04 Novembre 2008 10:37
MONTAGNA
Il Consiglio regionale ha approvato ieri, su proposta dell’assessore regionale allo Sviluppo della montagna Bruna Sibille, la delibera che definisce le aree omogenee che andranno a formare le nuove Comunità montane del Piemonte. Rispetto al tetto massimo di 23 previsto dalla legge regionale approvata lo scorso giugno, le nuove Comunità montane saranno 22: 6 rispettivamente nelle province di Torino e di Cuneo, 1 rispettivamente in quelle di Asti e di Vercelli, 2 nell’Alessandrino, 3 nel Biellese, 3 tra Vco e provincia di Novara, di cui una con sede legale nel Novarese.
“E’ stato un lavoro complicato, - dichiara la presidente Mercedes Bresso - ma alla fine siamo soddisfatti del risultato: il provvedimento consente da una parte di realizzare risparmi, riducendo la burocrazia, dall’altra rende le Comunità montane più forti e preserva un patrimonio importante per la nostra regione e per il paese.”
“Il Consiglio, e in particolare la maggioranza, - aggiunge Bresso - hanno retto in questi mesi a pressioni di campanile di ogni tipo, anche a quelle di un’opinione pubblica che chiedeva l’abolizione in toto delle Comunità montane. La riduzione del numero delle comunità, attraverso il loro accorpamento in aree omogenee, è solo uno degli aspetti di una riorganizzazione ben più complessa che prevede un significativo rafforzamento del ruolo e dei compiti di questi enti e la garanzia della loro rappresentatività nella vita democratica.”
“Per arrivare al disegno territoriale contenuto nella delibera del Consiglio regionale, - afferma l’assessore allo Sviluppo della montagna e Foreste Bruna Sibille - abbiamo ascoltato tutte le parti in causa e le diverse proposte provenienti dalle varie aree del Piemonte, consapevoli del fatto che ogni cambiamento crea resistenze e difficoltà, ma la cosa importante è che con questa riforma abbiamo salvato il governo della montagna. Ora bisognerà realmente occuparsi delle questioni di montanità e di marginalità delle aree con una discussione attenta e puntuale”.
I paesi esclusi dalle Comunità montane perché il loro territorio non è effettivamente montano potranno fare richiesta entro 60 giorni alla Regione di esservi compresi per motivi di continuità. I Comuni montani potranno invece chiedere di passare da una Comunità ad un’altra limitrofa.
I nuovi enti, così come prefigurati dalla delibera approvata ieri, inizieranno ad operare dopo la prossima tornata di elezioni amministrative del 2009.
Le nuove Comunità montane