere alla nuova normativa regionale e per programmare le attività e le iniziative della Direzione intendiamo procedere secondo un metodo che privilegi gli aspetti progettuali e di sistema della nostra azione.

Nel caso della nuova legge, ad esempio, pur partendo dai settori “tradizionali” dello spettacolo (teatro, musica, cinema e danza) sarà attentamente valutata la tendenza che comincia ad affermarsi verso un superamento della divisione netta tra i linguaggi delle diverse discipline: le cosiddette contaminazioni e l’ingresso sempre più significativo di elementi di multimedialità in molte forme di spettacolo inducono a lasciar cadere orientamenti esclusivamente basati su rigide e anacronistiche distinzioni. Quello che andrà privilegiato è, appunto, il respiro e l’approccio progettuale sia dal punto di vista di chi realizza le iniziative, sia dal nostro, per poter perfezionare metodi e strumenti per il sostegno alle medesime.

Per raggiungere l’obiettivo dell’ innalzamento della qualità dell’offerta culturale ed educativa delle iniziative sostenute, tenderemo a coordinare la nostra azione con quella di altre strutture regionali che operano in campi analoghi o interconnessi: le Direzioni Beni Culturali, Comunicazione Istituzionali della Giunta Regionale, Turismo Sport Parchi. Valutiamo infatti che accanto all’attività cosiddetta ordinaria vada sperimentata la via di progetti che, per il loro respiro e la possibile ricaduta sulla comunità regionale, richiedono l’impiego di risorse congiunte e soprattutto una visione che superi gli ambiti di ciascuna struttura.

Si tratta di rilanciare il Piemonte e la sua offerta di luoghi ed occasioni di cultura anche in vista di “Torino 2006", evento che proporrà agli occhi del mondo l’intero territorio regionale con tutte le sue ricchezze ed originalità, per molti aspetti uniche ed irripetibili. Per fare ciò, oltre a realizzare specifici progetti interstrutturali, è necessario dare forza e visibilità all’offerta culturale già esistente trasformando in sistemi quella serie di iniziative di qualità ed eccellenza oggi riconducibili alle diverse materie.

Si pensi, ad esempio, alle rassegne e festival che oggi costituiscono “Piemonte dal vivo”: In questo caso il nostro lavoro consisterà nel proporre al pubblico, nelle forme e nei modi più consoni, una vera e propria offerta per dodici mesi all’anno di un sistema, o, se si vuole, di una rete di manifestazioni che consentano di cogliere il meglio del Piemonte in termini di spettacolo, beni culturali e paesaggistici, ed enogastronomia. Analoga prospettiva si pone per le attività espositive e quelle di divulgazione scientifica ed umanistica.

Sempre in un’ottica di impiego di risorse congiunte, finalizzate alla realizzazione di progetti strutturali di notevole impatto per la vita culturale della regione, va ricordato il Progetto Ponte Mosca, nato da un’intesa tra la Provincia di Torino e il Forum delle Associazioni Culturali di Torino e del Piemonte, sviluppato grazie al sostegno annunciato della Regione e della Città di Torino, e attualmente in fase di definizione operativa. Il progetto prevede la realizzazione, entro la fine del 2005, di un Centro per la di Diffusione e la Produzione Culturale nell’area situata all’angolo tra corso Giulio Cesare e Lungo Dora, di fronte al ponte Mosca, in Torino. Il Centro Ponte Mosca sarà un edificio di circa 17.500 mq con annesso un parcheggio sotterraneo e un giardino attrezzato di circa 8.800 mq. Gli studi preliminari effettuati indicano che la struttura potrà ospitare 60 associazioni culturali, la biblioteca della Provincia di Torino e, soprattutto, esposizioni di arti visive temporanee e permanenti, attività didattiche, seminariali, congressuali, laboratori di arti varie, spettacoli teatrali, cinematografici e musicali. Il Centro, oltre a caratterizzarsi come forte polo di attrazione culturale per la città e la regione, potrà contribuire in maniera determinante al risanamento e alla riqualificazione di una delle aree più critiche della città.

Altro progetto che vede la partecipazione regionale è quello di Cineporto. La Film Commission Torino-Piemonte ha delineato un progetto per la creazione di un Centro di servizi alla produzione (denominato Cineporto) e ha individuato in un edificio industriale dismesso di proprietà comunale (la ex Colongo di Corso Verona a Torino) l’immobile che, per le proprie caratteristiche strutturali, possiede i requisiti necessari per ospitare il Centro. L’area è infatti dotata di ampi spazi nei quali sarà possibile fornire alle troupes servizi di estrema importanza, quali uffici, sale stampa, sale di visione, laboratori, un piccolo teatro di posa, magazzini, posteggi.

L’ingente investimento previsto (circa 11 miliardi di lire) richiede l’attivazione di risorse provenienti dai fondi strutturali 2000/06 nell’ambito del DOCUP, trovandosi l’edificio in area phasing-out, cui si dovranno aggiungere contributi in conto capitale da parte degli Enti fondatori della Film Commission (Regione Piemonte e Città di Torino). I lavori verranno avviati nel corso del 2002 per concludersi nell’arco di due anni.

IL PROGETTO EXPERIMENTA

Da diversi anni l’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte ha tra i suoi obiettivi la promozione e la divulgazione dell’ informazione sulle tecnologie innovative e sui progressi della scienza. In quest’ottica, a partire dal 1985 e consecutivamente tutti gli anni, la Regione Piemonte ha organizzato Experimenta, una mostra interattiva di divulgazione scientifica e tecnologica, concepita come uno straordinario museo della scienza che, ribaltando i canoni espositivi tradizionali, ha ideato un nuovo modo di avvicinare il pubblico alla scienza e alla tecnica. Il progetto è infatti basato sulla divulgazione scientifica interattiva, e cioè sulla possibilità di partecipazione diretta del pubblico alle iniziative presentate nella manifestazione e agli esperimenti cui tutti possono partecipare attivamente.

Concepita come un gran laboratorio didattico, Experimenta offre al pubblico la possibilità di esaminare i temi suggeriti dalla rassegna con l’uso di un linguaggio semplice ed efficace ma sempre scientifico e con livelli di approfondimento diversi a seconda dell’interesse, delle esigenze e degli obiettivi che si vogliono raggiungere. Dopo le prime edizioni realizzate nel parco di Villa Gualino nei mesi estivi, l’enorme successo riscosso dall’iniziativa e il numero sempre maggiore di visitatori hanno messo in luce l’esigenza di poter fruire di un polo permanente con strutture e superfici idonee. Analizzate e valutate le varie possibilità di ricollocazione, considerando non solo le esigenze delle strutture da impiantare ma anche l’opportunità di riqualificare un’area non particolarmente significativa con l’insediamento di un polo di alta valenza culturale e scientifica e sicuro volano per la rivitalizzazione e riqualificazione ambientale e funzionale, è stata identificata una localizzazione nella zona sud della città di Torino, tra la via Onorato Vigliani e la Strada del Castello di Mirafiori, nell’area attualmente denominata parco Colonnetti, già sede dell’aeroporto di Mirafiori “Gino Lisa”.

