Bollettino Ufficiale n. 44 del 31 / 10 / 2001

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Deliberazione della Giunta Regionale 15 ottobre 2001, n. 23-4129

Approvazione delle direttive triennali per la definizione dei programmi regionali di sicurezza alimentare nell’area del Sahel. Anni 2001-2003. Accantonamento della spesa di Lire 1.800.000.000 (Euro 929.622,42) sul capitolo 11014/01

(omissis)

LA GIUNTA REGIONALE

a voti unanimi ...

delibera

di approvare le direttive triennali per la definizione dei programmi regionali di sicurezza alimentare nel Sahel relativamente agli anni 2001-2003, allegate alla presente deliberazione per farne parte integrante e sostanziale,

di rinviare a successivi atti amministrativi la definizione delle procedure per l’attuazione dei singoli programmi di sicurezza alimentare nel Sahel, sulla base delle disposizioni stabilite nelle direttive in oggetto,

di accantonare la somma di L. 1.800.000.000 (euro 929.622,42 ) sul capitolo 11014 del bilancio 2001 (Acc. 101330) che presenta la necessaria disponibilità e di assegnare tale somma alla Struttura Speciale Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale per l’attuazione del programma di sicurezza alimentare nel Sahel,

di prevedere la necessaria dotazione finanziaria, indicativamente pari a L. 1.800.000.000 per ciascuno degli anni 2002-2003, nei limiti delle disponibilità di bilancio.

(omissis)

Allegato

DIRETTIVE TRIENNALI PER LA DEFINIZIONE DEI PROGRAMMI REGIONALI DI SICUREZZA ALIMENTARE NEL SAHEL.

Anni 2001 - 2003

Mozione consiliare n. 382 del 19.02.1997

Iniziative politiche di cooperazione con il Terzo Mondo

Legge regionale 17 Agosto 1995 n.67 e successive modifiche ed integrazioni

Interventi regionali per la programmazione di una cultura ed educazione di pace, per la cooperazione e la solidarietà internazionale

Premessa

La Regione Piemonte, anche sulla base della mozione n°382 “Iniziative politiche di cooperazione con il Terzo Mondo”, approvata all’unanimità dal Consiglio regionale nella seduta del 19 febbraio 1997, ha deciso di impegnarsi in modo organico nel sostegno di iniziative atte ad affrontare il problema della sicurezza alimentare nei paesi meno sviluppati.

Per l’attuazione di tale iniziativa il Comitato di Solidarietà, ai sensi delle leggi regionali 4/82 e 67/95, ha stabilito di concentrare l’azione in alcuni paesi dell’area saheliana dell’Africa occidentale: Burkina Faso, Mali, Niger, Senegal.

Nel 1997 la Regione Piemonte ha approvato il primo “programma di sicurezza alimentare nel Sahel” e nei 4 anni successivi, in continuità con gli obiettivi stabiliti negli anni precedenti, l’amministrazione ha rinnovato il suo impegno nei confronti delle popolazioni del Sahel, approvando annualmente i relativi programmi.

Come previsto dall’art. 10 della L.R 67/95, la programmazione degli interventi per la sicurezza alimentare nell’area del Sahel è stata annualmente predisposta dalla Giunta regionale d’intesa con il Comitato di Solidarietà del Consiglio regionale attraverso l’approvazione di direttive programmatiche che stabiliscono gli orientamenti per l’elaborazione dei programmi annuali di intervento.

I programmi approvati nel corso degli anni si sono ispirati ad alcuni orientamenti che riportiamo sinteticamente:

* il sostegno, in un’ottica di sviluppo a medio-lungo termine e non in un’ottica di emergenza, alle politiche di sicurezza alimentare in Sahel, che in senso più ampio comprendono anche azioni di lotta alla povertà, in quanto principale causa dell’insicurezza alimentare,

* la valorizzazione delle capacità delle collettività locali saheliane di promuovere il proprio sviluppo attraverso il sostegno di interventi realizzati in modalità sostenibili, cioè tali da non creare dipendenza ma da favorire l’autonomia locale. Tale obiettivo è stato perseguito promovendo il ruolo attivo dei partners Saheliani, sia nella fase di progettazione dell’intervento che quella della sua attuazione e sostenendo processi partecipativi di analisi dei bisogni estesi al maggior numero possibile di soggetti della società civile.

