Bollettino Ufficiale n. 38 del 19 / 09 / 2001
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Deliberazione della Giunta Regionale 3 agosto 2001, n. 60 - 3703
Formazione Professionale - Progetto Nord-Sud - Protocollo dIntesa tra
la Regione Piemonte e la Regione Campania - Approvazione.
(omissis)
LA GIUNTA REGIONALE
a voti unanimi
delibera
- di prendere atto della definizione dellimpegno congiunto della Regione
Piemonte e della Regione Campania per un percorso a carattere interregionale
a favore di iniziative di formazione universitaria di 1° livello nel campo
dellingegneria e, più in generale, nellambito tecnico- scientifico di
cui al progetto Nord- Sud Un impegno delle Regioni Piemonte e Campania
per le lauree professionalizzanti ;
- di dare attuazione al citato progetto, nella strutturazione e con le
modalità di cui allallegato A che forma parte integrante e sostanziale
del presente atto deliberativo, con lintento di realizzare interventi
e percorsi formativi in grado di assicurare ai propri territori professionalità
medio- alte capaci di alimentare il riequilibrio in termini di qualità
e quantità tra domanda ed offerta del lavoro;
- di approvare lo schema del protocollo dintesa così come formulato nellallegato
B , parte integrante e sostanziale del presente atto deliberativo;
- di autorizzare alla stipula del protocollo dintesa tra la Regione Piemonte
e la Regione Campania nella stesura di cui allallegato B lAssessore
alla Formazione professionale e lavoro o un suo delegato.
- di autorizzare il Direttore regionale alla Formazione professionale -
Lavoro a promuovere tutti gli atti amministrativi conseguenziali per la
realizzazione del progetto di cui allallegato A;
Allegato A
PROGETTO NORD - SUD
un impegno delle Regioni Piemonte e Campania per
le lauree professionalizzanti
INDICE:
1. Motivazione del progetto
2. Obiettivi
3. Struttura del progetto
4. Destinatari
5. Durata
6. Risultati attesi
7. Costi stimati
8. Modalità attuative
1. MOTIVAZIONE DEL PROGETTO
Il modello di istruzione universitaria invalso in Italia sino a pochi mesi
fa, si caratterizzava per la sua organizzazione su due piani, uno di amministrazione
e di indirizzo politico fortemente centralizzato ed a carattere nazionale,
svolto dal MURST, uno, più o meno consolidato, di gestione a livello locale
svolto dagli atenei: tra questi due livelli la dimensione regionale risultava
se non del tutto assente certamente debole e insufficiente. Questa mancanza
di un livello regionale, ha certamente reso più difficoltoso adeguare i
percorsi di formazione superiore a quelle che erano le reali esigenze di
qualificazione delle risorse umane richieste dai mercati del lavoro, conducendo
alla presenza contemporanea di diffuse situazioni di overeducation e di
undereducation nellofferta di lavoro di molte realtà regionali, tra cui
anche quella piemontese e campana.
Questo modello comincia a modificarsi sostanzialmente nel corso dellultimo
decennio con leffettiva attuazione prima con lintroduzione dei diplomi
universitari e successivamente con la autonomia universitaria sino alla
recente riforma degli ordinamenti didattici avviata con la legge 127/97
e completata con la definizione dei nuovi cicli universitari proposti con
il D.M. 509 del 1999.
Un percorso di riforme che, rivedendo in maniera sostanziale la tipologia
dei titoli, ed i mix formativi dovrebbe consentire di offrire, rispetto
al passato, output di formati nel percorso di primo livello (laurea), al
tempo stesso più alto e più professionalmente qualificato; con ciò contribuendo
a bilanciare gli squilibri tra offerta formativa e bisogni dei mercati
del lavoro regionali e ponendo le premesse per un diffuso innalzamento
del livello professionale medio delle giovani generazioni, su cui sarà
possibile - tra laltro - fondare un percorso virtuoso di sviluppo locale
ancorato alle nuove tecnologie dellinformazione e della comunicazione.
