Bollettino Ufficiale n. 23 del 6 / 06 / 2001
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Regione Piemonte - Direzione Pianificazione delle Risorse Idriche
Progetto di Piano stralcio per il controllo delleutrofizzazione (PsE)
adottato dal Comitato Istituzionale dellAutorità di Bacino del fiume Po
con deliberazione n. 15/2001 in data 31 gennaio 2001
Comunicazione relativa alla fase di attuazione
1. Il piano di bacino
La legge 18 maggio 1989, n. 183 (Norme per il riassetto organizzativo e
funzionale della difesa del suolo) ha lo scopo di assicurare la difesa
del suolo, il risanamento delle acque, la fruizione e la gestione del patrimonio
idrico per gli usi di razionale sviluppo economico e sociale, la tutela
degli aspetti ambientali ad essi connessi.
Il bacino del Po, che interessa i territori delle Regioni Piemonte, Valle
dAosta, Liguria, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Trentino Alto Adige,
è classificato come bacino di rilievo nazionale ai sensi dellarticolo
14 della L. 183/1989.
Ai sensi dellarticolo 12 della predetta legge, nel bacino del Po è stata
costituita lAutorità di bacino, quale istituzione paritetica dello Stato
e delle Regioni del bacino idrografico.
Larticolo 17, comma 1 della legge 183/1989 demanda alla predetta Autorità
lelaborazione, ladozione e lapprovazione del piano di bacino, strumento
conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate
e programmate le azioni e le norme duso finalizzate alla conservazione,
alla difesa e alla valorizzazione del suolo e alla corretta utilizzazione
delle acque.
I piani di bacino possono essere redatti ed approvati anche per sottobacini
o per stralci relativi a settori funzionali.
2. Il processo di formazione del progetto di Piano stralcio per il controllo
dellEutrofizzazione (PsE)
Lelaborazione del progetto di Piano stralcio per il controllo delleutrofizzazione
(di seguito denominato progetto di PsE) è stata condotta sulla base delle
indicazioni assunte dal Comitato Istituzionale ed espresse nella relativa
deliberazione n. 24/98 del 14 ottobre 1998, con la quale è stato approvato
il Piano delle direttive e degli interventi urgenti per la lotta alleutrofizzazione
delle acque interne e del mare Adriatico.
I contenuti del progetto di PsE sono stati definiti, in conformità a quanto
previsto dagli articoli 3 e 17 della l. 183/1989, nellambito della Segreteria
tecnica con i rappresentanti delle Regioni operanti nelle Sottocommissioni,
in cui si articola lattività della stessa Segreteria, secondo le indicazioni
contenute nel documento Impostazione del Progetto di Piano stralcio per
il controllo delleutrofizzazione, predisposto dalla Segreteria stessa
e presentato al Comitato Istituzionale nel marzo 2000.
Il progetto di PsE è stato adottato dal Comitato Istituzionale dellAutorità
di bacino del fiume Po, con deliberazione n. 15 in data 31 gennaio 2001.
3. I contenuti del progetto di PsE
3.1 Finalità
Il progetto di PsE riguarda la definizione di norme finalizzate al controllo
della trofia delle acque interne e delle acque costiere del mare Adriatico
ed è redatto secondo le finalità e i contenuti di settore definiti dagli
artt. 3 e 17 della L.183/1989.
Rispetto a queste finalità generali, esso definisce, in conformità a quanto
stabilito dal d.lgs. 152/1999, gli obiettivi a scala di bacino e le priorità
di intervento riferiti specificatamente al controllo delleutrofizzazione
delle acque interne e del Mare Adriatico.
Per trofìa si intende la situazione quali-quantitativa dei nutrienti disponibili
per lo sviluppo dellecosistema di un determinato corpo idrico. Un eccessivo
arricchimento di nutrienti, per cause naturali o artificiali, con conseguente
aumento della sostanza organica, determina uno stato di eutrofìa. Il termine
eutrofizzazione indica pertanto quella particolare condizione di un corpo
idrico nella quale si manifesta unintensa proliferazione di alghe e di
piante acquatiche e un loro accumulo allinterno del corpo stesso. Questo
accumulo è causa di fenomeni che, modificando le caratteristiche degli
ecosistemi e impoverendone la varietà delle componenti biotiche, interferiscono
in modo significativo con luso delle risorse idriche.
