Bollettino Ufficiale n. 48 del 28 / 11 / 2001
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Deliberazione della Giunta Regionale 5 novembre 2001, n. 64-4358
L. R. 26 aprile 2000, n. 44. Programma di attività dellOsservatorio regionale
settori produttivi industriali
A relazione dellAssessore Laratore
Vista la L.R. 26/4/2000 n. 44, che al comma 1 dellart.22 istituisce lOsservatorio
regionale settori produttivi industriali;
premesso che:
* lattività dellOsservatorio, ai sensi del comma 2, deve essere finalizzata
a:
a) fornire il necessario supporto conoscitivo alla programmazione regionale,
b) conseguire unadeguata conoscenza del sistema industriale piemontese,
delle sue articolazioni settoriali e territoriali e della sua prevedibile
evoluzione,
c) effettuare il monitoraggio e la valutazione degli interventi attivati
dalla Regione a favore dellindustria piemontese,
d) rilevare le necessità espresse dal sistema delle imprese che possono
essere soddisfatte dallintervento pubblico ed il livello di gradimento
degli interventi attivati,
e) fornire informazioni alle imprese anche mediante gli Sportelli Unici
comunali, così come previsto dallart. 23, comma 2 del d.lgs. 112/1998,
e ad altri soggetti interessati,
f) realizzare un sistema informativo regionale, in raccordo e connessione
con analoghe strutture nazionali, regionali, di enti locali, del sistema
camerale, delle associazioni imprenditoriali, dellamministrazione regionale;
* come previsto dal comma 4 della suddetta legge regionale, con D.G.R.
n. 24 - 2154 del 5/2/2001, la Giunta regionale ha costituito la Commissione
tecnico-scientifica a supporto dellOsservatorio regionale settori produttivi
industriali, provvedendo alla nomina dei componenti;
* la Commissione tecnico-scientifica, cui sono affidate funzioni consultive
e propositive a supporto dellOsservatorio, si è riunita presso la sede
della competente Direzione Industria, individuando, in ottemperanza alle
finalità stabilite dalla legge, le linee prioritarie di indagine e ricerca
per lavvio dellattività dello stesso Osservatorio;
* è stabilito, dal comma 7 dellart.22, che la Giunta regionale approvi
il programma di attività, di norma biennale, dellOsservatorio, e che lo
trasmetta alla Commissione consiliare competente.
Visto che con D.G.R. n. 61 - 3704 del 3 agosto 2001 la Giunta regionale
ha disposto laccantonamento a favore della Direzione regionale Industria
dellimporto di L. 470.000.000 e specificatamente:
- L. 300.000.000 sul cap. 15997/2001 (accantonamento n° 101124),
- L. 70.000.000 sul cap. 16003/2001 (accantonamento n° 101125),
- L. 100.000.000 sul cap. 15108/2001 (accantonamento n° 101126).
per finanziare (oltrechè iniziative di informazione alle imprese, assistenza
tecnica agli uffici della Direzione Industria per il Docup 2000-2006) lattività
dellOsservatorio settori produttivi industriali;
dato atto che, nel corso della riunione del 24 ottobre 2001 presso la Direzione
Industria, la Commissione tecnico scientifica a supporto dellOsservatorio
si è espressa favorevolmente riguardo alle attività previste dal competente
Settore Osservatorio settori produttivi industriali, ed in particolare
ha esaminato i progetti di indagine e ricerca descritti nellallegato programma
che costituisce parte integrante della presente deliberazione;
considerato che lapprovazione da parte della Giunta regionale del Programma
di attività dellOsservatorio regionale settori produttivi industriali
non comporta oneri di spesa in quanto alle azioni ivi previste verrà data
attuazione con successivi provvedimenti, assumendo i relativi impegni di
spesa;
esaminata e valutata la documentazione predisposta dal Settore Osservatorio
settori produttivi industriali;
visto e considerato quanto in premessa, la Giunta Regionale, a voti unanimi
espressi nelle forme di legge,
delibera
di approvare il Programma di attività dellOsservatorio regionale settori
produttivi industriali, come dettagliato nellallegato elaborato che costituisce
parte integrante della presente deliberazione.