Gli ultimi passaggi della riforma del sistema universitario propongono
le condizioni opportune per alimentare un dialogo e strutturare una relazione
forte tra le Università e le Regioni in una finalità che non è certo quella
della regolarizzazione delluniversità, quanto piuttosto quella di complementare
funzioni e ruoli di questi due soggetti per potenziarne limpegno a favore
di uno sviluppo locale fondato sul fattore conoscenza. Si tratta, daltra
parte, di un percorso di convergenza del tutto coerente con i processi
di sussidiarità amministrativa in atto da livello centrale a quello regionale
e con il ruolo insostituibile svolto dalle Regioni anche nella programmazione
del sistema dellistruzione (1), e nelluso quindi delle risorse finanziarie
sia nazionali sia messe a disposizione dallEuropa attraverso i fondi strutturali
comunitari. (1) Il riferimento è in particolare al D.Lgs 112/98 che trasferisce
alle Regioni le competenze relative alla programmazione territoriale dellofferta
scolastica formativa e la programmazione integrata scuola e formazione
professionale riguardante lautonomia delle istituzioni scolastiche.
E evidente che come per tutti i processi di innovazione, anche quello
che si sta realizzando nellUniversità necessita un impegno concreto di
programmazione e di investimento, pure finanziario, da parte delle amministrazioni
regionali, anche al fine di evitare che, con le inevitabili spinte conservatrici,
finiscano col prevalere di logiche di autoreferenzialità istituzionale
e con esse una interpretazione della riforma degli ordinamenti didattici
come semplice suddivisione in due cicli del vecchio titolo di studio, che
farebbe venire meno le potenzialità che i percorsi di laurea triennale
possono esprimere nei confronti dei concreti bisogni di professionalità
presenti a livello regionale.
La Regione Piemonte e la Regione Campania, coscienti della sfida posta
dalla riforma universitaria, ed accogliendo le opportunità nellampliamento
della missione introdotte nellultima riforma del Fondo Sociale Europeo,
hanno previsto nei documenti di programmazione di questo fondo per il periodo
2000-2006, un esplicito impegno a favore delle lauree triennali a maggiore
contenuto professionalizzante, con lintento di recuperare quando di meglio
è stato già realizzato con il progetto CAMPUS in questa materia nella passata
programmazione.
Nel caso poi della Regione Piemonte, lattenzione rivolta a sostenere lo
sviluppo e il consolidamento nel suo territorio di una offerta universitaria
di percorsi triennali di laurea di elevato livello qualitativo e tali da
assicurare titoli con una valenza riconosciuta e adeguata ad assicurare
concrete opportunità di inservimento lavorativo, si pone anche in una logica
preventiva intesa a contrastare gli effetti negativi sul tessuto produttivo
piemontese conseguenti al prevalere, da qui a pochi anni, di un significativo
invecchiamento delle forze di lavoro, ed in questo ambito di una insufficiente
offerta di lavoro giovanile ad istruzione medio alta. I dati più recenti,
nellindicare come si stia producendo un marcato orientamento della domanda
di lavoro verso i giovani, e in particolare verso quelli qualificati (soprattutto
laureati), appaiono avvertire come la rarefazione delle leve demografiche
giovanili non sia solo un fenomeno di tendenza ma sia già una realtà.
Quanto alla Regione Campania .....
Questo impegno regionale a favore delle lauree triennali potrebbe ricevere
un significativo contributo e valore aggiunto da una contestuale esperienza
di intervento a carattere interregionale.