In attuazione dellarticolo 44 del d.lgs. 152/1999, le Regioni del bacino
padano e la Provincia Autonoma di Trento dovranno recepire gli obiettivi
e le priorità definite dal PsE nellambito dei Piani di tutela delle acque.
Tale connessione tra il PsE e la normativa di settore consente di conseguire,
a scala di bacino, lunitarietà dellazione di governo e delle scelte di
programmazione comuni a più Regioni e di lasciare allautonoma determinazione
delle stesse la scelta delle azioni di specifico interesse per il territorio
e per le materie di propria competenza, pur nel rispetto delle condizioni
fondamentali definite dagli obiettivi della pianificazione di bacino.
3.2 Articolazione del Progetto di PsE
Il progetto di PsE si compone dei seguenti elaborati:
* Relazione di sintesi
* Relazione generale
* Allegato 1 alla Relazione generale: Quadro conoscitivo di riferimento
* Norme di attuazione
* Fabbisogno finanziario
* Linee guida di intervento.
I contenuti e la struttura del progetto di PsE si sviluppano nelle fasi
di seguito sintetizzate.
* Definizione del quadro conoscitivo
Il quadro conoscitivo di riferimento è stato definito a partire dallanalisi
critica delle caratteristiche fisiche, socio - economiche, infrastrutturali
e ambientali del bacino del fiume Po, in riferimento al fenomeno delleutrofizzazione,
sulla base anche dei dati dei monitoraggi regionali in atto sui corpi idrici
e sugli acquiferi.
* Individuazione e delimitazione territoriale delle criticità
A partire dallo stato delle conoscenze sono stati individuati e analizzati
i fenomeni di degrado e i relativi fattori causali naturali e antropici.
Sono state, quindi, definite le interazioni tra i fattori causali (distinti
in sorgenti di inquinamento puntiformi e diffuse) e i comparti ambientali
interessati (sistema idrico superficiale e sottosuolo).
Oltre alle cause naturali, il fenomeno è determinato da cause di origine
antropica quali lapporto di nutrienti da sorgenti puntiformi e diffuse
e la riduzione della capacità autodepurativa del reticolo drenante naturale
ed artificiale, nonché da prelievi non correttamente pianificati.
* Aree ad elevato e medio carico specifico di nutrienti
Dallanalisi territoriale emerge che i carichi specifici di azoto e fosforo
gravanti sulle acque superficiali risultano maggiormente elevati nella
pianura rispetto alle zone alpine ed appenniniche.
Nelle zone dalta pianura le sorgenti predominanti di inquinamento sono
quelle derivanti dal comparto civile-industriale, mentre nelle pianure
adiacenti lasta del Po le sorgenti di inquinamento predominanti sono quelle
agro-zootecniche. Nel sottosuolo i maggiori contributi di azoto derivano
dalle attività agricole e zootecniche.
Nella Relazione Generale del progetto di PsE sono state individuate, in
via di prima approssimazione e saranno oggetto di ridefinizione e periodica
revisione da parte delle Regioni, le Aree ad elevato e medio carico specifico
di nutrienti per il comparto civile-industriale e per quello agro-zootecnico.
Tali aree, unitamente ad aree individuate attraverso altri strumenti normativi
di tipo territoriale (bacini drenanti alle aree sensibili, zone vulnerabili
da nitrati di origine agricola, Piano Fasce Fluviale e Piano di Assetto
Idrogeologico), costituiscono le Aree di intervento del progetto di PsE.
* Definizione degli obiettivi strategici
Ai fini del controllo della trofia delle acque interne e del Mare Adriatico,
sono state definite le concentrazioni massime ammissibili di fosforo totale
per sezioni strategiche lungo lasta del fiume Po e per i grandi laghi
prealpini. Il raggiungimento di tali concentrazioni costituisce obiettivo
strategico del progetto di PsE.