La presente deliberazione, unitamente allallegato elaborato, viene trasmessa
per informazione alla Commissione consiliare competente in materia di Industria
ai sensi dellart.22, comma 7 L.R. 44/2000 e verrà pubblicata integralmente
sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dellart. 65 dello
Statuto.
(omissis)
Allegato (fare riferimento al file PDF)
DIREZIONE REGIONALE INDUSTRIA - OSSERVATORIO SETTORI PRODUTTIVI INDUSTRIALI
PROGRAMMA DI ATTIVITA
Premessa.
LOsservatorio settori produttivi industriali ha il suo fondamento normativo
nellart.22 della l.r. 26/4/2000 n° 44 e si propone come strumento di indagine,
di analisi e di informazione sul sistema industriale piemontese, al fine
di fornire elementi di valutazione a supporto delle decisioni in materia
di politica industriale regionale oltrechè di realizzare unattività di
informazione a beneficio delle imprese e, più in generale, del sistema
economico-produttivo e delle istituzioni locali.
Larticolazione ed il funzionamento dellOsservatorio comportano, in prospettiva,
un coinvolgimento a pieno titolo delle Province, quali punti di osservazione
ma anche di autonoma elaborazione di dati ed informazioni, allinterno
di un necessario coordinamento regionale. In attesa di intraprendere un
rapporto di collaborazione con le Province, queste ultime sono state coinvolte
nellattività della struttura regionale mediante la partecipazione di un
loro rappresentante nellambito della commissione tecnico-scientifica (prescritta
dal comma 4 art.22 l.r. cit.)che svolge importanti compiti di consulenza
ma anche propositivi a supporto dellOsservatorio.
Così come prescrive il comma 7 dellart.22 della L.r. 44/2000, lattività
dellOsservatorio trova una preventiva formalizzazione in un programma
(di norma biennale) che contiene le principali iniziative che la struttura
è chiamata a realizzare nel periodo di riferimento. Il programma è predisposto
dalla Direzione regionale competente (nella fattispecie: la Direzione Industria)
ed è approvato dalla Giunta regionale.
Il programma relativo è stato elaborato dalla competente struttura in stretto
raccordo con la commissione tecnico-scientifica che ha contribuito alla
individuazione dei filoni di indagine su cui attivare lOsservatorio.
Il programma si compone :
* di unattività di ricerca ed elaborazione di informazioni relative alla
presenza sul territorio regionale ed alla capacità operativa degli Sportelli
unici per le attività produttive (scheda A);
* di una serie di ricerche monotematiche dedicate allo studio di alcuni
profili del sistema delle imprese industriali piemontesi, in particolare
i flussi occupazionali, la dinamica economico-finanziaria analizzata sulla
base dei dati di bilancio, la ricognizione degli strumenti di aiuto pubblico
alle imprese (schede B-C-D). In particolare sui flussi occupazionali, vi
è la necessità di individuare una metodologia che consenta di costruire
i flussi aggiornati in riferimento alle fonti disponibili; un lavoro non
di breve momento da articolare in steps successivi, che richiede una preventiva
costruzione di una metodologia idonea: ciò che costituisce, appunto,
loggetto della ricerca inclusa nel presente programma.
Scheda A
INDAGINE SUGLI SPORTELLI UNICI
Lo Sportello Unico per le attività produttive è una struttura di competenza
comunale e svolge principalmente due funzioni:
* una prettamente amministrativa, attraverso la gestione del procedimento
unico che consente alle imprese di presentare ununica domanda ai fini
del rilascio di autorizzazione per la realizzazione degli impianti produttivi;
* una informativa, con particolare riferimento alle opportunità localizzative
e alle agevolazioni per le imprese.
Lavvio dello Sportello Unico, previsto dalla normativa statale a far data
dal 27 maggio 1999, non è avvenuto in modo omogeneo nè sul territorio nazionale
nè su quello piemontese.