* la promozione delle sinergie tra i diversi attori della società civile piemontese sulle problematiche oggetto del programma: si è inteso valorizzare la ricchezza e la diversità delle competenze di cooperazione internazionale esistenti sul territorio piemontese coinvolgendo il maggior numero di scuole, università, centri di ricerca, ONG, associazioni di immigrati, e vari enti pubblici e privati. Particolare rilevanza è stata riconosciuta agli enti locali per il loro ruolo nella cooperazione decentrata.

* il coordinamento con i piani nazionali e in particolare con i programmi del Ministero degli Affari Esteri e di organismi internazionali.

A questo riguardo è necessario sviluppare un’azione di coordinamento con il “programma Italia-Sahel di riduzione della povertà” del Ministero degli Affari Esteri che affronta analoghe problematiche nelle medesime aree geografiche.

I quattro precedenti programmi regionali di sicurezza alimentare hanno consentito un approccio progressivo alla cooperazione: attraverso fasi successive di sviluppo i programmi sono stati elaborati in base all’evoluzione dei rapporti e la crescita delle competenze dei soggetti coinvolti.

Nel 1997 il programma è stato finalizzato in primo luogo all’approfondimento e all’analisi del contesto nel quale si era deciso di intervenire sostenendo le azioni dei soggetti che operavano in quelle realtà. Sulla base di tale orientamento si è predisposto un programma regionale con il quale si è cofinanziato l’ampliamento di progetti che erano in fase di avvio o in corso di realizzazione con il contributo della Comunità Europea o del Ministero Affari Esteri.

Nel 1998 il programma è stato finalizzato a stimolare l’aggregazione dei soggetti impegnati nelle attività di cooperazione, a coinvolgere in modo attivo gli enti locali ed a orientare qualitativamente i progetti proposti dagli Enti con valutazioni di merito sui contenuti e sulle decisioni di spesa.

I Programmi approvati nel 1999 e nel 2000 sono stati articolati in 3 percorsi, distinti in base alla tipologia degli interventi finanziati, come risulta dallo schema sottostante:

PERCORSO A

PROCESSI DI COOPERAZIONE DECENTRATA DEGLI ENTI LOCALI

La linea di finanziamento è dedicata ai progetti di cooperazione decentrata degli enti locali e dei parchi regionali piemontesi.

Sono stati finanziati progetti che hanno dato vita a forme di partnerariato tra enti locali del Piemonte e del Sahel, coinvolgendo in un impegno organico e prolungato gli attori delle rispettive comunità locali.

Sono state altresì realizzate attività di assistenza e accompagnamento al percorso quali l’organizzazione del primo corso di formazione per funzionari pubblici piemontesi sulla cooperazione decentrata e la pubblicazione del relativo manuale nonché l’organizzazione di un forum per favorire l’incontro tra le autorità delle comunità locali piemontesi e saheliane.

PERCORSO B

INIZIATIVE A REGIA REGIONALE

Con i progetti del Percorso B la Regione ha assunto una responsabilità diretta di coordinamento e di programmazione di azioni di cooperazione, avvalendosi di soggetti piemontesi terzi per la gestione operativa dell’intervento in loco. La sperimentazione, la costruzione e la gestione di processi di rete fra soggetti piemontesi intorno ai progetti del programma regionale ha rafforzato il ruolo di soggetti pubblici e privati piemontesi. In tal senso si segnala l’intervento dell’Università di Torino che, in partnerariato con omologhe istituzioni saheliane, ha svolto attività di ricerca finalizzata al sostegno dei progetti finanziati dalla Regione in Sahel e l’intervento delle associazioni di categoria di artigiani, agricoltori e cooperative piemontesi, che hanno promosso attività di formazione e sostegno del sistema produttivo locale.

