Bollettino Ufficiale n. 14 del 5 / 04 / 2000
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Deliberazione della Giunta Regionale 1 marzo 2000, n. 100 - 29589
Approvazione delle linee guida per lapplicazione della legge regionale
17 novembre 1983, n. 22, Interventi per la salvaguardia e lo sviluppo
di aree di elevato interesse botanico
(omissis)
LA GIUNTA REGIONALE
a voti unanimi ...
delibera
a) Di approvare il documento allegato alla presente deliberazione per farne
parte integrante, con il quale vengono approvate le Linee guida per lapplicazione
della legge regionale 17 novembre 1983, n. 22 Interventi per la salvaguardia
e lo sviluppo di aree di elevato interesse botanico.
b) Di affiancare, ai sensi della L.R. n. 28/85 art. 8, al Settore Pianificazione
delle Aree protette della Regione Piemonte, il Dr. Ippolito Ostellino,
Direttore del Parco fluviale del Po - Tratto Torinese, quale esperto nella
materia di cui alloggetto della presente deliberazione, con i compiti
individuati nella premessa della presente deliberazione.
(omissis)
Allegato
Linee guida per lapplicazione della legge regionale 17 novembre 1983,
n. 22 Interventi per la salvaguardia e lo sviluppo di aree di elevato
interesse botanico (B.U. 30 novembre 1983, n. 48)
Premessa.
La legge regionale 17 novembre 1983, n. 22, Interventi per la salvaguardia
e lo sviluppo di aree di elevato interesse botanico prevede allart. 1
interventi per la salvaguardia, lo sviluppo e leventuale recupero delle
aree di elevato interesse botanico al fine di:
a) consentire lutilizzazione scientifica dei Giardini Botanici;
b)utilizzare le attrezzature esistenti presso i Giardini Botanici per la
moltiplicazione e diffusione delle specie endemiche, critiche ed in via
di estinzione;
c) favorire lo sviluppo e la conservazione delle specie botaniche;
d) creare una banca dei semi delle specie piu minacciate o compromesse
per assicurare la sopravvivenza ed il ristabilimento nelle aree originarie
di diffusione;
e) provvedere alla sorveglianza fitopatologica delle specie in via di estinzione
per cause estranee allantropizzazione;
f) salvaguardare la flora e provvedere al suo studio ed alla sua conservazione
allinterno dei parchi e delle riserve naturali regionali.
Per tali finalità la Regione promuove corsi di formazione professionale
e studi storico-ambientali specifici in materia botanica.
La Regione provvede al conseguimento delle finalità di cui al precedente
articolo 1 in collaborazione con il Museo Regionale di Scienze naturali
e con lIstituto ed Orto Botanico dellUniversità di Torino e con altri
Istituti Universitari ed istituzioni specializzate.
Gli interventi finanziabili attraverso lo stanziamento previsto dalla presente
legge sono i seguenti:
a) manutenzione, conservazione e recupero delle aree di elevato interesse
botanico;
b) studio e ricerca ed acquisizione di materiali ed attrezzature scientifiche;
c) incentivazione della didattica e della formazione professionale;
d) attività di informazione e divulgazione scientifica nonché di dimostrazione
espositiva.
Lattivazione degli interventi per i quali la legge prevede finanziamenti
possono essere attuati tramite il Museo Regionale di Scienze naturali,
lIstituto ed Orto Botanico dellUniversità di Torino e con altri Istituti
Universitari specializzati nonché, ove necessario, attraverso forme di
convenzionamento con i privati proprietari.
La Regione Piemonte è dotata di un sistema integrato di salvaguardia dei
patrimoni vegetali che ha trovato espressione in diverse politiche, di
carattere specifico e territoriale, guidate da specifici atti legislativi
fra i quali si possono richiamare ad esempio:
- la L.R n. 12/90 e s.m.i., Nuove norme in materia di aree protette;
- Legge Regionale 3 aprile 1995, n. 50, Tutela e valorizzazione degli alberi
monumentali, di alto pregio naturalistico e storico del Piemonte;
- Legge Regionale 2 novembre 1982, n. 32, Norme per la conservazione del
patrimonio naturale e dellassetto ambientale;
- Legge Regionale 3 aprile 1995, n. 47, Norme per la tutela dei biotopi;
Tali azioni di salvaguardia costituiscono inoltre una delle opportunità
per garantire una sufficiente conoscenza e protezione di valori che rappresentano
anche una grande attrattiva di carattere culturale e turistico, ed in particolare
di quel turismo di tipo scientifico e di settore che nelle rarità e bellezze
del territorio trova una forte componente di interesse.