L’intento progettuale ha come obiettivo quello di creare un polo culturale scientifico di elevato livello tecnologico integrato in un tessuto urbano caratterizzato da una molteplicità di preesistenze che vanno dagli stabilimenti industriali, agli impianti sportivi dell’Università di Torino, ai resti architettonici del castello di Mirafiori. Importante, ai fini della localizzazione, il diretto contatto con le sedi del CNR e del Galileo Ferraris, istituti di valenza internazionale, con i quali saranno possibili collaborazioni per attività e manifestazioni culturali e scientifiche.

Il progetto, per la complessità delle opere previste ed il notevole impegno finanziario richiesto, sarà attuato con lotti funzionali, concepiti e realizzati in modo da essere immediatamente e totalmente fruibili dagli operatori e dai visitatori. La prima fase di intervento, che si estenderà su un’area di circa 30.500 mq prevede, tra le azioni più significative, il restauro conservativo e la riqualificazione funzionale dell’edificio ex Centro Nazionale Meccanico Agricolo, opera dell’arch. Bonadè Bottino, attualmente in stato di totale abbandono. L’edificio sarà sede permanente di Experimenta e ospiterà vasti locali espositivi che accoglieranno la storia della manifestazione e le esposizioni temporanee oltre agli uffici, alla sala riunioni e ad una serie di servizi per il pubblico quali biblioteca, videoteca, bar, infermeria, servizi igienici ecc. Nell’area esterna sarà realizzata una struttura con funzione di biglietteria ed atrio ed alcuni padiglioni per le manifestazioni ed esposizioni temporanee.

Va ricordato, infine, che tutti gli interventi impiantistici che caratterizzeranno le strutture di Experimenta saranno realizzati con le più avanzate tecnologie, alcune anche sperimentali, finalizzate a tutti i possibili risparmi energetici: è previsto il totale reimpiego delle acque piovane, il riutilizzo delle acque di scarico, la realizzazione di coperture con strutture per l’utilizzo dell’energia solare e impianti a risparmio energetico.

L’UNIVERSO GIOVANILE

Se in campo culturale poco o nulla può considerarsi consolidato, in virtù del fatto che la cultura e le culture sono espressione della vita di tutti e di ciascuno e del suo continuo fluire e mutare, le politiche culturali rivolte espressamente ai giovani devono tener conto ancor più di questo elemento: la ricerca, la sperimentazione, le contaminazioni dei linguaggi, i territori di confine delle forme espressive, e quant’altro fa parte del bagaglio creativo delle nuove generazioni costituiscono i punti di riferimento da cui muovere per impostare iniziative destinate a far crescere sul piano culturale e formativo gli adulti di domani.

Tra le risposte più significative in questo ambito si colloca BIG - Rassegna Biennale Internazionale di creatività giovanile, di cui la Regione fa parte in qualità di membro promotore. Il nostro impegno consentirà a BIG la realizzazione della Biennale Internazionale Arte Giovane Torino 2002, che si svolgerà dal 19 aprile al 19 maggio 2002. E’ prevista la partecipazione di circa trecento artisti provenienti da vari paesi europei. I giovani artisti confronteranno linguaggi creativi e forme espressive nelle più diverse discipline: arti visive, cinema, architettura, design, moda, musica, scrittura e gastronomia. Serate letterarie, concerti, workshop, seminari, spettacoli e performance di vario genere animeranno Torino e il Piemonte: un’ondata di iniziative e avvenimenti che vedrà anche la partecipazione delle più importanti istituzioni culturali nazionali ed internazionali.

Il titolo della manifestazione, “Big Social Game” (grande gioco sociale) rimanda alle tematiche della società globale, al futuro che l’arte, come forma elevata dell’espressività umana, può e vuole preparare, e allo spazio che la società futura saprà riservare all’arte e alle sue forme.

Gli eventi proposti da BIG Torino 2002 avranno come epicentro il capoluogo regionale per poi allargarsi nei centri artistici e culturali di tutto il Piemonte, in una sorta di grande laboratorio di idee che vedrà, accanto alla circuitazione di alcune produzioni del programma internazionale, la presenza di interventi specifici di artisti che andranno ad animare il pubblico locale coinvolgendolo attivamente nel processo creativo.

Accanto a questa risposta ai bisogni ed alle esigenze dell’universo giovanile, il lavoro del triennio prevede una serie di iniziative destinate, almeno in parte, a far cadere alcune barriere che dividono il pubblico dei fruitori delle iniziative di promozione culturale da noi promosse e sostenute.

Come già detto, la creazione di sistemi e reti capaci di un’offerta articolata in cui le manifestazioni e gli eventi abbiano una visibilità non occasionale, ma possano esser colti anche come elementi di un percorso destinato alla formazione culturale dovrebbe contribuire ad avvicinare i giovani a forme di cultura che, al momento, vedono una loro scarsa partecipazione. Per modificare questa situazione il dialogo aperto tra mondo della scuola e della promozione culturale dovrà arricchirsi ed irrobustirsi sempre di più in una prospettiva di scambio continuo e di superamento degli ambiti tradizionalmente consolidati.

L’OSSERVATORIO CULTURALE

Costituito nel 1998 insieme a Ires, Città di Torino, Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, Unioncamere, Fondazione Fitzcarraldo e Agis, l’Osservatorio culturale è diventato negli anni un importante strumento per una verifica costante degli effetti prodotti dall’azione regionale rispetto agli obiettivi individuati, e per un adeguamento in corso d’opera della nostra iniziativa rispetto ai punti qualificanti della domanda dei cittadini.

L’Osservatorio, attraverso studi ed indagini mirate, consente di affrontare scelte strategiche di politica culturale disponendo di conoscenze precise su diverse tematiche, problematiche, tendenze, aspettative, in modo tale da trattare la materia secondo i contesti socioeconomici ed occupazionali più ampi.

Dal 1999 l’Osservatorio Culturale produce una relazione annuale di sintesi del lavoro svolto. Tale documento è destinato a divenire nel corso degli anni uno strumento sempre più importante per verificare l’andamento dei consumi culturali in Piemonte e per indirizzare sempre meglio gli interventi regionali.

Per il triennio 2002/04 i punti qualificanti del lavoro dell’Osservatorio culturale sono:

• lo studio e la messa a punto di indicatori che, approfondendo il rapporto costi-benefici, consentano di ottimizzare l’impiego delle risorse economiche per la promozione delle attività culturali;

• il monitoraggio dell’attività progettuale e di sistema che la Direzione intende realizzare nei diversi comparti, attraverso verifiche periodiche dei flussi, della composizione e delle variazioni quantitative del pubblico presente alle iniziative realizzate all’interno di determinati progetti, sistemi o reti.