Un impegno su basi interregionali può infatti consentire, se realizzato
sotto una regia coordinata, di:
. ottimizzare risorse e competenze di soggetti universitari diversi;
. consentire una organizzazione curriculare più ampia, articolata e flessibile
secondo quelle che possono essere sia caratteristiche e finalità individuali
sia bisogni della domanda di lavoro;
. sviluppare nuovi e più solidi rapporti, nella dimensione territoriale,
tra sistema universitario e mondo del lavoro;
. offrire ai giovani laureati più ampie opportunità di inserimento professionale;
. rappresentare un terreno di sperimentazione per esperienze di fertilizzazione
incrociate finalizzate ad arricchire le iniziative di formazione superiore
condotte a livello di ciascuna Regione. La scelta poi di proporre questo
tipo di intervento in una regione del Nord ed una del Mezzogiorno, contiene
delle opportunità in più da non sottovalutare. E possibile infatti in
questo modo innescare dei proficui processi di mobilità di docenti e studenti
nelle due direzioni attraverso cui alimentare condizioni di reciproco vantaggio
sia in termini di condivisione di conoscenze sia di futuro potenziale riequilibrio
di possibili mismatch quantitativi, e soprattutto qualitativi, tra domanda
ed offerta di lavoro nelle diverse realtà regionali coinvolte. Inoltre
la sperimentazione di un percorso formativo di primo livello in unarea
specialistica come ad esempio quella relativa alle discipline ingegneristiche
può consentire di verificare lapplicabilità di un modello di cooperazione
Regioni-Università basato sulla formazione di profili professionali qualificati
in una molteplicità di contesti territoriali diversi che vanno dalle aree
di eccellenza della produzione in settori avanzati fino ad aree di produzione
tradizionale ed a basso livello di sviluppo.
Rispetto in particolare a questultimo punto la Campania e il Piemonte,
pur nelle indubbie diversità, appaiono condividere fattori rilevanti e
opportunità derivanti da evidenti complementarità. In entrambe infatti
sono localizzate Università di particolare prestigio internazionale e hanno
sede importanti centri di R&S, pubblici e privati, che pongono queste due
Regioni in una posizione di primato in questo settore non solo in Italia
ma anche in Europa. In tutte e due queste Regioni sono presenti realtà
produttive che fanno capo ad uno stesso gruppo industriale, e il tasso
di innovazione si colloca su in livello relativamente più elevato rispetto
a quanto si registra nelle rispettive circoscrizioni territoriali di appartenenza.
Inoltre sia nel Piemonte che in Campania il tasso di popolazione in possesso
di un titolo superiore (diploma o laurea), sebbene in crescita, risulta
ancora inferiore al dato medio nazionale.
A queste caratteristiche comuni, ve ne sono però altre di tipo economico
sociale e demografico che differenziano le due realtà regionali in maniera
significativa, ma, proprio queste diversità possono rendere la realizzazione
di un progetto interregionale nel settore delle lauree triennali nellarea
ingegneristica ricco di potenzialità e di reciproci vantaggi.
2. OBIETTIVI DEL PROGETTO
. Rafforzare il rapporto istituzionale ed il dialogo tra le Regioni Piemonte
e Campania con il sistema universitario presente nei loro territori.
. Sostenere le trasformazioni in atto nelle Università piemontesi e campane
per valorizzarne le potenzialità ed il ruolo che queste possono svolgere
a favore di uno sviluppo territoriale fondato sul fattore conoscenza.
. Assicurare che le lauree triennali si realizzino secondo un modello
di forte e effettivo raccordo con i fabbisogni di professionalità del tessuto
produttivo delle due Regioni.
. Realizzare un percorso progettuale che preveda in tutte le sue fasi
(dalla concezione alla gestione fino alla valutazione) un elevato ed effettivo
livello di coinvolgimento e di condivisione di responsabilità di tutti
i soggetti interessati vale a dure le due amministrazioni regionali, le
università coinvolte, il mondo dellimpresa e le parti sociali.
. Offrire un sperimentazione in grado di alimentare con risultati concreti
le strategie di sviluppo territoriale che le Regioni Piemonte e Campania
stanno realizzando nei loro territori.
. Ottimizzare i positivi risultati conseguiti nella passata programmazione
del FSE dal progetto CAMPUS, in funzione di un miglioramento qualitativo
dei processi, dei profili e degli effetti formativi delle lauree triennali.
. Assicurare che le azioni sperimentate dal progetto possano produrre
positivi effetti di trascinamento e ricaduta sulle attività di formazione
superiore realizzate a livello regionale.
. Sperimentare interventi finalizzati a sostenere una maggiore presenza
delle donne nel settore formativo delle lauree triennali di ingegneria.
. Concorrere al perseguimento degli obiettivi trasversali di consolidamento
e sviluppo della società dellinformazione e sostegno alle iniziative locali
di sviluppo proposti dal regolamento del FSE, e ripresi nei programmi operativi
regionali delle due Regioni per il periodo di programmazione 2000-2006.