PERCORSO C

PROGETTI DI SOGGETTI PUBBLICI E PRIVATI SENZA FINI DI LUCRO

Con il percorso C si è inteso dare continuità alle attività iniziate nel 1997 con l’approvazione di bandi annuali per il finanziamento di progetti di cooperazione di ONG e altri enti pubblici e privati senza fini di lucro presenti sul territorio piemontese.

Come risulta dalla tabelle allegate al presente documento, le risorse finanziarie complessivamente impegnate nei 4 anni di attuazione del programma di sicurezza alimentare nel Sahel sono state pari a L. 7.374.417.500 ed hanno consentito il cofinanziamento di circa n. 100 progetti coinvolgendo circa n. 250 enti piemontesi, tra soggetti beneficiari di contributi e soggetti partners.

Le presenti direttive hanno lo scopo di definire gli obiettivi, le modalità ed i principi d’azione nonché gli orientamenti metodologici sulla base dei quali la Regione Piemonte elabora i propri programmi per la sicurezza alimentare nel Sahel per il triennio 2001 - 2003.

1. IL PROGRAMMA DI SICUREZZA ALIMENTARE NEL SAHEL

1.1 Obiettivi generali

In coerenza con i principi stabiliti nella mozione consiliare n. 382 del 19/02/97, per il programma di sicurezza alimentare nel Sahel si conferma l’obiettivo generale di migliorare le condizioni di sicurezza alimentare delle popolazioni di 4 paesi Saheliani (Burkina Faso, Mali, Niger, Senegal).

Il problema che si intende affrontare non è solamente quello di garantire la disponibilità sui mercati saheliani di generi alimentari, ma in particolare di favorire l’accesso della popolazione a tali prodotti. In quest’ottica il programma si concretizza anche in azioni di lotta alla povertà, principale causa dell’insicurezza alimentare e in azioni finalizzate a valorizzare le capacità delle collettività locali saheliane di promuovere politiche che rispondano effettivamente ai bisogni delle popolazioni.

1.2 Obiettivi specifici

Con il programma si intende affrontare problematiche complesse la cui soluzione richiede l’integrazione di competenze e conoscenze complementari che possono essere reperite nella società civile piemontese. Il ruolo della Regione è infatti quello di promuovere e coordinare l’azione dei diversi attori della cooperazione internazionale per affrontare in modo coerente i bisogni delle popolazioni del Sud, valorizzando l’apporto di ogni singolo componente e i diversi saperi che possono essere utilizzati. In questa prospettiva viene riconosciuto un ruolo di particolare rilevanza alle istituzioni locali piemontesi e saheliane che abbiano una capacità adeguata per appoggiare e sostenere gli interventi posti in essere dai diversi soggetti impegnati in attività di cooperazione con i paesi del Sahel.

Gli obiettivi specifici del programma sono:

* Valorizzare il patrimonio di esperienze e competenze proprio dei diversi soggetti piemontesi attivi nella cooperazione internazionale attraverso lo sviluppo delle capacità di progettazione e di realizzazione di iniziative di cooperazione in Sahel.

* Promuovere le attività di cooperazione delle istituzioni locali piemontesi attraverso il sostegno di iniziative di gemellaggio/partnerariato con collettività locali saheliane per favorire i processi di decentramento amministrativo e le politiche di sviluppo socio-economico finalizzate a migliorare le condizioni di sicurezza alimentare delle popolazioni del Sahel;

* Sviluppare un’azione regionale diretta a rafforzare le istituzioni di livello regionale dei paesi saheliani nonché a sostenere e coordinare le azioni che coinvolgono, in un’ottica di sistema, vari soggetti piemontesi impegnati in attività di cooperazione nel Sahel. (associazioni di categoria, università...)

