Supplemento Ordinario n. 1 al B.U. n. 16

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Deliberazione della Giunta Regionale 9 aprile 2001, n. 45 - 2741

Valutazione Ambientale Strategica del piano degli interventi per i Giochi Olimpici Invernali Torino 2006

A relazione del Presidente Ghigo e dell’Assessore Cavallera:

In data 19 giugno 1999 a Seul il C.I.O. ha individuato in Torino la città ospite per i XX Giochi Invernali del 2006.

In data 27 dicembre 1999 la firma congiunta dello Statuto da parte del Sindaco di Torino e del Presidente del CONI, ha dato ufficialmente vita al Comitato per l’Organizzazione dei XX Giochi Olimpici Invernali - Torino 2006: il TOROC, il quale ha lo scopo di curare l’organizzazione e lo svolgimento, senza fini di lucro, dei XX Giochi Olimpici Invernali del 2006 e dei Giochi paraolimpici, in attuazione e nel rispetto delle disposizioni contenute nella Carta Olimpica e nell’Accordo (Host City Contract) firmato a Seul il 19 giugno 1999 tra il C.I.O., il C.O.N.I. e la città di Torino.

In data 24 gennaio 2000 la Giunta Regionale ha emanato la Deliberazione n. 35-29204 di “Adesione agli scopi del neocostituito Comitato per l’organizzazione del XX Giochi Olimpici Invernali- TORINO2006".

Con D.G.R. n.1-29648 del 10 marzo 2000 la Giunta Regionale, sulla base delle competenze prefigurate dal DDL, licenziato dal Consiglio dei Ministri, “Interventi per i Giochi Olimpici Invernali Torino 2006”, che all’art.1, comma 4, recita: ”la Regione Piemonte provvede, d’intesa con il Ministero dell’Ambiente, sentiti gli Enti Locali interessati, alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS), del piano complessivo delle opere di cui alla presente Legge, in relazione agli effetti sul territorio, al fine di verificarne la sostenibilità ambientale”, considerata l’importanza di definire un percorso necessario all’attuazione di dette competenze regionali, ha dato mandato al Direttore della Struttura Organizzativa Speciale S1 Gabinetto Presidenza della Giunta Regionale di attivare un gruppo di lavoro di coordinamento tra le Direzioni regionali denominato “Gruppo di lavoro regionale - “Torino 2006” che, unitamente alla segreteria tecnica, costituiscono la parte regionale della “cabina di regia” tra la Giunta Regionale stessa ed il Ministero dell’Ambiente integrata dagli Enti Locali interessati.

Con D.D. n. 439 del 23 maggio 2000 e successive integrazioni della Direzione Gabinetto della Presidenza della Giunta Regionale è stato costituito il gruppo di lavoro “Coordinamento TO2006” tra i Direttori delle seguenti Direzioni: Tutela e Risanamento Ambientale Programmazione e Gestione Rifiuti, Trasporti, Difesa del Suolo, Servizi Tecnici di Prevenzione, Pianificazione e Gestione Urbanistica, Turismo Sport e Parchi, Pianificazione delle Risorse Idriche, Opere Pubbliche e Economia Montana e Foreste dotato di una segreteria tecnica.

In data 9 ottobre 2000 è stato approvato, attraverso la legge n. 285, il DDL sopra citato “Interventi per i Giochi Olimpici Invernali Torino 2006” che, all’art. 1 comma 4, recita: “La Giunta della Regione Piemonte approva, d’intesa con il Ministero dell’Ambiente, sentiti gli Enti locali interessati, la valutazione ambientale del piano degli interventi di cui alla presente legge, denominata “Valutazione Ambientale Strategica” (VAS), anche sulla base dello studio di compatibilità ambientale (SCA) definito dal proponente (TOROC). Tale valutazione ha luogo secondo contenuti e procedure definiti dalla Giunta della Regione Piemonte d’intesa con il Ministero dell’Ambiente e con il Ministero dei Lavori Pubblici, entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, in relazione agli effetti sul territorio, diretti ed indiretti, cumulativi, sinergici, a breve ed a lungo termine, permanenti e temporanei, positivi e negativi, al fine di verificare la sostenibilità ambientale del piano degli interventi".

Con provvedimento n.61-1774 del 18 dicembre 2000 “Procedure e contenuti per la valutazione di impatto ambientale del piano degli interventi per i Giochi Olimpici Invernali ”Torino 2006" - Adozione ai sensi dell’art.1, comma 4 L.285/00" la Giunta Regionale ha adottato, d’intesa con il Ministero dell’Ambiente e il Ministero dei Lavori Pubblici, le procedure ed i contenuti articolati nell’Allegato, per la Valutazione di cui alla richiamata Legge 285/2000, così completando il quadro normativo di riferimento per l’identificazione della VAS e delle sue articolazioni, secondo quanto richiesto dal legislatore nazionale per il Programma Olimpico.

La VAS, così come disegnata negli atti sopra richiamati, si caratterizza come un processo che governa la realizzazione del piano degli interventi per i Giochi Olimpici Invernali - Torino2006, dalla fase programmatoria e di studio a quella esecutiva e di utilizzo e gestione delle opere, anche nella fase post-olimpica, qualificandosi altresì quale sistema in cui confluiscono e si armonizzano i vari settori di intervento per il raggiungimento degli obiettivi ambientali integrati.

Essa pertanto si sviluppa attraverso un’analisi integrata di sistema e confluisce in atti di indirizzo e programmazione, il cui perseguimento richiede verifiche tecniche e azioni di monitoraggio successive finalizzate a garantire il governo del processo in itinere nelle diverse fasi.

La VAS, come analisi integrata di sistema, rappresenta, inoltre, l’opportunità di armonizzare progetti settoriali che interessano lo sviluppo e la riqualificazione di vaste aree urbane, vallive e montane, dal punto di vista paesaggistico-ambientale, urbanistico-edilizio e infrastrutturale, oltre che un’occasione di rilancio e promozione di attività connesse alla gestione del territorio e delle risorse, quali l’attività turistico-sportivo, commerciale, imprenditoriale, accrescendo, al contempo, il livello del benessere ambientale delle popolazioni residenti.

Essa si inquadra perfettamente nei compiti di coordinamento e di programmazione regionale, in armonia con gli indirizzi concordati a livello nazionale, per tracciare in anticipo i livelli di sostenibilità a cui vanno rapportati i singoli momenti progettuali e di intervento.

La stessa L.285/2000 individua specifici organi, preposti ognuno nell’ambito delle rispettive competenze, al controllo dell’adempimento delle prescrizioni normative, tecniche, procedurali e programmatiche, finalizzate al raggiungimento degli obiettivi per la realizzazione dell’evento:

· Agenzia per lo svolgimento dei Giochi Olimpici, cui è demandato il compito di realizzare il piano degli interventi;

· Comitato di Alta Sorveglianza e Garanzia, cui sono demandati la valutazione ed il controllo strategico, ai sensi dell’art.6 del D.Lgs. 30 luglio 1999 n.286, della congruità dei risultati ottenuti dagli interventi realizzati rispetto all’attuazione delle direttive e degli obiettivi, con particolare riguardo alla Valutazione Ambientale Strategica di cui all’art.1, comma4, della L.285/2000, che nell’esercizio delle proprie funzioni può avvalersi dell’Osservatorio Regionale dei Lavori Pubblici .

· Osservatorio Regionale dei Lavori Pubblici, che svolge le funzioni di rilevazione delle informazioni inerenti al processo dei singoli interventi e delle fasi decisorie e che garantirà, per gli aspetti relativi agli esiti della Valutazione Ambientale Strategica, l’interazione con il gruppo degli esperti di dominio, di cui alla D.D. n. 439 del 23.5.2000 e successive integrazioni della Direzione Gabinetto della Presidenza della Giunta Regionale, che ha seguito la procedura di VAS, sin dal suo avvio .

· Conferenza di servizi, prevista all’art.9, chiamata a garantire la coerenza, anche in fase preventiva, dei progetti delle opere, con gli esiti della VAS.

Conseguentemente, proprio in ossequio alla ratio che ispira la L.285/2000, la VAS si configura come un processo continuo che, nel suo divenire, utilizza dati e conoscenze settoriali, anche tramite il monitoraggio dell’osservatorio regionale dei lavori pubblici, e li interconnette in una rete aggiornata e coordinata di informazioni, presupposto indefettibile per una valutazione integrata e sistemica.

Con tali premesse, l’adempimento prefigurato dal legislatore all’art.1, comma 4, della citata Legge, rappresenta il momento in cui la Regione, unitamente allo Stato e agli Enti Locali adotta indirizzi vincolanti e, nel contempo, assume impegni programmatici per lo sviluppo sostenibile del territorio che, come tali, devono presiedere a tutte le azioni pubbliche e private, non solo quindi del proponente, ma anche e soprattutto degli stessi soggetti istituzionali che hanno condiviso gli obiettivi.

In tale ottica, le verifiche sistematiche e continue rappresentano un presupposto fondamentale per ricondurre ed improntare la successiva attività amministrativa, dei soggetti istituzionali coinvolti nel processo di VAS, agli obiettivi ambientali strategici da essi fatti propri.

Il TOROC, al quale in numerosi incontri erano state fornite alcune indicazioni per la elaborazione dello studio di Valutazione Ambientale Strategica, poi formalizzate con l’invio della nota n.28908/S1 del 21.12.2000, ha depositato in data 9 febbraio 2001 lo “Studio di Compatibilità Ambientale” e diffuso la sintesi non tecnica presso le sedi e secondo le modalità previste nella deliberazione su citata.

In data 21 febbraio 2001 la Giunta Regionale ha provveduto a pubblicare sul BUR il comunicato di avvenuto deposito. Da tale data è decorso il termine di 30 giorni per le osservazioni del pubblico e di 45 giorni per l’approvazione della VAS da parte della Giunta Regionale d’intesa con il Ministero dell’Ambiente.

Con DGR n.1-2299 del 20 febbraio 2001 “Adempimenti attuativi della L.285/2000 - Attivazione ”Ufficio Torino 2006", è stata disciplinata l’organizzazione del gruppo di lavoro regionale “Coordinamento TO2006".

Il gruppo di lavoro regionale “Coordinamento TO2006", con l’ausilio di rappresentanti del Ministero dell’Ambiente e con il supporto dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale, ha condotto gli approfondimenti sullo studio di compatibilità integrando i dati analizzati nella documentazione, con le conoscenze disponibili nelle diverse direzioni, ed evidenziando le problematiche emergenti sia in termini di criticità sia in termini propositivi per eventuali azioni regionali.

Il confronto con il TOROC, quale proponente, avvenuto in data 2 marzo 2001, ha consentito di approfondire le problematiche più emergenti e di acquisire gli elementi di analisi e valutazione che avevano condotto il Politecnico, incaricato dal TOROC dell’elaborazione dello studio, alle conclusioni ed alle affermazioni evidenziate nello studio medesimo.

Il gruppo di lavoro è stato altresì aperto ai contributi dei tecnici degli Enti Locali, a seguito di una riunione indetta dalla Regione con i Comuni, le Comunità Montane e la Provincia di Torino in data 9 marzo 2001 e acquisito le valutazioni e i contributi della Consulta istituita presso il TOROC, i cui risultati sono stati trasmessi in data 23 marzo 2001.

Dopo il periodo prescritto dalla DGR n.61-1774, del 18 dicembre 2000, sono state acquisite le osservazioni pervenute da parte del pubblico (singoli cittadini, associazioni ambientaliste, comitato del no, mondo imprenditoriale) di cui all’elenco Allegato B.

L’approfondimento è stato condotto anche alla luce dei contributi documentali oltre che delle osservazioni in sede di riunione degli Enti Territoriali coinvolti nella realizzazione del pacchetto di candidatura.

I lavori del gruppo hanno evidenziato che, ai fini della sostenibilità anche nel periodo post-olimpico, sono condivisibili i seguenti obiettivi complessivi, contenuti anche nella proposta avanzata dal TOROC: riduzione di emissioni in atmosfera, risparmio energetico, uso razionale dell’energia e ricorso alle fonti rinnovabili, garanzia della biodiversità, tutela quali-quantitativa delle acque, sicurezza rispetto ai rischi naturali, tutela del paesaggio, cui vanno aggiunti, a tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente, quelli relativi alla riduzione dell’inquinamento acustico ed elettromagnetico, riduzione e recupero dei rifiuti e dello smarino, sicurezza dei lavoratori e della popolazione nella fase di cantiere, di esercizio e di svolgimento dei Giochi .

Rispetto al Dossier di candidatura e allo studio di compatibilità proposto, ai fini della ricerca delle azioni ottimali per il raggiungimento degli obiettivi suddetti, il gruppo ha suddiviso in macro argomenti la complessa materia per procedere ad un’analisi globale ed alla individuazione di criticità complessive o puntuali.

Ritenuto che, sulla base di tutto il lavoro istruttorio la realizzazione del Programma Olimpico (PO) possa ritenersi sostenibile subordinatamente al rispetto degli indirizzi (di merito, procedurali e programmatori) che garantiscano un bilancio ambientale positivo in un processo decisionale partecipato e trasparente, accompagnato da un monitoraggio continuo e da momenti di verifica in tutte le fasi da parte dei soggetti competenti ai sensi della L.285/2000.

Ritenuto altresì che l’articolazione per fasi della realizzazione del PO, secondo le suddette indicazioni, possa garantire la compatibilità ambientale della manifestazione nel suo complesso ed innescare processi di radicamento nel territorio di comportamenti rispettosi della capacità di rigenerazione delle risorse ambientali in un quadro di risanamento e sviluppo delle attività legate al turismo, allo sport, al tempo libero, sia in ambiente cittadino che montano.

Considerato altresì, che allo stato, non è ancora possibile procedere ad una stima analitica e puntuale delle voci di costo, discendente per altro solo dalle successive fasi di definizione progettuale, ma che fin d’ora è rilevabile come dalle stime di larga massima proposte non viene garantita la copertura finanziaria complessiva delle opere ritenute necessarie per lo svolgimento dei Giochi con i già previsti finanziamenti pubblici, né sono al momento quantificabili le risorse, per altro previste, a carico dei privati.

Ritenuto altresì necessario che, nella definizione delle stime economiche degli interventi, vengano internalizzati i costi ambientali e che contestualmente venga contenuto al massimo il ricorso al finanziamento pubblico.

Dato atto che nella riunione del 4 aprile 2001 la valutazione di sostenibilità ambientale, sia pure condizionata, e l’insieme degli approfondimenti sono stati discussi con tutti gli Enti Locali interessati alla presenza del Ministero dell’Ambiente.

Posto che l’analisi complessiva, le considerazioni e gli indirizzi conseguenti hanno formato oggetto di uno specifico allegato (Allegato A), che costituisce parte integrante della presente deliberazione sulla quale è stata, a seguito del lavoro comune, raggiunta l’intesa con il Ministero dell’Ambiente.

Considerato che, in data 27 marzo 2001 è stata inoltrata al Ministero dei Lavori Pubblici una nota di richiesta di eventuale parere e raccomandazioni secondo quanto previsto nella D.G.R. n. 61-1774 del 18.12 2000 con la quale sono state approvate le procedure per la VAS.

Quanto sopra premesso, sulla base dello studio di compatibilità ambientale definito dal proponente, degli approfondimenti istruttori, dei confronti con gli Enti Locali, delle osservazioni e dei contenuti pervenuti, d’intesa con il Ministero dell’Ambiente di cui alla nota n.21156 del 9 aprile 2001;

vista la legge n.285/2000;

vista la legge regionale n.40/98;

vista la DGR n.61-1774 del 18 dicembre 2000 “Procedure e contenuti per la Valutazione di impatto ambientale del piano degli interventi per i Giochi Olimpici Invernali “Torino 2006” - Adozione ai sensi dell’art.1, comma 4 L.285/00” ha adottato, d’intesa con il Ministero dell’Ambiente e il Ministero dei Lavori Pubblici, le procedure ed i contenuti articolati nell’Allegato, per la Valutazione di cui alla richiamata Legge 285/2000;

la Giunta Regionale con voti unanimi espressi nei modi di legge

delibera

Di ritenere sostenibile, sotto il profilo ambientale, il piano complessivo degli interventi olimpici, subordinatamente ai sottonotati indirizzi concordati con il Ministero dell’Ambiente e sentiti gli Enti Locali, dandosi nel contempo atto che il presente provvedimento non costituisce approvazione dei singoli interventi, ancorché tra loro integrati, ma unicamente presupposto per la coerente gestione delle successive fasi, secondo la legislazione vigente.

Di dare atto, altresì, che il presente provvedimento non costituisce approvazione del piano finanziario delle opere da realizzarsi alla luce delle indicazioni ivi contenute, né specifico impegno di copertura.

Di approvare conseguentemente, gli indirizzi relativi ai contenuti, alle procedure per la realizzazione del programma olimpico, nonché alle azioni di programmazione, di competenza dello Stato, della Regione, degli Enti Locali e degli organismi ad essi collegati ai fini della sostenibilità dell’evento olimpico nelle diverse fasi preparatorie, contestuali e successive, articolati come segue:

1. INDIRIZZI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE INTRINSECA

A. Il TOROC nella realizzazione del PO dovrà garantire, un bilancio ambientale nel suo positivo attraverso:

a) il perseguimento dei seguenti obiettivi rispetto alla situazione attuale:

riduzione di emissioni in atmosfera, risparmio energetico, migliore uso dell’energia e incremento dell’utilizzo di fonti rinnovabili, garanzia della biodiversità, tutela quali-quantitativa delle acque, sicurezza rispetto ai rischi naturali, tutela del paesaggio e del patrimonio naturale e storico-culturale, riduzione dell’inquinamento acustico ed elettromagnetico a difesa della salute dei cittadini e dell’ambiente, riduzione e recupero dei rifiuti e dello smarino;

b) l’attuazione delle prescrizioni e delle azioni di contenimento, mitigazione e compensazione indicate nel documento proposto dal TOROC, al capitolo 5 del volume 2°, nonché di quelle indicate nella presente deliberazione e di quelle integrative illustrate nel documento di cui all’allegato A;

c) il monitoraggio continuo del raggiungimento degli obiettivi ambientali sopra indicati e di quelli specificati nell’Allegato A, tramite specifici indicatori, con il coinvolgimento dell’Osservatorio Regionale dei Lavori Pubblici, da prevedere in un cronoprogramma nelle diverse fasi:

- anteriori e funzionali alla progettazione

- durante le fasi di cantiere

- durante le fasi di esercizio

- durante l’evento

- successivamente all’evento

Il monitoraggio terrà conto e dovrà integrarsi con i monitoraggi già esistenti sul territorio interessato, effettuati dalla Regione, dalla Provincia e dall’A.R.P.A. nell’esercizio dei propri compiti istituzionali e dovrà prevedere per ciascuna fase la redazione del bilancio ambientale, di cui all’Allegato A, accompagnato da una verifica circa il raggiungimento degli obiettivi, dalla quale potranno derivare anche conseguenti indirizzi finalizzati all’effettivo raggiungimento degli obiettivi medesimi;

d) la definizione di specifiche per la progettazione e la realizzazione delle opere in sede di affidamento di incarico e di capitolato d’appalto d’appalto in coerenza con gli indirizzi contenuti nel presente provvedimento e tenuto conto delle proposte, delle alternative e delle considerazioni suggerite dalle comunità locali nell’ambito delle osservazioni pervenute in sede di pubblicizzazione dello S.C.A.;

e) la definizione di una stima economico-finanziaria dei singoli interventi necessari allo svolgimento dei giochi nella quale sia espressamente prevista l’internalizzazione dei costi ambientali, relativi alle modalità di progettazione e realizzazione e alle relative opere di mitigazione e compensazione;

f) la progettazione dei singoli interventi necessari allo svolgimento dei Giochi in funzione della destinazione d’uso finale senza oneri aggiuntivi di trasformazione o adattamento ovvero, ove risulti più compatibile, la rimozione delle strutture che prevedano il ripristino ambientale, sempre senza oneri aggiuntivi;

g) la previsione di un piano complessivo degli inerti da utilizzare per i diversi interventi, ai sensi della L.R. 30/99 in correlazione a un bilancio proveniente dalle attività di scavi, in funzione del loro massimo riutilizzo, secondo gli indirizzi del D.Lgs. 22/97;

h) la predisposizione di un piano complessivo di mobilità sostenibile, riferito al periodo olimpico, anche in funzione dello scenario post-olimpico, che consenta il ricorso privilegiato al trasporto collettivo con interscambi tra trasporto su rotaia e trasporto su gomma e il ricorso, per il trasporto su strada, di flotte pubbliche e mezzi a basso tasso di emissioni inquinanti, anche sperimentali, di avanzata tecnologia;

i) la progettazione di tutti gli interventi attraverso l’adozione di tecnologie compatibili con l’ambiente ed un esteso utilizzo di materiali locali e di materiali bio-edili, ed il prioritario ricorso alle fonti rinnovabili per la produzione energetica e la riconversione del patrimonio edilizio esistente con particolare riguardo a quello dismesso e abbandonato;

l) la tempestiva verifica, nel caso di utilizzo di aree industriali dismesse, degli inquinanti eventualmente presenti nel terreno ai sensi del D.Lgs. 471/2000 per la preventiva bonifica dei suoli;

m) la predisposizione di una tempestiva indagine approfondita della situazione geologica, geomorfologica, idrogeologica ed idraulica delle aree interessate dagli interventi, nonché delle aree comunque investite con lo studio preventivo dei possibili effetti e modificazioni prodotti dalle opere stesse, come più dettagliatamente previsto nell’allegato A;

n) la garanzia di un piano concordato con le ASL per la sicurezza dei lavoratori nelle fasi di cantiere, nonché in quella di esercizio e di svolgimento dell’evento olimpico e per la tutela della popolazione interessata;

o) la previsione di un piano finalizzato alla prevenzione dei rischi naturali e tecnologici nella fase di cantiere, di esercizio, di svolgimento dei giochi;

p) la garanzia dell’accesso ai disabili atleti e non atleti ai siti di gara, ai mezzi di trasporto pubblico e alle strutture di accoglienza;

q) la garanzia, da parte di tutti gli organismi coinvolti nel processo di realizzazione, di pubblicizzazione delle progettazioni e delle procedure relative alla realizzazione delle opere, che preveda le modalità di allargamento rispetto alle disposizioni vigenti anche attraverso l’attività dell’Osservatorio Regionale dei Lavori Pubblici e della Consulta Ambientalista istituita presso il TOROC.

B. Il TOROC proporrà ai sensi della L.285/2000 le opere connesse sulla base delle analisi e delle valutazioni emergenti dallo studio di compatibilità predisposto, nonché sulla base dell’Allegato A provvedendo alla relativa stima economico-finanziaria analogamente a quanto previsto nella lettera e) del punto 1.A.

2. INDIRIZZI PROCEDURALI

A. Per la realizzazione del programma, ai fini di garantire gli adempimenti delle prescrizioni indicate al punto 1 (INDIRIZZI DI SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE INTRINSECA), il TOROC elaborerà, entro 30 giorni dalla data di pubblicazione del presente provvedimento, un programma da concordare con la Giunta Regionale ed il Ministero dell’Ambiente che sentiranno gli Enti Locali e l’ARPA- Piemonte, relativo a

- i tempi e le modalità entro i quali ciascun adempimento dovrà essere sottoposto a verifica;

- le modalità del monitoraggio, gli indicatori relativi e le loro modalità di elaborazione, la fissazione dei momenti intermedi di verifica del raggiungimento degli obiettivi e le modalità di redazione del bilancio ambientale di cui all’Allegato A.

B. Per la realizzazione delle conferenze dell’art. 9 della L.285/2000 verranno proposti accorpamenti di interventi in relazione alle criticità emerse in sede di analisi, alle connessioni temporali e funzionali nell’ambito territoriale di riferimento ed alle fasi di cantiere.

C. Dovranno essere concordati specifici accordi di programma, volontari o convenzioni fra amministrazioni, operatori pubblici e privati, aziende di servizio, ARPA, per definire le azioni necessarie alla ottimale progettazione e realizzazione delle opere, anche in vista della fase post-olimpica.

D. Dovranno essere sottoposti alle procedure di VIA, gli interventi previsti dalla normativa nazionale e regionale vigente.

Dovranno essere altresì sottoposti alle procedure di VIA, secondo il combinato disposto degli art. 20 e 23 della L.R. n.40/98 e dell’art. 9 della L.285/2000, le seguenti opere:

- impianto del trampolino per il salto

- impianto per le gare di bob e slittino

E. Dovranno essere sottoposte a valutazione d’incidenza ai sensi del DPR n.357/97 le opere ricadenti nei Siti d’Importanza Comunitaria.

3. INDIRIZZI PROGRAMMATORI

Nelle proprie attività programmatorie la Regione, la Provincia, i Comuni e le Comunità Montane interessate terranno conto delle problematiche e delle opportunità emerse in sede di approfondimento della VAS, anche esplicitate nell’Allegato A, al fine di accompagnare il processo con interventi capaci di garantire la maggior tutela delle risorse ambientali e sociali pervenendo così ad una valorizzazione intrinseca aggiuntiva della sostenibilità dei territori interessati.

La presente deliberazione sarà pubblicata sul B.U. della Regione Piemonte ai sensi dell’art. 65 dello Statuto ed inoltre disponibile sul sito internet della Regione Piemonte (www.regione.piemonte.it), nonché presso gli uffici di deposito dei progetti VIA della Regione Piemonte, della Provincia di Torino e presso le sedi delle Comunità Montane coinvolte.