Pertanto, nellambito di un programma di rilancio di tale previsione legislativa
regionale, è indispensabile individuare preliminarmente la diversificata
serie di aree di intervento che consentono di estendere ed allargare loriginario
campo di applicazione della legge, tradizionalmente legata ai giardini
botanici.
In particolare il patrimonio di valori e bellezze naturali del Piemonte
legato a patrimoni botanici e vegetazionali si può ricondurre a diverse
tipologie:
a) le aree di particolare interesse botanico esterne al sistema di salvaguardia
delle aree protette e quelle comprese allinterno dei parchi e delle riserve
naturali regionali.
b) i Giardini Botanici finalizzati alla fruizione pubblica;
c) i Giardini Storici e Botanici privati.
Fra queste tipologie appare evidente la presenza di due tipi di categorie
per le quali la legge prevede specifiche misure: quella dei territori compresi
allinterno dei giardini e quella delle aree naturali che accolgono specie
di particolare interesse e rarità.
Per quanto riguarda queste ultime il territorio della regione per le sue
caratteristiche climatiche, morfologiche e geologiche, è interessato da
una elevata concentrazione di stazioni di specie botaniche di elevata rarità,
con una presenza che merita una specifica descrizione riportata nel successivo
paragrafo 2.
Per i giardini si tratta di un settore di noto ed esteso interesse, che
merita una specifica considerazione sviluppata nel seguente paragrafo 3.
Inoltre per ognuna di queste categorie la nostra Regione presenta un particolare
patrimonio già in parte censito e che necessita di un programma di valorizzazione
per il quale la L.R. n. 22/84 può rappresentare una adeguata misura di
rilancio e sviluppo. Al fine di individuare e censire i patrimoni regionali
in materia, la Giunta regionale predispone, sentito lIstituto ed Orto
Botanico dellUniversità di Torino ed il Museo Regionale di Scienze naturali,
i seguenti appositi elenchi (aggiornabili ed integrabili con specifico
atto deliberativo):
- elenco ufficiale delle aree di elevato interesse botanico, includente
i territori nei quali sono compresi areali di specie botaniche di particolare
interesse o rarità;
- elenco ufficiale dei giardini botanici pubblici;
- elenco ufficiale dei giardini botanici e storici, anche di proprietà privata
caratterizzati da elevato interesse floristico e vegetazionale;
Concorrono alla identificazione delle aree di elevato interesse botanico
i territori nei quali siano presenti:
- areali di specie incluse nellelenco della Direttiva habitat;
- areali di specie endemiche del territorio geografico piemontese;
- areali di specie ad elevata rarità incluse nellelenco delle specie protette
dalla normativa regionale di cui allallegato documento;
- le aree incluse nellelenco dei Siti di Interesse Comunitario e quelli
di Interesse Regionale, e le aree protette regionali e provinciali.
In seguito alla stesura degli elenchi ufficiali la Giunta regionale predispone
specifiche proposte di finanziamento della legge regionale al fine di garantire
adeguato sostegno alle azioni indicate nel presente articolo.
2. Il patrimonio di valori floristici e vegetazionali della Regione Piemonte.
Le aree di particolare interesse botanico della Regione Piemonte sono state
censite da diverso tempo ed il primo risultato in merito è certamente rappresentato
dallindagine della Società Botanica Italiana, Censimento dei biotopi
di rilevante interesse vegetazionale meritevoli di conservazione in Italia
(S.B.I. 1971-1979) che, per il Piemonte, individuò in particolare 18 aree:
dallAlpe Veglia alla Stazione di Leccio di Chianocco, dalla Palude dei
Mareschi al Pian del Re, dal Colle del Nivolet alle Sorgenti del Belbo.
Nel corso della politica di protezione del patrimonio naturale le azioni
derivate dalla politica per le aree protette ha permesso, a partire dal
1975 di inserire una parte delle aree precedentemente individuate, nelle
aree protette istituite in venti anni di storia del Sistema regionale delle
Aree protette.
La recente azione della Regione Piemonte connessa con lapplicazione della
Direttiva Habitat, ha ulteriormente permesso di giungere ad una specifica
identificazione di un nuovo e più aggiornato elenco di aree di particolare
interesse ambientale ed ecologico, fra le quali sono presenti una serie
di territori aventi in particolare specifica valenza sotto il profilo botanico.
Ma accanto a queste porzioni di territorio, che per le loro complessive
caratteristiche ecologiche sono oggi identificati come parte della Rete
di protezione del territorio, la regione piemontese presenta una ricchissima
serie di stazioni botaniche di specie rare, in parte identificate nellelenco
delle specie a protezione assoluta di cui alla L.R. 2 novembre 1992, n.