1.3 Modalità di attuazione

In merito alle modalità di attuazione dei programmi si conferma l’impostazione degli anni precedenti secondo la struttura suddivisa in 3 percorsi:

* Percorso A : PROCESSI DI COOPERAZIONE DECENTRATA DEGLI ENTI LOCALI

Il Percorso A è dedicato ai progetti di cooperazione decentrata degli enti locali, dei parchi regionali piemontesi e ogni forma associativa e di cooperazione tra i medesimi.

I finanziamenti vengono assegnati sulla base di un invito alla presentazione di proposte progettuali e debbono prevedere una compartecipazione finanziaria pari ad almeno il 50% del costo complessivo del progetto.

* Percorso B : INIZIATIVE A REGIA REGIONALE

Il Percorso B è dedicato ai progetti di cooperazione decentrata programmati e coordinati direttamente dalla Regione Piemonte avvalendosi di soggetti piemontesi terzi per la gestione operativa degli interventi in loco.

In linea di principio i rapporti tra la Regione ed i suoi partners operativi sono disciplinati con apposite convenzioni.

* Percorso C : PROGETTI DI SOGGETTI PUBBLICI E PRIVATI SENZA FINI DI LUCRO

Il Percorso C è dedicato ai progetti di cooperazione internazionale di soggetti pubblici e privati senza fini di lucro, aventi sede legale o operativa in Piemonte e comprovata esperienza in attività di cooperazione con i paesi in via di sviluppo e/o paesi ad economia di transizione. I finanziamenti vengono assegnati con procedure appositamente predisposte e debbono prevedere una compartecipazione finanziaria pari ad almeno il 50% del costo totale del progetto.

1.4 Orientamenti metodologici

Sulla base dell’esperienza maturata nel corso dei precedenti programmi, al fine di ottimizzare le risorse impegnate e ottenere una migliore efficacia delle azioni di sviluppo, è opportuno che gli interventi sostenuti dalla Regione riflettano i seguenti orientamenti:

* promozione di un partnerariato locale attivo;

* coinvolgimento in forma coordinata di soggetti con competenze diverse;

* attuazione di interventi con effetti di medio-lungo periodo;

* sostegno di interventi realizzati in modalità sostenibili, cioè tali da non creare dipendenza ma da favorire l’autonomia locale;

* coordinamento con i programmi del Ministero degli Affari Esteri, dell’Unione Europea e di organismi internazionali.

1.5 Piano finanziario

Per dare continuità agli interventi realizzati nell’ambito del programma dal 1997 al 2000 e al fine di offrire un punto di riferimento sufficientemente stabile per consentire al territorio di intervenire tenendo presente le politiche regionali, è necessario stabilire una programmazione pluriennale degli interventi articolata in 3 anni.

Per l’anno in corso le necessarie risorse finanziarie sono disponibili sul capitolo di competenza, pertanto è opportuno predisporre una dotazione finanziaria adeguata per ciascuno degli anni 2002 e 2003 sui rispettivi capitoli di competenza del bilancio pluriennale.

Le leggi di bilancio determineranno l’importo esatto degli stanziamenti e all’attuazione dei programmi si provvederà mediante le risorse assegnate sui capitoli di competenza.

Nell’ambito delle risorse finanziarie disponibili è indicativamente prevista, sulla base dell’esperienza maturata con i programmi 1997-2000, la seguente ripartizione percentuale:

Percorso A: 25%

Percorso B: 15%

Percorso C : 60%

La ripartizione può subire contenute variazioni per ottimizzare l’allocazione delle risorse rispetto ai tempi di esecuzione dei progetti e alla gestione del bilancio regionale.