(omissis)

ALLEGATO A

RELAZIONE TECNICA

INDICE

1 CONSIDERAZIONI GENERALI

TEMATICHE GENERALI

2 TERRITORIO E PAESAGGIO

3 RISCHI NATURALI E DIFESA DEL SUOLO

4 ENERGIA

5 RIFIUTI

TEMATICHE SPECIFICHE

6 APPROVVIGIONAMENTO IDRICO E CAPTAZIONI,BACINI DI STOCCAGGIO ED INNEVAMENTO ARTIFICIALE.

7 IMPIANTI FUNISCIOVIARI, PISTE DA SCI E INFRASTRUTTURE CONNESSE

8 IMPIANTI SPORTIVI.

9 VILLAGGI OLIMPICI, VILLAGGI MEDIA E RICETTIVITÀ

10 VIABILITÀ E TRASPORTI.

CARTOGRAFIE E TABELLE

1 CONSIDERAZIONI GENERALI

1.1 INTRODUZIONE

Il Programma Olimpico (P.O.) definisce l’insieme degli interventi previsti per la realizzazione dei Giochi ed individua a livello di massima le localizzazioni delle nuove strutture. L’analisi presentata dal TOROC nello studio di compatibilità definisce i vari scenari nei quali il P.O. si colloca e delinea le ipotesi di sviluppo, le problematicità e gli effetti positivi e negativi indotti dagli interventi, prefigurando, in vari casi, le misure necessarie a minimizzare la portata degli impatti.

Il P.O. propone infatti, mediante una vasta serie di interventi volti allo svolgimento dei Giochi Olimpici, il raggiungimento di finalità strategiche, quali il miglioramento dell’accessibilità e della mobilità nel territorio interessato dai Giochi, il potenziamento e la qualificazione dell’offerta sportiva, ricreativa e turistico-ricettiva.

L’analisi effettuata nello Studio di Compatibilità Ambientale (S.C.A.) riferita ai due ambiti territoriali interessati, il sottosistema delle valli e il sottosistema urbano-metropolitano, presenta gli interventi da realizzare, le problematiche correlate, le criticità emergenti, gli impatti attesi in fase di cantiere e nelle fasi successive, le opere di mitigazione e di compensazione necessarie, sulla base della lettura della situazione attuale dei siti interessati dall’evento olimpico e degli scenari territoriali di riferimento.

La documentazione presentata appare, peraltro, in alcune parti, carente e non sufficientemente sistemica per la mancanza, in alcuni casi, di una sintesi integrativa dei vari aspetti considerati, non consentendo di valutare compiutamente il “peso” globale dell’evento olimpico. Essa offre tuttavia un primo panorama di riferimento e numerose considerazioni di indirizzo per gli approfondimenti del processo di analisi complessivo e specifico, che possono guidare le fasi successive (appalti, progettazione, realizzazione delle opere, svolgimento dei giochi, fruizione degli interventi e delle scelte nel quadro dello sviluppo sostenibile nel periodo post-olimpico).

Gli approfondimenti del gruppo di lavoro regionale, d’intesa con il Ministero dell’Ambiente e i tecnici degli Enti Locali, anche sulla base dei chiarimenti e delle notizie richiesti al TOROC, hanno cercato di integrare le conoscenze sulla situazione esistente, ivi comprese le criticità e i modi per superarle, di approfondire l’analisi degli impatti e delle opportunità indotte dall’evento olimpico e di completare lo scenario, per pervenire a un primo bilancio complessivo di sostenibilità ovvero per individuare le condizioni per raggiungerlo, ai fini di garantire in ogni caso, il non peggioramento della situazione esistente.

E’ evidente, tuttavia, che la fase attuale di VAS, per sua natura, non può che offrire il punto di partenza dell’intero processo, stabilendo unicamente obiettivi di risultato e indicatori per il monitoraggio, regole del gioco utili nelle fasi di appalto, di realizzazione delle opere, della gestione dei Giochi e della fase post-olimpica, così individuando le soluzioni anche a lungo periodo, capaci di superare le criticità presenti e future e di innescare le azioni dirette e indirette per la sostenibilità dell’evento nonchè processi di radicamento nel territorio e di comportamenti concreti per la tutela e il rispetto delle capacità di rigenerazione delle risorse ambientali.

Le aspettative sugli effetti prodotti dall’evento olimpico sono molteplici e riguardano tutti gli aspetti relativi ad un rilancio complessivo di immagine della Regione dal quale trarre benefici in termini strutturali, economici, sociali ed ambientali. L’organizzazione della manifestazione dovrà dare impulso a processi in parte previsti, che troveranno attuazione grazie anche alle risorse speciali disponibili, e potrà innescare nuovi processi di riqualificazione diffusa dei territori interessati dagli interventi.

Il raggiungimento di questi obiettivi non può trovare attuazione con la sola realizzazione degli impianti olimpici, ma deve essere accompagnato da programmi più ampi che devono coinvolgere le comunità, gli Enti Locali e la Regione, per incentivare tutte le iniziative finalizzate al raggiungimento di questi obiettivi. E’ necessaria, quindi, una politica di cooperazione finalizzata al controllo e allo sviluppo di azioni sinergiche che abbiano come obiettivo la riqualificazione complessiva dei siti interessati.

Il gruppo di lavoro ha pertanto proceduto ad un’analisi delle principali criticità evidenziate dallo studio presentato, eventualmente integrando dati e conoscenze.

L’approfondimento, condotto in termini complessivi ed in riferimento a “pacchetti” di opere e di interventi omogenei o collegati a problematiche specifiche, è stato riferito ai principali temi ambientali interessati dagli effetti del programma ed ha cercato di individuare le problematiche principali a livello di sistema ed a livello puntuale o locale.

Da tale analisi emerge la distinzione tra ciò che è da ritenersi indispensabile allo svolgimento della manifestazione olimpica ed alla sostenibilità ambientale della stessa, da ciò che è da considerarsi collegato ed accessorio in quanto costituisce misura di accompagnamento, che crea un “valore aggiunto” della manifestazione dal punto di vista ambientale o di sviluppo.

Va al riguardo sottolineato che la sostenibilità ambientale non può prescindere per sua stessa natura dalla funzionalità dell’intervento.

In riferimento al quadro complessivo delle criticità esistenti o indotte dal P.O. in termini propositivi, a sostegno della VAS intesa come complesso processo decisionale che si svolge ed articola nel tempo, sono stati, quindi, individuati indirizzi, raccomandazioni e prescrizioni, di ordine tecnico, procedurale e programmatorio, riferiti alle diverse fasi temporali del processo ed alle diverse aree di approfondimento.

Specifica attenzione dovrà essere posta alla fase di cantiere, così come peraltro evidenziato nello S.C.A., con particolare riguardo ai problemi relativi:

- alla sicurezza idrogeologica delle aree interessate;

- alle emissioni in atmosfera (specialmente le polveri);

- al clima sonoro;

- alla produzione di rifiuti liquidi e solidi;

- alla sicurezza degli addetti;

- alla tutela della popolazione circostante;

- alla scansione temporale dei lavori da collegarsi ai cicli stagionali;

- alla viabilità ed ad altri eventi;

- al ripristino delle condizioni iniziali;

Più in generale, sul problema delle emissioni in atmosfera, ai fini della loro riduzione, particolare attenzione dovrà essere posta alle fonti più strettamente collegate al P.O. (riscaldamento, climatizzazione, produzione di energia, mobilità) nelle scelte di soluzioni tecniche specifiche e complessive, in fase di progettazione, anche quale esempio di un modello estensibile nel tempo e sul territorio regionale.

In relazione poi al sistema di comunicazioni necessario per l’evento olimpico è indispensabile una valutazione puntuale delle criticità esistenti nelle aree interessate, ai fini del loro risanamento e dell’allineamento delle infrastrutture alle recentissime normative nazionali relative all’inquinamento elettromagnetico.

Inoltre, in riferimento alla scelta dei materiali di largo consumo per la promozione della manifestazione e durante il periodo dei giochi, si ritiene che la certificazione dei consumi e delle emissioni dovute al processo di produzione dei diversi materiali che verranno commissionati dagli organizzatori, debba diventare “specifica” dei materiali stessi e condizione indispensabile per essere etichettati con il marchio dell’evento “TORINO 2006”.

Si ritiene, altresì, che tale certificazione non possa limitarsi ad essere “indicativa” del tipo: “basso impatto ambientale”, “materiale ecologico”, “eco-compatibile” ecc., ma debba definire con esattezza le caratteristiche e le prestazioni del processo tecnologico utilizzato dal produttore, ad esempio: lattina completamente verniciata all’acqua: emissioni complessive di SOV < x g/lattina, consumo energetico < di y j/lattina, emissioni di CO2 < z g/lattina.

Nel rinviare ai singoli capitoli per una disamina approfondita delle varie criticità analizzate in termini sintetici e complessivi si traccia di seguito un profilo ambientale dell’intero territorio interessato al Programma Olimpico.

1.2 PRINCIPALI PROBLEMI DI SQUILIBRIO AMBIENTALE

La problematica ambientale riferibile al territorio della provincia di Torino può essere compiutamente espressa attraverso alcuni punti significativi, ricorrendo all’ausilio di alcuni semplici indicatori, assai sintetici, ma non per questo poco efficaci.

Le questioni che assumono maggior rilievo possono così riferirsi:

- attività antropica, uso delle risorse ambientali e rilascio di sostanze inquinanti;

- il sistema regionale di smaltimento delle sostanze inquinanti;

- la salvaguardia e la protezione delle risorse ambientali più vulnerabili e non riproducibili;

- la gestione del rischio e l’attività di risanamento ambientale.

L’attività antropica, nel suo dimensionarsi, origina un continuo prelievo di risorse dall’ambiente in cui opera, finalizzato agli obiettivi economici e sociali assunti a base dell’azione, e un continuo rilascio di sostanze nello stesso spazio ambientale. Il rilascio è perlopiù costituito da sostanze inquinanti, frutto appunto dell’attività antropica.

A ragione di questo, proprio nell’area urbana torinese la qualità dell’aria (soprattutto per le concentrazioni di NO2, e polveri e PM10) appare più compromessa e più elevati si presentano i valori delle emissioni sonore.

L’ambiente vallivo appare in una fase di elevata compromissione in alcune aree ( bassa e media valle di Susa) proprio in ragione della forte antropizzazione locale, della viabilità, degli scarichi e dei prelievi idrici, della qualità dell’aria.

A tutto questo devono sommarsi i rischi naturali connessi, idrogeologici in particolare, per i comparti alpini.

Lo stato dell’ambiente della provincia, in particolare per alcune aree di pianura e per l’area metropolitana, appare dunque assai preoccupante in prospettiva:

- per un’elevatissima domanda di risorse;

- per una spinta concentrazione di rilascio di inquinanti, in limitate estensioni del territorio.

Man mano che ci si allontana da questo spazio sovraurbanizzato della provincia di Torino, i fenomeni tendono a normalizzarsi e, se si eccettuano i comuni maggiori o le aree industrializzate, qualche altro centro urbano minore, la gestione delle risorse ambientali e della domanda di utilizzo ad esse connesse appare meno compromessa e, forse, più governabile.

Nelle aree vallive i fattori di pressione ambientale sono generati dagli stessi processi, ma variano a seconda della stagionalità; le principali tipologie sono addebitabili alla presenza di aree urbane con elevata densità turistica e nella Valle di Susa, dalla presenza di arterie autostradali, stradali e ferroviarie, oltre che da aree industriali residue.

I principali problemi ambientali che si evidenziano nel comparto alpino sono a carico dell’ambiente naturale e delle sue componenti; in particolare sono evidenti situazioni locali di:

- deterioramento della qualità locale dell’aria dovuta alla presenza di fonti emissive veicolari, fenomeno che ha una valenza spaziale e temporale estremamente limitata;

- emissioni sonore con innalzamento del livello di rumorosità di fondo della zona;

- sottrazione di aree naturali e utilizzo del suolo per la realizzazione di aree abitative adibite al turismo stagionale;

- pressione ambientale sulle risorse idriche attraverso la sottrazione della risorsa e la produzione di reflui;

- interruzione della funzionalità ecologica degli ambiti naturali;

- pressione ambientale su aree naturali di particolare pregio (parchi, aree di protezione, biotopi);

- utilizzo non rinnovabile delle risorse.

Le principali criticità ambientali, già in atto, che possono essere esaltate in maniera differente dal P.O., in un ambiente particolarmente fragile, sono a carico delle seguenti tematiche ambientali:

- ambiente naturale (ecosistemi, funzionalità ecologica, biodiversità ed aree protette e biotopi);

- qualità della risorse (aria, acqua superficiale e sotterranea, suolo, clima sonoro);

- disponibilità delle risorse naturali (acqua, suolo, paesaggio);

- sovraccarico delle opere infrastrutturali viarie e di servizio (acquedotti, depuratori, impianti di trattamento dei rifiuti).

1.3 BILANCIO AMBIENTALE

Le esigenze di tutela e salvaguardia delle risorse ambientali e territoriali in relazione alle criticità rilevate nei sottosistemi urbano e vallivo, il quadro normativo in campo ambientale in continua evoluzione e la definizione di obiettivi programmatici condivisi per uno sviluppo durevole e sostenibile hanno portato alla individuazione di una serie di obiettivi ambientali qualificanti, il cui perseguimento è in grado di garantire la sostenibilità ambientale del Programma Olimpico.

Gli obiettivi complessivi di sostenibilità ambientale contenuti anche nella proposta avanzata dal TOROC e specificati nel corso del lavoro istruttorio sono:

- sicurezza rispetto ai rischi naturali;

- tutela quali- quantitativa delle risorse idriche;

- riduzione delle emissione in atmosfera;

- risparmio energetico, uso razionale dell’energia, ricorso alle fonti rinnovabili;

- garanzia della biodiversità;

- tutela del patrimonio naturale, storico- culturale e del paesaggio;

- riduzione dell’inquinamento acustico ed elettromagnetico;

- riduzione e recupero dei rifiuti e dello smarino;

- sicurezza dei lavoratori e della popolazione nelle fasi di cantiere, esercizio e svolgimento dei giochi.

Fissati gli obiettivi di sostenibilità ambientale, individuate le criticità ambientali per i diversi comparti di intervento, definite le prescrizioni, le mitigazioni e compensazioni, occorre mettere a punto degli strumenti di controllo dell’evoluzione del sistema ambientale interessato dalla realizzazione del PO che possano fornire un ausilio ai decisori, anche a garanzia dei cittadini, e consentire, ai diversi stadi di realizzazione del piano, di operare scelte che contribuiscano al raggiungimento dei risultati attesi.

Tali strumenti di controllo sono individuati nei bilanci ambientali che dovranno rispondere all’esigenza di verificare le complesse interazioni positive e negative dovute alle azioni in programma , introdurre eventuali misure di mitigazione nelle scelte successive e definire nuove azioni in campo ambientale in riferimento ai “debiti ambientali” contratti dal Piano con il territorio interessato.

La predisposizione, il controllo e la verifica di tutte le azioni connesse alla realizzazione dei bilanci ambientali saranno concordati dal TOROC con la Regione Piemonte, il Ministero dell’Ambiente e l’Arpa Piemonte.

Il bilancio dovrà riguardare le seguenti tematiche:

- Ciclo dell’acqua

- Qualità dell’aria

- Uso del suolo

- Consumi energetici

- Produzione di rifiuti

- Ecosistemi

- Paesaggio

- Ambiente urbano

In via generale, si possono utilizzare come indicatori relativi ai suddetti obiettivi quelli definiti dal sistema complessivo di valutazione della qualità adottato dalla Comunità Europea e dal Ministero dell’Ambiente (modello DIPSR) ritenendo che, al fine del monitoraggio, debbano essere individuati quelli maggiormente significativi rispetto al PO.

A tal fine, si ritiene condivisibile, esclusivamente per quanto riguarda il set di indicatori e non condividendo invece le previsioni percentuali proposte, lo schema indicato al paragrafo 8.4 dello S.C.A opportunamente integrato secondo la proposta che segue:














I risultati attesi nella fase post-olimpica non potranno essere peggiorativi dello stato attuale, essendo il minimo risultato ipotizzabile quello del mantenimento della situazione attuale, fermo restando l’obiettivo di pervenire ad un risultato percentualmente migliorativo. In ogni caso tale schema verrà utilizzato per indicare nelle diverse fasi la variazione ai fini del monitoraggio in itinere.

TEMATICHE GENERALI

2 TERRITORIO E PAESAGGIO

2.1 PROBLEMATICHE

2.1.1 Livello di sistema

Gli interventi previsti delineano una serie di trasformazioni sui territori interessati che suggeriscono diverse considerazioni, in rapporto al livello di approfondimento delle singole opere proposte.

L’insieme degli interventi in cui si articola il PO interessa due ambiti territoriali: il sottosistema delle Valli e il sottosistema Urbano-metropolitano.

Va sottolineato che il PO è costituito da progetti specifici non ancora definiti; tale aspetto crea le maggiori problematicità, in quanto ci si trova nella condizione di essere vincolati ad alcune scelte ed ipotesi, senza conoscere, in certi casi, la reale consistenza degli interventi previsti.

Restano da definire alcuni parametri e modalità di attuazione: bisogna stabilire il “come” e il “quanto” degli interventi. Sotto questo punto di vista, il PO non è completamente esaustivo, nel senso che non contempla indicazioni sintetiche per definire una scala di priorità degli interventi integrativi, un quadro di indirizzi sintetico e sistematico per la progettazione delle opere e ipotesi alternative per gli interventi oggetto di giudizio negativo.

L’incompleto approfondimento di questi elementi rende più complesso esprimere valutazioni globali e formulare preferenze nel caso in cui la somma degli impatti indotti consigli la riduzione degli interventi accessori.

Bisogna evidenziare la carenza di supporti di indagine e di informazioni programmatiche che definiscano le ricadute territoriali ed urbanistiche degli interventi proposti.

Nello studio di compatibilità ambientale non è particolarmente approfondito, di conseguenza, il collegamento funzionale e urbanistico tra impianti, viabilità, strutture ricettive, aree per servizi pubblici, proprio perché, al momento, non sono ancora esplicite le opere previste nelle singole realtà locali. Non è stato quindi definito un piano complessivo degli interventi che permetta, per ciascuna realtà locale, di stabilire i carichi aggiuntivi in termini di ricadute urbanistiche. Allo stesso modo non compaiono indicazioni relative alla consistenza delle opere da realizzare, in termini di dimensionamento, funzioni connesse, localizzazione specifica ecc.

Queste carenze non permettono l’espressione di un giudizio completo su quanto proposto, ma possono indurre a formulare idonee indicazioni da seguire al momento della progettazione e della realizzazione come successivamente specificato.

Un altro aspetto da evidenziare è quello relativo all’inserimento paesaggistico degli interventi previsti dal PO.

Il tema del paesaggio, nello studio di compatibilità ambientale, emerge dall’analisi del contesto territoriale attraverso la valutazione dei fattori relativi alle caratteristiche fisiche, vegetazionali, culturali e visuali degli ambiti interessati dall’evento olimpico. Appare di maggior dettaglio l’analisi degli aspetti naturalistici e vegetazionali, mentre paiono da sviluppare ulteriormente le indagini condotte, soprattutto in ambito vallivo, sugli aspetti storico-culturali-visuali degli insediamenti esistenti, elementi peculiari caratteristici e caratterizzanti le vallate alpine.

La rilevanza paesaggistica degli ambiti vallivi è riconosciuta dalla stessa normativa di tutela paesistico - ambientale. Il paesaggio delle vallate alpine interessate dal PO, si presenta di particolare pregio e, seppure già segnato da modificazioni antropiche, conserva ancora numerosi elementi di pregio naturalistico, vegetazionale e storico-documentario.

Nello studio, l’accento sembra essere stato posto maggiormente sulla fruizione sportiva del territorio a prevalente carattere invernale, non considerando pienamente le ripercussioni sugli aspetti del paesaggio in funzione del turismo estivo. Risulta pertanto opportuno un approfondimento che permetta una valutazione globale del paesaggio, così come modificato dall’inserimento degli interventi proposti, che trovi attraverso forme di mitigazione e di compensazione degli interventi, il giusto equilibrio tra la pratica dello sci e la salvaguardia del patrimonio alpino.

Lo studio presentato offre comunque indicazioni e indirizzi per operazioni puntuali di recupero e mitigazione degli interventi, che dovranno essere integrati con prescrizioni e successivamente ampliati a livello progettuale.

La realizzazione degli interventi previsti nel PO non può non costituire infatti motivo di impatto paesistico-ambientale, con alterazioni a carico della vegetazione, della morfologia, degli ambiti di interesse naturalistico e del disegno del paesaggio nel suo insieme.

Il potenziamento dell’offerta sportiva e turistica presenta notevoli problematiche relative alla compatibilità degli interventi rispetto al contesto paesistico- ambientale di riferimento. La realizzazione di opere dirette alla pratica dello sci (impianti di risalita, piste, impianti di innevamento artificiale con bacini di accumulo), può avere ripercussioni notevoli sui contesti alpini considerati, in alcuni casi ambiti ancora integri, inseriti in parchi regionali o individuati come biotopi, per le rilevanti modificazioni che verrebbero apportate al patrimonio idrico, alla natura e al paesaggio montano.

Per quanto riguarda gli aspetti infrastrutturali, allo stato attuale del processo di valutazione, senza precisazioni progettuali, pare opportuno sottolineare come, in considerazione degli interventi del PO, le conseguenze per il paesaggio possano essere penalizzanti, per le trasformazioni prodotte sul paesaggio stesso. La realizzazione di opere quali trincee, gallerie, rilevati o viadotti, costituiscono criticità sostanziali, nel produrre l’interruzione della continuità dei luoghi e alterazioni nel disegno del paesaggio.

2.1.2 Livello locale.

Area torinese

La maggior parte degli interventi previsti nella città di Torino concorrono al processo di riqualificazione e rifunzionalizzazione intrapreso negli scorsi anni, che trova le sue basi nell’attuazione del piano regolatore.

In merito agli interventi specifici previsti dal piano per le Olimpiadi, va sottolineato che lo stesso proponente, all’interno dello studio di compatibilità ambientale, ha evidenziato i principali effetti positivi e negativi, nonché un quadro complessivo di riferimento rispetto all’attuale stato di avanzamento programmatico e amministrativo (si citano in particolare i paragrafi 2.1.2, 6.1, 7.2 dello S.C.A.).

Non sono stati tuttavia sciolti, allo stato attuale, alcuni dubbi inerenti a quegli impianti per i quali sono state proposte differenti ipotesi localizzative e per i quali lo stesso studio non individua percorsi di scelta.

Gli ambiti maggiormente interessati appartengono ad aree di trasformazione individuate dal Prg, per le quali sono già in atto programmi specifici (Programmi di riqualificazione urbana, Programmi integrati, altri programmi comunitari, opere di interesse statale - viabilità, edifici universitari, ecc.-, attuazione ordinaria dei Prg) che stanno definendo o realizzando il nuovo assetto della città, imperniato sul progetto della Spina Centrale, che fungerà anche da collegamento tra queste nuove realtà urbane.

Per tali siti sarà necessario definire, nello specifico, il livello e le fasi di integrazione tra i diversi interventi e tra essi e la città esistente, anche in relazione alle trasformazioni oggi previste o in corso di attuazione.

Durante il processo di attuazione del PO, il livello e le fasi di integrazione dovranno essere definiti sia sul piano fisico e funzionale, che sul piano procedurale.

Rispetto all’inserimento delle nuove strutture nell’organismo urbano va segnalata la necessità di inserire i nuovi manufatti all’interno di un disegno urbanistico complessivo che concorra all’integrazione spaziale e funzionale dei nuovi volumi edificati con il contesto circostante.

L’integrazione fisica e funzionale tra “distretto olimpico” e città esistente é legata anche al sistema della mobilità su gomma e ferro, alla rete di fruizione pedonale e ciclabile, alla qualità del disegno urbano.

Anche se di rango inferiore per dimensioni e collocazione strategica, le trasformazioni indotte dal “distretto olimpico” sono paragonabili a quelle della Spina Centrale. L’area gravita, ancora una volta, intorno alla linea ferroviaria, al complesso architettonico del Lingotto, a quello meno noto ma di notevole valore architettonico dei Mercati Generali, alla stazione Lingotto, alle aree dei magazzini, al previsto nuovo stadio Filadelfia, il cui riutilizzo consentirebbe di completare la definizione fisica e funzionale dell’area.

Ambiti vallivi

Gli interventi negli invasi vallivi previsti dal PO si sviluppano a vari livelli, avendo come finalità anche quella di favorire un rilancio del turismo montano.

La volontà dei proponenti è infatti quella di promuovere il comprensorio sciistico attraverso la realizzazione di nuovi impianti di risalita e di innevamento. Tali finalità vanno mediate dalla necessità di conseguire un bilancio ambientale positivo in termini di risorse naturali e di qualità del paesaggio. Pare opportuno, in questo caso, valutare attentamente l’effettiva necessità di certi impianti, cercando di definire, a livello complessivo, un piano che promuova soluzioni anche restrittive, ma in grado comunque di garantire lo sviluppo locale.

Va sottolineato infatti come le politiche di sviluppo locale dovrebbero perseguire obiettivi finalizzati non solo all’ampliamento e alla fruibilità del comprensorio sciistico, ma incentivare l’incremento del turismo multistagionale, attraverso iniziative specifiche che garantiscano il diffondersi di questa opportunità.