Obiettivo dellindagine, che ha come riferimento temporale il triennio
1999-2001, è di fornire una prima rappresentazione aggiornata sullo stato
di attuazione degli Sportelli unici in Piemonte.
Lindagine intende rilevare:
1) il numero e larticolazione territoriale degli Sportelli Unici;
2) le forme di gestione del servizio, adottate dagli Sportelli piemontesi;
3) le modalità di gestione del procedimento unico con particolare riferimento
agli Sportelli associati;
4) le risorse umane e materiali a disposizione degli Sportelli Unici;
5) il grado di operatività degli Sportelli Unici
Per il raggiungimento di questi fini è stato predisposto, in collaborazione
con il CSI Piemonte, un questionario che è stato inviato, il 6 aprile 2001,
ai Sindaci dei Comuni Piemontesi, ai Presidenti delle Comunità Montane
e ai responsabili di Sportello Unico. Il 31 luglio 2001 è terminata la
raccolta dei questionari compilati che si compongono di quattro sezioni,
dedicate, rispettivamente:
a) ALLO STATO DI ATTUAZIONE DELLO SPORTELLO UNICO;
b) AI RIFERIMENTI ANAGRAFICI E INDIRIZZI INTERNET;
c) ALLE MODALITA DI GESTIONE DELLO SPORTELLO UNICO;
d) ALLA COSTITUZIONE ED AL FUNZIONAMENTO DELLO SPORTELLO UNICO.
Lelaborazione dei dati è suddivisa in due fasi, temporalmente distinte:
a) nella prima , in via di ultimazione, i dati sono stati aggregati e analizzati
su base provinciale;
b) nella seconda saranno esaminate in modo puntuale alcune specificità
emerse nel corso della prima elaborazione.
Sulla base dei dati anagrafici reperiti tramite questionario, verrà realizzato
un data-base regionale dei recapiti (anche telematici) degli Sportelli
Unici.
Il data-base dei recapiti degli SS.UU. andrà ad integrarsi con le banche-dati
relative alle opportunità localizzative ed alle agevolazioni per le attività
produttive, attualmente già disponibili sul sito web della Regione.
Scheda B
Denominazione della ricerca:
INDAGINE SUGLI INTERVENTI
Analisi degli strumenti di incentivazione fruiti dalle imprese nella regione
Piemonte attraverso:
* la ricognizione di tutti gli interventi agevolativi alle imprese attuati
da soggetti pubblici (Stato, Regione, U.E.),
* la quantificazione e destinazione degli aiuti.
Periodo di riferimento temporale: triennio 1998-2000.
1) Predisposizione di un data-base degli incentivi di fonte statale e regionale
in base alla disponibilità dei dati forniti dai gestori
Predisposizione di un data-base omogeneo degli incentivi statali e regionali,
previa implementazione con informazioni relative agli incentivi di fonte
regionale (leggi regionali e Docup) non presenti nelle attuali banche-dati.
Contenuti del data-base:
* elenco degli incentivi (riferimento normativo, descrizione sintetica
della finalità e del settore economico-produttivo agevolato);
* informazioni disponibili in ordine a: n° domande pervenute, n° domande
ammesse allincentivo, ammontare degli incentivi richiesti, ammontare degli
incentivi concessi, distribuzione territoriale delle agevolazioni erogate,
volume investimenti agevolati.
Verifica delle informazioni mancanti e della loro rilevanza ai fini della
valutazione di efficacia e della programmazione: proposte operative nella
prospettiva di un nuovo data-base.
Flussi di incentivi statali in Piemonte e comparazione con le altre regioni.
2) Incentivi di fonte statale: analisi di alcuni strumenti.
Interventi a sostegno degli investimenti:
* lo strumento valutativo (L.488/92)
* lo strumento automatico (L. 341/95, L. 266/97, L.449/97).