PERCORSO A

PROCESSI DI COOPERAZIONE DECENTRATA DEGLI ENTI LOCALI

2.1 Definizione

Il Percorso A è dedicato al sostegno dei processi di cooperazione decentrata degli enti locali e dei parchi regionali piemontesi nonché ogni forma associativa e di cooperazione tra i medesimi.

In merito alla nozione di cooperazione decentrata si richiama la definizione elaborata in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e riportata integralmente nel documento approvato dalla Direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo “linee guida per la cooperazione decentrata allo sviluppo”: iniziative di cooperazione allo sviluppo svolte dagli enti locali, singolarmente o in consorzio fra loro, anche con il concorso delle espressioni della società civile organizzata del territorio di relativa competenza amministrativa, attuate in rapporto di partenariato prioritariamente con omologhe istituzioni dei Pvs favorendo la partecipazione attiva delle diverse componenti rappresentative della società civile dei paesi partner nel processo decisionale finalizzato allo sviluppo sostenibile del loro territorio.

2.1 Obiettivi

La Regione ritiene di promuovere forme innovative di solidarietà internazionale attraverso processi di cooperazione decentrata promossi da enti locali, riconoscendo che tali modalità di intervento rappresentano un efficace strumento per rafforzare le competenze delle istituzioni locali del Sud, contribuire positivamente ai processi di democratizzazione e di decentramento in corso nel Sahel e conseguentemente favorire lo sviluppo locale.

In tal senso gli obiettivi che più specificatamente si intende perseguire sono:

* offrire un’opportunità agli enti locali di realizzare proprie iniziative di cooperazione in Sahel;

* sensibilizzare gli enti locali sulle problematiche oggetto del programma regionale affinché coinvolgano in una partecipazione attiva il più ampio numero di soggetti operanti sul proprio territorio;

* fornire le necessarie competenze e conoscenze agli amministratori ed ai funzionari degli enti pubblici piemontesi e saheliani;

* favorire il confronto, anche attraverso momenti di incontro diretto, sulle tematiche oggetto del Percorso A tra amministratori del Sud e del Nord;

* assistere gli enti locali piemontesi impegnati ad avviare un’esperienza di cooperazione decentra in Sahel;

* coordinare i processi sostenuti nell’ambito del Percorso A con iniziative del MAE o di organismi internazionali;

* elaborare le esperienze acquisite per migliorare la qualità dell’iniziativa;

2.2 Soggetti

Possono aderire al Percorso A del programma regionale gli enti locali e parchi regionali piemontesi nonché ogni forma associativa e di cooperazione tra i medesimi.

Ai fini delle presenti direttive tali soggetti sono denominati “enti locali”.

2.3 Azioni

Per il raggiungimento degli obiettivi sopraindicati sono previste le seguenti azioni:

* promozione di attività di informazione e formazione rivolta agli amministratori ed ai funzionari degli enti locali del Nord e del Sud,

* predisposizione di un apposito servizio di accompagnamento per gli enti locali piemontesi interessati ad avviare progetti di cooperazione in Sahel;

* cofinanziamento delle iniziative proposte dagli enti;

* sperimentazione di azioni di orientamento delle iniziative approvate al fine di coordinare i diversi progetti tra loro e favorire la condivisione degli obiettivi regionali con gli enti aderenti al programma;

* attivazione di processi di monitoraggio e valutazione delle iniziative approvate.

2.4 Principi d’azione

Le iniziative di cooperazione decentrata dovranno essere realizzate nel rispetto dei seguenti principi d’azione:

* il partner con cui l’ente locale piemontese concerta l’azione di cooperazione decentrata deve essere, in linea di principio, un ente omologo di uno dei paesi del Sahel;

* l’azione di cooperazione decentrata deve essere orientata a consolidare partnerariati duraturi per la definizione e la realizzazione di progetti di sviluppo locale integrati e sostenibili;

* l’azione di cooperazione decentrata deve valorizzare la costruzione di processi di rete tra i diversi attori della società civile piemontese e saheliana;

* l’intervento deve favorire il massimo coinvolgimento della popolazione, attraverso azioni di sensibilizzazione sul territorio;

* l’iniziativa deve essere orientata all’integrazione delle competenze locali e le competenze dell’ente piemontese che promuove l’azione attraverso lo scambio di know how.