Il controllo delleutrofizzazione delle acque interne e costiere adriatiche
è attuato attraverso una riduzione del carico di nutrienti tale da assicurare
il raggiungimento dello stato trofico ritenuto accettabile per le finalità
del progetto di PsE. Ai fini della pianificazione delle azioni e del controllo
degli effetti, lo stato trofico di riferimento è stato espresso in termini
di valori di concentrazione massima ammissibile fissati in punti ritenuti
strategici, in quanto indicativi dello stato qualitativo delle acque a
scala di bacino. In particolare, per le acque interne sono stati considerati
i grandi laghi prealpini, in quanto strategici ai fini della pianificazione
e delluso delle risorse, e alcune sezioni, di cui 4 ricadenti in territorio
piemontese, poste lungo lasta del Po e rappresentative dellandamento
del carico di nutrienti nellintero bacino. Per le acque costiere del Mare
Adriatico è stata presa come riferimento la sezione di chiusura del bacino
a Pontelagoscuro, in quanto indicativa degli apporti complessivi dal bacino
al mare. Fermo restando che gli obiettivi previsti dal progetto di PsE
sono relativi al solo fosforo, i valori considerati sono compatibili con
quanto stabilito dal d.lgs. 152/1999.
In seguito ai risultati della fase conoscitiva iniziale del monitoraggio
dello stato di qualità delle acque superficiali, prevista dal d.lgs. 152/1999,
lAutorità di bacino definirà con apposita direttiva i carichi massimi
ammissibili per le sezioni strategiche dellasta del Po e le Regioni li
definiranno per i grandi laghi prealpini e per i corpi idrici sovraregionali,
intendendo per corpi idrici sovraregionali quelli il cui bacino imbrifero
interessa più regioni.
Il raggiungimento degli obiettivi deve essere assicurato attraverso una
riduzione graduale dei valori di concentrazione, in funzione delle attuali
condizioni del corpo idrico e dei traguardi temporali previsti.
* Definizione delle linee dintervento
Le linee dintervento costituiscono linsieme di azioni individuate dal
progetto di PsE ai fini del raggiungimento degli obiettivi.
Il progetto di PsE individua azioni specifiche sul reticolo drenante, in
relazione al ruolo da questo svolto nel trasporto dei nutrienti, e per
i diversi comparti, civile-industriale e agro-zootecnico, ritenuti le principali
fonti di generazione dei carichi.
Lo scenario ottimale individuato prevede una minore incidenza degli interventi
nel comparto civile-industriale rispetto a quelli nel comparto agro-zootecnico
e ciò comporta tempi di attuazione più brevi rispetto agli altri scenari.
Per le linee dintervento previste, il fabbisogno finanziario, stimato
al 2016, è pari a 6.000 miliardi.
* Predisposizione degli strumenti di attuazione
Gli strumenti di attuazione delle finalità del progetto di PsE sono costituiti:
* dalle Norme di attuazione
* dagli strumenti economico - finanziari
* dal sistema di monitoraggio finalizzato al controllo dellattuazione
del Piano
* dai programmi triennali dintervento, previsti agli artt. 21 e 22 della
L. 183/1989.
Le Norme costituiscono lo strumento che disciplina lattuazione del Piano
attraverso la determinazione degli ambiti e delle modalità di applicazione,
nonché delle attribuzioni e delle responsabilità ai diversi livelli della
Pubblica Amministrazione, sulla base dellordinamento istituzionale vigente.
Esse definiscono le finalità, i contenuti e gli effetti del Piano, fissano
gli obiettivi, individuano le aree e le linee dintervento per i comparti
civile-industriale e agro-zootecnico e per il reticolo drenante, regolamentano
la programmazione degli interventi e individuano gli strumenti di controllo
dellattuazione.