L’OSSERVATORIO SCOLASTICO

In merito all’Osservatorio scolastico, operante da alcuni anni, ricordiamo che l’attuazione delle diverse riforme scolastiche, una fra tutte quella relativa all’istituzione delle Autonomie, ha comportato e comporterà una modificazione della mappa dell’edilizia scolastica; l’assunzione di competenze regionali rispetto alla programmazione scolastica; la trasformazione della scuola (edificio) da puro contenitore di didattica a vero e proprio polo per attività extracurriculari e di tempo libero, con un allargamento notevole dell’utenza ed una conseguente modificazione delle esigenze spaziali e logistiche degli edifici. Ciò ha significato e significa una ridefinizione strategica degli obiettivi e del funzionamento di questo Osservatorio.

A tale proposito è stato siglato un accordo con l’Ufficio scolastico regionale del Ministero Istruzione, Università e Ricerca per attuare, dall’anno scolastico 2001/2002, una unica e coordinata attività di rilevazione dei dati necessari all’Osservatorio, dati che potranno essere utilizzati dalle Amministrazioni Provinciali, con le quali sono state stipulate apposite convenzioni.

Verrà inoltre riconfermata la convenzione con l’IRES per sviluppare l’attività di analisi ed elaborazione dei dati dell’Osservatorio. Ad integrazione di tale attività va infine segnalato un importante progetto di ricerca, sempre affidato all’IRES, relativo allo studio per la valutazione della conclusione dei percorsi scolastici ai fini della programmazione degli investimenti e della comprensione dei loro effetti sui livelli di apprendimento e sull’inserimento lavorativo dei giovani, per una approfondita conoscenza del rapporto tra esiti scolastici e ingresso nel mercato del lavoro.

IL PATRIMONIO LINGUISTICO

La Legge nazionale 15.12.1999, n. 482, recante norme in materia della tutela delle minoranze linguistiche e storiche, benché emanata da ormai due anni, non è ancora operativa in quanto l’iter degli strumenti attuativi previsti è particolarmente complesso.

Il Regolamento attuativo n. 345, finalmente emanato il 02.05.01, rimanda però a sua volta ad un DPCM per l’individuazione dei criteri per la ripartizione dei fondi e ad un ulteriore protocollo d’intesa fra Stato e Regioni per la raccolta delle domande e la successiva erogazione dei finanziamenti, già definiti nei contenuti, ma ancora in attesa di formale approvazione.

Nonostante ciò che può sembrare a prima vista, tale dilazione nel tempo è stata portatrice della possibilità di un ruolo da parte delle Regioni che la Legge inizialmente non prevedeva, grazie ad un attento e approfondito lavoro del Coordinamento interregionale, che ha visto il Piemonte particolarmente impegnato nell’elaborazione di proposte poi sostanzialmente accolte dallo Stato.

Entrando nel merito, la Legge 482, che riconosce per il Piemonte quattro lingue minoritarie (occitano, franco provenzale, francese e walser), pur presentando il limite dovuto all’esclusione del piemontese, ha tuttavia introdotto alcuni elementi innovativi, quale, ad esempio, il coinvolgimento diretto degli Enti locali nel processo di delimitazione degli ambiti comunali nei quali può essere applicata la legge. Infatti i Consigli Comunali sono chiamati a pronunciarsi circa l’appartenenza ad ogni singola minoranza e i Consigli Provinciali, a loro volta, recepiscono le volontà espresse dai Comuni con successive deliberazioni che stabiliscono i limiti territoriali.

Il triennio 2002-2004 costituirà la prima sperimentazione della legge; l’orientamento emerso circa i contenuti del DPCM per la ripartizione dei fondi in fase di emanazione sembra privilegiare soprattutto i progetti rivolti all’istituzione di servizi linguistici presso i Comuni, tenendo in conto soprattutto la qualità e l’uso di strumenti tecnologici innovativi; inoltre, per quanto riguarda le minoranze costituite da un esiguo numero di parlanti o in procinto di estinzione, viene contemplata la possibilità di finanziare anche progetti di promozione e di incentivazione della lingua.

La fase di avvio della Legge nazionale vedrà necessariamente la Direzione impegnata su molteplici fronti: dapprima dovrà attuare una necessaria campagna di informazione e di indirizzo nei confronti degli Enti locali, successivamente operare un coordinamento dei progetti presentati e infine redigere il programma di interventi che dovrà essere finanziato dallo Stato. Tale fase si ritiene potrà essere particolarmente delicata per le criticità che potrebbero emergere, come le grafie da adottarsi, le varianti linguistiche di ogni singola minoranza presenti sul territorio, le specificità culturali di ogni singola comunità.

Nella consapevolezza di queste problematiche e di altre ad oggi non prevedibili, si ritiene tuttavia che la legge nazionale, già prevista in fase di Costituente ed attesa da oltre cinquant’anni, costituirà comunque l’occasione per un dibattito proficuo e costruttivo offrendo l’opportunità di conoscere la propria identità profonda, al di là ogni particolarismo e fondamentalismo.

Concretamente si possono ipotizzare momenti di incontro e dibattito tra Comuni, Comunità Montane, Enti e Associazioni, sia di tipo assembleare, sia riferiti alla specificità di ogni singola minoranza, al fine di favorire una reciproca comprensione e la messa a fuoco degli obiettivi da raggiungere e degli strumenti mediante i quali si intende attuarli.

Altro indirizzo da perseguire sarà l’istituzione di Centri Studi sulle minoranze linguistiche del Piemonte, o l’incentivazione di quelli già esistenti. A questo proposito è d’obbligo la citazione di Espaci Occitan, interessante esperimento di Associazione di numerose Comunità Montane della provincia di Cuneo e di Torino, consorziatesi con il comune intento di sviluppare e promuovere cultura ed economia delle valli d’Oc.

Ulteriore progetto da perfezionare nel prossimo triennio è l’attivazione, in collaborazione con l’I.R.E.S. e il Dipartimento di Scienze del Linguaggio e Letterature Moderne e Comparate dell’Università di Torino, di un Osservatorio regionale delle lingue minoritarie con la duplice funzione di raccolta dati e di monitoraggio sulle aspettative e sui primi risultati dell’applicazione della legge.

Quanto finora illustrato dovrà necessariamente sottostare ai limiti imposti dal fatto che la legge statale non è ancora operativa. Tuttavia si auspica che la situazione si risolva già nel corso del 2002, consentendo così l’avvio di un nuovo percorso da affiancare a quello sinora compiutamente attuato soltanto dall’azione regionale.

LA DIMENSIONE INTERNAZIONALE

La via verso l’unità politica dell’Europa passa anche attraverso l’individuazione di elementi forti di identità culturale del nostro continente: in questo senso risulteranno determinanti le politiche culturali che le regioni sapranno e potranno sviluppare. E’ questa la grande occasione per superare i confini del Piemonte e dell’Italia attraverso un’azione sempre più mirata all’incontro delle culture europee verso un primo nucleo stabile di quella che negli anni si caratterizzerà sempre più come identità culturale continentale.

Il nostro obiettivo è quello di favorire tutti quei processi che avvicinano i soggetti culturali d’Europa, ben consapevoli che la qualità e la varietà delle proposte culturali piemontesi offrono forti garanzie rispetto all’immagine complessiva della nostra regione fuori dei confini nazionali.