. Contribuire a diversificare i percorsi ed a innalzare il livello qualitativo
dellofferta formativa superiore nelle due Regioni, così come previsto
nei programmi operativi finanziati dal FSE per il periodo 2000-2006.
. Concorrere attraverso il confronto interregionale al conseguimento di
risultati di elevato livello qualitativo tali da favorire un rapido inserimento
dei laureati nei rispettivi mercati del lavoro.
3. STRUTTURA DEL PROGETTO
Il progetto è articolato in maniera da valorizzare sia la dimensione interregionale
che la dimensione regionale attraverso lindividuazione di quattro tipologie
di ambiti (come da rappresentazione grafica in allegato):
. lambito A, interregionale, della progettazione, regia e coordinamento
del progetto;
. gli ambiti B1 e B2, regionali, delle attività corsuali e di correlazione
con il mondo del lavoro;
. lambito C delle azioni di integrazione interregionale;
. lambito D, interregionale, delle azioni di valutazione del progetto
e di diffusione e disseminazione dei risultati.
Nellambito A rientrano:
. lindividuazione dei vincoli progettuali in termini di obiettivi, azioni
qualificanti, requisiti di contenuto e di processo;
. la definizione del progetto di massima;
. lorganizzazione del monitoraggio e della valutazione e delle altre
azioni trasversali;
. la definizione delle azioni di integrazione interregionale.
Negli ambiti interregionali B1 e B2 rientrano tutte le azioni di competenza
specifica delle Regioni:
.
.
Nellambito C rientrano tutte le attività che introducono fattori di interregionalità
quali:
. la predisposizione di materiale didattico per moduli formativi comuni;
. laccesso incrociato a nicchie di specializzazione;
. laccesso incrociato a stages;
. la partecipazione incrociata alle attività di valutazione dei percorsi
formativi finanziati.
Nellambito D, interregionale, rientrano le azioni di valutazione del progetto
nel suo complesso così come quelle inerenti la diffusione e disseminazione
dei risultati.
Fatta salva la responsabilità di ciascuna Regione per gli aspetti gestionali,
inerenti gli interventi ricadenti sulla Regione stessa, il progetto proposto
prevede regia, coordinamento e monitoraggio realizzati, in un ambito condiviso,
attraverso un Board interregionale di pilotaggio.
Il progetto si realizza secondo una logica modulare attraverso:
. definizione di metodologie comuni e successiva applicazione in ciascuna
Regione aderente;
. allinterno di ciascuno dei progetti regionali realizzazione di percorsi
formativi che, strutturati su metodologie comuni, valorizzano le specificità
regionali.
In coerenza con questo approccio e a valorizzazione del carattere interregionale
liniziativa progettuale si compone di due parti tra loro strettamente
complementari:
A. Azioni di sistema
B. Interventi a livello di ciascuna regione
A. Azioni di sistema
Le caratteristiche di multiregionalità del progetto si manifestano, sebbene
non esclusivamente, proprio nelle attività previste in questa componente
dellintervento. Attraverso queste si intende mettere a fattore comune
tutte quelle esperienze, iniziative, strumenti, metodologie e professionalità
che non sono specificatamente ed univocamente connesse alle caratteristiche
dei singoli territori su cui il percorso formativo triennale si realizzerà.
In questo ambito devono essere comprese tutte quelle azioni che possono
contribuire a migliorare lefficienza e lefficacia del progetto nel suo
complesso ed ad alimentare una regia attenta ed incisiva delliniziativa
da parte delle due Regioni coinvolte.
Rientrano pertanto in questo ambito le azioni di:
. assistenza tecnica al Board interregionale;
. predisposizione di metodologie didattiche comuni finalizzate a contenere
fenomeni di abbandono quali ad es. attività di tutoraggio a distanza su
base informatica, messa a punto di sussidi didattici, ecc.;
. progettazione e gestione di un piano di comunicazione volto a massimizzare
le ricedute del progetto;
. produzione di materiali didattici;
. messa a punto di attività di orientamento e di tutoraggio comuni;
. predisposizione e sperimentazione di percorsi formativi di ingresso;
. individuazione e messa a punto, secondo le specificità socio-economiche
delle Regioni di intervento, di strumenti finalizzati a favorire una maggiore
presenza delle donne nei percorsi di formazione di ingegneria;
. assistenza e coordinamento a mobilità studenti e docenti, coordinamento
di attività di stage;
. monitoraggio e valutazione in itinere delle attività;
. valutazione degli esiti del progetto nel suo complesso;
. diffusione dei risultati.