Il Piano regionale di approfondimento del PTR sulla Valle di Susa, ad esempio, di prossima redazione, sarà finalizzato a definire percorsi culturali, indirizzi per la riqualificazione di sistemi urbani, criteri per la valutazione delle risorse naturali e paesaggistiche, ed altre fattispecie, con l’obiettivo di accompagnare la riqualificazione del territorio montano interessato, in funzione di una sua fruizione anche turistica e multistagionale.

Gli effetti di queste politiche territoriali sono tesi ad assicurare benefici in termini ambientali, ma anche sociali, non solo per i comuni olimpici, ma per l’insieme delle località vallive.

Per quando riguarda i riflessi urbanistici, l’analisi del Piano degli interventi, come già accennato, non permette di valutare la reale consistenza delle possibili trasformazioni dei suoli.

Risulta tuttavia necessario indicare un percorso metodologico da seguire nelle successive fasi per giungere ad una verifica degli impianti urbanistici locali attraverso la predisposizione di un quadro programmatico di livello comunale da confrontare con i singoli Prg, in modo da avviare, se del caso, le necessarie modifiche.

In merito agli impianti sportivi va segnalato che le previste “arene” ricadono in aree in parte già destinate ad attrezzature sportive (da verificare con le singole localizzazioni al momento del dimensionamento); preoccupazioni maggiori suscitano le strutture annesse agli “arrivi” delle singole piste, in quanto non sono stati forniti dati dimensionali per poter effettuare le opportune verifiche. Le stesse perplessità permangono per quanto riguarda le urbanizzazioni e gli spazi per la sosta dei veicoli, da valutarsi anche in relazione al tipo di mobilità prevista.

Analogo ragionamento può essere effettuato riguardo alle previsioni per le destinazioni turistico - ricettive: il Piano degli interventi individua in questo caso gli interventi essenziali, non provvedendo però a fare un bilancio locale sulle necessità di offerta turistica per ospiti o utenza stagionale. Anche in questo caso si dovrà procedere ad una verifica puntuale per definire le quantità da garantire, soprattutto in visione post olimpionica (utilizzando, ove possibile, in caso di necessità di nuove strutture gli specifici incentivi economici previsti dalle leggi regionali di settore).

In merito agli aspetti paesaggistici, come già accennato, vanno considerati i prevedibili impatti conseguenti alla realizzazione delle opere, prefigurando le necessarie azioni compensative finalizzate all’inserimento degli interventi previsti.

La realizzazione dei bacini per l’innevamento artificiale può configurarsi come modificazione di rilievo degli aspetti paesaggistici dei contesti d’intervento, sia per il dimensionamento proposto per i bacini di raccolta da realizzare ex novo, con proposte di utilizzo dei laghi alpini d’alta quota, sia per la realizzazione delle opere accessorie (opere di captazione, piste, condotte). Lo studio di compatibilità ambientale sottolinea i pesanti impatti derivanti da tali realizzazioni, per la possibile compromissione delle risorse idriche, ed evidenzia la necessità di alternative di localizzazione per alcuni bacini di accumulo proposti nel territorio del Comune di Claviere, in ambiti di elevato pregio naturalistico.

Il potenziamento degli impianti sportivi esistenti può comunque costituire situazioni di compromissione paesistica dei siti d’intervento. L’ampliamento dei tracciati delle piste, a scapito della vegetazione boschiva, con bordi rettificati e le nuove canalizzazioni dei tracciati degli impianti di risalita, potrebbe portare ad una percezione visiva dei versanti di estrema geometricità, per la moltiplicazione degli elementi lineari nel paesaggio.

Le criticità emergenti nell’ambito degli interventi necessari ai sensi della legge 285/00 riguardano inoltre gli impatti connessi alle realizzazioni del trampolino dei salto e della pista dei bob per i quali si rimanda allo specifico paragrafo.

Altra fonte di criticità potenziale considerata è la realizzazione degli interventi connessi con lo sviluppo del sistema turistico- recettivo.

Gli interventi considerati come necessari ai sensi della legge 285/00, oltre alle realizzazioni che trovano attuazione nei contesti urbani di Torino, Pinerolo, Torre Pellice, sono riconducibili in ambito vallivo ai villaggi olimpici previsti nei Comuni di Sestriere e Bardonecchia.

Il contenimento dei possibili impatti determinati dalla realizzazione delle strutture può avvenire attraverso un’attenta progettazione, che privilegi il recupero dei patrimonio edilizio esistente e/o soluzioni riferite alla tradizione architettonica locale, ed anche attraverso studi mirati di inserimento paesaggistico dei nuovi insediamenti, al fine di limitare le trasformazioni dei contesti urbani ormai consolidati. Inoltre, come evidenziato nello Studio del proponente, dovranno essere previste da subito proposte di utilizzo e gestione futura di tali strutture.

Non meno problematica appare la realizzazione di interventi di urbanizzazione primaria, connessi con la costruzione delle strutture sportive olimpiche, interventi considerati necessari al PO ai sensi della legge 285/00. Nello Studio di Compatibilità Ambientale non risultano individuati e quantificati i siti destinati a tali opere.

2.2 PRESCRIZIONI.

2.2.1 Prescrizioni tecniche e Programmatiche

Area torinese

Per gli interventi puntuali previsti in ambiti caratterizzati da un insieme di funzioni al contorno già definite o in via di definizione (area Spina 2 - Politecnico, area Spina 3, aree villaggi media localizzati nei vari ambiti urbani) si tratterà di garantire la reale integrazione tra le strutture legate alla manifestazione e le adiacenze soprattutto in visione post olimpica in termini di soluzioni progettuali, tipologie edilizie, fruizione degli spazi interni ed esterni, percorsi di accesso e di connessione alla viabilità urbana ecc.

Per gli interventi previsti in area Lingotto - Mercati Generali (il cosiddetto “distretto olimpico”), i procedimenti di approvazione dei progetti dovranno prevedere forme e strumenti di coordinamento, che consentano di valutare le trasformazioni previste alla scala urbana. Considerato che gli interventi olimpici rappresentano gli elementi cardine della trasformazione dell’intero quartiere, è necessario che l’insieme dei progetti sia pensato all’interno di un unico disegno urbanistico finalizzato alla sistemazione dell’intero ambito in funzione della sua valenza post olimpica, considerando anche le possibilità di raccordo con l’area Italia ‘61, anch’essa interessata da infrastrutture olimpiche, e affrontando il tema della viabilità anche in funzione della previsione di realizzazione di parcheggi di scambio modale.

Un aspetto non meno importante è quello della gestione della fase di cantiere per il quale sarà necessario prevedere idonee soluzioni compensative per i disagi alla mobilità e per minimizzare gli impatti in termini di inquinamento (acustico, atmosferico ecc.).

Per quanto riguarda le destinazioni d’uso post olimpiche, esse andranno definite con chiarezza sin dalle prime fasi, valutando con attenzione i requisiti, anche normativi, necessari per riutilizzare i singoli edifici e manufatti, e per restituire ai siti interessati una concreta fruibilità dopo le Olimpiadi. Per gli impianti sportivi, sarà necessario intraprendere politiche promozionali per la diffusione delle attività che in essi potranno svolgersi.

Rispetto alle tematiche relative agli ambiti a vincolo paesaggistico, va evidenziato che, al momento, in assenza di una puntuale localizzazione degli interventi, parrebbero ricomprese in tali ambiti le sole aree in sponda del Po (area BIT, Torino Esposizioni, per le quali non sono tuttavia previsti interventi strutturali) e lungo la Dora (possibilità che il villaggio media 2 sia ricompreso parzialmente nella fascia vincolata) per le quali risulterà necessario considerare tale aspetto come dato progettuale in funzione di una riqualificazione della sponda interessata.

Ambiti vallivi

Risulta necessario indicare un percorso metodologico da seguire nelle successive fasi per giungere ad una verifica degli impianti urbanistici locali, attraverso la predisposizione di un quadro programmatico di livello comunale da confrontare con i singoli Prg, in modo da avviare, se del caso, le necessarie modifiche.

Le opere relative all’evento olimpico (necessarie ed eventuali integrative ed accessorie) dovranno infatti essere dimensionate e localizzate in base ad uno studio programmatico di livello comunale che tenga conto dei seguenti criteri e obiettivi:

- valutazione del carico antropico aggiuntivo conseguente alla realizzazione degli interventi sia durante l’evento, sia dopo l’evento;

- verifica dello stato di attuazione delle previsioni di Prg;

- verifica delle eventuali carenze strutturali di impianto urbanistico pregresse e successive alla realizzazione degli interventi, in termini di viabilità, parcheggi, strutture ricettive, strutture di servizio ecc.; rapporti con la strumentazione urbanistica vigente in relazione, oltre che agli impianti necessari, anche all’insieme di opere previste (attrezzature ricettive, di supporto agli impianti, spazi pubblici, viabilità, ecc.) sia rispetto allo stato di fatto, che rispetto alle possibili implementazioni conseguenti allo svolgimento dei Giochi;

- verifica ed eventuale nuovo dimensionamento dei servizi pubblici in funzione delle ipotesi di sviluppo post olimpico e ricerca di soluzioni temporanee per la gestione dei carichi eccezionali in periodo olimpico (allestimento di spazi e strutture temporanee, servizi di mobilità speciali, piani del traffico ad hoc, ecc);

- ai fini delle verifiche necessarie per il dimensionamento degli spazi destinati ai parcheggi e alle attrezzature di servizio, si dovrà altresì predisporre un Piano globale della mobilità che definisca le modalità (pubblico/privato) e le quantità da trasportare;

- indagine sugli elementi costitutivi del paesaggio naturale e costruito finalizzata alla valorizzazione ed al recupero degli elementi caratterizzanti il territorio;

- eventuale localizzazione per nuove destinazioni ricettive, privilegiando interventi di ristrutturazione e riqualificazione dell’esistente;

- definizione di criteri ed eventuali azioni da intraprendere per la riqualificazione del tessuto edilizio storico, recente e del sistema della viabilità attraverso l’utilizzo delle risorse speciali destinate o in funzione dell’appetibilità commerciale, produttiva, di servizio, conseguente alla manifestazione olimpica;

- riqualificazione del paesaggio naturale;

- definizione di indirizzi per la progettazione in termini di aree impegnate con strutture fisse e/o temporanee, tipo di materiali utilizzati, coerenza tipologica ed edilizia rispetto ai contesti nei quali gli interventi si vanno a collocare (con particolare riferimento agli ambiti di pregio paesaggistico e/o vincolati ai sensi della normativa paesistico ambientale), connessione pedonale tra gli impianti, incentivazione al riuso di strutture esistenti (in particolare per le destinazioni ricettive), connessioni tra impianti e viabilità, destinazione finale degli impianti (utilizzazione post-olimpica delle strutture).

Alcuni dei contenuti e delle risultanze scaturite da tali verifiche potranno trovare conferma nell’ambito di specifiche varianti ai Prg anche all’interno delle procedure di cui alla L. 285/00, per i soli interventi ritenuti indispensabili all’organizzazione dei Giochi.

Le rimanenti previsioni potranno trovare attuazione attraverso le normali politiche di trasformazione dei suoli delle singole comunità locali.

Ai fini di tali verifiche risulta necessario valutare quanto sopra riportato, anche in relazione alle schede relative a ciascuna località contenute nello studio di compatibilità ambientale elaborato dal proponente che, in molti casi, definiscono le azioni di integrazione e compensative finalizzate al contenimento degli impatti ed alla valorizzazione dei siti interessati.

Va precisato, inoltre, che le eventuali varianti, da approvare in sede di conferenza di servizi ai sensi dell’art. 9 della legge 285/2000, dovranno essere predisposte in ottemperanza a quanto disposto dalla L.R. 56/77 e s.m.i. e sue circolari esplicative, sia in termini di contenuti, che di elaborati progettuali.

In merito agli aspetti paesaggistici si evidenzia quanto segue.

Obiettivi quali la conservazione e la riqualificazione della qualità paesaggistica, dovranno trovare attuazione attraverso soluzioni progettuali e modalità realizzative qualificate, tali da garantire un adeguato inserimento degli interventi previsti nei rispettivi contesti paesistico-ambientali. Indispensabili a questo proposito sono le operazioni di mitigazione degli impatti e le forme di compensazione paesistico-ambientale degli interventi. Le mitigazioni degli impatti da realizzare in fase di cantiere ed in fase di esercizio, si configurano come interventi puntuali di progetto del paesaggio; esplicitate nello studio del proponente in riferimento agli interventi previsti, le forme di mitigazione dovranno essere individuate in fase progettuale per ogni singola opera prevista.

Le operazioni di compensazione da attuare in funzione della conservazione e riqualificazione del paesaggio dovranno mirare alla valorizzazione delle emergenze naturalistiche e paesaggistiche, al recupero e alla riqualificazione degli insediamenti preesistenti, integrati nel contesto paesistico-ambientale; alla valorizzazione delle tipologie costruttive tradizionali, al recupero delle frazioni e delle borgate di valore storico-documentario; alla valorizzazione di elementi di pregio caratterizzanti il territorio in oggetto, quali le architetture militari; al mantenimento della diversità paesistica, con riferimento agli ambienti coltivati e naturali; alla conservazione degli elementi minori di costruzione del paesaggio che testimoniano l’uso storico del territorio.

Nell’ambito delle operazioni di compensazione sembra necessario evidenziare la necessità di proposte di intervento su area vasta, relative anche alle basse valli e alla zona pedemontana, quale occasione di riqualificazione di ambiti compromessi da rilevanti interventi infrastrutturali e di valorizzazione degli elementi di pregio caratterizzanti gli stessi contesti.

Si ritiene inoltre opportuno che il quadro programmatico degli interventi previsti per ogni Comune sia affiancato da un programma o progetto di accompagnamento con funzione paesistica. Tale approfondimento, da effettuare in relazione alle già citate verifiche urbanistiche, dovrà individuare le misure necessarie per la compensazione e il recupero delle modificazioni prodotte all’integrità del contesto paesistico, sulla base di un’attenta analisi dello stato attuale della natura e del paesaggio con riferimento agli indicatori stessi del paesaggio (le caratteristiche geologiche, le aree protette, i biotopi, le caratteristiche storico-culturali, urbanistiche, infrastrutturali degli ambiti in oggetto).

Nello Studio di Compatibilità Ambientale si auspica che la tutela dei contesti di pregio paesaggistico, interessati dagli interventi, non solo di tipo vincolistico, ma di tutela attiva del territorio dovranno trovare soluzione nelle successive fasi.

Si ribadisce la necessità di affiancare alle opere di mitigazione proposte anche operazioni complessive di restauro paesistico dei siti ad oggi maggiormente degradati.

Al fine di contenere le possibili ripercussioni sull’aspetto del paesaggio connesse alla pratica dello sci e di conservare e tutelare i paesaggi alpini d’alta quota, si dovranno valutare attentamente gli interventi situati in paesaggi naturali poco alterati o sopra al limite delle aree vegetate, dove le modifiche costituiscono motivo di impatto visivo, o l’inserimento di strutture in elevazione che generano considerevoli alterazioni all’aspetto del paesaggio (impianti di risalita). Occorrerà inoltre prestare la massima attenzione all’integrazione nel paesaggio delle opere accessorie a servizio degli impianti, in particolare in ambiti aperti ad ampie visuali, al limite di aree boscate, anche in riferimento alla scelta dei materiali da costruzione.

La realizzazione degli interventi connessi agli impianti di innevamento, necessari all’evento olimpico, dovrà comunque essere condotta, in fase progettuale, prevedendo attente misure di inserimento paesaggistico, anche per le opere accessorie, privilegiando scelte localizzative in paesaggi già modificati, in aderenza a infrastrutture esistenti, con operazioni di mitigazione e di compensazione da realizzarsi anche in fase di cantiere.

3 RISCHI NATURALI E DIFESA DEL SUOLO

3.1 PROBLEMATICHE

3.1.1 Livello di sistema

Lo S.C.A. non offre un quadro generalizzato del dissesto idrogeologico tanto in ambito urbano quanto nel sottosistema valli; mancano considerazioni anche in merito al rapporto tra il dissesto idrogeologico e la viabilità. Nell’ambito dello stesso sono individuate talune criticità che tuttavia spesso vengono rinviate ad ulteriori approfondimenti, senza quindi che siano forniti sufficienti elementi di valutazione in relazione all’impatto delle opere sul territorio dal punto di vista dell’assetto idrogeologico.

Sono invece note nei settori interessati dall’evento olimpico, numerose criticità sotto il profilo della stabilità dei versanti, della dinamica fluviale torrentizia, del rischio valanghe.

Sotto questo aspetto l’ubicazione definitiva delle opere sia previste nel P.O. sia di iniziativa privata, non potrà prescindere da ulteriori approfondimenti e dal quadro conoscitivo esistente, rappresentato anche dal patrimonio conoscitivo in disponibile presso la Direzione 20, e in parte reperibile sul sito Internet regionale, in merito al dissesto ed alle valanghe nelle aree in cui si svolgeranno i Giochi Olimpici del 2006 che in seguito viene elencato:

* Carte tematiche (frane, conoidi e dinamica torrentizia) sia su supporto informatico che cartaceo alla scala 1: 100.000 (1990);

* Carta dei movimenti di massa delle alte valli del Chisone e di Susa in scala 1:100.000 (1984)

* Carta numerica dell’attività fluviale e torrentizia del bacino della Dora Riparia - Danni ai centri abitati ed indici di disequilibrio dei principali corsi d’acqua. Scala 1:50.000 (1994)

* Progetto CARG: Carta Geologica d’Italia a scala 1:50.000 fogli Susa e Bardonecchia;

* Carte dei movimenti gravitativi delle alte Valli di Susa e Chisone su supporto cartaceo ed informatico (16 tavolette dei Fogli 54, 55,66 e 67) alla scala 1: 25.000 (1994);

* Carta dell’instabilità idrogeologica in Alta Valle di Susa a scala 1:25.000 (1978)

* Informatizzazione dei dati sulla stima della pericolosità geomorfologica per il caso di Fenestrelle a scala 1: 10.000;

* Carta di localizzazione probabile delle valanghe di Bardonecchia - scala 1:25.000

* Carta di localizzazione probabile delle valanghe di Pragelato - Usseaux - scala 1:25.000

* Carta di localizzazione probabile delle valanghe di Fenestrelle -Roure - scala 1:25.000 (in allestimento)

* Carta di localizzazione probabile delle valanghe di Oulx - Sauze d’Oulx - Salbertrand - scala 1:25.000 (in allestimento)

* Carta di localizzazione probabile delle valanghe di Sestriere e Sauze di Cesana - scala 1:25.000 (in pubblicazione)

Le problematiche relative ai rischi naturali di natura idrogeologica ed idraulica sono anche da ricondursi al quadro complessivo degli strumenti di pianificazione territoriale locale a livello di PRGC e di pianificazione sovraordinata.

Esistono infatti delle ricadute normative degli strumenti di pianificazione locali e di bacino, approvati o adottati, sui siti individuati (in alcuni casi in modo approssimativo) delle nuove opere o di quelle esistenti, per le quali sono previsti interventi di trasformazione.

Gli strumenti vigenti sono:

* il Piano Stralcio delle Fasce Fluviali (PSFF), approvato con D.P.C.M. il 24 luglio 1998 e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 262 del 9 novembre 1998;

* il Piano Straordinario (PS 267), approvato con deliberazione del Comitato Istituzionale dell’Autorità di bacino n. 14/99 del 26 ottobre 1999;

* Il Progetto di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI), adottato con deliberazione del Comitato Istituzionale dell’Autorità di bacino n. 1/99 del 28 luglio 1999, in corso di approvazione.

Il Piano Stralcio delle Fasce Fluviali vigente non interessa ambiti montani, e pertanto non interferisce con il Sottosistema di Valle, ma può interessare il sottosistema urbano o anche infrastrutture specifiche nel caso di interferenza con corsi d’acqua normati dal Piano Stralcio delle Fasce Fluviali.

Si richiama, inoltre, la Direttiva approvata con deliberazione n. 2/99 del Comitato Istituzionale dell’Autorità di bacino del fiume Po in data 11 maggio 1999 “Criteri per la valutazione della compatibilità idraulica delle infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico all’interno delle fasce A e B”.

Il Piano Straordinario (PS 267), redatto in seguito all’entrata in vigore della legge Sarno (legge 3 agosto 1998, n. 267 e s.m.i.) interessa i Comuni di Cesana e Bardonecchia, ma dalla cartografia a disposizione non pare vi siano ipotesi di nuove localizzazioni, né di opere, né di infrastrutture, che interferiscano con le perimetrazioni delle aree a rischio molto elevato vincolate dalla legge 267/98.

Si richiamano, comunque, le norme di attuazione del PS 267 che, relativamente alle infrastrutture pubbliche di rete ricadenti in Zone 1 o 2, consentono unicamente interventi di adeguamento e ristrutturazione. Non sono cioè, ammessi altri tipi di interventi su opere o infrastrutture pubbliche o di interesse pubblico.

Il Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico, oggi in corso di approvazione interessa, invece, molte aree in cui ricadono opere previste nel Piano degli interventi dei Giochi Olimpici.

Il Piano individua aree interessate da dissesto idraulico e idrogeologico, suddivise in tipologie (frane, conoidi, valanghe, fenomeni di esondazione e di dissesto morfologico di carattere torrentizio) e secondo diverse classi in base al livello di pericolosità (molto elevata, elevata, media o moderata). Ad ogni tipologia individuata vi è associata una norma di limitazione all’attività edilizia, in riferimento ai tipi di intervento della legge 457 del 1978, che sono più restrittive per i fenomeni ritenuti ad alta pericolosità e meno per quelli a pericolosità media o moderata.

Le norme sui dissesti entreranno, presumibilmente, in vigore dopo 18 mesi dall’approvazione del PAI (questa disposizione è prevista da una norma transitoria, proposta in sede di Comitato Istituzionale e lì condivisa nei contenuti, ma non ancora approvata).

I Comuni, secondo la norma transitoria, in questo periodo, potranno avviare le verifiche dei dissesti esistenti sul proprio territorio (secondo quanto disposto dalla Circolare P.G.R. 7/LAP/96) e di compatibilità con quanto previsto dal PAI e le eventuali conseguenti varianti ai Piani Regolatori che, una volta approvate, sostituiranno sia le delimitazioni zonali delle aree in dissesto, sia le relative norme d’uso previste dal PAI.

Scaduto questo termine, laddove non sia stata portata a termine la procedura di adeguamento del Piano Regolatore, la normativa del PAI diventerà prevalente sulle norme locali.

Legge n. 365 dell’ 11 dicembre 2000

In ottemperanza a quanto previsto nella L. 365/2000 (Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 ottobre 2000, n. 279, recante interventi urgenti per le aree a rischio idrogeologico a favore delle zone danneggiate dalle calamità idrogeologiche di settembre ed ottobre 2000) nell’ambito delle Conferenze Programmatiche condotte per l’espressione del parere regionale, la Regione Piemonte ha individuato e perimetrato aree a Rischio Molto Elevato denominate aree RME/267/01 proponendo queste ad integrazione del quadro dei dissesti contenuto nel PAI ed ampliando il numero delle aree a rischio molto elevato già individuate nell’ambito del piano stralcio 267 (PS 267) di cui sopra. Tali aree saranno assoggettate alla medesima normativa prevista nelle norme di attuazione del PS 267 sinteticamente descritte nei precedenti paragrafi.

Nell’ambito delle valli interessate dai giochi olimpici tali aree sono state individuate su porzioni di territorio gravemente alluvionate nel corso dell’evento dell’Ottobre 2000. Le perimetrazioni proposte dalla Regione Piemonte sono state individuate nei comuni di Villar Pellice, Torre Pellice, Lucerna SG, in Valle Pellice, Inverso Pinasca, Pinasca, ed Usseaux in Val Chisone, Susa, Oulx in Valle Susa.

Il quadro a livello comunale relativo ai dati disponibili sul dissesto idrogeologico, ai monitoraggi di tipo geotecnico ed al quadro di Pianificazione locale e sovraordinata è sintetizzato nella seguente tabella:



3.1.2 Livello locale

Si rinvia ai capitoli successivi per l’analisi delle criticità puntuali legate ai singoli interventi.

3.1.3 Prescrizioni tecniche e procedurali

L’ottenimento della sostenibilità ambientale ed economica, dal punto di vista della salvaguardia dell’equilibrio idrogeologico ed idraulico del territorio, delle opere proposte dal P.O. è soggetta al soddisfacimento delle seguenti condizioni e criteri, ritenuti irrinunciabili:

- rispetto delle normative tecniche esistenti per la realizzazione delle opere senza deroghe di tipo tecnico;

- la realizzabilità delle opere è subordinata al requisito, verificato da specifici studi riguardanti le stesse, che queste non dovranno costituire motivo di rischio alcuno per l’ambiente circostante con la compromissione dell’assetto idrogeologico locale, nè dovranno essere esse stesse esposte a rischi di natura idrogeologica e idraulica;

- eventuali interazioni con zone di criticità potranno essere ammesse soltanto a condizione che l’interazione abbia carattere temporaneo e stagionale legato allo svolgimento dell’evento olimpico e che il progetto preveda, già nel suo computo, le modalità di eliminazione dell’interazione stessa attraverso il ripristino dello stato dei luoghi;

- nei siti oggetto di opere in ambiti critici dal punto di vista geologico tecnico dovranno essere installati, anticipatamente rispetto alla progettazione sistemi di monitoraggio di tipo geotecnico (inclinometrico, freatimetrico, topografico);

- i sistemi di rilevamento geotecnico, meteonivometrico e idrologico dovranno essere realizzati secondo specifiche progettuali che ne permettano l’integrazione con le reti regionali di monitoraggio;

- tutte le opere di difesa dal rischio idrogeologico connesse a strutture di nuova realizzazione o oggetto di sostanziale rifacimento dovranno essere considerate come facenti parte delle stesse e quindi rientrare nel medesimo quadro economico di finanziamento; lo stesso criterio deve valere per le opere di sistemazione idrogeologica al contorno di nuove opere, finalizzate a mitigare l’effetto ambientale delle stesse.