In particolare sarà nostro impegno coordinare e governare l’intero sistema progettuale culturale legato ai programmi culturali lanciati dall’Unione Europea “Cultura 2000" e ”Interreg III". Si tratta di opportunità che perfezionano modalità di azione ed intervento ponendo l’accento su iniziative capaci di contribuire realmente all’integrazione europea, e che attribuiscono un peso considerevole a tutti quei progetti che sapranno garantire sbocchi economici ed occupazionali.

In questo senso sarà perfezionata la nostra azione per arricchire le strategie economiche legate ai settori produttivi con proposte integrate di tipo culturale. Si pensi al binomio ormai consolidato turismo e cultura, o all’opportunità di promuovere le capacità e/o le opportunità imprenditoriali del nostro territorio anche attraverso iniziative che diano il senso del livello culturale raggiunto. Tutto questo può avvenire grazie ad interventi mirati, dove la proposta culturale sia adeguata al pubblico delle diverse sedi internazionali in cui viene “presentato” il Piemonte. Ad esempio, esportando realizzazioni che abbiano colto tratti specifici dell’identità culturale piemontese, o promuovendone di nuove appositamente studiate per essere integrate con la proposta complessiva del territorio piemontese quale luogo da vedere, incontrare, conoscere per nuove attività produttive.

Per le iniziative destinate a superare i confini europei particolare attenzione sarà dedicata agli scambi culturali internazionali resi possibili da ed organizzati in collaborazione con gli istituti italiani di cultura nel mondo. Qui la nostra azione avrà una doppia valenza: il principio della reciprocità consentirà infatti, nelle diverse materie e temi presi in esame, una presenza delle culture del Piemonte nel mondo e la presenza di culture del mondo in Piemonte.

L’INCONTRO TRA LE CULTURE

Le molte culture che si incontrano e si intrecciano segnano un fenomeno storicamente non nuovo per l’Europa, che ha visto la formazione della propria identità culturale anche grazie agli apporti di culture altre nel corso dei secoli. Questo fenomeno assume oggi contorni e caratteristiche che si modificano molto rapidamente in conseguenza del flusso continuo verso il nostro paese di decine di migliaia di persone provenienti da diversi continenti, poiché tutto avviene, per certi versi nostro malgrado, in un’epoca che presenta il rischio neanche tanto remoto di una perdita generalizzata di identità.

Considerata l’esigenza per la nostra regione di armonizzare i flussi migratori di varia natura che ci riguardano direttamente, un buon approccio culturale al tema può essere quello di lavorare perché, sempre di più, confini e pregiudizi cadano, sia tra piemontesi, sia rispetto a chi in qualche modo lo diventerà.

Su queste tematiche il nostro obiettivo è quello di favorire ogni possibile occasione di incontro e confronto tra culture, poiché riteniamo che solo attraverso questa strada sia possibile evitare il rischio di appiattimento e massificazione dei consumi, anche culturali, presente nella nostra società. La nostra azione sarà dunque indirizzata per far conoscere alla comunità piemontese le espressioni autentiche e artisticamente significative di quelle culture ormai sempre più rappresentate da donne e uomini che vivono e lavorano in Piemonte, spesso provenendo da parti del mondo ove i conflitti etnici e religiosi hanno provocato e continuano a provocare massacri e genocidi che disonorano l’umanità.

Come detto in apertura la promozione della cultura, e quindi la conoscenza e l’incontro delle culture, costituisce non solo uno strumento basilare per la crescita sociale, civile ed economica di ciascuno , ma anche un bene primario e irrinunciabile per l’umanità.

SISTEMA “SCUOLA” E SVILUPPO DELLA QUALITA’ DELL’OFFERTA FORMATIVA E DEI SERVIZI

La scuola da anello debole della catena istituzione, tende a diventare un anello forte del sistema sociale in evoluzione, non solo per le sfide poste dalla società della conoscenza e per le nuove domande e bisogni formativi che i ragazzi, le loro famiglie e la società esprimono, ma anche per i processi di riforma istituzionale e le trasformazioni dell’ordinamento e dell’organizzazione del sistema scolastico.

La scuola, quale luogo privilegiato della didattica, ha il difficile compito di essere una vera comunità di apprendimento e luogo di educazione al senso civico della cittadinanza: l’apporto delle “diversità e delle ricchezze regionali e locali ” non solo può offrire molteplici opportunità e favorire lo sviluppo dell’identità culturale, ma può anche accrescere l’interazione fra le diverse culture, la conoscenza e il rispetto delle differenze e dei diversi modelli culturali.

Per l’Amministrazione regionale la scuola non è un settore di intervento tra i tanti, bensì è uno degli obiettivi strategici, un motore di innovazione e di investimento che ha al suo centro l’autonomia scolastica, gli studenti, il sistema delle autonomie territoriali ed i soggetti, pubblici e privati, che intendono contribuire con risorse strumentali, finanziarie e progettuali a qualificare l’offerta formativa ed i servizi scolastici ed educativi.

Da quanto emerge dai dati dell’Osservatorio sull’istruzione in Piemonte, in questo inizio del decennio 2000, il sistema scolastico sembra prevalentemente orientato alla trasformazione qualitativa, in quanto parrebbe esaurita la tendenza dominante negli anni novanta verso una riduzione quantitativa della popolazione scolastica, delle sedi e del personale insegnante.

Questi sono ulteriori segnali che spingono in direzione di una ridefinizione strategica del sistema “scuola” sia per accrescere la qualità dell’offerta educativa e formativa e dei servizi, sia per introdurre nuovi strumenti e tipologie di intervento e nuovi modelli gestionali, sia ancora per ottimizzare le risorse disponibili.

In tal senso si individuano cinque macro azioni da realizzare nell’arco del triennio e da modulare in relazione all’incidenza dei fattori esogeni (v. ad es. riforme costituzionali e dell’ordinamento scolastico) e di quelli endogeni (v. ad es. atti legislativi, di indirizzo e di monitoraggio) che determinano ricadute sull’assetto del sistema e sull’esercizio delle funzioni.

AZIONE ISTITUZIONALE

I processi di cambiamento del quadro di competenze e di relazioni avviati dalla riforma della scuola e dalle leggi “Bassanini” (l. 59/1997 e d.lgs. 112/1998), oltre all’attuazione dell’autonomia scolastica, hanno messo in atto nuovi ambiti di intervento regionale, tra cui: a) la promozione sul territorio del raccordo fra enti locali e autonomie scolastiche; b) la programmazione dell’offerta formativa integrata fra istruzione e formazione professionale con un apporto rilevante, anche in termini di risorse finanziarie, della Direzione regionale Formazione professionale-Lavoro; c) la programmazione della rete scolastica a livello regionale, che si è concretizzata con la definizione del primo piano di dimensionamento delle istituzioni scolastiche a cui hanno dato un rilevante apporto le Amministrazioni Provinciali; d) il primo raccordo con le scuole paritarie in attuazione della legge 62/2000 limitatamente all’intervento di assegnazione delle borse di studio.

