Bollettino Ufficiale n. 18 del 2 / 05 / 2001

Torna al Sommario Indice Sistematico

 

Deliberazione della Giunta Regionale 2 aprile 2001, n. 76-2685

Reg. CEE 1221/97 del Consiglio del 25 giugno 1997, relativo alle regole generali di applicazione delle azioni dirette a migliorare la produzione e commercializzazione del miele. Adozione programma regionale 2001-2002

(omissis)

LA GIUNTA REGIONALE

a voti unanimi ...

delibera

1- di adottare il programma regionale 2001-2002 di attuazione del Reg.(CE) 1221/97 del Consiglio del 25 giugno 1997, relativo alle regole generali di applicazione delle azioni dirette a migliorare la produzione e la commercializzazione del miele, allegato alla presente deliberazione per farne parte integrante;

2- di riservarsi di procedere all’approvazione del programma regionale dopo la decisione della Commissione Europea;

3- di disporre la ricezione delle domande con scadenza 18.06.2001, con la precisazione che le spese e le attività possono essere sostenute a partire dal 1 settembre 2001 e comunque a rischio dell’interessato non avendo nulla da rivendicare nei confronti della Commissione Europea, dello Stato, della Regione e degli Enti delegati qualora il contributo non possa essere concesso.

(omissis)

REGIONE PIEMONTE
ASSESSORATO AGRICOLTURA, CACCIA E PESCA
DIREZIONE SVILUPPO DELL’AGRICOLTURA

SETTORE SVILUPPO
DELLE PRODUZIONI ANIMALI

PROGRAMMA REGIONALE 2001 - 2002 AI SENSI DEL REGOLAMENTO (CE) N. 1221/97 DEL CONSIGLIO DEL 25 GIUGNO 1997, RELATIVO ALLE REGOLE GENERALI DI APPLICAZIONE DELLE AZIONI DIRETTE A MIGLIORARE LA PRODUZIONE E LA COMMERCIALIZZAZIONE DEL MIELE.

Indice

1. Premessa

1.A. Durata

2. Il quadro regionale

2.A. Il patrimonio apistico

2.B. La produzione di miele

2.C. Altri prodotti

2.D. Api regine

2.E. Il consumo di miele

2.F. Il mercato

2.G. L’impollinazione

2.H. La situazione associativa

2.I. La ricerca scientifica

2.L. L’importanza ecologica

2.M. L’importanza economica

3. I vincoli

3.A. I limiti dell’assistenza tecnica

3.B. I vincoli dovuti alla varroasi

3.C. Vincoli al nomadismo

3.D. Vincoli dovuti alla carenza del controllo della qualità del miele e delle sue caratteristiche

4. Le finalità

5. Le azioni

5.A. Azioni per l’assistenza tecnica

5.B. Azioni di lotta contro la varroasi

5.C. Azioni a sostegno del nomadismo

6. Piano di finanziamento e priorità

7. Riferimenti legislativi, regolamentari, amministrativi e organizzativi

8. Procedure

9. Organizzazioni e cooperative coinvolte nel programma

10. Indirizzo, coordinamento, monitoraggio e raccordo operativo

11. Disposizioni finali

1. Premessa

Il presente programma regionale costituisce l’attuazione del Regolamento (CE) n. 1221/97 del Consiglio del 25 giugno1997, relativo alle regole generali di applicazione delle azioni dirette a migliorare la produzione e la commercializzazione del miele e ne condivide, pertanto, finalità, azioni, obiettivi.

Il programma è rivolto ad un comparto particolare della zootecnia piemontese e si inserisce nell’ottica degli obiettivi di sviluppo e programmazione della Regione Piemonte.

Il presente programma é stato elaborato in collaborazione con le Associazioni produttori miele legalmente riconosciute dalla Regione nonché con le Province quali enti delegati per l’attuazione del programma (azioni B3 e C2).

1.A. Durata

Il presente programma regionale riguarda il periodo 01.09.2001 - 31.08.2002.