3.1.4 Prescrizioni programmatiche

Si sottolinea l’importanza della conoscenza del territorio su più livelli, dal quadro generale sino al quadro puntuale, quale indispensabile elemento in grado di guidare le scelte in merito alla più consona localizzazione degli impianti sportivi ed alla loro compatibilità con la situazione di dissesto del territorio.

A tal fine si ritiene pertanto indispensabile che tutti i comuni interessati dalla realizzazione delle opere previste per lo svolgimento dei Giochi Olimpici siano dotati di studi geologici, estesi all’intero territorio amministrato, effettuati secondo uno standard di lavoro elevato, ovvero prodotti ai sensi della Circ. P.G.R. 8.5.96 n° 7/LAP e della relativa Nota Tecnica Esplicativa, auspicando che vengano predisporsti in anticipo rispetto ai termini previsti nell’approvando Piano Stralcio per l’Assetto idrogeologico; negli elaborati del PRCG verranno pertanto precisate le relazioni tra le previsioni del P.O. ed il quadro complessivo degli strumenti di pianificazione sovraordinata (PAI, L.267/98, L.365/00).

Non essendo presenti nel P.O. opere che rappresentino un reale plusvalore ambientale nel campo della difesa del territorio dal rischio geologico, si rendono opportune opere di sistemazione idraulica volte a mitigare le condizioni di rischio in alcuni ambiti critici:

* i settori di confluenza tra il T.Chisone ed il Rio presso la stazione di partenza della cabinovia Borgata-Col Basset;

* la zona che ospita il campeggio di Sestriere Borgata e la viabilità di accesso alla frazione stessa;

* la frazione Sagnalonga di Cesana dove è necessaria la realizzazione di opere di manutenzione straordinaria delle strutture fermaneve sovrastanti;

* la S.P. 215 nel tratto in prossimità della frazione Grangesises nei comuni di Sauze di Cesana e Sestriere dove è necessaria la realizzazione di opere paravalanghe a difesa.

Inoltre in relazione a specifiche situazioni di criticità di tipo geologico-tecnico sarà necessario predisporre ed attivare in tempi brevi un piano di monitoraggio che specifichi parametri e modalità di rilevamento; i sistemi di monitoraggio dovranno essere compatibili con gli standard adottati dalle reti di monitoraggio regionali (inclinometrica, meteonivometrica, idrologica, freatimetrica), eventualmente coordinati con altri sistemi di monitoraggio di tipo ambientale;

ALLEGATI

A titolo di esempio del possibile utilizzo del patrimonio conoscitivo, disponibile presso la Regione Piemonte, si allega cartografia tematica dell’area di Pragelato, riportata nella sezione Cartografie e tabelle.

4 ENERGIA

4.1 PROBLEMATICHE.

4.1.1 Livello di sistema.

L’analisi effettuata in materia energetica in merito all’attuazione del Programma Olimpico, non potendo esprimere una valutazione su impianti e/o interventi energetici definiti nel Programma stesso, ha indirizzato la sua attenzione sull’esistenza o meno delle necessarie condizioni infrastrutturali al contorno. Sono quindi stati analizzati i fabbisogni energetici indotti dalla realizzazione dei Giochi, la sostenibilità dell’eventuale realizzazione di nuove infrastrutture, nonché le modalità più efficienti per soddisfare la crescita della domanda energetica e le misure volte a mitigare e a compensare gli impatti attesi.

Il lavoro istruttorio compiuto ha cercato di colmare i vuoti d’informazione e di analisi riscontrati nella documentazione consegnata dal TOROC, consentendo, ad oggi, di esprimere sia una valutazione generale in relazione al livello di sostenibilità dell’incremento della domanda rispetto al sistema energetico di volta in volta preso a riferimento, (scala regionale, provinciale, metropolitana e locale) che una valutazione più puntuale circa la sostenibilità e la priorità delle soluzioni praticabili in risposta alle sollecitazioni determinate dall’implementazione del citato Programma.

Un primo ordine di considerazioni ha portato a valutare il grado di incidenza dell’incremento atteso su base annuale nei consumi energetici rispetto al bilancio energetico regionale e provinciale. A tale riguardo, infatti, solo la parametrazione con il bilancio provinciale ha consentito di evidenziare dati significativi, sebbene di modesta entità, e precisamente un’incidenza inferiore all’unità percentuale per quanto attiene ai consumi aggiuntivi di energia elettrica ed inferiore allo 0,5% per quanto riguarda l’energia termica. Pertanto, tali ordini di grandezza negli incrementi attesi di domanda energetica a livello provinciale, non paiono preludere al verificarsi di criticità a livello di disponibilità delle fonti energetiche.

Nel contempo, per quanto attiene all’incremento delle emissioni aggiuntive di CO2, conseguente alla crescita attesa dei consumi energetici, le stime effettuate mediante una riparametrazione dei dati forniti dal TOROC, rilevano nel solo periodo dei Giochi un’emissione aggiuntiva pari a 8.6 kton. E, nel periodo dell’anno successivo agli stessi, un valore pari a circa 110 kton. Tali valori, se rapportati al dato delle emissioni annuali di CO2, su scala provinciale, pari a 18.000 kton., rivelano rispettivamente un’incidenza pari allo 0,04% nel periodo olimpico, nonché pari allo 0,6% nell’orizzonte temporale annuale, evidenziando l’emergere di una criticità in ordine al conseguimento dell’obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 più generalmente accettato a livello non solo nazionale, ma anche regionale e provinciale. Si evidenzia, a tale riguardo, che la mancanza di uno studio previsionale sulle esigenze e sulle soluzioni indicate in materia di mobilità, non ha consentito di valutare la pur ingente incidenza degli impatti attesi sotto il profilo delle emissioni di CO2 e di inquinanti.

4.1.2 Livello locale

Il sotto-sistema urbano

Con riferimento al sotto-sistema urbano, la previsione di soddisfacimento dei fabbisogni aggiuntivi di energia elettrica, (+ 1,94%) in termini di nuovi consumi su base annua e di potenza aggiuntiva (+ 3%), determinati dalle infrastrutture ricettive e dagli impianti sportivi previsti nella città di Torino, se per un verso non pare sollevare difficoltà in ordine alla disponibilità del vettore elettrico e al grado di infrastrutturazione delle linee di trasporto e distribuzione del sistema elettrico metropolitano, per altro verso solleva preoccupazioni in ordine agli effetti che, ove non opportunamente calmierati, potrebbero prodursi a monte, a livello di emissioni correlate al processo di generazione elettrica.

Per quanto attiene invece alla crescita dei fabbisogni di energia termica, la previsione di potenza aggiuntiva è quantificata in circa 58 MW per gli impianti sportivi e le infrastrutture ricettive di Torino, rappresentando un incremento percentuale pari all’1% della potenza termica totale oggi disponibile nell’area urbana.

A tale riguardo, in ordine alla ipotesi avanzata di allacciare alla rete di teleriscaldamento le infrastrutture e gli impianti previsti nell’area del Lingotto e degli ex Mercati Generali, sono state effettuate verifiche sul grado di sufficienza dell’infrastrutturazione esistente.

In particolare, da un confronto tecnico con l’AEM Torino Spa è risultato che l’allacciamento alla rete di teleriscaldamento delle suddette nuove infrastrutture, stante l’attuale estensione delle infrastrutture di rete, non comporterebbe particolari difficoltà. Alcuni problemi potrebbero invece sorgere sotto l’aspetto idraulico (presenza della necessaria pressione nelle reti) e della disponibilità aggiuntiva di potenza termica, considerato l’attuale stato di saturazione dell’utilizzo del calore prodotto dalla centrale di Torino Sud che, pur essendo oggetto di un programma di ripotenziamento in procedura di VIA, non potrà comunque erogare quantità di calore superiori alle attuali, stante il dimensionamento delle reti oggi esistenti.

In ultimo, dalla menzionata attività di verifica con l’Azienda Energetica Metropolitana è anche emerso un primo orientamento positivo circa la disponibilità della stessa a connettere al servizio di teleriscaldamento le infrastrutture del Programma che dovessero essere localizzate in altre aree della città, attualmente non collegate alle reti esistenti. Tale disponibilità potrebbe concretizzarsi con la realizzazione ex novo di impianti di cogenerazione asserviti a reti locali di teleriscaldamento, in una logica di impianti dedicati, e atti a servire le predette utenze in una dimensione di quartiere.

Se tali, dunque, risultano essere i caratteri distintivi delle opportunità di soddisfacimento dei fabbisogni energetici aggiuntivi nel contesto urbano della Città di Torino, ben diversa ed assai più problematica appare la situazione che contraddistingue il sotto-sistema valli.

Il sotto sistema valli

A tale riguardo, l’analisi istruttoria ha individuato nel sotto-sistema valli l’ambito territoriale interessato dal Programma Olimpico in cui si prevedono le maggiori criticità per quanto riguarda sia l’infrastrutturazione e l’approvvigionamento di risorse energetiche, sia gli impatti derivanti sull’ambiente dall’incremento atteso delle potenze richieste e dei consumi.

Iniziando l’analisi proprio dall’esame delle previsioni sui consumi e sulle potenze aggiuntive, si è subito rivelata l’esistenza di una dicotomia in termini di ordini di grandezza tra l’entità della domanda aggiuntiva di energia termica, peraltro contenuta entro limiti fisiologici, e l’affatto importante ordine di grandezza relativo ai futuri fabbisogni di energia elettrica, strettamente connessi al funzionamento della pluralità degli impianti di innevamento artificiale e di risalita previsti dal Programma.

Sotto il profilo degli incrementi della domanda di energia termica correlata alle infrastrutture ricettive previste a Sestrière, San Sicario e Bardonecchia, occorre precisare che non sussistono particolari preoccupazioni in ordine alla capacità di soddisfacimento dei futuri fabbisogni di calore ad uso riscaldamento, anche alla luce del potenziamento in corso dell’impianto di cogenerazione (+ 1,5 MWe) al servizio della rete di teleriscaldamento di Sestrière e del completamento in atto di reti ed impianti omologhi (per una potenza stimata complessiva pari a 6 MWe) a Bardonecchia. Risulta poi in corso la fase di progettazione di un terzo impianto di cogenerazione (1,5 MWe) asservito ad una rete di teleriscaldamento in località San Sicario.

A tal proposito si rileva che tutti gli impianti citati, essendo caratterizzati da una produzione combinata di energia elettrica e calore, nonché alimentati a gas naturale e contraddistinti da elevati requisiti di efficienza energetica, contribuiranno a determinare una razionalizzazione dei consumi ad uso riscaldamento nelle località in questione, unitamente ad una consistente acquisizione di crediti emissivi a livello locale, conseguente ad una riduzione delle attuali emissioni di inquinanti e di biossido di carbonio.

Per quanto concerne, poi, l’alimentazione a gas naturale dei predetti impianti e più in generale il conferimento di metano nelle valli di Susa e Chisone, non si prevedono problemi di approvvigionamento, in ragione della elevata capacità di trasporto delle infrastrutture lineari (metanodotti) al servizio dei territori in questione; capacità quest’ultima, che ad oggi risulta essere pressoché doppia rispetto agli attuali fabbisogni nell’approvvigionamento di gas.

A conclusioni ben diverse ha quindi condotto l’analisi istruttoria in merito ai previsti incrementi di potenza e di consumo di energia elettrica che, come è stato già affermato, risultano di cospicua entità.

A tale riguardo, una parametrazione delle previsioni dello S.C.A. in ordine sia alle potenze aggiuntive richieste, che alla crescita attesa dei consumi, rispetto alla base storica registrata nell’ultimo anno di riferimento (2000) in ogni singolo Comune montano interessato, ha infatti evidenziato quasi ovunque la previsione di sostenuti incrementi percentuali dei carichi elettrici rispetto alla situazione odierna. Una previsione di crescita, quest’ultima, che appare già sottostimata in partenza, non considerando gli incrementi (+30% circa) indotti dai probabili sviluppi dell’edilizia residenziale e delle strutture di servizio oggetto di potenziali modifiche nei PRG comunali, nonché della somma degli incrementi fisiologici annui da oggi al 2006 (+9% circa).

Ciò premesso, tali incrementi percentuali, che in taluni casi assumono anche una dimensione di raddoppio delle potenze attualmente impegnate, hanno ingenerato forti preoccupazioni in ordine sia al grado di sufficienza del sistema dell’infrastrutturazione elettrica nelle due valli, che alla capacità locale delle reti distributive esistenti di garantire la copertura dei carichi aggiuntivi previsti, in condizioni di affidabilità, sicurezza, qualità del servizio e disponibilità di un margine cautelativo di potenza di riserva.

In particolare, dall’analisi effettuata, è emerso che, se per un verso nelle due valli non si prevede l’insorgere di problemi riguardanti le linee ad altissima tensione interessate al sistema distributivo, nonché al sistema delle cabine primarie e dei centri satellite, viceversa forti criticità potrebbero determinarsi per quanto attiene all’infrastrutturazione lineare di distribuzione elettrica in media tensione, ovvero alle linee a 15 kV.

A tale riguardo, l’attività di verifica si è concentrata sui Comuni montani sospettati di essere a più elevato rischio di criticità, ovvero Clavière, Cesana, Sauze d’Oulx, nonché sulla località di San Sicario in Comune di Cesana Torinese.

Dal confronto avuto con l’ENEL Distribuzione Spa, buona parte di tali preoccupazioni sono risultate fondate, tant’è che la stessa Società elettrica ha già in corso lo studio di soluzioni riguardanti la realizzazione di nuove linee elettriche e il potenziamento di quelle esistenti.

Passando sinteticamente in rassegna le località caratterizzate dalle maggiori criticità, si rileva che a San Sicario, in conseguenza degli incrementi di consumo elettrico previsti, si renderà necessario realizzare nuovi tracciati di linee orientate in direzione del monte Fraitève, per un’estensione totale pari a circa 5.800 metri, al fine di connettere al servizio elettrico zone attualmente non elettrificate, effettuando un nuovo collegamento elettrico con il Sestrière.

Nel caso di Sauze d’Oulx, invece, al fine di rendere più sicuro ed affidabile il servizio elettrico, si renderà necessario provvedere alla realizzazione di una nuova dorsale di alimentazione in MT (circa 4.200 m.) a partire dalla cabina primaria di Oulx, parallela all’attuale dorsale che collega il versante est del comprensorio sciistico, nonché al potenziamento della rete in MT esistente (circa 950 m.).

Per quanto riguarda il comprensorio di Clavière-Cesana, poi, dovrà essere realizzata una nuova dorsale di collegamento tra Cesana e Clavière, passante in località Sagnalonga, per un totale di circa 3.900 metri, ai fini di garantire una maggiore sicurezza e qualità del servizio elettrico a fronte del possibile verificarsi di eventi atmosferici eccezionali e di precipitazioni nevose particolarmente abbondanti.

Infine, tra gli interventi classificati indispensabili dalla Società elettrica risulta altresì la costruzione di linee aeree in MT a Bardonecchia, per un’estensione totale pari a circa 1.000 m.

A consuntivo degli interventi sulle linee elettriche ritenuti indispensabili saranno realizzati 15.850 metri di rete in MT, per un costo quantificato da ENEL in lire 1.700 milioni circa. Tale risulta essere l’investimento che la Società elettrica sarebbe pronta ad affrontare per adeguare il sistema di infrastrutturazione elettrica dei Comuni montani sedi di gare, con ricorso a livelli di qualità standard.

Un’ipotesi d’intervento integrativo, invece, volta a garantire, oltre agli obiettivi predetti, anche le alimentazioni aggiuntive di riserva, nonché il miglioramento dell’impatto visivo sul territorio, rispetto alla situazione preesistente, comporterebbe secondo le previsioni dell’ENEL la posa di cavi in MT sotterranei per un’estensione totale pari a circa 17.900 metri.

L’analisi ha quindi affrontato un ulteriore fattore di criticità rappresentato dal forte aumento dei consumi elettrici nei Comuni montani, dovuto, alla pluralità degli impianti di innevamento artificiale e alla realizzazione/potenziamento degli impianti di risalita previsti.

L’analisi condotta ha evidenziato anche in questo caso, come la previsione dei consumi aggiuntivi è risultata sottostimata, non avendo tenuto in conto gli incrementi derivanti dagli eventuali ampliamenti delle zone edificate e dal trend annuo di crescita fisiologica dei consumi elettrici (+ 2% annuo circa).

In particolare, come risulta dal confronto tra le previsioni di crescita dei consumi e le basi storiche degli stessi riferite ad ogni singolo Comune interessato, nell’ultimo anno di riferimento (2000), gli incrementi previsti sono estremamente consistenti, soprattutto se considerati sull’orizzonte temporale dell’anno successivo all’effettuazione dei Giochi. In taluni casi, infatti, si raggiungono anche il raddoppio e talora la triplicazione dei valori del consumo elettrico rispetto ai dati oggi registrati.


4.2 PRESCRIZIONI

4.2.1 Livello di merito

In generale, per quanto attiene la materia energetica, il processo avviato dovrà garantire, nel quadro di un approccio orientato all’uso razionale della risorsa energetica, un’azione volta a razionalizzare, contenendoli, gli incrementi di potenza e di consumo energetico, anche mediante il sistematico ricorso all’utilizzo di tecnologie avanzate in grado di impegnare minori potenze e sortire una riduzione di consumi a parità di servizio reso.

Per quanto attiene alla realizzazione delle nuove infrastrutture ricettive ed alla ristrutturazione del parco edilizio esistente, si sottolinea la necessità di favorire un processo di qualificazione dell’intero processo di produzione edilizia, dalla progettazione alla gestione, mediante il ricorso alle tecniche dell’architettura bioclimatica. Tra le esigenze a cui viene dato particolare risalto figura la valorizzazione delle interazioni tra edificio e fattori climatici per ridurre il consumo di energia e massimizzare il ricorso alle risorse rinnovabili.

A fronte, poi, dell’esigenza di soddisfare il fabbisogno aggiuntivo di energia termica ad uso riscaldamento per le infrastrutture di carattere ricettivo e per gli impianti sportivi localizzati in Torino, si ritiene, in linea con quanto suggerito dallo S.C.A., che lo stesso debba essere soddisfatto, nella misura massima possibile, mediante l’allacciamento delle utenze di cui trattasi alle reti di calore del teleriscaldamento urbano, con indubbi vantaggi in termini di efficienza energetica e di riduzione delle emissioni di gas serra e di inquinanti, in un contesto urbano peraltro già fortemente compromesso sotto il profilo della qualità dell’aria.

Per quanto attiene poi all’affermazione riportata nello S.C.A., secondo cui non vi sarebbe dubbio che lo scenario successivo ai Giochi nelle località montane sarà caratterizzato dalla presenza di nuovi impianti di produzione energetica in loco e/o da altre linee di trasporto delle energie altrove prodotte, si ritiene utile precisare che non dovrà essere consentita la realizzazione di nuovi impianti di generazione di energia elettrica nelle valli ad esclusione dei citati e già previsti impianti di cogenerazione asserviti al teleriscaldamento, che non siano alimentati da fonti strettamente rinnovabili. Ciò significa che il fabbisogno aggiuntivo di energia elettrica dovrà essere soddisfatto mediante il vettoriamento della stessa secondo le modalità e i criteri d’intervento sopra previsti, anche al fine di consentire un miglioramento dell’attuale bilancio ambientale e non, viceversa, mediante la generazione in loco che non avvenga a mezzo delle fonti energetiche menzionate. L’implementazione di tale indicazione prescrittiva potrà altresì costituire l’occasione per ridurre le attuali emissioni di gas serra e di inquinanti attraverso un processo di razionalizzazione degli impianti di produzione energetica esistenti.

4.2.2 Livello programmatico con riferimento alle istituzioni

Ad un livello di compensazione degli impatti attesi, poi, l’incremento previsto dei consumi, a seguito della realizzazione delle infrastrutture e degli impianti del Programma Olimpico, dovrà essere debitamente bilanciato nei due sotto-sistemi mediante la realizzazione da parte della Regione e della Provincia di Torino di campagne di efficienza energetica e l’implementazione di misure di gestione della domanda che riguardino sia gli usi elettrici, sia quelli termici, volte a contrastare il trend di crescita dei consumi energetici e, conseguentemente, delle emissioni di inquinanti e di biossido di carbonio in atmosfera. In particolare, la Provincia di Torino, nell’ambito delle proprie competenze in materia di uso razionale dell’energia, dovrà favorire l’adozione di impianti ed apparecchiature ad alta efficienza energetica, a partire dagli impianti di risalita e di innevamento artificiale fortemente energivori, fino a pervenire a forme di sostegno all’acquisizione di elettrodomestici a basso consumo e di lampade ad alto rendimento per l’illuminazione degli edifici e delle abitazioni, nonché nell’ambito della gestione del servizio di pubblica illuminazione.

Ai fini, poi, di favorire una riduzione complessiva delle emissioni di gas serra e di inquinanti prodotti nei processi di generazione energetica, i soggetti istituzionali dovranno concorrere al conseguimento di tale obiettivo, privilegiando il ricorso alle fonti rinnovabili e alle tecnologie in grado di garantire i più elevati rendimenti.

Ai fini di garantire l’adeguamento del sistema elettrico delle località montane interessate ai Giochi Olimpici, minimizzando gli impatti derivanti dalla realizzazione di nuove linee elettriche, si ritiene indispensabile ricorrere, ovunque saranno rinvenute le condizioni di fattibilità tecnica, alla posa di cavi sotterranei. Inoltre, si ritiene altresì che, ai fini di un miglioramento del bilancio ambientale degli impatti visivi esistenti nei territori montani in esame, si dovrà procedere allo smantellamento e al ricupero di tutte le linee che non risultassero più funzionali, a seguito della realizzazione dei nuovi interventi. A tal fine, la Regione autorizzerà, ai sensi della Legge regionale n. 23/84, solamente la realizzazione di nuove linee elettriche interrate, salvo la dimostrazione da parte del soggetto richiedente dell’esistenza di impedimenti di natura tecnica. I Comuni, per parte loro, nell’ambito delle rispettive attività di vigilanza sul territorio, dovranno garantire che vengano attuate tali direttive.

5 RIFIUTI

5.1 PROBLEMATICHE.

5.1.1 Livello di sistema.

Lo S.C.A. proposto presenta una insufficiente attenzione riguardo alla gestione dei rifiuti che verranno prodotti a causa delle manifestazioni previste.

Per quanto riguarda i rifiuti urbani, pur essendo state previste le presenze di spettatori per giornata di gara (cap. 0.3, pag. 19), non è stata stimata la produzione di rifiuti, né sono citati dati in proposito di altre manifestazioni olimpiche.

Pertanto, allo scopo di definire il problema (limitatamente all’incremento della produzione di rifiuti rispetto alla consueta stagione invernale in tali stazioni olimpiche) e proporre interventi e soluzioni, nell’analisi istruttoria si è fatto un calcolo revisionale, raggruppando i Comuni interessati a seconda del bacino di riferimento relativo alla gestione dei rifiuti e considerando l’ipotesi meno ottimistica, nella quale tutti i rifiuti producibili (stimati cautelativamente in 2 kg per presenza al giorno) verrebbero avviati allo smaltimento in discarica, con densità dei rifiuti in discarica di 0,9 tonn./mc.

Emerge il quadro che segue:

Considerando le attuali produzioni di rifiuti urbani di tali bacini e confrontandoli con i quantitativi che si produrrebbero a seguito della manifestazione olimpica - nell’ipotesi che gli incrementi annuali dal 1999 al 2006 nella produzione di rifiuti si bilancino con l’aumento delle raccolte differenziate destinate al recupero e pertanto sottratte allo smaltimento in discarica - emerge un incremento nella produzione di rifiuti dovuta alla manifestazione Olimpiadi 2006 sostanzialmente non rilevante (per ACEA ed ACSEL) se non assolutamente esiguo (per AMIAT).


I tre bacini considerati non sono ad oggi in condizioni di emergenza relativamente allo smaltimento dei rifiuti urbani; è prevedibile, invece, che tale emergenza si possa verificare per la città di Torino a partire dal 2004 (a meno di soluzioni impiantistiche ad oggi in fase di studio), mentre per l’ACEA e l’ACSEL gli spazi a disposizione e gli impianti previsti (oltre alle raccolte differenziate che si prevede verranno incrementate ben oltre l’ipotesi sopra esposta) assicurano lo smaltimento nell’ambito del bacino di appartenenza almeno fino al 2008/2010;

Per quanto riguarda i rifiuti speciali non è possibile, al momento, una stima complessiva degli inerti che saranno prodotti né, tanto meno, un’indicazione delle quantità che potranno essere recuperate e, pertanto, dei rifiuti da smaltire.

Alla mancanza di stime proposte dallo S.C.A. si aggiunge la complessità dell’articolata normativa di settore in continua fase di aggiornamento, sia per gli aspetti tecnici sia per quelli procedurali.