Il differimento a settembre 2002 (anno scolastico 2002-2003) dell’attuazione di tutte le deleghe attribuite alle regioni dall’articolo 138 del d.lgs. 112/1998 già evidenziava la complessità dei processi di riforma e, quindi, l’esigenza di una individuazione concertata tra Stato e Regioni di modalità e risorse umane e finanziarie.

Con la modifica del titolo V della Costituzione che conferisce nuovi poteri legislativi alle Regioni in materia di istruzione, si impone un’attenta rivisitazione complessiva della normativa, in particolare, rispetto alle funzioni delegate alle Regioni e a quelle trasferite agli enti locali dal d.lgs. 112/1998 concorrenti al potenziamento ed alla diversificazione dell’offerta formativa, ma anche rispetto a compiti posti in capo allo Stato dalla legge 59/1997 che potrebbero rientrare tra le materie di legislazione concorrente. Con il nuovo assetto lo Stato ha competenza legislativa esclusiva riguardo alle norme generali sull’istruzione, mentre le Regioni hanno competenza concorrente in materia di istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche, e competenza esclusiva in materia di istruzione professionale e formazione professionale.

Le parti di sistema da portare in ambito regionale (anche alla luce della pregressa esperienza delle Regioni a Statuto speciale e delle Province autonome) dovranno delineare quadri unitari di materie da confermare o da ricondurre alla competenza legislativa esclusiva delle Regioni (a titolo esemplificativo si indicano: l’integrazione tra istruzione e formazione professionale), l’educazione degli adulti, l’organizzazione territoriale, la programmazione della rete scolastica, ovvero l’offerta di istruzione sul territorio, la formazione e l’istruzione professionale su cui vengono meno le limitazioni della lettera b) del comma 1 dell’articolo 144 del d.lgs 112/1998, l’edilizia scolastica, l’assistenza scolastica-diritto allo studio, il diritto allo studio universitario). (1)

Le altre macro azioni sono le seguenti: Azioni per lo sviluppo dell’offerta formativa integrata; Azioni con il sistema scuola-territorio; Azioni per l’accesso e la qualità dei servizi e degli strumenti didattici; Azioni per lo sviluppo di un sistema informativo integrato e un utilizzo più efficace delle risorse

In questo nuovo contesto, si profila anche la riforma di devoluzione dell’istruzione alla competenza legislativa esclusiva delle Regioni che alla conclusione del suo percorso modificherà l’assetto attuale.

Il nuovo quadro istituzionale costituisce quindi una variabile rilevante, da osservare in modo sistematico per trarre azioni specifiche di impulso alla qualificazione del sistema scolastico e dei rapporti di collaborazione fra Regione, sistema delle autonomie scolastiche, sistema delle autonomie territoriali, sistema della formazione professionale e sistema culturale.

(omissis)

Note:

(1) Indicazioni tratte da primi elaborati tecnici del Coordinamento interregionale istruzione.

CRITERI

Come già accennato nelle linee di lavoro, il presente programma ha valenza triennale, si riferisce infatti all’attività degli anni 2002-2004.

L’esigenza di una programmazione pluriennale è strettamente legata alla necessità di un raccordo sempre più stretto a quanto avviene a livello nazionale, soprattutto per lo spettacolo.

Per tale settore vige infatti ormai la programmazione triennale, sia per quanto riguarda la presentazione dei progetti che per la definizione dei contributi.

Sicuramente una programmazione a medio termine faciliterà il raggiungimento dell’obiettivo di riduzione progressiva dei residui passivi e dei residui perenti.

Per l’anno in corso vengono sostanzialmente confermati gli stanziamenti del 2001; ciò significa che si potrà prevedere quasi esclusivamente il consolidamento degli interventi già in atto con scarsi spazi per nuove iniziative.

Il presente Programma segue l’impostazione di quello precedente, comprendendo quindi le attività di tutta la Direzione articolate per Settore e la definizione dei criteri di valutazione.

CRITERI DI VALUTAZIONE PER LE INIZIATIVE CULTURALI

1. rispondenza con gli obiettivi strategici definiti dalla Giunta Regionale in materia di politica culturale;

2. conformità con le competenze dell’Assessorato e coerenza con le linee direttrici attuative stabilite in sede di programmazione pluriennale e di piano di lavoro annuale;

3. qualità del progetto presentato, serietà e competenza dell’ente promotore, dei responsabili tecnici e scientifici;

4. completezza della documentazione;

5. rilevanza e/o interesse del progetto, valutata secondo i parametri: internazionale, nazionale, regionale, provinciale e locale;

6. estensione quantitativa, qualitativa e territoriale dell’utenza interessata;

7. caratteri di continuità con esperienze precedenti o viceversa valore innovativo del progetto;

8. potenziale interscambio con esperienze di altri settori, aree territoriali, ambiti tematici;

9. previsioni di consenso di critica e di pubblico delle iniziative proposte;

10. rispetto dei tempi stabiliti dalle Leggi di settore;

11. valutazione positiva dell’attività svolta negli anni precedenti;

12. pluriennalità dei progetti;

13. coinvolgimento dell’utenza scolastica;

14. attenzione alla multidisciplinarità dei linguaggi;

15. attenzione all’universo giovanile;

16. attenzione alle fasce di popolazione culturalmente più svantaggiate;

17. non saranno prese in esame le richieste di contributo presentate da soggetti che, al momento della domanda, non abbiano ancora documentato e rendicontato l’eventuale contributo assegnato loro con il programma di 2 anni precedenti.

DEFINIZIONE DELLE MODALITA’ DI INTERVENTO

CONTRIBUTI

L’ammontare dei contributi di norma varierà da un minimo del 5% della spesa relativa alle attività ammesse a contributo per iniziative di carattere o rilevanza locale, sino ad un massimo del 50% per quelle di maggior rilievo. Tale percentuale potrà essere elevata fino ad un massimo dell’80% nei casi in cui la Regione assuma il ruolo di copromotore delle iniziative partecipando alla loro ideazione e promozione in quanto tali iniziative attuino specificamente le linee di indirizzo della politica culturale regionale, periodicamente elaborate ed approvate con atto formale dalla Giunta e dal Consiglio regionale. A fronte di ogni contributo erogato la rendicontazione economica dovrà comprovare che il bilancio consuntivo finale dell’iniziativa finanziata non presenti residui attivi.

Non saranno finanziate le richieste di contributo presentate da soggetti che, al momento della domanda, non abbiano ancora documentato e rendicontato l’eventuale contributo assegnato loro nell’anno precedente.

SERVIZI ALTERNATIVI

Dovranno essere attentamente vagliate, alla luce dei criteri espressi e delle determinazioni in materia di immagine e comunicazione istituzionale della Regione, anche le richieste di fornitura di servizi (spedizione, stampa cataloghi, atti, ecc.) che potranno essere eventualmente forniti in alternativa al contributo. Ad esempio, nel caso della fornitura del servizio di spedizione verrà fissato, caso per caso, un numero massimo di spedizioni da effettuare (di norma non superiori a 1500), con l’esclusione comunque di spedizioni per l’estero.