2. Il quadro regionale

L’apicoltura piemontese si é manifestata in passato come attività integrativa del reddito agricolo; solo nel corso dell’ultimo ventennio, infatti, si é sviluppata con un gran numero di aziende non direttamente collegate all’attività di coltivazione diretta del fondo.

Dopo un periodo in cui tale sviluppo ha subito un certo ridimensionamento, a seguito del diffondersi di patologie avverse e dell’avvento di difficoltà di mercato, gli ultimi anni sono stati caratterizzati da un fenomeno che ha visto l’ampliamento delle dimensioni delle aziende apistiche, per cui diversi “apicoltori hobbisti” sono diventati “apicoltori produttori apistici”, mentre molte aziende di piccole e medie dimensioni stanno evolvendo verso dimensioni semiprofessionali o professionali.

Il quadro regionale é stato definito con l’approvazione della legge regionale 3 agosto 1998, n. 20 recante “Norme per la disciplina, la tutela e lo sviluppo dell’apicoltura in Piemonte”, la quale ha introdotto importanti novità nella differenziazione dell’apicoltore amatoriale dall’apicoltore produttore apistico, nel riconoscimento dell’attività apistica come attività agricola, nelle modalità di realizzazione del censimento apistico ed infine nei criteri cui si ispira la regolamentazione del nomadismo.

2.A. Il patrimonio apistico

Attualmente si stanno elaborando i dati del censimento regionale apistico previsto dalla L.R. 20/98 concluso il 31.12.2000, per cui i dati già rilevati sono quelli relativi al censimento apistico effettuato dal Settore Assistenza Veterinaria nel 1999, dal quale risulta quanto segue:

Provincia    n. aziende     alveari
Alessandria    620    9.230
Asti    469    8.083
Biella    321    4.550
Cuneo    1.355    14.613
Novara    20    47.050
Torino    1.517    18.565
Verbania    390    5.900
Vercelli    209    3.820
Totale    5.085    71.811

Da notizie provenienti dal mondo apistico regionale, tali dati risultano sicuramente sottostimati.

La media di alveari per addetto, circa 14, indicherebbe che in Piemonte, come del resto in Italia, é diffusa la presenza di apicoltori hobbisti e semiprofessionisti, mentre più contenuta risulta quella degli apicoltori professionisti.

2.B. La produzione di miele

Considerando una produzione annua media per arnia di 40 chilogrammi, si stima per l’anno 1999, una produzione regionale di miele pari a 2872 tonnellate, che, venduta alla media di lire 4.000.000/t., dà una produzione lorda vendibile di 11,489 miliardi di lire circa.

La produzione più significativa, sia sotto l’aspetto quantitativo che economico, é rappresentata dal miele monoflorale di robinia, per il quale si svolge una intensa attività di nomadismo anche da parte di apicoltori provenienti dalle regioni limitrofe.

Altre produzioni sono rappresentate dal miele di castagno, tiglio, rododendro, tarassaco, ciliegio, girasole, millefiori, flora alpina e melate, che pur essendo qualitativamente inferiori al miele di robinia, non sono sufficientemente valorizzati nella commercializzazione.

2.C. Altri prodotti

Sono scarse le conoscenze per quanto concerne la produzione di propoli, polline, pappa reale e cera; si tratta comunque di quantitativi non significativi.

2.D. Api regine

L’allevamento delle api regine si é andato via via sviluppando nel corso degli ultimi anni.

Si é evidenziata una buona base produttiva con aziende specializzate ma prive di orientamenti comuni per la selezione.

2.E. Il consumo di miele

Mancano, allo stato attuale, dati precisi per quantificare il consumo pro capite e globale di miele. Una grossa parte di consumatori si rivolge direttamente al produttore, per cui la quantità di prodotto avviata alla grande distribuzione è sicuramente inferiore a quella venduta direttamente, anche a causa della mancanza di iniziative in grado di coprire efficacemente questo ruolo e di incidere sul mercato.

Si stima che il consumo umano di miele in Italia sia di 0,3 kg/pro capite all’anno con un grado di autoapprovvigionamento del 50% (dati Eurostat).