PERCORSO B

INIZIATIVE A REGIA REGIONALE

2.1 Definizione

Il Percorso B è dedicato ai progetti di cooperazione internazionale programmati e coordinati direttamente dalla Regione Piemonte, che si avvale delle competenze di soggetti piemontesi terzi per la gestione operativa degli interventi in loco.

2.2 Obiettivi

L’attuazione del Percorso B persegue il raggiungimento dei seguenti obiettivi:

* consolidare un modello di intervento basato sulla definizione con i partner di locali dei paesi interessati di alcune possibili iniziative che saranno realizzate da soggetti competenti appositamente coinvolti e coordinati dalla Regione;

* rafforzare il ruolo delle istituzioni saheliane di livello regionale, sostenendone i processi di decentramento amministrativo e le politiche di sviluppo socio-economico;

* coordinare gli interventi che coinvolgono attivamente una pluralità di soggetti;

* sviluppare forme di collaborazione tra le diverse direzioni della Regione Piemonte per valorizzare le competenze che possono essere utilizzate nell’ambito delle iniziative in Sahel;

* valorizzare le competenze di università, istituti di ricerca e di formazione piemontesi anche al fine di mettere a disposizione degli enti coinvolti nel programma Sahel strumenti e metodologie che possano migliorare i progetti attivati;

* favorire la crescita del sistema economico locale con particolare riferimento alle microimprese che svolgono attività connesse alla sicurezza alimentare, attraverso lo scambio di conoscenze e competenze tra soggetti del Nord e del Sud;

* elaborare le esperienze acquisite per migliorare la qualità degli interventi.

2.3 Soggetti

La Regione provvede direttamente attraverso le proprie strutture alla progettazione ed alla gestione dell’intervento e per la realizzazione in loco dell’intervento si avvale di partner operativi, in linea di principio stipulando apposite convenzioni.

2.4 Azioni

Le azioni che si intende promuovere nell’ambito del presente percorso sono:

* la progettazione, il finanziamento e la realizzazione di interventi diretti a rafforzare gli enti e le istituzioni dei paesi saheliani al fine di sostenere la sicurezza alimentare e la lotta alla povertà;

* il coinvolgimento di soggetti terzi come partners operativi;

* il coordinamento degli interventi sostenuti attraverso l’organizzazione di tavoli di concertazione tematici finalizzati a mettere in rete le conoscenze e le esperienze maturate dai diversi attori della cooperazione internazionale in Piemonte;

* la gestione dei rapporti con le autorità dei paesi del Sahel, anche attraverso strutture in loco che possano fornire un supporto logistico ed un’assistenza nella gestione dei contatti istituzionali;

* il finanziamento di azioni relative all’attuazione di accordi tra Università piemontesi e saheliane, finalizzati a condurre attività di ricerca e sperimentazione nell’ambito dei progetti sostenuti dalla Regione;

* il sostegno di iniziative di coordinamento e scambio tra associazioni di categoria del sistema produttivo piemontese e saheliano nell’ambito delle tematiche oggetto del programma.

PERCORSO C

PROGETTI DI SOGGETTI PUBBLICI E PRIVATI SENZA FINI DI LUCRO

3.1 Definizione

Il Percorso C promuove il sostegno dei progetti di cooperazione internazionale di soggetti pubblici e privati piemontesi con i 4 paesi coinvolti nel programma Sahel.