Per quanto riguarda le attività espositive, la Regione non dispone di sedi proprie ma utilizza solo spazi messi a disposizione a titolo di affitto o di convenzione per mostre regionali. Non è pertanto possibile prendere in considerazione richieste di “prestito” di spazi per mostre da parte di altri soggetti, pubblici o privati, associazioni, fondazioni, etc. che non coinvolgano organizzativamente la Regione.

UTILIZZO DELLE SEDI DI SPETTACOLO PER INIZIATIVE VARIE

Le richieste che prevedono un intervento economico regionale per l’utilizzo di sedi di spettacolo da parte di soggetti che organizzano incontri, conferenze, seminari, iniziative varie, saranno prese in esame secondo il criterio della coerenza e pertinenza con le materie di promozione culturale di competenza di questa Direzione.

RECUPERO FONDI STANZIATI

Nel caso di fondi assegnati e non utilizzati secondo le modalità e i tempi fissati dal programma di attività, e decorsi inutilmente i nuovi termini eventualmente assegnati dalla Regione con lettera di sollecito, insieme alla revoca dei contributi, si provvederà al recupero delle somme eventualmente già versate a titolo di anticipazione.

CRITERI PER IL SOSTEGNO AD INIZIATIVE CONCERNENTI LA RISTRUTTURAZIONE E L’AMMODERNAMENTO DI STRUTTURE CULTURALI E DELLO SPETTACOLO

L’azione della Regione Piemonte in questo ambito si esplica attraverso due strumenti legislativi:

L.R. 58/78

L.R. 28 agosto 1978 n. 58 “Promozione della tutela e dello sviluppo delle attività e dei beni culturali”, in base alla quale sono stati attivati due specifici capitoli di bilancio finalizzati a:

1. assegnazione di contributi in conto capitale per l’acquisto di attrezzature e arredi per l’ammodernamento di sedi culturali e di spettacolo

2. assegnazione di contributi in conto capitale per lavori di manutenzione straordinaria a favore di centri culturali e dello spettacolo.

3. il contributo regionale non può superare il 50% dell’ammontare complessivo dei costi previsti, ad eccezione dei lavori relativi ai centri giovanili di cui al DPGR n. 13/R dell11.9.2001

Considerato l’elevato numero di richieste di sostegno che pervengono all’Assessorato, si rende necessario stabilire un ordine di priorità degli interventi da ammettere al contributo regionale, a seconda della tipologia della sede e dell’attività cui essi sono destinati.

Gli interventi regionali non riguardano le sedi operative dei soggetti richiedenti (uffici, sale prove, ecc.) ma soltanto quelle strutture (teatri, cinema, spazi polifunzionali, ecc.) nelle quali è previsto lo svolgimento di attività culturali e di spettacolo con libero accesso al pubblico. Per quanto concerne le attrezzature e gli arredi, saranno ritenuti finanziabili solo quelli il cui utilizzo è direttamente finalizzato alla realizzazione o alla fruizione dell’attività culturale e/o di spettacolo.

Fra le strutture ammissibili ai finanziamenti, il sostegno regionale riguarda in primo luogo i locali destinati ad esclusivo utilizzo per attività di spettacolo (teatri, cinema, auditorium musicali); in secondo luogo centri polifunzionali nei quali siano ospitabili attività di spettacolo e altre attività culturali (videoproiezioni, dibattiti e incontri, mostre); in terzo luogo, luoghi per spettacoli e attività culturali all’aperto (arene, aree attrezzate, ecc.); infine strutture con prevalente utilizzo per attività espositive.

L’ammissione ai contributi è subordinata alla presentazione di specifica documentazione tra cui, per quanto concerne i lavori edilizi, figurano il progetto definitivo e il computo metrico estimativo.

L’acquisto delle attrezzature e degli arredi deve essere effettuato entro 120 giorni dalla data di assegnazione del contributo regionale.

L’avvio dei lavori edilizi deve essere effettuato entro 120 giorni (estesi a 180 giorni se il beneficiario è un Ente locale) e devono essere conclusi e rendicontati entro la fine dell’anno successivo.

L.R. 16/84

La Legge regionale 16/84 “Sostegno ad iniziative concernenti la ristrutturazione e l’ammodernamento di strutture culturali e dello spettacolo” prevede l’assegnazione di finanziamenti in abbattimento dei tassi di interesse e/o l’attivazione di un fondo di garanzia.

Ai sensi dell’art. 2, comma 3 di tale legge vengono definiti gli obiettivi, le caratteristiche settoriali e territoriali, le condizioni di ammissibilità delle iniziative finanziabili e le modalità di utilizzo del finanziamento. Per gli anni 2002, 2003 e 2004 vengono individuati i parametri sotto descritti.

CARATTERISTICHE SETTORIALI E TERRITORIALI DEGLI INTERVENTI

I progetti di intervento devono rientrare in una delle seguenti tipologie:

• trasformazione di una sala cinematografica tradizionale, anche in multisala, attraverso la ristrutturazione edilizia e l’ammodernamento tecnologico;

• realizzazione di una sede polivalente per lo spettacolo e le attività culturali e ricreative, attraverso il recupero e la ristrutturazione di un teatro e/o di un’altra struttura di spettacolo già esistente, ma priva delle caratteristiche funzionali necessarie;

• realizzazione di uno spazio per attività culturali e dello spettacolo sperimentale e di ricerca, anche attraverso il recupero ed il riuso di strutture tradizionali non destinate a tali funzioni;

• realizzazione di una sala polivalente da destinarsi ad attività cinematografiche, teatrali, musicali;

• riutilizzazione e restauro plurifunzionale di strutture di importante rilievo storico ed architettonico, quali i teatri storici.

MODALITA’ DI UTILIZZO DEL FINANZIAMENTO

All’Istituto Finanziario FINPIEMONTE S.p.A., sulla base di una convenzione a carattere triennale, stipulata tra la Finpiemonte e la Direzione Promozione Attività Culturali, Istruzione e Spettacolo, spetta la gestione dei fondi assegnati ai sensi dell’art. 3 della L.R. 16/84, attivando:

• l’abbattimento dei tassi di interesse sui finanziamenti;

• un fondo di garanzia utilizzabile anche per l’ottenimento di fondi non regionali.

Le soluzioni tecniche e finanziarie, tramite l’abbattimento dei tassi di interesse e/o l’utilizzo del fondo di garanzia, dovranno tenere conto di un rapporto fra contribuzione e investimento nell’ordine di:

• 1:5 per investimenti fino a 500 milioni

• 1:15 per investimenti da 500 milioni a 1 miliardo

• 1:20 per investimenti superiori al miliardo.

I finanziamenti sui quali applicare le provvidenze previste dovranno avere durata massima quadriennale, salvo specifica e motivata deroga.

Poiché l’entità dell’investimento complessivo è fattore determinante nella definizione dell’entità delle agevolazioni, si richiede, pena la sospensione delle agevolazioni stesse, entro un periodo di tempo pari alla metà della durata del finanziamento, la documentazione atta a comprovare l’avvenuta esecuzione dei lavori per importi almeno pari al totale dell’investimento previsto. Sono eccepibili motivate deroghe.