5.2 PRESCRIZIONI

5.2.1 Prescrizioni tecniche e procedurali

In base alle criticità rilevate per l’azienda AMIAT dovrà essere valutata la destinazione finale dei rifiuti, che in ogni caso dovrà essere ricompresa in una valutazione ben più complessiva ai fini della soluzione dell’eventuale emergenza rifiuti che potrà generarsi entro le Olimpiadi 2006.

I due Consorzi e l’Azienda dovranno inoltre valutare operativamente la possibilità che si verifichi, anche negli anni a seguire, un incremento delle presenze nei luoghi oggetto delle Olimpiadi 2006, esaminando le soluzioni logistiche e gestionali per garantire una regolare gestione e raccolta differenziata dei flussi di rifiuti che si verrebbero così ad incrementare.

Considerato che la maggior parte dei rifiuti urbani verrà prodotta presso le cosiddette utenze di ristorazione, o comunque presso luoghi ben definiti nell’immediato contorno degli spazi riservati alle manifestazioni, occorrerà prevedere almeno presso le utenze di ristorazione collettiva una raccolta differenziata di tutti quei materiali che saranno oggetto di tale raccolta quali, a titolo esemplificativo, carta e cartoni, vetro, metalli, contenitori in plastica e rifiuti organici. A tal fine i due Consorzi e l’Azienda interessati dovranno garantire semplici ed efficaci sistemi di raccolte differenziate.

È necessario che venga valutato dagli esercizi di ristorazione e dall’organizzazione olimpica l’eventualità di limitare al massimo l’utilizzo di materiali cosiddetti “usa e getta”.

Laddove risulti comunque inevitabile l’utilizzo di prodotti monouso, si ritiene indispensabile che si ipotizzino forniture per le quali, oltre alle possibili certificazioni ambientali di prodotto e di processo, siano previste come specifiche per la fabbricazione di tutti i prodotti di una medesima tipologia (esempio per la distribuzione dei cibi: piatti, bicchieri, contenitori per cibi caldi e freddi, posate, ecc.) l’utilizzo di un unico tipo di materiale, in modo tale da poter contemporaneamente progettare il sistema di raccolta e recupero.

Con riferimento ai rifiuti speciali, nella realizzazione degli interventi previsti nel P.O. occorrerà tener presente quanto indicato nel Piano di Gestione dei rifiuti, approvato con Deliberazione del Consiglio Regionale 30 luglio 1997 n. 436-11546, ed in particolare nella Sezione 4 relativa ai rifiuti speciali inerti. Nel punto 3 del Capitolo 4 “Criteri ed indirizzi per lo smaltimento ed il recupero dei rifiuti inerti” si afferma infatti che: “è inoltre da tenere in conto l’opportunità di recuperare i rifiuti inerti negli stessi cantieri in cui sono prodotti; ad esempio nell’esecuzione di grandi opere stradali e ferroviarie deve essere garantito il massimo recupero possibile degli inerti prodotti nell’ambito dell’esecuzione dell’opera stessa, nonché il completo recupero ambientale delle zone compromesse da scavi o adibite a discariche per inerti...”.

Il massimo recupero dei rifiuti speciali prodotti dovrà essere attentamente garantito, anche attraverso una attenta classificazione giuridica delle terre e delle rocce da scavo alla luce del parere che il Ministero dell’Ambiente ha predisposto in ordine all’applicabilità del D.Lgs. 22/97.

5.2.2 Prescrizioni programmatiche

È raccomandabile che si operi con una adeguata sensibilizzazione nei confronti degli esercizi di ristorazione, degli spettatori e delle squadre olimpiche affinché si provveda ad adottare le misure necessarie a limitare la quantità di rifiuti prodotti ed, in seconda battuta, ad utilizzare materiali riciclabili o biodegradabili, conferendoli nei contenitori o negli spazi appositamente individuati.

TEMATICHE SPECIFICHE

6 APPROVVIGIONAMENTO IDRICO E CAPTAZIONI, BACINI DI STOCCAGGIO ED INNEVAMENTO ARTIFICIALE.

6.1 PROBLEMATICHE.

6.1.1 Livello di sistema.

Il livello di sfruttamento della risorsa idrica, previsto dal P.O., si traduce in pesanti impatti sul territorio montano e sul sistema idrico naturale, superficiale e sotterraneo, nonché sull’esistente patrimonio infrastrutturale (acquedottistico, fognario e di depurazione). La criticità massima, per la risorsa acqua, si verifica nell’area denominata “Sistema delle Valli”, in quanto dovuta ad una molteplicità di azioni progettuali che comportano nuovi prelievi e captazioni di risorsa idrica funzionali all’innevamento artificiale, anche attraverso lo stoccaggio delle acque in bacini, ed all’aumento dei consueti usi plurimi connessi alle attività umane.

La complessità delle problematiche emerse necessita di un approccio integrato, sia per gli aspetti quantitativi che per quelli qualitativi, e sarà oggetto dell’analisi condotta nei successivi punti.

Prelievi ed impatto complessivo sul sistema idrico

Il contesto territoriale delle Valli Susa e Chisone è caratterizzato da un notevole grado di sfruttamento della risorsa acqua, tenuto conto anche delle attuali condizioni di inquinamento dei corpi idrici superficiali della Valle Susa derivanti, per lo più, da fattori di generazione di tipo civile e dagli usi in atto della componente idrica superficiale.

Lo studio esaminato non definisce coerentemente né il ricorso a prelievi da corsi d’acqua superficiali, né il probabile fabbisogno aggiuntivo legato ad incrementi insediativi. Appare quindi non precisamente valutabile il sicuro impatto qualitativo e quantitativo aggiuntivo dovuto alle nuove captazioni e all’incremento degli scarichi delle infrastrutture realizzate in occasione dell’evento olimpico. Notevole preoccupazione destano poi le esigenze evidenziate per la produzione di neve artificiale.

Pare opportuno, in questa sede, evidenziare che meritevole di particolare attenzione, ma trascurata nell’ambito dello Studio di Compatibilità Ambientale del proponente, è la problematicità che presenta la procedura di prelievo ed utilizzo di una risorsa “ pubblica ”, quale è l’acqua che, per legge, è riservata prioritariamente all’uso potabile.

Va sottolineato inoltre che, individuata l’esigenza di un prelievo da un corso d’acqua superficiale, le normali opere di derivazione e accumulo implicano procedure di verifica, esame di utilizzi in atto (anche a valle) e valutazione di interessi legittimi esistenti in capo a soggetti già autorizzati allo sfruttamento a fini idroelettrici, di piscicoltura etc..., che richiedono tempi generalmente pluriannuali.

Si sottolinea che, allo stato attuale, non sembra possibile ricorrere a procedure “ in deroga al vigente ordinamento giuridico ”. Le eventuali richieste di ricorso all’utilizzo delle acque superficiali (oggi tutte pubbliche) dovranno essere individuate in tempi stretti ed avviate le normali procedure che porteranno al prescritto atto concessorio, tenuto conto dell’orizzonte temporale di soli quattro anni.

Va peraltro precisato che, al fine di garantire le necessità idriche dei Giochi e, nel contempo, di far fronte a criticità di innevamento derivanti da situazioni meteorologiche sfavorevoli, appare opportuno prevedere un piano di riserva con forme di prelievo transitorio da corsi d’acqua superficiali concordato con gli eventuali altri soggetti, già titolari di diritti sulle acque.

Innevamento artificiale e bacini di accumulo

Di fronte ad un così vasto programma di innevamento artificiale - che va ben oltre l’esigenza olimpica - ed alle sue probabili ripercussioni - relativamente ai bacini - in termini di occupazione di suolo, di impatto naturalistico e paesaggistico, di difficile utilizzo in periodo estivo, di grossi volumi di inerti di scavo da smaltire, di risorsa idrica ipotecata nei suoi usi futuri e di consumo energetico per la produzione della neve, nonché - in relazione alla permanenza della neve sul terreno in stagione avanzata e al suo scioglimento - di erosione e dissesto superficiale e di regressione della vegetazione erbacea, occorre fare una valutazione sugli invasi proposti.

Relativamente agli impatti indotti, evidenziati nello Studio di Compatibilità Ambientale (pag. 60 e seguenti), si ritiene opportuno sottolineare che, poiché nella documentazione tecnica fornita dal proponente vengono indicati dati relativi alla attuale estensione complessiva dell’innevamento programmato e viene evidenziata la nuova richiesta per località, sempre in termini di comprensorio, permangono incertezze sulle reali esigenze strettamente connesse alla effettuazione delle gare e degli allenamenti olimpici.

Proprio per la sussistenza di notevoli difficoltà in merito alla disponibilità della risorsa idrica e alla compatibilità dei prelievi in alveo previsti, appare di notevole importanza avere precise e complete informazioni in relazione alle piste che già sono dotate dell’innevamento programmato, onde verificare se queste coincidono con quelle su cui sono previste le gare olimpiche, nonché sul livello di omologazione e di omologabilità olimpica delle piste stesse in modo da identificare quelle idonee anche alla effettuazione degli allenamenti e il loro grado di copertura in termini di innevamento artificiale.

Peraltro, buona parte del comprensorio sciistico è già stata sede di competizioni e manifestazioni di livello internazionale e mondiale sfruttando gli esistenti impianti di innevamento artificiale; non appare sufficientemente motivata la necessità di nuovi fabbisogni, anche in relazione a un probabile scenario di condizioni climatiche tra le più sfavorevoli in termini di carenza di neve - e quindi di acqua - e di alte temperature.

Sotto il profilo territoriale, le localizzazioni proposte per i bacini di accumulo ricadono, nella quasi totalità dei casi, in ambiti di particolare interesse sia naturalistico, che vegetazionale e paesistico. Inoltre, l’esistenza puntuale di problematiche di tipo geologico necessita di accurati e preventivi approfondimenti. La realizzazione degli interventi previsti, anche in considerazione delle dimensioni degli stessi, costituisce quindi un fattore di elevata criticità e pressione ambientale.

La realizzazione dei bacini per l’innevamento artificiale può configurarsi come modificazione di rilievo degli aspetti paesaggistici dei contesti d’intervento, sia per il dimensionamento proposto per i bacini di raccolta da realizzare ex novo, con proposte di utilizzo dei laghi alpini d’alta quota, che per la realizzazione delle opere accessorie (opere di captazione, piste di cantiere, condotte). Lo studio di compatibilità ambientale sottolinea i pesanti impatti derivanti da tali realizzazioni, per la possibile compromissione delle risorse idriche, ed evidenzia la necessità di alternative di localizzazione per buona parte dei bacini di accumulo proposti (vedi tabella).

Sulla base di tali considerazioni si ritiene che possano essere realizzati solamente gli invasi indispensabili all’evento olimpico: l’inserimento compatibile dei bacini di accumulo nel paesaggio potrà avvenire solo se gli interventi saranno indirizzati alla conservazione dell’aspetto naturalistico degli ambiti, con soluzioni progettuali che privilegino l’impiego di tecniche di ingegneria naturalistica nella rinaturalizzazione delle sponde e rispettino le prescrizioni di seguito esplicitate.

A fronte di quanto sopra detto, le ubicazioni attuali non possono in alcun modo essere considerate definitive, ma dovranno essere oggetto di riposizionamenti e ridimensionamenti, sulla base delle prescrizioni di vario livello indicate nel presente documento e delle risultanze degli studi e del confronto con gli enti preposti alle autorizzazioni, nonché interessati territorialmente e delle osservazioni formulate da vari soggetti.

6.1.2 Livello locale.

Si evidenziano qui alcune delle maggiori problematicità puntuali emerse:

- relativamente al comprensorio di Cesana - Claviere si concorda lo S.C.A. sulla non compatibilità ambientale della scelta di identificare i bacini in progetto con preesistenti invasi naturali; ad eccezione del bacino B15 (laghetto del Golf), già esistente, di cui si può ipotizzare un molto limitato allargamento, i bacini B16 - B17 - B18 - B19 sono da rilocalizzare e da ridurre in termini numerici e di capacità, a fronte delle effettive esigenze di tale comprensorio per le attività di allenamento durante l’evento olimpico, cercando anche di trovare eventuali soluzioni tecniche che non comportino la costruzione di invasi.

- per ciò che concerne l’area di Cesana-Sansicario, si ritiene che la collocazione dei bacini B1 (35.000 mc) e B2 (29.000 mc) sia di notevole problematicità e criticità, considerata anche la loro ampiezza e capienza. A tal fine, si potrebbe valutare l’ipotesi di svolgere le gare di biathlon in Pragelato, sede delle altre gare di fondo, riducendo così le esigenze di accumulo.

- il comprensorio di Sestriere ha già ospitato gare di livello internazionale, in occasione delle quali l’attuale sistema di innevamento artificiale ha garantito lo svolgimento delle competizioni: la previsione di nuovi bacini fatta non è quindi supportata da valide motivazioni ai fini dell’evento olimpico e presenta, sia per le captazioni proposte, che per il bacino B3 (Anfiteatro) notevoli criticità e incompatibilità ambientali.

- relativamente al territorio di Bardonecchia, va rilevato che gli invasi risultano numericamente ridondanti rispetto alle effettive necessità olimpiche.

- tutti i bacini proposti a Sauze d’Oulx, sito di allenamento, sono di collocazione problematica a detta del proponente: si condivide questo giudizio in quanto non si ritiene compatibile l’utilizzo dei laghi Nero e Basset ampliati ed, inoltre, le dimensioni ipotizzate non sono solo funzionali all’evento olimpico, ma ad esigenze ben più ampie. Il bacino B9, realizzato anche con capacità di invaso ridotte, potrebbe assicurare per la sua posizione baricentrica, sia l’innevamento dello stadio del Freestyle, che l’innevamento di eventuali piste di allenamento poste nell’area immediatamente circostante.

- per ciò che concerne l’area di Pragelato dove viene prevista la creazione di un nuovo bacino (B12) in località Pattemouche, si sottolinea la probabile interferenza con il Sito d’Importanza Comunitaria “Sorgenti e primo tratto del Torrente Chisone” (codice Natura 2000 IT1110069), non risultando al momento chiara l’ubicazione del bacino e la fonte di attingimento. Pertanto non è possibile valutare la compatibilità dell’intervento in relazione al SIC.

- per quanto riguarda le derivazioni da corsi d’acqua superficiale e le eventuali altre forme di prelievo, anche transitorio, al fine di valutare correttamente l’impatto sugli ecosistemi fluviali e la obbligatorietà di rispetto del Deflusso Minimo Vitale, è necessaria la verifica, tramite la corretta applicazione dei parametri di cui alla disciplina regionale vigente e con l’utilizzo di dati recenti, di tutte le derivazioni già concesse, con particolare riguardo ai prelievi su Chisonetto, Mendie, Clotes e Gad e sul reticolo di Bardonecchia. In particolare per il T. Mendie, utilizzato per l’innevamento del trampolino, è da valutare l’opportunità della creazione del bacino e della costruzione della centralina, a maggior ragione nella prospettiva di una struttura smontabile.












6.2 PRESCRIZIONI

6.2.1 Livello tecnico e procedurale.

Come evidenziato, il quadro strategico delle risorse idriche risulta particolarmente critico; è realistico prevedere che le carenze infrastrutturali e le problematiche di qualità e quantità delle risorse idriche esistenti nel comprensorio olimpico, siano destinate ad accentuarsi nel periodo in cui si svolgeranno le manifestazioni. Tali carenze e problematiche possono essere in parte risolte con interventi strutturali adeguati, accompagnati da precise regole operative; si ritiene quindi necessario formulare le seguenti prescrizioni procedurali, progettuali e di esercizio da rispettare nelle fasi successive:

* per le prescrizioni di carattere idrogeologico si rimanda all’apposita sezione Rischi Naturali e Difesa del Suolo;

* per l’intero pacchetto di interventi, azioni e opere concernente l’approvvigionamento idrico, i prelievi e le captazioni, i bacini di stoccaggio e l’innevamento artificiale, dovrà essere predisposta una progettazione, in un’ottica complessiva, per gruppi di interventi correlati e per ambiti territoriali omogenei, anche in funzione delle successive fasi procedurali autorizzative;

* la progettazione delle opere in oggetto, dovrà essere affrontata da gruppi multidisciplinari che esprimano competenze professionali relative a tutti gli aspetti tecnici interessati, con particolare riferimento alla presenza di professionisti esperti nelle problematiche inerenti la rinaturalizzazione e il recupero ambientale dei siti, le tecniche di mitigazione, di inserimento paesaggistico e di Ingegneria Naturalistica;

* dovrà essere proposto il nuovo complesso di azioni ed interventi sulla base delle osservazioni formulate e delle specifiche di seguito riportate, con l’obiettivo primario di ridurre al minimo l’incremento del consumo di risorsa idrica ed il numero degli invasi;

* dovrà essere effettuata la valutazione delle esigenze, identificando quelle di stretta utilità alle gare e agli allenamenti olimpici in un’ottica di massimo rispetto delle varie componenti ambientali potenzialmente impattabili; tale valutazione dovrà avere come base un’attenta stima dei reali fabbisogni integrativi all’esistente sistema di innevamento artificiale;

* l’analisi delle esigenze dovrà partire da precise e complete informazioni in relazione alle piste già dotate dell’innevamento programmato e da una verifica se queste coincidano con quelle per le gare olimpiche, nonché sul livello di omologazione o omologabilità olimpica delle piste stesse, in modo da identificare quelle idonee anche alla effettuazione degli allenamenti e il loro grado di copertura in termini di innevamento artificiale;

* non potranno essere utilizzati additivi di nessun tipo per la produzione della neve artificiale, ad eccezione di sostanze totalmente biodegradabili da usarsi in occasione della preparazione delle piste di gara. Precedentemente alla fase progettuale dovranno essere sviluppate le considerazioni su possibili ricadute causabili dall’eventuale utilizzo di tali sostanze;

* l’eventuale ricorso, anche se parziale, all’approvvigionamento mediante l’esistente sistema acquedottistico deve comportare la definizione di un “calendario” di utilizzazione, fermo restando il fatto che l’attuale sistema di approvvigionamento in occasione dell’evento olimpico sarà sottoposto ad un ipersfruttamento, forse neppure sufficiente a soddisfare le primarie esigenze fisiologiche della massa di utenti che si riverseranno nel comprensorio;

* l’eventuale ricorso al sistema di approvvigionamento da acque superficiali deve essere definito quanto prima, al fine di assicurare il puntuale rispetto della normativa vigente in materia, con particolare riferimento alle norme sul Deflusso Minimo Vitale e alla applicazione corretta dei parametri e delle metodologie di cui alla disciplina regionale vigente, non potendosi inoltre ipotizzare oggi alcun ricorso a procedure che prevedano la deroga alla norma che disciplina il prelievo e l’utilizzo - per qualsiasi scopo - di acque pubbliche. Nel caso quindi di nuove iniziative di “derivazioni da corso d’acqua” dovranno essere immediatamente avviate le procedure di autorizzazione o di concessione nel rispetto dei diritti esistenti in presenza di utenze a valle legalmente assentite, o in via di definizione;

* è opportuno prevedere un piano di riserva, a fronte di una situazione meteorologica eccezionale, strettamente funzionale allo svolgimento dell’evento che consenta, previo accordo preventivo con i soggetti già titolari di diritti sulle acque, il ricorso a prelievi temporanei dai corsi d’acqua limitati allo stretto periodo di svolgimento dei Giochi e alla preventiva preparazione delle superfici da innevare;

* in fase di progettazione preliminare si dovrà verificare la coerenza ed il rispetto delle ipotesi progettuali con il sistema dei vincoli d’uso gravanti sul territorio (Piani Regolatori Generali Comunali, L. 267/1998 “Sarno”, Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico e L. 365/2000, regime vincolistico ex D.Leg.vo 490/1999 e norme sul vincolo idrogeologico R.D.L. 3267/1923 e L.R. 45/1989);

* dovrà essere approfondito dettagliatamente il quadro geologico e geologico-tecnico in modo da verificare l’eventuale sussistenza di dissesti locali, nonché dell’esposizione al pericolo valanghe. Un supporto valido a questi studi potranno essere le cartografie tematiche (valanghe, dissesti, aree inondabili) disponibili anche presso il Sistema Informativo Geologico Regionale, che comunque dovranno essere integrate con studi specifici e rilievi sul campo;

* dovrà inoltre essere verificata la compatibilità idrologica ed idraulica di tutte le opere e gli interventi prospettati: si richiama, a tal fine, la legge regionale 58/95, così come modificata dalla 49/96, che fornisce, attraverso l’elenco degli elaborati richiesti per le autorizzazioni, l’idea degli approfondimenti da effettuare e dei fattori da tenere in conto;

* l’utilizzo di laghi naturali o di torbiere, nonché di aree boscate, per la identificazione e realizzazione dei bacini è assolutamente da evitare in qualsiasi caso, in quanto incompatibile per la distruzione di habitat vulnerabili e di specie protette;

* nel caso di presenza di invasi artificiali attualmente esistenti dovrà esserne valutato l’utilizzo;

* ai fini realizzativi gli invasi dovranno essere costituiti da superfici a margini irregolari, con rinaturalizzazione delle sponde tramite l’impiego di materiale vegetale autoctono per gli inerbimenti e la messa a dimora di specie arboree ed arbustive autoctone, secondo le consuete tecniche di Ingegneria Naturalistica;

* a far parte integrante della fase progettuale e della previsione dei costi di ogni invaso per lo stoccaggio delle acque dovranno essere, in un’ottica di compensazione ambientale e per superfici adeguate dell’ordine di 10 volte le aree occupate dai bacini stessi, eseguite operazioni di sistemazione e miglioramento forestale delle superfici boscate e/o reperite aree di rimboschimento nel territorio montano circostante, in accordo con gli enti territorialmente interessati e con gli organi deputati istituzionalmente alla gestione delle proprietà forestali comunali locali;

* sia per gli invasi, che per le eventuali opere accessorie dovranno essere privilegiate scelte localizzative in paesaggi già modificati, possibilmente in aderenza a infrastrutture esistenti, con la previsione di operazioni di mitigazione e di compensazione da realizzarsi anche in fase di cantiere;

* la realizzazione degli interventi connessi all’impiantistica funzionale all’innevamento artificiale strettamente necessari all’evento olimpico dovrà essere condotta in fase progettuale, prevedendo attente misure di inserimento paesaggistico;

* in linea generale si riconoscono valide le indicazioni fornite dallo Studio di compatibilità ambientale al cap.5.1 - Mitigazioni in funzione degli obiettivi di sostenibilità, applicate agli interventi qui in esame, e si condividono e si rendono obbligatori i contenuti e le specifiche operative di cui al cap.5.2 - Mitigazioni di carattere fisico ambientale relative alle fasi di cantiere e di esercizio delle opere;

* gli inerti di scavo derivanti dalla edificazione dei bacini devono essere destinati al riutilizzo o smaltiti direttamente in discariche autorizzate ai sensi della normativa vigente e individuate già in fase progettuale, limitando alle sole fasi di cantiere l’uso di aree di deponia temporanea ed escludendo stoccaggi provvisori di tali materiali;

* la traccia delle condotte di trasporto dell’acqua dovrà, nel limite del possibile, essere interrata nel sedime o a margine della viabilità secondaria: inoltre le criticità lineari sul tracciato di tali condotte sono da trattare con particolare attenzione alle problematiche relative all’erosione superficiale, all’impoverimento floristico e vegetazionale e comunque alle interferenze con le componenti ambientali interessate;

* la realizzazione delle opere a verde, costituiscano esse il tutto o parte dei lavori oggetto di appalto, nel rispetto e nelle forme della vigente normativa sugli appalti pubblici, dovrà essere affidata a ditte specializzate e appositamente qualificate;

* appare inoltre opportuno, una volta consolidato il contenuto progettuale dei bacini di accumulo e delle captazioni (numero, ubicazione, capacità, tracciati delle condotte di alimentazione e operatività), che l’esecuzione dei medesimi non sia disgiunta dalla definizione preventiva di un disciplinare che ne regoli la gestione e gli utilizzi durante e dopo l’evento olimpico. Ne consegue l’opportunità che, in sede di individuazione del soggetto attuatore, vengano anche definite le procedure e le responsabilità della gestione operativa, anche in considerazione delle problematiche concernenti la sicurezza dei siti.

6.2.2 Livello programmatico.

Come evidenziato il quadro strategico delle risorse idriche risulta particolarmente critico; è realistico prevedere che le carenze infrastrutturali e le problematiche di qualità e quantità delle risorse idriche esistenti nel comprensorio olimpico siano destinate ad accentuarsi nel periodo in cui si svolgeranno le manifestazioni; tali carenze e problematiche possono essere in parte recuperate con interventi strutturali adeguati, accompagnati da precise regole operative.

Tali interventi sono costituiti dall’estensione e dalla riqualificazione funzionale delle infrastrutture del servizio idrico integrato (acquedotti, fognature e impianti di depurazione) e va ad essi riservata l’individuazione di uno specifico programma.

Tale programma deve essere finalizzato a ridurre al massimo gli eventuali sprechi di risorse idriche, tramite gli interventi nel settore degli acquedotti, e a contenere l’effetto dei maggiori carichi inquinanti nel sistema idrico, tramite il potenziamento e la razionalizzare del sistema delle reti fognarie e degli impianti di depurazione, opportunamente integrati dagli interventi di mitigazione derivanti dal programma olimpico

Il programma non deve evidentemente limitarsi alle sole località interessate dallo svolgimento diretto della manifestazione olimpica, ma deve estendersi a tutti gli agglomerati e alle relative infrastrutture inclusi nella sfera di influenza dell’evento.