32. Sono infatti più di 200 le entità botaniche protette del Piemonte fra
le quali sono annoverati endemismi e specie ad elevata rarità.
Lazione applicativa della legge può pertanto indirizzarsi verso tali territori
individuando fra questi un criterio di priorità seguente:
- territori interessati dalla presenza di areali di specie incluse nellelenco
della Direttiva habitat;
- territori interessati dalla presenza di areali di specie endemiche del
territorio geografico piemontese;
- territori interessati dalla presenza di areali di specie ad elevata rarità
incluse nellelenco delle specie protette dalla normativa regionale.
Nel caso in cui i territori individuati ricadano allinterno di aree protette
o di biotopi, le azioni previste assumono carattere di ulteriore priorità.
Le categorie di interventi ammessi a tale specifica misura della legge
sono le seguenti:
- programmi per la sorveglianza fitopatologica delle specie in via di estinzione
per cause estranee allantropizzazione;
- studi finalizzati alla conservazione allinterno dei parchi e delle riserve
naturali regionali;
- organizzazione di corsi di formazione professionale e studi storico-ambientali
specifici in materia botanica;
- garantire la manutenzione, la conservazione ed il recupero delle aree
di elevato interesse botanico;
- programmi volti ad incentivare lutilizzazione didattica delle conoscenze
acquisite in merito alle specie interessate dallintervento;
- organizzazione di attività di informazione e di divulgazione scientifica
nonché di dimostrazione espositiva.
I soggetti titolati alla presentazione di progetti in tale campo possono
essere così individuati:
- il Museo Regionale di Scienze naturali;
- lIstituto ed Orto Botanico dellUniversita di Torino;
- Istituti Universitari specializzati;
- gli enti di gestione delle aree protette;
- soggetti privati proprietari di aree interessate da areali delle specie
precedentemente indicate o di giardini ad elevato valore storico-ambientale.
3. I Giardini botanici.
I giardini rappresentano istituzioni e strutture di straordinario interesse
sia quando derivano da specifiche finalità organizzative di carattere scientifico,
come i giardini botanici universitari, sia quando rappresentano realtà
al confine fra la collezione botanica e la costruzione estetica di paesaggi
e di ambienti artificiali. In entrambi i casi la presenza delle specie
botaniche rappresenta un elemento di strategica importanza.
In entrambi i casi le funzioni dei giardini possono essere illustrate rispetto
a due modelli di gestione e impostazione dei giardini stessi ed in particolare:
il primo, che possiamo ricondurre ad un modello più classico e tradizionale
a cui assegnare il nome di giardino floristico nel quale si possono individuare
e sviluppare in particolare le seguenti funzioni
funzione sistematico-dimostrativa
funzione di riserva biologica
funzione didattico-educativa
funzione sperimentale di ripopolamento
il secondo, che possiamo ricondurre ad un modello più attuale ed ispirato
a recenti modelli della conservazione a cui assegnare il nome di giardino
fisionomico, nel quale si possono individuare e sviluppare in particolare
le seguenti funzioni
funzione di ricerca floristica
funzione conservativa
Funzione sistematico-dimostrativa
Nel giardino floristico la coltivazione riguarda un ricco repertorio di
specie. Larricchimento di una collezione diviene significativo se non
va a scapito di alcuni aspetti, quali:
la descrizione della flora locale, ovvero della ricchezza floristica della
zona nella quale sorge il giardino;
la presenza di specie a differenziata fenologia (diversi periodi di fioritura)
che, introducendo elementi di carattere ornamentale, consentono una prolungata
visibilità del giardino;
la descrizione degli aspetti adattativi dei vegetali;
la descrizione degli aspetti storico-evolutivi dei vegetali alpini attraverso
la coltivazione di specie significative dal punto di vista della loro geografia
e distribuzione;
A questa funzione del giardino di tipo collezionistico si ispirano i giardini
classici che hanno raccolto molte specie provenienti da territori e regioni
differenti da quelle in cui il giardino sorge.
Lillustrazione di un differenziato patrimonio di specie costituisce la
finalità originaria e principale di un giardino, che si ispira alla curiosità
per le mille forme vegetali, elemento indispensabile per poter creare una
collezione botanica.