Variabili considerate:
* n° di domande di accesso allincentivo presentate,
* n° di domande di accesso allincentivo accolte,
* entità delle agevolazioni richieste,
* entità delle agevolazioni concesse,
* la distribuzione per Provincia e per Comune delle agevolazioni concesse,
* la distribuzione delle agevolazioni per dimensione delle imprese beneficiarie,
* la distribuzione delle agevolazioni per macrosettori (turismo, industria,
commercio) e per settore merceologico delle imprese beneficiarie,
* ammontare degli investimenti agevolati.
Interventi a sostegno della R & S:
* lo strumento valutativo (L. 46/82 artt.14 e 19)
* lo strumento automatico (L. 140/97).
Variabili considerate:
* n° di domande di accesso allincentivo presentate,
* n° di domande di accesso allincentivo accolte,
* entità delle agevolazioni richieste,
* entità delle agevolazioni concesse,
* la distribuzione per Provincia e per Comune delle agevolazioni concesse,
* la distribuzione delle agevolazioni per dimensione delle imprese beneficiarie,
* la distribuzione delle agevolazioni per settore merceologico delle imprese
beneficiarie,
* ammontare degli investimenti agevolati.
Uno strumento tradizionale: la legge Sabatini (L. 1329/65)
Variabili considerate:
* n° di domande di accesso allincentivo presentate,
* n° di domande di accesso allincentivo accolte,
* entità delle agevolazioni richieste,
* entità delle agevolazioni concesse,
* la distribuzione per Provincia delle agevolazioni concesse,
* la distribuzione delle agevolazioni concesse per dimensione delle imprese
beneficiarie,
* la distribuzione delle agevolazioni concesse per macro settori (industria,
commercio, artigianato, ecc.) e per settore merceologico delle imprese
beneficiarie,
* ammontare degli investimenti agevolati.
3) Incentivi di fonte regionale: analisi di alcuni strumenti
Docup 97/99 e programmi comunitari (Retex, P.M.I., ecc): misure daiuto
alle imprese
Variabili considerate:
* entità delle agevolazioni concesse,
* ammontare degli investimenti agevolati.
Incentivi alle imprese industriali e artigiane da leggi regionali
Variabili considerate:
* entità delle agevolazioni concesse,
* distribuzione delle agevolazioni concesse per macro settori (industria/agroindustria,
artigianato, turismo, ecc.) e
* distribuzione delle agevolazioni concesse per forma dellintervento (contributo
c/capitale, c/interessi, ecc.),
* ammontare degli investimenti agevolati.
Scheda C
Denominazione della ricerca:
DINAMICA ECONOMICA-FINANZIARIA
1 Contenuti
La ricerca ha come oggetto lanalisi della dinamica economica-finanziaria
di un campione di circa tremila imprese di capitale localizzate nella regione
Piemonte.
Sulla base dei bilanci aziendali riportati nella banca dati AIDA di proprietà
della Regione Piemonte, la ricerca si pone come obiettivo quello di rispondere
ad alcune domande come: quali sono le imprese piemontesi che si sviluppano
maggiormente? Quali differenze nellattività industriale emergono? Le imprese
piemontesi godono di una buona solidità patrimoniale? La redditività è
soddisfacente e in linea con quella di altre aree geografiche nazionali?
Il sistema distrettuale piemontese è competitivo con quello di altre regioni
italiane?
Per rispondere a queste domande verrà utilizzata come metodologia di ricerca
lanalisi dei bilanci aziendali su una base temporale di tre anni.
Il rapporto finale, oltre a comprendere unanalisi introduttiva dellevoluzione
dellindustria nella regione Piemonte, riporterà:
* unanalisi complessiva della Regione Piemonte;
* il confronto temporale su base dimensionale, settoriale e per aree territoriali;
* unanalisi specifica per le piccole imprese, per i settori ad alta tecnologia,
per alcuni settori industriali e per alcuni distretti industriali;
* alcuni confronti con aree territoriali non piemontesi.
Lindagine riporterà, altresì alcuni incroci tra le diverse classificazioni.