Sempre su un piano programmatico si sottolinea qui come anche nei seguenti capitoli del presente allegato tecnico, che, in considerazione anche degli obiettivi della Green Card (Dossier di Candidatura), occorre definire un programma di interventi, distribuiti sul territorio montano interessato, che assicurino la riqualificazione degli ecosistemi presenti e la loro salvaguardia, andando a risolvere anche una serie di degradi ambientali presenti e a incrementare il livello di qualità generale: tale piano potrà essere utilmente concertato con le amministrazioni locali e con gli organi deputati istituzionalmente alla gestione delle proprietà forestali locali.

Tale piano dovrà inoltre sortire come effetto il ripristino delle connessioni ecosistemiche, anche in base a quanto previsto dalla Direttiva 92/43/CEE, per la realizzazione della Rete Natura 2000. Gli interventi di compensazione devono essere mirati, in via prioritaria, alla conservazione e al miglioramento delle Aree protette e dei S.I.C. della Rete Natura 2000, nonché delle specie di flora e fauna inseriti negli allegati della Direttiva HABITAT e della Direttiva UCCELLI.

In modo propedeutico alla formazione del succitato piano, dovranno quindi essere sviluppati questi specifici indicatori:

* indice sintetico di pressione sull’ecomosaico

* indice di frammentazione ecologica

* qualità floristica

* qualità botanica di stazioni campione

* qualità faunistica di stazioni campione

* indice sintetico di valore dell’ecomosaico.

Tale piano dovrà inoltre utilmente integrarsi con il Programma di accompagnamento paesistico previsto per ogni Comune nell’apposito capitolo “Territorio e Paesaggio” di cui al presente allegato.

7. IMPIANTI FUNISCIOVIARI, PISTE DA SCI E INFRASTRUTTURE CONNESSE

7.1 PROBLEMATICHE.

7.1.1 Livello di sistema.

Per quanto riguarda gli impianti di risalita, il PO prevede interventi ben al di sopra delle sole necessità olimpiche, in un’ottica di riqualificazione estesa delle strutture presenti e di ampliamento dei domaines skiables.

La realizzazione di opere dirette alla pratica dello sci (impianti di risalita, piste, impianti di innevamento artificiale con bacini di accumulo) può avere ripercussioni notevoli sui contesti alpini considerati, in alcuni casi rappresentati da ambiti ancora integri, talvolta inseriti in parchi regionali o individuati come biotopi, per le rilevanti modificazioni che verrebbero apportate alla natura e al paesaggio montano.

Nel quadro attuale, l’incompleto approfondimento di alcuni elementi rende più complesso esprimere valutazioni globali e formulare preferenze nel caso in cui la somma degli impatti indotti consigli la riduzione degli interventi accessori.

Relativamente agli impianti di risalita e alle infrastrutture connesse è emersa, anche nello Studio di Compatibilità Ambientale, la necessità di diminuire il numero degli interventi (per salvaguardia del paesaggio, caratteristiche geomorfologiche, idrologiche, sottrazione di naturalità ecc.); non è stata tuttavia affrontata compiutamente la connessione funzionale tra le opere proposte, né stabilita una scala di priorità, in modo da permettere scelte finalizzate a eventuali ipotesi di ulteriore sviluppo locale, anche in previsione di una forte riduzione del numero di impianti integrativi previsti.

È importante inoltre, in questa sede, evidenziare come né nel Piano degli Interventi, né nello Studio di Compatibilità Ambientale venga fatto chiaro cenno alle modalità di finanziamento per la realizzazione degli interventi previsti e, in particolare, non venga valutata la problematica della compatibilità con le normative europee sulla concorrenza.

In relazione al Piano degli interventi ed allo Studio di Compatibilità Ambientale, ove sono descritti per ogni località gli impianti previsti - eccetto che per gli impianti ricadenti nelle aree di Pragelato e Bardonecchia per cui sono disponibili dati molto generali - si evidenzia come tra gli interventi indicati siano in numero limitato quelli strettamente necessari allo svolgimento dei Giochi Olimpici e preponderanti quelli classificati integrativi: ad esempio in Sestriere è previsto un solo intervento strettamente necessario e ben 8 interventi integrativi, analoga situazione si ha per Bardonecchia ove ne sono previsti 3 necessari e 5 integrativi.

Al tempo stesso sussistono nei documenti esaminati alcune incongruenze, tra le quali spiccano i tre impianti integrativi previsti in Sauze d’Oulx nel Piano degli interventi (pag. 8), e cioè la sostituzione della seggiovia Rocce Nere, della seggiovia Chamonier e della sciovia Toisieres, che poi non hanno riscontro nella stima dei costi (pag. 74e) e nello Studio di Compatibilità Ambientale.

Così come, per quanto riguarda gli impianti previsti in Bardonecchia sono state rilevate le seguenti discordanze:

* nel documento relativo al Piano degli Interventi la seggiovia Smith2 è indicata come intervento funzionale, mentre nello studio di compatibilità è indicata come funzionale nella scheda a pag. 91, ma nella scheda riassuntiva degli interventi risulta invece come integrativa;

* nello studio di compatibilità (pag.91) la nuova seggiovia in sostituzione della sciovia Melezet-Etarpà non viene citata quale intervento funzionale e quindi la si lascia intendere come integrativa, mentre nella scheda riassuntiva degli interventi presente in tale studio è indicata come funzionale.

Considerando ora le problematiche di natura idraulica, si evidenzia in via preliminare che gli impianti per la pratica dello sci in tutte le sue specialità e varianti, pur risultando oggetto di interventi di miglioramento, anche con la realizzazione di nuovi impianti di risalita, non paiono produrre per quanto si evince dagli atti, nei riguardi dei corsi d’acqua eventualmente interferenti con essi, criticità tali da non poter essere superate con opportuni accorgimenti da adottare, nel dettaglio, in sede di progettazione.

Si sottolinea inoltre, che le problematiche di tipo geologico riguardanti gli impianti di risalita sono di dettaglio e specifiche, relative ai siti ove vengono ubicati i sostegni di linea e le stazioni di valle e di monte, nonché tutte le strutture ad esse connesse comprese le aree di sosta per le auto: tali problematiche specifiche non sono risolvibili in un ambito di sistema.

Per tutto quanto sopra esposto, le localizzazioni di dettaglio delle strutture proposte facenti parte degli impianti o connesse a questi non possono essere considerate definitive, ma potranno essere oggetto di riposizionamenti e ridimensionamenti, sulla base delle prescrizioni di vario livello indicate nel presente documento e delle risultanze degli studi e del confronto con gli enti preposti alle autorizzazioni, nonché interessati territorialmente, e delle osservazioni formulate da vari soggetti.

Il P.O. annovera inoltre al suo interno la sistemazione ed allestimento delle piste di gara e allenamento, richiamando spesso il concetto di ampliamento e messa in sicurezza: si può affermare che è ben noto il complesso di attività che comportano tali operazioni, nonché la varia tipologia di impatti derivanti e che quindi il grado di indeterminatezza progettuale delle operazioni proposte è motivo di forte preoccupazione.

L’ampliamento dei tracciati delle piste, a danno della vegetazione boschiva, con bordi rettificati, gli eventuali rimodellamenti della naturale morfologia dei luoghi e le nuove “canalizzazioni” dei tracciati degli impianti di risalita potrebbero portare, accanto ad una percezione visiva dei versanti di estrema geometricità per la moltiplicazione degli elementi lineari nel paesaggio, a fenomeni di dissesto localizzato che aggraverebbero l’attuale situazione di fragilità idrogeologica di tali territori, nonché all’impoverimento floristico e vegetazionale delle aree interessate e al pregiudizio delle componenti paesistico-ambientali interferite.

Permane inoltre, in relazione alla reale opportunità di procedere agli interventi proposti, la necessità di valutare il grado di omologazione internazionale, e quindi di omologabilità olimpica, delle piste già esistenti e delle piste di allenamento. Ciò premesso, la mancanza di indicazioni tecniche in merito costituisce elemento ostativo alla formulazione in concreto di giudizi sulla compatibilità ambientale delle sistemazioni proposte.

Si segnala inoltre che le strutture annesse agli “arrivi” delle singole piste possono costituire criticità, in quanto non sono stati spesso forniti dati che permettano di effettuare le opportune verifiche in termini di dimensioni, di occupazione di territorio, di materiali impiegati e di modalità di realizzazione.

7.1.2 Livello locale.

Si evidenziano di seguito gli impianti che, pur presentando criticità e problematiche di inserimento paesaggistico e di compatibilità territoriale, comportano in via generale, in virtù degli elementi valutativi attualmente in possesso, un impatto ambientale sostenibile e che svolgono una utile funzione ai fini dello svolgimento dei Giochi Olimpici, assumendo un carattere di indispensabilità.

Per comodità espositiva, si procede per ambiti territoriali omogenei:

Bardonecchia

Riguardo alle opere previste per il Comune di Bardonecchia la seggiovia Melezet Chesal (R7) e la seggiovia Melezet Etarpa 1-2 (R8) risultano indispensabili allo svolgimento delle gare olimpiche.

Questi impianti sono sostenibili in quanto rappresentano in un caso (Melezet Chesal - R7) il potenziamento della esistente seggiovia biposto con l’utilizzo del varco attuale e nell’altro (Melezet Etarpa 1-2 - R8) la sostituzione di due sciovie con una seggiovia in un’ottica di razionalizzazione ed ammodernamento con l’utilizzo anche qui del varco esistente. Ciò premesso, si sottolinea la necessità, visto il valore paesaggistico dell’ambito in oggetto, di porre particolare attenzione alla zona di partenza delle seggiovie citate, per la presenza significativa del corso d’acqua e del limitrofo borgo antico di Melezet, prevedendo interventi di mitigazione da inserire in un più vasto progetto di riqualificazione complessiva dell’area.

Cesana- Sansicario

Tra gli interventi previsti per il Comune di Cesana, sempre in riferimento alle opere ritenute indispensabili, si segnalano criticità per la seggiovia Ski Lodge - La Sellette (R1), in quanto la realizzazione della stessa andrebbe a interessare un versante boscato ancora intatto, posto in quota ed in posizione ad elevata percepibilità visiva rispetto agli ambiti montani.

E’ auspicabile che il potenziamento di tale impianto possa utilizzare varchi naturali o tracciati di impianti di risalita già esistenti, al fine di contenere un ulteriore depauperamento dei popolamenti forestali presenti con l’apertura di un nuovo varco, e che comporti, come dichiarato dal proponente, la eliminazione dell’impianto limitrofo. Oltre a limitare le operazioni di taglio boschivo per l’allargamento dei tracciati, dovrà essere contenuta l’altezza dei sostegni degli impianti e dovranno essere predisposte operazioni di mitigazione, anche delle opere accessorie agli impianti stessi (partenza seggiovie, parcheggi) e si sollecita la realizzazione di puntuali interventi di mitigazione paesistico ambientale del contesto interessato, qualora non fosse possibile una localizzazione alternativa a quella prevista.

Nel medesimo comprensorio, preso atto delle indicazioni del proponente, assume poi carattere di indispensabilità la Sciovia Le Gros - Fraiteve 3 (R2) e rappresenta il potenziamento dell’attuale sciovia.

Sauze d’Oulx

Per tale stazione sciistica si condivide la indispensabilità dell’impianto R9 - Sauze d’Oulx / Clotes, a sostituzione dell’impianto esistente e con l’utilizzo dello stesso varco, nonchè quello a servizio del FreeStyle che non interferisce significativamente con componenti ambientali di pregio.

Nel comprensorio di Sestriere appare accettabile la previsione di realizzare la Seggiovia Nuovo Garnel (R4), che verrebbe realizzata in un sito a forte antropizzazione.

A Pragelato l’impianto R11, di natura indispensabile in quanto a servizio del previsto trampolino se il sito di questo verrà confermato successivamente, risulta di critica edificazione. Per la realizzazione dell’impianto di seggiovia a servizio del trampolino del salto, si ribadisce quindi quanto già indicato per gli impianti analoghi previsti in altri siti di gara, in situazioni di particolare interesse paesaggistico del contesto d’intervento. In considerazione delle caratteristiche di pregio vegetazionale che il sito presenta e della connessione dell’impianto con il trampolino, si ritiene debba essere posta particolare cautela nella realizzazione delle opere in oggetto, predisponendo operazioni di mitigazione paesistico - ambientale e inserendo l’intervento nel progetto di riqualificazione paesistica complessiva del sito del trampolino.

Pare opportuno in questa sede segnalare nell’ambito degli interventi indicati per lo più come integrativi dallo Studio di Compatibilità Ambientale, alcune previsioni che risultano, sulla base dei dati forniti, fortemente problematici da un punto di vista idrogeologico, e difficilmente sostenibili da un punto di vista ambientale e paesaggistico.

Da un’analisi preliminare dei tracciati proposti nel P.O. emergono con un carattere di problematicità da approfondire in relazione al pericolo di valanghe la seggiovia Sagnalonga - Colle Bercia a Claviere e le sciovie Clos dell’Acqua e Clos dei Fiori in comune di Sestriere.

Si segnala, in considerazione delle criticità connesse con l’inserimento paesistico-ambientale dell’opera, la proposta di realizzazione della nuova cabinovia Cesana - Ski Lodge (R3).

L’intervento previsto presenta perplessità e emergenze critiche considerevoli per il tracciato proposto, trasversale rispetto al versante, soprattutto nel secondo tratto dopo Pariol, presentando soluzioni che potrebbero configurarsi di elevata percezione visiva , anche rispetto all’area vasta e di considerevole impatto paesistico - ambientale.

Rispetto all’intervento di realizzazione della Telecabina Moretta - Sauze d’Oulx (R10) per la localizzazione proposta, nell’incisione valliva del rio Moretta, non segnata da antropizzazioni, in prossimità del torrente Dora Riparia, si rilevano importanti elementi di criticità.

La scelta localizzativa proposta presenta notevoli criticità di inserimento, sia per le possibili alterazioni determinate al contesto sotto un profilo paesaggistico, sia per le problematiche relative alla realizzazione delle infrastrutture principali e accessorie all’impianto, in un ambito caratterizzato da versanti e impluvi di particolare fragilità idrogeologica, posti anche in fregio alla S.S. 24, e vista l’adiacenza del corso d’acqua, con particolare riferimento alla potenziale esondabilità da parte del T. Dora di Cesana.

Il versante interessato dal potenziamento della seggiovia Smith 2 (R6) nel comprensorio di Bardonecchia, seppure già segnato da tracciati esistenti, mantiene ancora porzioni boscate complessivamente integre. E’ auspicabile che il potenziamento di tale impianto possa utilizzare tracciati di impianti di risalita già esistenti, al fine di contenere un ulteriore depauperamento delle formazioni vegetali presenti con l’apertura di un nuovo varco. Oltre a limitare le operazioni di disboscamento per l’allargamento dei tracciati, dovrà essere contenuta l’altezza dei sostegni degli impianti e dovranno essere predisposte operazioni di mitigazione, anche delle opere accessorie agli impianti stessi (partenza seggiovie, parcheggi).

Si segnala nel territorio comunale di Pragelato, il collegamento seggioviario Pattemouche - Serre Bail - Colletto Costa Miandetta (R12 a/b) e la relativa pista di rientro per le rilevanti criticità che l’intervento presenta. L’area di intervento, interessata da un piano paesistico, appare di notevole pregio per il versante boscato ancora integro, localizzato in adiacenza al parco della Val Troncea, in un ambito caratterizzato dalla presenza di insediamenti di interesse documentario .

Si ritiene di condividere tutte le problematiche e le perplessità sollevate dal proponente nella scheda di cui a pag. 101 dello Studio di Compatibilità Ambientale, che la realizzazione di tale intervento, e della pista connessa, si configurano di elevato impatto per le consistenti modificazioni che lo stesso potrebbe comportare nell’area in oggetto, con criticità dovute all’apertura di nuovi varchi nelle formazioni vegetali presenti e rispetto alle percezioni visive dell’ambito nel suo complesso.

Nel comprensorio di Sestriere si evidenziano, sempre tra le opere ritenute dal proponente non indispensabili alle Olimpiadi e di considerevole criticità per l’inserimento paesistico-ambientale, gli interventi relativi alla seggiovia Rio Bavcet e alla telecabina Sestriere - Fraiteve (R5). Entrambi gli interventi propongono tracciati in quota, su versanti ancora integri e di elevata visibilità, in ambiti non ancora segnati da rilevanti operazioni antropiche.

In relazione alle operazioni di messa in sicurezza delle piste, si segnala l’interferenza con il Sito d’Importanza Comunitaria “La Plà (Sestriere)” (codice Natura 2000 IT1110037): infatti la pista Banchetta - Nasi (P5), utilizzata per la discesa libera, è già all’interno della perimetrazione del Sito; è necessaria una cautela maggiore per evitare interventi sovradimensionati alle reali necessità, vista anche la situazione di fragilità idrogeologica connessa ai dissesti in atto in corrispondenza del Rio Vallonas.



7.2 PRESCRIZIONI

7.2.1 Livello tecnico e procedurale.

Come evidenziato, il complesso degli interventi presentati ai fini della edificazione di impianti funiscioviari, della sistemazione di piste e della realizzazione di strutture connesse a carattere permanente o provvisorio in relazione allo svolgimento dei Giochi Olimpici, può comportare un deciso impatto ambientale, imputabile per lo più a quegli interventi già classificati dal proponente come integrativi, come rilevato dallo stesso proponente.

Si ritiene quindi opportuno formulare le seguenti prescrizioni procedurali, progettuali e di esercizio, utili nell’ambito del processo autorizzativo degli impianti di cui si è riconosciuta la indispensabilità nel paragrafo precedente, nonché di quegli impianti che il proponente riterrà opportuno proporre in alternativa o in aggiunta e attualmente considerati integrativi, garantendo in ogni caso la loro funzionalità alle gare e agli allenamenti olimpici:

* per l’intero pacchetto di interventi, azioni e opere concernente impianti funiscioviari, piste da sci e infrastrutture connesse dovrà essere predisposta una progettazione, in un’ottica complessiva, per gruppi di interventi correlati e per ambiti territoriali omogenei, anche in funzione delle successive fasi procedurali autorizzative;

* la progettazione delle opere in oggetto dovrà essere affrontata da gruppi multidisciplinari che esprimano competenze professionali relative a tutti gli aspetti tecnici interessati, con particolare riferimento alla presenza di professionisti esperti nelle problematiche inerenti la rinaturalizzazione e il recupero ambientale dei siti, nonché le tecniche di mitigazione, di inserimento paesaggistico e di Ingegneria Naturalistica;

* il complesso di azioni ed interventi dovrà essere proposto sulla base delle osservazioni formulate e delle specifiche di seguito riportate;

* relativamente alla necessità dell’effettuazione delle sistemazioni di piste prospettate, l’analisi delle esigenze dovrà partire da precise informazioni sulle loro caratteristiche e da una verifica se queste coincidano con quelle utilizzate per le gare olimpiche e per i relativi allenamenti, nonché sul livello di omologazione o omologabilità olimpica delle piste stesse: sotto il profilo progettuale gli interventi dovranno essere concepiti nel massimo rispetto della attuale morfologia naturale dei terreni e dei versanti interessati;

* fatta eccezione per gli impianti di cui viene riconosciuta la indispensabilità nel precedente paragrafo e di cui sono stati già forniti, e si ritengono accettabili, i tracciati di massima, eventuali nuovi impianti aggiuntivi o alternativi a quelli considerati dovranno rappresentare sostituzioni di impianti esistenti o razionalizzazione dell’attuale rete con eliminazione di impianti esistenti. Gli stessi impianti alternativi o aggiuntivi dovranno prevedere l’utilizzo di varchi già presenti nella vegetazione, con un loro eventuale limitato allargamento, o non comportare, con l’apertura di nuovi varchi, tagli totali o parziali nell’ambito delle formazioni arboree attraversate per una lunghezza superiore al 40% del tracciato dell’impianto proposto;

* la realizzazione degli eventuali nuovi impianti aggiuntivi o alternativi a quelli considerati indispensabili non deve costituire un fattore di elevata percepibilità visiva rispetto agli ambiti montani e rappresentare motivo di forte alterazione dei versanti interessati per consistenti tagli vegetazionali, inserimento di strutture di elevazione, opere accessorie a servizio degli impianti stessi;

* al fine di contenere le possibili ripercussioni sull’aspetto del paesaggio connesse alla pratica dello sci e di conservare e tutelare i paesaggi alpini d’alta quota, si dovranno valutare attentamente gli interventi situati in paesaggi naturali poco alterati o sopra al limite delle aree vegetate, dove le modifiche costituiscono motivo di impatto visivo, e l’inserimento di strutture in elevazione che generano considerevoli alterazioni all’aspetto del paesaggio (impianti di risalita);

* Occorrerà inoltre prestare la massima attenzione all’integrazione nel paesaggio delle opere accessorie a servizio degli impianti, in particolare in ambiti aperti ad ampie visuali, al limite di aree boscate, anche in riferimento alla scelta dei materiali da costruzione;

* a far parte integrante della fase progettuale e della previsione dei costi di ogni impianto di risalita o di ogni eventuale sistemazione di piste o di qualsiasi altra struttura temporanea o definitiva connessa si dovranno prevedere interventi di mitigazione e compensazione paesistico-ambientale, unitamente a forme di riqualificazione delle aree esistenti degradate, oltre che di ambiti ad oggi compromessi da preesistenze non sufficientemente qualificate: in particolare nel caso della esecuzione di tagli boschivi dovranno - per superfici adeguate dell’ordine di 10 volte le aree così danneggiate ed interferite - essere eseguite operazioni di sistemazione e miglioramento forestale delle superfici boscate e/o reperite aree di rimboschimento nel territorio montano circostante, in accordo con gli enti territorialmente interessati e con gli organi deputati istituzionalmente alla gestione delle proprietà forestali comunali locali;

* per le prescrizioni di carattere idrogeologico si rimanda all’apposita sezione Rischi Naturali e Difesa del Suolo;

* in fase di progettazione preliminare delle opere oggetto del presente capitolo si dovrà verificare la coerenza ed il rispetto delle ipotesi progettuali con il sistema dei vincoli d’uso gravanti sul territorio (Piani Regolatori Generali Comunali, L. 267/1998 “Sarno”, Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico e L. 365/2000, regime vincolistico ex D.Leg.vo 490/1999 e norme sul vincolo idrogeologico R.D.L. 3267/1923 e L.R. 45/1989);

* dovrà essere approfondito dettagliatamente il quadro geologico e geologico-tecnico in modo da verificare l’eventuale sussistenza di dissesti locali, nonché dell’esposizione al pericolo valanghe. Un supporto valido a questi studi potranno essere le cartografie tematiche (valanghe, dissesti, aree inondabili) disponibili anche presso il Sistema Informativo Geologico Regionale, che comunque dovranno essere integrate con studi specifici e rilievi sul campo;

* dovrà inoltre essere verificata la compatibilità idrogeologica ed idraulica di tutte le opere e gli interventi prospettati;

* le strutture previste per il pubblico dovranno avere, in linea di massima, carattere temporaneo ed essere studiate in modo da minimizzare l’impatto visivo; per le eventuali altre strutture accessorie permanenti dovrà essere garantita la massima integrazione con gli ambiti circostanti, risolvendo eventuali situazioni di degrado attuale; particolare attenzione andrà posta nella scelta dei materiali da utilizzare e nelle forme compositive dei volumi da realizzare; la stessa cura andrà seguita per la realizzazione degli eventuali parcheggi di interscambio sia per localizzazione, sia per materiali impiegati, anche in caso di realizzazione di strutture temporanee;

* in linea generale si riconoscono valide le indicazioni fornite dallo Studio di compatibilità ambientale al cap. 5.1 - Mitigazioni in funzione degli obiettivi di sostenibilità, applicate agli interventi qui in esame, e si condividono e si rendono obbligatori i contenuti e le specifiche operative di cui al cap. 5.2 - Mitigazioni di carattere fisico ambientale relative alle fasi di cantiere e di esercizio delle opere;

* gli inerti di scavo derivanti dalle operazioni di cantiere devono essere destinati prioritariamente al riutilizzo o smaltiti direttamente in discariche autorizzate ai sensi della normativa vigente e individuate già in fase progettuale, limitando alle sole fasi di cantiere l’uso di aree di deponia temporanea ed escludendo stoccaggi provvisori di tali materiali;

* la realizzazione delle opere a verde, costituiscano esse il tutto o parte dei lavori oggetto di appalto, nel rispetto e nelle forme della vigente normativa sugli appalti pubblici, dovrà essere affidata a ditte specializzate e appositamente qualificate.

7.2.2 Livello programmatico.

Su un piano programmatico si sottolinea qui, come anche nei seguenti capitoli del presente allegato tecnico, che, in considerazione anche degli obiettivi della Green Card (Dossier di Candidatura), occorre definire un programma di interventi, distribuiti sul territorio montano interessato, che assicurino la riqualificazione degli ecosistemi presenti e la loro salvaguardia, andando a risolvere anche una serie di degradi ambientali presenti e a incrementare il livello di qualità generale: tale piano potrà essere utilmente concertato con le amministrazioni locali e con gli organi deputati istituzionalmente alla gestione delle proprietà forestali locali.