Per quanto concerne progetti la cui realizzazione è già stata avviata, sono ammissibili spese effettuate nei 12 mesi precedenti la presentazione della richiesta di intervento ai sensi della presente legge.

CONDIZIONI DI AMMISSIBILITÀ

Le richieste di intervento devono essere presentate all’Assessorato alla Cultura entro il 15 settembre per quanto riguarda il 2002, ed entro il 15 maggio per quanto concerne il 2003 e il 2004.

CRITERI PER L’EROGAZIONE DEI CONTRIBUTI DI ASSISTENZA SCOLASTICA

PIANO ORDINARIO (L.R. 49/85 - artt. 3 e 9)

In attuazione degli artt. 3 e 9 della L.R. 49/85, i Comuni, loro Consorzi e le Comunità Montane, possono presentare istanza di contributo entro la data del 31 gennaio di ogni anno. Parimenti i soggetti che hanno ottenuto contributo l’anno precedente, entro la stessa data, devono presentare una relazione sull’attività svolta.

La Regione assegna i contributi utilizzando la ripartizione parametrica prevista dall’art. 7 della legge regionale.

Tenuto conto che circa il 90% dei Comuni della Regione, per le caratteristiche orografiche del territorio piemontese, hanno meno di 5.000 abitanti e, tra questi, alcuni o non hanno mai avuto la scuola, o hanno subito un provvedimento di chiusura con conseguente necessità di attivare un servizio di trasporto per la scuola dell’obbligo con grossi sacrifici finanziari a volte non sopportabili per le scarse risorse di bilancio, sorge la necessità di determinare oltre ai parametri previsti dalla normativa regionale (L.R. 49/85), criteri che consentano di assegnare un contributo rapportato alla popolazione residente nei comuni per il solo servizio di trasporto ordinario alla scuola dell’obbligo.

Si ritiene, pertanto, necessario suddividere i Comuni in tre fasce in relazione alla popolazione residente riconoscendo ed assegnando a favore dei Comuni montani la maggiorazione della quota nella misura massima prevista dalla legge, per determinare, all’interno del 47%, destinato dalla legge a favore del servizio trasporto, dei parametri differenziati in relazione alla dimensione dei Comuni.

Le fasce sono le seguenti:

a) Comuni con popolazione sino a 5.000 abitanti, Comunità Montane e Consorzi Scolastici fra Comuni, a cui sarà destinato il 67% del fondo disponibile per il trasporto;

b) Comuni con popolazione compresa tra 5.001 e 20.000 abitanti, a cui sarà destinato il 16% del fondo disponibile per il trasporto;

c) Comuni con popolazione superiore a 20.000 abitanti, a cui sarà destinato il 5% del fondo disponibile per il trasporto.

Si ritiene, altresì, nella circostanza, prestare particolare attenzione al servizio trasporto per la scuola dell’obbligo per i portatori di handicap, riservando allo stesso un importo pari al 12% della quota destinata dalla legge al trasporto, con assegnazione del contributo a favore degli Enti Locali e loro Consorzi che svolgono tale servizio e ne chiedono il beneficio, ai sensi della legge sopra citata, escludendo tale servizio dalle fasce sopra descritte.

Per quanto attiene alla gestione degli interventi relativi al diritto allo studio - che è compito dei Comuni nel cui territorio hanno sede le autonomie scolastiche, fatti salvi accordi diversi che possono intervenire tra i Comuni per particolari esigenze di funzionalità ed economicità degli interventi - si rende necessario esplicitare che la Regione, in aderenza allo spirito della l.r. 49/1985, riconosce le intese intervenute tra i Comuni, anche sotto forma di unioni di comuni (v. testo unico degli enti locali) e che in mancanza di intese tra i Comuni l’onere degli interventi resta di competenza dei Comuni di residenza degli allievi.

PIANO STRAORDINARIO (L.R. 49/85 - ART. 7)

La citata legge regionale 49/85 prevede inoltre interventi di carattere straordinario a favore di Comuni, loro Consorzi e Comunità Montane, per garantire il diritto allo studio, per i quali si rende necessario definire i criteri e le quote di riparto relativamente ai seguenti interventi ammissibili:

a) scuola sussidiata relativamente al costo dell’insegnante, ove non intervenga un finanziamento da parte della Direzione Regionale Economia Montana, con un contributo pari all’80% della spesa sostenuta;

b) trascrizione di libri di testo in Braille per non vedenti ed ingrandimenti per ipovedenti della scuola dell’obbligo e superiore con un contributo pari al 70% della spesa sostenuta;

c) convitti alpini della scuola dell’obbligo con l’assegnazione di una quota per allievo convittore residente nella Regione Piemonte, pari a 775,00 € per l’abbattimento dei costi per il servizio residenziale; i Consigli di Istituto, successivamente all’assegnazione del contributo, dovranno stabilire con apposito provvedimento deliberativo le modalità di riparto, istituendo posti gratuiti e semigratuiti;

d) convitti degli Istituti Professionali Agrari e Alberghieri con l’assegnazione di una quota per allievo convittore residente nella Regione Piemonte, pari a 130,00 € per l’abbattimento dei costi per il servizio residenziale; i Consigli di Istituto, successivamente all’assegnazione del contributo, dovranno stabilire con apposito provvedimento deliberativo le modalità di riparto, istituendo posti gratuiti e semigratuiti;

e) scuola materna estiva per il costo degli educatori assunti ad hoc e per il servizio mensa, in relazione alle sezioni attivate, considerando “sezione” l’attività svolta per un periodo continuativo di gg. 15 con almeno 10 alunni e un educatore, con un intervento contributivo pari a 130,00 € per sezione;

f) interventi relativi ai soggetti portatori di handicap, a cui verrà riservata la parte residua delle disponibilità finanziarie, per i seguenti servizi:

1. assistenza per l’autonomia e la comunicazione personale degli alunni della scuola dell’obbligo, materna e superiore relativamente al personale assunto “ad hoc”;

2. acquisto di sussidi didattici ed ausili individuali idonei ad assicurare l’efficacia del processo formativo per gli alunni della scuola dell’obbligo, materna e superiore: non rientrano in tale casistica le attrezzature per il superamento delle barriere architettoniche;

3. trasporto specifico per gli alunni della scuola materna e superiore con esclusione del costo previsto per l’eventuale accompagnatore.

Per le tipologie di intervento di cui al punto F) risulta opportuno, stante l’attuale realtà territoriale dei comuni della Regione inferiori ai 5.000 abitanti, per i quali risulta sempre più difficile reperire le risorse necessarie per fare fronte agli interventi di sostegno per i soggetti portatori di handicap, suddividere i comuni in tre fasce secondo la popolazione residente.

Si prendono come riferimento le fasce del piano ordinario.

Tale suddivisione consente di assegnare il 50 % della quota disponibile ai Comuni della fascia A, il 25 % ai Comuni della fascia B e il restante 25 % ai Comuni della fascia C; le quote determinate da dette percentuali verranno rapportate in sede di riparto alla spesa complessiva sostenuta dai Comuni, loro Consorzi e Comunità Montane per gli interventi sopra citati relativi ai portatori di handicap e non potranno superare il 60% del costo preventivato.