Il consumo di miele in Piemonte, come nel resto d’Italia, risulta basso rispetto agli altri partner europei.

2.F. Il mercato

La peculiarità del mercato del miele é sicuramente la polverizzazione e la sua capillare diffusione sul territorio. Gli apicoltori, così, non sono in grado di fornire grosse partite omogenee di prodotto.

Succede di conseguenza che, a causa del prezzo estremamente concorrenziale, le quantità utilizzate dall’industria dolciaria e in particolare dai torronifici sono ricoperte dai mieli di importazione.

2.G. L’impollinazione

L’utilizzo delle api per incrementare, mediante una migliore impollinazione, la resa produttiva dei fruttiferi é largamente praticato nelle zone ad intensiva vocazione frutticola, dove maggiore risulta la necessità di tale beneficio.

Si calcola che, al fine di favorire ed incrementare l’impollinazione, oltre 5.000 alveari vengono annualmente spostati nel triangolo fruttifero di Cuneo-Saluzzo-Fossano e nell’areale di Vercelli- Borgo D’Ale.

2.H. La situazione associativa

La grande diffusione territoriale dell’apicoltura ha favorito il sorgere di associazioni e consorzi a carattere locale, provinciale e regionale. Attualmente esistono due associazioni regionali di produttori giuridicamente riconosciute dalla Regione Piemonte ai sensi del Regolamento (CEE) n. 1360/78 del Consiglio del 19.6.1978 che associano 1934 produttori con un fatturato di circa 9,8 miliardi di lire (dati 1999).

2.I. La ricerca scientifica

Si é dovuto purtroppo constatare negli anni passati che, per vari motivi, gli obiettivi perseguiti dalla ricerca scientifica sono risultati poco aderenti agli interessi produttivi; i relativi risultati sono pertanto parzialmente utilizzabili dagli apicoltori per l’applicazione pratica in azienda.

Negli ultimi anni si è rilevata una inversione di tendenza grazie anche alle proposte pervenute dal settore produttivo attraverso le Associazioni.

2.L. L’importanza ecologica

L’ape svolge il suo servizio ecologico tramite l’impollinazione ed il monitoraggio dell’inquinamento ambientale. Una eventuale diminuzione o scomparsa di questo preziosissimo insetto porterebbe a forti squilibri e modifiche dell’ecosistema.

2.M. L’importanza economica

E’ da sottolineare il continuo e gratuito servizio che l’ape svolge come impollinatore su tutte le colture, assicurando alle aziende agricole la fruttificazione delle piante entomofile e la conseguente produzione vegetale.

L’ape rappresenta, quindi, un bene strettamente legato alle attività svolte dall’uomo in campo agricolo. Tale contributo a livello nazionale é valutato in circa 2.000 miliardi di lire.

3. I vincoli

Lo sviluppo dell’apicoltura regionale é rallentato o frenato da tutta una serie di vincoli.

3.A. I limiti dell’assistenza tecnica

L’assistenza tecnica lamenta una certa carenza di tecnici apistici che possano consigliare l’apicoltore sui nuovi metodi di allevamento, sulla conduzione razionale degli alveari, sulla produzione e sui metodi corretti di estrazione del miele, nonchè sui sistemi più efficaci di lotta alle patologie.

Gli apicoltori piemontesi, infatti, registrano uno scarso livello conoscitivo delle tecniche di allevamento e di conduzione razionale degli apiari, fatto questo che incide in modo determinante sulla qualità e sulla quantità dei prodotti dell’alveare.

3.B. Vincoli dovuti alla varroasi

La varroasi rappresenta per l’apicoltura piemontese, al pari di quella nazionale, un vincolo notevole per uno sviluppo strutturale e produttivo.

In questi ultimi anni, infatti, la varroasi ha spazzato via più del 60% degli alveari presenti in Piemonte.

Oltre che al rapido diffondersi della patologia, la causa della rarefazione degli alveari é da ricercare anche nella mancanza di piani di risanamento e di tecnici che, con adeguata preparazione, potessero seguire e consigliare gli apicoltori. Le associazioni ed i consorzi hanno fatto tutto il possibile ma, spesso, con scarsi risultati dovuti anche alla carenza di fondi e di mezzi.