Tale piano dovrà inoltre sortire come effetto il ripristino delle connessioni ecosistemiche, anche in base a quanto previsto dalla Direttiva 92/43/CEE, per la realizzazione della Rete Natura 2000. Gli interventi di compensazione devono essere mirati, in via prioritaria, alla conservazione e al miglioramento delle Aree protette e dei S.I.C. della Rete Natura 2000, nonché delle specie di flora e fauna inseriti negli allegati della Direttiva HABITAT e della Direttiva UCCELLI.

In modo propedeutico alla formazione del succitato piano, dovranno quindi essere sviluppati questi specifici indicatori:

* indice sintetico di pressione sull’ecomosaico

* indice di frammentazione ecologica

* qualità floristica

* qualità botanica di stazioni campione

* qualità faunistica di stazioni campione

* indice sintetico di valore dell’ecomosaico.

Tale piano dovrà inoltre utilmente integrarsi con il Programma di accompagnamento paesistico previsto per ogni Comune nell’apposito capitolo “Territorio e Paesaggio” di cui al presente allegato.

8 IMPIANTI SPORTIVI.

8.1 PROBLEMATICHE.

8.1.1 Livello di sistema.

Lo svolgimento delle olimpiadi invernali dovrà avvenire secondo le raccomandazioni delle Federazioni Internazionali Sport Olimpici Invernali e secondo il programma delle gare olimpiche per le seguenti discipline : biathlon, bob, combinata nordica, curling, freestyle, hockey su ghiaccio, pattinaggio artistico, pattinaggio velocità, salto a sci, sci alpino, sci di fondo, short-track, skeleton, slittino, snowboard.

La partecipazione all’evento olimpico impone quindi la costruzione o l’adeguamento di tutti quegli impianti, che opportunamente omologati, sono necessari allo svolgimento delle gare programmate.

Gli impianti sportivi elencati nella legge 285/2000 sono 13 e precisamente:

1) Biathlon;

2) Bob e slittino;

3) Curling;

4) Hockey (gare);

5) Hockey (gare);

6) Hockey (gare);

7) Hockey (gare/allenamento);

8) Hockey (allenamento);

9) Pattinaggio artistico-Short Track;

10) Pattinaggio veloce;

11) Salto e combinata;

12) Sci alpino, snow, free style;

13) Sci di fondo;

Gli impianti necessari allo sci alpino saranno trattati specificatamente nelle apposite sezioni dedicate agli impianti funiscioviari, piste da sci ed innevamento programmato (artificiale).

Uno degli elementi prioritari di valutazione di cui tenere conto è di prevedere in anticipo l’uso “sociale” che si farà dell’impianto sportivo. Sapere con precisione quali saranno le strategie di utilizzo dell’impianto EX ANTE è garanzia di successo, lavorare solo in ottica dell’evento, come ampiamente dimostrato dagli studi relativi alle sedi dove si sono svolti precedentemente i giochi olimpici, spesso determina la “morte gestionale” dell’impianto.

Analizzando nel dettaglio i vari impianti è utile la loro suddivisione per tipologia sportiva legata alle federazioni (sport del ghiaccio e sport invernali) e per bacini d’utenza.

Per quanto riguarda i bacini d’utenza, è evidente che le problematiche degli impianti operanti nella città di Torino devono essere affrontate con un approccio diverso dagli impianti previsti nelle altre sedi, soprattutto se Comuni di montagna. Gli impianti previsti a Torino svolgono una funzione prevalentemente rivolta alla domanda interna dei residenti, mentre gli impianti dei comuni di montagna sono rivolti soprattutto ad una utenza legata ai flussi turistici.

Per quanto riguarda le discipline sportive praticate, si osserva che gli sport del ghiaccio sono meno praticati degli sport invernali e quindi saranno necessari maggiori sforzi di promozione e diffusione. La situazione degli sport invernali tuttavia non appare essere omogenea, mentre lo sci di fondo e lo sci alpino sono una realtà sostanzialmente organizzata, con una buona base di potenziali fruitori e grande vocazione turistica (non dimentichiamo che in Piemonte sono registrati 35 milioni di passaggi turistici/anno riferibili allo sci alpino), non altrettanto può essere affermato per il bob, slittino e salto dove la mancanza di impianti sul territorio piemontese ne ha evidentemente condizionato la pratica sportiva.

Per il sistema impiantistico torinese occorre definire soluzioni strategiche compatibili, finalizzate alla massima valorizzazione del sistema sportivo cittadino e comprendente azioni contestuali alla promozione di attività e di pratiche sportive, in particolare per il ghiaccio, con individuazione di siti decentrati.

I grandi impianti, dimensionati dall’assolvimento alla specificità della manifestazione per gli sport del ghiaccio, potrebbero essere anche realizzati con soluzioni progettuali che valorizzino, oltre al livello prestazionale degli spazi e attività, anche la polivalenza e polifunzionalità, la trasformabilità degli ambienti e attività, l’utilizzo di materiali compatibili e sostenibili per grandi strutture. In alternativa andranno cercate soluzioni di gestione dell’evento sportivo con allestimenti provvisori rimovibili.

Occorre inoltre studiare l’opportunità di attivare sistemi energetici alternativi, come la combinazione ghiaccio-acqua (impianti natatori ed impianti refrigeranti per la produzione del ghiaccio).

Per l’individuazione e la quantificazione degli interventi di urbanizzazione primaria, connessi con la costruzione delle strutture sportive olimpiche, considerati necessari dal P.O. ai sensi della legge 285/00, si ritiene necessario un piano complessivo di previsione degli interventi per Comune, da anteporre alla fase progettuale, che dovrà comunque prevedere un attento studio di inserimento paesaggistico delle opere in progetto.

Il P.O. dovrà considerare un approfondimento delle esigenze di impianti sportivi destinati per l’allenamento con i relativi calendari delle gare.

In base a queste considerazioni:

* La destinazione post olimpiadi degli impianti sportivi deve prevedere studi dettagliati di sostenibilità economica e finanziaria che garantiscano un adeguato utilizzo per la collettività. In molti casi si prevede un uso per “gare nazionali e internazionali”, tale utilizzo non sarà sufficiente e bisognerà adottare strategie di gestione e di fruizione “allargata”, sia per lo sport per tutti, sia a scopi turistici, ma anche, in alcuni casi, per eventi commerciali e culturali (fiere, mostre, shows ecc.).

* Per quanto riguarda i siti di allenamento necessari all’evento olimpico in fase di studio di fattibilità deve essere attentamente valutata la loro importanza e rispondenza tecnica alle esigenze olimpiche valutando la possibilità di utilizzo di impianti esistenti omologati ed utilizzabili come siti di allenamento.

8.1.2 Livello locale.

Le criticità emergenti nell’ambito degli interventi necessari ai sensi della legge 285/00 riguardano in particolare gli impatti connessi alle realizzazioni del trampolino del salto e della pista di bob. Localizzati entrambi in aree paesaggistiche di pregio, costituiscono interventi di significativa modificazione dei contesti in oggetto, con ripercussioni sugli aspetti naturalistici e vegetazionali di rilievo nonché sulle percezioni visive dei contesti vallivi. Lo S.C.A. peraltro attribuisce a questi impianti sportivi valore di segno e simbolo permanente dei Giochi.

Trampolino per il salto

L’ambito proposto per la realizzazione del trampolino presenta caratteristiche di notevole pregio paesistico-ambientale, per l’aspetto del versante caratterizzato da copertura arborea di rilievo (larici ed abeti), ancora integra ed estesa con carattere di continuità dalla media valle alla Val Troncea, e per la posizione del sito in adiacenza al torrente Chisone.

Il versante di intervento ancora integro, segnato solo in parte dal tracciato della seggiovia esistente, non presenta ulteriori elementi di antropizzazione, mentre l’area in adiacenza al corso d’acqua manifesta situazioni di degrado paesaggistico, aggravate dall’alluvione dell’ottobre 2000.

Si evidenzia inoltre che tale area è stata segnalata come Sito di Importanza Comunitaria “Area boscata tra Pourrieres e Laval” e che si configura anche di notevole interesse faunistico, per la presenza di specie animali caratterizzate da spiccata vulnerabilità e dalla necessità di conservazione del loro habitat naturale.

L’intervento proposto si configura quindi di rilevante impatto naturalistico e paesistico - ambientale anche per l’elevata percezione visiva dell’ambito in oggetto, sia dal versante opposto, sia da coni visuali diversi.

La realizzazione di questi interventi, non può prescindere da un attento studio di inserimento paesaggistico delle strutture in oggetto da prevedere nella fase progettuale.

L’eventuale utilizzazione di strutture temporanee e rimovibili, dato il tempo di permanenza degli interventi sui contesti in oggetto, dovrà comunque prevedere operazioni significative di recupero e mitigazione paesistico - ambientale ed il successivo ripristino dello stato dei luoghi.

Sotto il profilo idrogeologico, la localizzazione dell’impianto, per quanto generica, risulta potenzialmente problematica per gli aspetti di esondabilità, da parte del T. Chisone, del fondovalle in cui sarebbe collocato il piazzale d’arrivo dell’impianto e delle tribune, nonché per quelli connessi alla stabilità del versante su cui verrebbe realizzato l’impianto, considerata la grande quantità di scavi e riporti comunque previsti.

Per le problematiche sopra esposte si ritiene opportuno che tale opera venga sottoposta alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale ai sensi della Legge regionale 14 dicembre 1998, n. 40.

Bob, Slittino, Skeleton

La scelta che sembra prevalere nella documentazione pervenuta dal proponente individua come possibile soluzione localizzativa l’ambito in corrispondenza delle frazioni S .Marco e Jouvenceaux.

L’ambito vallivo interessato dall’impianto, seppure già caratterizzato da urbanizzazioni, conserva elementi di pregio paesaggistico in considerazione delle superfici prative ancora presenti, anche terrazzate, alternate a vegetazione isolata (siepi, filari e macchie boscate ), e per l’alta visibilità del versante, percepibile da area vasta.

In considerazione dell’emergenza visiva che l’impianto potrebbe costituire, anche in relazione al problema della schermatura del tracciato per l’esposizione al sole, si ritiene opportuno che la realizzazione dello stesso sia indirizzata nella successiva fase progettuale verso soluzioni che prevedano la massima aderenza alla morfologia dell’area di intervento.

Si segnalano inoltre impatti negativi sulla fauna e sottrazione di suolo (aree di pascolo utilizzate dai selvatici) che potrebbero consigliare la possibilità di valutare delle alternative costruttive che prevedano l’utilizzo di strutture provvisorie meno impattanti.

Sotto il profilo idrogeologico, la zona indicata come più probabile per l’ubicazione dell’impianto presenta problematiche di stabilità del versante. Anche in questo caso si ritiene opportuno che tale opera venga assoggettata alle procedure di Valutazione di Impatto Ambientale di cui alla Legge regionale 14 dicembre 1998, n. 40.

Stadio del Ghiaccio di Torre Pellice

Sotto il profilo idrogeologico, la scelta del sito dove realizzare l’impianto dovrà rispondere ad inderogabili requisiti di sicurezza idraulica e idrogeologica nel rispetto delle norme e dei criteri riguardanti la pianificazione urbanistica, formulati dalla Regione (Circolare P.G.R. n° 7 LAP del 8.5.96 e relativa nota esplicativa).

8.2 PRESCRIZIONI.

8.2.1 Livello di merito.

Raccomandazioni

Gli impianti olimpici devono in via prioritaria rispettare le seguenti condizioni principali:

* gli investimenti sull’impiantistica sportiva devono rispondere a necessità reali e concrete della deficit strutturale;

* dove possibile, si deve privilegiare la modernizzazione di strutture già esistenti, ma obsolete dotandole di quelle infrastrutture necessarie per organizzare manifestazioni sportive internazionali;

* le destinazioni d’uso post olimpiche dovranno essere definite con chiarezza sin dalle prime fasi, valutando con attenzione i requisiti, anche normativi, necessari per riutilizzare i singoli edifici e manufatti, e per restituire ai siti interessati una concreta fruibilità dopo le Olimpiadi, prevedendo l’eliminazione delle barriere architettoniche, la flessibilità delle suddivisioni interne, le tipologie e forme compositive adeguate rispetto ai contesti interessati;

* se approfondimenti e studi successivi dimostrano che esistono alternative localizzative migliori o che, per motivazioni che non sono emerse in fase di VAS, la realizzazione del progetto non è tecnicamente, amministrativamente o economicamente fattibile si deve prevedere la possibilità di una modifica del piano se coerente con le direttive e le prescrizioni previste dalla VAS;

* il Piano Olimpico nel suo complesso deve considerare e prevedere l’accesso ai disabili atleti e non atleti ai siti di gara, ai mezzi di trasporto pubblico e alle strutture di accoglienza ;

* per quanto riguarda i siti di allenamento necessari all’evento olimpico le opere destinate a tale uso devono essere attentamente valutate per quanto riguarda la rispondenza tecnica alle esigenze olimpiche utilizzando, ove possibile, impianti esistenti omologati o omologabili ai sensi delle normative delle federazioni internazionali;

Prescrizioni tecniche e procedurali

1) I progetti preliminari degli impianti sportivi che saranno oggetto di appalto ai sensi della legge Merloni, dovranno prevedere uno studio di sostenibilità economica e finanziaria coerente al seguente indice di requisiti minimi:

* rappresentazione del contesto territoriale socio-economico entro cui il progetto dovrà realizzarsi;

* individuazione e quantificazione della domanda effettiva attuale e potenziale dopo lo svolgimento dei giochi in riferimento alle destinazioni finali di utilizzo, analisi della dinamica temporale, formulazione di ipotesi per il suo andamento futuro, stima della disponibilità a pagare dell’utenza per i beni o servizi ottenibili dalla realizzazione del progetto;

* analisi delle risorse disponibili attivate o attivabili, nonchè delle modalità (tempi e condizioni) per la realizzazione di interventi integrativi che possano migliorare la sostenibilità economica dell’opera in progetto;

* costruzione di un modello di analisi finanziaria che, per le varie alternative progettuali, consenta di effettuare:

a) calcolo dei flussi di cassa e dei principali indicatori sulla qualità finanziaria della gestione;

b) formulazione delle ipotesi gestionali che sottendono il modello finanziario;

c) verifica della sostenibilità finanziaria in un arco temporale sufficiente date le caratteristiche tecniche, economiche e gestionali del progetto;

* costruzione di un modello di analisi economica (tipo costi-benefici) in grado di valutare la convenienza dell’investimento dal punto di vista della collettività nelle varie alternative;

* sviluppo di un adeguato sistema di simulazioni (analisi di sensitività e di rischio) in grado di verificare i punti di debolezza economica e finanziaria del progetto, stimando le probabilità che si verifichino condizioni di insostenibilità economico-finanziaria. Individuazione in base ai risultati del sistema di simulazione e dell’analisi di rischio, di azioni o modifiche progettuali che permettano di ridurre la probabilità che si verifichino le condizioni di debolezza (o di rischio) sopra indicate.

2) la progettazione delle opere in oggetto dovrà essere affrontata da gruppi multidisciplinari che esprimano competenze professionali relative a tutti gli aspetti tecnici interessati, con particolare riferimento alla presenza di professionisti esperti nella gestione dell’impiantistica sportiva in ottica post olimpica e nelle problematiche inerenti la rinaturalizzazione e il recupero ambientale dei siti, nonché le tecniche di mitigazione, di inserimento paesaggistico e di Ingegneria Naturalistica.

Tutto ciò premesso, si formulano le seguenti ulteriori prescrizioni per gli impianti più significativi in ambito montano.

Trampolino

Nella redazione del progetto e dello studio di impatto ambientale si dovrà tener conto delle seguenti prescrizioni:

1. La realizzazione del trampolino, anche se concepito quale struttura provvisoria, dovrà prevedere un attento studio di inserimento paesaggistico delle strutture in oggetto da prevedere già nei progetti generali. Gli interventi di mitigazione paesaggistica dovranno essere inseriti in un più generale progetto di riqualificazione ambientale e paesistica dell’intero contesto d’intervento, comprensivo degli edifici esistenti e della fascia fluviale. Anche qualora l’intervento si configurasse come non permanente, dovranno essere previste operazioni di mitigazione degli interventi, da realizzarsi durante la permanenza dell’impianto.

2. Lo S.C.A. evidenzia che “data la potenziale esondabilità della zona, per la realizzazione delle tribune e degli impianti connessi allo stadio sono da prevedersi opere di contenimento del torrente di delicata progettazione, anche se facilmente realizzabili”, e che “gli interventi di riduzione delle aree esondabili dal torrente Chisone a valle del trampolino possono portare impatti positivi anche a lungo termine”. Nel condividere le considerazioni circa la criticità di tipo idraulico dell’area del previsto insediamento, peraltro confermate dai fenomeni di marcato sovralluvionamento che hanno caratterizzato l’evento alluvionale dell’ottobre 2000, si dovranno prevedere ulteriori approfondimenti ed in particolare:

- definizione dei criteri ed elementi che consentano di risalire alla determinazione delle portate;

- aggiornamento dei dati topografici e morfologici locali a fronte degli eventi alluvionali che ultimamente hanno interessato la zona;

- valutazione della dinamica del corso d’acqua nel suo complesso, quindi per un tratto sufficientemente esteso a monte e a valle degli abitati di Pragelato, nelle ipotesi di insediamento delineate per l’impianto del trampolino e per la sistemazione dell’area posta a margine del torrente Chisone, con una attenta valutazione delle possibili modificazioni riconducibili a fenomeni di trasporto solido.

3. Lo studio dovrà valutare le diverse problematiche coinvolte, le alternative, la possibilità di mitigare gli impatti attraverso l’utilizzo di tecnologie e modalità costruttive derivanti dagli approfondimenti e, in caso di opere eventualmente ricadenti nell’area esondabile, che consentano la rimozione parziale dell’impianto e comunque non creino ostacolo al deflusso naturale delle acque.

4. La realizzazione del trampolino e delle strutture ad esso collegate interferisce con il Sito di Importanza Comunitaria “Area boscata tra Pourrieres e Laval” (cod. Natura 2000 IT1110068). Particolare attenzione deve essere posta nella tutela della fascia boscata e dei corridoi ecologici per limitare al massimo il disturbo alla fauna selvatica, con particolare riferimento al gallo forcello.

5. In un’ottica di compensazione, a far parte integrante della fase progettuale e della previsione dei costi dell’impianto e delle opere connesse, dovranno essere, per superfici adeguate dell’ordine di 10 volte le aree occupate dalle strutture nel loro complesso, siano esse definitive o provvisorie, eseguite operazioni di sistemazione e miglioramento forestale e/o reperite aree di rimboschimento nel territorio montano circostante, in accordo con gli enti territorialmente interessati e con gli organi deputati istituzionalmente alla gestione delle aree protette locali, anche con la finalità di recuperare e migliorare gli habitat necessari per la fauna pregiata locale.

Bob, Slittino, Skeleton

Nella redazione del progetto e dello studio d’impatto ambientale si dovrà tenere conto delle seguenti prescrizioni:

1. Ai fini del contenimento dei possibili impatti visivi e paesistici dovrà prevedersi un’attenta progettazione che valuti la massima aderenza alla morfologia dei luoghi e la predisposizione di interventi di mitigazione, anche con soluzioni di quinte arboree ottenute con esemplari a sviluppo già avanzato, da prevedere in un complessivo progetto di inserimento paesaggistico - ambientale relativo all’intero versante. Le superfici da destinare ad infrastrutture al servizio dell’impianto devono essere ripristinate a conclusione dei giochi olimpici.

2. Devono essere effettuati ulteriori studi di tipo geologico e geotecnico, nonché l’immediata installazione di sistemi di monitoraggio geotecnica, al fine di ottenere un quadro di riferimento per valutare la fattibilità tecnica dell’impianto, in relazione anche ai requisiti minimi di stabilità per la tipologia dell’impianto.

3. Dovranno essere previste misure di mitigazione in relazione alla fauna e all’eventuale illuminazione notturna.

4. In un’ottica di compensazione, a far parte integrante della fase progettuale e della previsione dei costi degli impianti e delle opere connesse dovranno essere, per superfici adeguate dell’ordine di 10 volte le aree occupate dalle strutture nel loro complesso, siano esse definitive o provvisorie, eseguite operazioni di sistemazione e miglioramento forestale e/o reperite aree di rimboschimento nel territorio montano circostante, in accordo con gli enti territorialmente interessati e con gli organi deputati istituzionalmente alla gestione delle proprietà forestali comunali locali.

8.2.2 Livello programmatico con riferimento alle istituzioni.

* Dovrà essere predisposto un piano complessivo delle opere di urbanizzazione primaria connesse agli interventi previsti per ogni comune.

* Dovranno essere definite ed inserite nella programmazione prevista dalla legge regionale 93/95 linee di indirizzo relative alla promozione sportiva sul territorio di Piemonte 2006 con particolare riferimento agli sport invernali ed agli sport del ghiaccio in sinergia alle attività di promozione che saranno messe in atto dal TOROC.

* Dovranno essere definite nella programmazione prevista dalla legge regionale 93/95, linee di indirizzo relative al miglioramento della qualità dell’offerta sportiva nell’area di influenza dei giochi olimpici e Piemonte 2006.

9 VILLAGGI OLIMPICI, VILLAGGI MEDIA E RICETTIVITÀ.

9.1 PROBLEMATICHE.

9.1.1 Livello di sistema.

Lo S.C.A. individua gli interventi essenziali ai fini della ricettività olimpica; tale studio non è accompagnato dalla verifica di offerta turistica per ospiti o utenza stagionale Si dovrà pertanto procedere ad una stima globale che tenga conto dell’attuale offerta di ricettività e della richiesta olimpica e post-olimpica.

Ricettività: ambito di influenza olimpica.

L’ambito di influenza olimpica è stata suddiviso in tre aree (vedi carta allegata ed elenco comuni nella sezione Cartografie e tabelle):

1) comuni olimpici dove si prevede lo svolgimento delle gare e/o la costruzione di Villaggi destinati ad ospitare atleti e/o Media;

2) comuni ad una distanza di percorrenza fino a 30 minuti in automobile dai comuni olimpici;

3) comuni ad una distanza di percorrenza da 30 fino a 60 minuti in automobile dai comuni olimpici di cui al punto 2;

Tali aree sono state calcolate rispetto ai tempi di percorrenza attuali senza considerare i miglioramenti della viabilità che verranno attuati con il P.O. .

Tale suddivisione delle zone è determinata dalle esigenze di ricettività degli “addetti ai lavori” durante l’evento olimpico ossia:

* atleti partecipanti ai giochi e delegazioni ufficiali dei Comitati Olimpici Nazionali;

* altre persone accreditate dai Comitati Olimpici Nazionali non facenti parte delle delegazioni ufficiali (Extra Officials);

* famiglia olimpica (membri del C.I.O., amministrazione C.I.O., dirigenti federazioni Internazionali e Comitati olimpici, ospiti, consulenti, osservatori ecc.)

* Media (giornalisti, fotografi, tecnici dei broadcasters);

* ospiti dei Top sponsors del C.I.O. degli sponsors del TOROC 2006 e dei broadcaters;

* N.B.C. (management, personale tecnico e ospiti);



Per quanto riguarda la sistemazione degli addetti ai lavori si evidenzia la necessità di provvedere al loro alloggiamento reperendo sul mercato della ricettività alberghiera, nell’area di influenza olimpica, n.3.890 camere. A questo proposito è stata fatta una valutazione della ricettività di livello (3 e 4 stelle) potenziale esistente, della ricettività finanziata attraverso la L.R. 18/99 fino ad oggi programmata con quella prevista dal Piano Olimpico (vedi tabelle nella sezione Cartografie e tabelle).

Tale ricettività è stata zonizzata in area 1 (comuni Olimpici), area 2 (comuni compresi fino a 30 minuti dai comuni Olimpici) ed area 3 (comuni compresi da 30 fino a 60 minuti dai comuni olimpici). La risultanza di questi dati su tutte le tre aree ci indica una potenzialità di 18.635 camere di cui:

* 3.459 camere a 4 stelle;

* 8.076 camere a 3 stelle;

* 7.100 camere (9100 posti letto) di nuova costruzione previste dal P.O.

In seguito alle precedenti considerazioni la recettività dell’area olimpica destinata agli addetti ai lavori, indispensabile per lo svolgimento dell’evento olimpico, risulta essere sufficiente solo se vengono garantiti i posti letto previsti dal P.O. con la costruzione dei Villaggi Olimpici e Media con particolare riferimento ai sub Villaggi Olimpici previsti nelle aree montane.

I Villaggi Olimpici ed i Villaggi Media nel Programma di intervento “Torino 2006" presentano elementi di criticità di rilievo, soprattutto per quanto riguarda le quote di finanziamento pubblico in apparente incompatibilità con quanto ad oggi previsto dalle norme in tema di aiuti di Stato.

Per quanto concerne le strutture ricettive destinate a rimanere tali anche dopo il termine dei Giochi, non si ritiene in linea di principio che dovrebbero sussistere elementi di criticità, ciò a fronte delle attuali carenze di offerta alberghiera ed extralberghiera sia per quanto riguarda l’area di Torino che delle valli . Problematica risulta invece essere la destinazione residenziale post olimpica di alcune strutture qualora non accompagnata da attente analisi del mercato immobiliare.

Relativamente alla ricettività destinata ai visitatori che vorranno assistere all’evento olimpico, gli elementi conoscitivi forniti dal P.O. non ne consentono una puntuale valutazione e dovrà quindi essere previsto un approfondimento successivo che affronti tale problema anche allo scopo di indirizzare, ove possibile, la progettazione al prioritario recupero del patrimonio immobiliare esistente, in ottica di bacino di servizio all’area di influenza olimpica.

