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In alpeggio per passione

Abbiamo incontrato Marta Fossati, titolare dell'azienda “Bars Chabrier”, per conoscere la storia della sua azienda e come il Programma di sviluppo rurale ha contribuito ad aiutare la sua attività in alpeggio.

Marta Fossati (titolare azienda “Bars Chabrier”)

 

Ci racconta la storia della sua azienda?

Ho iniziato a lavorare nel 2010 nell’azienda agricola dei miei genitori, che allevano ovini, caprini e bovini. Poi, nel 2012, ho aperto all’interno dell’azienda un piccolo laboratorio di trasformazione del latte, che nel 2016 si è evoluto in un’azienda autonoma che io e mio marito abbiamo chiamato “Bars Chabrier” (“la barma delle crapre” in dialetto), dedicata alla produzione di formaggio ovocaprino.
La sede è a Sambuco, un piccolo comune in provincia di Cuneo, situato nell'Alta Valle Stura mentre il nostro alpeggio è a 2000 metri. Attualmente abbiamo 120 capre di razza meticcia (noi le chiamiamo “nostrane”!), molto adatte al pascolo in alpeggio, con le quali produciamo all’incirca 140 litri di latte al giorno. Distribuiamo i nostri formaggi in due mercati alla settimana e facciamo vendita diretta nel piccolo punto vendita in azienda… insomma, siamo una piccola azienda che lavora in tutto e per tutto col territorio locale!

 

 

Quando è iniziata la vostra esperienza con il Programma di sviluppo rurale?

Nel 2016 abbiamo partecipato al bando della Misura 4 del PSR 2014-2020 per l’insediamento giovani al fine di costruire una stalla in alpeggio: è di qualche giorno fa la notizia dell’approvazione del progetto, quindi siamo molto felici!
Al momento infatti siamo in affitto presso delle vecchie strutture militari e dobbiamo mungere a mano, mentre grazie alla nuova stalla, potremo attrezzare sala mungitura e quella per lo stoccaggio del latte, migliorando sia la qualità della produzione che il benessere degli animali. Inoltre, potremo aumentare di qualche unità il numero delle capre e, grazie al tempo risparmiato per la mungitura, fare un mercato in più alla settimana, che per noi sarebbe importantissimo visti i sempre maggiori costi di produzione.

Quanto ha inciso sulle vostre scelte la possibilità di accedere al contributo?

Ha inciso parecchio perché si tratta di un investimento importante che non avremmo potuto sostenere senza il contributo PSR. D’altro canto, l’iter per la presentazione della domanda non è stato semplice, sia a livello burocratico che logistico e per noi si è trattato di una specie di… investimento nell’investimento a livello di tempo e sforzi.

 

Il PSR vi ha aiutato anche in altri ambiti della vostra attività?

Sì, grazie all’operazione 10.1.6 “Difesa del bestiame dalla predazione da canidi sui pascoli collinari e montani”: il nostro alpeggio infatti è in un territorio abitato dal lupo e sebbene il nostro gregge non abbia mai subito degli attacchi, la presenza del predatore si vede. Per questo, oltre che la nostra costante presenza e le reti che abbiamo installato, i cani da guardiania (diversi da quelli da pastore), sono indispensabili sia come deterrente sia per tenere materialmente lontani i lupi dal pascolo. Il contributo, quindi, ci aiuta a sostenere i costi non indifferenti dei nostri due cani che ci siamo trovati a sostenere da quando c’è stato il ritorno del lupo, animale che peraltro noi rispettiamo e la cui presenza è una conseguenza del progressivo abbandono della montagna.
Tuttavia, se posso fare un’osservazione condivisa con altri colleghi, rispetto all’operazione 10.1.6 del PSR forse sarebbe stato opportuno procedere ad uno studio più approfondito sui cani da guardiania e non limitarsi a indicare i parametri di razza per accedere al contributo: anche cani di razza mista ma nati nel gregge e che hanno imparato il lavoro col gregge posso essere infatti ottimi cani da guardiania.

 

 

 

 

CONTATTI

SOCIETA' AGRICOLA BARS CHABRIER
DI FOSSATI MARTA E GIACOSA LUCA S.S.
Indirizzo: VIA CUNEO 33, 12010 SAMBUCO - CN