Le zone in cui sono presenti apicoltori dotati di una certa professionalità, che hanno curato l’allevamento con una certa costanza e che hanno fatto volontariato per assistere i colleghi meno attenti e professionali, hanno risentito meno dei danni causati dalla varroa e da altre patologie.

3.C. Vincoli al nomadismo

In Piemonte esistono diversi agricoltori che potenzialmente potrebbero avvalersi della transumanza per sfruttare le risorse nettarifere presenti in vaste zone del territorio regionale.

L’assenza delle risorse finanziarie necessarie per dotarsi di quegli strumenti tecnici e logistici propri del nomadismo hanno impedito di fatto lo svilupparsi delle potenzialità latenti.

3.D. Vincoli dovuti alla carenza di controllo della qualità del miele e delle sue caratteristiche

L’esigua quantità di controlli effettuata sui mieli prodotti in Piemonte ha impedito di caratterizzare i mieli piemontesi e di distinguerli da quelli importati, che purtroppo, a causa dei bassi prezzi registrati e della carenza di controlli analitici per frodi e sofisticazioni, creano notevoli problemi sui mercati locali e sulla grande distribuzione.

La Regione Piemonte ha messo a disposizione degli apicoltori il proprio laboratorio agrochimico di Alessandria ai fini dell’analisi qualitativa dei mieli. Il laboratorio andrebbe potenziato strumentalmente e professionalmente al fine di consentire una più vasta gamma di analisi fisico-chimiche e melissopalinologiche.

4. Finalità

Gli obiettivi primari ed essenziali del presente programma regionale sono i seguenti:

a) assistenza tecnica agli apicoltori al fine di migliorare le condizioni di produzione e di commercializzazione del miele;

b) lotta alla varroasi e malattie connesse, nonché miglioramento delle condizioni di trattamento degli alveari;

c) razionalizzazione della transumanza;

5. Le azioni

Per poter conseguire le finalità sopracitate si sono individuate una serie di azioni ed incentivi finalizzati a rimuovere i vincoli che frenano l’apicoltura piemontese e consentire alla stessa il necessario sviluppo qualitativo e quantitativo.

5.A. Azioni per l’assistenza tecnica

L’assistenza tecnica agli apicoltori risulta basilare per salvaguardare, tutelare e sviluppare l’apicoltura. Occorre pertanto assicurare una assistenza tecnica adeguata a mezzo di esperti apistici, che, formati ed aggiornati con appositi corsi, saranno, tramite le associazioni, messi a disposizione degli apicoltori di tutta la regione. Intanto potranno risultare utili apposite convenzioni con i tecnici apistici esistenti.

I tecnici opereranno presso le sedi delle Associazioni dei produttori e delle Organizzazioni professionali agricole e mediante visite presso le aziende apistiche.

Il costo annuo per l’assistenza tecnica viene valutato in lire 360 milioni, per 6 tecnici necessari per coprire le province di Alessandria-Asti, Biella-Vercelli, Cuneo, Torino, Novara-Verbania, così dettagliato:

- costo per tecnico: compenso     lire 52.000.000

- spese per trasferte e supporti

tecnici    lire    8.000.000
totale    lire    60.000.000

Saranno tenuti periodici corsi di aggiornamento, anche con dimostrazioni in azienda, sui nuovi ed innovativi metodi di allevamento delle api e di prevenzione e lotta alle patologie dell’alveare, si prevede la realizzazione di un seminario o convegno tematico per la presentazione dei risultati conseguiti nel periodo di applicazione degli interventi previsti dal programma regionale con un costo presunto di 13.000.000 di lire per le due azioni.

Un contributo notevole dovrà venire da quelle riviste periodiche specializzate del settore che sono in grado di fornire informazioni tecniche, economiche ed organizzative per gli operatori.

Dovrà pertanto essere incentivata, da parte delle associazioni produttori, la sottoscrizione, a favore dei propri iscritti, di abbonamenti cumulativi a riviste specializzate che soddisfino i requisiti sopra indicati.