Sono articolate in otto titoli che riguardano i seguenti aspetti:
1. le finalità, i contenuti e gli effetti del Piano;
2. gli obiettivi a scala di bacino e le linee generali di intervento;
3. le aree dintervento relative ai comparti civile-industriale e agro-zootecnico
e al reticolo drenante;
4. le disposizioni relative alle acque reflue relative al comparto civile
e industriale;
5. le disposizioni relative allapplicazione di effluenti di allevamento
in aree adibite ad uso agricolo, agli allevamenti zootecnici e alla gestione
dei reflui zootecnici, alla pratica agronomica ed alla gestione delle acque
reflue delle aziende agricole e agro-alimentari;
6. le disposizioni relative alla razionalizzazione del reticolo drenante;
7. le disposizioni relative alla programmazione degli interventi;
8. le disposizioni relative al controllo dello stato di attuazione degli
interventi programmati, alla valutazione dei benefici ambientali ottenuti
e allintroduzione di varianti di Piano.
Gli aspetti tecnici necessari allapplicazione di alcune delle disposizioni
normative sono sviluppati nei seguenti allegati, che costituiscono parte
integrante delle Norme:
* Allegato 1: stabilisce le concentrazioni massime ammissibili di fosforo
totale nelle sezioni strategiche lungo lasta del fiume Po e nei grandi
laghi prealpini;
* Allegato 2: individua criteri per lomogeneizzazione, a scala di bacino,
della metodologia di individuazione delle aree sensibili e delle zone vulnerabili
definita dal d.lgs. 152/1999;
* Allegato 3: fornisce tabelle di calcolo dellazoto prodotto dalle diverse
tipologie animali allevate.
* Definizione del programma di attuazione
Il Piano è attuato attraverso programmi triennali di intervento, così come
disposto dagli artt. 21 e 22 della L. 183/1989. Il programma triennale
individua gli interventi materiali e immateriali da realizzare per aree
dintervento, secondo determinati criteri di priorità, nonché i relativi
costi di massima. Esso è redatto sulla base del Documento Regionale di
Programmazione degli Interventi (Do.R.P.I.), predisposto dalle Regioni.
Le Regioni e la Provincia Autonoma di Trento, in sede di Autorità di bacino,
coordinano le proprie politiche ambientali e definiscono i criteri di selezione
degli interventi e di formazione dei DoRPI e dei relativi piani finanziari.
Sulla base dei DoRPI, lAutorità di bacino, in funzione dei benefici complessivamente
raggiungibili dagli interventi, dei tempi e dei costi, predisporrà i programmi
triennali.
* Definizione dei sistemi di controllo dellattuazione
Il controllo è finalizzato alla verifica del grado di attuazione del Piano
e, nel contempo, dellefficacia delle iniziative intraprese. Esso è effettuato
attraverso il monitoraggio dellattuazione degli interventi, dellefficacia
del Piano e degli effetti sullassetto socio-economico dellattuazione
dello stesso.
* Varianti e aggiornamenti del Piano
Sulla base delle verifiche di efficacia effettuate nellambito delle attività
di controllo dellattuazione, è prevista la possibilità di ricalibrare
il Piano in termini di obiettivi prefissati e azioni programmate, attraverso
varianti e aggiornamenti.
* Strumenti economico-finanziari
La disponibilità di risorse adeguate agli obiettivi prefissati e il coordinamento
del loro utilizzo tra i soggetti competenti sono presupposti fondamentali
per lattuazione del Piano, pertanto dovrà essere verificata la disponibilità
delle seguenti fonti di finanziamento: leggi nazionali, fondi comunitari
strutturali e non strutturali, fondi regionali, canoni e tariffe.
Le Regioni, considerato il ruolo svolto nellattuazione del Piano, devono
assicurare il coordinamento a livello territoriale e amministrativo delle
fonti di finanziamento disponibili e stabilire le priorità di utilizzo
delle risorse da esse derivanti, al fine di ottimizzare la programmazione
degli interventi.
3.3. Consultazione del PsE
Dellavvenuta adozione del progetto di PsE è stata data notizia sul supplemento
ordinario n. 111 alla Gazzetta Ordinaria n. 104 del 7 maggio 2001, sul
Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte n. 21 del 23.05.2001 nonché
sulla rete Internet, allindirizzo http:\\www.adbpo.it\piano\pse\pse.htm
e sul sito della Regione Piemonte http:\\www.regione.piemonte.it\sit\argomenti\acqua\index.htm.