3.2 Obiettivi

L’attuazione del Percorso C persegue il raggiungimento dei seguenti obiettivi:

* sostenere la capacità di progettazione e di attuazione di interventi finalizzati alla sicurezza alimentare nel Sahel di soggetti piemontesi impegnati nella cooperazione allo sviluppo;

* contribuire a sostenere una significativa presenza dei soggetti piemontesi nelle aree interessate dal programma;

* assicurare continuità e sviluppo a progetti già in fase di realizzazione;

* orientare le azioni dei diversi soggetti al fine di agevolare l’integrazione e il coordinamento con le altre iniziative finanziate dalla Regione nell’ambito dei Percorsi A e B del programma;

* sensibilizzare ed informare la società civile piemontese sulle tematiche oggetto del programma;

* elaborare le esperienze acquisite per migliorare la qualità degli interventi.

3.2 Soggetti

Possono aderire al Percorso C i soggetti pubblici e privati senza fini di lucro, aventi sede legale o operativa in Piemonte e comprovata esperienza in attività di cooperazione con i paesi in via di sviluppo e/o paesi ad economia di transizione.

3.3 Azioni

Per il raggiungimento degli obiettivi sopraindicati sono previste le seguenti azioni:

* definizione e attivazione di procedure per il cofinanziamento dei progetti presentati;

* orientamento dei progetti approvati al fine di assicurarne la rispondenza agli obiettivi regionali;

* accompagnamento e assistenza tecnica dei soggetti impegnati nel Percorso;

* promozione di azioni di informazione e sensibilizzazione finalizzate a diffondere i contenuti del programma di sicurezza alimentare e le modalità concrete di accesso ai finanziamenti regionali;

* promozione dello scambio di competenze e conoscenze tra i diversi attori della cooperazione internazionale in Piemonte, in particolare con riferimento alle ricerche ed agli studi condotti dalle Università piemontesi sulle problematiche connesse alla lotta contro la povertà in Sahel;

* attivazione di processi di monitoraggio e valutazione dei progetti approvati.

3.4 Principi d’azione

I progetti attuati nell’ambito del presente percorso dovranno essere realizzati tenendo conto dei seguenti principi d’azione:

* progettazione di interventi realizzati in modo integrato da soggetti con competenze diverse;

* concertazione della progettazione dell’intervento con il partner locale;

* partecipazione attiva della popolazione nella fase di individuazione dei bisogni ed in quella di realizzazione degli interventi in Sahel;

* capacità di assicurare una ricaduta di informazione e sensibilizzazione sulla comunità piemontese;

* coinvolgimento nelle azioni di cooperazione di gruppi di immigrati provenienti dai quattro paesi del Sahel in cui opera la Regione e delle comunità di piemontesi residenti in tali paesi;

* ricerca di aspetti di integrazione e complementarietà con altre iniziative realizzate nell’ambito del programma Sahel;

Allegato A

Anno

Contributi assegnati Percorso A

Contributi assegnati Percorso B

Contributi assegnati Percorso C

Totale contributi assegnati  (Percorso A + B + C)

1997

-

-

1.800.000.000

1.800.000.000

1998

-

-

1.798.517.500

1.798.517.500

1999

260.000.000

300.000.000

1.000.000.000

1.800.000.000

2000

500.000.000

275.900.000

1.200.000.000

1.975.900.000

Totale

769.000.000

575.900.000

5.798.517.500

7.374.417.500

 

 

Tabella riepilogativa dei progetti approvati nell’ambito del Programma Sahel (Percorso A + B+ C) nei 4 paesi del Sahel dal 1997 al 2000.

Anno

Numero di progetti approvati per paese (Percorso A + B + C)

Numero totale di progetti approvati

.

Senegal

Mali

Burkina

Niger

.

1997

6

7

14

1

28

1998

14

5

17

4

40

1999

9

2

13

2

26

2000

3

6

9

2

*20

Totale

32

20

53

9

114

* i progetti del Percorso A sono in corso di approvazione

 

 

Tabella riepilogativa degli enti piemontesi coinvolti nel programma Sahel dal 1997 al 2000

Anno

Totale enti coinvolti

1997

39

1998

98

1999

52

2000

*51

Totale

240