Il costo degli abbonamenti viene calcolato in lire 26.000.000.

Pertanto le risorse finanziarie necessarie per realizzare le azioni previste a favore dell’assistenza tecnica ammontano a lire 399.000.000 (360.000.000 + 13.000.000 + 26.000.000).

5.B. Azioni di lotta contro la varroasi

Nella lotta contro tale parassitosi assume considerevole importanza il ruolo dei tecnici apistici, cui spetta la funzione di coordinare, in collaborazione con i Servizi veterinari delle Aziende sanitarie locali della Regione, la realizzazione di piani di lotta territoriali.

Per la realizzazione dei suddetti piani, risulta fondamentale far ricorso a periodici incontri con gli apicoltori, a dimostrazioni pratiche in apiario, alla predisposizione e distribuzione di specifico materiale divulgativo.

Il costo delle azioni sopracitate viene valutato in lire 9.000.000, per organizzare una serie di incontri o dimostrazioni, mentre per il materiale divulgativo si fa riferimento a quello predisposto per l’assistenza tecnica.

Considerevole importanza assume, inoltre, la realizzazione da parte delle Associazioni dei produttori miele, giuridicamente riconosciute dalla Regione, di ricerche sul campo finalizzate alla messa a punto di strategie di lotta alla varroa, caratterizzate da un basso impatto chimico sugli alveari e da eseguire in collaborazione con Istituzioni scientifiche. Il costo delle ricerche viene valutato in lire 52.000.000.

La divulgazione delle ricerche sarà effettuata direttamente dalla Regione a mezzo della rivista tecnica “Quaderni di agricoltura della Regione Piemonte”.

Risulterà, altresì, fondamentale ed efficace, ai fini dell’eradicazione della parassitosi, l’incentivazione a favore degli “apicoltori produttori apistici” per l’acquisto di arnie dotate di fondo a rete, che consentono una più razionale lotta contro il parassita.

Il costo dell’azione sopra descritta viene calcolato in lire 280.000.000.

Pertanto le risorse finanziarie per realizzare le azioni previste a favore della lotta alla varroasi ammontano a lire 341.000.000 (9.000.000 + 52.000.000 + 280.000.000).

5.C. Azioni a sostegno del nomadismo

Il nomadismo, come pratica indispensabile per lo sfruttamento razionale ed ottimale delle risorse nettarifere della regione, deve essere favorito ed incentivato.

A tal fine risulta prioritario incentivare l’investimento da parte di “apicoltori produttori apistici” per l’acquisto di macchine ed attrezzature necessarie alla movimentazione degli alveari (muletti, gru, supporti per arnie che ne consentano la movimentazione, ecc.), con esclusione dei mezzi per il trasporto degli alveari.

Il costo dell’azione e le relative risorse finanziarie necessarie vengono calcolate in lire 430.000.000.

6. Piano di finanziamento e priorità

In riferimento ai costi stimati per le singole azioni a alle relative risorse finanziarie occorrenti, si riporta nell’allegato A) il piano di finanziamento nel quale sono evidenziate le spese a carico dell’Unione Europea, dello Stato e degli apicoltori.

Per quanto riguarda le azioni B3 e C2 è accordata priorità alle domande, in regola con le prescrizioni fissate, già presentate alle Province e non finanziate nell’anno precedente per mancanza di disponibilità finanziaria.

7. Riferimenti legislativi, regolamentari, amministrativi e organizzativi

Per quanto previsto nel presente programma si fa riferimento:

per la parte normativa non prevista dal programma:

a) alla D.G.R. n. 4 - 27749 del 12 luglio 1999 e D.G.R. n. 65 - 883 del 18 settembre 2000 di approvazione delle istruzioni operative del presente programma;

b) alla L.R. 3 agosto n. 20 “Norme per la disciplina, la tutela e lo sviluppo dell’apicoltura in Piemonte” e alle relative istruzioni operative approvate con D.G.R. n. 6 - 28773 del 29 novembre 1999.