Funzione di riserva biologica
Il giardino svolge inoltre un importante ruolo nella conservazione di specie,
tanto che alcuni studiosi hanno affidato questo compito ad una categoria
di giardino denominata giardino-riserva i cui obiettivi sono:
protezione delle biocenosi tramite la conservazione della loro diversità;
mantenimento delle specie minacciate di estinzione;
coltura delle specie presenti nella regione dove sorge il giardino;
reintroduzione di specie della regione scomparse localmente;
Per le specie minacciate, il sistema ideale di conservazione è rappresentato
dalla salvaguardia dellambiente in cui esse vivono. Tuttavia anche la
coltivazione in condizioni controllate e la conservazione del seme può
garantire alla specie la sua sopravvivenza. La conservazione del seme è
operazione di particolare complessità: tuttavia la scomparsa di molte specie
vegetali, ormai constata a livello mondiale, deve far riflettere sullimportanza
di attrezzarsi sempre di più anche in tale settore.
Funzione didattico-educativa
Un giardino con molte specie in coltivazione è presupposto indispensabile
per garantire un buon afflusso di visitatori. Partendo da tale elemento
iniziale il giardino può svolgere un ruolo educativo, illustrando le diverse
forme vegetali raggruppate per categorie sistematiche o di utilizzo, oppure
per ambiente di appartenenza.
La funzione educativa è stata ampliata in questi ultimi decenni attraverso
diversi strumenti qui di seguito elencati:
1. Cartellinatura delle specie; la prerogativa di un orto botanico, quindi
anche di un giardino alpino, è quella di presentare le specie in coltivazione
con una cartellinatura indicativa. A questa spesso si accompagna anche
una marcatura ad uso del giardino realizzata con etichette in acciaio che
riportano un numero punzonato corrispondente al registro di iscrizione
della pianta nel giardino stesso. Oltre a questa troviamo, per il visitatore,
cartellini realizzati in materiali diversi sui quali sono riportati: il
Nome della pianta secondo la nomenclatura scientifica (ovvero in ordine
Famiglia Genere e specie, accompagnati dal nome dellautore che lha descritta),
il nome volgare , lambiente in cui vive e la sua distribuzione. A volte
compaiono anche dati sulla sua biologia come ad esempio il ciclo vitale
della pianta distinguendo tra annuale, perenne o biennale.
Il colore dei cartellini non è casuale: la convenzione vuole che quelli
gialli indichino le piante autoctone, ovvero quelle appartenenti alla catena
montuosa dove sorge il Giardino (ad esempio Alpi); quelli bianchi le specie
provenienti da altre catene alpine (specie esotiche o alloctone); quelli
rossi le specie velenose.
2. Illustrazione con tabelle: spesso gli aspetti di adattamento od altri
elementi della flora alpina possono essere spiegati solamente avendo a
disposizione pannelli con i quali, con laiuto di foto e schemi, possono
essere spiegati in breve i concetti della botanica. Ecco che allora possiamo
trovare tabelle esposte o allesterno o in sale presso centri visita collocati
allingresso del giardino che accolgono mostre permanenti sulla flora alpina.
3. Depliant e guide: alcuni giardini sono anche forniti di guide specifiche
oppure da dépliant che illustrano il giardino o i sentieri che da questo
si dipartono. Un servizio utile sono le visite guidate con accompagnatori
oppure svolte da coloro che lavorano presso le aiuole e che possono aiutare
il visitatore ad orientarsi fra le collezioni di piante coltivate.
Funzione sperimentale e di ripopolamento.
Alla coltivazione di specie rare o minacciate di estinzione il giardino
può affiancare quella di specie aventi particolari applicazioni anche di
carattere pratico.
In particolare nel settore delleconomia montana i giardini possono costituire
esempi da cui partire per avviare attività di coltivazione di specie officinali
od essenziere. Questo settore, anche se penalizzato dal generale abbandono
della economia legata alla montagna, può trovare nel giardino una fase
importante di studio di fattibilità. Dai dati sulla coltivazione delle
specie si possono trarre importanti indicazioni sulle tecniche di coltivazione
delle piante in ambiente alpino, in particolare nel campo della crescita
e della germinabilità.
Un secondo campo è quello legato alla conoscenza delle capacità di colonizzazione
delle piante sui suoli, di grande interesse per le attività di recupero
ambientale e di bioingegneria. Attualmente il reperimento di specie idonee
per linerbimento di piste da sci, di scarpate stradali o di cave abbandonate,
costituisce un fattore indispensabile per consentire la riuscita degli
interventi di ripristino ambientale ormai diffusi in tutte le regioni montuose.
Spesso il successo degli interventi di ripristino è legato alla disponibilità
di semenze derivanti da specie locali composte da individui, i cosiddetti
ecotipi, che hanno acquisito una specifica capacità di adattamento alle
condizioni microclimatiche dellarea di appartenenza.
