Bollettino Ufficiale n. 26 del 27 / 06 / 2001
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Deliberazione della Giunta Regionale 4 giugno 2001, n. 46-3163
Approvazione del progetto regionale Tutti i bambini hanno diritto ad una
famiglia attuazione della legge 28 marzo 2001 n. 149, di modifica della
legge 4 maggio 1983, n. 184
(omissis)
LA GIUNTA REGIONALE
a voti unanimi ...
delibera
-di approvare lattivazione del progetto Tutti i minori hanno diritto
ad una famiglia così come descritto nellallegato parte integrante della
presente deliberazione.
Il progetto sarà realizzato tramite apposite unità di personale che saranno
individuate con successivo provvedimento della Giunta regionale.
Alle spese per la realizzazione del presente progetto si farà fronte con
le risorse rese disponibili dalla convenzione per la gestione della Tesoreria
regionale, in applicazione ed ai sensi dellart. 20 della convenzione medesima.
Si provvederà allaccantonamento della somma necessaria con successivo
provvedimento, non appena saranno state apportate al bilancio regionale
le necessarie variazioni.
(omissis)
Allegato (fare riferimento al file PDF)
Le finalità del Progetto Tutti i minori hanno diritto ad una famiglia
Il progetto si propone di verificare, entro il periodo di un anno, in collaborazione
con gli enti locali singoli e associati, gli operatori dei servizi sociali
e sanitari territoriali e dintesa con le autorità giudiziarie minorili,
tutti i progetti individuali relativi ai minori affidati alle strutture
di accoglienza residenziale educative assistenziali presenti sul territorio
regionale, e in ogni caso a quelli in carico ai servizi sociali, al fine
di sostenere e facilitare il rientro in famiglia ove possibile o per attivare
un intervento alternativo allistituzionalizzazione.
Lattivazione del progetto sarà anche un ulteriore strumento per approfondire
sul territorio regionale un dibattito costruttivo per definire meglio strategie,
risorse, progetti a sostegno dei minori in difficoltà e delle famiglie.
Le modalità operative del progetto
a) Per assicurare il miglior esito positivo possibile alla rilevazione
e alla verifica delle situazioni e per ottenere un tasso di successo delliniziativa
omogeneo nelle diverse aree della regione si rende necessaria una rilevazione
diretta delle informazioni sia presso le strutture che ospitano i minori
sia presso i servizi socio assistenziali, da realizzarsi tramite personale
con idonea esperienza nel campo socio assistenziale e sanitario a rilievo
sociale e personale amministrativo, da individuarsi con apposito provvedimento
della Giunta regionale..
Tale personale opererà nellambito delle indicazioni e con il coordinamento
della Direzione politiche Sociali: gli operatori saranno appositamente
formati e lavoreranno in coppia (un assistente sociale e uno psicologo);
le coppie di operatori, previste nel numero di cinque, impegneranno un
totale di sei/otto ore in media, confrontandosi con il personale sociale,
socio assistenziale e sanitario che ha in carico il minore e con il personale
educativo della struttura dove è ricoverato, per approfondire ciascun caso,
in modo da verificare entro un anno i progetti relativi ai 1123 minori
ricoverati in comunità e proporre eventuali interventi di sostegno e di
aiuto alternativi allistituzionalizzazione.
In questo modo, calcolando una verifica di cinque casi a settimana per
ciascuna coppia di operatori, per 46 settimane lavorative, si potranno
valutare entro un anno, con la collaborazione dei servizi responsabili
degli inserimenti dei minori e con le autorità giudiziarie competenti,
le situazioni di tutti i minori ospitati in presidio.
Per condurre il progetto a buon fine è indispensabile la collaborazione
dei servizi territoriali degli enti gestori delle funzioni socio assistenziali,
dei servizi sanitari competenti e delle commissioni per la vigilanza delle
ASL nonché dei presidi socio assistenziali intreressati.
Per questo motivo il personale addetto alle verifiche sarà accreditato
presso i servizi territoriali e i presidi socio assistenziali.
Il personale addetto alle verifiche, tenuto al segreto dufficio circa
le notizie relative ai minori e alle loro famiglie, di cui viene a conoscenza
per motivi connessi allattuazione del presente progetto, potrà consultare
con la collaborazione dei responsabili delle strutture, le cartelle dei
minori inseriti nelle strutture stesse; per scheda-cartella personale si
intende un documento, adeguatamente curato e periodicamente aggiornato,
per ogni minore accolto nella struttura residenziale, con notizie di ordine
personale, familiare, anamnestico, sanitario, socio-educativo e con informazioni
relative ai Servizi territoriali di competenza e alle altre istituzioni
coinvolte nellaccoglienza del minore.
Nella cartella personale sono riportati anche: leventuale progetto educativo
individuale, una memoria sulle attività specifiche svolte dal minore (scuola
frequentata, lavoro svolto), le tappe di verifica della permanenza del
minore nella struttura, gli eventuali interventi di consulenza e/o supervisione
atti.
b) Nellindividuazione degli interventi di sostegno e di aiuto alternativi
allistituzionalizzazione, dovrà essere data priorità agli interventi sulla
famiglia di origine, per tutelare il diritto del minore ad essere educato
al suo interno, i servizi competenti sono impegnati a realizzare ogni ragionevole
sforzo per ripristinare le condizioni educative minime necessarie per il
rientro del minore in famiglia.
In questa prospettiva vanno attuati a sostegno della famiglia dorigine
progetti di recupero e servizi specifici quali ad esempio: servizi educativi,
domiciliari, sostegni economici, facilitazione allaccesso di servizi sociali
e sanitari, interventi per facilitare il reperimento di unabitazione e
di un lavoro adeguati.
Qualora non esistano le condizioni oggettive per il rientro nella famiglia
dorigine, occorrerà verificare la possibilità di ricorrere allaffidamento
familiare, eventualmente anche diurno o per periodi anche molto limitati,
come strumento di supporto al minore in difficoltà e alla sua famiglia
dorigine.
Sono 75 i minori in strutture residenziali con un affidamento familiare
fallito alle spalle sui 1123 presenti in presidio al 31 dicembre 1999,
va quindi moltiplicata lattenzione verso un rilancio effettivo dellistituto
dellaffidamento familiare, con una maggiore cura al progetto e alle condizioni
necessarie per la sua riuscita.
Nellapprofondire le situazioni dei minori inseriti nei presidi socioassistenziali
allontanati dalla propria famiglia bisogna garantire una valutazione tempestiva
delle situazioni, personali e familiari, al fine di ridurre al minimo i
tempi necessari per lassunzione dei provvedimenti nellinteresse dei minori.
Se vengono rilevati nel corso delle verifiche gli estremi dellabbandono
devono essere segnalati con tempestività allautorità giudiziaria competente
per valutare lipotesi di unaadozione.
Tempi e monitoraggio del progetto
Il progetto viene attivato a partire dalla messa a disposizione delle professionalità
necessarie e la sua durata è prevista in un anno.
Ogni tre mesi la Direzione Politiche sociali presenterà allAssessore competente
una relazione sullo stato di attuazione degli interventi previsti, sulla
loro efficacia, sullimpatto sui minori in difficoltà, sugli obiettivi
conseguiti e sulle misure da adottare per migliorare le modalità operative
del progetto.