2 Classificazioni
Il raggruppamento delle imprese avverrà secondo tre criteri:
* Dimensionale. La normativa europea per la definizione delle piccole e
medie imprese è stata integrata inserendo una classe inferiore che evidenzi
le imprese minori una classe superiore per le imprese medio grandi;
* Settoriale. Sono state predisposte due classificazioni, la prima segue
la tassonomia di Pavitt, che suddivide le imprese in quanttro raggruppamenti
(alta tecnologia, specializzata, scala, tradizionali), e la classificazione
Istat per le attività economiche.
* Territoriale con suddivisione provinciale e distrettuale.
Riportiamo qui di seguito i diversi criteri di selezione.
2.1 Dimensionale per dipendente e fatturato (mil. Euro)*
Dipendenti Fatturato Attivo
* i valori riportati in tabella si intendono come limiti massimi
2.2 Settoriale
* Tassonomia Pavitt: alta tecnologia; specializzate; scala e tradizionali
* Settori Industriali:
1) Alimentare;
2) Carta e stampa;
3) Gomma e plastica;
4) Lavorazione metalli;
5) Lavorazione minerali;
6) Legno e mobili;
7) Macchine elettriche;
8) Meccanica;
9) Mezzi di trasporto;
10) Carbone, petrolio e chimica
11) Abbigliamento, cuoio e pelli;
12) Tessile
2.3 Aree territoriali
* Distretti industriali:
1) Biella (tessile laniero) in confronto con Prato;
2) Valenza (orafo) in confronto con Vicenza e Arezzo;
3) Cusio-Valsesia (rubinetteria) in confronto con Lumezzane.
* Province piemontesi.
3 Metodologia di indagine statistica
La metodologia di indagine sarà quella del bilancio somma per ciascuna
tipologia di raggruppamento. Lelaborazione degli incentivi ricavati dai
bilanci aziendali avverrà tramite il calcolo di alcune costanti caratteristiche
quali: la frequenza, la media aritmetica, la variabilità e la distribuzione
per quantili.
Per rispondere alle domande oggetto di questa indagine verranno utilizzati
i seguenti indici di bilancio:
* Indicatori di sviluppo: fatturato; valore aggiunto; occupazione; capitale
investito operativo netto;
* Indicatori di attività industriale: valore aggiunto/fatturato (proxy
del grado di integrazione verticale); valore aggiunto/dipendenti (proxy
della produttività del lavoro); costo del lavoro/dipendenti; investimenti
fissi/Immobilizzazioni lorde (Tasso di accumulazione);
* Struttura finanziaria e patrimoniale: debiti/capitale proprio (Grado
di indebitamento); debiti a breve/capitale totale (Grado di rigidità delle
fonti); immobilizzazioni/capitale totale (Grado di rigidità del capitale
investito); modello margine-struttura; modello fonti-impieghi (Indicatore
di tesoreria e margine struttura); costo del denaro, grado di capitalizzazione;
* Redditività: ROE, ROI, MOL/fatturato; effetto di leva finanziaria; pressione
fiscale.
Scheda D
Denominazione della ricerca:
CONFRONTO TRA STATISTICHE
Esistono diverse fonti statistiche, di origine amministrativa, che forniscono
dati e informazioni sulle imprese e sui lavoratori.
Non sempre però le statistiche possono essere confrontate e possono divergere
tra loro e rispetto alla fonte ufficiale ISTAT. In ogni archivio amministrativo
infatti lambito di competenza, le unità di rilevazione e i loro attributi
(settore di attività, localizzazione, ecc.) sono determinati dalle norme
che regolano lattività istituzionale; anche se le informazioni raccolte
rappresentano lo stesso fenomeno (numero di imprese, di occupati, ecc.),
si osserva, ad esempio, che gli universi di competenza dellINPS differiscono
da quelli delle Camere di Commercio, che le posizioni assicurative dellINPS
non sono confrontabili con le analoghe posizioni INAIL, o che gli standard
di classificazione dellattività economica sono differenti.