Funzione di ricerca floristica
Soprattutto nel caso di un giardino fisionomico, dove linteresse per lesplorazione
del territorio circostante è preminente dovendolo riproporre al proprio
interno, la sua attività può giovare alla conoscenza della flora dellarea
circostante a quella nella quale sorge il giardino stesso. Le ricerche
floristiche hanno infatti sempre trovato giovamento dalla presenza di un
giardino. Il richiamo di botanici, la necessità di reperire le prime specie
per dare un volto alle aiuole coltivate, o la necessità di reperire sementi
per gli scambi fra giardini, hanno dato origine alla nascita di veri studi
sulle flore delle vallate vicine.
Funzione conservativa della flora
Le cause che determinano la trasformazione della flora spontanea possono
essere raccolte in due gruppi: il primo comprende tutte le azioni umane
rivolte ad utilizzare direttamente la flora spontanea, per migliorarne
le proprietà, ma con conseguente selezione delle specie; il secondo invece
è legato alle attività indirette che, attraverso lalterazione di ambienti
naturali, determinano la scomparsa dei presupposti ambientali per la sopravvivenza
delle specie botaniche.
La creazione dei giardini botanici, in particolare di quelli di maggiore
estensione e con finalità di riserva (giardini fisionomici), può garantire
il mantenimento di realtà ambientali affiancandosi alla rete delle aree
protette che in Italia è costituita da iniziative di carattere nazionale
e regionale.
Questa azione di salvaguardia costituisce certamente un compito nel quale
listituto del giardino può dare solamente un piccolo contributo rispetto
alle sue funzioni principali (educative o di conservazione di singole specie
botaniche). Tuttavia la sua azione può garantire dei risultati soprattutto
nel caso di quelle aree a giardino che tendono alla creazione di riserve
in miniatura.
Per entrambi i modelli qui descritti possono essere individuate azioni
specifiche per le due seguenti categorie:
1. i Giardini Botanici finalizzati alla fruizione pubblica.
2. i Giardini Storici e Botanici privati.
e in particolare:
- promuovere mediante programmi specifici lutilizzazione scientifica dei
Giardini Botanici;
- utilizzare le attrezzature esistenti presso i Giardini Botanici per la
moltiplicazione e la diffusione delle specie endemiche, critiche ed in
via di estinzione;
- creare una banca dei semi delle specie piu minacciate o compromesse
per assicurare la sopravvivenza ed il ristabilimento nelle aree originarie
di diffusione;
- promuovere corsi di formazione professionale e studi storico-ambientali
specifici in materia botanica;
- favorire lo studio e la ricerca nonché la acquisizione di materiali ed
attrezzature scientifiche;
- incentivare la didattica e della formazione professionale;
- promuovere attività di informazione e divulgazione scientifica nonché
di dimostrazione espositiva;
I soggetti titolati alla presentazione di progetti in tale campo possono
essere così individuati:
- il Museo Regionale di Scienze naturali;
- lIstituto ed Orto Botanico dellUniversità di Torino;
- Istituti Universitari specializzati;
- gli enti di gestione delle aree protette quando sono presenti al loro
interno giardini botanici;
- i soggetti pubblici gestori di Giardini botanici;
- soggetti privati proprietari di Giardini.