8. Procedure

Le domande vengono presentate alle Province competenti per territorio entro il 18.06.2001, le quali effettuano le istruttorie e trasmettono l’elenco di liquidazione alla Direzione regionale Sviluppo dell’Agricoltura entro il 31.05.2002. Le Province comunicheranno alla Direzione Regionale Sviluppo dell’Agricoltura la situazione delle domande pervenute entro il 2 luglio 2001.

Si precisa che le spese e le attività possono essere sostenute a partire dal 1 settembre 2001 e comunque a rischio dell’interessato non avendo nulla da rivendicare nei confronti della Commissione Europea, dello Stato, della Regione e degli Enti delegati qualora il contributo non possa essere concesso.

9. Organizzazioni e cooperative coinvolte nel programma

Le organizzazioni rappresentative del comparto apicolo che hanno collaborato per l’elaborazione del presente programma regionale sono:

- Associazione Produttori miele Aspromiele, con sede in Torino Corso Francia, 9;

- Associazione Produttori miele Agripiemonte miele, con sede in Torino, Corso Vittorio Emanuele II, 58.

10. Indirizzo, coordinamento, monitoraggio e raccordo operativo

Viene effettuato dalla Giunta Regionale tramite la Direzione Regionale Sviluppo dell’Agricoltura - Settore Sviluppo delle Produzioni Animali il quale provvederà ad eseguire le necessarie verifiche sulla realizzazione degli interventi di interesse regionale.

La valutazione del programma verrà eseguita mediante riunioni periodiche, almeno una a semestre, con le Province e con le Associazioni produttori miele giuridicamente riconosciute dalla Regione.

11. Disposizioni finali

Il presente programma regionale di attuazione del Regolamento (CE) n. 1221/97 viene attuato a mezzo delle apposite istruzioni deliberate dalla Giunta Regionale.

Le risorse finanziarie previste per ogni singola azione che, per vari motivi, rimarranno, in tutto od in parte, inutilizzate potranno essere devolute a quelle azioni che lamenteranno un rapporto deficitario tra risorse e richieste nei limiti previsti dalla circolare del Ministero per le Politiche Agricole e Forestali n. 1 del 21.02.2000.


AZIONE    SPESA A CARICO U.E.    SPESA A    SPESA A CARICO    TOTALE
        CARICO STATO     APICOLTORI

A) ASSISTENZA TECNICA                
A1) CORSI AGGIORNAMENTO     L. 1.350.000      L. 1.350.000      L. 300.000      L. 3.000.000
A2) SEMINARI E CONVEGNI TEMATICI     L. 5.000.000      L. 5.000.000      L. -      L. 10.000.000
A3) AZIONI DI COMUNICAZIONE     L. 11.700.000      L. 11.700.000      L. 2.600.000      L. 26.000.000
A4) SPESA PER TECNICI     L. 153.000.000      L. 153.000.000      L. 54.000.000      L. 360.000.000

TOTALE ASSISTENZA TECNICA     L. 171.050.000      L. 171.050.000      L. 56.900.000      L. 399.000.000

B) LOTTA ALLA VARROASI                
B1) INCONTRI E DIMOSTRAZIONI
LOTTA ALLA VARROA     L. 3.600.000      L. 3.600.000      L. 1.800.000      L. 9.000.000
B2) INDAGINI LOTTA ALLA VARROA     L. 26.000.000      L. 26.000.000      L. -      L. 52.000.000
B3) ACQUISTO ARNIE FONDO A RETE     L. 84.000.000      L. 84.000.000      L. 112.000.000      L. 280.000.000

TOTALE LOTTA ALLA VARROA     L. 113.600.000      L. 113.600.000      L. 113.800.000      L. 341.000.000

C)SOSTEGNO AL NOMADISMO                
C2) MATERIALI PER NOMADISMO     L. 107.500.000      L. 107.500.000      L. 215.000.000      L. 430.000.000

TOTALE GENERALE     L. 392.150.000      L. 392.150.000      L. 385.700.000      L. 1.170.000.000