B. Interventi a livello di ciascuna regione
Lattuazione del progetto a livello regionale deve prevedere:
. leffettuazione di attività di orientamento e tutoraggio secondo le
indicazioni, anche di carattere metodologico, predisposte in comune nellambito
delle azioni di sistema;
. la realizzazione di tre percorsi di laurea triennale finalizzati alla
creazione dei seguenti profili..... Ogni percorso dovrà essere strutturato
per attività corsuali, per moduli didattici di nº .... ore ..... Ogni modulo
dovrà essere valutato in crediti formativi. Le metodologie didattiche dovranno
essere quelle di aula ma anche di tipo innovativo attraverso luso di sistemi
informatici.
Nel percorso dovrà essere assicurata comunque lacquisizione di competenze
di alto livello in materia di nuove tecnologie dellinformazione e della
comunicazione, e la conoscenza certificata della lingua inglese.
Inoltre dovranno essere attivate attività corsuali o di tutoraggio da erogarsi
attraverso strumenti teledinamici.
Le attività corsuali dovranno include - indicativamente nellultimo anno
di corso - attività di stage di almeno due mesi da realizzarsi presso realtà
produttive specializzate nellarea di interesse per i profili che si intendono
formare.
Il percorso si dovrà completare attraverso una serie di attività trasversali
come ad es.:
- nicchie di professionalizzazione anche incrociate nelle due Regioni;
- stages che per una parte degli allievi potranno essere organizzati in
modo incrociato nelle due Regioni.
. erogazione di bonus di studio per lacquisto di materiale didattico
(informatico?) da erogarsi ai giovani che frequentino con continuità i
corsi acquisendo almeno il 60% delle frequenze e che abbiano superato positivamente
almeno il 30% dei moduli cui sono iscritti nellanno;
. erogazione di borse di studio, cumulabili con i bonus di studio, del
valore di L. .... riservate esclusivamente a ragazze che frequentino regolarmente
i corsi e che abbiano acquisito il 60% delle presenze;
. la valutazione qualitativa delle linee di intervento attuate localmente
su specifiche delineate allinterno delle azioni di sistema;
. le Regioni dovranno farsi carico finanziariamente soltanto dei moduli
a contenuto professionale, degli stages e di tutte le attività trasversali.
BOARD INTERREGIONALE DI PILOTAGGIO
Il Board interregionale di pilotaggio è costituito come segue:
. lAssessore alla Formazione Professionale o un suo delegato;
. un delegato:
- di Confindustria nazionale
- di UnionCamere nazionale
- designato di concerto dalle OO.SS. maggiormente rappresentative a livello
nazionale;
. i funzionari competenti di ciascuna Regione e, un rappresentante per
Regione di UnionCamere Regionale/CCIAA, di Unione Industriale/Associazioni
Imprenditoriali Regionali e di OO.SS. Regionali.
Successivamente alla selezione saranno chiamati a far parte del Board un
rappresentante per ciascuna delle Università partecipanti.
Il Board opera con lo scopo di:
. definire le linee di indirizzo e gestione dellintero progetto;
. mettere a fattore comune le esperienze delle singole regioni;
. garantire lomogeneità metodologica dei singoli progetti regionali;
. migliorare e ritarare in itinere - se necessario - i percorsi, i profili
e le metodologie didattiche e di valutazione adottate.
Allinterno delle azioni di sistema, per le principali aree metodologiche
e per la definizione di moduli formativi comuni, il Board interregionale
si avvale di risorse specialistiche selezionate in coerenza con principi
di trasparenza e proporzionalità presenti nel trattato dellUnione Europea
e provenienti dalle due Regioni aderenti al progetto.