Allegato
Elenco specie a protezione assoluta
(Legge Regionale 2 novembre 1982, n. 32)
Aconitum Anthora L. - CN - NO - TO - VC
Aconitum napellus L. - CN - NO - TO - VC
Aconitum variegatum L. - AL - CN - NO - TO - VC
Aconitum vulparia Reichemb. (= A. lycoctonum Auct.) - AL - AT
Adenophora liliifolia (L.) Bess. - TO
Aliium narcissiflourm Vill. - CN - TO - VC
Aiiium victorialis L. - NO - TO - VC
Alyssoides utriculata (L.) Medicus (= Vesicaria utriculata (L.) - AL -
CN - TO
Alyssum argenteum All. - TO
Anacamptis pyramidalis (L.) L.C.M. Richard (= Orchis pyramidalis L.) -
AL - AT - CN - TO
Androsace (tutte le specie) - CN - NO - TO - VC
Anemone baidensis L. - CN - NO - TO - VC
Anemone coronaria L. - CN
Antirrhinum latifolium Mill. - CN
Aphyllanthes monspeliensis L.- AL - AT - TO
Aquilegia alpina L. - CN - NO - TO - VC
Aquilegia vulgaris L. (incl. A. atrata Koch.) - AL - AT
Aster alpinus L. - AL
Atropa bella-donna L. - CN - NO - TO - VC
Brassica repanda (Wilid.) - CN - TO
Bulbocodium vernum L. - CN - NO - TO - VC
Callianthemum coriandrifolium Relch. (= Ranunculus rutaefolius L.) - TO
Caltha palustris L. - AT
Campanula alpestris All. - CN - NO - TO
Campanula excisa Schieich. ex Murith - NO - TO - VC
Campanula thyrsoides L. - CN - NO - TO - VC
Catananche caeruiea L. - TO
Centranthus ruber (L.) DC - AL - AT - CN - NO - TO - VC
Cephalanthera (tutte le specie) - AL - AT - CN - NO - TO - VC
Cephaiaria alpina (L.) Schrad. - CN - NO - TO
Chamaecytisus purpureus (Scop.) Link (= Cytisus purpureus Scop.) - NO -
VC
Cistus aibidus L. - CN
Colchicum neapolitanum Ten. - CN
Cortusa matthioli L. - CN - TO
Corydalis lutea (L.) DC - NO
Crocus medius balbis - AL - CN - VC
Cyclamen purpurascens Mili. (= C. europaeum Auct.) - CN - TO
Cypripedium calceolus L. - AL - CN - NO - TO - VC
Dactyiorhiza (tutte le specie) - AL - AT - CN - NO - TO - VC
Daphne cneorum L. (incl. D. striata Tratt.) - AL - AT - CN - NO - TO -
VC
Daphne mezereum L. - AL - AT - CN - NO - TO - VC
Delphinium dubium (Rouy et Fouc.) Pawl. (= D. elatum Auct. ital.) - CN
- NO - TO - VC
Delphinium fissum Waidst. et Kit. - TO
Dianthus superbus L. - AL - AT - CN - NO - TO - VC
Dictamnus albus L. - AL - AT CN - NO - TO - VC
Digitalis lutea L. - AT
Doronicum columnae Ten. (= D. cordatum Sch.Bip.) - AL
Dracocephaium (tutte le specie) - TO
Drosera (tutte le specie) - AL-AT-CN - NO-T0-VC
Echinops (tutte le specie) - AL - CN - TO - VC
Epipactis (tutte le specie) - AL - AT - CN - NO - TO - VC
Eritrichium nanum (All.) Schrad. ex Gaud. - CN - NO - TO - VC
Eryngium alpinum L. - CN - TO
Eryngium spinalba Vili. - CN
Euphorbia hyberna L. ssp. canuti (Parl.) Tutin (= E. hyberna L. var gibelliana
(Peola) Fiori) incl. ssp. insularis (Boiss.) Briq. - AL - TO
Erica herbacea L. (= E. carnea L.) - AL - TO
Fritiliaria (tutte le specie) - AL - CN - NO - TO- VC
Galanthus nivalis L. - AL - AT
Gentiana asclepiadea L. - CN - NO - TO - VC
Gentiana bavarica L. - CN - NO - TO - VC
Gentiana brachyphylla Vill. - CN - NO - TO - VC
Gentiana clusii Perr. et Song. -AL- CN - NO -TO -VC
Gentiana lutea L. - AL
Gentiana pneumonanthe L. - AT - CN - NO - TO - VC
Gentiana purpurea L. - NO - TO - VC
Gentiana rostanii Reuter ex Verlot - CN - TO
Gentiana utriculosa L. - CN - NO - TO - VC
Gentianella ciliata(L.) Borkh. (= Gentiana ciliata L.) - AL
Gentianella tenella (Rottb.) Bórner (= Gentiana tenella Rottb.) - CN -
NO - TO - VC
Gentianella campestris (L.) Bórner (= Gentiana campestris L.) - AL
Geranium palustre L. - NO
Geranium syivaticum L. ssp. rivulare (Vill.) Rouy - TO
Geum reptans L. - CN - NO - TO - VC
Gladiolus palustris Gaud. - AL - CN - NO - TO - VC
Gymnadenia (tutte le specie) - AL - AT - CN - NO - TO - VC
Helleborus niger L. - NO - VC
Himantoglossum hircinum (L.) Kock (= Loroglossum hircinum Rich.) - AL -