I contributi per gli interventi ammessi sono comunque da intendersi a parziale copertura dei costi effettivamente sostenuti dai comuni, loro consorzi o comunità montane, e sono da riferirsi agli anni scolastici di riferimento.

Per quanto attiene il punto E si terrà conto delle sezioni attivate nei mesi di giugno, luglio, agosto e settembre dell’anno di riferimento, allo scopo di operare su una attività già definita e conclusa anziché fare riferimento ad un servizio presunto che può essere non attivato per mancanza di richieste.

Le richieste di contributo dovranno essere inoltrate con lettera raccomandata o consegnate a mano all’Assessorato Istruzione, Settore Istruzione, Via Meucci, 1 Torino, dai Comuni, Consorzi di Comuni e Comunità Montane in carta semplice corredate dalla documentazione sottoriportata, entro e non oltre il 20 settembre, per consentire l’assunzione dei provvedimenti conseguenti entro il mese di novembre.

Il contributo regionale è vincolato ai servizi proposti ed approvati e sarà assegnato sulla proposta di cui ai punti precedenti debitamente corredata ed erogato nella misura del 50% ad approvazione della determinazione ed il saldo, alla presentazione del rendiconto corredato dalla documentazione giustificativa di spesa che determinerà, tra l’altro, la misura dell’importo a conguaglio.

Per gli interventi di cui al punto E), per i quali il rendiconto viene prodotto all’atto della domanda di contributo, si provvederà alla liquidazione in un’unica soluzione.

Per gli interventi di cui ai punti C) e D), per i quali il contributo viene stabilito in misura forfettaria per ogni alunno convittore.

Questa Amministrazione provvederà alla revoca del contributo se l’intervento non verrà effettuato con conseguente recupero di quanto già erogato.

DOCUMENTAZIONE DA ALLEGARE ALLE DOMANDE DI CONTRIBUTO DEL PIANO STRAORDINARIO

Punto A) deliberazione di assunzione dell’insegnante con relativo impegno di spesa

autorizzazione del Provveditorato agli Studi

relazione da cui risulti la necessità di apertura della scuola sussidiata

Punto B) deliberazione di impegno di spesa contenente i nominativi degli alunni beneficiari e relativa scuola frequentata, costo del servizio e ditta fornitrice

Punto C/D) elenco degli alunni convittori; classe e scuola frequentata; spesa sostenuta per la retta; comune di residenza

Punto E) deliberazione istitutiva del servizio

relazione a rendiconto debitamente firmato dal responsabile del settore competente. da cui emerga il n. degli alunni, il n. delle sezioni calcolate secondo i criteri prescritti, il n. degli educatori, l’elenco dettagliato delle entrate e delle uscite relative al servizio attivato

Punto F) deliberazione di incarico del servizio o di acquisto sussidi, con relativo impegno di spesa.

Inoltre, per il punto F, se non contenuto nella delibera di impegno, è necessario produrre:

1) dichiarazione da cui risulti il nominativo degli alunni e relativa scuola frequentata; il costo orario dell’assistente; il n. di giorni e di ore di assistenza per ogni alunno

2) relazione attestante la necessità del sussidio e nominativo degli alunni a cui il sussidio è destinato, con descrizione e costo dettagliato del materiale

3) dichiarazione da cui risulti il nominativo degli alunni e relativa scuola frequentata ed i costi sostenuti con esclusione del servizio di accompagnamento.

LIBRI DI TESTO

Per quanto attiene al piano per i libri di testo, anno 2002, come per gli anni precedenti, sarà adottato un criterio di ripartizione delle risorse statali assegnate sulla base delle istanze comunicate dai Comuni sedi di Autonomia scolastica, in modo da definire la quota pro capite per la scuola dell’obbligo e per la scuola secondaria superiore e la relativa erogazione ai Comuni.

CRITERI DI VALUTAZIONE PER IL SOSTEGNO AD ATTIVITA’ DI FORMAZIONE MUSICALE (L. R. 49/91)

I criteri di valutazione delle domande sono espressamente previsti dalla legge e ineriscono al numero degli allievi, al numero di corsi attivati, ai risultati conseguiti dagli allievi negli esami di Conservatorio di licenza, compimento e diploma. Inoltre, per rendere operativamente più efficace l’applicazione dei criteri generali citati, continuerà a funzionare a livello regionale la Commissione tecnico-consultiva per l’orientamento musicale (istituita ai sensi della legge regionale 49/1991 art. 2) che propone annualmente criteri integrativi e applicativi.

CRITERI DI VALUTAZIONE PER IL SOSTEGNO ALLE ATTIVITA’ CORSUALI DELLE UNIVERSITA’ POPOLARI E DELLA TERZA ETA’ (L. R. 47/97)

I criteri di valutazione delle domande per il riparto delle risorse sono espressamente previsti dalla legge e ineriscono alla legale costituzione del soggetto proponente, al precedente svolgimento di almeno un ciclo corsuale annuale, alla assenza di finalità di lucro, alla composizione del corpo docente (costituito da laureati o - in subordine - da specialisti-esperti), al dettagliato programma dell’attività corsuale prevista ai quali si aggiunge una valutazione sia dell’attività corsuale programmata sia di quella svolta nel precedente anno accademico.

CRITERI DI VALUTAZIONE PER IL SOSTEGNO AD ATTIVITA’ EDUCATIVE E CULTURALI DI EDUCAZIONE PERMANENTE

Le tipologie di progetto ammissibili al programma dei contributi a sostegno delle iniziative educative e culturali di educazione permanente sono le seguenti:

1. cicli di lezioni, incontri, riunioni su temi e problematiche contemporanee di carattere culturale, sociale ed economico, realizzati anche mediante sussidi stampati e audiovisivi;

2. iniziative per la promozione educativa e culturale del tempo libero;

3. iniziative di educazione ambientale;

4. iniziative educative e culturali volte alla integrazione e alla prevenzione dei fenomeni di emarginazione e di devianza sociale;

8. corsi di perfezionamento musicale post-diploma e master-classes proposti da Accademie, Istituti e Scuole di musica.

Nell’esame delle domande verrà conferita priorità al sostegno delle iniziative a carattere extra-curricolare rivolte agli studenti, consistenti in opportunità formative valutabili all’interno del sistema dei crediti recentemente introdotto nell’ordinamento scolastico.

La valutazione delle iniziative proposte e la conseguente quantificazione del sostegno regionale terranno comunque conto del numero degli utenti coinvolti nelle attività programmate e della dimensione del bacino territoriale interessato.

Le domande dovranno essere accompagnate da una dettagliata relazione progettuale e da un bilancio di previsione dell’iniziativa, nel quale siano evidenziate le spese previste e le relative fonti di copertura (contributi, sponsorizzazioni, partecipazioni di altro genere ecc. ). Uno dei criteri di valutazione sarà infatti la garanzia di reale fattibilità dell’iniziativa proposta, derivante dalla prospettiva che i costi esulanti dalla possibilità di sostegno regionale vengano comunque sostenuti mediante la disponibilità di altre risorse.

(omissis)