4. DESTINATARI
Il progetto è rivolto a giovani disoccupati con unetà inferiore a 27 anni
in possesso di un diploma di istruzione secondaria di secondo grado di
durata quinquennale, ivi compresi i licei linguistici riconosciuti per
legge e coloro che abbiano superato i corsi integrativi previsti dalla
legge che ne autorizza la sperimentazione negli istituti professionali
e negli istituti magistrali e licei artistici.
5. DURATA
Le attività progettuali finanziate prevederanno:
. la progettazione, la regia ed il coordinamento degli interventi a partire
alla selezione dei soggetti attuatori, cui si accompagneranno lavvio e
lespletamento di attività trasversali di promozione ed orientamento che
avranno luogo fino al momento di inizio dellattività corsuale;
. le attività corsuali dei percorsi di laurea inseriti nei progetti regionali
che avranno inizio con lavvio dellanno accademico 2001/02 e si concluderanno
al termine dellanno accademico 2003/04;
. le attività di diffusione dei risultati nellultimo periodo di svolgimento
del Progetto.
6. RISULTATI ATTESI
. Aumentare il numero di giovani che conseguono il titolo di laurea di
primo livello.
. Contenere il numero degli abbandoni nei percorsi universitari inseriti
nel progetto.
. Incrementare la presenza femminile nei percorsi di laurea professionalizzanti
nellarea dellingegneria.
. Rendere più rapidi i tempi di inserimento lavorativo dei neolaureati.
. Consolidare le reti di relazioni nel campo della didattica e della ricerca
fra i sistemi universitari presenti nelle due Regioni.
. Sviluppare la rete di relazioni Università/Regioni nellimpegno comune
a favore dello sviluppo del territorio e della diffusione della società
dellinformazione.
. Conseguire un miglioramento qualitativo negli interventi realizzati
nel campo della formazione superiore professionalizzante nelle Regioni
interessate al progetto, attraverso la disseminazione e condivisione dei
risultati conseguiti dal progetto stesso.
. Consolidare una rete di relazioni tra Università/Regioni e attori del
sistema produttivo di Piemonte e Campania che possa contribuire alla definizione
dei profili professionali dei corsi di laurea triennale con continuità
e anche oltre la realizzazione del progetto.
7. COSTI PREVISTI
Il costo totale delle attività progettuali regionali e interregionali per
il triennio sarà dellordine di 8,7 miliardi.
La quota dei costi a carico della Regione Campania potrà essere superiore
rispetto a quella della Regione Piemonte in considerazione del numero maggiore
di moduli formativi finanziati e del numero più elevato di studenti che
parteciperanno alle nicchie di specializzazione ed agli stages fuori sede.
Limpegno finanziario annuo medio è valutabile in 1,3 miliardi per il Piemonte
e 1,6 miliardi per la Campania.
8. MODALITA ATTUATIVE
Le regioni Piemonte e Campania stipulano un protocollo di intesa inerente
la volontà di cooperare sulle lauree triennali professionalizzanti.
Il protocollo conterrà un progetto pilota sul quale saranno chiamati, nelle
due Regioni, i possibili soggetti abilitati che hanno le caratteristiche
per disegnare i progetti e che successivamente alla selezione predisporranno
i progetti esecutivi.
Allegato B
PROTOCOLLO DINTESA TRA
LA REGIONE PIEMONTE E LA REGIONE CAMPANIA
Nellintento di contribuire al raggiungimento dellobiettivo strategico
del Q C S obiettivo 3 e del Q C S obiettivo 1 periodo 2000-2006, promuovere
unofferta articolata di formazione superiore, assunto nei programmi operativi
regionali sia in Piemonte che in Campania con la misura C3 Formazione
superiore e di stimolare la collaborazione fra soggetti di alta formazione
regionale. La Regione Piemonte nella persona di .....
In qualità di .....
a ciò autorizzato con D.G.R. .....
E
La Regione Campania nella persona di .....
In qualità di .....
a ciò autorizzato con D.G.R. .....