9.2 RACCOMANDAZIONI E PRESCRIZIONI

9.2.1 Livello di merito.

Aspetti progettuali.

Per quanto riguarda le indicazioni relative alle scelte localizzative, di organizzazione degli spazi urbani, di accesso e di connessione con il tessuto edilizio esistente ed in merito alle modalità costruttive si richiamano le considerazioni espresse nelle prescrizioni tecniche e programmatiche (area torinese, ambiti vallivi) del capitolo territorio e paesaggio.

Nello specifico si richiamano alcune raccomandazioni generali da seguire per la progettazione delle singole opere:

* Insediamenti ricettivi in valle: la progettazione dovrà essere finalizzata alla massima integrazione con il contesto circostante in termini di elementi compositivi, tipologie edilizie e materiali tradizionali.

* Ricettività in ambito urbano: la progettazione dovrà essere finalizzata agli utilizzi post olimpici delle strutture, anche in funzione di eliminazione delle barriere architettoniche, flessibilità delle suddivisioni interne, tipologie e forme compositive adeguate rispetto ai contesti interessati.

* La fase di pianificazione degli interventi per la creazione della nuova ricettività destinata ai turisti che vorranno assistere all’evento olimpico, dovrà prevedere l’opportunità di indirizzare ove possibile la progettazione al prioritario recupero del patrimonio immobiliare esistente, in ottica di bacino di servizio all’area di influenza olimpica.

* Devono essere attivati opportuni strumenti di monitoraggio e miglioramento della qualità dell’offerta ricettiva sia per le strutture che per i servizi.

Prescrizioni tecniche e procedurali

* la realizzazione dei 9.100 posti letto previsti nei Villaggi Olimpici e Villaggi Media deve essere garantita attraverso il finanziamento previsto dalla Legge 285/2000 ed essere coerente con gli standard di qualità previsti dal CIO.

* Il piano Olimpico nel suo complesso deve considerare e prevedere l’accesso ai disabili atleti e non atleti ai siti di gara, ai mezzi di trasporto pubblico e alle strutture di accoglienza.

Prescrizioni progettuali

Interventi previsti in area Lingotto - Mercati Generali: i procedimenti di approvazione dei progetti dovranno prevedere forme e strumenti di coordinamento, che consentano di valutare le trasformazioni previste alla scala urbana. Considerato che gli interventi olimpici rappresentano gli elementi cardine della trasformazione dell’intero quartiere, è necessario che l’insieme dei progetti sia pensato all’interno di un unico disegno urbanistico finalizzato alla sistemazione dell’intero ambito in funzione della sua valenza post olimpica, considerando anche le possibilità di raccordo con l’area Italia ‘61, anch’essa interessata da infrastrutture olimpiche, e affrontando il tema della viabilità anche in funzione della previsione di realizzazione di parcheggi di scambio modale.

L’area Lingotto - Mercati Generali è interessata dalle trasformazioni più rilevanti e più di altre potrebbe ottenere benefici in termini di riqualificazione urbana, ma i diversi interventi previsti richiedono un approccio integrato e coordinato, nei progetti e nei processi attuativi. L’integrazione fisica e funzionale tra “distretto olimpico” e città esistente é legata al sistema della mobilità su gomma e ferro, alla rete di fruizione pedonale e ciclabile, alla qualità del disegno urbano.

In merito all’insieme degli interventi in area torinese andrà affrontato anche il tema della bonifica ambientale di alcuni siti per i quali tale necessità può rappresentare un elemento ostativo per il rispetto dei tempi di consegna dei cantieri.

Per quanto riguarda gli interventi negli ambiti vallivi si dovranno privilegiare soluzioni comportanti la riqualificazione del patrimonio edificato. In caso di nuovi insediamenti la progettazione dovrà assicurare l’integrazione con il tessuto edilizio esistente, in rapporto al sistema della viabilità locale, dei volumi esistenti, delle tipologie tradizionali, in modo da non alterare l’equilibrio dei contesti urbani ormai consolidati.

9.2.2 Livello programmatico con riferimento alle istituzioni.

Si ritiene opportuna la redazione ed adozione di un Programma per il miglioramento qualitativo e per l’incremento della ricettività di Piemonte 2006.

10 VIABILITÀ E TRASPORTI.

10.1 PROBLEMATICHE.

10.1.1 Livello di sistema.

Mobilità

Il settore mobilità è trattato in diversi punti del documento mettendone in evidenza i suoi aspetti trasportistici in relazione all’assetto territoriale proposto.

Viene evidenziata la necessità di attuare politiche innovative (promozione dell’uso del mezzo collettivo o semi-collettivo, predisposizione di pacchetti associanti la sistemazione in strutture ricettive ed i servizi necessari per gli spostamenti, informazioni agli utenti sulla disponibilità di parcheggi e sulle condizioni della circolazione) facendo riferimento al documento Transport Planning and Management during the Olympic Games-1998.

Sono state in parte analizzate le problematiche inerenti lo spostamento degli addetti configurando tale spostamento tramite mezzi speciali e tre linee di trasporto servite da navette. Non risulta chiaro quali siano i parametri adottati per la definizione dell’incremento di domanda di traffico del 10 % per quanto concerne il trasporto privato e del 30 % per il trasporto pubblico.

Lo Studio di Compatibilità Ambientale evidenzia anche la necessità di una gestione coordinata degli interventi sulla rete infrastrutturale e di quelli previsti sulla mobilità al fine di eliminare le forti criticità conseguenti ad un loro mancato coordinamento (tra tali criticità si hanno quelle dovute all’aumento della domanda di mobilità individuale conseguente al miglioramento del livello di servizio della rete).

Viabilità.

Sia nel Piano degli interventi che nello Studio di compatibilità manca una quantificazione delle risorse necessarie per la progettazione e la realizzazione delle opere indicate in rapporto alle risorse disponibili in base alla L. 285/00.

Ferrovie

Lo studio sull’accessibilità ferroviaria dovrà tener conto dei progetti in essere ed inseriti nella programmazione trasportistica regionale, nello specifico:

* NODO DI TORINO : Passante Ferroviario: sono in corso i lavori per la realizzazione della tratta TO PS - TO Dora di cui è prevista la ultimazione entro il 2005. In questo ambito è ricompreso l’inserimento a TO Dora della ferrovia TO - Ceres sulla linea FS. Per la tratta TO DORA - TO STURA sono stati stanziati sulla Finanziaria i fondi necessari e sono in corso le procedure per rendere disponibili i finanziamenti in modo da poter realizzare l’intervento entro il 2005, anche se FS manifesta qualche dubbio sulla data di ultimazione. Per il fabbricato viaggiatori di TO PS deve essere indetta la gara internazionale per la progettazione, i finanziamenti non sono disponibili nell’ambito di questo lotto, si prevede un intervento di project financing. Difficilmente saranno conclusi i lavori per il 2005. Il collegamento TO DORA - AEROPORTO verrà attivato entro Aprile 2001: si prevede una cadenza di 30 minuti. Sia la stazione di Caselle Aeroporto che il sottopasso di Caselle saranno ultimati entro pochi mesi. Per il proseguimento dei treni SATTI da Dora e Lingotto occorrerà attendere l’ultimazione lavori del Passante a PS ( 2005 ).

* ALTA VELOCITA’ TO - MI: Per la data delle Olimpiadi 2006 è previsto l’attivazione della tratta TO - NO con proseguimento con l’aeroporto della Malpensa.

* LINEA TORINO - LIONE : Per il collegamento con l’Alta Valle Susa è previsto entro il 2006 il Restyling delle stazioni di linea.

* COLLEGAMENTO TORINO - PINEROLO - TORRE PELLICE: Sono previsti:

- raddoppio selettivo fra Bivio Sangone e Pinerolo è in corso il progetto preliminare delle FS, i fondi per la realizzazione sono ancora da reperire;

- restyling stazioni;

- sistemazione punto di interscambio Pinerolo.

E’ inoltre stata proposta da parte della Provincia di TO la trasformazione in tranvia della tratta ferroviaria Pinerolo - Torre Pellice mediante il reimpiego delle motrici serie 7000 ( M.L. ).

Importo stimato, ancora da reperire: 5,450 Mld ( escluso acquisto motrici ).

* METROPOLITANA DI TORINO : Nel dicembre scorso sono iniziati i lavori del primo lotto della Metropolitana Automatica di Torino tratta da Collegno a Torino P.N. (1300 Mld); la messa in servizio è prevista per novembre 2005. Sono stati richiesti inoltre i finanziamenti sulla L.211/96 per il prolungamento della linea da TO P.N. a Lingotto (650 Mld).

10.1.2 Livello locale.

Viabilità.

La distinzione fatta nello Studio di Compatibilità Ambientale degli interventi viari in due sottocategorie, funzionali ed integrativi, non è supportata da un’adeguata analisi programmatica e territoriale nonché progettuale. Le opere previste ed inserite nella L. 285/00 sono da intendersi tutte necessarie all’ottimizzazione del sistema di accessibilità al comprensorio dei Giochi Olimpici. Su tali opere esiste un consenso generalizzato nel ritenere che la realizzazione di tali interventi porti alla risoluzione di importanti criticità della rete viaria. In particolare ci si riferisce ai seguenti interventi:

* SS24-Variante di Claviere

* SS589-Variante di Avigliana 1° lotto, Tratto Pinerolo-Saluzzo.

Non si riscontra nello Studio di Compatibilità Ambientale una verifica di coerenza tra le opere inserite nel Piano degli interventi e le soluzioni progettuali individuate dalla Regione Piemonte e dagli Enti Locali.

Alcuni interventi previsti non sono giustificabili da un’analisi territoriale e di mobilità in relazione ad una verifica costi-benefici. In particolare ci si riferisce ai seguenti interventi:

* SS24-Variante di Cesana. Nella cartografia generale allegata al Piano degli interventi viene indicato quale intervento previsto l’unione dei tracciati S14b ed S14a. Il tracciato condiviso è l’S14b.

* Tratto Perosa-Sestriere (intervento S11 in cartografia). Non è chiaro se l’intervento previsto è connesso soltanto al trampolino per il salto o se si prefigura come variante all’abitato di Pragelato.

Viabilità, pericolosità idrogeologica

Lo studio di compatibilità ambientale evidenzia soltanto interventi migliorativi della viabilità dal punto di vista dei trasporti e tralascia l’analisi di situazioni di rischio idrogeologico presenti in vari punti della viabilità dell’alta Val Susa e Val Chisone.

Non risultano infatti essere state prese in considerazione, a titolo d’esempio, le seguenti situazioni, notoriamente critiche.

Sulla S.S.23 sono previsti numerosi interventi di adeguamento in sede oltre alla variante di Porte per l’approvazione della quale è già in corso apposita conferenza dei servizi. Nel tratto presso Borgata di Sestriere sussistono criticità per movimenti franosi sul versante; in questo settore la Direzione Servizi Tecnici di Prevenzione della Regione Piemonte sta realizzando direttamente degli interventi di sistemazione e monitoraggio per la mitigazione del rischio. Inoltre, il tratto compreso tra Fenestrelle ed Usseaux é soggetto a rischio d’interruzione per valanghe.

Sulla S.S.24 l’opera più complessa dal punto di vista idrogeologico è la variante di Cesana, con attraversamento del torrente Ripa e realizzazione di una galleria sottopassante il rio Gran Vallon. Trattasi di una nuova ipotesi progettuale, rispetto a quella redatta in occasione dei Mondiali di sci del 1997, della quale non si dispone di elementi per la sua valutazione seppur di massima.

A livello provinciale gli adeguamenti viabili più significativi e delicati dal punto di vista idraulico riguardano la S.P. 215 Cesana-Sauze di Cesana-Sestriere che corre a margine del torrente Ripa gravemente dissestato dalle alluvioni del giugno ‘99 e ottobre 2000. Gli interventi di sistemazione dei muri di contenimento del rilevato stradale, aventi funzione anche di difesa spondale, dovranno essere coordinati con le sistemazioni idrauliche dell’alveo da realizzare a cura dei Comuni di Sauze di Cesana e di Cesana. Inoltre il tratto tra Sauze di Cesana e Sestriere, in prossimità della Fraz. Grange Sises, é soggetto a rischio d’interruzione per valanghe.

E’ prevista infine la riproposizione degli interventi di adeguamento della S.P. 169 nel tratto Perosa Argentina - Villar Perosa, ipotizzati in occasione dei Mondiali di Sci del 1997, ma che non hanno avuto seguito per carenza di finanziamenti.

Il tracciato di detta S.P., definito nel piano degli interventi in scala 1:25.000, non consente alcuna valutazione sulle intersezioni con i rii minori, soggetti a tutela da parte degli organi competenti, né sulle possibili interferenze con il nodo idraulico costituito dalla confluenza del torrente Germanasca con il torrente Chisone. Quest’ultimo, nel tratto in questione è di competenza del Magistrato per il Po.

10.2 PRESCRIZIONI.

10.2.1 Livello di merito.

Mobilità- Emissioni in atmosfera

Durante il periodo della manifestazione devono essere garantiti spostamenti rapidi e comodi in modo tale da dare alle squadre il massimo comfort e favorire la massima partecipazione di pubblico sia italiano che estero. Questo aumento della richiesta di mobilità sia per la Città di Torino che per tutti i siti in cui si tengono manifestazioni, deve poter essere assorbito dalla incentivazione di una intermodalità del sistema dei trasporti che favorisca il pieno utilizzo dei mezzi collettivi di trasporto La progettazione del sistema intermodale dei trasporti deve poi garantire la massima attenzione al problema della riduzione dei consumi e delle emissioni di tutte le sue componenti ed in tutte le fasi della vita dei mezzi utilizzati: processo di produzione, esercizio, smaltimento finale.

L’intermodalità progettata deve inoltre tendere a risolvere i problemi della ordinaria gestione degli spostamenti da Torino ai siti interessati dalle manifestazioni e viceversa, inserendosi come possibilità pratica di sperimentazione di nuove ed avanzate forme di trasporto, che possano essere una appetibile alternativa all’utilizzo del mezzo individuale, sia per gli spostamenti casa lavoro nelle aree interessate, sia per la fruizione delle stazioni invernali.

Da questo punto di vista si ritiene che un’importante contributo all’intermodalità possa essere data dallo sviluppo ed ammodernamento delle due linee ferroviarie già esistenti: Torino - Bardonecchia e Torino - Pinerolo - Torre Pellice.

La partecipazione alle giornate olimpiche da parte del pubblico deve essere programmata individuando percorsi logici ed a minor impatto tra i diversi punti di accesso e di interscambio modale ed i luoghi delle manifestazioni. E’ importante prevedere pass di ingresso alle manifestazioni che comprendono anche tutte le fasi di mobilità necessarie per compiere i percorsi programmati (parcheggio - treno - navetta - ingresso e/o skipass), in modo tale da creare i presupposti per l’utilizzo stabile nel tempo dei sistemi intermodali in quanto integrati con l’abbonamento per la fruizione degli impianto della stazione.

Viabilità.

Lo sviluppo futuro dei progetti deve tener conto delle seguenti indicazioni:

* Le opere di viabilità previste nella L. 285/00 allegato 3 devono essere considerate tutte funzionali e quindi oggetto di progettazione e costruzione.

* Le risorse necessarie per gli interventi relativi all’autostrada A32 (Svincolo di Bardonecchia, realizzazione IV corsia tra Savoulx ed il traforo del Frejus) individuate nel Piano degli interventi come a carico della società SITAF S.p.A. devono trovare capienza finanziaria nei fondi previsti nella L. 285/00 in quanto attualmente non sono previsti nel Piano Finanziario di concessione della SITAF.

* Per la variante di Cesana deve essere progettato e realizzato il tratto S14b.

* Per quanto concerne la SS23 i progetti relativi agli interventi, ad eccezione della variante di Porte, devono essere finalizzati soltanto all’ammodernamento e messa in sicurezza della statale e non consistere in varianti di tracciato.

* Per la SS589 devono essere attuati gli interventi previsti nel protocollo d’intesa tra Regione Piemonte, Provincia di Torino, Provincia di Cuneo ed i Comuni interessati approvato con DGR n.46-2397 del 5-3-2001.

* Particolare attenzione dovrà essere fatta in fase di progettazione allo studio degli interventi in prossimità delle aree urbanizzate, al fine di migliorarne non solo l’accessibilità, ma anche l’immagine e la qualità dei luoghi interessati.

* È necessaria l’analisi e lo sviluppo progettuale dei nodi di interscambio in Pinerolo (movicentro), Oulx, Cesana previsti dalla L. 285/00.

* I costi relativi alle opere devono essere inquadrati nello schema di ripartizione previsto dalla L.285/00.

* Le risorse necessarie per gli interventi sulla rete provinciale saranno individuate secondo lo schema previsto dal Piano degli interventi e quindi mediante finanziamento statale (L.285/00) per un importo di 20 MLD£ ed in autofinanziamento per altrettanti 20 MLD£.

* Occorre definire lo scenario ed individuare gli impatti in relazione alla fase di cantiere delle nuove opere nell’ambito territoriale della Bassa Val di Susa, Alta Val di Susa e Val Chisone.

* Si dovranno realizzare opere paravalanghe a difesa della S.P. 215, nel tratto in prossimità della frazione Grangesises nei comuni di Sauze di Cesana e Sestriere.

Per quanto riguarda gli interventi sulle viabilità locali (circonvallazioni o viabilità interna), la progettazione dovrà essere finalizzata alla razionalizzazione delle mobilità, favorendo soluzioni di interscambio modale; particolare attenzione dovrà essere posta sulla scelta dei tracciati e delle strutture in modo da minimizzare gli impatti visivi e gli eventuali rischi idrogeologici.

Per quanto concerne il sistema integrato viabilità - gestione della risorsa idrica, si evidenzia in primo luogo l’osservazione che interessa fondamentalmente la realizzazione di eventuali tratti di viabilità in galleria.

Le aree al di sotto delle quali è prevista la realizzazione di gallerie non dovranno essere interessate dalla presenza di sistemi di emungimento (pozzi) né dovranno causare fenomeni di desertificazione di eventuali sistemi idrici superficiali.

Eventuali rinvenimenti di acque sotterranee nella fase di costruzione delle gallerie dovranno essere adeguatamente segnalati e, ove possibile, queste acque dovranno essere isolate per un loro eventuale utilizzo, prioritariamente ad uso potabile (se compatibili sotto gli aspetti quali - quantitativi).

La valutazione puntuale dei problemi realizzativi sarà possibile soprattutto nella fase progettuale esecutiva e nella fase realizzativi degli interventi.

Per quanto riguarda invece le interferenze della viabilità con le risorse idriche a cielo aperto - corsi d’acqua che formeranno oggetto di specifici provvedimenti autorizzativi sulla base dei progetti esecutivi delle singole opere - si reputa in via preliminare necessario dettare le seguenti prescrizioni aventi carattere di indirizzo per la progettazione delle opere.

Gli attraversamenti non dovranno provocare alcun pregiudizio e turbativa al corretto e sicuro deflusso delle acque nelle condizioni di maggiore criticità di precipitazioni e di piene, tenuto conto anche degli apporti solidi lapidei e di quelli flottanti.

Le verifiche idrauliche dovranno essere condotte nel pieno rispetto delle norme vigenti e dei criteri stabiliti dall’Autorità di Bacino per il fiume Po.

Si raccomanda infine, anche allo scopo della conservazione della massima naturalità dei corsi d’acqua, che le spalle dei nuovi ponti siano impostate al di fuori dell’alveo, oltre il ciglio spondale, così da consentire il mantenimento di un andamento delle sponde secondo scarpate naturali.

La progettazione delle opere viarie dovrà avvenire limitando le trasformazioni a carico del paesaggio e della morfologia dei luoghi, valutando attentamente possibili connessioni con elementi caratterizzanti il paesaggio stesso (edificati esistenti, ambiti di pregio naturalistico ecc.). La fase progettuale dovrà prevedere quindi interventi mirati di mitigazione degli impatti contenuti in un progetto complessivo di inserimento paesaggistico relativo ai sedimi interessati.

Le sistemazioni spondali necessarie dovranno essere realizzate con il maggior ricorso possibile a tipologie proprie dell’ingegneria naturalistica, salvo casi di comprovata inadeguatezza delle stesse, legata a rischiose condizioni di deflusso oppure a particolari esigenze di presidio di infrastrutture o strutture.

10.2.2 Indirizzi procedurali.

10.2.3 Livello programmatico con riferimento alle istituzioni.

Per quanto riguarda gli interventi che interessano il Comune di Pinerolo relative alla SS23 e SS589, considerata la strategicità del territorio interessato nell’ambito del programma olimpico, saranno indicate come opere prioritarie da inserirsi nella programmazione regionale.

Mobilità.

Lo sviluppo futuro dei progetti dovrà tener conto delle seguenti indicazioni:

* Predisposizione di un piano di mobilità che definisca gli spostamenti ai siti olimpici privilegiando i mezzi collettivi di trasporto, limitando il più possibile l’uso dell’auto privata, in funzione anche di una riduzione delle emissioni atmosferiche ed acustiche e dell’impatto ambientale. Risulta necessario predisporre tale piano per definire le modalità (pubblico/privato) e le quantità da trasportare, in modo da dimensionare anche gli spazi relativi alla sosta dei veicoli (per ciascun Comune interessato), da calcolarsi in rapporto alla dotazione attuale di spazi, predisponendo se necessarie le opportune modifiche agli strumenti urbanistici. Tale dimensionamento dovrà essere in funzione delle ipotesi di sviluppo post olimpico, prevedendo soluzioni temporanee per la gestione dei carichi eccezionali durante il periodo della manifestazione.

* Dare attuazione ai principi espressi nel Documento di Candidatura di cui si condividono le strategie.

* È necessario definire uno scenario di mobilità in relazione alle componenti di utenza (residenti, spettatori, addetti e merci) individuando le criticità e le soluzioni relative nell’ottica del trasporto collettivo.

Individuazione di un momento unico di coordinamento a livello regionale, d’intesa con la Regione Piemonte, per la gestione ed il governo della mobilità nel periodo relativo allo svolgimento dei Giochi Olimpici.

CARTOGRAFIE E TABELLE

Elenco cartografie e tabelle

* Carta dei dissesti idrogeologici e delle valanghe della zona di Pragelato

* Carta dei Tempi di percorrenza

* Carta dei Tempi di percorrenza/Ricettività quattro stelle (potenziale al 2006)

* Carta dei Tempi di percorrenza/Ricettività tre stelle (potenziale al 2006)

* Tabella Elenco Comuni/Ricettività

* Tabella Ricettività potenziale quattro stelle

* Tabella Ricettività potenziale tre stelle 1

* Tabella Ricettività potenziale tre stelle 2



ALLEGATO B

OSSERVAZIONI, INFORMAZIONI E CONTRIBUTI TECNICO-SCIENTIFICI
pervenuti dagli Enti Locali e dal pubblico ai sensi dell’allegato B - D.G.R. 18/12/2000 n° 61-1774

OSSERVAZIONI    DATA     PROTOCOLLO


Pro Natura Mario Cavargna Bontosi;    15 marzo 2001 - 6367/22

correzione al documento precedente    2 aprile 2001 - 7963/22

Club Alpino Italiano    19 marzo 2001 - 8971/S1

Comune di Bardonecchia    20 marzo 2001 - 9052/S1

Comune di Pragelato    20 marzo 2001 - 9133/S1

Comune di Oulx    22 marzo 2001 - 9391/S1

Maurizio Guidi, Giorgio Crema    22 marzo 2001 - 9335/S1

Comune di Sauze di Cesana     22 marzo 2001 - 7069/S1

Comune di Claviere     22 marzo 2001 - 9321/S1

Comune di Avigliana    23 marzo 2001 - 7284/22

Comune di Sauze d’Oulx    23 marzo 2001 - 9464/S1

ORION TECHNOLOGY S.R.L.    23 marzo 2001 - 9451/S1

Comitato Nolimpiadi     23/26marzo 2001 - 7158/S1 7303/S1

Comunità montana Val Pellice - Comune di Torre Pellice    23 marzo 2001 - 9472/S1

Comunità montana Alta Valle Susa    23 marzo 2001 - 9501/S1 9450/S1

Associazione Monti Luna 2000    23 marzo 2001 - 9478/S1

Consorzio Colle Bercia    23 marzo 2001 - 9463/S1

Sansicario Immobiliare S.p.A.    23 marzo 2001 - 9460/S1

Comunità Montana Bassa Valle Susa    23 marzo 2001 - 9591/S1

Provincia di Torino    23 marzo 2001 - 9593/S1

Via Lattea - Sestriere S.p.A.    23 marzo 2001 - 9489/S1

Lega Italiana Protezione Uccelli    23 marzo 2001 - 7099/S1

Osservatorio Ambientalista “Olimpiadi 2006" - Italia Nostra -
Legambiente - Pro Natura - WWF    23 marzo 2001 - 9488/S1

Legambiente - Circolo di Pinerolo    26 marzo 2001 - 9733/S1

Comune di Sestriere     26 marzo 2001 - 9628/S1

Città di Pinerolo     26 marzo 2001 - 7301/S1

Associazione Amici del Parco della Val Troncea    27 marzo 2001 - 9773/S1

Comune di Fenestrelle     28 marzo 2001 - 9897/S1

Legambiente - Crircolo Val Pellice    30 marzo 2001 -10375/S1

Comune di Cesana Torinese    2 aprile 2001 - 435/S1

Provincia di Torino    2 aprile 2001 - 9143/22