La presente ricerca ha come obiettivo:
1. Indagare e raccogliere le statistiche dalle fonti principali.
Le principali fonti statistiche esistenti (anche sui siti web) sono
- ISTAT - (Censimento intermedio e altre rilevazioni)
- INPS - (Osservatorio DM - imprese - e O1M - lavoratori dipendenti)
- INAIL
- Registro Imprese
Per ognuna delle fonti verranno raccolti i dati delle statistiche esistenti
almeno per quanto riguarda la Regione. Parallelamente verrà acquisita,
ove possibile, la documentazione relativa al campo di osservazione, alle
variabili di analisi, alle procedure di costruzione delle statistiche,
fornendo un quadro esaustivo delle caratteristiche e dei tempi di aggiornamento
di ciascuna fonte.
2. Analizzare le diverse definizioni, classificazioni e origini delle differenze.
Per definire e valutare le differenze che si osservano tra le informazioni
delle diverse fonti è necessario analizzare lambito di competenza di ciascuna
amministrazione (INPS ? INAIL ? Registro Imprese), le definizioni adottate
(es. impresa vs. unità locale, e, nel caso, come è definita l"impresa"
e dove viene localizzata; dipendenti vs. occupati, si stima loccupazione
media o si contano gli individui in un certo periodo, al limite un solo
giorno dellanno), gli standard di classificazione utilizzati (principalmente
il settore di attività, alcuni enti utilizzano la classificazione Ateco,
altri hanno codici propri, ma anche come è definito il lavoro dipendente,
il lavoro autonomo, o come sono definite le qualifiche di operaio, impiegato,
ecc.), il grado di disaggregazione delle informazioni (ad esempio la scala
territoriale - regionale, provinciale, comunale o settoriale - ramo, classe,
categoria) e verificare quando è possibile procedere ad unattività di
unificazione, standardizzazione e identificazione delle parti comuni.
3. Presentare un quadro sullindustria Piemontese originato dalle statistiche
disponibili.
Raccolti i dati e analizzate le differenze si propone infine di costruire
e commentare il quadro descrittivo dellindustria piemontese che emerge
dalle diverse fonti.
Lattenzione si concentrerà sulle caratteristiche della struttura e dei
flussi, per le variabili osservabili, dei diversi settori industriali.
Potranno essere oggetto di studio, ad esempio, il numero di imprese, di
unità locali, di occupati e le retribuzioni.
Sarà indagata la possibilità di analisi delle forme atipiche di lavoro
(parasubordinati o collaborazioni coordinate e continuative), della distribuzione
territoriale delle unità locali (unità locali in altre regioni di imprese
con sede in Piemonte e viceversa) e delle migrazioni di imprese attive
dallartigianato allindustria e viceversa.
4. Verificare la significatività e la variabilità di alcune variabili
Si propone di verificare le potenzialità di dati INPS (il panel di lavoratori
dipendenti e imprese costruito da R&P) per indagare alcuni fenomeni di
particolare interesse.
- Localizzazione della sede dellimpresa e localizzazione sul territorio,
a livello provinciale, del lavoratore.
- Effetti delle variazioni mensili e della stagionalità sulloccupazione.
- Correlazione e variabilità del rapporto monte retributivo / numero di
occupati. In altre parole media e varianza delle retribuzioni medie di
impresa e delle retribuzioni individuali.
- Effetti delle normalizzazioni delle retribuzioni
- Mobilità del lavoro
(si noti che alcuni di questi argomenti si collegano anche alla procedura
di stima effettuata da INAIL che osserva solo il monte retributivo assicurato
e non il numero di persone assicurate).
Questa fase del progetto richiede elaborazioni ad hoc sullarchivio.
PER LE ATTIVITÀ PRODUTTIVE E ATTIVITÀ
DI
INFORMAZIONE E ASSISTENZA
ALLE IMPRESE.
DI SOSTEGNO ALLE IMPRESE IN PIEMONTE
DELLE IMPRESE PIEMONTESI
Imprese minori 20 3 2
Piccole 50 7 5
Medie 250 40 27
Medio
grandi 1000 160 108
SULLINDUSTRIA PIEMONTESE