Ai sensi dellart. 18 della legge 183/1989, attualmente la documentazione
che costituisce il progetto di PsE è depositata e disponibile per la consultazione
presso le sedi della Regione Piemonte e delle Province territorialmente
interessate per un periodo di 45 giorni decorrenti dal 23.05.2001.
Nei successivi 45 giorni potranno essere presentate osservazioni presso
le sedi regionali.
A rettifica del precedente comunicato pubblicato sul Bollettino Ufficiale
della Regione Piemonte n. 21 del 23.05.2001, si riportano gli indirizzi
degli uffici regionali presso i quali è possibile prendere visione degli
elaborati e presentare le osservazioni ed ogni altra comunicazione relativa
alla fase di consultazione:
* Direzione Pianificazione delle Risorse Idriche (Torino, via Principe
Amedeo, 17);
* Direzione Sviluppo dellAgricoltura (Torino, corso Stati Uniti, 21);
* Settori decentrati Opere pubbliche e difesa assetto idrogeologico:
1 - Alessandria, piazza Turati, 1;
2 - Asti , corso Dante, 163;
3 - Biella, Via Tripoli,33;
4 - Cuneo, corso Kennedy, 7/bis;
5 - Domodossola, via Romita, 13 bis;
6 - Novara, via Mora e Gibin, 4;
7 - Torino, piazza Castello, 71;
8 - Vercelli, largo Brigata Cagliari, 11.
Nei 45 giorni successivi alla conclusione della fase di consultazione locale,
le osservazioni possono essere inoltrate esclusivamente alla Direzione
regionale Pianificazione delle Risorse Idriche (Torino - via Principe Amedeo,
17), redatte in n. 4 originali.
3.4. Approvazione del piano
Entro 30 giorni dalla scadenza del termine previsto per la presentazione
delle osservazioni, le Regioni si esprimono sulle medesime e formulano
un parere sul progetto di PsE.
Il Comitato Istituzionale dellAutorità di Bacino, tenuto conto delle osservazioni
e dei pareri espressi, adotta il Piano che sarà successivamente approvato
con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.
3.5. Misure di salvaguardia ed effetti del piano
Larticolo 17, comma 6 bis dispone che, in attesa dellapprovazione del
Piano, le Autorità di bacino, tramite il Comitato istituzionale, adottano
misure di salvaguardia immediatamente vincolanti che restano in vigore
sino allapprovazione del piano stesso e comunque per un periodo non superiore
a tre anni.
A tal proposito si evidenzia che lart. 3 della Deliberazione n.15 del
31.01.2001 con la quale il Comitato Istituzionale dellAutorità di bacino
del fiume Po ha adottato il progetto di piano stralcio in argomento, stabilisce
che dalla data di comunicazione dellavvenuta adozione del PsE e in attesa
della sua approvazione finale, è fatto divieto alle amministrazioni competenti
di rilasciare concessioni per la costruzione di contenitori di stoccaggio
degli effluenti zootecnici che siano in contrasto con le prescrizioni di
cui allart. 13, comma 7 delle Norme di attuazione del PsE.
Una volta approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri
il Piano sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale e nei Bollettini Ufficiali
delle regioni territorialmente competenti.
Larticolo 17, comma 1, della legge 183/1989 attribuisce al Piano di bacino
o suoi stralci il valore di Piano territoriale di settore e, a norma del
comma 4, lo stesso è coordinato con i programmi nazionali, regionali e
sub-regionali di sviluppo economico e di uso del suolo; le autorità competenti
provvederanno conseguentemente a adeguare i diversi piani e programmi di
settore.
Le disposizioni del Piano approvato hanno valore programmatico e di indirizzo,
ma assumono carattere immediatamente vincolante, per le amministrazioni,
enti pubblici, nonché per i soggetti privati, ove trattasi di prescrizioni
dichiarate di tale efficacia dallo stesso Piano.
Le Regioni, entro novanta giorni dalla data di pubblicazione nella Gazzetta
Ufficiale del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri di approvazione
del Piano di bacino, possono emanare le disposizioni per lattuazione del
Piano stesso nel settore urbanistico. Decorso tale termine, gli enti interessati
dal Piano di bacino sono comunque tenuti a rispettarne le prescrizioni
nel settore urbanistico.