AT - CN
Horminum pyrenaicum L. - CN
Hottonia palustris L. - AL - NO-T0-VC
Hydrocharis morsus-ranae L. - AL - AT - NO - TO - VC
Hyssopus officinalis L. - AL - AT - NO - TO
Iberis spathulata J.P. Bergeret ssp. nana (All.) Heyw. - CN
Iberis umbellata L. - AL - CN
Iris aphylla L. - TO - VC
Iris foetidissima L. - AL - AT - NO-T0-VC
Iris graminea L. - AL - AT - CN-NO-T0-VC
Iris sibirica L. - AL - AT - NO - TO-VC
Jovibarba allionii (Jord. et Fourr.) D.A. Webb. (= Sempervivum allionii
(Jord. et Fourr.) Nyman) - CN - TO
Juniperus oxycedrus L. - TO
Juniperus phoenicea L. - CN
Leucojum aestivum L. - NO
Leucojum vernum L. - AL - AT
Lilium croceum Chaix (incl. L. bulbiferum L.) - AL - AT - CN - NO - TO
- VC
Lilium martagon L. - AL - AT - CN - NO -TO - VC
Lilium pomponium L. - CN
Linnaea borealis L. - NO - TO
Linum campanulatum L. - AL
Linum fiavum L. - AL
Linum narbonense L. - CN
Lychnis alpina L. - CN - NO - TO-VC
Menyanthes trifoliata L. - AL -AT-CN-NO-T0-VC
Mimulus (tutte le specie) - NO-TO
Moneses uniflora (L.) A. Gray (= Pyrola uniflora L.) - CN - NO - TO - VC
Narcissus poéticus L. (incl. N. angustifolius Curtis) - AL
Narcissus pseudonarcissus L. (1) - AL - CN
Nigritella (tutte le specie) - AL - CN - NO - TO - VC
Nuphar Luteum (L.) Sibth. et Sim. - AL - AT - CN - No -T0-VC
Nymphaea alba L. - AL - AT - CN - NO - TO - VC
Nymphoides peltata (S. G. Gmelin) O. Kuntze (= Limnanthemum nymphoides
Hoffm. et Link) - AL - CN - NO - TO - VC
Omphalodes verna Moench - AL - NO
Ophyrys (tutte le specie) - AL - AT - CN - NO - TO - VC
Orchis (tutte le specie) - AL - AT - CN - NO - TO - VC
Osmunda regalis L. - AL - AT - CN - NO - T0 - VC
Paeonia officinalis L. - AL CN-T0-VC
Papaver rhaeticum Leresche in Gremli (= P. alpinum L. var. pyrenaicum W.)
- CN - TO Pedicularis comosa L. - AL
Petrocallis pyrenaica (L.) R. Br. - CN - NO - TO - VC
Platanthera (tutte le specie) - AL - AT - CN - NO - TO -VC
Primula (tutte le specie a fiore rosso) - CN - NO - TO-VC
Primula allionii Lois. - CN
Primula auricula L. - CN - NO-TO
Ptilotrichum halimifolium Boiss. (= Alyssum halimifolium Auct.) - CN -
TO
Pulsatilia (= Anemone gr. Pulsatilia) (tutte le specie a fiori violetti)
- AL - AT - CN - NO - TO - VC
Pulsatilia vernalis (L.) Mill. (= Anemone vernalis L.) - CN - NO - TO -
VC
Quercus crenata Lam. (= Q. pseudosuber Santi) - AL - AT - CN - TO
Quercus ilex L. - TO
Ranunculus alpestris L. - CN - NO - TO - VC
Ranunculus glacialis L. - CN
Ranunculus parnassifolius L. - CN - NO - TO - VC
Ranunculus seguieri Vill. - CN-NO-TO
Ranunculus thora L. - CN
Rhaponticum scariosum Lam. (= Centaurea rhapontica L.) - CN - TO - VC
Rhododendron hirsutum L. - NO-VC
Rynchosinapis richeri Hayek (= Brassica richeri Vili.) - CN - TO
Ruscus hypoglossum L. - AL -CN
Ruta angustifolia Pers. - TO
Saponaria lutea L. - NO - TO -VC
Saussurea (tutte le specie) - CN-NO-T0-VC
Saxifraga (tutte le specie striscianti a fiore rosso) - CN - NO - TO -
VC
Saxifraga caesia L. - CN - TO
Saxifraga callosa Sm. ssp. callosa (= S. linguiata Bell.) - CN
Saxifraga cotyledon L. - NO - TO - VC
Saxifraga diapensioides Bell. - CN - TO
Saxifraga pedemontana All. - CN - TO
Scabiosa graminifolia L. - CN - NO - TO
Scilla italica L. - AL - CN
Scopolia carniolica Jacq. - VC
Sempervivum wulfenii Hoppe ex Mert et Koch - VC
Senecio abrotanifoiius L. - VC
Senecio uniflorus All. - NO - TO - VC
Serapias (tutte le specie) - AL - AT - CN - NO - TO - VC
Serratula nudicaulis (L.) DC - CN
Soldanella pusilia Baumg. - NO
Staehelina dubia L. - AL - AT - CN
Staphylea pinnata L. - AL - AT - CN - NO - TO - VC
Swertia perennis L. - CN - NO - TO
Thalictrum aquilegifolium L. - AL
Tozzia alpina L. - CN - NO - TO - VC
Troliius europaeu SL. - AL
Tulipa clusiana Vent. - AL - AT - CN