PREMESSO CHE
I QQ.CC.SS. obiettivo 3 e obiettivo 1, così come anche i relativi documenti
di programmazione regionali del Piemonte e della Campania prevedono limpegno
a favore dellistituzione dei nuovi corsi di laurea triennale professionalizzanti
sulla base dellesperienza di progetti tipo CAMPUS il cui valore positivo
è evidenziato nel patto sociale del 22/12/1998;
Il Programma Operativo ob. 3 - 2000/2006 della Regione Piemonte, approvato
dala Comunità Europea con decisione nº ..... del ..... in coerenza con
le indicazioni di priorità contenute nel QCS ob. 3, prevede che il 3% del
costo totale eleggibile del menzionato programma sia destinato al finanziamento
di progetti interregionali e che la selezione ed attuazione di tali progetti
avvenga secondo forme specifiche di coordinamento e procedure omogenee
di accesso tra i diversi titolari dei programmi;
I QQ.CC.SS. obiettivo 3 e obiettivo 1 invitano e sostengono la cooperazione
tra Autorità di Gestione di Programmi Operativi dei due obiettivi di iniziative
progettuali a carattere interregionale nella finalità di migliorare attraverso
la condivisione di buone pratiche gli effetti sul territorio nazionale
della programmazione del FSE nel campo dello sviluppo delle risorse umane
e delloccupazione;
La Regione Piemonte e la Regione Campania hanno stipulato una convenzione
con la Confindustria in cui le parti si impegnano a realizzare interventi
e percorsi formativi in grado di assicurare ai propri territori professionalità
medio alte nel campo dellingegneria e, più in generale, tecnico scientifico;
SI IMPEGNANO
A realizzare il progetto interregionale denominato Nord Sud: un impegno
per le Lauree triennali in Ingegneria le motivazioni, obiettivi, contenuti
e costi sono riportati nellallegato A, che di questo protocollo dintesa
è parte integrante.
A procedere, per lattuazione del progetto interregionale di cui sopra,
nei termini qui di seguito riportati:
1) - Ciascuna Regione singolarmente provvede:
a) assumere la titolarità del progetto regionale con apposito atto di recepimento;
b) realizzare una chiamata pubblica di interesse degli Atenei regionali
sulle linee progettuali riportate nellallegato A, parte integrante del
presente protocollo dintesa;
c) procedere alla selezione dellAteneo e/o degli Atenei che a seguito
di redazione di opportuno progetto di fattibilità realizzeranno su affidamento
della Regione le attività formative
d) validare il progetto di fattibilità realizzato dal soggetto attuatore
selezionato; e) stipulare con il soggetto attuatore apposito accordo formale
per la realizzazione delle attività nel quale siano dettagliati i compiti
e riportato il piano analitico dei costi;
f) concordare con laltra Regione partecipante contenuti, modalità e strumenti
di realizzazione e costi delle azioni a carattere interregionale nonchè
modalità di attuazione di queste;
g) coordinare e promuovere lattuazione del progetto a livello regionale
anche sulla base di accordi i rappresentanti delle parti economiche e sociali
locali, nonchè con altri soggetti istituzionali locali;
h) assicurare il tutoraggio del progetto a livello regionale secondo il
protocollo e criteri concordati fra le due Regioni;
i) provvedere alla elaborazione dei rendiconti delle attività formative
e di sistema condotte a livello regionale;
j) raccogliere e trasmettere i dati di monitoraggio fisico e finanziario
relativi alle parti del progetto realizzato a livello regionale allaltra
Regione partecipante nonchè allunità di valutazione nazionale del Ministero
del Lavoro e della Previdenza Sociale;
k) eseguire i controlli e le verifiche sullandamento dei singoli interventi
a livello regionale ed informare laltra Regione partecipante degli esiti
dei controlli stessi.
2) - Le due Regioni provvedono:
a) istituire un Board interregionale di pilotaggio con compiti di definire
le linee di indirizzo, la gestione ed il monitoraggio dellintero progetto.
Sono membri di questo Board:
..................................................................
b) coordinare il processo di definizione dei contenuti, modalità e strumenti
di realizzazione e costi delle azioni a carattere interregionali, nonchè
delle modalità di attuazione di queste
c) promuovere e realizzare lattuazione delle azioni a carattere interregionale
anche sulla base di accordi stipulati con soggetti attuatori selezionati
in base a procedure, in applicazione delle norme nazionali e regionali
in materia.
Letto, approvato e sottoscritto
......................