Tulipa didieri Jord. (= T. gesneriana L. var. didieri Jord.) - TO
Tulipa oculus-solis Saínt-Amans - AL - AT - TO
Tulipa praecox Ten. (= T. oculus-solis Saint Amans var. praecox Ten.) -
AT - CN
Tulipa sylvestris L. (incl. T. australis Link.) - AL - AT - CN - NO - TO
- VC
Typha minima Hoppe - AL - AT - CN - NO - TO - VC
Utricularia (tutte le specie) - AL - AT - CN - NO - TO - VC
Vaccinium myrtillus L. - AT
Valeriana celtica L. - CN - NO - TO - VC
Valeriana saliunca Ali. - CN - NO - TO
Valeriana tuberosa L. - CN - TO
Veronica longifolia L. - CN
Vitaliana primuliflora Bertol. (=Douglasia vitaliana L.Hooker) fil. ex
Pax - CN- NO - TO - VC
Viola cenisia L. - CN - TO - VC
ERRATA CORRIGE
Lelenco delle specie a protezione assoluta allegato alla legge regionale
2-11-1982, n. 32, pubblicato sul Bollettino Ufficiale n. 45 del 10-11-1982,
è cosi corretto: Brassica repanda (Willd.) DC - CN - TO Gentianella tenella
(Rottb.) Borner (= Gentianella tenella Rottb.) - CN - NO - TO V.
Allegato
Legge regionale 17 novembre 1983, n. 22 Interventi per la salvaguardia
e lo sviluppo di aree di elevato interesse botanico. (B.U. 30 novembre
1983, n. 48)
Art. 1.
(Finalita)
La Regione interviene per la salvaguardia, lo sviluppo e leventuale recupero
delle aree di elevato interesse botanico al fine di:
a) consentire lutilizzazione scientifica dei Giardini Botanici;
b) utilizzare le attrezzature esistenti presso i Giardini Botanici per
la moltiplicazione e diffusione delle specie endemiche, critiche ed in
via di estinzione;
c) favorire lo sviluppo e la conservazione delle specie botaniche;
d) creare una banca dei semi delle specie piu minacciate o compromesse
per assicurare la sopravvivenza ed il ristabilimento nelle aree originarie
di diffusione;
e) provvedere alla sorveglianza fitopatologica delle specie in via di estinzione
per cause estranee allantropizzazione;
f) salvaguardare la flora e provvedere al suo studio ed alla sua conservazione
allinterno dei parchi e delle riserve naturali regionali.
Per le finalita di cui al comma precedente la Regione promuove corsi di
formazione professionale e studi storico-ambientali specifici in materia
botanica.
Art. 2.
(Collaborazioni)
La Regione provvede al conseguimento delle finalita di cui al precedente
articolo 1 in collaborazione con il Museo Regionale di Scienze naturali
e con lIstituto ed Orto Botanico dellUniversita di Torino e con altri
Istituti Universitari specializzati.
Art. 3.
(Interventi)
Gli interventi finanziabili attraverso lo stanziamento previsto dalla presente
legge sono i seguenti:
a) manutenzione, conservazione e recupero delle aree di elevato interesse
botanico;
b) studio e ricerca ed acquisizione di materiali ed attrezzature scientifiche;
c) incentivazione della didattica e della formazione professionale;
d)- attivita di informazione e divulgazione scientifica nonche di dimostrazione
espositiva.
Gli interventi di cui al comma precedente sono attivati, tramite i soggetti
di cui al precedente articolo 2 e, ove necessario, attraverso forme di
convenzionamento con i privati proprietari.
Art. 4.
(Finanziamenti)
Allonere derivante dalla presente legge, previsto in L. 350.000.000 per
lanno finanziario 1983, si fa fronte mediante riduzione di pari ammontare
del fondo speciale di cui al capitolo 12500 dello stato di previsione della
spesa dellanno medesimo. Nello stato di previsione della spesa per lanno
finanziario 1983 e istituito apposito capitolo con la denominazione
Interventi per la salvaguardia e lo sviluppo di aree di elevato interesse
botanico e con lo stanziamento, in termini di competenza e di cassa,
di L. 350.000.000. Il Presidente della Giunta Regionale e autorizzato
ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio.